Interventi di protezione e ricostruzione dell`habitat del gallo cedrone
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Interventi di protezione e ricostruzione dell`habitat del gallo cedrone
INTERVENTI DI PROTEZIONE E RICOSTRUZIONE DELL’HABITAT DEL GALLO CEDRONE (TETRAO UROGALLUS) NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI M. Bottazzo, M. Cereda, M. Favaron, M. Sacchi, C. Andreis, L. Fornasari Dicembre 2000 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 1. PREMESSA La distribuzione della popolazione di Gallo cedrone (Tetrao urogallus L.) nel territorio nazionale è attualmente ridotta alla fascia montana compresa tra le Alpi Orobiche e le Alpi Giulie sia nella zona prealpina che nella zona centroalpina (De Franceschi 1971, 1986, 1994, Meschini e Frugis, 1993). Fino all’inizio del secolo scorso la specie era distribuita in tutte le Alpi anche se alcuni autori annunciavano già una sua rarefazione nel settore occidentale delle Alpi (Giglioli, 1891, Arrigoni degli Oddi, 1899, 1929, Vallon, 1903, Moltoni, 1930) che successivamente ha provocato l’estinzione del tetraonide in Valle d’Aosta nel 1938 (ultimo capo abbattuto), nel 1950 in Piemonte (De Franceschi, 1994) ed una generale rarefazione nel restante territorio. All’interno dell’attuale territorio nazionale esistono forti differenze di densità di popolazione ed anche se non si dispone di dati certi si può ritenere vi sia una generale rarefazione spostandosi da nord verso sud e da est verso ovest. Tale contrazione degli effettivi di Gallo cedrone e del suo territorio è tuttavia comune in tutto il suo areale paleoartico (Hoyo et al., 1994) e le cause sono varie, non pienamente conosciute e condivise e con molta probabilità concomitanti tra di loro. Secondo diversi autori le principali cause sono riconducibili alle modificazioni dell’habitat, alla gestione forestale, alla caccia e al bracconaggio, al disturbo antropico, all’inquinamento, oltre, chiaramente, a cause naturali come l’aumento di predatori e parassiti, ecc. (De Franceschi, 1994, Bottazzo e De Franceschi, 1996). Nel nostro territorio alpino il tutto diventa ulteriormente critico a causa della marginalità dell’areale per il tetraonide. Le Alpi meridionali, infatti, sono un ambiente limite e quindi moderatamente idoneo come potenzialità per la modesta presenza di ambienti prettamente continentali e per la loro eccessiva frammentazione se messi a confronto con le vaste ed integre estensioni forestali del restante areale a nord. La popolazione residua di Gallo cedrone nel Parco delle Orobie Valtellinesi (P.O.V.) rappresenta la propaggine occidentale dell’areale continuo nazionale e pertanto si presenta in situazioni critiche già a livello potenziale. Ad aggravare ulteriormente ciò vi sono recenti indagini che danno il tetraonide in ulteriore e forte regressione ed al limite dell’estinzione nelle Orobie valtellinesi (Brichetti e Fasola, 1990) senza però dare ulteriori informazioni utili sull’effettiva distribuzione e sulle cause. Lo scopo della presente ricerca è stato pertanto quello di valutare la distribuzione reale della popolazione valtellinesedi Gallo cedrone, determinare le cause della sua apparente bassa densità e proporre eventuali misure di salvaguardia e forme di tutela. 2. AREA DI STUDIO Il territorio del parco preso in considerazione dal presente studio corrisponde all’intero territorio del Parco come risultante dalla modifica dei confini conseguente all’adozione del Piano Territoriale di Coordinamento. Il parco si sviluppa quindi lungo tutto il versante orobico della Valtellina, per circa 60 km, dal confine con la Provincia di Lecco, in corrispondenza del Monte Legnone, fino al Passo dell’Aprica, su una superficie complessiva di circa 46.200 ettari. Mentre il confine meridionale, di monte, è definito dallo spartiacque orobico, che separa la provincia di Sondrio daquelle di Lecco, Bergamo, Brescia, il confine settentrionale, o di valle, si pone su isoipse differenti nelle diverse zone, sempre comunque escludendo le aree urbanizzate. Il confine risulta particolarmente movimentato in corrispondenza dei sistemi di valle della Val Gerola e della Valle di Tartano. Il versante è solcato da numerose valli con andamento più o meno parallelo tra loro e trasversale al solco principale dell'Adda. Sono ripide e impervie, profondamente scavate, soprattutto nel tratto terminale, dall'azione erosiva dei torrenti. Il substrato roccioso è costituito quasi unicamente da scisti cristallini (gneiss, micascisti e filladi); solo sulle cime affiorano rocce sedimentarie. Le valli orobiche sono intensamente sfruttate per la produzione di energia idroelettrica. Numerosi sono i bacini artificiali realizzati sopra il limite del bosco, numerose sono le condotte, sotterranee o alla luce, che conducono a valle le acque captate. Rilevante è anche, in alcune valli, lo sviluppo degli elettrodotti, che valicano le Orobie. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 3. METODI In considerazione della complessità del lavoro e delle scarse conoscenze di base a disposizione si è optato per un lavoro di équipe a diversa scala in modo da svolgere indagini sia a livello ambientale che sulla specie con l’utilizzo di dati già a disposizione e di dati raccolti per indagine sul territorio. I lavori sono stati distribuiti secondo la seguente scala temporale: a) Indagini preliminari b) Raccolta dati di campagna c) Elaborazione cartografica e modelli colturali Con i risultati ottenuti si sono elaborate le proposte di conservazione e di miglioramento e i programmi di gestione futura. 3.1 Indagini preliminari Prima di effettuare la ricerca di campagna vera e propria sono state necessarie una serie di indagini “a tavolino”. La prima fase è consistita nella raccolta dei dati bibliografici inerenti il Gallo cedrone in Valtellina. Tale ricerca è stata indirizzata su fonti bibliografiche di varia natura che andavano da testi veri e propri (es. pubblicazioni scientifiche, atlanti, editoriali, ecc.) che non (es. tesi di laurea, resoconti inediti, ecc.) e che riguardavano principalmente informazioni sulla distribuzione nel territorio d’indagine. Ad integrazione dell’analisi bibliografica si sono effettuate una serie di interviste a guardie ed operatori vari al fine di integrare le scarne conoscenze di base sulla distribuzione del tetraonide. Chiaramente le informazioni così raccolte sono state utilizzate con la dovuta cautela; le osservazioni relative ad aree già documentate hanno contribuito ad avvalorare i dati già in possesso, le osservazioni incrociate in aree “nuove” sono state un motivo per un’indagine di campagna più attenta mentre le segnalazioni non confermate ulteriormente ed occasionali sono state archiviate come dato da confermare. Ciò ha consentito di ottenere una prima cartografia delle segnalazioni conosciute e di evidenziare le aree meritevoli di ulteriori indagini di campagna. La finalità di questi lavori preliminari (analisi bibliografica, interviste e cartografia delle segnalazioni) è chiaramente quella di avere un quadro di conoscenze di base sul grado di approfondimento e conoscenza del Gallo cedrone nel territorio. Ciò ha permesso di calibrare ed indirizzare adeguatamente gli sforzi di ricerca sui settori e filoni meno conosciuti ed approfonditi. Un’altra fase preliminare importante è stata la selezione a priori delle aree frequentabili dal tetraonide mediante l’esclusione delle tipologie ambientali e geografiche sicuramente poco utilizzate. Partendo dal territorio globale del Parco si è operata una prima selezione dell’habitat geografico escludendo le fasce altimetriche inidonee o comunque poco frequentabili dalla specie. Da questo punto di vista il Gallo cedrone è una specie selettiva e valutando l’ambiente della Valtellina ed in base a quanto conosciuto sulle esigenze ambientali del Gallo (De Franceschi,1994, Artuso, 1994) si possono escludere le aree sotto i 1200 m di quota (per la presenza di formazioni eccessivamente poco continentali e più antropizzate) e la fascia superiore ai 1900 m, in quanto normalmente sprovvista di formazioni forestali. Ciò comporta una prima grossa selezione del territorio, passando dai 46.200 ha totali ai 23.200 ha delle sole fasce comprese tra le isoiete 1200-1900 m. Dopo questa prima grossa riduzione si sono eliminate anche le aree con fisionomie sicuramente prive di interesse per la specie, deducibili dalle classi di ambiente ricavate dalla Carta dell’Uso del Suolo a base vegetazionale prodotta nell’ambito del Progetto di Cartografia Geoambientale della Regione Lombardia (tabella 1 e figura 1) Copertura Foreste di conifere Foreste di latifoglie Foreste di latifoglie e conifere Pascoli, incolti Prati, aree urbanizzate, sterili Vegetazione arbustiva naturale Laghi TOTALI ente gestore: Consorzio ha % 12.000 570 1.540 2.350 2.770 3.800 170 23.200 51,7 2,5 6,6 10,1 11,9 16,4 0,7 100 Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi COPERTURA 16% Foreste di conifere 1% Foreste di latifoglie Foreste di latifoglie e conifere 12% 52% Pascoli, incolti Prati, aree urbanizzate, sterili 10% 7% 2% Vegetazione arbustiva naturale Laghi Tab.1 e Figura 1: Ripartizione del territorio nella fascia di quota tra 1200 e 1900 m Gallo cedrone nel P.O.V Si è proceduto così ad eliminare le aree urbanizzate, le aree coltivate (inclusi i prati), gli ambienti rocciosi ed i pascoli estesi. In tal modo si è ottenuta un’area di 17.900 ha che corrisponde al 41 % di quella iniziale, da considerare territorio di indagine (vedi in allegato Tavola 1 – Tipologie geoambientali tra quota 1200 e 1900 m). Questo non vuol dire che tutto ciò che è interno a quest’area è da ritenersi idoneo alla specie, così come non si possono escludere delle occasionali presenze anche al di fuori di questa prima area d’indagine. L’area rappresenta però una base dove concentrare le risorse di ricerca, al cui interno sicuramente si trovano ambienti idonei alla specie e dove sicuramente si concentra la quasi totalità della popolazione di Gallo cedrone della Valtellina orobica. Sempre nell’ambito delle indagini preliminari si sono raccolte informazioni relative agli aspetti della gestione forestale e all’attività d’alpe, per valutare l’eventuale disturbo alla specie e le potenzialità di attuazione di forme di gestione del territorio efficaci per la conservazione. Per quanto riguarda gli aspetti selvicolturali, l’analisi ha considerato sia gli interventi che l’aspetto pianificatorio. 3.2 Raccolta dati di campagna A cominciare dall’aprile 1999 si sono susseguite varie forme di monitoraggio di campagna al Gallo cedrone su tutta l’area d’indagine. Sono state così programmate uscite sia su aree notoriamente frequentate dal tetraonide, sia su aree di probabile presenza, al fine di confermare le aree di presenza conosciuta, verificare quelle sospette ed indagare il più possibile il restante territorio potenziale. In linea generale le aree a parco naturale sono state quelle privilegiate nell’indagine di campagna. L’indagine è stata inoltre concentrata nelle osservazioni del Gallo cedrone nel periodo del canto ed in periodo di allevamento delle covate in quanto trattasi dei momenti più critici per la sopravvivenza della specie nel nostro territorio alpino, e pertanto di quelli che necessitano di ambienti più idonei (Bottazzo e De Franceschi,1996). Per quanto riguarda il periodo degli amori sono state effettuate indagini sia al canto (notturne) che diurne per rilevare eventuali tracce di presenza. Tra aprile e maggio 1999 si sono eseguite 10 uscite in altrettanti siti certi e probabili. Da giugno fino a ottobre inoltrato si sono effettuate invece una serie di battute a vista di aree potenziali per l’allevamento delle covate. In considerazione dell’aleatorietà di quest’ultimo metodo (difficile contattabilità per una specie così elusiva e poco rappresentata nel valtellinese) si è privilegiato l’osservazione di tracce nel terreno con maggiore attenzione nei punti di precedenti osservazioni. Tra giugno e ottobre 1999 si sono effettuate 15 uscite in diverse aree su superfici di circa 300-400 ha con battute in 2-3 persone per volta. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Durante tutto il periodo si sono poi raccolte le osservazioni del tetraonide effettuate da altri operatori e successivamente verificate nel territorio. Parallelamente ai dati sull’osservazione della specie sono stati raccolti dati di carattere ambientale sui siti di particolare vocazione per la specie. Per una valutazione delle caratteristiche dell’habitat del Gallo cedrone nel corso dei censimenti sono state individuate delle aree campione per il rilevamento delle caratteristiche forestali e vegetazionali. La scelta di tali aree è ricaduta sulle zone frequentate dalla specie o ritenute in ogni caso idonee e potenziali per la stessa. In tali aree si sono poi individuati dei siti circolari di 20 m di raggio per il rilevamento delle caratteristiche forestali e stazionali quali la composizione forestale, la densità dello strato arboreo ed arbustivo, l’area basimetrica, la distribuzione spaziale della copertura, ecc. ecc. mediante l’utilizzo di un’apposita scheda riportata in allegato. Analogo lavoro è stato fatto per il rilevamento delle caratteristiche vegetazionali con la raccolta di dati floristici all’interno delle aree campione prescelte. L’elaborazione dei dati forestali e vegetazionali ed il relativo confronto con la panoramica dell’intero territorio del P.O.V. consente infine di trarre importanti correlazioni sulle preferenze di habitat della specie. 4. RISULTATI 4.1 .Monitoraggi e censimenti Nonostante la limitatezza delle risorse a disposizione, ed il conseguente modesto numero di osservazioni dirette, si sono ottenuti dati di notevole interesse, sufficienti a formulare alcune considerazioni sulla consistenza e presenza della specie nel territorio del P.O.V. 4.1.1 .Censimenti primaverili Come era in previsione, viste le scarse conoscenze preliminari sulla specie in periodo di canto, le indagini sul territorio svolte principalmente nel corso dell’anno 1999 hanno portato alla conferma ed osservazione di un solo posto di canto composto da almeno 2 maschi nell’area di Campelli (sito, del resto, già piuttosto noto). In altre tre aree si sono trovate tracce del tetraonide (fatte o piume) e pertanto la presenza può essere classificata come probabile mentre in altre 6 aree non si sono avuti né contatti diretti né rilevamento di tracce (Tab. 2) Località Osservazione diretta X Tracce Posto di canto X Anno di rilevamento 1999-2000 San Salvatore / X 1999 Possibile Tagliate / / 1999 ? Pizzo Berro / X 1999-2000 Probabile Gallonaccio / / 1999 ? Legnomarcio / / 1999 ? Bilii / / 1999 ? Baitone / X 1999 Probabile Albaredo / / 1999 ? Campelli Tab.2 Risultati dei censimenti primaverili al Gallo cedrone nel P.O.V. