Buon compeanno FDEI! - Comunità Evangelica
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Buon compeanno FDEI! - Comunità Evangelica
otiziario N della Federazione Donne Evangeliche in Italia Fascicolo interno a RIFORMA n. 1 del 8 gennaio 2016 Reg. Trib. Pinerolo n. 176/1951. Resp. ai sensi di legge: Luca Maria Negro Edizioni Protestanti srl, via San Pio V n. 15, 10125 Torino Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova Mondovì (CN) numero 57 - gennaio 2016 IN QUESTO NUMERO NEL 1976 VENIVA FONDATA LA FEDERAZIONE DELLE DONNE EVANGELICHE IN ITALIA Diversità è ricchezza E d eccoci all’inizio di un nuovo anno! Per la Federazione delle Donne Evangeliche in Italia sarà un anno speciale. Varie iniziative verranno organizzate: saranno un’occasione di bilancio, di ricostruzione storica ma anche di sfide che si vogliono intraprendere. Ne parla la presidente nel suo articolo, Dora Bognandi, che parla del contesto in cui si è collocata la nascita della FDEI, il quale completa l’intervista – in quarta pagina ad una delle protagoniste che hanno vissuto quel momento: Vera Petrosillo Velluto. Dalle sue parole appassionate traspaiono l’entusiasmo e le speranze che hanno animato queste nostre progenitrici, la loro tenacia e capacità di prefigurare un percorso comune. È un richiamo anche per noi oggi che fatichiamo a tirare le fila di questa nostra Federazione. Nella meditazione di Barbara Olivieri Caviglia si parla dell’amore; in un periodo di pesanti venti di guerra e di un fiume umano in fuga da conflitti e carestia, è un richiamo a praticare questo amore: «L’amore è paziente, è benevolo, ...non si comporta in modo sconveniente, non s’inasprisce, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità»: oggi abbiamo bisogno di queste parole nella vita quotidiana e per guardare al futuro. Le pagine interne, come sempre, sono dedicate alle iniziative, incontri e pensieri delle nostre realtà femminili evangeliche. Facciamo gli auguri ai «Ministeri Fem- minili avventisti» che hanno compiuto 20 anni! Il lavoro paziente e difficile delle donne dell’Esercito della Salvezza sul tema della tratta, lo scorso 25 novembre è arrivato a un primo appuntamento con le associazioni e organizzazioni che si impegnano e lavorano su questo tema: il sogno è di riuscire a creare una rete comune con quanti lavorano su questo problema. Un sogno realizzato è per il Movimento Femminile Evangelico Battista la riapertura di Rocca di Papa, che già quest’estate ha funzionato con campi per bambini, giovani e donne. In questo numero vengono anche riportati i passaggi essenziali del documento emerso dal pre-sinodo delle donne di Torre Pellice: «La scuola che vorremmo». Una scuola dove le diversità non solo vengano accolte ma anche fondino il percorso educativo. Una scommessa importante che dovrebbe coinvolgere insegnanti, genitori e, perché no, anche le nonne e i nonni! Infine, la segnalazione – ben in tempo - della Giornata Mondiale di Preghiera e un bilancio della nostra iniziativa dei «16 Giorni». Infine, in ultima pagina, la segnalazione di un libro da non perdere: «Padre nostro?», il libro che Elizabeth Green regala a tutte e tutti noi. Una nuova riflessione sul tema di Dio Padre, che ha impegnato la ricerca delle teologhe femministe, ha diviso teologi e talvolta scandalizzato membri di chiesa. Insomma – come sempre -buona lettura! Buon compeanno FDEI! E Dora Bognandi ra il 1976 quando delle donne appartenenti ai Movimenti femminili valdese, metodista e battista decisero che bisognava creare un organismo che le coordinasse e le rappresentasse. Nacque così la nostra Federazione, che celebra quest’anno il suo quarantesimo anniversario. La FDEI vide la luce in un periodo di intense preoccupazioni. Il decennio precedente era stato caratterizzato dal boom economico, ma negli anni ’70 il «miracolo