1/11/03 gorakhpur - india

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06/05/04 LAGUNA COLORADA
Alla fine il bucato si è a metà tra asciugato e congelato, cmq fatti gli zaini siamo partiti per il
tour di 3 gg del Salar de Uyuni, in compagnia di un inglese e 2 krukki in pensione con cui cerco
di parlare tedesco e che continuano a chiamarmi Esmeralda. In pullmino fino alla frontiera,
colazione all’aperto a base di tè, caffè (niente matè de coca per ora), pane e dulce de leche e
poi via in jeep con una guida super-allegra e che parla molto bene inglese, Iber, e con moglie
al seguito. Le tappe del giorno: Laguna Blanca, Laguna Verde, Hot Springs, Geyser Sol de
Mañana, con pozze di fango ribollenti e Laguna Colorada, tutti con colori incredibili visto che ci
sono un sacco di minerali, borace zolfo arsenico…che colorano l’acqua e le montagne di mille
sfumature. E tutt’intorno deserto e montagne rossicce, ciuffi d’erba sparsi e cielo blu senza una
nuvola…ah e rispettando tutte le regole dell’acclimatazione siamo saliti dai 2400 metri di San
Pedro ai 5000 di non so dove, e stanotte dormiamo a 4200…vedremo come va, per ora a parte
il freddo (pare che vada a -20 o qlcs del genere) siamo tutti abb in forma, e abbiamo visto uno
spettacolare tramonto a 360° con tutte le sfumature dall’azzurro al rosa al lilla, e una strana
fascia azzurra che saliva sotto il rosa…adesso andiamo a vedere se è spuntata la luna e poi
vediamo che passa Pamela Tours per cena dopo un pranzo very healthy a base di so-called
insalata russa e banana.
07/05 SALAR DE UYUNI
Notte abb fredda (però con felpa pantaloni di pile 2 calze e 4 coperte non si stava malissimo) e
dormito poco tra freddo altitudine (4300 metri) e krukko russante. Iniziamo la giornata con
un’avventura visto che a un certo punto è finita la benzina e anche dopo averne aggiunta altra
(non funzionava la spia della riserva) la jeep non partiva quindi ci siamo messi prima a
spingere e poi ad attaccarci coi cavi a un’altra jeep…proseguiamo senza ulteriori avventure tra
strane rocce, montagne e laghi colorati e fenicotteri finchè o il freddo o il lama mangiato a
pranzo mi fanno entrare in mezzo coma…mal di testa e nausea, pensavo fosse mal d’altitudine
ma dopo aver vomitato è passato tutto quindi credo sia qlcs che ho mangiato e il freddo…lascio
gli altri a un gruppo di bambini che suonano, io collasso nel letto dell’hotel di sale e mi risveglio
di nuovo in forma.
08/05 POTOSI
Ultimo giorno del tour, mi sono risvegliata in forma quindi la diagnosi è che mi hanno fatto
male o il freddo, il lama, o la clorochina…anyway, si parte in jeep lungo il Salar de Uyuni, di un
bianco abbagliante da sembrare neve a perdita d’occhio, con sosta strategica prima in un altro
hotel di sale e poi all’Isla de Pescados, con un mini-villaggetto e 3000 cactus nel mezzo del
Salar.
Dopo la sosta-pranzo in un villaggio altrettanto sperduto (ma con tanto di stazione!) siamo
arrivati a Uyuni e siamo andati a vedere il cimitero dei treni, abb distrutti e rugginosi in effetti.
Siamo riusciti credo a non prenderci il tetano e dopo Internet e cena super-rapida un pullman
abb purkeria (si ricomincia coi bagagli sul tetto…) ma soprattutto freddissimo ci ha portati a
Potosì, arrivati alla comoda ora dell’1 di notte siamo andati in cerca di un posto dove dormire,
poco perché domani tanto per cambiare ci aspetta una levataccia per andare alla miniera.
