La seconda galleria autostradale del San Gottardo - Nord-Sud
Transcript
La seconda galleria autostradale del San Gottardo - Nord-Sud
La seconda galleria autostradale del San Gottardo Lucerna Galleria esistente Secondo tunnel 70 m URI Erstfeld Cunicolo di sicurezza Amsteg GRIGIONI Corsia di marcia direzione sud 30 m Corsia di marcia direzione nord 30 m Corsia d’emergenza Corsia d’emergenza Cunicoli di collegamento esistenti Göschenen Nuovi cunicoli di collegamento ogni 250 metri 1980 Tunnel stradale AlpTransit 2016 Tunnel ferroviario 1880 Airolo Cunicolo tecnico Canali e centrali di ventilazione Monte Prosa 2737 m Bodio Blauberg Motto di Dentro Guspisbach TICINO Balzberg Biasca Hospental Airolo Portale sud Urserental Schöllenen 1146 m 1080 m Ticino 1960 1965 Le Camere federali decidono di costruire la galleria stradale Göschenen Portale nord 1970 1970 Avvio dei lavori di costruzione della galleria del San Gottardo Bellinzona Uri 1980 1980 Inaugurazione della galleria del San Gottardo 1994 L’Iniziativa delle Alpi viene approvata alle urne 1990 2004 Il controprogetto all’Iniziativa Avanti viene respinto alle urne 2000 2012 2014 Feb 2015 Il Consiglio Il Parlamento Riesce il federale opta per accoglie il progetto referendum un secondo tunnel senza aumento di capacità 2010 2020 Feb 2016 Votazione popolare 2020-2027 (ev.) Costruzione secondo tunnel, risanamento tunnel esistente 2030 2028-2030 (ev.) Risanamento tunnel esistente; alla fine, due tunnel in funzione FONTE: USTRA / INFOGRAFIA LAREGIONE Raddoppio ai raggi X Perché la galleria del San Gottardo va risanata? E perché bisogna chiuderla al traffico? Quanto è urgente intervenire? Da dove salta fuori l’idea del ‘raddoppio senza aumento di capacità’? Chi è a favore, chi contro? C’è un’alternativa? In una prima serie di domande e risposte, ‘laRegione’ illustra come e perché siamo arrivati alla votazione del prossimo 28 febbraio. di Stefano Guerra Risanamento della galleria esistente o secondo tubo: su cosa si vota il 28 febbraio? Sul secondo tubo: è questo l’oggetto della modifica di legge impugnata con successo dai referendisti. A dispetto della sua definizione (‘Risanamento della galleria autostradale del San Gottardo’), la modifica di legge non riguarda il risanamento del traforo attuale. Quest’ultimo andrà comunque risanato prima o poi, indipendentemente dall’esito della votazione. Ora si tratta esclusivamente di decidere se consentire o no la costruzione di una seconda canna, senza che la capacità della galleria possa essere aumentata: in altre parole, se vincerà il ‘sì’ a lavori ultimati in ciascuna canna potrà essere agibile una sola corsia di marcia; le restanti due (una nel traforo attuale, l’altra in quello di nuova costruzione) fungeranno da corsie d’emergenza. È indispensabile risanare il tunnel esistente? Sì. La galleria nei suoi 35 anni di vita è stata percorsa da più di 170 milioni di veicoli (2014: 17’354 al giorno, per un totale di 6’334’241, di cui 823’679 camion e 5’510’562 auto, furgoni, moto e bus). L’usura delle sue diverse componenti rende indispensabile un risanamento integrale: senza di esso, non sarà più possibile garantire la funzionalità del tunnel e, quindi, la sicurezza. Quali sono i lavori da eseguire? Da un lato, interventi di ammodernamento strutturale: sostituzione della soletta intermedia, sostituzione dello strato d’usura della pavimentazione, allargamento del cunicolo di sicurezza per la posa di tutti i cavi. Dall’altro, adeguamenti a norme e direttive (ritenuti in parte superflui dai contrari al raddoppio): innalzamento della soletta