Poesia per una nipotina Quando ci si incammina sul

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Poesia per una nipotina Quando ci si incammina sul
Archivio Sibari.info :: Poesia per una nipotina
Quando ci si incammina sul "viale del tramonto", per dirla in modo elegante; quando si invecchia,
insomma, avere una nipotina che gironzola attorno con i suoi occhietti vispi e che ti fa mille
domande e pone centomila perchè, sicuramente fa venire alla memoria tempi passati di giovanile
spensieratezza conditi da una dolce melanconia e dall'orgoglio di avere comunque qualcuno
che si ricorderà di noi e che magari ogni tanto ci nominerà quando non ci saremo più. L'amico
Michele ha interpretato alla sua maniera queste ssensazioni e ce le propone in versi attraverso la
poesia che potete leggere nella seconda parte. Nella foto sono ritratti il nostro Michele Miani e
l'amico "mastr" Franchino Vuoto negli anni '50, istantanea scattata durante la festa della
Madonna della Catena.
I grandi occhi di Chiara
Due pupille mobili
sfrecciano ruotando
sull’orizzonte.
Hanno velocità
una, due, tre, quattro volte
quella dei miei posati occhi.
Scrutano tutto
rubando immagini nuove
da immettere nella memoria.
Mi guardano i grandi occhi
palline colorate
che spiccano su viso
paffuto, rotondo
color dell’alba
con tanti, moltissimi perché.
Mille domande certe
che aspettano milioni
di risposte vere.
Si vede chiaro limpido il cristallino
come acqua di sorgente pura.
Occhi incantati di cucciolo curioso,
che non s’avvezza al nuovo,
sempre costantemente
in cerca di emozioni calde.
Chiara, il mio sguardo ti segue attento
gli occhi sono vigili
ai tuoi repentini movimenti.
Le pupille d’uomo maturo,
ora già nonno dai capelli innevati,
si posano su te non più veloci.
Ti guardo, vedo le moine tue,
i capricci, gli stizzosi strilli,
le lacrime che pressano
alla conquista di coccole,
carezze soffici che in altri tempi
dedicavo alla putta amore.
Sorrido compiacente allo sguardo tuo
quasi complice delle tue angherie.
Tu, irredente verso tutti, occhieggi
sicura di trovare cedevole amore,
quando apri i grandi oblò, finestre
sul mare infinito della vita.
Diverso era il mio fare con colei
che, mia figlia, ti ha portata in grembo,
aveva i mesi tuoi, e gli occhi uguali.
Celavo spesso l’aspetto del mio cuore
dietro cortine di se, ma,
falsi sguardi burberi
per stringerla ad ascoltare
i miei divieti, e preoccupazioni.
Oggi il sole lampeggiante,
che esce dall’orbita degli occhi tuoi,
mi scioglie come neve di primavera,
mi costringe privo di confini ad amare.
Chiara, così si chiamava mia madre,
quando conquistato avrai
il mondo che ti sta attorno,
scoprendo angoli, scorci di paesaggi
nascoste verità, conoscendo virtù
pene, gioe, ed il peso della vita,
non serrare gli occhi
altro, tante altre cose ancora
dovrai guardare.
Aprirai i tuoi grandi occhi
al di là dell’occaso,
guarderai oltre i confini delle stelle,
dove i limiti sono irreali,
sono linee inimmaginabili,
e la fantasia scorrerà libera
alla ricerca di favole, realtà avverate.
Tra queste troverai me, tuo nonno,
punto invisibile dell’infinito,
che ancora compiacente
sorriderà felice alle tue
nuove angherie di donna,
così come sorride adesso
a quelle di tua madre.
Michele Miani