italiano» aveva lasciato spazio all’«autunno caldo», segnato da lotte sindacali operaie, preludio del periodo storico conosciuto come «anni di piombo». La società sembrava sempre più divisa, si diffondeva un clima di insicurezza e paura, anche perché non si compivano soltanto atti terroristici clamorosi, ma era uno stillicidio continuo: dal 1969 al 1975 si sono contati 4.584 attentati. Nonostante ciò, era anche un periodo di grande fermento che ha riguardato vari aspetti della società. Nella Comunità Economica Europea (CEE) si lavorava per intensificare i rapporti fra Stati, e questo impegno avrebbe portato alla nascita dell’Unione Europea. Si assisteva a un importante sviluppo della tecnologia e dell’informatica. Nascevano i moderni computer, le calcolatrici elettroniche, i videoregistratori per uso domestico, i telefoni cellulari; si organizzava la rete internet. Tutto ciò avrebbe cambiato il mondo. Dal versante umano, si intensificava la protesta delle femministe con cortei in tutta Italia, protesta che assumeva caratteri innovativi rispetto alla prima ondata: l’attenzione non veniva più posta sulla richiesta di uguaglianza e assimilazione al mondo maschile, ma sulle differenze. Si voleva costruire una società che tenesse conto delle peculiarità femminili, garantendo allo stesso tempo l’uguaglianza dei diritti. Donne di ogni età e di ogni condizioni sociale, si raccoglievano in «collettivi», uscendo così dall’isolamento familiare. Dal punto di vista legislativo, vi erano novità interessanti. Da poco aveva vinto il fronte del no al referendum abrogativo della legge sul divorzio, che aveva portato all’importante legge sul «nuovo diritto di famiglia». Tina Anselmi, prima donna ministro in Italia, nel 1976 presentava una legge dal titolo «Parità di trattamento tra uomo e donna in materia di lavoro», approvata l’anno successivo. in tut- ta Italia nascevano i consultori familiari, due anni dopo si sarebbe varata la legge sull’aborto. L’Italia, alla fine degli anni ’70 cominciava ad essere sempre più interessata dal flusso migratorio di stranieri: si mescolavano popoli, costumi, fedi religiose e anche le chiese evangeliche cominciavano ad arricchirsi di new entry estere. Erano anni densi di sogni, rivendicazioni, contestazioni, crescita, illusioni, delusioni, lotte sociali con le relative sconfitte e vittorie. E siamo ancora qui con la nostra concretezza, le nostre speranze e le nostre paure. In questi 40 anni la società italiana si è profondamente trasformata. Oggi, molti sociologi definiscono la nostra epoca come una fase di interregno e nei periodi di transizione si sprigionano energie talvolta positive, talaltra negative. Basta guardare la nostra società caratterizzata da problemi sociali, economici, culturali, relazionali, ambientali, da un terrorismo sempre più inquietante, cose che generano preoccupazione, ma che potrebbero essere un’opportunità per correggere gli errori del passato e costruire su basi più corrette. La Scrittura ci dice che, nei momenti di crisi, dobbiamo imparare a «levare il capo» (Lc 21:28), a non lasciarci sommergere dalle turbolenze, ma a saper costruire assieme a lui la pace. IN RICORDO DI ROSANNA CIAPPA A nome mio personale e della Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (FDEI) porgo le più sentite condoglianze alla famiglia della cara Rosanna Ciappa, donna molto stimata e apprezzata da tutte noi. La fede evangelica da Rosanna praticata con convinzione ci dice che anche la morte è una «cosa penultima», perché la resurrezione sarà la «cosa ultima». Cristo Gesù ha vinto per noi anche la morte. Nel frattempo, ascoltiamo la «voce dal cielo che diceva: «Scrivi: beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono»». (Apocalisse 14:13). Possa il Signore consolare la famiglia di Rosanna in attesa della resurrezione e aiutare