Fine con fine

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Fine con fine
Passi Erratici 2016 - Fine con fine
Fine con fine, il titolo dell'edizione di quest'anno di Passi Erratici, nasce da un gioco molto semplice.
Ripetere una parola in continuazione fino a che non diventa qualcos'altro.
Fine con fine indica il sottile equilibrio su cui si basano le linee di demarcazione. È la loro totale scomparsa
o, al contrario, è l'impossibilità di andare oltre o tornare indietro.
Fine con fine sono i limiti definiti dalla geologia e dalla natura. Molto più spesso sono quelli creati dall'uomo
secondo le proprie necessità di sopravvivenza, rifugio, mobilità, profitto, politica, avventura e svago.
L'ambiente alpino è per antonomasia la terra di confine. Così, per il terzo anno consecutivo, abbiamo
percorso le montagne alla ricerca degli elementi che definiscono questi confini. Siamo e abbiamo, sono
declinazioni plurali che includono me, che scrivo questo testo e che sono il curatore del progetto, Claudia
Polizzi, la designer di questo catalogo, e gli artisti che trovate in mostra alla Fondazione Merz e di cui
leggerete più avanti: Sara Benaglia, Andrea Dojimi, Valerio Nicolai e Tuta (Patrizio Anastasi e Alice Lotti). 'Percorrere le montagne' significa, invece, che quest'anno la residenza alpina non ha avuto una meta
sola (nel 2014 era stato il Monviso, nel 2015 il Cervino), ma si è composta di una serie di tappe (percorse
a piedi e in macchina) che hanno attraversato le valli Germanasca, Chisone, Susa, Aosta e Ferret. Qui
abbiamo visitato miniere, forti, villaggi in riscoperta, strutture abbandonate, ghiacciai, foreste, parchi naturali
e archeologici, luoghi a cavallo tra passato e presente, visibile e invisibile, utilità e inutilità, divertimento e
rischio, simbolo della lotta, o del legame, dell’uomo con le montagne.
Durante il viaggio siamo stati accompagnati da Luca Genre, direttore dell'Ecomuseo delle Miniere e della
Valle Germanasca, Maurizio Pagliassotti, giornalista e scrittore, Pier Mattiel, Guida Alpina, Glorianda Cipolla,
ex sciatrice della nazionale italiana, ora delegata del Fai per la Valle d'Aosta e fondatrice dell'associazione
Art Mont Blanc e Gianfranzo Zidda, archeologo della Soprintendenza ai beni culturali di Aosta. A questa lista di nomi vanno aggiunti Roba da Local (Mauro Giordani) e Philippe Fragnière, che non hanno
fatto parte della residenza, ma che partecipano all'esposizione con due lavori selezionati per la pertinenza ai
temi trattati da Fine con fine. Infine una nota sul catalogo che verrà pubblicato e distribuito gratuitamente durante la mostra. Come per le
scorse edizioni, anche il volume di Passi Erratici 2016 è pensato anche per essere una guida. Non solo
servirà per conoscere gli artisti esposti e proporre visioni e stimoli, ma anche per raccontare, come fanno le
guide, alcuni posti speciali. La descrizione dei luoghi sarà sia testuale che visiva con un carnet de voyage in
cui tuta (Alice Lotti e Patrizio Anastasi) ha illustrano liberamente le tappe della residenza che si è svolta dal
3 al 7 giugno scorsi. Speriamo in questo modo gli spettatori della mostra e i lettori del catalogo ad andare a
vedere con i propri occhi i luoghi descritti e a trarre le proprie conclusioni. Lo scopo del progetto, infatti,
non è mai stato fornire risposte, ma spingere a riflettere in maniera indipendente. Questo perché la
montagna è un punto di osservazione privilegiato sul mondo che ci circonda e può offrire a tutti preziosi
spunti e punti di vista.
Stefano Riba
curatore Passi Erratici
Stefano Riba nasce nel 1981 a Cuneo e cresce a Verzuolo. Nel 2001 si trasferisce a Torino dove per caso incontra
l'arte contemporanea. L'anno successivo trascorre un periodo di stage di otto mesi alla Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo, da questo momento cominciano dieci anni di gavetta trascorsi tra la Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo, il Museum Ludwig di Colonia, la Fondazione Merz e la galleria Giorgio Persano di Torino. Nel frattempo
collabora con Attitudine Forma, cooperativa per l'allestimento museale, e come freelance con le testate Flash Art,
Exibart, Il Manifesto, Alias e Artribune. Nel 2012 fonda lo spazio espositivo VAN DER. Dal 2014 è il curatore della
mostra Passi erratici mentre dallo inizio 2015 cura, con Giorgia Mannavola, la serie di incontri sul libro fotografico
Secondo. Attualmente collabora con Museion, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano e con la casa
editrice Rorhof.