09/05 SUCRE
Come sempre la ricerca di qualsiasi cosa da mangiare prima delle 10 di mattina si rivela
abbastanza problematica, visto che in questi posti a 4000 metri apre tutto tardi e chiude molto
presto…cmq con tè, pane e cioccolato recuperati al mercato ce l’abbiamo fatta e poi siamo
andati a fare il tour della miniera con un gruppo di liceali inglesi in tour organizzato. Si parte
con tappa per munirci di stivali, giacca e pantaloni grigi stile carcere, e caschetto giallo con pila
da piccolo minatore, e poi sosta al mercato dove per 25 kazzilli abbiamo recuperato un
candelotto di dinamite con miccia e un sacchetto di nitrato di ammonio in palline per
amplificare l’esplosione, una bibita gigante e un sacchetto di foglie di coca (tutto perfettamente
legale) che non mi hanno per niente placato la fame (e quando mai!) ma al max addormentato
un po’ la gengiva. Poi siamo andati a vedere l’impianto dove con chimica da terzo mondo
prima rompono e tritano le rocce e poi separano i minerali con vari agenti chimici (più che altro
argento, piombo e stagno) e poi nella miniera, dove abbiamo provato la strana sensazione di
essere sottoterra a 4000 metri di altezza. Abbiamo visto il famoso diavolo a cui i minatori
fanno offerte (tipo alcol a 96°) e che in qualche strano modo fuma sigarette, e poi ci siamo
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addentrati nei cunicoli, strisciando per terra e scendendo su scale pericolanti con un’aria calda
e densa di odori strani (arsenico e amianto a quanto pare, tutta salute). Essendo domenica
c’erano solo un paio di minatori al lavoro, ma abb per capire che aria tira da qs parti…Iniziano
a lavorare a 13 anni, la vita media è 35-40, e per chi invece di fare tutto a mano usa dei
trapani che alzano un mucchio di polvere tutto finisce un paio d’anni dopo aver iniziato a
trapanare…e tutto qs per 600 bolivianos al mese, più o meno 60 dollari…beh, credo che ci
penserò due volte prima di lamentarmi del mio lavoro, qualunque esso sia. Usciti dalla miniera
e recuperato Ivan che era uscito prima causa sensazione di claustrofobia, abbiamo provato
l’ebbrezza di far esplodere la nostra dinamite, e 7 ore dopo l’inizio del tour (quello che si dice
value for money!) siamo andati a mangiare e poi a prendere il bus per Sucre, solito buspurkeria con mini-sedili e bagagli sul tetto, ma almeno non era gelido come l’altra volta e poi
erano solo 3 ore…e ora abbiamo trovato un posto veramente figo dove dormire, mi costa dirlo
ma è la YHA, con salone stuccato, terrazza con dondolo, giardino e finalmente stanza e bagno
superpuliti e con doccia calda!
10/05 SUCRE
Mega-colazione nel salone stuccato dell’ostello, e poi finalmente iniziamo una giornata a orari
boliviani…molto carina Sucre, quasi quasi non sembra neanche di stare in Bolivia, prima di
tutto perché fa caldo (del resto siamo solo a 2600 metri o qlcs del genere), e poi perché il
centro è tutto palazzi e chiese coloniali di un bel bianco appena verniciato…Giro per il centro e
per un po’ di chiese varie, salita fino a un monastero da cui si vedeva la città, negozietti vari di
artigianato di cui penso farò la spesa a La Paz approfittando del ritorno in Italy di Ivan (i CD
pirata invece mi servono per il resto del viaggio), mercato dove abbiamo tentato la sorte con
un fruitshake e poi aiutato a fare i compiti un bambino in cerca di superficie e abitanti della
Bolivia (LP docet), e ora siamo in partenza per La Paz con la versione boliviana del bus
cama…nulla da eccepire sulla comodità, spero solo che non faccia freddo sennò 14 ore non ci
passano più!
N.B. Oggi ho comprato la sveglia numero 4! La prima si è rotta, la seconda è finita in lavatrice
dentro l’asciugamano, la terza si è sfracellata al suolo srotolando lo stesso asciugamano…
durerà la quarta fino a fine viaggio?
