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Arte e Cultura
Eufemiano, un santo abate e
guerriero nella Prioria di Graveglia
di Agnese Avena
La chiesa parrocchiale di Graveglia, frazione del Comune
di Carasco, è un’antica Prioria dedicata ai santi Eufemiano,
Giustiniano ed Elio, situata sulla sponda destra del torrente
Graveglia, in una piana alluvionale alle pendici del monte Paggi.
L’effigie del santo titolare, Eufemiano, s’impone con evidenza nel dipinto murale affrescato sulla bianca facciata ottocentesca, accompagnata da un’iscrizione documentaria che
ricorda la ristrutturazione della chiesa, conclusa nel 1866
e la sua successiva consacrazione. Le sostanziali modifiche apportate nel corso dei secoli impediscono di riconoscere nell’attuale edificio religioso - sobria chiesa di campagna - la fisionomia del luogo di culto più antico, forse risalente al secolo X, ma documentato a partire dal secolo
successivo, ceduto al Monastero di San Colombano di Bobbio insieme alle proprietà di sua pertinenza, tra il 1076 ed
il 1096, da laici appartenenti al consortile de Lavania 1.
L’attuale luminoso interno ad aula unica - corredato di quattro altari addossati alle pareti laterali2 e impreziosito da ornati parietali in stucco e ad affresco - si apre sull’area presbiteriale dove il marmoreo altare maggiore settecentesco lascia
intravedere un’interessante scultura lignea del Santo titolare, esposta nella retrostante nicchia al centro dell’abside.
Il Santo, proposto con un abbigliamento di foggia antica, è
infatti Eufemiano, qui - come nel già citato affresco in facciata - raffigurato nelle vesti di soldato colto in atto di incedere e di mostrare agli astanti una possente torre merlata.
I tratti del volto, incorniciato dai corti capelli castani e lo sguardo estatico, misticamente proteso verso una realtà ultraterrena, ne evidenziano, unitamente all’aureola in lamina metallica che gli cinge il capo, la santità.
L’impostazione arcuata della scultura - collocata in posizione rialzata su un coevo basamento ottagonale modaA fronte
Ambito ligure, secolo XVIII. Sant’Eufemiano, legno scolpito, dipinto
e dorato. Prioria di Graveglia.
nato - il modellato plastico della lorica metallica dorata e
delle vesti flessuose, morbidamente drappeggiate che la
ornano ad imitazione di lussuosi tessuti serici broccati, inducono a circonscriverne l’epoca di esecuzione al primo
quarto del secolo XVIII e ad attribuirla ad un artista attivo sul territorio ligure 3.
I documenti d’archivio conservati nella parrocchia non recano informazioni utili all’individuazione dell’autore di quest’opera - identificabile come reliquiario antropomorfo per
la teca occultata al suo interno e le reliquie ivi conservate - e non citano l’anno della sua esecuzione. La scultura
di Sant’Eufemiano viene infatti citata per la prima volta soltanto nel 1735 in un Inventario redatto dal Priore Pietro
Giovanni Della Cella in occasione della visita di Filippo Monti, sacerdote incaricato dalla chiesa metropolitana di Genova, alla chiesa di Graveglia 4. La lettera ci informa che
“Nell’altare magiore vi è la custodia con la statua di S. Eufemiano con Sue reliquie con un’asta e tendina di taffettà rosso”, precisando però che in epoca precedente le reliquie erano conservate diversamente, in quanto “Dentro
il d.to altare vi è un vaso di marmo bianco con sua coperta di marmo dove erano le d.e reliquie”. Da una più tarda Relazione, scritta nel 1771 dal Rettore Giovanni Battista Rolandelli a Monsignor Giovanni Lercari, Arcivescovo
di Genova, veniamo inoltre informati che la scultura in esame era stata commissionata per sostituire un’opera più antica, considerata “vecchia”, contenente reliquie non autenticate: “… nella statua di S.to Eufemiano Titolare della
Chiesa vi sono molte reliquie, ma non vi è autenticha, solo che una fede fatta in carta pecora dal q Rev.do Priore
mio Antecessore, quale asserisce essere queste le reliquie
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del sudd.tto S.to che erano in una Statua Vechia trasportate in quella che presentemente si venera; e si dice che
anticamente vi fosse tutto il corpo di d.to S.to in una urna di marmo sotto l’altare maggiore, quale urna presentemente ancora in essere …”5.
La venerazione delle reliquie del santo era stata dunque
incrementata nel secolo XVIII quando queste ultime erano finalmente state autenticate da Monsignor Lercari nel
1771. Nello stesso anno la Prioria aveva ottenuto - grazie all’intervento dell’Arcivescovo - anche una nuova urna in legno dorato e cristallo per contenerne una parte,
destinata alla venerazione dei fedeli 6.