intermedia da 4,5 a 4,8 metri, miglioramento del sistema di ventilazione e del- l’impianto di drenaggio delle acque, aumento della pendenza trasversale della carreggiata, allargamento delle banchine (i bordi rialzati sui due lati della carreggiata) a un metro, installazione di ulteriori idranti, realizzazione di ulteriori nicchie di sosta. Si dovrà per forza chiudere il tunnel? Sì. Questi lavori richiedono la chiusura totale del tunnel per un periodo prolungato. Non possono essere eseguiti chiudendo la galleria unicamente di notte, come avvenuto sin qui per gli interventi di manutenzione ordinari. Durante il periodo necessario al risanamento (3 anni circa), la galleria verrebbe perciò sbarrata al traffico. È appunto per scongiurare una lunga interruzione del principale collegamento stradale tra Nord e Sud delle Alpi che il Consiglio federale ha optato per un secondo tubo e il risanamento di quello attuale. È urgente risanare la galleria? No. Fino a pochi mesi fa, sulla scorta di valutazioni risalenti al 2010, l’Ufficio federale delle strade (Ustra) sosteneva che la soletta intermedia avrebbe dovuto essere sostituita già prima del 2025 e che la galleria avrebbe dovuto essere chiusa al traffico durante 140 giorni (con conseguente parziale isolamento del Ticino e spostamento del traffico verso i valichi alpini) per eseguire lavori urgenti che consentissero di prolungarne l’esercizio fino all’inizio del risanamento vero e proprio (previsto attorno al 2027, ovvero quando verrebbe messa in esercizio la seconda canna). Recenti analisi effettuate per conto dell’Ustra dalla Ernst Basler+Partner hanno però evidenziato come lo stato del traforo sia migliore di quanto si pensasse, in particolare per quanto riguarda la tenuta della soletta intermedia. Pertanto, l’Ustra oggi ritiene che i previsti lavori urgenti di manutenzione potranno essere completati nel corso delle chiusure notturne ordinarie della galleria. Con questi interventi la galleria potrà continuare a funzionare in condizioni di sicurezza fino al 2035 – quindi ben oltre la data indicata sin qui (2020-2025) – senza che si debba ricorrere a una chiusura totale. Il secondo tubo: dove? quando? A 70 metri a est del tunnel esistente, del quale avrebbe la stessa lunghezza (16,9 km). Il cunicolo di sicurezza correrebbe fra le due canne parallele. Ogni 250 metri vi sarebbe un cunicolo di collegamento. I lavori dovrebbero cominciare attorno al 2020 e durare circa sette anni. Una volta terminati, il traforo esistente verrebbe chiuso e risanato, il traffico deviato nella nuova canna. Qui scorrerebbe in entrambe le direzioni per qualche anno, fino alla conclusione del risanamento del traforo attuale (2030 al più presto). Quando è nata l’idea del ‘raddoppio senza aumento di capacità’? Nel marzo del 2004. Nemmeno un mese dopo la bocciatura alle urne del controprogetto all’iniziativa popolare Avanti (prevedeva un raddoppio tout court della galleria autostradale del Gottardo), l’allora consigliere nazionale Fabio Abate chiedeva al Consiglio federale se, in nome della sicurezza, sarebbe stato ipotizzabile un raddoppio a corsia unica del tunnel. Il Consiglio federale è sempre stato a favore di questa soluzione? No. La scelta è stata fatta alla fine di giugno del 2012, su impulso della ministra dei Trasporti Doris Leuthard. Fintanto che alla testa del Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti e delle comunicazioni (Datec) c’era Moritz Leuenberger (Ps), il Consiglio federale era contrario. Nel dicembre 2008, rispondendo ancora a Fabio Abate, il governo scriveva che “non si