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Certo Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Come si può notare nell’ultima colonna della tabella non è stata esclusa nessun’area come certamente non idonea in quanto un solo monitoraggio non è sufficiente ad escludere un’area come inidonea. Va tuttavia osservata la mancanza di arene di canto vere e proprie in quanto, per essere definite tali, vi devono essere delle porzioni di terreno dove si manifestano dimostrazioni di rivendicazioni territoriali e dove i maschi vi si concentrano (De Franceschi e Bottazzo, 1988) . Con queste premesse nel territorio Valtellinese dove si possono osservare in modo incostante, al massimo 1-2 capi per sito si può, purtroppo, solo parlare di posti di canto. 4.1.2 Censimenti estivi Sono state eseguite 15 uscite nel territorio nell’arco del 1999 dove si è ottenuta un’osservazione diretta di due maschi nell’area Campelli (giugno 1999) ed una serie di rilevamenti di tracce varie su altri siti (Bilii, Gallonaccio, Bondone, San Salvatore e Pizzo Berro). Per quanto riguarda il censimento in battuta, per la valutazione del successo riproduttivo, sono state individuate nel corso dei rilevamenti estivi due aree campione ritenute particolarmente vocate per la specie in periodo di allevamento: Area 1 Campelli (monitorata nel 1999 e nel 2000) Descrizione: Medio versante intorno al Dosso della Pioda tra le quote di 1400 e 1550 m delimitato ad ovest da un ramo del torrente Marzigogna e ad est dal crinale verso la Val Venina di confine comunale. Nella parte centrale si presenta ben modellato con bosco paracoetaneo di larice con ampie radure, mentre ai lati si presenta più articolato a causa delle pendenze più elevate e per la presenza divalli. Superficie: 53 ettari Esposizione: Nord (prevalente) Numero di battute necessarie: 2 Lunghezza massima delle battute: 1300 m; Area 2 Pizzo Berro (monitorata nel 2000) Descrizione: Ampia fascia boscata posta nel versante nord orientale del Pizzo Berro tra le quote di 1400 e 1650 metri. Trattasi di un’area per lo più boscata, ad abete rosso e abete bianco, con qualche piccolo incluso di pascolo; discretamente modellata nella parte a nord mentre risulta assai accidentata con vai e rocce affioranti nella parte a sud. Superficie: 46 ettari Esposizione: Nord, Nord - Ovest ed Ovest Numero di battute necessarie: 2 Lunghezza massima delle battute: 1600 m Negli anni 1999 e 2000 sono stati eseguiti 3 censimenti in battuta i cui risultati sono riassunti in tabella 3 Area Data censimento N° Battitori Campelli 28/08/99 9 Pizzo Berro 26/08/00 9 Campelli 25/08/00 11 Risultati 11 segnalazione di Gallo cedrone di cui: 1 nido (resti),1 femmina morta (resti),5 segnalazioni di fatte e 4 segnalazioni di piume 10 segnalazioni di Gallo cedrone di cui: 1 juvenile morto (resti), 3 segnalazioni di piume e 6 segnalazione di fatte 26 segnalazione di Gallo cedrone di cui: 1 avvistamento diretto di 5 capi (una femmina con 4 piccoli), 13 segnalazioni di fatte e 12 segnalazioni di piume Tab.3 Risultati dei censimenti estivi in battuta al Gallo cedrone nel P.O.V. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Come si può notare sono state numerose le segnalazioni di tracce varie che indicano un fervore di attività di allevamento covate in entrambe le aree. Il numero delle tracce non serve, chiaramente, per stimare la popolazione ma permette di individuare o confermare delle aree privilegiate per l’allevamento del tetraonide. Nell’area di Campelli il settore est è il più vocato per la presenza del tetraonide, mentre nell’area di Pizzo Berro le aree di allevamento sembrano concentrate nella parte alta. Tutte le nuove segnalazioni effettuate nel corso dei rilevamenti 1999 e 2000 sono state aggiunte nella carta di distribuzione iniziale utilizzata per l’individuazione dei siti d’indagine preliminare, ottenendo in questo modo una nuova carta aggiornata degli avvistamenti (Tavole 2 e 3 allegate). Nel totale si sono così ottenute 82 segnalazioni di cui 21 riferite agli ultimi due anni, e 9 sono rappresentate da osservazioni effettuate nei tre anni precedenti. Di queste 55 sono osservazioni dirette mentre le altre sono costituite da tracce (es. fatte, impronte, nidi, piume, resti, ecc.). 4.2 Aspetti forestali 4.2.1 Tipi forestali Per un inquadramento generale, gli ambienti forestali all’interno della fascia altimetrica 1200-1900 m vengono descritti con riferimento al Sistema di Tipologie Forestali in via di predisposizione da parte della Regione Lombardia. Il territorio rientra in toto nella Regione Forestale Mesalpica, tranne, forse, la parte più alta della Val di Tartano, dove compare sporadicamente il pino cembro, che potrebbe rientrare nella Regione Forestale Endalpica. Nella fascia montana della Regione Mesalpica la capacità concorrenziale delle latifoglie diminuisce a vantaggio delle conifere e soprattutto dei due abeti che non mostrano più i precoci fenomeni di senescenza tipici della regione esalpica. Il faggio può talora essere abbondante sia in formazioni miste che pure o anche mancare o essere presente in piccole isole. Dove i suoli sono più evoluti gli abieteti assieme alle peccete caratterizzano le formazioni delle esposizioni fresche. Nella fascia altimontana prevalgono nettamente gli abieteti e le peccete, che si estendono anche nella fascia subalpina assieme ai lariceti, solo sporadicamente con presenza di pino cembro. Frequenti sono anche gli alneti di ontano verde. Nel territorio oggetto di studio i boschi di latifoglie sonno rappresentati, • dai querceti dei substrati silicici, dei suoli mesici ai limiti inferiori della zona altimetrica di maggior interesse, con esposizione meridionale, dei suoli xerici fino a 1400m; • dalla faggeta montana dei substrati silicici; • dagli acero tiglieti, soprattutto in ambiente di forra, e dagli acero frassineti, anche fino a 1500 m. Altre tipologie presenti, con fisionomia di boscaglia, spesso espressione di ambienti disturbati o in fase dinamica di ricostruzione del bosco, sono • i corileti, • gli alneti di ontano verde, • i saliceti di Salix capraea, • le formazioni di maggiociondolo alpino e di sorbo degli uccellatori. • i betuleti. Sono presenti anche betuleti primitivi, sui macereti. E’ da considerare che nella regione mesalpica, dove sono limitanti le minori precipitazioni primaverili e le gelate tardive, il faggio raramente costituisce estesi popolamenti, mentre più spesso tende a mescolarsi con l’abete bianco e con l’abete rosso a costituire gli abieteti o i piceo-faggeti. Le formazioni miste sono espresse, fino a 1700 m, • dai piceo faggeti dei substrati silicatici, formazioni miste di abete rosso e faggio, con poca o nulla partecipazione di abete bianco. La loro composizione può essere quanto mai varia passando dalla pecceta quasi pura con residui di faggio alla faggeta molto ricca in peccio. I piceo-faggeti sono stati considerati spesso il risultato dell'attività antropica che ha favorito la diffusione dell'abete rosso, specie decisamente interessante dal punto di vista economico e di facile propagazione negli impianti. Tuttavia, la lacunosità della distribuzione dell'abete bianco, non solo dovuta all'azione dell'uomo, consente la convivenza, seppure "in continua tensione", fra due specie al limite delle rispettive zone ottimali, all'interno delle quali risultano nettamente dominanti. • dagli abieteti dei suoli mesici, per lo più costituiti da consorzi misti di abete rosso, abete bianco e faggio (abietipiceo-faggeti), generalmente dotati di buona stabilità ecologica, in cui le tre specie vi partecipano in modo paritario. Si ritrova in genere in situazioni in cui si hanno suoli dotati di buona disponibilità idrica e con corteggio floristico ricco tanto da entrare temporaneamente in concorrenza con la rinnovazione; ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi • dagli abieteti dei substrati silicatici, che talvolta sono composti dai soli abeti (piceo-abieteti), venendo a costituire l'espressione tipica di queste formazioni, o ancora dalle tre specie, anche se il faggio gioca generalmente un ruolo marginale. Frequentemente è altimontano. Le foreste di conifere si esprimono, oltre che con gli abieteti quando è scarsa o nulla la presenza del faggio, • alle quote inferiori con le peccete di sostituzione dei suoli mesici, dove l’abete rosso ha occupato spazi all’esterno del proprio areale; • soprattutto con la pecceta montana dei substrati silicatici dei suoli mesici, dai 1400 m, in condizioni quindi climaciche; • talvolta con peccete secondarie, dove l’abete rosso rientra, naturalmente o grazie a rimboschimenti, negli spazi in passato sottratti per l’alpicoltura; • con i lariceti, fino alle quote inferiori, spesso con significato di evoluzione di prati arborati. E’ frequente la presenza abete rosso e/o abete bianco sotto il larice dominante, espressione del dinamismo vegetazionale (lariceto in successione). Le formazioni di latifoglie sono generalmente non governate, con una struttura quindi irregolare. Le formazioni di conifere sono invece generalmente fustaie monoplane, nello stadio strutturale della fustaia adulta e matura, ma frequentemente anche stramatura, con tessitura regolare e copertura frequentemente colma. 4.2.2 Rilievo puntuale delle condizioni del bosco In alcune delle aree ritenute, a fine estate 1999, di maggior interesse per il Gallo cedrone, sono stati eseguiti rilievi stazionali puntuali, secondo la metodologia già sperimentata in altre aree dell’arco alpino. I punti di rilievo sono stati determinati a priori, in relazione alle diverse condizioni ambientali (esposizione, quota, descrizione della cartografia geoambientale), e sono stati localizzati nella immediata adiacenza dei sentieri d’accesso. In sito, è stata operata un’ulteriore selezione, soggettiva, al fine di cogliere caratteristiche ambientali differenti. I dati raccolti e la localizzazione dei 23 siti di rilievo sono riportati in allegato. Come si può constatare i siti rientrano nella parte centrale dell’intervallo di quota preselezionato e vanno da un intervallo compreso tra 1270 m e 1760 m (media 1528 m). Le esposizioni sono risultate distribuite tra il primo ed il quarto quadrante, con prevalenza al Nord (45 % delle stazioni comprese tra 315° e 45°) seguite dal 30 % a Est (tra 45° e 135°) e dal 25 % dell’Ovest (tra 225° e 315°), come del resto era presumibile vista la disposizione territoriale del P.O.V. per lo più esposta verso settentrione. Dal punto di vista prettamente forestale i siti di rilevamento prescelti presentano una copertura forestale compresa tra il 40 e 90 % (media 68 %), mentre lo strato sotto copertura di rinnovazione (altezza < 4 m) è presente nell’87 % dei casi con range tra i 15 e 70 %. I tipi forestali più frequentemente riscontrati appartengono alla categoria degli abieteti, con l’abieteto dei substrati silicatici (7 osservazioni), l’abieteto dei suoli mesici (5), quindi sono osservati i tipi della pecceta montana dei substrati silicatici dei suoli mesici (6), del lariceto in successione con pecceta (3) e del lariceto in successione con abieteto (2). Come composizione prevalgono le resinose e tra tutte l’abete rosso (Picea excelsa) presente in tutte le stazioni, segue l’abete bianco (Abies alba) con il 61 % ed il larice (Larix decidua) con il 48 % di siti di presenza. L’unica latifoglia presente è il faggio (Fagus sylvatica) presente nel 22 % dei casi, sempre in composizioni miste ed in coperture moderate (10 % di densità). Domina così il bosco di conifere nel 78 % delle stazione rilevate (di cui il 65 % di conifere miste), seguito dal bosco misto con latifoglie (22 %) mentre mancano le formazioni a latifoglie prevalenti. La struttura coetaneiforme e monoplana è quella più diffusa (64 %) seguita dalla struttura disetaneiforme e multiplana (36 %). A livello di sottobosco la struttura erbacea si presenta piuttosto irregolare tra i vari siti con valori compresi tra 0 e 100 % di copertura. Più significativo è lo strato arbustivo pressoché sempre presente e con coperture intorno al 35 %. Tra le varie specie del sottobosco si evidenzia la diffusa presenza di mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) presente nella maggior parte dei siti con coperture superiori al 20 %. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 4.3 Aspetti vegetazionali Le stazioni indagate dal punto di vista vegetazionale, all’interno della fascia potenziale per il Gallo cedrone, presentano caratteri apparentemente molto eterogenei. Prevalgono le formazioni forestali chiare legate ad interventi più o meno remoti di utilizzazione selvicolturale e comunque di pulizia del sottobosco. Lo strato arbustivo è spesso assente e limitato a tratti di ontaneta a ontano verde; a volte si riscontrano cespuglieti a rododendro ferrugineo nettamente delimitati e mai in formazioni estese e compatte; abbondante e frequente è lo strato suffruticoso a mirtilli e a lampone; frequenti anche megaforbieti a felci; dominano i sottoboschi luminosi e puliti le formazioni ad erbe graminoidi; la componente schiettamente nitrofila è poco rappresentata, mentre risultano ben distribuite le formazioni mediamente esigenti (a Rubus idaeus, nella fattispecie); frequenti tratti di vegetazione riconducibili ad ex chiarie, pascolate e successivamente invase dal noccioleto ormai decrepito (si riscontra qui la maggior concentrazione di specie nitrofile s.s); indubbia frequenza di pascolo in bosco aperto. Le fisionomie dominanti sono l’abieteto ad Abies alba ed il bosco rado a larice e abete rosso, non mancano tuttavia altri tipi fisionomici quali brandelli di pecceta chiusa. Da un punto di vista floristico - vegetazionale, si tratta in tutti i casi di formazioni alto montane, con qualche sconfinamento nel subalpino. I boschi di abete rosso sono nel complesso riconducibili a differenti facies del Piceetum transalpinum in genere piuttosto povere per quanto concerne le specie nemorali che lo caratterizzano. Anche le formazioni più aperte a dominanza di larice (intorno ai 1500 m di quota) non si discostano molto da questo modello pur tendendo verso il Vaccinio Rhododendretum ferruginei nel quale sfumano salendo in quota: non sono stati infatti riscontrati chiari elementi del Piceetum subalpinum. Viene qui usata la classificazione proposta da CREDARO & PIROLA (1975) in quanto si tratta dell’unico documento disponibile per la Valtellina. E’ tuttavia molto probabile che queste grandi unità si identifichino con altre dettagliate, riconosciute e descritte per altre regioni delle Alpi che nella nostra regione devono ancora essere indagate e inquadrate. Si tratta in tutti i casi di formazioni lontane dal climax, legate ad interventi, anche pesanti, di apertura del bosco, di prelievo massiccio quando non addirittura di completa rimozione. Il loro mantenimento nelle attuali condizioni di stabilità (“formazioni durevoli”) è legato ai reiterati interventi di pulitura del sottobosco che hanno depauperato il suolo superficiale rendendolo non più ottimale per lo sviluppo dei semenzali: la rinnovazione è infatti pressoché assente. Le stesse formazioni ad abete bianco assumono il significato di stadi di transizione verso la costituzione della pecceta. Le ampie buche e chiarie subpianeggianti, spesso legate ad aie carbonili, sono occupate da suffrutici ed erbe graminoidi esigenti, favorite dall’insolazione ottimale e sono gli elementi che maggiormente concorrono a creare diversità di ambienti, elemento costante e ricorrente nelle località visitate. 