tutte e tutti noi a trarre esempio dalla sua vita. Dora Bognandi, presidente L’amore, una parola difficile (1 Corinzi 13:1-13) Barbara Olivieri Caviglia L’ amore, parola difficile, abusata, banalizzata e poco compresa. L’amore è il contrario della violenza perché la violenza è la mancanza d’amore. Com’è difficile al giorno d’oggi dare un vero significato alla parola amore! «L’ha ammazzata perché l’amava e non sopportava di perderla!» L’amava?! Che amore è quello che porta all’omicidio? «Voleva la prova d’amore, lei gliel’ha negata e lui l’ha massacrata di botte». Come fa a parlare d’amore una persona che massacra di botte la donna che «ama»?! Ma che cos’è l’amore? Al di fuori di tutte le aberrazioni che sono evidenziate dai media, al di fuori di tutti gli stereotipi sdolcinati con cuoricini, ecc., di cui si fa abuso e che trionfano nella festività di San Valentino, al di là di tutto, «l’amore è», e Paolo apostolo ce lo spiega con la forza e la chiarezza che lo contraddistinguono. L’amore non è sinonimo di scienza né di sapienza e neppure d’intelligenza. È qualcosa di profondo e nascosto, di rispettoso e tenace. Non si esibisce, non si vanta, non segue la logica dell’interesse e del tornaconto. L’amore è dono di sé all’altro, agli altri. Il dono è per definizione gratuito, non viene richiesto nulla in cambio. Se si riflettesse su che cos’è realmente l’amore ci si accorgerebbe di quanto poco e male si sappia amare. L’amore comprende tutto ed è verso tutto: il partner, i figli, i genitori, la famiglia, gli amici, il prossimo, gli animali, la natura, il creato. L’amore avvicina la creatura al suo Creatore. È l’amore che muove il tutto. «L’amor che move il sole e le altre stelle» (Dante, La Divina Commedia, Paradiso - Canto XXXIII). L’amore, come dice Paolo, è la più importante delle virtù dette «teologali»: fede, speranza e amore. È l’amore, care sorelle, che noi come donne evangeliche dobbiamo testimoniare. Ci siamo impegnate a lottare per dare voce e giustizia a tutte le vittime della violenza che è la negazione dell’amore. Vittime indifese, bambini, donne, persone fragili che dalla violenza sono soffocate e spesso annientate. Questo è il nostro compito, chiediamo al Padre di darcene la forza! Notiziario Fdei • numero 57 • gennaio 2016 • paginadue Presinodo donne 2015 Come mai la scuola non ci interessa? O Lidia Ribet rganizzare il presinodo 2015 non è stata impresa facile per diverse ragioni; il tema proposto, «La scuola che vorremmo», forse non aveva tanto appealing per le donne e inoltre non è stato facile trovare collaboratrici più esperte di noi per realizzare l’evento. L’incontro è stato però molto interessante e le donne presenti si sono divise in cinque gruppi per discutere sulle varie diversità che si incontrano nelle scuole, per capire come affrontarle: intercultura, handicap, violenza subita e assistita, differenze di genere e differenze religiose. Temi vivi e presenti nelle scuole oggi ma anche nelle nostre chiese, come in tutto il protestantesimo. Senza dimenticare poi l’importanza della scuola, della cultura per la lettura e lo studio della Bibbia. L’obiettivo dell’incontro non era quello di parlare di progetti politici, ma cercare di proporre una scuola che insegni ai nostri bambini e adolescenti come crescere nella giustizia e nella solidarietà. I bambini all’inizio della scuola materna non notano le diversità, ci raccontava una maestra, ma è il mondo degli adulti che li induce cambiare il loro atteggiamento. Proprio in questi giorni la scuola è tornata ad essere argomento di discussione sociale. Il presepe, il Natale e il crocifisso sono l’argomento preferito dai mass media. «Ci vogliono togliere il Natale. Voglio che il crocifisso sia in tutte le scuole. Se non la pensano come noi è bene che tornino al loro paese», ha dichiarato qualche giorno fa