Vincenzo Fraterrigo-Salvatore Quasimodo a cavallo

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Vincenzo Fraterrigo-Salvatore Quasimodo a cavallo
이탈리아어문학 제39집 pp. 355~383
Salvatore Quasimodo
a cavallo della seconda guerra mondiale
e la critica letteraria*1)
Vincenzo Fraterrigo
|Hankuk University of Foreign Studies|
1. Introduzione
È facilmente visibile una diversità tra il Quasimodo pre-bellico e quello
post-bellico. Molti hanno parlato di un Quasimodo ermetico prima e
post-ermetico o civico-sociale dopo. Qualcuno, addirittura, ha parlato di
un vero e proprio "tradimento" da parte sua, dopo la guerra,
particolarmente coloro che hanno continuato nella loro visione,
indipendentemente da quello che nel frattempo era successo: la guerra col
suo carico di sterminio, lutti e sofferenze. Quasimodo no, egli fu
profondamente segnato dagli avvenimenti che avevano sconvolto e
dilaniato il mondo e questo incise anche sul suo modo di porsi davanti
alla propria arte. Furono soprattutto i contenuti delle sue poesie ad essere
influenzati dagli accadimenti, ma anche il linguaggio dovette rinnovarsi.
* 본 논문은 2013년도 한국외국어대학교 교내 학술 연구비로 작성된 것임.
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| 이탈리아어문학 제39집
Egli come poeta sentì la necessità morale di dover intervenire e lo ribadì
con forza ed efficacia nel suo "Discorso sulla poesia" (1953) dove accusò
"i filosofi, i nemici naturali dei poeti, e gli schedatori fissi del pensiero
critico", di affermare "che la poesia (e tutte le arti), come le opere della
natura, non subiscono mutamenti né attraverso né dopo una guerra". Ed
afferma che questa è una "illusione; perché la guerra muta la vita morale
di un popolo, e l'uomo, al suo ritorno, non trova più misure di certezza
di un modus di vita interno, dimenticato o ironizzato durante le sue prove
con la morte"1).
In questo studio si cercherà di delineare meglio il percorso di
Quasimodo e, seguendo la critica, cercheremo di scoprire se sia lecito e
corretto parlare di "tradimento", di cambiamento o di evoluzione nella
fedeltà a se stesso, al proprio pensiero e all'uomo.
2. Quasimodo, l'ermetismo e gli altri
Il Macrì parla di una "poetica della parola" per quanto riguarda il primo
periodo e di "parole della vita" per il secondo, precisando tuttavia che nel
primo era già presente "un'anticipazione dell'esistenziale" e che nel
secondo permane "l'elemento mitico verbale"2), insinuando così una certa
continuità sia nei contenuti che nel linguaggio. E Franco Musarra afferma
che "le unità sistemiche primarie del discorso poetico della prima e della
1) Salvatore Quasimodo, Poesie e discorsi sulla poesia, Milano: Arnaldo Mondadori
Editore, 2005, p. 283.
2) Cfr. Oreste Macrì, La poesia di Quasimodo: studi e carteggio con il poeta, Palermo:
Sellerio Editore, 1986.