ANICA CITAZIONI ANICA SCENARIO

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ANICA CITAZIONI ANICA SCENARIO
ANICA
ANICA CITAZIONI
08/07/2014 La Repubblica - Nazionale
Voci ribelli
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08/07/2014 Millecanali
ANICAONDFMAND Onde in ascesa
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ANICA SCENARIO
08/07/2014 Brescia Oggi
Svolta Müller È il pubblico a votare i film
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08/07/2014 Corriere della Sera - Roma
BUONE NOTIZIE E VIZI ANTICHI
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08/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Telefonica- Mediaset , asse anti Murdoch
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08/07/2014 Corriere di Bologna - Bologna
A lezione di grande schermo con Yinan e Menkin
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08/07/2014 Il Giornale - Nazionale
Mediaset , 100 milioni per Premium
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08/07/2014 Il Mattino - Nazionale
Albanese: «Ciak, giro anch'io ma nessun paragone con Siani»
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08/07/2014 Il Messaggero - Civitavecchia
Mediaset con Telefonica apre la pay tv
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08/07/2014 Il Messaggero - Nazionale
Roma, più festa che festival
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08/07/2014 Il Messaggero - Nazionale
Mediaset con Telefonica apre la pay tv
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08/07/2014 Il Messaggero - Nazionale
Cinecittà World il parco a tema progettato da Dante Ferretti
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08/07/2014 Il Sole 24 Ore
Mediaset Premium, faro sui nuovi soci
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08/07/2014 ItaliaOggi
Mediaset , iniezione da 500 mln
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08/07/2014 La Repubblica - Nazionale
Telefonica fa sponda con Mediaset ma la vera partita è su Tim Brasil
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08/07/2014 La Repubblica - Nazionale
Pochi soldi, tagli al festival di Roma "Via la giuria , decide il pubblico "
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08/07/2014 La Stampa - Nazionale
Müller "Ecco il nuovo Festival di Roma"
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08/07/2014 La Stampa - Nazionale
Telefonica e Mediaset , alleanza nella pay
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08/07/2014 Libero - Nazionale
«Yankee go home» anche al cinema E Pechino si fa la sua Hollywood
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08/07/2014 Libero - Nazionale
Il film che racconta i retroscena di Camp David
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08/07/2014 MF - Nazionale
Telefonica entra in Premium
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08/07/2014 Pubblicita Today
Festival Internazionale del Film di Roma: annunciate le prime novità
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ANICA CITAZIONI
2 articoli
08/07/2014
La Repubblica - Ed. Nazionale
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
R2 Spettacoli Dopo tre settimane gli attori hanno revocato lo sciopero che aveva bloccato film e serie
L'esplosione delle reti pay ha allargato il mercato, ma la crisi ha sconvolto le sue regole
Voci ribelli
I doppiatori: "Siamo artisti ma il mercato tv ci sfrutta"
SILVIA FUMAROLA
ROMA PER farsi sentire non hanno alzato la voce, dal 12 giugno hanno scelto il silenzio: i doppiatori italiani
hanno scioperato per tre settimane. Premium è stata costretta a ricorrere ai sottotitoli per Mike & Molly , The
Middle e The Mentalist , Revolution (due episodi finali della seconda stagione) e Grimm . Sky ha fatto slittare
New Girle Modern family mentre True blood7 e Leftovers sono trasmesse coni sottotitoli. Ieri a Roma c'è stato
l'incontro all'Anica per discutere del futuro: lo sciopero è stato sospeso, ora si apre uno spiraglio sul rinnovo
del contratto, fermo al 2008.
I doppiatori sono circa un migliaio, ci sono le superstar (Francesco Pannofino, Luca Ward, la dinastia degli
Izzo, dei Lionello, Rita Savagnone, Maria Pia Di Meo, solo per citarne alcuni) e tanti professionisti, attori
bravissimi di teatro e di cinema che prestano la loro voce in fiction, soap, cartoon e documentari. Se da una
parte l'esplosione della pay tv e l'arrivo di decine di serie straniere ha allargato il mercato, dall'altra la crisi ha
creato un sottobosco di aziende che lavorano senza regole - perché in Italia è sempre un problema di regole al ribasso.
Roberto Stocchi, presidente dell'Anad (Associazione nazionale attori doppiatori), con il sostegno dei
sindacatie dell'Associazione dialoghisti e adattatori, aveva deciso lo stop per difendere la professione e
anche il lavoro dei fonici di doppiaggio, i meno tutelati. Al primo punto della trattativa i turni, che in una
precedente proposta si sarebbero dovuti unificare, per fare più lavori contemporaneamente: doppiare un
pezzo di film, un cartone animato, un documentario. «Tutto per chiamare meno attori» denunciava Francesco
Venditti «Inaccettabile». «Per sanare la situazione» spiega il presidente dell'Anica Riccardo Tozzi «l'unico
modo è analizzare i problemi punto per punto, senza irrigidirsi. Ai tempi delle vacche grasse i prezzi erano
tropo cari, adesso la crisi spingei disperatia non rispettare le regole,e questo crea una concorrenza sleale. La
committenza deve rendersi conto che non si può scendere sotto certi livelli di qualità».
«Ora si parla di turni di 4 ore divisi in due parti», racconta Massimo Giuliani (direttore di doppiaggio, attore e
dialoghista da oltre 30 anni, insieme al collega Claudio De Angelis rappresenta l'Aid 2014 che riunisce 15
società di doppiaggio) «non si devono mischiare i prodotti, vanno ridistribuite le fasi di lavoro e i compensi, l'
Anica stessa ha detto: "Non siamo blindati". E ci vuole una commissione che possa intervenire se qualcuno
non rispetta le regole. Sanzionando. Spero che andremo avanti con la buona volontà di tutti. Ci incontreremo
ancora il 14 e il 17 luglio.
Una trattativa è fatta di piccoli grandi passi, occorre vigilare e non abbassare la guardia, ma proviamoa
essere propositivi».
«La verità è che bisognerebbe creare un albo dei doppiatori» dice Alberto Angrisano (doppia serie di
successo come Breaking bad , The wire , The shield ) «Oggi c'è una corsa al ribasso, io non sono ottimista.
Questa è una categoria in cui manca una sorta di rispetto reciproco, il senso della solidarietà: alcuni se le
cose non funzionano si fermano e dicono: "Che possiamo fare?", mentre altri vanno avanti. L'agenda vuota fa
paura, ma sei un libero professionista: se uno vale, vale. Doppiare un film, un cartone e altro in un tempo
ristretto significa abbassare la qualità. Un conto è adeguarsi alle tariffe, un conto scendere a compromessi
micidiali. Si lavora ancora in nero e non è accettabile».
«Questa è un'arte» aggiunge un appassionato Luca Ward (tra gli altri, voce di Russell Crowe e Hugh Grant)
«dall'estero sono venuti da noi per impararla, cerchiamo di difendere un'eccellenza italiana che nei prossimi
20 anni è destinata a sparire. Le società di doppiaggio sono diventate potenti quando si lavorava tantissimo e
venivamo pagati bene. Oggi la concorrenza scatena la guerra dei prezzi che fa precipitare la qualità. Il
ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La Repubblica - Ed. Nazionale
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(diffusione:556325, tiratura:710716)
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mercato tv è cresciuto a dismisura, imponendo ritmi infernalie abbassando il livello. Quella che era un'arte è
diventata solo sfruttamento, sia da parte della committenza che di tante società improvvisate. I doppiatori
sono da soli in sala di registrazione, una volta lavoravi in gruppo e un errore si correggeva in corso d'opera,
oggi te ne accorgi quando ormai è troppo tardi».
Il doppiaggio in Italia ha una storia lunga che nasce dal primo film sonoro di Stanlio e Ollio nel 1933; il
fascismo lo usava anche perché nei film in lingua straniera non passassero messaggi incontrollati. In quegli
anni si sviluppa l'industria e nascono i primi stabilimenti. Un lavoro affascinante e complesso, quello dei
doppiatori, che spesso migliora l'originale (ma a volte lo peggiora). Abbiamo conosciuto le grandi star
doppiate: dalla voce di velluto di Gualtiero De Angelis (Cary Grant) a quella profonda di Giuseppe Rinaldi,
che passava da Marlon Brando a Paul Newman a Peter Sellers. Ci siamo innamorati di Robert De Niro anche
grazie alla voce di Ferruccio Amendola, e abbiamo adottato Meg Ryan in Harry ti presento Sally , prima del
botox, grazie a Silvia Pepitoni. Un rispetto che ai doppiatori riconoscono anche i fan della "versione originale".