un rappresentante del nostro governo. Anche noi protestanti ci siamo battuti per una scuola laica e non confessionale, Siamo sicuri che non abbiamo più nulla da dire in proposito? Che cosa vuol dire oggi «laicità» della scuola? Dobbiamo anche noi adeguarci alle «tradizioni culturali» del «nostro» paese? Non solo la diversità religiosa rischia di rendere le nostre scuole luogo di discriminazione. Senza un lavoro capillare nella scuola, a cui deve dar seguito un accordo tra i vari soggetti «educanti» - scuola e famiglie -, non si possono affrontare problemi quali la disabilità, le differenze culturali, di genere; senza parlare poi del fatto che i bambini che hanno subito o assistito a violenze sono spesso visti come un problema nelle nostre scuole. In conclusione, non solo i bambini devono imparare a superare le diversità, ma anche gli adulti, fra i quali si intrecciano relazioni più o meno istituzionali. Soprattutto, abbiamo scoperto come molti problemi siano in realtà una risorsa che la scuola deve saper sfruttare. Questi sono i pensieri che ci hanno portato a scegliere il tema per il presinodo delle donne di quest’anno. Abbiamo ricevuto un importante aiuto da diversi insegnanti. Il loro entusiasmo per il progetto, già dalla prima riunione, ci ha invogliato a continuare. L’incontro è terminato con la stesura di un documento che è stato inviato al Ministero della Pubblica Istruzione. (NdR: Il documento intero è a disposizione sulla pagina Fb del Gruppo FDEI tra i file, qui ne pubblichiamo alcuni punti salienti) La scuola che vorremmo N ell’esperienza a scuola si rilevano ancora elementi di discriminazione legati alle diverse condizioni sociali, personali, economiche o all’appartenenza culturale, religiosa, di genere. Anche le diverse abilità possedute dall’individuo e l’esposizione a situazioni di violenza subita o assistita possono dar luogo a sofferenze che pregiudicano la piena realizzazione della persona. Il lavoro di gruppo ha approfondito le principali tematiche oggetto di «diversità» e le riflessioni di seguito raccolte rappresentano il frutto del confronto di varie esperienze e testimonianze che riteniamo sia necessario sottoporre all’attenzione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Intercultura La contaminazione consapevole tra culture è un arricchimento reciproco. A questo proposito, non possiamo sottovalutare l’influenza unificante della comune condizione europea. La scuola ha un ruolo fondamentale nell’integrazione, favorendo mediante la convivenza la libera osmosi tra le culture, anche nei loro aspetti più quotidiani, come le tradizioni, le usanze alimentari, i racconti, i canti. Handicap È importante lavorare sulla definizione di handicap, mettendo al centro la persona e non la patologia, con dignità e rispetto. Le strutture scolastiche devono migliorare e c’è la necessità di esperienza specifica e formazione degli insegnanti di sostegno. (...) Violenza subita e assistita Ci troviamo in una società in cui la violenza è un linguaggio inflazionato, e si riscontrano varie forme di violenza, subita (sessuale, fisica, psicologica) assistita, online, violenze spesso non denunciate per motivi diversi, non ultimo la mancanza di percezione della violenza stessa. (…) Differenze di genere Come può la scuola educare senza ritrasmettere stereotipi di genere? Servono in primo luogo la formazione degli insegnanti e l’introduzione dell’educazione sessuale e di genere finalizzata a favorire la parità di genere e il rispetto delle varie sensibilità. Serve una scuola che sostenga le famiglie attraverso insegnanti preparati, come persone e come docenti, nel gestire le proprie capacità di giudizio e quelle del gruppo classe, valutando opportunamente la necessità dell’assenza di giudizio e la valorizzazione dell’identità delle persone. Differenze religiose