4.4 Attività silvo pastorali La gestione forestale e l’attività d’alpe sono state considerate per valutare sia l’eventuale disturbo alla specie, sia le potenzialità di attuazione di forme di gestione del territorio efficaci per la conservazione. Per quanto riguarda gli aspetti selvicolturali, l’analisi ha considerato sia gli interventi che l’aspetto pianificatorio. 4.4.1 Interventi selvicolturali Per definire l’entità dell’azione selvicolturale si è fatto riferimento a due diversi tipi di dati. Per quanto riguarda i tagli eseguiti nelle proprietà comunali, regolamentati dai Piani d’Assestamento, si sono assunti i dati delle denunce di taglio dell’ultimo triennio (96-98) ed i dati riportati sulle descrizioni particellari da parte dei tecnici o del personale di vigilanza, con riferimento all’intero periodo di validità del Piano. I dati indicano quindi l’entità del taglio eseguito, in genere, in un quindicennio. Per quanto riguarda invece il prelievo operato dai privati si è fatto riferimento alle sole denunce di taglio dell’ultimo triennio. E’ da considerare che non sempre alla denuncia è conseguito l’intervento di prelievo, soprattutto per i lotti dei boschi pubblici, a causa soprattutto delle note difficoltà del mercato. I risultati, relativi a circa 410 interventi, vengono espressi dalle figure 2 e 3. Tranne che per poche eccezioni i tagli sono concentrati al limite inferiore del Parco, ed è quindi limitato il prelievo alle quote superiori. E’ nell’insieme abbastanza rilevante il numero di denunce di taglio relative alla servitù da elettrodotto. L’attività appare essere maggiore in comune di Teglio, Bema, Albaredo e nella Valle del Livrio. Le denunce di taglio dei privati si concentrano nelle aree di bassa quota e ben accessibili, esterne ai demani comunali. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Considerato il modesto prelievo che operano e la loro posizione, può essere ritenuto modesto il loro significato per la conduzione dei boschi di interesse della specie. Al contrario i tagli sulla proprietà pubblica, anche se al momento concentrati in funzione dell’accessibilità, e negli ultimi anni poco rilevanti in termini di prelievo, potrebbero avere una rilevanza molto maggiore. Gli interventi di “pulizia” eseguiti con finanziamenti pubblici sono stati sino ad ora poco significativi ai fini del miglioramento degli habitat, poiché estremamente conservativi. 4.4.2 Proprietà’ ed aspetti assestamentali Gran parte dei boschi interni alla fascia altitudinale di maggior interesse sono di proprietà comunale. Alcune centinaia di ettari fanno invece parte del Demanio Forestale Regionale, con le Foreste Demaniali Regionali della Val Lesina, del Dosso Cavallo, della Val Gerola. Altre estese superfici appartengono a proprietà collettive (Demanio Civico Tartano, Bondone ...). La gran parte di queste foreste, e quindi del territorio forestale orobico, è assestata, anche se i piani sono in molti casi scaduti (vedi tabella 4). E’ da considerare che i Piani d’Assestamento interessano talvolta anche le proprietà private (figura 4). Sono attualmente in fase di redazione i nuovi piani di Pedesina, Rasura, e delle Foreste Demaniali Regionali Val Lesina, Val Gerola, Dosso Cavallo. PIANO PERIODO DI VALIDITA' SUPERFICIE TOTALE ha Gerola Alta 1975-1989 826,63 Cosio 1976-1990 487,44 Teglio 1981-1990 1872,5 Albosaggia 1982-1991 1404,21 Colorina 1982-1991 1023,78 Forcola 1982-1992 480,04 Caiolo 1984-1993 1241,816 Ponte 1986-1995 1190,3935 Piateda 1984-1998 2206,1285 Castello dell'Acqua 1990-1999 574,8822 Bema 1992-2001 702,987 Andalo-Rogolo 1992-2001 415,751 Aprica 1992-2001 644,44 Faedo Valtellino 1992-2006 168,156 Cosio 1996-2010 522,209 TOTALE 13761,3632 Tab. 4 Piani di Assestamento Forestale nel Parco delle Orobie Valtellinesi SUPERFICIE DI PRODUZIONE ha 496,4 398,84 800,1 1030,629 674,25 205,91 1036,497 1038,3758 981,326 445,4709 639,824 224,726 266,774 40,9046 300,354 8580,3813 SUPERFICIE DI PROTEZIONE ha 330,23 88,6 1270,9 13,581 349,53 274,13 205,319 661,669 1224,8025 129,4113 63,163 171,025 377,666 127,2514 99,73 5387,0082 Sono in fase di revisione i piani di Caiolo, Forcola, Cedrasco, Fusine, Ponte in Valtellina, Tartano e Demanio Civico Vallunga. Il 62% della superficie assestata è descritta come bosco di produzione, il rimanente 38% come bosco di protezione. Le forme di trattamento previste, sintetizzate nella tabella A allegata, sono fondamentalmente omogenee,e fanno riferimento prevalentemente al taglio saltuario a gruppi o ai tagli successivi. In molti casi si prevedono però solo attenzioni fitosanitarie, ed il recupero dell’eventuale materiale schiantato. Il modello di bosco normale che a ciò consegue è quindi la fustaia disetanea per gruppi di dimensioni variabili. La ripresa prevista è però complessivamente modesta, con saggi di utilizzazione che solo in pochi casi vanno oltre il 1%, e con un valore medio, ponderato con riferimento alla superficie e non alle masse, dell’1,02 %. Se queste sono le previsioni, l’elaborazione dei dati analitici relativi alle utilizzazioni effettivamente eseguite su 190 particelle nelle proprietà di Tartano – Demanio Civico Vallunga, Caiolo, Teglio, Gerola, Aprica, Cosio, Fusine, Cedrasco, Colorina, Forcola, Castello, Albaredo, Bema, Ponte in Valtellina, Piateda, indica invece un tasso di utilizzazione, su quelle particelle, del 9%. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Attenzioni agli aspetti faunistici nei Piani d’Assestamento Solo in pochi dei Piani vigenti o in via di approvazione ci sono note relative alla fauna selvatica, ed al Gallo cedrone in particolare, ed in genere solo in sede descrittiva (Andalo e Rogolo, Gerola, Faedo, Castello dell’Acqua), molto raramente negli indirizzi progettuali (Cosio, Bema) o nel Regolamento d’uso (Aprica: la realizzazione di strade e piste dovrà sottostare ad una VIA in particolare per salvaguardare vegetazione e fauna) 4.4.3 Alpicoltura La figura 5 illustra la distribuzione degli alpeggi attivi risultanti dalla recente indagine regionale. La tabella B in allegato esprime il carico. Molti alpeggi hanno un carico estremamente ridotto, cui consegue un progressivo peggioramento della qualità del cotico ed il recupero della copertura forestale dove le aree di pascolo erano state ricavate anche sottraendo spazio al bosco. L’attività pastorale è comunque ancora rilevante in alcuni ambiti, in genere nei sistemi di valle (Val Gerola, Valle di Tartano, valli sopra Piateda, Valli di Belviso). Per quanto riguarda la distribuzione dei pascoli, si rimanda alle tavole derivate dalla cartografia geoambientale. E’ da rilevare, rispetto a tale documento cartografico, elaborato con riferimento a dati assunti all’inizio degli anni ’90, che molte aree descritte come prato, interne al territorio forestale, soprattutto quando di piccole dimensioni, sono oggi coperte da arbusti, o si sono già evolute a bosco. 4.5 Aspetti relativi alla fruizione La figura 6 illustra le informazioni già riportate dalla carta escursionistica del Parco e dagli Studi preliminari al Piano Territoriale di Coordinamento. Impianti di risalita sono presenti solo in Val Gerola e ad Aprica. L’attività di sci alpinismo è diffusa in diverse aree del territorio, e, considerando l’esposizione fredda, interessa anche le quote inferiori. La presenza di rifugi è nell’insieme modesta. Non sono state riportate informazioni relativamente alla localizzazione dei sentieri. La morfologia del territorio, l’esposizione sfavorevole, il modesto sviluppo delle strade di penetrazione rendono nell’insieme modesta la pressione delle attività escursionistiche, concentrate nei luoghi più accessibili ed alle quote inferiori. Fig.6 Rifugi e aree di interesse per lo sci ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 5. DISCUSSIONE DEI RISULTATI 5.1 Analisi della distribuzione Mettendo in relazione le osservazioni con le tipologie ambientali corrispondenti si è ottenuta la distribuzione di frequenza ed il valore di utilizzo espresso dal seguente schema (Tab.5). Tipologie Boschi di conifere Boschi misti Boschi di latifoglie Boscaglie varie Pascoli ed incolti Rocce, fiumi, ecc. Superficie occupata % superficie % segnalazioni di Gallo cedrone 11969 ha 51.7 76,9 Utilizzo rispetto l’atteso + 1505 ha 556 ha 6.5 2.4 10,3 2,6 = = 3797 ha 2361 ha 16.4 10.2 3,8 2,6 - 2940 ha 12.7 3,8 - Tab.5 Tipologie geoambientali dell’area d’indagine di Gallo cedrone nel P.O.V. confrontate con le segnalazioni Come si può notare le tipologie più utilizzate, in relazione alla reale disponibilità, sono risultate i boschi di conifere con il 76.9 di segnalazioni, seguite dai boschi misti e dai boschi di latifoglie. Anche per quanto riguarda le quote vi è un’evidente correlazione in quanto a fronte di un’elevata escursione altimetrica dell’intera area parco, che va dai 450 m ai 3050 m, tutte le osservazioni di Gallo cedrone risultano contenute tra 1200 e 1900 m, che rappresenta esattamente il 50 % dell’intera area a parco. Di tutte le segnalazioni il 55,7 % di esse ricadono nelle quote comprese tra 1400-1600 che, viceversa, rappresenta solo il 14,6 % della superficie dell’intero territorio del P.O.V. 35 30 25 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 Fi Fig. 7 Rappresentazione grafica della distribuzione percentuale delle osservazioni di Gallo cedrone (in verde) per quote altimetriche a confronto con la distribuzione altimetrica delle superfici di tutto il P.O.V. (in grigio) Una prima considerazione va fatta sul livello e sul tipo di distribuzione della specie nel territorio del P.O.V. Osservando la carta delle distribuzioni si nota una relativa buona diffusione degli avvistamenti che coprono pressoché tutto il territorio anche se con intensità assai diverse. La distanza lineare tra i diversi avvistamenti è compresa entro pochi chilometri (max 5-6 km) e pertanto si può ritenere che la popolazione sia distribuita in modo continuo su tutto il P.O.V. Vari autori, infatti, (Larson et al., 1982, Johnsgard, 1983) mediante ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi studi con radiotraking hanno verificato spostamenti dei soggetti fino ai 20 km; distanza ben al di sopra di qella tra i punti di avvistamento di Gallo cedrone rinvenuti da questa ricerca. Il territorio a disposizione per il Gallo cedrone nelle Orobie valtellinesi è di oltre 23.000 ha considerando la sola fascia altimetrica tra 1200 e 1900 m. Una superficie del tutto ragguardevole per mantenere una popolazione autosufficiente considerando che normalmente si dà come limite minimo il valore di 10.000 ha (Storch,1994 ). Tuttavia questo non vuol dire assolutamente che la popolazione del P.O.V. presenta numeri sufficientemente elevati per la sopravvivenza della specie ma soltanto che non ci sono, attualmente, elementi che manifestano un pericolo di isolamento od imminente estinzione della popolazione valtellinese di Gallo cedrone. I problemi per l’attuale ed evidente rarefazione del tetraonide sono pertanto più legati al tipo di habitat a disposizione ed all’attività antropica in genere che alla disponibilità spaziale. Ciò che emerge da una osservazione più attenta della carta di distribuzione è tuttavia una difformità del tipo di osservazioni come la scarsa diffusione dei posti di canto se messi a confronto con una maggiore diffusione di osservazioni in altri periodi dell’anno. Con molta probabilità vi sono aree di canto non conosciute o comunque poco indagate altrimenti non si spiegherebbe la relativa ed elevata diffusione delle covate in tutto il territorio del P.O.V. Diversi posti di canto storici, segnalati come attivi fino a non molti anni orsono, si sono attualmente assai ridotti come effettivi quando non sono stati addirittura abbandonati e si può ritenere con molta probabilità che i maschi di cedrone si siano dispersi e rifugiati in altre aree limitrofe. Analizzando le caratteristiche ambientali degli attuali posti di canto frequentati (4 siti certi con segnalazioni riferibili agli ultimi tre anni ed esattamente Campelli, Tagliate, Pizzo Berro, San Salvatore) emerge la presenza di boschi radi, maturi di conifere prevalenti (oltre il 90 %), composti da lariceti puri e coetaneiformi (es. Campelli) o da boschi misti di abete rosso e abete bianco (es. Tagliate e Pizzo Berro) coetanei o disetaneiformi; in linea, quindi, con quanto riscontrato in altre aree alpine. L’età di queste formazioni è di circa 80-120 anni e la densità è compresa tra il 60 e il 90 % di copertura; valore quest’ultimo assai elevato rispetto ad altre aree alpine come il 55% nel tarvisiano (De Franceschi e Bottazzo, 1988). Altre considerazioni e confronti sulle aree di canto valtellinesi non possono essere fatte visto l’esiguo numero delle stazioni; troppo basso per ogni tipo di valutazione statisticamente significativa. Nelle altre aree di canto potenziali indagate (Tab. 2) si sono riscontrati valori tendenzialmente simili di densità forestale, ma con coperture di sottobosco e di rinnovazione assai più elevate (media 35 % di copertura). La densità eccessiva del piano arboreo sottomesso e