I numeri 30-50mila FILM Costo del doppiaggio di un film medio 120 mila per un blockbuster 1000
DOPPIATORI Ci sono le superstar e tanti professionisti che doppiano film fiction, soap, cartoon 80 mln
BUSINESS Si stima che il doppiaggio muova un business di 80 milioni di euro CHI DOPPIA CHI... MARIA
PIA DI MEO Meryl Streep, qui nel film "Il diavolo veste Prada" FRANCESCO PANNOFINO Dà la voce a
Goerge Clooney (nella foto "Michael Clayton" LAURA BOCCANERA Robin Wright Penn nella serie cult
"House of cards" LUCA WARD Da Hugh Grant a Brosnan a Crowe nel "Gladiatore"
Foto: GIANCARLO GIANNINI In "Heat" dà voce a Al Pacino Ferruccio Amendola a Robert DeNiro
ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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Millecanali - N.445 - Giugno 2014
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Il broadcast / IL PUNTO SULLA PIATTAFORMA ONLINE DI ANICA
ANICAONDFMAND Onde in ascesa
A tre mesi dal decollo, aumenta V'appeal" dì Anicaondemand, più brevemente Onde, la piattaforma onlìne di
Anica volta a favorire un'offerta legale in Rete di film persino in uscita contemporanea con i cinema. Onde
vuole anche evidenziare le opere italiane meritevoli, sopperendo alla chiusura di determinate sale...
Luca Raffone
bbene, sì. Sentendosi "minacciati" dal più o meno prossimo arrivo anche in Italia di Netflix (la piattaforma on
demand che va "spopolando" in vari Paesi del mondo), diversi operatori nostrani hanno iniziato a lanciare
servizi OTT di vario tipo, sempre però in stile con quelli delL'ormai celebre gruppo californiano. Nel 2010 è
partita così la "nuova formula" di Cubovision (divenuta ora TIMvision), di Telecom Italia, mentre a giugno
2012, da uno spin off di Fastweb, è sorta Chili Tv, seguita pressoché subito dal decollo di Eclexia, strutturata
dalla società Vetrya, la quale già un anno prima era scesa on-line con Primoltalia. Il 9 dicembre 2013, poi, è
stata la volta di Infinity Mediaset, e quindi, il 2 aprile scorso, quella di Sky Online, ambiente che a 19.90 euro
mensili da accesso illimitato a 8 canali Sky Cinema e a una cospicua videoteca on demand. Una proposta
'accattivante' In questo "effervescente" contesto è andata ad inserirsi, il 31 marzo 2014, la nuova piattaforma
streaming Anicaondemand, più brevemente detta Onde, nata dalla sinergia tra Anica Associazione Nazionale
Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali - e CAN (Cross Advertainment Network, società
italiana attiva nella comunicazione digitale), in partnership con MYmovies.it, il più avanzato portale nazionale
sul Cinema. Non abbiamo realizzato subito un articolo sul lancio della piattaforma perché volevamo verificare
se questa, in mezzo all'affollata galassia di "sorelle" concorrenti, avrebbe poi determinato un soddisfacente
feedback da parte sia dei fruitori finali sia dei content provider. Durante l'incontro di presentazione di Onde
(condotto da Silvio Maselli, Segretario Anica, e animato da Riccardo Tozzi, Presidente della stessa
Associazione, Gianluca Paladini, Presidente CAN, e Gianluca Guzzo, AD di MYmovies.it) abbiamo appreso
che la nuova realtà è in grado di offrire, a costi di noleggio variabili tra 1.99 e 3.99 euro, un variegato paniere
di circa 350 film. Paniere destinato ad arricchirsi nel tempo, andando ad includere a pieno regime anche
fiction seriali, documentari e programmi Tv. «Onde - sono state le dichiarazioni di Riccardo Tozzi - vuole
costituire una risposta concreta al ripetuto invito Agcom di accrescere l'offerta legale di contenuti sul Web. E
non è un caso che la piattaforma venga lanciata proprio in questa giornata del 31 marzo, che segna anche
l'entrata in vigore del regolamento per la tutela del Diritto d'Autore e delle opere digitali, redatto appunto
dall'Autorità Garante per le Comunicazioni. Inoltre, Anicaondemand prevede sia di dare uno sbocco concreto
a tutte quelle opere italiane meritevoli, che per determinate ragioni non hanno la possibilità di uscire nelle
sale, sia di sopperire alla chiusura di un certo numero di cinematografi nei piccoli centri. Chiusura dovuta in
primo luogo al fatto che i gestori di questi cinema non riescono a reperire fondi per il passaggio dei loro locali
alla tecnica digitale. Si prevede, infatti, che entro fine giugno 2014, almeno un 15% di piccole sale nazionali
potrebbe dare forfait». Chi c'è e chi non c'è Gianluca Guzzo, invece, ha particolarmente posto l'accento sulle
offerte. Che contemplano non solo contenuti rivolti all'utenza finale (in modalità B2C, Business to Consumer),
ma anche servizi in grado di supportare altre piattaforme presenti sul mercato (approccio B2B, Business to
Business). A fine marzo, erano saliti a bordo di Onde - tra i tanti titolari di diritti - Rai Cinema, Cinecittà Luce e
alcuni marchi storici della distribuzione indipendente quali Bim, Eagle Pictures, Cattleya e Lucky Red, mentre
risultavano e risultano tuttora in fase di negoziazione accordi con major del calibro di Warner Bros e
Universal. È improbabile, poi, L'adesione di Medusa, considerando la sua appartenenza allo stesso gruppo
cui fa capo Infinity. Un film richiesto dal cliente Onde rimane a sua disposizione per 48 ore, durante le quali
può essere scaricato un numero "n" di volte. L'accesso è consentito solo tramite Pc o Mac (quindi, semaforo
rosso per tablet, Tv connesse e smartphone), dotati di plug-in Microsoft Silverlight e possibilmente di browser
Google Crome, mentre il sistema è in grado di fornire una risoluzione massima di 720p, anche se la
"declinazione" più usata in partenza è di 406p, scalabile a valle altresì a 330p, 266p o 164p. La 'sala virtuale'
ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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08/07/2014
Millecanali - N.445 - Giugno 2014
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Ricordiamo poi che la piattaforma - accessibile anche attraverso www.anicaondemand.it - risulta navigabile
su 5 macro-aree (Surf, Main, Screen, Road e Quest), di cui quella più interessane è senz'altro Screen. La
quale permette ad un numero volutamente circoscritto di persone di accedere online su prenotazione (a giorni
e ad orari prestabiliti) a una sorta di sala virtuale, per gustarsi un film proiettato in contemporanea nei cinema
di prima visione. Questo approccio - che restringe se non elimina del tutto l'arco temporale di sfruttamento ad
esclusivo appannaggio delle sale - ha avuto inizio su Anicaondemand con il film "Jimmy P". Trasmesso in
streaming (in una sala virtuale da 294 posti) domenica 6 aprile alle 21.30, al costo di 3.99 euro a spettatore. A
tre mesi dal lancio del nuovo ambiente, proprio la sezione Screen sta avendo - come ci hanno "rivelato" dalla
società CAN - un riscontro notevole da parte dei fruitori, per quanto riguarda soprattutto produzioni
indipendenti e film d'essai. Senza contare che in questi 90 giorni è anche lievitato il numero delle house
cinematografiche che hanno formalizzato accordi con la piattaforma: per esempio, le ultime due "new entry"
sono state CG Home Video e Koch Media... Onde senz'altro in ascesa, quindi! Conferenza stampa. Un
momento della press presentation della piattaforma Onde. Da sinistra, Gianluca Guzzo (MYmovies.it), Silvio
Maselli, Riccardo Tozzi (entrambi di Anica), e Gianluca Paladini (CAN).
jf menu e USJI filtri Vai alt'Home Page e Scopri i film ancore al per affinare i attendi nell'area principale delie
cinema e disponibili in ricerca tue attività streaming Orientati era ipercorsi selezionati solo per te Esegui una
ricerca libera tra film, attori oppure registi 1 più premiati Dagli Oscar ai David di Donatella I film con i maggiori
riconoscimenti alle più importarti manifestazioni Internazionali. Succ€MÌ al botteghina Scopri i grandi successi
al botteghino disponibili in streaming on demand. L'offerta. Ecco alcuni dei 350 titoli di film, suddivisi per
generi, attualmente disponibili a richiesta su Anicaondemand.
ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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ANICA SCENARIO
20 articoli
08/07/2014
Brescia Oggi
Pag. 48
(diffusione:16000)
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Svolta Müller È il pubblico a votare i film
Il direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, Marco Müller, ha annunciato alcune delle
novità della nona edizione, che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre. Stavolta protagonisti saranno gli spettatori,
che premieranno i film di tutte le linee di programma: i riconoscimenti più importanti saranno dunque
assegnati in base alle preferenze espresse dal pubblico all´uscita dalla sala. Ulteriori cambiamenti riguardano
la Selezione Ufficiale e le linee di programma che la compongono, ridefinite nel nome, nei contenuti e tutte
competitive. In questo senso, il Festival 2014 presenterà una struttura più «snella» rispetto al passato, basata
su un totale di circa quaranta lungometraggi: Cinema d´Oggi ospiterà film di autori sia affermati che giovani,
Gala presenterà una selezione di grandi pellicole «popolari ma originali» della nuova stagione, Mondo
Genere accoglierà film appartenenti ai più diversi generi cinematografici, mentre Prospettive Italia farà il
punto sulle nuove linee di tendenza del cinema nazionale di fiction e documentaristico. La sezione parallela
Alice nella Città proporrà lungometraggi per ragazzi. L´intera giornata di domenica 26 ottobre sarà dedicata
alla proiezione in replica dei film vincitori.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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08/07/2014
Corriere della Sera - Roma
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
BUONE NOTIZIE E VIZI ANTICHI
pfallai
Carlo Freccero ha un'intelligenza urticante. E spesso, in un mondo televisivo che ha fatto del conformismo un
comodo rifugio, ha avuto coraggio e spavalderia per rischiare in anticipo. La sua nomina alla direzione del
RomaFictionFest non può che essere salutata come una buona notizia. E il presidente della Regione Nicola
Zingaretti ha buoni motivi per confidare nel suo «impulso» per l'ottava edizione, in programma dal 13 al 18
settembre. Eppure, non è possibile salutare questa ottima novità, senza chiedersi che futuro avrà questa
manifestazione. Come ha ricordato Zingaretti l'anno scorso il Fiction Fest venne difeso dall'intervento della
sua giunta che ne scongiurò la scomparsa. Ma che succederà l'anno prossimo se la Camera di Commercio,
come annunciato, dovesse ridurre o abolire del tutto i contributi alle manifestazioni culturali? È sempre più
urgente una riflessione sull'offerta culturale romana nell'intero settore del cinema e dell'audiovisivo, che
superi l'orizzonte dei pochi mesi. Tema che riguarda il Fiction Fest solo in parte, perché investe in primo
luogo il ruolo, la funzione, la filosofia del Festival del film.
Ieri, negli stessi minuti in cui arrivava la notizia di Freccero, Marco Müller divulgava le «novità» della nona
edizione, in programma dal 16 al 25 ottobre. Rivelando solo quello che era già da tempo sul sito del Festival.
Ricapitoliamo. Si torna a ottobre, a dispetto della vocazione novembrina di Müller; spariscono le giurie e i
verdetti vengono affidati al pubblico; vengono ridotti i film, saranno una quarantina, e le rassegne: Cinema
d'oggi , che poi sarebbe il vecchio concorso; Gala , che ricorda tanto la vecchia Premiere degli esordi; Mondo
Genere , che ha cannibalizzato CineMaxxi e Prospettive Italia , ma è talmente generica tra corti e doc che
forse bastava chiamarla Italia. I Marc'Aurelio diventano proposte dello stesso Müller al Festival, e avremo
quello alla carriera, ad attori e attrici e perfino al futuro. E ci sarà un omaggio a Seymour Hoffman, anche se il
comunicato non lo annuncia. Confermata infine la sezione autonoma di «Alice nella Città» che la sua giuria di
ragazzi tra i 14 e i 18 anni l'ha sempre avuta.
Ma ci sono un bel po' di cose che il direttore non dice. Intanto che razza di Festival sarà? Un concorso, una
vetrina, una festa, un «festaval» come annunciava giulivo pochi mesi fa? Sembra una via di mezzo
approssimativa tra la festa degli esordi e la grandeur a parole del primo Müller. E quanto costerà? I conti, in
questo festival, sono diventati una sciarada. Hanno perfino fatto fatica a convocare il consiglio di
amministrazione per parlarne. I soci hanno imposto un taglio di 600.000 euro, che erano stati qualificati come
provento di sponsorizzazioni, senza ulteriori specifiche. Quando perfino il main sponsor, la Bnl, vorrebbe
scendere da 1,5 a 1,1 milioni, cioè allinearsi a quanto danno i soci maggiori. E resta il mistero del contributo
del Mibact. Che per ora non entrerà nella Fondazione, forse l'anno prossimo e probabilmente tramite l'Istituto
Luce. Al Festival sono convinti che parteciperà già quest'anno con un milione di euro o giù di lì. Ma da quale
capitolo di spesa e con quale motivazione? Nebbia fitta. Al di là della quale resta una manifestazione che
costa troppo, non ha un'anima, non trova un rapporto con la città e offre così poco.
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Foto: di PAOLO FALLAI
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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CINEMA E FICTION
08/07/2014
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 27
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Telefonica- Mediaset , asse anti Murdoch
Così l'accordo con l'ingresso degli spagnoli all'11% nella piattaforma Premium Prospettive Entro il 2014
potrebbero essere cedute altre quote di Mediaset Premium
Paola Pica
Il numero uno di Telefonica, Cesar Alierta, blinda il mercato spagnolo della pay tv e si fa avanti, primo di un
potenziale nucleo di soci stranieri, in Mediaset Premium, la piattaforma che Pier Silvio Berlusconi intende
riposizionare sul mercato internazionale. Lo stesso vice presidente operativo di Mediaset aveva annunciato
domenica in un'intervista al «Corriere» l'ultimo tassello di un più ampio accordo raggiunto tra il gruppo italiano
e Telefonica: l'ingresso del big spagnolo delle tlc con l'11,11%, e un esborso di 100 milioni, nelle attività della
tv a pagamento del Biscione. L'intesa è stata finalizzata nelle ultime tre settimane e firmata domenica sera, 6
luglio.
A Madrid tengono alla netta separazione tra le due vicende, ma per Telefonica, primo azionista di Telecom
Italia, si tratta di un nuovo investimento strategico, sia pure di entità contenuta , nel nostro paese. Un asse tvtlc che Mediaset non è mai riuscita a realizzare in casa. «Con Telecom Italia avevamo studiato un accordo 14
anni fa, poi ci si è messo di mezzo il conflitto d'interessi, la poca convinzione...» ha riconosciuto nell'intervista
Pier Silvio Berlusconi, sottolineando che «oggi la situazione è completamente cambiata, l'orizzonte non può e
non deve più essere solo nazionale, lo dimostra la stessa estensione del gruppo che fa capo a Rupert
Murdoch».
Il contrasto al colosso che muove in Italia sotto l'insegna di Sky è certo una delle ragioni che spinge Mediaset
ad aprire la piattaforma della pay tv a più operatori internazionali. Con i francesi di Vivendi e la tv del Qatar Al
Jazeera la «data room» è aperta da tempo. Entro la fine dell'anno potrebbero essere stretti dunque nuovi
accordi e cedute altre quote di minoranza di Mediaset Premium, valorizzata 900 milioni e, nel frattempo, non
più divisione di Rti (Reti Televisive italiane) ma una società autonoma, quasi di certo una spa. Lo scorporò
richiederà qualche settimana. Intanto Mediaset España (quotata alla Borsa di Madrid) cede, come previsto, il
suo 22% in Digital Plus alla stessa Telefonica che assume così il controllo assoluto dell'operatore con il
monopolio della pay tv spagnola, dopo aver rilevato anche la partecipazione di maggioranza che era in mano
a Prisa, l'editore tra le altre testate del quotidiano «El Pais». L'accordo che ha un valore complessivo di circa
385 milioni prevede anche che Mediaset fornisca a Digital Plus raccolta pubblicitaria e contenuti.