11/05 LA PAZ
Non solo faceva freddo, ma si è pure rotto il pullman, credo il mozzo di una ruota o qlcs del
genere, cmq alla fine all’alba delle 8 di mattina siamo riusciti ad arrivare in una La Paz
incasinatissima di taxi e bus anni ’30 colorati, decorati con adesivi e varie purkerie metalliche e
i tipi fuori dal finestrino che urlano tariffe e destinazioni. Posto veramente strano, non dà la
sensazione di essere a 3600 metri di altezza, anche se è tutta in collina e ad andare in salita si
fa parecchia fatica, e sembra molto più grande degli 1.5 milioni di abitanti che dice la Lonely.
Qualche giro per vie incasinatissime di traffico e bancarelle (mi sembra la versione
sudamericana di Delhi, giusto con un’aria un po’ più respirabile) in cerca di un posto decente
dove dormire, mega-doccia e American breakfast stra-meritati, e poi in giro per la città tra
chiese, palazzi, vie dall’aria molto decadente e piene di bancarelle che vendono di tutto, poi il
curioso museo della coca e pranzo in un carinissimo caffè-antiquario in un cortile appartato e
con la musica dei Beatles in sottofondo.
Avevamo portato delle foto a sviluppare e hanno fatto un casino, ne mancano un macello e in
più le mie sono chiarissime e le sue scurissime, shit happens immagino, ho portato le altre a
ristampare in un altro posto e spero in bene per quelle del Salar de Uyuni che ho ancora nella
macchina, peccato però :(
Adesso abbiamo una manifestazione giusto fuori dalla finestra con un tipo che urla al
megafono fuerza compañeros, e poi andiamo in cerca di qlcs per cena e di qualche drink per
consolarci della disavventura con le foto…
// Alla fine la cena è stata saltata (ma che strano!), sostituita con popcorn comprati per strada,
sundae di Burger King (qui Mc non c’è, peccato per il McColosso cileno, mega cono con fragole
e sciroppo di cioccolato) e mojito boliviano in un pub, fatto con una specie di pisco locale e
invece delle foglie di menta quelle di coca!
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12/05 LA PAZ
Inizio molto easy con sveglia alle 10 (finalmente!) e altro mega-American breakfast…e poi
inizia una lunga giornata di compere in giro per la città, da cui sono uscita con le seguenti
cose: sciarpa di alpaca pr il fRatello (in questo periodo gli servirà un casino!), scatola di
terracotta dipinta per la mamma, omini carinissimi di terracotta per il papà, CD pirata dei
Coldplay per me, CD metal sudamericano come richiesto da Simonacci, maglietta del Che per
Marco, e occhiali da sole-purkeria per me che domani devo pedalare down the world’s most
dangerous road. Ivan ha fatto il pieno di omini magliette maglioni e coperte, gli ho rifilato i
miei regali da portare a casa insieme alle foto (quelle che mancavano e che ho fatto ristampare
sono belle, c’è ancora speranza!) e alla collezione di monetine…e di nuovo ho posto nello zaino,
belle cose, vediamo quanto dura! Cena in un posto popolato esclusivamente da israeliani (e
commento di Ivan: in questo posto potrei essere l’unico non circonciso), un altro drink al Sol Y
Luna e dopo impacchettamenti vari ora andiamo a nanna, io a prepararmi per la pedalata di
domani, lui per due giorni in giro per aeroporti per tornare a casa…
Sono state due belle settimane con Ivan e come sempre sono volate, da domani sono di nuovo
da sola…grazie per queste due settimane, e al prox viaggio insieme!
13/05 COROICO
La famosa bike ride “down the world’s most dangerous road”, dai 4910 m di La Cumbre ai
1120 di Yolosa…ho le braccia distrutte dai salti e le mani dal frenare, però che figo!