L’inconsueta dedicazione con cui la
chiesa di Graveglia è stata ricordata nei
secoli ha indotto tuttavia alcuni storici ad indagare sulla figura di questo
religioso, in ambito locale solennemente festeggiato il 16 maggio, ma non
contemplato nel Martirologio Romano 7.
L’identificazione di Eufemiano con uno
dei trecento guerrieri di origine tedesca vissuti come eremiti sull’isola di
Cipro dopo la fuga dalla Palestina nei
primi secoli di diffusione del cristianesimo, ne giustifica la raffigurazione in veste di soldato proposta dall’iconografia.
La torre, coronata da merli a coda di
rondine che il santo regge con la mano destra, sembra alludere invece ad
una antica fortificazione, il castrum costruito a difesa del
territorio posto sotto la giurisdizione della potente gens dei
Lavagna in epoca medievale. La tradizione locale tende,
tuttavia, ad identificare la possente costruzione con un mulino, con evidente riferimento alla più tarda elezione di Eufemiano a patrono dei mugnai, avvenuta nel 1595 e ribadita nel secolo successivo, nel 1619, da parte degli abitanti della zona, congregati 8 e ricorda l’importanza rivestita dai molti mulini ad acqua, utilizzati per macinare castagne e grano, dislocati nelle valli Sturla e Graveglia, nelle proprietà terriere su cui la Prioria rivendicava diritti e
da cui ricavava introiti.
Non va dimenticato, tuttavia, che nella documentazione iconografica più antica Eufemiano era ricordato in qualità di
vescovo, aspetto evidenziato nella scultura di Graveglia ancora nel secolo XIX, quando i fratelli sacerdoti Remondini
la descrivono corredata delle insegne vescovili - mitria e pastorale - rette da un angelo ligneo, oggi purtroppo non rinvenuto 9. La raffigurazione più interessante del santo ritratto in abiti vescovili compare tuttavia nel polittico quattrocentesco commissionato dall’Abate Alessandro Ravaschieri per l’Abbazia di Sant’Andrea di Borzone in valle Sturla,
dove Eufemiano è effigiato con un ampio piviale verde profilato da galloni dorati e con il capo adorno di una mitria
bianca di foggia antica, triangolare e bassa, ornata da “circulus” e “titulus”. L’opera, datata 1484 e attribuita al pittore lombardo Carlo Braccesco (notizie dal 1478 al
1501)10, è particolarmente significativa in quanto sottolinea
il forte legame e la dipendenza storicamente accertata tra
In alto: autenticazione delle reliquie di S. Eufemiano
da parte di Mons. Lercari, Arcivescovo di Genova, anno 1771.
In basso: affresco sulla facciata della Prioria di Graveglia, anno 1868.
A fronte
Carlo Braccesco, Sant’Eufemiano. Chiavari, Museo Diocesano.
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la Prioria di Graveglia e l’Abbazia summenzionata, allora entrambe già celle monastiche bobbiensi, nel secolo XV rette da religiosi appartenenti all’importante famiglia Ravaschieri. La presenza di Eufemiano nel polittico è inoltre motivata in quanto nel secolo XV, in data anteriore rispetto all’anno di esecuzione dell’opera, l’Abate di Borzone aveva “fatto locazione” della chiesa e del monastero da lui retti al Priore di Graveglia 11.
In conclusione, in mancanza di dati sicuri, è possibile supporre che Eufemiano sia stato un monaco, identificabile
con uno dei fondatori della cella monastica di Graveglia
da lui retta con il titolo di abate.
Nel corso dei secoli, la devozione popolare ha elevato questa figura agli onori degli altari ed ha conferito alla sua immagine un alone leggendario, presentandolo sotto le vesti di guerriero, abate e santo patrono, come la scultura
qui proposta ed il polittico di Borzone hanno voluto tramandarci.
Bibliografia
Manoscritti
Per la chiesa parrocchiale di S.Eufemiano di Graveglia 1735. 5 giugno, Faldone Inventari Decreti, Reliquie e Disegni terreni, ms, 1735,
Archivio Parrocchiale Chiesa di Sant’Eufemiano, Graveglia.
Relazione della Chiesa Parochiale di S.to Eufemiano di Graveglia posseduta dal 1738. da Gio: Batta Rolandelli Sacerdote, ms., 1771, Archivio Parrocchiale Chiesa di Sant’Eufemiano, Graveglia.
Opere a stampa
RAVENNA Giuseppe, Memorie della Contea e del Comune di Lavagna, Chiavari 1887.
REMONDINI Angelo-REMONDINI Marcello, Parrocchie dell’Archidiocesi di Genova. Graveglia S.Eufemiano, VIII , Genova 1889, pp.
110-117.
TISCORNIA Luigi Biagio, Nel Bacino Imbrifero dell’Entella. Val di Graveglia. Cenni storici. Notizie naturali, civili, religiose, Chiavari 1936 [edizione consultata: Recco (Genova) 1996], Parte terza, Notizie religiose, Graveglia – Prioria S. Eufemiano, pp. 466-485.