l’elevata presenza di arbusti nel sottobosco sono fattori negativi nelle arene di canto in quanto limitano i movimenti e la visuale dei soggetti in canto rendendoli più vulnerabili ai predatori. Stesso problema insorge per la lontananza dei siti di canto dalle aree di allevamento covata. Se da una parte è vero che la specie non ha problemi ad effettuare brevi spostamenti, dall’altro risulta più vulnerabile ai predatori (Storch, 1994) e disperde maggiori energie. Meno problematica appare la situazione dell’habitat per il tetraonide in estate, durante il periodo di allevamento delle covate. Sono infatti assai frequenti le strutture di bosco intricato, con notevole sviluppo di sottobosco e rinnovazione, localmente diversificato come densità forestali e ricco di specie floristiche arbustive, suffruticose e megaforbie in genere. Una formazione forestale così intricata, o comunque con un elevato sviluppo del piano arbustivo e suffruticoso, offre una buona protezione ai piccoli di Gallo cedrone sia nei confronti dei predatori sia delle avversità climatiche, unitamente ad una buona disponibilità alimentare. Molto importanti sono anche le coperture a megaforbie quali lampone (Rubus idaeus), epilobio (Epilobium montanum s.p.), felci (Dryopteris filix mas, Athyrium filix foemina, ecc.), ortica (Urtica dioica) ed altre il cui sviluppo è sovente temporaneo e legato a situazioni localizzate di elevata nitrofilia come il verificarsi di uno schianto su una formazione eccessivamente densa, l’accumulo di sostanza organica in genere, un taglio selvicolturale localizzato ed intenso, ecc… Tali megaforbie, se presenti in massa, accentuano la biodiversità della stazione ed offrono un buon riparo ai piccoli di tutti i tetraonidi in genere (De Franceschi e Bottazzo, 1994) che sotto copertura si possono muovere agevolmente trovandovi anche un terreno nudo, spesso umido, con humus dolce e ricco di artropodi per la loro alimentazione. Nelle formazioni in purezza (lariceti ed abetine) il sottobosco risulta generalmente assai meno articolato spazialmente ma può essere ugualmente produttivo per le covate se dispone di vaste coperture di mirtillo nero (Vaccinium myrtillus). In base agli studi effettuati in Baviera da Storch (1994) si è constatata una stretta correlazione positiva tra densità di Gallo cedrone e consistenza dello strato di mirtillo nero. Va tuttavia sottolineato che questo non è stato verificato e sperimentato nel nostro territorio nazionale. Vi sono infatti casi assai discordanti di presenza relativamente consistente del Gallo cedrone su aree come il Massiccio del M. Grappa (VI/BL) e l’altopiano del Cansiglio (TV/BL/PN) dove la diffusione del mirtillo nero è sporadica se non rarissima. Nel caso della Foresta di Tarvisio (UD) dove su 40.000 ha si è stimata una popolazione di 250 coppie di Gallo cedrone a fine estate (De ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Franceschi, 1995) e che rappresenta pertanto la popolazione più consistente di tutto il territorio nazionale, la presenza del mirtillo nero è assai meno diffusa rispetto alla Valtellina. Su oltre 250 rilievi floristici inediti eseguiti su tutta la Foresta di Tarvisio la presenza di mirtillo nero con valori di almeno il 20 % non supera il 22 % dei rilievi contro il 50 % delle stazioni indagate in Valtellina per questa ricerca. 5.2 Carta delle potenzialità faunistiche Per sviluppare una carta delle potenzialità faunistiche di una qualsiasi specie animale sono necessari elementi conoscitivi relativi all’ambiente d’indagine e alle esigenze della specie stessa. Con i limiti già descritti in premessa e con i dati a disposizione si è costruita una prima carta delle potenzialità per il Gallo cedrone nel P.O.V. basata su elementi geofisici e naturali a grande scala. In base alle conoscenze sulle caratteristiche dell’habitat del tetraonide nelle Alpi si può affermare che il bosco continentale ed altimontano è quello che più in sintesi risponde alle esigenze della specie. Tali boschi sono localizzati a quote ben precise anche se con range piuttosto ampi. Dall’analisi dei nostri dati è emersa una stretta correlazione e significatività di presenza della specie tra le quote di 1400 e 1600 m che degrada progressivamente per diventare nulla sotto i 1200 e sopra i 1800 (Fig. 7). Pendenze ed esposizioni sono meno importanti e pertanto non sono state considerate. Altro elemento determinante è chiaramente la vegetazione o, meglio, la tipologia di bosco. Considerando la vegetazione forestale della Valtellina e le conoscenze in possesso si può senz’altro affermare che il bosco di conifere puro è quello che risponde al meglio alle caratteristiche ricercate dal Gallo cedrone. Innanzitutto perché legato ad una fisionomia ed un carattere prettamente continentale e poi perché sovente si presenta rado e ricco di suffrutici. Ad esso seguono, in ordine di importanza, i boschi misti e i boschi di sole latifoglie. Chiaramente risultano importanti anche altri fattori legati più agli aspetti strutturali della vegetazione ma poiché questi sono fortemente condizionati all’attività antropica in bosco (es. selvicoltura, pascolo in bosco) non vengono considerati per una valutazione della potenzialità intrinseca di un’area. In base a queste considerazioni ad ogni punto vettoriale dell’area d’indagine è stato assegnato un valore ponderale da 0 a 3 sia per la quota e sia per le tipologie vegetazionali (Tab. 6). valori 2 1 0 1200-1299 m 1700–1799 m < 1200 m 1300-1399 m > 1800 m 1600-1699 m Tipologie Boschi di Boschi Boschi di Altre geoambientali conifere misti latifoglie tipologie Tab.6 Valori ponderali assegnati a quote e tipologie geoambientali per la realizzazione della carta delle potenzialità faunistiche per il Gallo cedrone nel P.O.V. Intervalli di quote 3 1400-1499 m 1500-1599 m Sono stati di seguito sommati i valori relativi di quota e tipologie vegetazionali ad esclusione dei punti che presentavano almeno un valore uguale a zero che, in questo caso, hanno assunto il valore complessivo di zero. I valori così ottenuti sono stati raggruppati in 3 classi relative: alta (valori 5 e 6), media (valori 3 e 4) e bassa (valori < a 2) e si potuto così ottenere la Carta delle Potenzialità Faunistiche per il Gallo cedrone. La Carta delle potenzialità è illustrata nella tavola 4 allegata, che deve essere considerata come sola esemplificazione dell’applicazione degli indici, utilizzando i dati forniti dalla cartografia geoambientale. Per meglio richiamare il solo significato esemplificativo, la tavola non riporta la base cartografica. La Carta delle Potenzialità per il Gallo cedrone presenta il 46, 8 % di territorio nella classe Bassa, il 14,7 nella classe Media ed il 38,5 % nella classe Alta. Dalla valutazione della Carta delle potenzialità faunistiche per il Gallo cedrone nel Parco delle Orobie Valtellinesi sovrapposta alle segnalazioni del tetraonide stesso, si nota una buona corrispondenza tra segnalazioni e classi di potenzialità (tavola 4 allegata) che conferma l’efficacia degli elementi di valutazione e delle ponderazioni attuate per la costruzione della carta stessa; si nota infatti la presenza di ampi settori dell’area di studio con poche osservazioni e forte prevalenza delle classi inferiori di potenzialità (es. Val Lesina, Val d’Arigna e Val Caronno). Per contro si verificano anche altre ampie porzioni di parco con alte vocazionalità di presenza del tetraonide, ma con scarse segnalazioni come la Val Tartano e la Val Belviso. In quest’ultimo caso oltre ad un maggior affinamento del dettaglio della carta con acquisizioni di altri fattori ambientali di ponderazione, non va dimenticata la necessità di incrementare la raccolta delle osservazioni di campagna. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi L’utilizzo del tipo strutturale come ulteriore parametro informativo potrebbe portare ad una valutazione del valore attuale, sulla base quindi di un’analisi di maggior dettaglio dei popolamenti forestali. 6. CONSIDERAZIONI Riassumendo quanto emerso dallo studio si può affermare che il momento critico per il Gallo cedrone nel Parco delle Orobie Valtellinesi è rappresentato dal periodo degli amori a causa della mancanza di siti idonei per le parate. Questo è dovuto, innanzitutto ad una modesta potenzialità nelle formazioni forestali del Parco delle Orobie Valtellinesi dove sono assai scarse le superfici con formazioni a carattere subalpino continentale e che maggiormente soddisfano le esigenze della specie. Mancano del tutto le formazioni altimontane a pino silvestre mentre sono poco rappresentati i lariceti e le peccete subalpine; tutte tipologie forestali a forte vocazionalità per il tetraonide. Inoltre numerose aree potenziali per i boschi subalpini sono state da secoli trasformate in pascoli riducendo ulteriormente la già limitata disponibilità di aree di canto. I pascoli e le aree di più recente abbandono coprono infatti il 10,1 % di territorio dell’area d’indagine (2350 ha ), Un altro problema sta nell’attuale fase dinamica in corso in gran parte dei boschi altimontani della Valtellina. I boschi limitrofi ai pascoli hanno subito nel passato un omogeneo rallentamento della dinamica evolutiva con un conseguente invecchiamento strutturale e rarefazione della copertura. Gli animali al pascolo, infatti, utilizzavano anche il sottobosco delle formazioni forestali limitrofe e pertanto non consentivano la rinnovazione degli stessi ma per contro mantenevano delle strutture forestali paranaturali simili a formazioni subalpine e quindi idonee ai periodi di canto del Gallo cedrone. Ciò si è mantenuto fino a pochi decenni orsono quando l’attività zootecnica in alpeggi ha subito le conseguenze dell’esodo dell’uomo dalla montagna con l’inevitabile abbandono di numerose superfici pascolive all’evoluzione naturale. La prima conseguenza è stata la ripresa della rinnovazione forestale nei boschi limitrofi che, dal punto di vista prettamente ecologico e forestale, è da considerarsi positiva vista la dinamica verso la stabilità ecosistemica. Dal punto di vista faunistico va però interpretata negativamente in quanto le popolazioni di Gallo cedrone si vedono mancare in massa, e pressoché contemporaneamente, di gran parte delle proprie aree di canto. Visto nella sua integrità la dinamica di tali boschi non è un problema prettamente selvicolturale ma bensì assestamentale. Tutte le formazioni forestali hanno un ciclo vitale che le porta, in una determinata fase, ad essere idonee come arene di canto per un periodo, tuttavia sempre limitato nel tempo. Le formazioni prettamente subalpine e continentali presentano questi cicli vitali assai rallentati e pertanto a maturità possono apparire quasi stabili come idoneità per la specie mentre per le formazioni poste a quote più basse tali fasi sono assai molto più limitate temporalmente. Il ciclo vitale di una formazione forestale più idoneo per il canto è la fase submatura e matura per le formazioni subalpine o per i boschi composti da specie spiccatamente eliofile quali il pino silvestre ed il larice. Per le altre formazioni (boschi misti ad abete bianco, faggio e abete rosso) è più indicata la fase matura e stramatura sempre che la rinnovazione non sia eccessivamente rapida ad insediarsi. Tale problema è particolarmente accentuato nella fascia inferiore ed in aree a particolare fertilità forestale, dove i boschi presentano elevate dinamicità nel rinnovamento naturale, frequenti nel territorio del parco. Attualmente nel territorio d’indagine si sta assistendo ad un rinnovamento in massa di gran parte delle formazioni ad abete bianco e abete rosso poste a quote più elevate e pertanto necessarie sono le misure di pianificazione forestale per graduare la presenza nel tempo e nello spazio di tali formazioni. La popolazione di Gallo cedrone del Parco delle Orobie Valtellinesi sta così vivendo un momento assai delicato per la sua conservazione reso complesso dalla scarsa conoscenza della sua distribuzione e consistenza. I metodi e le stime di consistenza sono assai inappropriati per una specie così difficile e di per se così rarefatta. Si può tuttavia azzardare una consistenza di 35-40 coppie di Gallo cedrone a fine estate in tutto il territorio del Parco, stimata esclusivamente in base ai pochi dati in possesso, al grado di contattabilità ottenuto in campo, all’estensione del territorio potenziale ed al confronto con altre aree alpine. Tale numero non deve ingannare in senso ottimistico in quanto si tratta di valori assai modesti se messi a confronto con la vastità del territorio. Si parla infatti di densità intorno agli 0,3 capi ogni 100 ha, valori assai inferiori ai 2-4 giudicati buoni per una popolazione vitale (Storch, 1994). ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 7. INTERVENTI DI CONSERVAZIONE Gli interventi di conservazione e tutela del Gallo cedrone proposti nel Parco delle Orobie Valtellinesi possono essere cosi raggruppati in quattro misure: - monitoraggi; - misure selvicolturali; - misure assestamentali; - misure complementari. 