paolapica
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ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
Televisioni Sarà una società autonoma aperta ad altri azionisti. Il gruppo di Segrate fornirà contenuti e
pubblicità
08/07/2014
Corriere di Bologna - Bologna
Pag. 13
(diffusione:11265)
A lezione di grande schermo con Yinan e Menkin
P. D. D.
L'attenzione verso i più giovani a Gian Vittorio Baldi non è mai mancata, durante una lunga carriera ricca di
imprese cinematografiche coraggiose, a tratti persino avventurose, dall'uso della prima presa diretta in Italia
alla pellicola in 16 millimetri usata per un intero lungometraggio. Dopo i film da lui diretti come Fuoco o
prodotti, da Pasolini a Godard e Robert Bresson, il regista nato a Bologna nel 1930 negli ultimi anni si è
dedicato con passione alla costruzione di un network di atenei di tutto il mondo denominato International
Filmmaking Academy. Un progetto che torna a Bologna per il secondo anno consecutivo in perfetta continuità
con il festival Il Cinema Ritrovato appena concluso, che quest'anno ha portato in città molti autori prestigiosi
in occasione del centenario del personaggio di Charlot. E se l'anno passato i workshop erano stati tenuti da
grandi maestri del cinema come Bernardo Bertolucci e l'iraniano Abbas Kiarostami, quest'anno gli ospiti
invitati sono l'israeliano Dani Menkin e il cinese Diao Yinan, ai quali saranno affidati i 13 giovani registi
neolaureati provenienti da alcune delle maggiori scuole che si occupano di cinema nel mondo, tra Canada,
Stati Uniti, Inghilterra, Repubblica Ceca, Hong Kong, India e Corea. Menkin terrà il suo laboratorio, tra
Cineteca e Salaborsa, sino al 12 luglio, mentre dal 13 al 18 sarà la volta di Yinan, sempre con la stessa
formula, per cui i ragazzi prima faranno vedere i lavori che hanno realizzato sinora ai docenti e poi
seguiranno un laboratorio pratico sotto la guida dei registi. I partecipanti realizzeranno inoltre un filmato di 10
minuti utilizzando smartphone o telecamere digitali per il concorso Grandi storie, piccolo formato , il cui
premio verrà conferito durante la festa conclusiva dei workshop, prima che gli studenti lascino Bologna. Il
quarantaquattrenne Menkin, nato a Tel Aviv, si è misurato negli anni tra documentario e fiction, con opere
come 39 Pounds of Love , candidato agli Oscar, e Je t'aime. I love you teminal , sino al toccante Dolphin Boy
, su un ragazzino arabo israeliano che per recuperare da un pesante trauma segue un percorso di
delfinoterapia. Dal canto suo, invece, Diao Yinan, vincitore dell'ultimo Orso d'oro a Berlino con il film Black
Coal, Thin Ice , fa parte della cosiddetta sesta generazione di autori cinesi, che a fronte di budget ridotti e
problemi di censura sta raccontando da oltre 20 anni la Cina e i suoi mutamenti. Il film che lo ha consacrato
anche in Europa è un noir ispirato, come ha ammesso lui stesso, che aveva iniziato come attore, a Il terzo
uomo di Carol Reed e a L'infernale Quinlan di Orson Welles.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
L'iniziativa Giovani registi e studenti da tutto il mondo all'Accademia di Gian Vittorio Baldi per imparare il
cinema
08/07/2014
Il Giornale - Ed. Nazionale
Pag. 18
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Mediaset , 100 milioni per Premium
Pier Silvio Berlusconi: «Ora cerchiamo altri soci». In pole position ci sonoAl Jazeera e Vivendi
CONSOLIDAMENTO Negli Usa At&T ha comperato Direct Tv per 67 miliardi di dollari
Maddalena Camera
L'accordo era pronto da venerdi scorso. Mediaset, oltre alla cessione in Spagna della sua quota del 22% di
Canal+, ha così venduto a Telefonica anche l'11% della sua pay tv italiana, Premium. Altri 100 milioni di euro
che vanno a sommarsi ai circa 365 pagati dall'ex monopolista iberico per la quota della prima tv a pagamento
di Madrid. Un buon incasso per la società del Biscione alle prese con un mercato pubblicitario in ripresa, ma
non florido, e con un rinnovamento del business televisivo in corso in Europa negli Usa. Premium, ricca di
contenuti sportivi di qualità (Serie A e Champions) e, quindi, pagati a caro prezzo, è stata valorizzata oltre
quanto ipotizzato dagli analisti, circa 900 milioni di euro per 1,9 milioni di utenti. E potrebbe diventare una
società autonoma. Inoltre, il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ha già messo le mani avanti
puntualizzando che il gruppo sta comunque parlando anche con altri per cedere ulteriori quote della tv a
pagamento. L'intento, con il possibile ingresso di Al Jazeera, è quello di creare una pay tv transeuropea, visto
che la tv del Qatar è già presente in Francia. Non è un caso, infatti, che anche l'altra pay tv transalpina,
Vivendi, sia interessata a Premium. Certo è che il business della pay tv, che si sta imponendo nell'ormai
imperante universo Internet, dominato dalla cosidette tv intelligenti, sempre connesse alla rete, si avvia a
diventare la nuova frontiera televisiva. Non è un caso, infatti, che Rupert Murdoch, patron di News Corp, che
in Italia possiede la prima pay tv, Sky, con circa 4 milioni di abbonati, stia puntando a creare un grande
network paneuropeo delle tv a pagamento che fanno capo alla sua galassia. L'intesa potrebbe essere
annunciata in estate dato che l'acquisto di Canal+ da parte di Telefonica rappresenta, per molti analisti, l'inizio
di una serie di manovre che modificheranno gli attuali equilibri in Europa. L'idea di Murdoch è quella di creare
un grande conglomerato unificando la sua quota (39%) in BSkyB con il 55% di Sky Deutschland e gli asset di
Sky Italia. Un'operazione che, secondo gli analisti, ha un valore di 10 miliardi di euro. Poco, rispetto a quanto
recentemente pagato dal colosso delle tlc Usa, At&T, per acquistare la tv satellitare DirecTv: 67,1 miliardi di
dollari in contanti e azioni. Direct tv è la seconda pay tv degli Stati Uniti con 20 milioni di clienti in Usa e altri
18 milioni in America Latina. Il mercato delle pay tv è dunque in fase di consolidamento allo scopo di creare le
condizioni per una totale integrazione per la distribuzione di contenuti tra la telefonia fissa e mobile e le
piattaforme video. Una strategia sposata da Telefonica, che in Spagna controlla ora Canal + con circa 1,6
milioni di abbonati, e che in Italia ha investito in Mediaset, unico concorrente di Sky. Telefonica è anche il
primo azionista (con il 15%) di Telecom Italia che ha stretto con Sky un accordo per i servizi pay. I n s o m m
a , un intreccio di partecipazioni e scelte di partner che p o t r e b b e r o perfino sembrare volute per dispetto.
In ogni caso i contenuti tv, soprattutto quelli sportivi, sono ormai indispensabili per convincere gli utenti a
dotarsi di un collegamento a banda ultralarga. Il problema, di non facile soluzione, sarà ora quello di trovare
un mix interessante per remunerare sia i contenuti, e quindi le società televisive, sia la connessione ossia i
gestori di tlc. A Milano, ieri, il titolo Mediaset è sceso dello 0,9%, mentre a Madrid le azioni di Mediaset
España sono cresciute dello 0,63 per cento.
1,9 Sono i milioni di abbonati di Mediaset Premium, è stata valorizzata 900 milioni di euro
Foto: SINERGIE Da sinistra, il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, e César Alierta, numero uno
di Telefonica [Ansa]
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
MEDIA Telefonica entra con l'11% nella pay tv italiana
08/07/2014
Il Mattino - Ed. Nazionale
Pag. 40
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Albanese: «Ciak, giro anch'io ma nessun paragone con Siani»
Diego Del Pozzo
Per l'esordio alla regia, Francesco Albanese sceglie di raccontare una favola romantica in forma di commedia
rifacendosi a un certo cinema dei sentimenti d'ispirazione francese o inglese, invece che a modelli più vicini a
lui, culturalmente e geograficamente. Ma, ciò nonostante, ambienta comunque all'ombra del Vesuvio la sua
prima regia, per provare a declinare in modo originale una città che, invece, a suo dire «al cinema e in
televisione è descritta sempre allo stesso modo, di cliché in cliché».
Così, dopo una lunga e accurata preparazione, sono iniziate ieri mattina in un hotel di via Chiaia le riprese di
«Ci devo pensare», il progetto cinematografico con il quale il trentanovenne Albanese - amico storico e
complice artistico di sempre di Alessandro Siani, fin dai tempi di TeleGaribaldi, attraverso il teatro e gli exploit
sul grande schermo - passa dall'altra parte della macchina da presa, «per raccontare nella maniera più
personale possibile - spiega - una storia alla quale lavoro da quasi tre anni». Scritto dallo stesso Albanese
assieme a Daniele Di Blasio, il film è prodotto dalla Run dei fratelli Alessandro e Andrea Cannavale assieme
a Rai Cinema. Le riprese dureranno quattro settimane, a Napoli (da Chiaia a Posillipo, dal Vomero al centro
antico) e a Riardo, dove si girerà nella Fiera del mobile. Per la scelta delle location, la produzione s'è avvalsa
del supporto della Film Commission Regione Campania.
