Larghi consensi in Europa per Obama, meno entusiasmo per le sue
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Larghi consensi in Europa per Obama, meno entusiasmo per le sue
Contatti: Stati Uniti: Will Bohlen: +1 202 683 2609, [email protected] Europa: Elizabeth Boswell Rega: +32 2 238 5 283, [email protected] Alessandra Rota: +39 011 559 69 68, [email protected] Larghi consensi in Europa per Obama, meno entusiasmo per le sue scelte di policy ~ Presentati i risultati dell’indagine Transatlantic Trends: solo negli USA c’è ottimismo sull’Afghanistan; gli europei ritengono la Moneta Unica deleteria per le economie nazionali; resta invariato il sostegno alla NATO; l’Occidente si divide sul futuro ruolo di Cina e India; la Turchia si allontana dall’UE ~ WASHINGTON (USA) (15 Settembre 2010) — I risultati dell’indagine Transatlantic Trends pubblicati oggi rivelano che il Presidente americano riscuote larghissimi consensi in Europa, ma le sue scelte in politica estera non sono altrettanto popolari. Transatlantic Trends 2010 (www.transatlantictrends.org) rivela che se il 78% degli intervistati in 11 Paesi dell’Ue approva in generale la politica estera condotta da Obama e il 55% guarda con favore a una forte leadership americana nel mondo, solo il 49% condivide le sue scelte di policy nei confronti di Afghanistan e Iran. “La popolarità di Barack Obama in Europa offre un certo margine di manovra per rendere più accettabili le sue scelte di policy, ma Transatlantic Trends evidenzia il perdurare di divergenze di opinione e serve grande impegno per colmare il vuoto che ancora separa le due sponde dell’Atlantico”, afferma Craig Kennedy, President del German Marshall Fund of the United States. “L’indagine di quest’anno mette in luce la difficoltà dell’Unione europea di pensarsi sulla scena globale”, commenta Angelo Benessia, Presidente della Compagnia di San Paolo. “Sorprendentemente, certi Paesi faticano ancora ad accettare l’ascesa di nuove potenze, come la Cina, l’euro è diventato il capro espiatorio per la crisi economica mondiale, la possibile adesione della Turchia all’Ue è vista con un misto di fatalismo e preoccupazione”. Transatlantic Trends 2010 è un progetto congiunto del German Marshall Fund of the United States e della Compagnia di San Paolo ed è sostenuto dalla Fundação Luso-Americana (Portogallo), della Fundación BBVA (Spagna) e dalla Tipping Point Foundation (Bulgaria). Ormai giunto alla nona edizione, il rapporto analizza l’opinione pubblica negli Stati Uniti, in Turchia e in 11 Paesi dell’Unione europea in base alle risposte di più di 13.000 persone su questioni che attengono alle relazioni transatlantiche, dalle minacce globali agli obiettivi della politica estera, dal ruolo delle grandi potenze nel panorama mondiale al giudizio sulle principali istituzioni internazionali e la percezione della realtà oltreoceano. IL ROMPICAPO OBAMA: IL TOTALE ECCEDE LA SOMMA DELLE PARTI Transatlantic Trends 2010 ha rilevato che la popolarità del Presidente americano è maggiore in Europa che in patria e resta di gran lunga superiore a quella dimostrata nei confronti di George W. Bush negli 11 Paesi Ue coinvolti nell’indagine. Se il 78% degli europei dichiara di approvare la politica estera di Obama (in lieve calo rispetto all’83% del 2009), meno della metà condivide la sua condotta nei confronti dell’Afghanistan e dell’Iran, mentre tra gli americani l’indice di gradimento delle singole scelte di policy è pari o anche superiore a quello relativo alla politica estera americana in generale: la maggioranza approva, infatti, la gestione delle relazioni con la Russia (61%), le decisioni in materia di lotta ai cambiamenti climatici (56%), all’Afghanistan (54%) e all’Iran (52%). Tuttavia, i consensi scendono sotto la maggioranza assoluta nei confronti delle iniziative avviate per allentare la tensione in Medio Oriente (48%). CRISI DELL’EURO, NON DELL’UNIONE EUROPEA Nei Paesi della Zona Euro esaminati emerge scarso entusiasmo nei confronti della moneta unica, che quasi ovunque viene ritenuta dalla maggioranza dell’opinione pubblica deleteria per l’economia nazionale. Anche visto da fuori l’euro non esercita grande fascino: nel Regno Unito (83%), in Polonia (53%) e in Bulgaria (42%) prevale l’idea