7.1 Monitoraggi La prima forma di conservazione e tutela di una specie faunistica consiste nella conoscenza della sua distribuzione. Risulta pertanto basilare insistere nell’acquisizione costante di dati di campagna mediante la creazione di una banca dati delle segnalazioni e sulla distribuzione della specie del territorio di competenza. Verrà data importanza soprattutto al periodo degli amori e tenendo conto delle valutazioni della carta delle potenzialità verranno indagate, oltre alle poche aree note, anche i territori potenziali ed i margini di posti di canto abbandonati. Censimenti primaverili I censimenti primaverili verranno effettuati da personale particolarmente addestrato che effettuerà sia uscite diurne nelle aree di nuova indagine al fine di rinvenire eventuali tracce di attività di parate sia uscite al canto. Per queste ultime è necessario disporre di almeno due - tre rilevatori dislocati a distanza in altrettanti punti di ascolto intorno all’area d’indagine. Ogni rilevatore dovrà essere in loco almeno un’ora prima dell’albeggiare ed attendere fino al termine dell’attività di canto compilando l’apposita scheda ed annotando su cartografia l’esatta ubicazione del sito. Prima di rientrare è opportuno dare un’ulteriore perlustrata dell’area e del suo intorno al fine di sorprendere eventuali soggetti nascosti o rimasti inattivi. A meno che il sito non risulti chiaramente non frequentato dal tetraonide è bene effettuare almeno due perlustrazioni per sito in periodo di canto (indicativamente tra il 15 aprile e 10 il maggio) avendo cura, in ogni modo, di compilare la scheda anche nel caso non si osservino soggetti o tracce. Battute estive Per valutare il successo riproduttivo si può utilizzare il metodo della battuta che va eseguita indicativamente tra l’ultima decade di agosto e la prima di settembre. In questo periodo si ha infatti la concomitanza positiva di una serie di fattori in quanto i piccoli hanno superato gran parte della fase critica di svezzamento, sono già di dimensioni ragguardevoli ma ancora uniti alla madre ed inoltre sono in fase ultimale della muta e pertanto vi sono numerose tracce nel terreno. L’area di battuta va scelta tra le zone particolarmente vocate per l’allevamento delle covate e deve avere una dimensione di 50-150 ha. Altra accortezza sta nello scegliere aree con buona visibilità nel sottobosco, di non difficile percorribilità e con confini ben definiti e possibilmente naturali (es. dossi, vallecole o sentieri) in modo da essere facilmente identificabili di anno in anno. Il censimento consiste in battute di 7-9 persone distribuite in linea lungo la verticale del versante, distanti tra loro 15-30 metri (“a vista”) e che si muovono lungo le curve di livello. Qualora non si riesca a coprire tutta l’area con un solo percorso la battuta può essere continuata traslando e ruotando tutti i battitori nell’area mancante avendo, come unica accortezza, quella di effettuare le diverse battute partendo da quella a quota inferiore in modo da evitare i doppi conteggi (i tetraonidi normalmente si mettono in fuga verso il basso). Il capobattuta è posto al centro ed a lui spetta chiamare l’andatura e segnare gli avvistamenti. Ruolo importante hanno anche i due battitori estremi (ali) a cui spettano, più di tutti gli altri, tenere la quota e l’allineamento. L’andatura deve essere lenta e costantemente in allineamento con l’alternanza di momenti di pausa, silenzio e movimento. Ogni battitore dovrà infatti aver cura di tenere a vista ed allineati i battitori vicini, mantenere la quota ma soprattutto dovrà osservare terreno e chiome degli alberi dinanzi a sè al fine di rilevare sia esemplari di Gallo cedrone sia sue tracce (es. piume, escrementi, resti di uova, eventuali carcasse, formicai divelti, ecc.). Ogni osservazione sarà chiamato subito dall’avvistatore e la battuta si fermerà per il tempo necessario a trasmettere i dati al capobattuta. Quest’ultimo segnerà su mappa 1:10.000 (o meglio 1:5.000) il punto di avvistamento e registrerà il tipo di osservazione su un’apposita scheda di campagna. Indicativamente è bene che un censimento in battuta di un’area non superi le 2,30-3 ore in quanto la stanchezza e l’inevitabile abbassamento di attenzione possono sensibilmente compromettere i risultati della battuta. Nel resto del periodo dell’anno è bene raccogliere tutte le osservazioni fatte sia casualmente che per ragioni di servizio da personale ed operatori affidabili che andranno anch’esse ad aggiornare costantemente la carta di distribuzione della specie. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 7.2 Misure selvicolturali Per ricostruire un modello di bosco idoneo al tetraonide in periodo di canto è necessario un cambiamento di approccio alla gestione forestale. E’ necessario infatti abbandonare momentaneamente l’obiettivo base di intervenire al fine di far rinnovare il bosco a maturità credendo che la perpetuazione di un bosco faccia bene alla fauna forestale in genere. La struttura del bosco per il Gallo cedrone in periodo di canto può sembrare un modello molto statico, poco naturale e poco “produttivo”, ma se l’obiettivo degli interventi selvicolturali è la salvaguardia di questa specie non ci possono essere compromessi. Per ottenere i modelli di bosco idonei gli alberi devono essere portati oltre la soglia di maturità fino alla naturale senescenza (solo in questo caso si interverrà con l’allontanamento dei soggetti caduti o di imminente fine ciclo). La densità forestale deve essere inferiore alle reali potenzialità del bosco e deve essere avviata già a partire dalle fasi subadulte mentre la rinnovazione naturale deve essere ritardata il più possibile. Fatte queste premesse il modello di bosco da perseguire per il periodo di canto deve avere queste caratteristiche: a) copertura forestale rada (densità delle chiome tra 40-70 %). Il campo visivo deve essere aperto sia per farsi vedere dalle femmine sia per vedere eventuali predatori a distanza. La specie inoltre ha notevoli difficoltà nel prendere il volo in boschi molto fitti e pertanto predilige le formazioni rade anche se discontinue come copertura (es. presenza di radure). b) alberi di grosse dimensioni (boschi maturi o stramaturi). Il Gallo cedrone ha una struttura relativamente pesante e pertanto necessita di rami grossi per il suo sostenimento. La conformazione dei rami degli alberi è una caratteristica dettata sia dal portamento specifico della specie edificante il bosco (es. più favorevoli le specie forestali a portamento contorto e meno colonnale quali faggio e pino silvestre) ma soprattutto dalla maggiore età del bosco in quanto con la maturità, chiaramente, aumentano le dimensioni dei rami. c) sottobosco arbustivo di modesta copertura (tollerati piccoli gruppi con copertura percentuale non superiore al 15 %). Gli interventi selvicolturali per raggiungere un modello di bosco con le caratteristiche summenzionate sono pertanto riassumibili in tre tipologie: - Diradamento basso - Interventi sulla rinnovazione - Taglio modulare a senescenza Diradamento basso Con tale termine si identificano tutti gli interventi volti a creare e mantenere una densità bassa della struttura forestale (40-70 %). I soggetti arborei da eliminare saranno quelli sottomessi o con poche prospettive di diventare dominanti. Le specie da rilasciare saranno l’abete bianco e il larice, con particolare tutela dei soggetti assai ramosi e già isolati naturalmente. I principi base della selvicoltura andranno considerati per salvaguardare il bosco da possibili schianti per eccessivi diradamenti. Per tale motivo l’avviamento al bosco rado va iniziato già in fasi subadulte in modo da preparare i rilasci all’isolamento e alla ramosità dei fusti. Nel dettaglio il diradamento basso risulta diverso a seconda della struttura e composizione del bosco di partenza. Bosco coetaneiforme e monospecifico Nelle Orobie valtellinesi si incontrano boschi puri altimontani di abete rosso o larice che andranno diradati per pedale in modo da ottenere una regolare strutturazione della densità. La percentuale del prelievo sarà anche in funzione della feracità del bosco: tanto più i soggetti rispondono con accrescimenti al diradamento tanto maggiore sarà il prelievo. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Bosco misto e disetaneiforme In questo caso l’intervento ha un carattere più vicino al diradamento misto in quanto mira alla realizzazione di una densità irregolare, con aperture di piccole buche ed il rilascio di gruppetti di alberi (3-4 soggetti). Dove insistono accenni di radure conviene intervenire ai margini per creare l’apertura. Importante è la selezione sulle specie forestali e sulla conformazione dei singoli soggetti. Interventi sulla rinnovazione La rinnovazione va sfavorita in tutti i modi prima della fase ultimale di senescenza del bosco ricordando che sono tollerati solo piccoli nuclei di rinnovazione, non troppo densi ed inferiori al 15 % di superficie. Occorre intervenire quando la rinnovazione arriva ai 40 cm di altezza con decespugliamenti alla base e con periodicità in stretta funzione e frequenza, chiaramente, con la feracità della stazione. Taglio modulare a senescenza Nelle fasi mature e senescenti del bosco gli interventi saranno estremamente localizzati in modo da seguire a livello puntiforme l’evoluzione del modello di bosco e portarlo naturalmente alla fine del ciclo. (Vedi figura 8). ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Altre misure di intervento Vi sono altre norme ed attenzioni che devono essere seguite, ad integrazione dei succitati interventi selvicolturali, per completare le misure di salvaguardia della specie. a) accatastamento residui di lavorazione del bosco Come noto le utilizzazioni forestali comportano il rilascio nel bosco di una certa quantità legnosa residua composta da sottomisure, scarti e ramaglie. La quantità di tale materiale è in funzione dell’intensità delle utilizzazioni e del tipo di utilizzazione ed assortimento richiesto (maggiore nel caso dei tagli fitosanitari o per ricavare legna da opera). Nel modello di bosco per il Gallo cedrone è opportuno allontanare la maggior quantità di residui legnosi dal bosco al fine di non creare ulteriori disordini del sottobosco. Sono tollerati soltanto piccoli residui accatastati posti lontano dalle radure e dislocati in modo che non creino un continuo tra di loro. Per quanto possibile le ramaglie andrebbero sminuzzate o cippate per favorire ed accelerare la naturale decomposizione. b) funi La presenza di funi sospese nel bosco rappresenta un pericolo costante per uccelli di grosse dimensioni come i tetraonidi. Questi non riconoscono nella fune sospesa un pericolo mortale e nei loro voli possono imbattersi ferendosi gravemente. Tali sistemi per l’esbosco vanno pertanto limitati nell’uso e comunque utilizzati soltanto per il periodo strettamente necessario all’esbosco. c) periodo e durata dell’utilizzazione In teoria per le arene di canto non vi sono problemi temporali per le utilizzazione in quanto durante gli amori del Gallo cedrone nella fascia altimontana dei boschi non è ancora iniziata la stagione dei lavori. Va tuttavia considerato che molte arene di canto combaciano o sono adiacenti, come superficie, con le aree di allevamento covata e pertanto è necessario seguire le seguenti attenzioni: iniziare i tagli il più tardi possibile come stagione vegetativa (mai in giugno, ideale da settembre in poi) eseguire e completare le utilizzazione per piccoli settori in modo da ridurre nel tempo e nello spazio le operazioni selvicolturali. Per es. se si devono utilizzare 20 ha di bosco conviene operare in quattro fasi utilizzando ed ultimando 5 ha per volta; in questo modo non si avrà mai tutta la superficie esposta contemporaneamente alle utilizzazioni, ma soltanto un quarto. 7.3 Misure assestamentali A monte di tutte le misure selvicolturali su descritte, vanno individuati gli indirizzi da adottare in tutti i piani di assestamento relativi all’area del Parco. Un primo contributo di conoscenza da offrire ai pianificatori è rappresentato dalla Carta delle potenzialità faunistiche per il Gallo cedrone. In essa sono individuate le aree ad elevata potenzialità per il Gallo cedrone (classe I) e che rappresentano i boschi dove maggiormente devono essere adottate le misure di salvaguardia della specie. Gli interventi selvicolturali in tali aree devono seguire in modo vincolistico le prescrizioni descritte nel par. 7.2 ma dovranno anche essere effettuati e programmati in modo da differenziare, nel tempo e nello spazio, la presenza di strutture idonee come aree di canto. Per essere più vicini alla selvicoltura classica si possono benissimo adottare le superfici assestamentali come unità di gestione autonoma per il tetraonide e le singole particelle, o meglio parti di esse, come unità di tipologia strutturale. L’assestatore dovrebbe pertanto seguire questo protocollo di massima: a) Individuare la superficie potenziale per il Gallo cedrone All’interno del territorio da pianificare, mediante l’utilizzo dello schema di ponderazione delle superfici utilizzato per la costruzione della Carta delle potenzialità per il Gallo cedrone, l’assestatore potrà determinare la porzione di superficie potenziale per ogni classe. Tale superficie dovrà essere calcolata, distinta per classe, e indicata nel piano. b) Creazione della sottounità assestamentale per il Gallo cedrone Nel caso in cui la classe I di potenzialità supera, indicativamente, i 50 ha di superficie per piano dovrà essere creata una sottounità assestamentale, composta prevalentemente dalle particelle forestali, o parti di esse, che appartengono alla prima classe di potenzialità. Spetta poi all’assestatore creare un corpo omogeneo di tali superfici inserendo anche parte delle aree di classe II o zone per le quali vi siano state segnalazioni di presenza del tetraonide. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi c) Determinazione e localizzazione delle tipologie strutturali presenti La sottounità assestamentale andrà scorporata in classi strutturali avendo cura di distinguere particolarmente la densità di copertura e la classe d’età. Per ognuna di tale unità dovrà anche essere valutata l’attuale idoneità per la specie in base al modello di bosco su descritto (par. 7.3) e la sua dinamica evolutiva. d) Pianificazione degli interventi L’assestatore pianificherà gli interventi (se necessari!) in modo da creare superfici di boschi modello, di almeno 10 ha, scalarmente presenti nel tempo. Nel far ciò l’assestatore potrà anche valutare la dinamica o, se presente, la pianificazione forestale eseguita nei boschi confinanti alla sottounità assestamentale ma fuori dal proprio piano assestamentale. La maggiore tutela va chiaramente sempre adottata sulle poche aree di canto attualmente frequentate o per le formazioni oggi maggiormente idonee, che, allo stato attuale delle cose, è bene utilizzare al minimo se non addirittura escludere dalle utilizzazioni. 