Di «Ci devo pensare» Francesco Albanese è anche protagonista e, per ottimizzare il doppio ruolo davanti e
dietro la cinepresa, è affiancato dall'esperto Mimmo Esposito (reduce da «Gomorra - La serie») come
direttore artistico. «In questo modo, quando recito - sottolinea Albanese - posso giovarmi di uno sguardo
esterno che sappia giudicare la mia performance. E ciò arricchirà certamente il film». La direzione della
fotografia è di Roberto Lucarelli, il montaggio di Lorenzo Peluso, le scenografie di Antonella De Martino e il
make up di Ciro Florio, con l'altro filmaker Sergio Panariello (autore del bel corto «Ciro» per Figli del Bronx)
come aiuto-regista. «La squadra tecnica è forte e qualitativa - spiega ancora Albanese - proprio perché
vogliamo realizzare un prodotto di qualità».
Sul set fa molto caldo, nella torrida Napoli di luglio, ma l'entusiasmo di tutti fa sentire meno l'arsura. In un
corridoio dell'hotel, che per esigenze di copione diventa un bed & breakfast, il protagonista siede sul divano
ed è impegnato in una sequenza di dialogo con l'amico di sempre interpretato da Alessandro Bolide, che gli
porta un caffè e prova a consolarlo. I ciak si susseguono a ritmo serrato, mentre Francesco Albanese
s'alterna con buona perizia tra i ruoli di attore e regista, mostrando di avere idee chiare sulla direzione che il
film dovrà prendere. «So bene che, quando avremo finito, in molti faranno paragoni con i lavori del mio amico
Alessandro Siani. Ma, poi, spero che quando guarderanno il film capiranno che, in tutta umiltà, abbiamo
provato a fare qualcosa di personale».
«Ci devo pensare» racconta la storia del trentacinquenne Davide (Albanese), «un bravo ragazzaccio anticipa l'attore-regista - che viene letteralmente cacciato di casa dalla fidanzata, interpretata da Barbara
Tabita, perché sfugge di continuo alle sue richieste di sposarla». Così, lo scapestrato protagonista inizia a
vagabondare tra le case degli amici e il mobilificio nel quale lavora, finché un giorno per lui tutto cambia in
meglio, quando conosce Sole, splendida ragazza portoghese che, nella realtà, è la modella brasiliana
Shalana Santana, appena diplomata alla scuola di cinema La Ribalta di Napoli, come diversi altri attori scelti
per ruoli minori. Per conquistarla, Davide si spaccia per lo scrittore preferito della ragazza, «volgendo a suo
favore - conclude Albanese - un equivoco che si sviluppa in libreria, mentre insieme sfogliano un volume del
romanziere Davide Orengo, nel cui ruolo recita Andy Luotto». Nel cast, ci sono anche Stefano Sarcinelli,
Nunzia Schiano, Salvatore Misticone, Ciro Priello, Mariano Bruno. E per sabato mattina dalle 10, al Vomero,
tra via Scarlatti e via Luca Giordano, la produzione organizza un «love mob» per girare un'affollata scena
romantica, che prevede la presenza di centinaia di coppie innamorate.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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Sul set
08/07/2014
Il Mattino - Ed. Nazionale
Pag. 40
(diffusione:79573, tiratura:108314)
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08/07/2014
Il Messaggero - Civitavecchia
Pag. 15
(diffusione:210842, tiratura:295190)
MADRID BRUCIA I TEMPI SU AL JAZEERA E LA FRANCESE VIVENDI IL BISCIONE: «PRONTI
ALL'INGRESSO DI NUOVI SOCI INTERNAZIONALI»
L'OPERAZIONE
ROMA Mediaset ha chiuso il cerchio con gli spagnoli di Telefonica. A due giorni dalla vendita del 22% della
spagnola Dts (Canal+) al gruppo di Cesar Alierta (che ha rilevato anche la quota di Prisa), con tanto di
sovraprezzo per 365 milioni, Pier Silvio Berlusconi ieri ha annunciato l'ingresso della stessa Telefonica nel
capitale di Premium. Per l'11,11% della pay tv del Biscione gli spagnoli metteranno sul tavolo altri 100 milioni
di euro. Un assegno «che riflette un equity value di 900 milioni della società di nuova costituzione nella quale
le attività pay di Mediaset verranno conferite», spiega una nota Mediaset. Ma al di là dei valori economici in
campo, l'ultimo tassello dell'asse Milano-Madrid è destinato ad aprire nuovi importanti scenari nella partita
sulle tv che da tempo si gioca tra Spagna e Italia. E' da molto infatti che Al Jazeera e Vivendi guardano i conti
di Premium per entrare come partner industriali. Ma ora che anche questo accordo tra Telefonica e Mediaset
è cosa fatta, non sono così scontate le prossime mosse. Soprattutto da parte dei dirigenti del Qatar, che mal
volentieri, evidentemente, si siederebbero come soci accanto agli stessi spagnoli che hanno bloccato il loro
ingresso in Spagna. Non è un mistero infatti che Telefonica abbia acquistato la quota di Mediaset in Canal+
anche per impedire un ingresso facile di Al Jazzera sul mercato iberico. Del resto, la caccia alle antenne finite
sul mercato è scattata almeno da quando i big dei media e delle tlc in giro per il mondo si sono convinti che la
partita del futuro si giocherà sui contenuti. E il futuro della tv si giocherà nella vendita di contenuti privilegiati,
lo sport in prima linea, su piattaforme a pagamento sotto il controllo delle società telefoniche che avranno
giocato meglio le proprie carte.
LA STRATEGIA
Così meglio si comprende il ruolo centrale di Mediaset, che ha spiegato l'operazione di ieri «in una logica di
sviluppo delle attività di produzione e distribuzione di contenuti su tutte le piattaforme a pagamento».
Confermata naturalmente dallo stesso vicepresidente del Biscione, Pier Silvio Berlusconi, l'apertura ad altri
partner internazionali. Del resto, risorse fresche sono più che benvenute in casa Mediaset, che si è appena
svenata per la Champions League (circa 230 milioni l'anno) e per le partite degli otto big di Serie A nel
triennio 2015-2018 (circa 380 milioni l'anno).
Costi difficili da sostenere per una società che non ha ancora centrato il break-even, che ha perso circa 200
milioni tra il 2006 e il 2009 e che ha sfiorato il pareggio nel 2010 per poi tornare in rosso nel 2011, ultimo
esercizio i cui risultati sono stati pubblicati. Con un socio come Telefonica, e altri in arrivo, diventa dunque per
Premium più realistica la sfida a Sky. Saranno «centinaia di migliaia» gli abbonati Sky che passeranno a
Premium per vedere la Champions, ha promesso di recente Pier Silvio Berlusconi. Tutto questo insieme a un
possibile aumento delle tariffe, dovrebbe far tornare i contI. Ma intanto a Piazza Affari l'entusiasmo che ieri ha
accompagnato le prime battute ha poi lasciato il passo alla cautela e i titoli Mediaset hanno finito per perdere
poco meno dell'1%.
Roberta Amoruso
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Mediaset con Telefonica apre la pay tv
08/07/2014
Il Messaggero - Ed. Nazionale
Pag. 23
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Roma, più festa che festival
PAOLO FERRARI: «SIAMO CONTENTI DI AVER DATO UN INDIRIZZO PIÙ POPOLARE ALLA
MANIFESTAZIONE»
Gl.S.