che la moneta unica non gioverebbe alle rispettive economie. Ciononostante, più della metà degli intervistati europei (57%) ritiene che la crisi economica in Europa dovrebbe tradursi in un maggiore impegno a costruire un’Unione più solida. ANCORA DIVISI SULLA SICUREZZA TRANSATLANTICA L’indagine evidenzia uno scarso ottimismo nei confronti delle grandi questioni relative alla sicurezza, in primis Afghanistan e Iran, ma conferma il sostegno alla NATO. Durante lo svolgimento delle interviste erano presenti in Afghanistan forze militari di tutti i Paesi coinvolti nell’indagine e, come in passato, solo negli Stati Uniti una maggioranza contenuta (51%) si dichiara ottimista riguardo alla situazione su questo fronte, opinione condivisa da appena il 23% degli europei. In tutti Paesi, però, prevale l’idea che la NATO potrebbe agire al di fuori del suolo europeo per difendere gli Stati Membri da eventuali minacce alla loro sicurezza (62% in Ue, 77% in USA). OPINIONI DIVERGENTI SULL’ASCESA ASIATICA La grande maggioranza degli europei (81%) prevede per il futuro un ruolo di forte leadership mondiale per gli Stati Uniti e quasi altrettanti concordano sul fatto che anche l’Unione Europea avrà un ruolo di primo piano (75%). Tuttavia americani ed europei assumono posizioni diverse riguardo al ruolo futuro dei Paesi asiatici: sette americani su dieci (71%) ritengono molto probabile che la Cina eserciti, tra cinque anni, grande influenza sul piano internazionale, scenario condiviso da appena un terzo (34%) degli europei, anche se nell’Ue è più ampia la percentuale (31%) di chi giudica le relazioni con la Cina in maniera positiva rispetto agli USA (21%). Riguardo all’India, la maggioranza degli europei (54%) ritiene improbabile che tra cinque anni la democrazia più popolosa del mondo possa esercitare grande influenza sul piano internazionale, contro il 74% degli americani che invece giudicano probabile questa possibilità. LA TURCHIA E L’OCCIDENTE: SEMPRE PIÙ LONTANI In tutti i Paesi Ue la maggioranza degli intervistati ritiene che la Turchia non possieda valori tali da renderla parte dell’Occidente. Nel 2004 il 73% dei turchi affermava che l’ingresso adesione nell’UE sarebbe stato un fatto positivo, mentre oggi tale opinione incontra appena il 38% dei consensi. La maggior parte dei turchi (48%) non si dichiara preoccupata dalla possibile acquisizione di armi nucleari da parte dell’Iran, al contrario di europei (79%) e americani (86%) che si dichiarano invece preoccupati. Inoltre, la percentuale di turchi che vedono positivamente una maggiore collaborazione tra il loro Paese e il Medio Oriente nelle questioni internazionali è raddoppiato rispetto allo scorso anno e raggiunge oggi il 20%, mentre scendono di nove punti percentuali rispetto al 2009 i dati relativi a una più stretta collaborazione tra Turchia e Paesi Ue (13%) e a un atteggiamento più autonomo per la Turchia (34%). Solo il 6% dei turchi preferirebbe collaborare con gli Stati Uniti. Il testo completo del rapporto e i dati principali sono disponibili online nel sito www.affarinternazionali.it PROMOTORI E SOSTENITORI Transatlantic Trends 2010 è un progetto congiunto del German Marshall Fund of the United States (www.gmfus.org) e della Compagnia di San Paolo (www.compagnia.torino.it) ed è sostenuto dalla Fundação Luso-Americana (www.flad.pt), dalla Fundación BBVA (Spagna) (www.fbbva.es) e dalla Tipping Point Foundation. METODOLOGIA La TNS Opinion è stata incaricata di condurre l’indagine e di raccogliere i dati relativi agli Stati Uniti, alla Turchia e a 11 Paesi UE: Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Romania e Bulgaria. Le interviste sono state condotte dal 1° al 29 giugno 2010 mediante tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviews) in tutti i Paesi ad eccezione di Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Romania e Turchia, dove una minore diffusione delle utenze telefoniche ha richiesto interviste di persona. In tutti i Paesi è stato intervistato un campione casuale di circa 1000 tra uomini e donne di età dai 18 anni in su. Il margine di errore è pari a più o meno 3 punti percentuali. Maggiori informazioni riguardo alla metodologia utilizzata sono disponibili sul sito www.transatlantictrends.org