prevede nemmeno di realizzare una seconda canna a corsia semplice (...). Questa soluzione migliorerebbe la sicurezza (...), ma questo vantaggio sarebbe connesso a ingenti costi di investimento”. Inoltre, “in caso di colonne al Gottardo sarebbe necessario aprire velocemente al traffico entrambe le corsie della canna già esistente. Il nuovo regime sarebbe sottoposto a una forte pressione politica sia dall’estero che a livello nazionale”. Chi vuole il raddoppio? Consiglio federale, una maggioranza di centrodestra del parlamento (Udc, Plr, Pbd e buona parte del Ppd), le principali organizzazioni dell’economia e dei settori stradale e degli autotrasporti. In Ticino (dove si è pure costituito un comitato di sinistra per il ‘sì’) il Consiglio di Stato, la maggioranza del Gran Consiglio, le organizzazioni economiche e del settore turistico. Chi è contrario? Ps, Verdi, Verdi liberali, Pev (evangelici) e Pcs (centro-sinistra). Fanno parte dell’associazione ‘No al raddoppio del Gottardo’, assieme a una quarantina di organizzazioni ambientaliste nazionali (tra cui l’Iniziativa delle Alpi), regionali e locali, al sindacato Sev, alla Pro Bahn, Medici per l’ambiente e Associazione consumatrici e con- sumatori della Svizzera italiana (Acsi). Si è costituito inoltre un comitato borghese contro il raddoppio: vi siedono esponenti di spicco del Ppd (il ‘senatore’ lucernese Konrad Graber, tra gli altri) e il ‘senatore’ sciaffusano Thomas Minder (indipendente/Udc). Fra i ticinesi, vi hanno aderito i sindaci di Mendrisio Carlo Croci (Ppd) e di Chiasso Moreno Colombo (Plr). I ticinesi vogliono il raddoppio? Non si sa. Gli unici dati certi sono quelli delle votazioni popolari del 1994 (Iniziativa delle Alpi) e del 2004 (controprogetto all’iniziativa Avanti). Ventun anni fa i ticinesi dissero chiaramente ‘sì’ (63,8%) al trasferimento del traffico merci in transito dalla strada alla rotaia, sostenendo il principio secondo cui la capacità delle strade di transito nella regione alpina non può essere aumentata. Dieci anni dopo, respinsero anche il controprogetto all’iniziativa Avanti. E gli urani? La maggioranza borghese (Ppd, Plr e Udc) in parlamento è favorevole al raddoppio, il governo contrario. Gli urani si sono espressi più volte contro il raddoppio del tunnel autostradale del San Gottardo: indirettamente nel 1994 (Iniziativa delle Alpi); direttamente nel 2004 (controprogetto all’iniziativa Avanti); infine nel 2011, respingendo un’iniziativa popolare dei giovani Udc simile a quella su cui si vota il 28 febbraio. C’è un’alternativa? Sì: un servizio di treni navetta per automobili e autocarri, che garantirebbe il transito di persone e merci durante il periodo necessario per risanare la galleria. Il piano B (fino all’estate 2012 era il piano A del Consiglio federale) verrà attuato se il 28 febbraio prevarrà il ‘no’. La galleria resterebbe chiusa al traffico per un totale di 980 giorni sull’arco di 3 anni e mezzo (verrebbe aperta solo 8 settimane in estate). Auto, furgoni, moto e bus verrebbero caricati sul treno ad Airolo e Göschenen e transiterebbero nella vecchia galleria ferroviaria, come avveniva prima dell’apertura del tunnel autostradale (1980).I camion transiterebbero invece nella nuova galleria ferroviaria di base del San Gottardo tra Erstfeld e Biasca (autostrada viaggiante ‘RoLa’ breve). I contrari al raddoppio e il governo urano vorrebbero anche una ‘RoLa’ lunga tra Basilea e Chiasso per i camion in transito fra Italia e Germania. Il Datec ha scartato questa opzione, ritenuta troppo poco attrattiva per gli autotrasportatori. 1. segue