ImprovvisaMente Attraverso il corpo ricerca e spettacolo sul corpo

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ImprovvisaMente Attraverso il corpo ricerca e spettacolo sul corpo
ImprovvisaMente
Attraverso il corpo
ricerca e spettacolo sul corpo contemporaneo
Danza · Teatro · Video · Conferenza
Cagliari, Facoltà di Lettere e Filosofia · Teatro T Off
11 > 12 dicembre 2010
Il tema che ispira il progetto è IL CORPO, più specificamente il corpo femminile
con le sue molteplici manifestazioni e rappresentazioni nella società, nei media, nella
politica e nell’arte. Attraverso la prospettiva della danza e del teatro, dell’analisi
antropologica e sociologica, con l’esperienza della pratica politica e infine con il
documentario IL CORPO DELLE DONNE, si intende ragionare su una questione ancora
centrale nel dibattito pubblico contemporaneo in Italia e nel mondo: il ruolo del corpo
nell’elaborazione e nell’affermazione dell’identità femminile pubblica e privata.
Chi propone il tema lo affronta dalla prospettiva dell’arte, nello specifico da
quella della danza che è il linguaggio del corpo per eccellenza. Il corpo della danza
contemporanea è un corpo che raccoglie simboli e incorpora metafore, che incamera
le trasformazioni sociali e culturali in atto in un contesto e le esprime in una
dimensione performativa e poetica. La danza contemporanea di ricerca che si realizza
nella creazione coreografica si occupa del mondo di oggi, ne accoglie i segnali, i
richiami, le urla per poi trasformarle e rielaborarle spesso in una denuncia che ancora
cerca una catarsi e un cambiamento con un atto creativo.
La danza è l’arte che celebra l’unità di corpo e mente, è espressione profonda
del sé nel mondo, esprime l’indissolubile unione di spirito e carne, e in quanto tale è
profondamente sovversiva perché mette in contatto con se stessi in modo
inequivocabile e sviluppa la percezione del potere del corpo e del movimento.
A partire da questa idea di unità di corpo e mente, espressione della persona nella sua
integrità, si intende sviluppare la riflessione su come si è affermato in modo ormai
dominante nella società contemporanea italiana, un modello femminile basato sulla
rappresentatività, improntato sull’apparenza fisica e sulla proposta di una donna che
prima di tutto si propone per il suo corpo. E’ sempre più frequente assistere nei
dibattiti televisivi alla rivendicazione da parte delle donne stesse dell’uso del proprio
corpo come un mezzo per il raggiungimento di un fine, la via più breve per ottenere
un lavoro un avanzamento di carriera. Ed è davanti a queste affermazioni che
assistiamo ad un processo di separazione fra corpo e anima, in cui la domanda
principale è: cosa è accaduto perché tante donne con tanta disinvoltura sentano il
proprio corpo come un abito da indossare o riparare grazie alla chirurgia estetica e poi
togliere per tornare ad essere le vere se stesse?
In questa logica ci è necessario riflettere su come il corpo femminile viene
proposto nella società contemporanea, ci è necessario ricordare che un corpo di donna
è bello perché appartiene ad una persona viva, anche se non è magra, anche se ha
superato i quarant’anni e che la bellezza è qualcosa di più articolato che un corpo
scolpito e senza rughe, qualcosa che ha che fare non solo con l’involucro, ma che
riguarda l’intero.
La danza all’interno di queste considerazioni sull’alienazione del corpo diventa
quindi una delle strade possibili per attuare una riconnessione possibile fra corpo e
spirito. La coreografia può rappresentare un passaggio per una rielaborazione critica
della scrittura del corpo, in quanto basata su un’eterogeneità di possibilità di
movimento non lineari inserite in una pratica significante, discorsiva.
Carla Onni