La sessualità e la paternità per il mieloleso: 5 anni di
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La sessualità e la paternità per il mieloleso: 5 anni di
EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3) La sessualità e la paternità per il mieloleso: 5 anni di esperienza V. TAGLIENTE1, F. COLONNA1, G. MEGNA2 Uno dei principali problemi che si accompagnano alla lesione spinale è l’alterazione delle funzioni sessuali. E’ ben noto che la maggior parte delle mielolesioni colpisce una popolazione in giovane età (fra i 20 e i 40 anni), con un rapporto uomini/donne di 3 a 1, pertanto il danno avviene in una fase di vita in cui i soggetti sono sessualmente attivi e potenzialmente fertili. Una volta verificatasi la lesione, darà origine ad una serie di alterazioni, quali l’erezione e l’eiaculazione nel maschio e la percezione orgasmica in entrambi i sessi; tali disturbi vanno di pari passo ad alterazioni della sfera psichica, complicando ulteriormente l’iter riabilitativo. L’esigenza di creare un ambulatorio di Sessualità e Paternità, dedicato al paziente affetto da lesione spinale, è nata proprio con l’intento di offrire un intervento multidisciplinare a tali individui, indirizzata alla valutazione, alla gestione ed alla “riabilitazione”, non solo delle problematiche sessuali, ma in specie nella ripresa della fertilità e quindi nella possibile paternità. Materiali e metodi L’ambulatorio di Sessualità e Paternità (Se.Pa.) del Presidio di Riabilitazione dell’ASl di Brindisi, gestito dalla Fondazione San Raffaele, nato nel marzo 2003, dedica la sue competenze riabilitative alle malattie neurologiche, ed in particolare alle mielolesioni. Il tutto per limitare i gravi problemi di disfunzione erettile, di eiaculazione e, in particolar modo, di fertilità, che quasi sempre accompagnano, i pazienti maschi, dopo una lesione spinale. L’ambulatorio, esperienza isolata in Italia, nato con la cooperazione e sul modello di strutture analoghe quali L’“Unidad de Sexualidad y Reproduccion Asistida” dell’Hospital Nacional de Paraplejicos di Toledo in Spagna, diretto dal Professor A. Sanchez Ramos, in questi anni ha acquisito esperienza non solo nel trattamento delle disfunzioni sessuali dei pazienti para e tetraplegici, ma anche, e soprattutto, nelle metodiche volte ad ottenere liquido seminale, nel modo meno traumatico possibile, e, cosa indispensabile, nel migliorare la qualità dell’eiaculato (mediante tecniche di fertilizzazione) con l’obiettivo di rendere possibile una paternità, fino a qualche tempo fa evento considerato incredibile ed impossibile. I metodi usati per ottenere liquido seminale in tali pazienti sono metodi meccanici (Vibratore Personal Ferticare), e metodi elettrici (Elettroeiaculatore Seager 14). Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 1Presidio di Riabilitazione ASL BR, Fondazione San Raffaele,Ceglie Messapica (Br), 2Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Università degli Studi di Bari Risultati Al marzo 2008, l’ambulatorio ha fornito consulenza a 418 pazienti: 364 maschi con un’età media di 30,49 anni e 54 femmine con un’età media di 32,99 anni. Sono stati effettuati 495 tests per l’ottenimento di liquido seminale per mezzo del Vibratore meccanico, e 35 test tramite l’elettroeiaculazione. Il test qualitativo e quantitativo dell’eiaculato ha evidenziato che la maggior parte di questi pazienti presenta gravi problemi di fertilità (astenospermia grave-gravissima), ma, il lavoro svolto dimostra che, una periodica “riabilitazione” sessuale, attraverso ripetute sessioni di ottenimento dell’eiaculato per mezzo delle su citate strumentazioni, oltre ad un’attenta profilassi delle infezioni delle vie urinarie, è in grado di rendere il liquido seminale sufficientemente fertile da permettere alla coppia di sottoporsi o a procedure di autoinseminazione, o a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Conclusioni Il lavoro svolto in questi anni nell’ambulatorio Se.Pa., oltre ai dati oggettivi esposti, ci ha permesso di comprendere che le problematiche sessuali e di fertilità dei pazienti mielolesi, devono essere parte integrante di un programma di cura e riabilitazione. Per tale motivo è necessario garantire uno specifico addestramento delle singole professionalità, siamo culturalmente pronti a formare il “paraplegista”, integrandolo ad un lavoro di team multidisciplinare, ad una corretta informazione per il paziente e per il partner, svincolata da pregiudizi, e per mezzo di adeguate risorse tecnologiche, stabilire un percorso terapeutico e/o riabilitativo il più vicino possibile a quella che dovrebbe essere la fisiologia della sessualità e della procreazione. EUROPA MEDICOPHYSICA 1