La presenza dell’IRC (l’Insegnamento religioso cattolico)] e la debolezza delle attività alternative rendono difficile alla scuola l’accoglienza e l’accettazione dell’altro così com’è. La scuola deve riuscire a trasformare le diversità in ricchezze e le diverse posizioni in merito al fatto religioso nella scuola dovrebbero essere vissute come momento di reciproca conoscenza, attraverso una corretta formazione/informazione di insegnanti e famiglie che non sia monopolio di una singola confessione religiosa. (…) Si rende quindi necessario richiedere al MIUR che renda effettive le attività alternative. (…) Conclusioni La scuola che vorremmo è in realtà la società che vorremmo. Serve un patto sociale e di territorio capace di adeguarsi alla sensibilità e ai contesti molto diversi in cui le scuole operano. Bisogna riaffermare i principi costituzionali, partendo da un lavoro capillare sulla scuola cui deve seguire un accordo tra i diversi soggetti educanti. In tali ambiti è necessaria anche la formazione per le famiglie. Le varie osservazioni emerse possono essere oggetto di precisi indicatori per valutazione e autovalutazione dell’inclusione scolastica, inserendo nel piano triennale specifici corsi di aggiornamento e formazione di personale e famiglie. Esercito della Salvezza: creiamo una rete contro la tratta Estella Blake I n occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la tenente colonnella Anne-Florence Tursi, (Presidente Ministeri femminili, Comando Italia e Grecia) e la maggiore Estelle Blake (Coordinatrice dell’Antitraffico umano) hanno organizzato a Roma e a nome dell’Esercito della Salvezza una tavola rotonda sul tema della tratta umana. Diverse sono state le voci autorevoli presenti: l’avvocata Caterina Flick è intervenuta sugli aspetti legali; Priscilla Natale ha portato l’esperienza di «Vite Trasformate» di Bologna; Laura Dryjanska, del Rotarian Action Group Against Child Slavery, è intervenuta sul tema della schiavitù infantile. Su questo grave problema ha parlato anche la dott. ssa Yasmin Abo Loha, dell’ECPAT (End Child Prostitution, pornography and trafficking), che si occupa di bambini vittime di violenza, prostituzione, pornografia e tratta; infine Chiara Spampinati, di Differenza Donna, ha portato la sua esperienza di accoglienza delle donne vittime di tratta. Ascoltando così storie diverse, è stato possibile rendersi conto del lavoro che le rispettive associazioni e organizzazioni portano avanti, gli obiettivi che cercano di raggiungere con passione e impegno. Un intenso e interessante dialogo tra le ospiti e i partecipanti ha caratterizzato la seconda parte della serata. Significativo è stato anche l’intervento dell’ambasciatore australiano presso la Santa Sede, Mr McArthur, che ha posto l’accento sull’importanza di un’azione comune per sconfiggere la piaga dilagante dello sfruttamento e della violenza, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, auspicando una continua e fruttuosa collaborazione fra le varie associazioni. La serata si è conclusa con la determinazione di tutte le persone presenti a continuare il dialogo e organizzare incontri periodici di informazione e azione. Nei giorni successivi alla tavola rotonda, è stato mandato un invito, a tutte le associazioni e organizzazioni, a formare una «Rete contro la violenza», a stabilire una tabella di marcia comune, e a organizzare eventi atti a sensibilizzare l’opinione pubblica, prima di ritrovarsi il prossimo 25 novembre per una manifestazione che le coinvolga tutte. Notiziario Fdei • numero 57 • gennaio 2016 • paginatre Avventiste Vent’anni di ministeri femminili Q Lina Ferrara uest’anno il dipartimento dei Ministeri Femminili (MF) della Chiesa cristiana avventista italiana e mondiale ha spento venti candeline e festeggiato in diversi paesi. Un traguardo piuttosto recente