Progetto Cantiere 2015 SCRIVERE PER IL TEATRO DI

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Progetto Cantiere 2015 SCRIVERE PER IL TEATRO DI
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Progetto Cantiere 2015
SCRIVERE PER IL TEATRO DI FIGURA
a cura di Giulio Molnar e Alberto Jona
con la partecipazione di Gigio Brunello
Titolo: Un’ombra in Fuga Autore: Sofia Beltramo Un’ ombra un po’ scansafatiche è infelice perchè appartiene ad un uomo sempre molto indaffarato. Non vuole essere obbligata a lavorare tutto il giorno quindi decide di scappare. Vani sono i primi tentativi di fuga, l’uomo si accorge sempre di lei e la ferma. Finalmente l’ombra ha l’ “illuminazione”, spegne la luce, scompare nel nulla e fugge indisturbata. L’ombra si trova così sola, libera di poter far ciò che vuole, dopo poco però si stanca e incomincia a soffrire di solitudine. Incontra vari personaggi ed oggetti con cui però non riesce ad interagire perchè è appunto un’ombra. Non riesce a parlare, a prendere gli oggetti e cambia forma continuamente spaventando le persone. Si rende conto che sola non può stare decide così di riappacificarsi con il suo corpo per tornare a far parte del mondo reale. Attori: 1 attore/ombra 2 attori uomini 1 attore donna 1 bambino Oggetti di scena: 1 tavolo leggero tipo banco di scuola +1 per ombra 1 sedia + 1 per ombra 1 lampada a piantana+ 1 per ombra scartoffie + scartoffie per ombre 1 palla /palloncino + 1 per ombra 1 metro +1 per ombra 1 flauto + 1 per ombra Materiale tecnico: 1 telo per proiezione ombra luci per teatro d’ombra luci di scena Scena1 Al centro del palco un tavolo pieno di scartoffie e una sedia messi di ¾ rispetto al pubblico. Sul lato destro una lampada a piantana. Sullo sfondo un telo bianco su cui è proiettata l’ombra di tutti gli oggetti in scena e dell’attore/ombra che segue i movimenti dell’attore in scena. Si accendono le luci l’attore è seduto al tavolo e lavora indaffarato, sul telo l’ombra dell’uomo segue i suoi movimenti. Dopo un po’ l’ombra smette di lavorare, si ferma e tira le braccia dietro la testa rilassandosi. L’attore si gira e la sorprende. Lei fa un sussulto sulla sedia e si rimette al lavoro. Lui si gira e continua a fare quello che faceva. Squilla il cellulare, l’attore risponde (esprimendosi attraverso borbottii incomprensibili, non a parole). L’ombra si mette a giocare con il telefonino. L’uomo la sorprende, attacca la telefonata e la rimprovera. Il gioco continua, l’ombra prova ad alzarsi e scappare, l’attore la tiene sottocchio. Risuona il cellulare, l’attore risponde e inizia una lunga telefonata. Preso dalla conversazione l’uomo si alza, spegne la luce ed esce di scena. Allo spegnersi delle luci, rimane illuminato solo il telo, l’ombra è finalmente libera. Scena2 Sul palco gli oggetti in scena 1. Sul telo solo l’ombra senza l’ombra degli oggetti di scena 1 2.1 Si riaccendono le luci, l’ombra è felice sullo sfondo. Fa le capriole, saltella è libera e contenta. Dopo un poco si rende conto che non c’è nessuno in giro e che non c’è niente da fare sola. Si siede annoiata. Entra in scena un bambino con un palloncino o una palla. La fa rimbalzare gioca. Compare l’ombra di una palla, l’ombra non riesce a prenderla. Non può afferrarla in quanto non ha corpo. Prova a calciarla e cade per terra. 2.2 Entra in scena un flautista, suona una canzone. Il bambino è sempre sul palco gioca e balla sulle note della canzone. L’ombra è estasiata, ma quando prova ad applaudire non fa rumore,le mani gli si incrociano. Prova a urlare a cantare ma non fa rumore. 2.3 Entra una donna. Il musicista e il bambino sono sempre in scena e continuano a compiere le rispettive azioni. Entra una donna, abbraccia il bambino, è sua madre, raccoglie da terra un metro e misura l’altezza del figlio. Sul telo compare ovviamente un metro l’ombra prova a misurarsi ma cambia continuamente di dimensioni (in relazione alla luce). Si fa prima molto piccola poi tanto grande da spaventare gli attori che scappano lasciando tutti gli oggetti in scena e l’ombra sola. Scena3 Sul palco gli oggetti in scena 1+ quelli in scena 2 abbandonati dagli attori (palla/palloncino/metro/flauto) sul telo solo l’ombra e gli oggetti della scena 2 L’ombra e sola ed affranta in un angolo del telo. Torna in scena l’attore ancora parlando al telefono. Si guarda intorno ed è confuso, Il suo ufficio è un disastro è pieno di oggetti che non sono suoi. Stacca la telefonata. L’ombra lo vede e scatta in piedi felicissima. Prova a chiamarlo lui non si accorge di lei continua a guardarsi intorno. Quando l’attore la nota lei tenta di abbracciarlo è felicissima. Lui la rimprovera per il disordine. Lei tenta di spiegare a gesti. I due si riappacificano. L’ombra chiede all’attore di raccogliere la palla. Lui lento si avvicina, la raccoglie e si gira spalle al pubblico. L’ombra può finalmente tenerla in mano. Poi gli chiede di misurare la sua altezza con il metro, ed infine di battere le mani. L’ombra esce lenta di scena e torna trascinando l’ombra della scrivania e della sedia a centro scena. Si siede. L’attore si volta, si siede e continua a lavorare. NOTE ALLA COMPAGNIA​
Suggerisco alle compagnie di prendere come punto di riferimento per la messa in scena la sinossi iniziale. La descrizione delle scene vuole essere uno dei modi possibili d’interpretazione della sinossi. In particolare per quanto riguarda le azioni compiute nella scena 2, le compagnie sono invitate a studiare nuovi e, volendo, più efficaci metodi di interazione tra ombra ed oggetti. Quello che deve trasparire è l’indissolubilità del legame tra ombra e corpo, il metodo e le scene con cui verrà trasmesso questo concetto sono a completa discrezione della compagnia.