Meno film (una quarantina in totale), giuria popolare, niente più proiezioni al Maxxi, nuove sezioni. Il Festival
di Roma si rifà il look, adeguandosi ai tempi che impongono lo snellimento, e in un certo senso torna al
passato: la nona edizione, in programma all'Auditorium dal 16 al 25 ottobre, cioè un mese in anticipo rispetto
agli ultimi due anni, sarà molto più festa che festival secondo il progetto originale inaugurato nel 2006
(ricordate Di Caprio in trasferta a Tor Bella Monaca?). Quest'anno nasce la sezione "Gala" destinata ai film
popolari «ma originali», insomma quelli destinati a riempire il red carpet di star. Nuova di zecca è anche "
Cinema d'oggi" che per far contenti i cinefili sarà riservata al cinema d'autore, mentre "Mondo Genere"
accoglierà i film non necessariamente drammatici (commedie, noir, polizieschi, fantascienza ecc.)
tradizionalmente quanto stupidamente snobbati dai grandi festival. Rimane in vigore, in questo terzo (e
teoricamente ultimo, se non sarà rinnovato) anno di direzione di Marco Müller, "Prospettive Italia", riservata
alla produzione di casa nostra: ospiterà storie di fiction e documentari, mentre spariscono dal programma
corti e mediometraggi. LA GIURIA Ma l'innovazione più grande riguarda l'assegnazione dei premi. Basta con
le giurie togate che rischiano di partorire verdetti spiazzanti, come il Marc'Aurelio d'oro andato l'altr'anno
all'indigeribile Tir: le polemiche evidentemente hanno fatto scuola e, sulla scia del Festival di Toronto che
affida il giudizio finale al pubblico, i premi principali verranno assegnati dagli spettatori paganti con un voto
espresso a caldo all'uscita della sala. Agli esperti non resterà che incoronare la migliore opera prima (Premio
Taodue) e il documentario, un genere sempre più vivace e presente tanto che l'anno scorso, con Sacro Gra
ha vinto il Leone d'oro a Venezia. A Roma il Mercato continuerà ad avere il suo spazio (dal 17 al 21 ottobre) e
dedicherà un focus alle "Grandi bellezze", vale a dire ai progetti stranieri ambientati in Italia: un espediente
per incentivare le coproduzioni proprio mentre cresce il contributo delle Film Commission regionali. Quanto ai
luoghi, il Festival si svolgerà nelle tre sale dell'Auditorium (Sinopoli, Santa Cecilia, Petrassi) ma lo snellimento
ha cancellato le proiezioni del Maxxi, dove nel passato venivano ospitati i film più sperimentali o sofisticati.
Rimane collegata al Festival, sia pure come sezione autonoma e parallela, la rassegna per giovani e
giovanissimi "Alice nella città" con 14 film, la giuria di ragazzi e il suo forte potenziale popolare. IL BUDGET E
il budget? «Rispetto al 2013 abbiamo dovuto ridurlo a 8,4 - 8,6 milioni di euro e ora, mentre comincia la
caccia agli sponsor, aspettiamo il contributo del ministero dei Beni Culturali che ci ha promesso di intervenire
con un milione», spiega Paolo Ferrari, presidente di Cinema per Roma. «Siamo contenti di aver operato una
svolta in chiave più popolare: corrisponde alle indicazioni dei soci fondatori». I conti in tasca, al Festival l'ha
fatto il cda il 27 giugno scorso che ha approvato un preventivo "prudente", cioè decurtato di 600mila euro: i
soci fondatori (Comune, Regione, Provincia, Camera di Commercio) mettono 3 milioni e 700mila, un milione
è atteso dal ministero e il resto sarà a carico degli sponsor senza dimenticare che nel computo, al di là della
rassegna di ottobre, c'è anche il bilancio annuale della Fondazione Cinema per Roma. «E di sponsor
parleremo alla prossima riunione alla fine del mese», dice Michele Lo Foco, in consiglio in rappresentanza del
Comune, «ma avrei gradito che nell'ultima si parlasse anche della linea editoriale». Il cda dovrà approvare
una grandinata di premi proposti da Müller: quello alla carriera, il Maverick Director Award per i cineasti «fuori
dagli schemi», l'Acting Award per attori e attrici di riconosciuto talento, il Marc'Aurelio del Futuro per un
giovane regista destinato al decollo internazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ferrari e Müller
Conferme e novità Presidente e direttore artistico resteranno in carica ancora un anno Maxxi escluso Nella
prossina edizione non ci saranno proiezioni al museo delle arti Tir Le polemiche sul premio al film hanno
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LA SVOLTA La manifestazione cinematografica si rifà il look: programma più snello, nasce la sezione "Gala"
per le opere originali e " Cinema oggi" per gli autori . Cambia anche la giuria : i premi verranno assegnati
dagli spettatori paganti Anticipate le date delle proiezioni all'Auditorium nel periodo dal 16 al 25 ottobre. Il
budget ridotto di 600 mila euro
08/07/2014
Il Messaggero - Ed. Nazionale
Pag. 23
(diffusione:210842, tiratura:295190)
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forse contribuito a rivoluzionare la giuria
Foto: JENNIFER LAWRENCE La diva lo scorso anno sul red carpet
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08/07/2014
Il Messaggero - Ed. Nazionale
Pag. 15
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Mediaset con Telefonica apre la pay tv
Gli spagnoli pagano 100 milioni di euro per l'11,11% di Premium MADRID BRUCIA I TEMPI SU AL JAZEERA
E LA FRANCESE VIVENDI IL BISCIONE: «PRONTI ALL'INGRESSO DI NUOVI SOCI INTERNAZIONALI»
Roberta Amoruso
ROMA Mediaset ha chiuso il cerchio con gli spagnoli di Telefonica. A due giorni dalla vendita del 22% della
spagnola Dts (Canal+) al gruppo di Cesar Alierta (che ha rilevato anche la quota di Prisa), con tanto di
sovraprezzo per 365 milioni, Pier Silvio Berlusconi ieri ha annunciato l'ingresso della stessa Telefonica nel
capitale di Premium. Per l'11,11% della pay tv del Biscione gli spagnoli metteranno sul tavolo altri 100 milioni
di euro. Un assegno «che riflette un equity value di 900 milioni della società di nuova costituzione nella quale
le attività pay di Mediaset verranno conferite», spiega una nota Mediaset. Ma al di là dei valori economici in
campo, l'ultimo tassello dell'asse Milano-Madrid è destinato ad aprire nuovi importanti scenari nella partita
sulle tv che da tempo si gioca tra Spagna e Italia. E' da molto infatti che Al Jazeera e Vivendi guardano i conti
di Premium per entrare come partner industriali. Ma ora che anche questo accordo tra Telefonica e Mediaset
è cosa fatta, non sono così scontate le prossime mosse. Soprattutto da parte dei dirigenti del Qatar, che mal
volentieri, evidentemente, si siederebbero come soci accanto agli stessi spagnoli che hanno bloccato il loro
ingresso in Spagna. Non è un mistero infatti che Telefonica abbia acquistato la quota di Mediaset in Canal+
anche per impedire un ingresso facile di Al Jazzera sul mercato iberico. Del resto, la caccia alle antenne finite
sul mercato è scattata almeno da quando i big dei media e delle tlc in giro per il mondo si sono convinti che la
partita del futuro si giocherà sui contenuti. E il futuro della tv si giocherà nella vendita di contenuti privilegiati,
lo sport in prima linea, su piattaforme a pagamento sotto il controllo delle società telefoniche che avranno
giocato meglio le proprie carte. LA STRATEGIA Così meglio si comprende il ruolo centrale di Mediaset, che
ha spiegato l'operazione di ieri «in una logica di sviluppo delle attività di produzione e distribuzione di
contenuti su tutte le piattaforme a pagamento». Confermata naturalmente dallo stesso vicepresidente del
Biscione, Pier Silvio Berlusconi, l'apertura ad altri partner internazionali. Del resto, risorse fresche sono più
che benvenute in casa Mediaset, che si è appena svenata per la Champions League (circa 230 milioni l'anno)
e per le partite degli otto big di Serie A nel triennio 2015-2018 (circa 380 milioni l'anno). Costi difficili da
sostenere per una società che non ha ancora centrato il break-even, che ha perso circa 200 milioni tra il 2006
e il 2009 e che ha sfiorato il pareggio nel 2010 per poi tornare in rosso nel 2011, ultimo esercizio i cui risultati
sono stati pubblicati. Con un socio come Telefonica, e altri in arrivo, diventa dunque per Premium più
realistica la sfida a Sky. Saranno «centinaia di migliaia» gli abbonati Sky che passeranno a Premium per
vedere la Champions, ha promesso di recente Pier Silvio Berlusconi. Tutto questo insieme a un possibile
aumento delle tariffe, dovrebbe far tornare i contI. Ma intanto a Piazza Affari l'entusiasmo che ieri ha
accompagnato le prime battute ha poi lasciato il passo alla cautela e i titoli Mediaset hanno finito per perdere
poco meno dell'1%.