se si pensa che la denominazione ha una donna tra i suoi fondatori e che la componente femminile rappresenta la maggioranza dei suoi membri. In realtà i MF sono nati più di cento anni fa, grazie al lavoro instancabile di una pioniera, Sarepta Henry che, oltre a formare una rete femminile attiva nella comunità, in cui le donne potevano mettere a frutto il loro potenziale, creò un sistema di sostegno per le «sorelle» della chiesa. Purtroppo però, dopo la sua morte, nonostante avesse formato un gruppo di lavoro, i MF smisero pian piano la loro attività. Ripresero circa un secolo dopo, nel 1990, e nel 1995 furono costituiti ufficialmente come dipartimento. Quali attività svolgono i MF? Si occupano dei bisogni spirituali, emozionali, fisici e sociali delle donne della chiesa. Consigliano le giovani, incoraggiano le madri, sostengono le donne anziane e quelle ferite. Tre sono le aree sulle quali si focalizzano: nutrimento spirituale, incoraggiando lo studio della Parola a livello personale e di gruppo; equipaggiare le donne, offrendo formazione, seminari sul recupero di una sana autostima, percorsi di salute in senso olistico; testimonianza verso l’esterno. La direttrice nazionale, Franca Zucca, si avvale della collaborazione di un team di donne che lavorano a livello regionale e locale. Un ministero importante che il dipartimento svolge è quello dell’ascolto e della consolazione di donne ferite e sole. Da alcuni anni i MF hanno lanciato la campagna «EndItNow», in cui cercano di affrontare la piaga della violenza contro le donne, sensibilizzando sul problema, facendo rete con le realtà associative e fornendo informazioni alle donne. In tal senso è nato anche il prontuario Rompere il ciclo del silenzio. I MF sono su internet con il sito www.avventisti.it/ministerifemminili e il blog http://donnaxdonna.avventista.it/ Luterane Una proposta alle donne Gisela Salomon C ome si compone la nostra identità protestante? Sicuramente di mille sfaccettature. C’è il bagaglio della storia, la formazione teologica, quello che ci hanno insegnato, ma c’è anche la fede vissuta nel quotidiano. Nell’anno del Giubileo della Riforma avremo l’occasione di far conoscere tutto ciò a un ampio pubblico, sia in Germania sia in Italia e negli altri paesi del mondo. Ispirazione per tutte le iniziative è il motto delle celebrazioni: Liberati dalla grazia di Dio. La Rete delle donne luterane in Italia parteciperà all’Esposizione mondiale della Riforma, a Wittenberg, organizzata per 95 giorni, dal 20 maggio al 10 settembre 2017. La pittrice Karin Peschau di Verona sta preparando 13 banner che riproducono 13 visi di donne del Cinquecento che hanno difeso le nuove scoperte teologiche. In più, la stessa artista si è offerta di realizzare un murales, insieme con alcuni ragazzi, sulla teologa Dorothee Sölle, perché contemporaneamente, in una parte della città del Riformatore, si svolgerà l’incontro dei giovani provenienti da tutto il mondo. Dal 1 al 4 giugno 2017 a Milano, invece, è prevista la festa centrale per tutti protestanti e tutte le protestanti in Italia. Per quell’occasione, insieme alla FDEI stiamo preparando uno spazio in cui le donne potranno esporre dipinti, oggetti o lavori fatti a mano (per esempio ricami) che hanno come tema la Riforma; conoscere meglio la storia delle donne che hanno partecipato attivamente alla Riforma in Italia tramite filmati, libri e documenti di archivio; mettere in scena piccole rappresentazioni teatrali o di musica sui temi cari alla Riforma quali tolleranza, coscienza e libertà; potersi confrontare su temi scottanti come la violenza, la giustizia di genere e la migrazione. Uno spazio, insomma, dove avviene uno scambio a 360 gradi tra le donne protestanti di una volta e le donne di oggi, che portano avanti la Riforma e le sue idee in tanti modi e con grande