7.4 Misure complementari Vi sono altre azioni che contribuiscono alla tutela della specie e che anche se qui vengono considerate complementari è bene seguire. Strade forestali Alquanto complesso è l’argomento sulle strade forestali e sulla loro reale utilità in considerazione dei costi di realizzazione e di manutenzione, e soprattutto sull’impatto ambientale. Senza scendere eccessivamente nel dettaglio sulla complessità della questione che abbraccia necessariamente molti aspetti relativi all’economia ed ecologia della montagna, va segnalato che le strade forestali sono generalmente classificate come elementi negativi e causa di rarefazioni della specie in quanto il Gallo cedrone è il tetraonide più sensibile e che mal si adegua alla presenza di infrastrutture antropiche. Una strada forestale oltre a provocare stravolgimenti fisionomici e permanenti del bosco porta inevitabilmente ad un maggior flusso e, quindi, disturbo per presenza antropica. Diverso è il discorso delle piste forestali che se fatte senza sbancamento del pendio ed utilizzate solo per lo stretto periodo di utilizzo del bosco provocano un impatto negativo assai più limitato rispetto alle strade vere e proprie. Per quanto riguarda le strade già esistenti un’attenuante dell’impatto negativo consiste nel lasciare le sponde all’evoluzione naturale, favorendo l’instaurarsi di vegetazioni transitorie diverse in modo da ottenere strutture spazialmente e qualitativamente complesse ideali per l’allevamento delle covate dei tetraonidi forestali (De Franceschi e Bottazzo, 1994). Attività ricreative La pressione dell’uomo nel bosco è sensibilmente cambiata negli ultimi decenni: da presenze per lavoro ed abitazione a presenze per tempo libero e sport con sensibili differenze di impatti nel tempo e nello spazio. La presenza dell’uomo nel bosco ha chiaramente un impatto negativo sulla fauna selvatica, ma possono essere individuate misure o forme di compromesso più che accettabili, in considerazione del fatto che non si può certo proibire la fruizione pubblica del bosco. Una prima azione di tutela consiste nella chiusura temporanea delle strade che portano alle principali aree di canto del Gallo cedrone. Per far ciò è sufficiente porre una sbarra a monte della strada d’accesso che verrà chiusa nel periodo da metà aprile a metà maggio di ogni anno per le sole ore notturne (fino alle 8 del mattino). In tal modo si limiterà consistentemente l’accesso e si selezionerà sensibilmente anche il tipo di visitatori in quanto solo chi realmente motivato (e quindi più rispettoso dell’ambiente) affronterà le scomodità di un percorso a piedi più lungo per giungere nell’area di canto. L’attività antropica di maggior pericolo per i tetraonidi rimane tuttavia lo sci fuori pista che in un’area a parco dovrebbe essere bandito in quanto il transito invernale sulla neve fresca all’interno del bosco crea disturbo a numerose specie animali che vi albergano e che già hanno problemi a superare la stagione avversa. L’escursionismo di per se non crea grossi problemi alla fauna selvatica se svolto su sentieri senza uscire dal tracciato. Gli animali selvatici possono infatti abituarsi alla presenza umana anche su sentieri molto frequentati e continuare le loro attività indisturbati (Glutz Von Blotzheim, 1985). ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Più disturbo causano i cercatori di funghi che normalmente escono dai sentieri e perlustrano il sottobosco, spesso in battute, provocando ovvi disturbi ed allontanamenti della fauna selvatica in genere. Tuttavia per quanto riguarda i tetraonidi forestali il problema risulta minore se la raccolta in massa avviene nella stagione estiva avanzata (da fine agosto) quando i piccoli di Gallo cedrone sono ormai già svezzati e meno vulnerabili. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 8. PROGRAMMA DI INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI. Il Programma di interventi di seguito riportato illustra le azioni da realizzare nel Parco delle Orobie Valtellinesi per la conservazione e/o la riqualificazione degli habitat del Gallo cedrone. In relazione alla loro importanza per la salvaguardia della specie nel Parco, si individuano azioni urgenti, necessarie e possibili. Si deve peraltro tenere ben presente che solo all’attuazione dell’insieme delle misure si potranno conseguire risultati efficaci. E’ inoltre indispensabile considerare che molte delle azioni oltre descritte potranno rivelarsi utili anche al conseguimento di obbiettivi ulteriori alla conservazione della specie nel Parco. Le azioni individuate consistono soprattutto in interventi con significato di investimento e nella predisposizione di strumenti conoscitivi e pianificatori. Ma, soprattutto, deve essere chiaro che è solo l’attenta gestione delle competenze di gestione ordinaria del territorio forestale che può condurre alla progressiva e complessiva riqualificazione dell’ambiente, con benefici anche, ma non solo, per il Gallo cedrone. E’ quindi indispensabile che l’Ente gestore punti soprattutto sulla buona gestione ordinaria del territorio, senza la quale le iniziative particolari, anche se ben motivate e organizzate, risultano prive di efficacia. Nello specifico, è importante che l’Ente gestore affronti in modo consapevole le competenze in materia di taglio del bosco, gestione del vincolo idrogeologico, autorizzazione paesistico – ambientale che la legge ha affidato agli Enti Parco, oltre a quanto derivante dall’applicazione del P.T.C. Come evidenziato anche nelle schede, deve essere massima la comunicazione e collaborazione con le Comunità Montane, enti preposti alla pianificazione forestale, “storicamente” ben strutturati per la buona gestione del territorio forestale. Il coinvolgimento di tali enti nel perseguimento degli obbiettivi di salvaguardia della specie, con quanto ne consegue in materia forestale, potrebbe rivelarsi non solo utile, ma probabilmente anche essenziale, per la funzione di diffusione delle conoscenze che tali enti assolvono, e per l’approccio sinergico che ne deriverebbe. Nella descrizione dell’azione si forniscono indicazioni circa la possibilità di reperire risorse per il loro finanziamento. Non viene espresso, come risorsa possibile, il contributo concesso in parte capitale dalla Regione in attuazione della l.r. 86/83, comune a quasi tutti gli interventi. Sempre per quanto riguarda il reperimento delle risorse, si deve ricordare che al momento l’Unione Europea non riconosce alla conservazione del Gallo cedrone valenze prioritarie nell’ambito della politica per la difesa della natura, né gli habitat forestali del territorio orobico hanno peculiarità riconosciute a livello comunitario. E’ pertanto da escludere la possibilità di un finanziamento delle azioni per il Gallo cedrone nell’ambito dei progetti LIFE Natura. Non è invece da escludere a priori, anche se difficile da ottenere, un finanziamento per un progetto integrato presentato come “proposta ad hoc”. Deve invece essere considerata la possibilità di un finanziamento di interventi nell’ambito INTERREG, per azioni di interesse transfrontaliero, considerando che la conservazione del Gallo cedrone è comunque elemento di interesse nei Paesi a noi confinanti. . ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 1 INDIRIZZO ED ASSISTENZA TECNICA NELLA REDAZIONE Azione URGENTE DEI PIANI D’ASSESTAMENTO FORESTALE Criticità da Gran parte del territorio delle Orobie Valtellinesi nell’ambito di maggiore interesse per il Gallo affrontare/ cedrone è di proprietà pubblica ed oggetto di pianificazione assestamentale. Il Piano opportunità da d’Assestamento forestale deve essere considerato lo strumento preferenziale per introdurre cogliere nell’ordinaria prassi di gestione del territorio forestale le attenzioni che possono consentire il miglioramento del territorio e la conservazione degli habitat. Pertanto indirizzare i Piani d’Assestamento può consentire, a medio lungo termine, la riqualificazione del territorio forestale. L’azione è da ritenersi urgente per l’elevato numero di piani che sono attualmente in fase di prima redazione o di revisione. Obbiettivi Assicurare ai tecnici impegnati nell’attività di pianificazione le informazioni necessarie per giungere alla redazione di piani attenti alle esigenze della specie, previa attenta ricognizione del territorio in funzione delle specifiche esigenze del Tetraonide. Descrizione Le azioni devono consistere in un modulo formativo e nel supporto specialistico in corso d’opera, per dar modo di approfondire le conoscenze relative alle potenzialità ambientali, nonché nell’attento intervento in fase di conferenza di servizi o altro momento preliminare all’approvazione. Localizzazione L’azione dovrebbe applicarsi a tutto il territorio orobico nella fascia 1200-1900, ma soprattutto alle aree a maggiore potenzialità per la specie. Aspetti problematici • L’introduzione nella pianificazione assestamentale di misure specifiche per il Gallo cedrone per l’attuazione implica una cartografia delle strutture che esula dall’ordinaria prassi. Le risorse a ciò necessarie, nell’ordine di alcune migliaia di lire ad ettaro per una carta in scala 1: 5.000, possono essere reperite all’interno del finanziamento per i Piani d’Assestamento, ma implicano comunque un accordo con gli enti finanziatori (Regione) e con gli enti committenti (Comunità Montana). • Una soluzione al problema dei costi può venire dalla redazione di strumenti generali per il • territorio del Parco. • La modifica nella prassi assestamentale richiede uno sforzo di comunicazione per consentire la sua piena accettazione. Periodicità L’azione, ora urgente, è in realtà permanente, per la periodica revisione dei Piani. Costi • Per quanto riguarda il rilievo cartografico, nell’ipotesi di un costo ulteriore di L 5.000 /ha, considerando i circa 14.000 ha di territorio forestale nella fascia altitudinale d’interesse, si deve prevedere una spesa, nel tempo, di L 70.000.000 + IVA. • La realizzazione di momenti formativi ogni tre anni implica un costo di L 3.000.000 + IVA per evento, cui aggiungere L 6.000.000, una tantum, per la predisposizione del materiale didattico (redazione e fornitura). • Per il supporto in corso d’opera (ipotesi 3 giornate a piano) si deve prevedere un costo di L 1.500.000 + IVA per piano. Possibilità di • Per le spese inerenti la redazione di piani d’assestamento i maggiori oneri possono essere finanziamento recepiti nell’ambito del finanziamento del piano (Piano di Sviluppo Rurale). • I momenti formativi, se riconosciuti nell’ambito delle iniziative formative rivolte al personale tecnico, di significato regionale, possono essere finanziate con il Programma di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 2 INTERVENTI SELVICOLTURALI E DI MIGLIORAMENTO Azione NECESSARIA DELL’AMBIENTE FORESTALE – AZIONI DIRETTE Criticità da Invecchiamento contemporaneo di vaste estensioni del territorio forestale e scomparsa degli affrontare ambienti idonei al Gallo cedrone. Obbiettivi Miglioramento del valore del territorio forestale in aree di 15 – 30 ha. Descrizione Gli interventi consistono: • nell’applicazione dei modelli colturali ampiamente illustrati nella relazione, ritenuti maggiormente efficaci per il Gallo cedrone, in aree in cui gli interventi non vengono realizzati perché diseconomici. L’abbandono nel bosco del materiale comporterebbe comunque per la proprietà la perdita di un potenziale introito. Pertanto si deve ritenere necessario provvedere anche all’esbosco, almeno per i boschi classificati come produttivi, e la proprietà potrà quindi provvedere alla vendita del materiale già allestito. Si dovrà quindi convenire con la proprietà un parziale recupero delle spese sostenute, pari alla differenza fra il valore del legname allestito e quello del legname in piedi. • nell’esecuzione di ripuliture per la conservazione di aperture ed aree rade. Localizzazione Gli interventi dovrebbero essere realizzati, costantemente, in tutto a tutto il territorio orobico nella fascia 1200-1900, nelle aree a maggiore potenzialità per la specie, ma prioritariamente nelle aree in cui la specie è presente o, meglio, per quelle ad esse immediatamente adiacenti: • Tagliate; • Baitone; • Bondone; • Billi; • Campelli; • Gallonaccio; • S. Salvatore Aspetti problematici Le difficoltà del settore forestale in Valtellina portano ad attuare gli interventi selvicolturali solo per l’attuazione dove maggiore è l’accessibilità. Periodicità Costante Costi L 5.000.000 + IVA /ha, cui aggiungere il 10 % per la progettazione. Possibilità di Previa intesa con le proprietà, gli interventi selvicolturali possono essere finanziati con il finanziamento Programma di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 3 INCENTIVI PER L’ESECUZIONE DI INTERVENTI PER Azione NECESSARIA LA CONSERVAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO FORESTALE PER IL GALLO CEDRONE Criticità da affrontare/ opportunità da cogliere Obbiettivi Invecchiamento contemporaneo di vaste estensioni del territorio forestale e scomparsa degli ambienti idonei al Gallo cedrone. • Presenza di un discreto numero di alpeggi in esercizio. • Carenze tecniche da parte degli operatori di base. • Miglioramento del valore del territorio forestale in aree di piccole dimensioni. • Recupero/conservazione di aree aperte (prati, pascoli) in via di chiusura. • Coinvolgimento dei piccoli operatori e degli alpeggiatori. Descrizione Si tratta delle stesse attività già illustrate all’azione 2, ma realizzate da soggetti privati con il sostegno del Parco, pervio bando pubblico, o tramite affidamento in appalto alle aziende agricole che gestiscono gli alpeggi. Per evitare sovrapposizioni con altri finanziamenti, gli incentivi dovranno essere concessi per superfici di dimensione minore a quanto ammissibile al PSR, o comunque dopo aver verificato l’assenza di altre specifiche risorse. Il Parco potrebbe quindi fornire assistenza agli operatori privati per la predisposizione di domande di finanziamento con modalità di interesse per il Parco. E’ inoltre necessario predisporre, sin dal principio, un sistema di monitoraggio dell’efficacia degli interventi realizzati, riconoscendo i parametri di controllo. Localizzazione • Qualora gli interventi vengano realizzati tramite contratto con le aziende agricole, si ritiene opportuno non disperdere le energie con interventi diffusi sul territorio, ma circoscrivere le azioni ad ambiti di dimensione contenuta, sui quali concentrare le risorse. • Qualora gli interventi vengano realizzati previo bando pubblico, con concessione di un “premio”, se le risorse fossero insufficienti e si rendesse quindi necessario stilare una graduatoria, si riconoscerà priorità alle azioni previste per gli ambiti di maggior valenza potenziale, e in questi, per le azioni di conservazione rispetto a quelle di ripristino. Aspetti problematici La concessione di contributi alle aziende agricole può avvenire solo previa notifica all’Unione per l’attuazione Europea e sua approvazione, in relazione alla necessità di trasparenza e rispetto delle regole concorrenziali. Pertanto si aprono due possibilità: 1. le aziende agricole possono essere escluse dall’iniziativa; 2. le aziende agricole verranno coinvolte, con risorse ad hoc, solo a seguito della formale espressione della Commissione Europea che sta valutando i contenuti del “Progetto Speciale