Ho salutato Ivan e sono andata davanti all’agenzia, dove ho trovato 2 australiani, 1
neozelandese, 1 americano e 1 tedesco. Ci hanno muniti di giubbotto colorato, casco, guanti,
bici e istruzioni sui segnali che fa la guida, e poi salita in bus fino a La Cumbre, colazione a
base di pancakes e api (un succo di mais, chiodi di garofano e cannella) e poi si parte, 63 km
divisi in 3 parti: number 1, asfalto, e fin qui nessun problema, giusto un po’ di vento gelido e
una malefica salita di 8 km a 4000 m, stavo morendo! Number 2, la parte pericolosa…very
scary, a quanto pare qs mese se ne sono già persi 39 e per essere il 13 non è male, 3 al
giorno! Per l’occasione, in qs pezzo (10 km) si guida dall’altro lato della strada, ovvero le
macchine che salgono stanno vicino alla montagna, e gli sfigati che scendono vicino al burrone
(in alcuni casi più di 300 metri di volo!)…perché sia più sicuro far stare chi scende vicino al
burrone, I don’t know. La strada ovviamente è sterrata e molto stretta, con tornanti improvvisi
e senza guardrail…e piena di pullman e camion pieni di campesinos nel cassone sopra il carico,
che forse si chiedono perché tutti ‘sti gringos paghino l’equivalente più o meno di un salario
mensile boliviano per pedalare giù per una strada sterrata (forse per la maglietta?). Splendido
il panorama sulla cordillera dello Yungas, un sacco di vegetazione e il tempo che per la prima
volta inizia a diventare caldo…alla fine i 10 km pericolosi li abbiamo sopravvissuti tutti (tranne
la mia bici visto che a un certo punto si è spezzata la catena in 2, per fortuna ne avevano una
di riserva), compresa una delle guide che andava davanti a tutti e comunicava via radio agli
altri se arrivavano macchine, così ci potevamo spostare dal lato destro della strada (quello
contromano ma vicino alla montagna) a quello sinistro per fermarci e far passare.
Finito qs pezzo, colazione numero 2 a base di chocolate bar, torrone, Ritz, banana e succo di
frutta e poi veniamo muniti di mascherine per affrontare l’ultimo pezzo, polverosissimo (meno
male che ieri ho comprato gli occhiali da sole)…finchè non ci rimettono tutti sul pullmino per
salire a Coroico, in un hotel dove abbiamo fatto una doccia molto apprezzata e pranzo, poi gli
altri sono tornati a La Paz e io invece sono in un ostello veramente bello di cui sono l’unica
ospite, ha una veranda con le sdraio, una stanza tripla tutta per me molto bella e con due lati
finestrati, e un sacco di altre cose come un giardino enorme, amache e piscina che però sono
troppo distrutta per andare a vedere…il piano per oggi è leggere la LP per decidere che fare la
prox settimana (a Rurrenabaque in 15 ore di bus purkeria non credo proprio di andarci, magari
cerco un volo da La Paz oppure mi cerco la giungla in Perù) e poi una mega dormita nel
silenzio delle Yungas anziché nel casino di La Paz!
E per gli amanti delle coincidenze: 10/04 si rompe il pullman El Calafate-El Chalten, 10/05 si
rompe il pullman Sucre-La Paz; 13/03 discesa di 17 km in bici a Milford Sound, 13/05 discesa
di 63 km in bici down the world’s most dangerous road :)
14/05 LA PAZ
Mi addormento con la pioggia e mi risveglio sempre con la pioggia – ma il sole di ieri con la
gente svaccata in piscina?? Anyway, ho telefonato all’agenzia per sapere se possono riportarmi
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indietro oggi col pullmino ma non si sa (1) the world’s most dangerous bagnata e infangata su
un pullman boliviano magari anche no 2) non so se andrò a Rurre ma cmq ho solo 400 kazzilli
e né qui né a Rurre ci sono ATM quindi devo tornare per forza a La Paz), un giro su Internet
(via satellite!), risalita all’ostello per una strada col nome molto appropriato di calvario, e ora
mi faccio un giro nel covo di qs hippy tedesca a vedere un po’ di boschetto e panorami, vedo
cosa mi prepara per pranzo la signora Maria e poi fingers crossed per il ritorno!