A GIUGNO PRESTITI BCE ALLE BANCHE ITALIANE IN CALO: 179 MILIARDI CONTRO 216 DI MAGGIO
Foto: Mario Draghi
Foto: Presidente Bce
Foto: Cesar Alierta, presidente di Telefonica
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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L'OPERAZIONE
08/07/2014
Il Messaggero - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Cinecittà World il parco a tema progettato da Dante Ferretti
Gloria Satta
Cinecittà World il parco a tema progettato da Dante Ferretti/ a pag. 24 Un elefante di una ventina di metri
sovrasta Cinecittà World, la "Disneyland del cinema" sulla via Pontina in zona Castel Romano (dove negli
anni '60 Dino de Laurentiis costruì gli studios di Dinocittà). Presto sarà possibile scalare il pachiderma grazie
alla "torre di caduta" che gli corre lungo i fianchi per poi scendere giù a gran velocità, magari dopo aver fatto
un giro da brivido a 33 metri d'altezza sulle montagne russe che sfrecciano a 90 km l'ora sfiorando un
laghetto artificiale. Ci siamo. Il parco di divertimenti kolossal ispirato al cinema verrà inaugurato giovedì
prossimo dal premier Matteo Renzi per poi aprirsi al pubblico alla fine del mese. Sorprese ed emozioni si
snoderanno su una settantina di ettari suddivisi in zone tematiche: attrazioni tecnologiche interattive, giochi
d'acqua, sommergibili, navicelle spaziali, tunnel del terrore, antiche rovine, barche, spettacoli live, duelli,
ristoranti e negozi, perfino un self service a forma di tempio romano. A firmare le maestose scenografie del
parco è Dante Ferretti, tre Oscar, che ha dato fondo alla sua fantasia per riprodurre per
corsi, ambienti, situazioni e suggestioni legati all'immaginario cinematografico di tutti i tempi.
IL PERCORSO
I visitatori, nelle previsioni quattro milioni all'anno, potranno seguire un percorso suddiviso in tanti "set" ispirati
ai grandi temi del cinema: Roma antica, anni Venti, western, guerra, India, fantascienza... All'ingresso, che
riproduce l'entrata degli studios di Via Tuscolana, si viene inghiottiti dalla bocca del mostro di Cabiria, il
kolossal muto sulla seconda guerra punica diretto nel 1914 da Giovanni Pastrone, antenato di tutti i "peplum".
Il secondo ambiente che s'incontra è Main Street, ricostruzione del set di Gangs of New York, il film di
Scorsese girato a Cinecittà con scenografie di Ferretti. Procedendo, ecco il Sognolabio, l'area dedicata ai più
piccoli con attrazioni dai nomi fantasiosi (saltapestello, macimescola, volasogni, spruzzaincubi...).Nella zona
Aquila IV campeggia un sommergibile da guerra, nella EraWan svetta l'elefantone. Ennio's Creek, chiaro
omaggio a Morricone, è l'area consacrata ai western con saloon, cimitero, chiesetta e poi show, balli,
videogame a tema.
L'ASTRONAVE La stazione di partenza delle montagne russe è all'interno di una grande astronave grigia
disegnata da Ferretti (che curiosamente non ha mai lavorato a un film di fantascienza). Più avanti Aktium
rende omaggio all'Antica Roma. Nel Teatro1 si faranno show multi-sensoriali e verrà ripercorsa la storia del
rock. Non manca l'area horror (DarkMare) dove le montagne russe s'infilano in un tunnel che porta all'inferno
dantesco. E si visiteranno gli studios di Cinecittà con i magazzini, le attrezzerie, i costumi. Ognuno potrà
trasformarsi in regista, attore o tecnico delle luci. Fontane e giochi d'acqua saranno protagonisti in Piazza
Dino De Laurentiis dove si svolgerà lo show di chiusura. L'operazione Cinecittà World è promossa da
Cinecittà Parchi, società partecipata per l'80 per cento da Cinecittà Entertainment che fa capo all'Italian
Entertainment Group (principali azionisti Luigi Abete, Andrea e Diego Della Valle, Aurelio De Laurentiis,
Haggiag) e per il 20 per cento da Generali Properties del Gruppo Generali. Nel futuro il parco ingloberà una
zona alberghiera, dei cinema e un'area naturalistica fino a coprire 140 ettari.
Montagne russe
Il bozzetto di Ferretti riproduce l'ingresso alle montagne russe
Mondo incantato Un altro disegno dello scenografo premio Oscar per l'area dei più piccoli
Venti metri di altezza per il pachiderma che si potrà scalareL'ingresso
Le attrazioni Brividi in quota Le montagne russe arrivano a trentatré metri di altezza e i carrelli sfrecciano a 30
km l'ora L'ingresso al parco riproduce il mostro del kolossal muto del 1914 "Cabiria"
La concorrenza
35 Gli ettari su cui si estende Gardaland. Le attrazioni 35, ma sono in corso lavori di ampliamento.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La novità
08/07/2014
Il Messaggero - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:210842, tiratura:295190)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
milioni di visitatori l'anno di Mirabilandia. Da pochi mesi è stata inaugurata l'area per bambini Dinoland.
2,86 I chilometri quadrati in cui si estende il parco Disneyland Paris situato a Marne-la-Vallée
1915 La data di apertura al pubblico degli Universal Studios di Los Angeles. Dalla casa di Psyco allo Squalo
ai giochi virtuali
Foto: GIGANTI L'enorme elefante che sovrasta il parco dei divertimenti
08/07/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 23
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Mediaset Premium, faro sui nuovi soci
Dopo Telefonica che rileverà l'11,1% del capitale per 100 milioni, si guarda ad Al Jazeera LO SCENARIO
Chiuso l'accordo da 365 milioni per la cessione del 22% di Digital+ Mediaset rilancia l'intesa con il gruppo
telefonico
Simone Filippetti
Intreccio Italia-Spagna. Mediaset e Telefonica danno vita a una partita incrociata sulla pay-tv. Nel giro di una
settimana Mediaset ha vende la sua quota nella spagnola Digital+ a Telefonica. Che a sua volta entra in
Premium, pay-tv di Mediaset. Dopo un anno di voci, arriva finalmente l'atteso partner industriale per la pay-tv
del Biscione. Ieri è arrivata l'ufficialità di quello che si andava dicendo da giorni. Ossia una sorta di scambio:
Mediaset lascia il campo libero a Telefonica in Spagna (accettando la generosa offerta di 395 milioni per il
22% di D+), che contemporaneamente entra come socia in Premium. Pagando 100 milioni, avrà l'11,1% della
società.
L'ingresso in Premium degli spagnoli (assistiti dagli avvocati di Clifford Chance, mentre gli italiani si sono
affidati allo studio Chiomenti) potrebbe essere solo il primo passo perché altri soci potrebbero entrare. L'idea
è di fare di Premium una sorta di «public company», aperta a investitori internazionali, e non più solo una
divisione di Mediaset: da mesi si parla di un interesse della tv araba Al Jazeera, di proprietà dell'emiro del
Qatar.
A PierSilvio Berlusconi riesce il doppio colpo: incassare in Spagna, senza uscirne, e incassare in Italia. Un
ribaltamento di 180 gradi dello scenario rispetto alla settimana scorsa quando Mediaset sembrava all'angolo,
costretta a scegliere se rimanere in Spagna come sleeping partner (peraltro non molto gradito agli spagnoli) o
dire addio al paese, con la consolazione di un incasso. Così invece Mediaset non deve dire addio alla
Spagna perché il nuovo socio Telefonica, adesso proprietario al 100% di Digital+, entra nella pay-tv del
Biscione. L'alternativa era appunto uscire e incassare soldi, perdendo l'opportunità industriale di avere anche
un piede sul mercato iberico. Si aprono nuovi scenari: Mediaset ha lasciato intendere che Telefonica non
sarà l'unico socio. La tv pagamento è il futuro dell'intrattenimemto televisivo, imperniato sullo sport (e in
particolare il calcio, l'unica trasmissione in grado di spostare telespettatori e investitori pubblicitari), ma la paytv è un'industria molto costosa: Mediaset ha dovuto sborsare oltre 1 miliardo di euro per strappare i diritti della
Champions League a Sky e per aggiudicarsi una parte della Serie A. E nel prossimo triennio 2015-2018
dovrà sostenere costi più alti. Trovare un partner diventa una necessità per poter essere competitivi
nell'arena della tv.
Per ora in casa Mediaset possono esultare: hanno fatto cassa in Spagna dove non avrebbero contato nulla
con una quota di minoranza. Non basta: così facendo, in casa Mediaset hanno pure dato un valore certo a un
asset finora una sorta di entità dai lineamenti indefiniti. A questo punto il miliardo di valorizzazione non è più
solo un desiderata di Cologno, ma un valore ufficiale, nero su bianco. La Borsa non si è esaltata, però (0,97%).