Agricoltura” predisposto dalla Direzione Generale Qualità dell’Ambiente della Regione Lombardia per incentivare le attività agricole “sostenibili” nelle aree protette. Nel frattempo, le aziende possono comunque essere coinvolte con appalti. Periodicità Permanente Costi Indicativamente, L 5.000.000 + IVA /ha, cui aggiungere il 10 % per la progettazione. Per quanto concerne l’eventuale assistenza tecnica per la predisposizione di richieste di finanziamento, si deve far riferimento alle tariffe professionali. Possibilità di Per quanto concerne il coinvolgimento delle aziende agricole, la Direzione Generale Qualità finanziamento dell’Ambiente concede finanziamenti finalizzati all’attuazione del “Progetto Speciale Agricoltura”, nel cui ambito è prevista (finanziamenti 1999 e 2000) una spesa fino al 30% per l’assistenza tecnica. • ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 4 INIZIATIVE FORMATIVE RIVOLTE A TECNICI ED Azione NECESSARIA OPERATORI FORESTALI PER LA SENSIBILIZZAZIONE SULLE PROBLEMATICHE DI CONSERVAZIONE DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI ED ASSISTENZA TECNICA ALLA PROGETTAZIONE IN ATTO CON FINANZIAMENTO PUBBLICO Criticità da affrontare/ opportunità da cogliere Obbiettivi Descrizione Sono attualmente in corso iniziative di notevole rilevanza riguardanti le foreste delle Orobie: progetti selvicolturali nell’ambito dei finanziamenti della “legge Valtellina”, del Reg. CEE 2078/92, confluito nel Programma di Sviluppo Rurale 2000-2006. Le iniziative, se opportunamente impostate, applicando criteri di intervento rispondenti alle esigenze della specie, potrebbero acquisire un notevole significato ai fini degli sforzi messi in atto dal Consorzio Parco Orobie per la salvaguardia del tetraonide. Appare quindi importante proporre ad ogni operatore attivo nei boschi delle Orobie, anche non professionale, le informazioni che consentano di valorizzare ogni intervento in funzione del Gallo cedrone. - Offerta di assistenza tecnica per professionisti ed Enti che sono ora impegnati nello sforzo pianificatorio e progettuale, da parte di un tecnico che possieda specifica preparazione. L’assistenza tecnica si attuerà contattando gli Enti committenti delle diverse iniziative in atto, e quindi in primo luogo le Comunità Montane. - Attività di formazione rivolta ai tecnici: seminario di una giornata aperto a tutti i forestali ed altri operatori tecnici che si occupano di gestione territoriale nell’ambito del territorio delle Orobie valtellinesi. Il numero complessivo dei seminaristi non deve superare le 30 unità al fine di creare un rapporto diretto con la docenza mediante interazioni, chiarimenti e dibattiti. Il seminario si svilupperà in una giornata con 4 ore meridiane dedicate alla presentazione dei risultati della ricerca, alla definizione dei modelli di bosco per il Gallo cedrone, alle metodologie selvicolturali da adottare, alle norme per l’utilizzazione del bosco e ai principi di assestamento. Il pomeriggio sarà invece dedicato ad un’escursione in bosco con visita di alcuni esempi di intervento. - Opuscolo per l’informazione agli operatori non professionali, da distribuire a coloro che intervengono nei boschi delle Orobie saltuariamente, o comunque con approccio non professionale (per usi civici, per le utilizzazioni, per autoconsumo sulle piccole proprietà). Questo opuscolo viene predisposto in 2000 copie, e viene consegnato in occasione dei sopralluoghi per la contrassegnatura dei boschi a seguito di denuncia di taglio. Localizzazione Aspetti problematici Il successo dell’operazione è legato all’efficacia della comunicazione soprattutto con le Comunità per l’attuazione Montane. Periodicità L’azione è permanente, per la periodica revisione dei Piani, da ripetersi ogni tre anni. Costi • La realizzazione di momenti formativi ogni tre anni avviene congiuntamente a quanto già illustrato all’azione 1 per gli aspetti assestamentali. • Per la predisposizione dell’opuscolo informativo, L 4.000.000 + IVA. Possibilità di • I momenti formativi, se riconosciuti nell’ambito delle iniziative formative rivolte al personale finanziamento tecnico di significato regionale, possono essere finanziate con il Programma di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 5 ISTITUZIONE DI UN SISTEMA DI MONITORAGGIO Azione NECESSARIA PERMANENTE DEL TERRITORIO DEL PARCO PER LA VALUTAZIONE DELLO STATUS DEL GALLO CEDRONE Criticità da affrontare/ opportunità da cogliere Obbiettivi Descrizione Le conoscenze raccolte sulla popolazione di Gallo cedrone nel Parco delle Orobie Valtellinesi forniscono solo un primo quadro della situazione, da verificare ed aggiornare. La situazione attuale è inoltre talmente delicata, che appare necessario raccogliere ed interpretare ogni informazione relativa allo status della specie, per cogliere ogni eventuale conseguenza delle trasformazioni ambientali. Controllo della consistenza e delle condizioni della specie in relazione alle variabili ambientali. Modalità di indagine/protocollo di monitoraggio per il rilievo della specie Il monitoraggio della specie che viene qui proposto potrebbe essere affidato integralmente a volontari motivati e preparati, che potrebbero comunque appoggiarsi ai tecnici ed al personale dell’Ente Parco e dell’Amministrazione Provinciale. E’ pertanto fondamentale la possibilità di offrire a tale personale occasioni di formazione. Pertanto, il progetto prevede, quale voce “obbligatoria” la realizzazione di momenti di formazione del personale e dei volontari da impegnare nel monitoraggio. Evidenzia quindi la spesa da prevedere qualora si renda necessario affidare tali operazioni a tecnici esterni, per mancanza di altre risorse umane. Potrebbe peraltro essere opportuno prevedere comunque per il periodo 2000 –2001 il ricorso ai tecnici, da vincolare affinché le operazioni di campo abbiano sempre valenza formativa nei confronti dei volontari e del personale di vigilanza. Si distinguono tre differenti situazioni di conoscenza del territorio. 1. Territorio per il quale non si hanno notizie di presenza. 2. Siti ove è stata segnalata la specie, da verificare. 3. Siti di presenza certa della specie. In relazione a tali diverse situazioni si impostano le operazioni di monitoraggio. Per la prima situazione (Territorio per il quale non si hanno notizie di presenza) ci si deve affidare alle segnalazioni occasionali che verranno raccolte nel tempo, della più diversa origine, da catalogare e georeferenziare. Sarà compito del gruppo di operatori incaricati predisporre il data base per la raccolta di tali informazioni, da integrare con l’informazione geografica. E’ particolarmente importante inoltre assicurare una copertura, anche se “leggera”, a tutto il territorio potenzialmente interessato, da parte del personale formato. Per la seconda situazione (Siti ove è stata segnalata la specie, da verificare), corrispondenti ad aree segnalate nell’ambito della prima situazione, è necessario procedere alla verifica mediante periodici sopralluoghi e perlustrazioni nei diversi periodi dell’anno. Si possono prevedere 10 siti per anno da verificare almeno due volte l’anno, con l’impegno per ognuno di essi di un professionista, cui affiancare il personale per la formazione, per la durata di un giorno e quindi per complessi 40 giorni uomo (10 siti X 2 persone X 2 volte nell’anno). Dovendosi coprire il periodo da giugno a dicembre 2000 e tutto il 2001, l’impegno è di 30 giorni. In caso di esito positivo, e comunque per le stazioni di arene di canto già conosciute, si attua quanto necessario per la terza situazione (Siti di presenza certa della specie), con esecuzione di due appostamenti nel periodo degli amori (15 aprile-10 maggio). Si prevedono, ottimisticamente, 5 siti, con l’impegno di 4 persone in ognuno di essi per ognuna delle due osservazioni. Nell’ambito di questa situazione va inserito anche il censimento in battuta estivo, da effettuarsi una volta l’anno in loc. Campelli e Bema ? tra il 25 agosto e 5 settembre con l’assistenza di un tecnico capobattuta e 6-8 battitori. Si deve comunque prevedere che i partecipanti all’appostamento siano volontari, o appartenenti ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi alle Amministrazioni già impegnate nella gestione del territorio, con l’eccezione del tecnico incaricato dall’Ente. Il costo del personale professionale è quindi da riferire a 10 giorni/uomo (5 siti X 2 persone X due ripetizioni), per i rilievi di agosto 2000 e primavera 2001. Addestramento personale naturalistico Per le operazioni di censimento e raccolta dati di campagna è necessario creare una squadra di operatori motivati e adeguatamente preparati che facciano riferimento all’Ente parco. Detto personale sarà reclutato sia tra gli operatori già istituzionalmente coinvolti (guardaparco, guardie forestali, agenti provinciali, guardie venatorie, ecc.) sia tra volontari esterni. Per il loro addestramento e coinvolgimento sono necessari corsi di preparazione ed informativi con lezioni base sull’ecologia e biologia della specie, sul riconoscimento in natura, su monitoraggi e raccolta dati seguiti da lezioni e riconoscimenti pratici sul territorio. Vanno pertanto programmate un totale di 4 giornate di formazione (tra uscite sul territorio e lezioni in aula) da distribuire nell’arco dell’anno solare e con un tetto massimo di 20 persone per giornata. Le uscite sul territorio saranno realizzate contestualmente alle attività di monitoraggio. Localizzazione Aspetti problematici per l’attuazione Periodicità Costante Costi 1° Anno: Monitoraggio, formazione del personale L 24.000.000 In seguito, qualora le indagini vengano eseguite dal personale, professionale e volontario, degli enti preposti (Provincia, Parco), le spese potrebbero solo essere relative alla periodica analisi dei dati raccolti ed elaborati. Possibilità di finanziamento ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 6 REALIZZAZIONE DELLA CARTA DELLA VOCAZIONALITÀ Azione POTENZIALE ED ATTUALE DEL TERRITORIO PER IL GALLO NECESSARIA CEDRONE Criticità da Carenza di informazioni approfondite relativamente alle valenze del territorio forestale per il affrontare/ Gallo cedrone per impostare le azioni progettuali e pianificatorie e costi per la loro raccolta ed opportunità da elaborazione. cogliere Obbiettivi Predisposizione di un documento cartografico per l’intero territorio del Parco nella fascia 1200 1900 che esprima, con elevato approfondimento, le valenze per il Gallo cedrone, secondo lo schema di valutazione già predisposto. Descrizione Rilievo del territorio in scala 1: 10.000, previa fotointerpretazione, per quanto riguarda i boschi, relativamente a composizione, tipologia e struttura. Successiva applicazione del modello di valutazione. Localizzazione Aspetti problematici per l’attuazione Periodicità Una tantum Costi L 100.000.000 oltre IVA Possibilità di Risorse nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, Misura 2.9 per la predisposizione delle finanziamento carte forestali. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 7 REDAZIONE STRUMENTO PIANIFICATORIO DI AREA VASTA Azione CON FINALITA’ DI CONSERVAZIONE E RIQUALIFICAZIONE NECESSARIA DELL’HABITAT DEL GALLO CEDRONE Criticità da • Presenza nel territorio Orobico di una elevata estensione di superfici pubbliche assestate. affrontare/ • Presenza, comunque, anche di estese superfici di proprietà privata, o proprietà collettiva, non opportunità da assestate, per le quali è comunque necessario definire linee di intervento. cogliere • Piccolissima dimensione di alcuni complessi assestamentali, insufficiente per affrontare in termini organici ed ecosistemici la gestione del territorio forestale, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle specie animali legate all’ambiente forestale: è necessario affrontare le problematiche almeno a livello di bacino/valle. • Inadeguatezza della normativa forestale, che impedisce l’attuazione di interventi di conservazione – recupero del territorio per finalità faunistiche quando in contrasto con la ordinaria gestione selvicolturale. Obbiettivi • Predisposizione di uno strumento ulteriore ai Piani d’Assestamento Forestale che definisca le modalità di realizzazione degli interventi e possibilmente anche la loro scansione spazio/temporale, in modo tale da consentire il complessivo miglioramento delle condizioni dell’ambiente forestale. • Definizione di linee di indirizzo chiare e unitarie per la predisposizione della pianificazione assestamentale. • Definizione di uno strumento normativo unitario per il territorio forestale del Parco, che consenta di adeguare la normativa regionale in materia forestale. Descrizione Gli strumenti di pianificazione forestale di area vasta previsti dalla normativa sono: • Il Piano di Indirizzo Forestale nell’ambito della legge forestale; l’approvazione è di competenza degli Enti competenti in materia di pianificazione agricolo-forestale (Comunità Montane), ed eventualmente della Giunta Regionale in caso di deroghe al Regolamento Regionale (R.r.1/93). • Il piano di settore forestale in attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento. Comunque definito,. lo strumento da realizzare deve consentire, per il territorio di interesse per il tetraonide, il perseguimento degli obbiettivi sopra esposti. (Si fa qui riferimento solo a quanto necessario per la conservazione del tetraonide, indipendentemente quindi dagli altri obbiettivi gestionali.) INDAGINI. Devono essere raccolti i dati relativi: 1. alle trasformazioni avvenute nel territorio forestale (dinamica nel tempo delle superfici forestali); 2. alla composizione, struttura e tipologia dei boschi; 3. all’uso dei boschi, con particolare riferimento alle attività forestali; 4. alla viabilità forestale; 5. agli alpeggi. Le informazioni verranno quindi elaborate per una valutazione del significato faunistico delle formazioni boscate e della presenza di criticità. Verranno quindi definiti indirizzi gestionali e modelli colturali, con significato differente in funzione della presenza o meno di pianificazione di livello assestamentale. La rilevante copertura del territorio orobico da parte dei Piani d’Assestamento consente di utilizzare le informazioni qui contenute per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, lasciando al Piano d’Indirizzo il compito di omogeneizzare i dati e di approfondire gli aspetti qualitativi. ANALISI 1. Storia del territorio forestale Lo studio della storia del territorio forestale viene eseguito tramite l’esame della documentazione cartografica di area vasta a partire dall’inizio del 1800, se disponibile, e delle foto aeree. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi Prodotto: carta delle trasformazioni del territorio forestale e rapporto di indagine. 2. Composizione e struttura dei boschi e descrizione tipologica Lo studio sulla composizione e struttura dei boschi viene coniugato con una descrizione tipologica, con l’utilizzo delle unità in via di predisposizione in Regione Lombardia e con il riconoscimento degli habitat forestali descritti dalla Direttiva Habitat. Il lavoro si articola nelle seguenti sottofasi: Sottofase 1. Analisi del territorio forestale per il riconoscimento delle differenze ambientali esistenti Si procede alla compartimentazione del territorio rispetto ai fattori che hanno efficacia sulla vegetazione forestale. I fattori da considerare sono espressi: dal substrato, dalla quota, dalla posizione e dalla morfologia. Sottofase 2. Fotointerpretazione ed impostazione dei rilievi Il territorio viene quindi fotointerpretato, per distinguere differenze nella composizione e nella tessitura del bosco. Per la fotointerpretazione si utilizzeranno le immagini più recenti disponibili (presumibilmente B/N per la Regione, di metà anni ‘90 per l’intero territorio). I comparti così riconosciuti vengono ulteriormente frazionati in relazione alla compartimentazione operata nella fase 1 (cioè: una formazione omogenea per la fotointerpretazione viene frazionata in relazione a diversi ambienti, per condizioni morfologiche e pedologiche, presenti in essa). Le dimensioni minime delle areole non dovranno comunque essere inferiori ad un ettaro di superficie ed a 100 m lineari. Vengono quindi pianificati i sopralluoghi, in modo tale da avere almeno un rilievo per ognuna delle areole così individuate. Una quota dei rilievi di campo (indicativamente uno ogni 25 ha di territorio forestale) sarà eseguita secondo un reticolo di tipo inventariale di punti fissi, nei quali ripetere periodicamente le osservazioni, e consentire quindi la valutazione delle trasformazioni avvenute. Sottofase 3. Esecuzione dei rilievi di campo per il riconoscimento e la descrizione delle formazioni forestali presenti nei diversi ambienti riconosciuti. Per ogni sopralluogo viene compilata una scheda che richiede attenzione ai parametri qualitativi delle formazioni osservate (composizione, struttura, tessitura, governo, stato fitosanitario, densità, fenomeni dinamici in atto, storia colturale recente, tipo forestale secondo l’elenco provvisorio predisposto dal Gruppo di lavoro tecnico-scientifico per le tipologie forestali della Regione Lombardia), con un rilievo quindi di tipo non strumentale. I siti di rilievo saranno georeferenziati. Per gli ulteriori rilievi sui punti fissi del reticolo si provvederà a marcare a terra con vernice a smalto il sito di rilievo, si descriverà brevemente il sito per un suo ritrovamento, si eseguirà il rilievo dendrometrico con un area di saggio relascopica con cavallettamento. Le informazioni raccolte quindi tradotte in data base. Si descriveranno quindi i trattamenti selvicolturali più comunemente attuati nelle formazioni del tipo.. Prodotto: carta forestale 1:10.000 (composizione, governo, tipologie forestali); rapporto di indagine; descrizione delle caratteristiche dendrometriche delle formazioni boscate, con analisi statistica. 3. Usi del bosco Lo studio degli usi del bosco viene eseguito tramite osservazione di campo contestualmente ai rilievi forestali e della sentieristica, ed analizzando la documentazione disponibile. Prodotto: carta degli interventi realizzati (scala 1:10.000). ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 4. Viabilità Rilievo della viabilità esistente, definizione delle necessità di realizzazione, definizione dei tracciati. 5. Alpeggi Una carta degli alpeggi e in genere dei soprassuoli pascolivi e di quelli destinati all’attività agricola-zootecnica che, nell’ottica di una dinamica socio-economica, devono mantenere e consolidare la loro destinazione. Nell’analisi degli alpeggi verrà data particolare attenzione all’individuazione degli habitat di maggior rilevanza naturalistica, condizionanti dalle attività gestionali (es. torbiere). Dovrà risultare comprensiva dei seguenti elaborati: -Relazione descrittiva; -Schede tecniche di riepilogo; -Cartografia in scala 1:10.000. ELABORATI DI SINTESI I dati verranno quindi elaborati e si produrranno i seguenti documenti: 1. Carta delle attitudini funzionali del bosco, che possono essere così sintetizzate: • funzione produttiva; • funzione protettiva; • funzione naturalistica; • funzione paesaggistica; • funzione turistico-ricreativa; • polifunzionale (senza una funzione prevalente). Dovrà risultare comprensiva dei seguenti elaborati: • Relazione descrittiva; • Schede sintetiche; • Cartografia in scala 1:10.000. 2. Carta delle emergenze forestali. L’attribuzione del significato di emergenza ad una stazione forestale è funzione della sua eccellenza, dal punto di vista faunistico (formazioni particolarmente interessanti per la fauna di pregio), naturalistico (boschi a più elevata naturalità nella composizione, nelle dinamiche ed a minor disturbo), selvicolturale (formazioni di maggior pregio per composizione e forma di governo), paesaggistico, e della sua vulnerabilità, per condizioni di rischio o di scarsa stabilità. L’analisi del disturbo verrà eseguita anche in relazione all’assetto della rete dei sentieri. La valutazione considera lo stato attuale e potenziale delle stazioni. Verrà prodotta la cartografia in scala 1:10.000 oltre a schede descrittive. 3. Carta del valore faunistico dei boschi, in relazione alla distanza dalle condizioni ottimali scala 1: 10.000, e relativo rapporto. ELABORATI DI PROGETTO 1. Modelli colturali: • carta dei modelli colturali e delle forme di gestione particolari dei boschi pubblici e privati; • relazione generale descrittiva; • illustrazione dei modelli colturali per tipologia; • cartografia in scala 1:10.000. 2. - Viabilità Schede sintetiche di riepilogo della viabilità prevista, indicanti la localizzazione della stessa, il grado di urgenza in relazione alle attitudini funzionali del bosco e i costi previsti; Cartografia in scala 1:10.000. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 3. Proposte operative: Individuazione delle strategie e delle azioni per la valorizzazione delle risorse forestali; Relazione con indicazioni delle strategie e degli interventi per conseguire la finalità del piano; Schede descrittive delle azioni e dei relativi interventi; Cartografia relativa in scala 1:10.000. 4. Regolamento d’attuazione, comprensivo di norme di indirizzo circa le modalità ed i contenuti di piani e progetti e norme regolamentari per la realizzazione delle attività forestali. Localizzazione Aspetti problematici Necessaria l’interlocuzione con le Comunità Montane, competenti per la pianificazione forestale. per l’attuazione Periodicità Da rivedere dopo 10 – 15 anni. Costi Indicativamente L 150.000.000. oltre IVA. Lo strumento comprende gli elaborati relativi alla Carta delle vocazioni, già prima descritta. Possibilità di Risorse nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, Misura 2.9 per la predisposizione dei Piani finanziamento di Indirizzo Forestale. Finanziamenti nell’ambito della L.R. 86/83 per la pianificazione di settore. ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 8 CONTROLLO DELL’EVOLUZIONE DEL TERRITORIO E Azione POSSIBILE DELLE STRUTTURE FORESTALI Criticità da affrontare/ opportunità da cogliere Se il monitoraggio di una popolazione animale è la prima vera espressione di un’effettiva gestione faunistica, nel caso del Gallo cedrone è essenziale garantire anche il controllo dell’evoluzione del territorio e delle strutture forestali, per seguirne nel tempo la relazione con l’entità della popolazione del Tetraonide. Il monitoraggio della dinamica dei popolamenti forestali diviene inoltre di particolare importanza quando realizzato per punti di controllo permanenti, che assicurino nel tempo l’effettiva ripetizione dell’osservazione nel medesimo punto. Obbiettivi Controllo delle trasformazioni del territorio forestale. Descrizione In corrispondenza delle intersezioni del reticolo UTM (maglie della Carta Tecnica Regionale) vengono posizionati i cluster di aree di saggio. Più precisamente: - il centro di un’area viene posizionata in corrispondenza dell’intersezione; - altre 4 aree vengono posizionate a 100 m di distanza dall’intersezione, muovendosi verso nord, est, ovest, sud. Per ogni area viene compilata una scheda generale relativa ai caratteri della stazione, e viene eseguito il rilievo della copertura dello strato arboreo e della copertura del sottobosco, muovendosi lungo i 4 bracci di una croce, orientati secondo i punti cardinali e lunghi 20 metri, e raccogliendo ad ogni metro le informazioni richieste (assenza/presenza della copertura arborea, e specie, assenza/presenza di strato arbustivo, assenza presenza di copertura di suffrutici, diametro delle piante arboree, cioè di altezza superiore a 5 m). La caratterizzazione della stazione secondo il sistema delle tipologie forestali in via di definizione per la Regione Lombardia consente una valutazione delle dinamiche evolutive. L’elaborazione dei dati così raccolti porta alla formulazione di un giudizio di idoneità della stazione per il periodo degli amori o per le covate. I punti di indagine vengono posizionati tramite GPS differenziale. I punti di indagine vengono marcati in sito, con l’infissione al suolo di paletti verniciati a smalto. Si deve ipotizzare per un rilevatore laureato una produttività pari a 2 nodi del reticolo UTM per giorno (quindi 10 aree di saggio), cui aggiungere 1 ora di immissione ed elaborazione del dato per nodo del reticolo. Ai rilievi di carattere forestale possono essere aggiunti altri elementi, andando così a realizzare un monitoraggio/inventario ambientale di significato più generale. Localizzazione Aspetti problematici per l’attuazione Periodicità Costi Possibilità di finanziamento La piena efficacia dell’operazione implica la realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale . Il rilievo dovrebbe essere ripetuto periodicamente. L 50.000.000 + IVA per il territorio fra i 1200 e i 1900 m Inventari forestali previsti dal Programma di Sviluppo Rurale, misura 2.9 ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 9 INIZIATIVE ESPOSITIVE PER LA DIFFUSIONE DELLE Azione POSSIBILE CONOSCENZE SULL’HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Criticità da affrontare/ opportunità da cogliere Obbiettivi Il territorio del Parco è oggetto di una crescente fruizione escursionistica e di richieste di occasioni di educazione ambientale. Descrizione Realizzazione di un diorama relativo all’ambiente del Gallo cedrone e di soluzioni espositive in esterno. - Museo Civico di Morbegno per il diorama - Area faunistica dell’Aprica per le soluzioni in esterno. Localizzazione L’informazione di coloro che fruiscono del territorio orobico per finalità ricreative rispetto alle problematiche della conservazione degli habitat del Gallo cedrone può contribuire a determinare un approccio complessivo più attento nei confronti di questa specie. Aspetti problematici per l’attuazione Periodicità Permanente Costi L 30.000.000 + IVA per la predisposizione del diorama. L 10.000.000 + IVA per la predisposizione delle soluzioni espositive in esterno. Possibilità di Sponsorizzazioni. finanziamento ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi INTERVENTI PER LA CONSERVAZIONE E/O LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI HABITAT DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Azione n. 10 INIZIATIVE DIVULGATIVE RIVOLTE A TURISTI ED Azione POSSIBILE ESCURSIONISTI PER LA SENSIBILIZZAZIONE SULLE PROBLEMATICHE DI CONSERVAZIONE DEL GALLO CEDRONE NEL PARCO DELLE OROBIE VALTELLINESI Criticità da Il territorio del Parco è oggetto di una crescente fruizione escursionistica e di richieste di affrontare/ occasioni di educazione ambientale. opportunità da cogliere Obbiettivi L’informazione di coloro che fruiscono del territorio orobico per finalità ricreative rispetto alle problematiche della conservazione degli habitat del Gallo cedrone può contribuire a determinare un approccio complessivo più attento nei confronti di questa specie. Descrizione Realizzazione di un depliant che fornisca al frequentatore le conoscenze di base, da distribuire tramite gli uffici pubblici e le strutture recettive. Analogamente si predispongono pannelli da installare sulle bacheche poste dal Consorzio nei siti di maggior significato per l’avvio delle escursioni. Contenuti del testo del depliant e del pannello: - descrizione della specie e delle sue esigenze; - caratteristiche degli ambienti forestali frequentati dal Gallo cedrone; - illustrazione delle principali problematiche di conservazione nel territorio del Parco; - indirizzi gestionali per la conservazione e riqualificazione degli habitat; - scheda per segnalare eventuali avvistamenti o particolarità. Porte del Parco per i pannelli, uffici pubblici e aree di ristoro per i depliant. Localizzazione Aspetti problematici per l’attuazione Periodicità Permanente Costi Indicativamente, L 1.000.000 + IVA per la predisposizione di ogni pannello, ogni spesa inclusa. L 1.500.000 per la predisposizione di 5.000 depliant, ogni spesa inclusa. Possibilità di Sponsorizzazioni. finanziamento ente gestore: Consorzio Parco delle Orobie Valtellinesi via Toti 30 C, 23100 Sondrio tel. +39 0342 211236 fax +39 0342 210226 www.parcorobievalt.com [email protected] C.F. 93008640141 Interventi di protezione e ricostruzione dell'habitat del Gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco delle Orobie Valtellinesi 9. BIBLIOGRAFIA AA.VV., 1991. Selvicoltura e Gallo cedrone. Provincia Autonoma di Trento. Servizio Foreste, Caccia e Pesca. Trento. Arrigoni degli Oddi E., 1929. Ornitologia Italiana. Hoepli, Milano. Artuso I., 1994. Progetto Alpe. Edizioni F.I.d.C. e U.N.C.Z.A. Collana Tecnica scientifica, Trento. Baggini F.P. 1989, La fauna alpina. La situazione di vent’anni fa e quella attuale con particolare riguardo alla provincia di Sondrio. Ed Bolis. Brichetti P., 1982, Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia, Riv. Ital. Orn., 52. Brichetti P. e Fasola M., 1990. 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