// Beh, la maglietta “the world’s most dangerous road” avrebbero dovuto darmela al
ritorno…Dio che paura, qs fa coppia con il bus di Monte Abu in India come terrore…
praticamente, sono andata all’hotel Esmeralda ad aspettare che arrivassero i tipi dell’agenzia,
che però oggi avevano due furgoni, e quindi il primo gruppo è arrivato alle 2.30 (noi ieri
all’1.30), ma il secondo, tanti begli israeliani, alle 4.30 e ovviamente dovevano ancora farsi la
doccia, mangiare ecc. Nessun problema aspettare, ho chiacchierato con i tipi del 1° gruppo e
ho ribeccato gli inglesi in gap year il cui capogruppo mi ha offerto un passaggio su un bus che
hanno affittato per Rurrenabaque, ma ho deciso di volare e sono ancora convinta dopo quello
che è successo dopo, cmq molto gentile :)
Anyway, all’alba delle 6, quando gli israeliani avevano finito con molto comodo il loro
banchetto, si parte, e Luis ci dà la buona notizia che dato che sta diventando buio faremo non
la death road ma quella nuova, che è stata terribile ma credo che se avessimo fatto la death
road a quest’ora sarei in fondo a un burrone…La strada era in costruzione, piena di curve e non
asfaltata, pioveva e c’era una nebbia incredibile fino alla cima, non si vedeva veramente niente
e tutti avevamo in silenzio il terrore che il tipo mancasse una curva, per fortuna ho trovato un
australiano con cui chiacchierare per non pensarci troppo ma è stato veramente atroce…
Arrivati a La Cumbre è finita la nebbia (dopo “solo” 2 ore in cui non si vedeva un c…) e
abbiamo iniziato la discesa verso La Paz con le luci che si vedevano in lontananza, arrivando
alle 9. In un’ora sono riuscita a trovare un posto carino per dormire, prenotare un tour per
Tiwanaku domani, chiedere i prezzi dei voli per Rurre (70 euro, ottimo, spero ci sia posto) e
ora sono a cena in un ristorante libanese dopo aver riprovato la fortuna al 100% Natural che
dimostrandosi (poco) gentile come l’altra volta mi ha detto che stavano per chiudere. Ora vado
in cerca di Internet e poi basta emozioni per oggi!
15/05 LA PAZ
Giornata in giro per le rovine di Tiwanaku, con una guida che ci ha spiegato ogni minimo
dettaglio (anche troppo) e con un gruppo di gente variegata, backpackers simpatiche e un
signore spagnolo pallosissimo (“questo è il mio 70° paese”…sì bravo, adesso stai zitto).
Abbastanza belle le rovine, ma ho preso troppo sole e fatto un pranzo abbastanza purkeria per
cui sono più o meno fuori uso. Sono le 8 e sto andando a nanna. Ho deciso di lasciar perdere la
giungla e di andare direttamente al Lago Titicaca – alla fine tra Malesia e dintorni ho fatto il
pieno di rainforest e non mi sento così esperta da poter apprezzare la differenza tra una
rainforest e l’altra – un giorno andrò in Brasile e mi vedrò il Pantanal. L’altra opzione era
Sorata ma la tipa dell’agenzia me l’ha sconsigliata causa roadblocks. Sono stanchissima e forse
non nella forma migliore per fare programmi, spero di risvegliarmi più in forma domani
mattina.