DANERI Angelo, Alla ricerca delle origini di SANCTUS EUPHEMIANUS in “I Quaderni di Ivo”, 2, 1998.
L’Abbazia di Borzone. Verso la rinascita, Atti del Seminario di Studi,
Rapallo 2005.
BENENTE Fabrizio (a cura di), Archeologia e medioevo. Il castello di
Rivarola e la chiesa di San Lazzaro, Chiavari 2006.
LAGOMARSINO Isabella (a cura di), I Ravaschieri. Storia e dimore di
una famiglia signorile tra Chiavari, Genova e Napoli, Genova 2009.
Note
TISCORNIA, 1936, pp. 467-473; POLONIO, Il monastero di Borzone: quali radici? In L’Abbazia di Borzone. Verso la rinascita, atti del
II seminario di studi (Abbazia di Borzone, 2003), Rapallo 2005, pp.
15-37; BENENTE-FRONDONI, 2006, pp. 9-13. Il monasterium documentato nel 1076, era passato dalla dipendenza dal Monastero di
Bobbio a quella dei monaci Benedettini della Casa di Dio di Clermont
che già reggevano la Badia di Borzone, forse nel secolo XII. Giuspatronato della famiglia Ravaschieri nel 1519 e, successivamente, dei
Solari e dei Ferro, dal 1873 risulta dipendendente dalla Curia arcivescovile di Genova.
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Gli altari laterali – nel secolo XVIII solo due come si evince da un Inventario dei beni della Prioria redatto nel 1771 dal Priore Giovanni Battista Rolandelli nella Relazione a Monsignor Lercari, in cui si ricorda che
“Vi sono in detta Chiesa tre altari; l’altar maggiore ha per titolo S.to Eufemiano, li altri due latterali uno alla SS.a Trinità, e l’altro Nostra Sig.ra
(della Cintura), S.Giacomo e S.Rocco, mantenuti tutti dalla Comunità”
- tutti in stucco modellato e dipinto, sono dedicati rispettivamente ai Santi Agostino e Monica (primo a sinistra), Nostra Signora della Cintura (secondo a sinistra), Santissima Trinità (primo a destra) e San Rocco (secondo a destra). La ricostruzione della chiesa e della canonica sono state effettuate negli anni 1859- 1866 dal Rettore Francesco Oliva.
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La scultura, in legno scolpito, dipinto e dorato, misura cm 180 x
150 x 60.
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Per la chiesa parrocchiale di S.Eufemiano di Graveglia 1735. 5 giugno, ms. Pietro Giovanni Della Cella è stato Priore della chiesa di Graveglia dal 1707 al 1737: cfr. REMONDINI, VIII, 1889, p. 117.
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Relazione della Chiesa Parochiale di S.to Eufemiano di Graveglia posseduta dal 1738. da Gio: Batta Rolandelli Sacerdote, ms., 1771. Giovanni Battista Rolandelli è stato Priore della chiesa di Graveglia dal
1738 al 1782. Già nel 1582, Monsignor Bossio, vescovo di Novara,
nunzio apostolico in visita alla Prioria, aveva constatato la presenza
delle reliquie ma si era prudentemente limitato a definirle: “Reliquiae
sacrae quorum nomina ignorantur …”.
6
L’urna, tuttora esposta in Chiesa, era stata richiesta dal Reverendo
Rolandelli a Monsignor Lercari in occasione dell’autenticazione delle reliquie. Cfr. Relazione…, cit.
7
Fonti manoscritte riferiscono che i festeggiamenti in onore del santo risalgano al 1636 (REMONDINI, 1889, p. 115). Al santo è dedicata anche una cappella in località Cerreto, dipendente dalla parrocchia di Barassi (Lavagna), edificata su terre di proprietà Fieschi fin
dal 1031: cfr. RAVENNA, pp. 281-284. Un riferimento al Santo – l’etimologia greca del cui nome EU: buono, bene e PHEMI: dire rimanda ad ambito orientale bizantino – è proposto da DANERI (1998, pp.
74-90) il quale, rifacendosi ad uno scritto del 1907 del gesuita P.H.
Delehaye sugli annali bollandisti, individua l’origine del culto nell’isola di Cipro, nei primi secoli cristiani, dove trecento guerrieri di origine tedesca provenienti dalla Terrasanta, tra cui Eufemiano, si rifugiarono, condussero vita eremitica e morirono, venendo quindi venerati come santi dai locali.
8
DANERI, 1998, p. 83.
9
REMONDINI, 1889, p. 8.
10
ALGERI, Il polittico dell’abbazia di Borzone, pp. 139-141 in I.LAGOMARSINO, I Ravaschieri, 2009 pp. 139-141 (con bibliografia precedente).
11
TISCORNIA, 1936, p. 469.
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