convinzione. Giornata Mondiale di Preghiera 2016 Chi accoglie un bambino accoglie me È questo il tema della Giornata Mondiale di Preghiera che si celebra il 4 marzo 2016; Marco 10:14 è il testo biblico di riferimento. A Gesù non importa l’opinione, ma l’atteggiamento verso i bambini. Accogliendoli, egli riceve coloro che lo cercano. Gesù è inclusivo e tale deve essere anche chi lo cerca. La liturgia, preparata dalle donne di Cuba, si apre con le diverse generazioni che portano un simbolo di fede e speranza: la donna anziana ha la Bibbia, tenuta in vita durante la politica atea del governo; l’adulta ha del cibo, segno del contributo di questa generazione alla società; la giovane ha una luce, per illuminare il cammino nella contraddizione sociale in cui vive; le tre ragazzine guidano nelle loro storie. Con esse impariamo anche noi a incontrare Dio nella vita quotidiana e ad ascoltare le loro sofferenze dovute al blocco economico. Nonostante la riapertura dell’ambasciata statunitense nell’isola, l’estate scorsa, l’embargo attanaglia il paese da oltre 50 anni. Il fiore mariposa, tipico di Cuba, diventa così il simbolo della nostra solidarietà con le donne cubane e del nostro impegno ad agire con amore cristiano. Per ordinare i libretti della liturgia, inviare un’email a: [email protected]. Altre risorse (studi biblici, note su Cuba, locandina, ecc.) sono scaricabili dal sito: https://sites.google.com/site/gmpitaliana/home Fateci sapere le vostre proposte e come pensate di partecipare, entro il primo marzo 2016 ([email protected]; [email protected]). Utilizzate anche il sito sulla Riforma dove si possono inserire tutte le iniziative per il 2017: riformaprotestante2017.org Rocca di Papa: un primo bilancio La sfida continua Lucia Tubito S i sa che le sfide sono gravose per chi decide di affrontarle! Significa misurarsi continuamente con la chiamata del Signore al servizio e la nostra risposta, significa misurarsi con la realtà e con le risorse disponibili. Ma le risorse, sempre poche e davvero esigue, possono spaventarci e/o fermarci? Certo, se contiamo solo sulle nostre forze siamo sconfitti in partenza, ma se le affidiamo nelle mani del Signore esse si moltiplicheranno come i pani e i pesci in Marco 6:30-44. La sfida che il Movimento Femminile battista (Mfeb), insieme all’Unione battista (Ucebi), ha deciso di affrontare, continua oggi con il Comitato di gestione e con la neo eletta direttora[direttrice?], la pastora Gabriela Lio, senza contare le sorelle e i fratelli che hanno deciso di condividere con noi questo cammino. Sì, perché il centro «è aperto» e l’invito è rivolto a tutti e tutte, bambini e bambine, giovani, adulti, donne e uomini che hanno il desiderio di vivere momenti di scambi culturali, formativi e di confronto, con lo sguardo attento alle tematiche etico-sociali e teologiche che ci aiutano a crescere insieme. Rocca di Papa è un centro semplice, ma straordinariamente accogliente, carico di un’atmosfera ricca di spiritualità, immer- so nella natura, circondato da tanto verde e da magnifici alberi, con una pace e serenità tipica dei luoghi in cui si può vivere toccare e respirare la presenza dello Spirito Santo. L’ esperienza dello stage MFEB sul tema dei conflitti e dei campi estivi dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze è stata la dimostrazione della grande misericordia di Dio Padre e Madre, per la ricchezza delle presenze e dei doni riversati senza risparmio in termini di tempo ed energie fisiche, che ci induce ad accogliere in futuro «nuove sfide». L’appello che sentiamo di rivolgere a tutti e tutte è quello di essere «risorse e strumenti» per diffondere l’Evangelo a ogni creatura, attraverso la modalità più consona alle nostre possibilità. Il Centro battista di Rocca di Papa è aperto a tutti/e, evangelici, cattolici, laici. E vi aspetta!