16/05 LA PAZ
Beh, non male, alla fine ho passato la bellezza di 4 ore a sboccare, e una notte senza dormire
in cui il tempo sembrava non passare più. Sono scesa al mattino in versione cadavere giusto
per chidere di spostare il bus a domani, e poi sono tornata a collassare nel letto fino all’1, sono
andata a fare un lauto pranzo nonché unico pasto della giornata (macedonia + tè) e poi su
Internet a cercare senza riuscirci di fare il cv in inglese – ci riproverò a Cuzco. E poi di nuovo a
collassare nel letto, uffa certo che quando si è malati ci vorrebbe proprio la mamma e
soprattutto ogni volta mi viene il dubbio di essermi presa malaria e dintorni. Chissà cos’è che
continua a farmi star male, se il cibo, l’altitudine, l’accoppiata freddo/sole, la clorochina. Cmq
spero di stare bene per qs mese più o meno che mi rimane, credo che come tempo sia
abbastanza giusto anche perché inizio a dire cose tipo questo non lo faccio perché ho già fatto
una cosa simile in qs altro posto…insomma, mi sento abb sulla via di casa, penso alle cose da
fare quando tornerò e devo dire che va bene così, anche se probabilmente il ritorno sarà un
momento altrettanto strano quanto la partenza.
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17/05 COPACABANA
Ed ecco un’altra dimostrazione di quando il viaggio diventa un po’ meno entusiasmante, the
wow factor is almost lost e poi…sorpresa! Mi sveglio un po’ più in forma anche se ancora
abbastanza fiacca e con non molto appetito (menù del giorno: tè con pane e marmellata, trota,
macedonia), e salgo sul gringo-bus per Copacabana – il mescolarmi con la vita locale lo lascio
per la prossima volta. Saluti a La Paz, strano posto che non ho capito se mi piace o no, saluti
agli autisti di micro che urlano i percorsi dal finestrino, le donne indio con treccione bombetta
gonnellone e fagotti colorati a spalle che vendono di tutto ai lati della strada (compresi i buffi
popcorn), ai ragazzini che lustrano le scarpe col passamontagna per non farsi riconoscere, ai
ristoranti con menù for Israelis (ovviamente meno caro)…e dai 3600 metri di La Paz passiamo
ai 3800 di Copacabana (sempre più in alto…), posto veramente veramente carino (mega chillout dopo La Paz) sullo splendido lago Titicaca, che essendo in Bolivia non può che essere il più
alto (navigabile) del mondo…e io a camminare in salita continuo a sentirmi una vecchietta,
vedremo che fare di ‘sto Inca Trail, tra i 200 USD e la mancanza cronica di fiato (e la
giaccavento dimenticata nell’Internet Cafè di La Paz, azz!) la vedo abb male…
Anyway, sono andata nell’ostello consigliato dalla ragazza irlandese incontrata a San Martin, ed
è molto carino, o meglio le stanze sono normali ma: c’è l’acqua calda, costa 10 kazzilli a notte
(2000 lire!), c’è un’incredibile stanza di tutte vetrate con una fantastica vista sul villaggio e sul
lago, e la proprietaria, Florencia, è una tipa super-simpatica e super-gentile. Sono andata a
fare un giro per il centro, a mangiarmi una trota (la specialità di qs parti) lungo il lago, a
vedere la cattedrale Moorish-style con la statua della Virgen de Copacabana, e poi a lasciare
un polmone sulla salita della Horca de l’Inca dove c’era un bel panorama sulla città e sul lago.
Domani parto per la Isla del Sol, ho deciso di continuare a seguire i consigli dell’irlandese e di
passare 2 notti sull’isola prendendomela molto easy…e poi andrò a Puno per more islandhopping, anche se dicono tutti che qs lato è molto più bello, e in effetti niente da dire, è
veramente stupendo!
PS Soundtrack purkeria del giorno: l’onnipresente Eros, Io che non vivo più di un’ora senza te
e addirittura Raffaella Carrà…meno male che ho il CD piratissimo dei Coldplay!
18/05 COPACABANA + ISLA DEL SOL
Beh, giornata molto avventurosa a partire dalla macchina foto che ha deciso di smettere di
funzionare, ma porc! Tornerò sull’isola domani per fare foto con la macchina usa e getta che
mi porto dietro da quando non funzionava in Nuova Zelanda, intanto spero che si riprenda…
Anyway, traghetto per la splendida Isla del Sol, scesa dalla barca ho ribeccato l’australiana
incontrata ieri nell’agenzia di viaggi, Montana, e con lei e un’inglese, Angela, abbiamo deciso di
lasciar perdere le rovine e di andare a fare la famosa camminata lungo l’isola, cosa che si è
rivelata molto più complicata del previsto! Dunque, il tour standard era 2 h di rovine e 3 h di
camminata sulla cresta, noi abbiamo camminato per un’ora lungo la spiaggia, veramente
stupendo tra casette di fango, acqua blu e snowy peaks sullo sfondo, poi pensando di essere
arrivate ci siamo svaccate lungo il lago finchè chiedendo a un bambino abbiamo scoperto dopo
un’ora di svacco di essere solo a metà strada, oops! Quindi ripartiamo e finiamo decisamente
fuori strada, prima nella fattoria di qualcuno, poi chiedendoci perché non incrociavamo nessun
gringo (risposta: erano tutti sulla cresta), poi chiedendoci con cosa potevamo contribuire se
restavamo bloccate sulla cresta (io avevo tutto perché pensavo di restare, ma in effetti un
giorno è più che sufficiente, cmq avevamo dentifricio, carta igienica e attenzione, lima per le
unghie!), poi guardando con binocolo la barca avvicinarsi dall Isla de la Luna e cercando di
capire se era la nostra e dove era il molo dove stava andando…alla fine ce l’abbiamo fatta, che
avventura! Adesso sono di nuovo da Florencia (che stamattina stava per portarmi la colazione
in camera e mi ha dato pure 2 mandarini per il viaggio, che carina!), sto per andare a cena con
Montana, Angela e Lorna, un’altra inglese incontrata sulla barca, e che era tra quelli che ci
hanno spinto la jeep a Uyuni, small world! Fuori ci sono 2 giapu che fanno qualche strano rito
per il tramonto e domani torno sull’isola con la macchina usa e getta…speriamo in bene per
l’altra!
19/05 COPACABANA + 2° GIRO ISLA DEL SOL!
Altra levataccia, altro giro all’Isla del Sol, stavolta con la macchina usa e getta che per fortuna
non mi ha abbandonata – l’altra per ora continua a non funzionare. Appena salita sulla barca
riesco a far volare in acqua la crema per il sole, due australiani mi offrono un po’ della loro e
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finiamo per passare tutta la giornata insieme. Sono contenta di essere tornata, è stata una
bella giornata e completamente diversa da quella di ieri, oggi ho capito qual è il tour standard,
con le ragazzine con il lama in posa fotografica strategica per i turisti – in cambio di qualche
bolivianos of course, i ristoranti e una strada tracciata praticamente impossibile da mancare –
anche se ieri ci siamo riuscite abbastanza bene. Iniziamo col giro tra le rovine (abbastanza
rovinose) e la Roccia del Puma da cui sono apparsi il sole e i primi due Inca, con un bastone
d’oro che hanno piantato a terra e che è caduto puntando vero Machu Picchu, dove è poi stato
fondato l’impero Inca.
E poi due ore di camminata su qs sentiero stavolta sulla cresta, sempre col dubbio di star
perdendo un polmone per strada ma splendidi panorami, spero che la macchina usa e getta
faccia foto decenti…
Con Adam e Elmo (gli Ozzies) ci siamo bevuti una birra (con 10 cm di schiuma causa
altitudine) post-camminata e poi dopo essere tornati a Copacabana siamo andati prima a
mangiare porcherie varie in giro per bancarelle, poi Elmo è andato a nanna e io e Adam siamo
andati a sbevazzare Bailey’s in un bar e poi a passeggiare e passeggiare visto che Florencia
non c’era e quindi nessuno mi apriva la porta – alla fine mi ha salvata la giapu hippy. Molto
simpatici gli Ozzies, può darsi che li ribecchi a Cuzco visto che partono per l’Inca Trail il 24. Tra
l’altro pare che l’Inca Trail sia tutta prenotata per una decina di gg in avanti, ottima scusa per
prendere il treno o il bus :)
Ah e attenzione, domani ultimo border crossing, direzione Perù!
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