Vero è che Telefonica paga 100 milioni per entrare in un'azienda che perde soldi (400 milioni le perdite
cumulate, secondo i calcoli del Credit Suisse, ma la cosa è stata negata da PierSilvio in una recente
intervista). Ma gli spagnoli, un operatore puro di tlc digiuno di editoria, hanno bisogno di know how televisivo:
capire come si fa una pay-tv, ora che ne possiedono una al 100%. Dal punto di vista la mossa su Premium ha
un forte valore industriale. E pure strategico, allargando lo sguardo: se partirà la Super-Sky, la piattaforma
europea di pay-tv unica di Rupert Murdoch, a quel punto Telefonica, che ormai si sta affermando come il vero
big delle tlc nel Vecchio Continente, potrà candidarsi a fare da contraltare.
Tra l'altro, con il matrimonio con Mediaset, Telefonica aumenta la sua influenza in Italia: la pay-tv va ad
aggiungersi a Telecom Italia, di cui è il socio industriale forte.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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Editoria. La pay tv del gruppo di Cologno Monzese apre all'ingresso di altri operatori internazionali - Borsa
debole
08/07/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 23
(diffusione:334076, tiratura:405061)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
© RIPRODUZIONE RISERVATA La catena di controllo 100% 100% 100% 75% 25% 42% 100% 44% 40%
100% 83% 22% Pegaso Television Inc Pubblitalia '80 Spa R.T.I. Spa Mediaset Investiment Sari Mediaset
España Comunication Elettronica Industriale SpA DTS Distribuidora de Television Digital SA* Mediacinco
Cartera Sl Caribevision TV Network LCC Pubbliespana SAU EI Tower Spa Mediaset SpA (*) Accordo per la
cessione a Telefonica
Foto: - (*) Accordo per la cessione a Telefonica
08/07/2014
ItaliaOggi
Pag. 3
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Mediaset , iniezione da 500 mln
La sfi da per il gruppo resta portare la pay tv in pareggio
CLAUDIO PLAZZOTTA
Un fi ne settimana da incorniciare per Mediaset. Prima i 365 milioni incassati da Telefonica per la cessione
del 22% della pay tv spagnola Digital+ (cui sommare altri 25 milioni di euro assicurati al Biscione da
Telefonica per contenuti, fiction, intrattenimento, format, gestione di nuovi canali per la piattaforma Digital+);
poi i 100 milioni di euro versati sempre dall'operatore telefonico spagnolo, che compra l'11,11% di Premium.
Insomma, quasi 500 mln di euro freschi freschi per fi nanziare le operazioni del Biscione. Innanzitutto,
stupisce un po' la valutazione mostre di Premium fatta da Telefonica: il 100% della pay tv di Mediaset
varrebbe, perciò, 900 milioni di euro, quando molti analisti non si erano spinti oltre i 400-500 mln. In sostanza,
la società Mediaset Premium non esiste, dovrà essere creata ad hoc dopo l'estate. E quindi si compra
l'11,11% e lo si valorizza 100 mln senza sapere esattamente i confi ni di quello che si acquista. Il tema, infatti,
è che i conti di Premium, per ammissione di Mediaset stessa, non si sono mai potuti considerare come quelli
di una società autonoma. Era, invece, una iniziativa strategica, lanciata nel gennaio 2005, per contrastare
l'avanzata di Sky. Le mosse di Premium andavano lette in un'ottica di gruppo Mediaset, quindi, e «i 400
milioni di perdite» accumulati fi nora «in realtà sono investimenti», dice lo stesso Piersilvio Berlusconi,
vicepresidente del gruppo di Cologno Monzese. Infi ne, c'è una perplessità a livello di politica industriale:
Telefonica fa affari con Mediaset mentre Telecom Italia, di cui Telefonica è il principale azionista, stringe
alleanze con Sky. Che signifi ca? È un segnale che il socio di riferimento sta dando alla sua controllata?
Oppure Telefonica, che potrebbe non restare a lungo il socio di riferimento di Telecom Italia, si riposiziona
sullo scacchiere italiano? Bocche cucite, naturalmente. Tuttavia, bisogna prendere atto che per Mediaset si
tratta di una bella iniezione di liquidità. Ottenuta, peraltro, proprio sul fi lo di lana dell'asta dei diritti Champions
league in Spagna, assegnati a Mediapro: il Biscione, quindi, è riuscito a sfi larsi da Digital+ appena in tempo,
prima che il valore della pay spagnola potesse diminuire. In sostanza, è c a m b i a t o completamente il
progetto che a Cologno Monzese avevano in mente sulla pay tv: nel novembre 2013 pensavano a un
soggetto di respiro europeo, insieme con Al Jazeera, che gestisse tutto il calcio in tv in Spagna e in Italia. Una
volta che il governo Rajoy ha lasciato intendere che non avrebbe gradito l'ingresso di Al Jazeera, e che in
Italia i diritti della Serie A sono andati sia a Mediaset sia a Sky, allora il Biscione, da predatore, ha preferito
diventare preda. Ceduto il 22% di Digital+, si passa ora a vendere anche fette di Premium. Adesso a
Telefonica, ma, come spiega Piersilvio Berlusconi, ci sono anche altri gruppi alla fi nestra, ed è per questo
che la quota riservata a Telefonica è così piccola. L'iniezione di liquidità rafforza Mediaset anche nella
eventuale trattativa con Sky sulla questione diritti Champions league, che Sky avrà in esclusiva la prossima
stagione 2014-2015, e che invece Mediaset avrà in esclusiva per il triennio 2015-2018. Nel senso che il
Biscione dimostra di poter anche fare da solo, non ha necessità dei soldi di Sky, ma è capace di trovare soci
e fi nanziatori sul mercato. La sfi da era e resta quella di portare i conti di Premium in equilibrio: nel 20142015, probabilmente, sarà più facile, poiché Mediaset non dovrà pagare i diritti Champions per la pay tv
(esclusiva Sky), pagherà ancora il prezzo del vecchio contratto per quelli della Serie A, e godrà di una serie di
benefici di bilancio per svalutazioni effettuate nei passati esercizi. Ma poi? Si dovrà passare da un arpu (ricavi
medi per singolo abbonato) di 22 euro a uno di 30 euro, aumentando il prezzo degli abbonamenti di Premium.
Puntando a sottrarre almeno 400 mila abbonati a Sky. Tuttavia, se la Champions ha un peso così alto nelle
dinamiche di travaso abbonati, potrebbe anche accadere che proprio Premium perda 400 mila abbonati tra
settembre 2014 e giugno 2015, senza le partite di Champions. Probabilmente non accadrà né l'una né l'altra
cosa. Perché nel mercato della pay tv, per usare una metafora, si deve nuotare tanto per rimanere fermi nello
stesso posto: Premium con i suoi 1,9 mln di afi cionados, e Sky coi suoi 4,7 mln.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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Il nuovo scenario dopo l'acquisizione dell'11% di Premium da parte di Telefonica
08/07/2014
ItaliaOggi
Pag. 3
(diffusione:88538, tiratura:156000)
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Foto: Piersilvio Berlusconi
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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08/07/2014
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 23
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Nagel incontra Bollorè per parlare della trattativa tra Telecom e Vivendi che metterebbe fuori gioco Alierta
GIOVANNI PONS
MILANO. Come mai Telefonica ha accettato di sborsare altri 100 milioni di euro per l'11,11% di Mediaset
Premium dopo aver già pagato 365 milioni per il 22% di Digital Plus posseduto dal Biscione? Cesar Alierta, il
potente presidente della società spagnola, non è conosciuto come uno che fa regali, soprattutto agli italiani.
Probabilmente il prezzo per far uscire Mediaset dalle attività di pay tv della Spagna comprendeva anche
questo ticket, che comporta un vantaggio notevole per la società guidata da Pier Silvio Berlusconi.E cioè fissa
un prezzo per Premium che altri pretendenti saranno poi costretti a riconoscere. E 900 milioni di "equity
value" per una azienda che perde circa 80 milioni all'anno, è una valutazione molto rotonda.
L'emittente Al Jazeera, controllata dal ministero della Cultura del Qatar, se vorrà entrare con una quota
consistente in Mediaset Premium non potrà spuntare meno di quel prezzo, che è molto vicino al miliardo di
euro che Berlusconi jr ha sempre proposto ai potenziali investitori.
Quell'11%, però, per Telefonica non ha molto senso strategico. L'incrocio tra società di tlc e società di pay tv
è giustificato se serve a incentivare i consumatori ad acquistare nuovi collegamenti in fibra ultraveloce, capaci
di sopportare una tv via cavo e i servizi ad essa collegati, tra cui una profilazione del cliente che il satellite
non può fornire. Ed è questa la logica che ha spinto Telefonica a spendere più di un miliardo per Digital Plus,
contrastando in tal modo la discesa nel campo spagnolo di Vodafone, che ha acquistato a caro prezzo la pay
tv via cavo Ono. In Italia, però, Telefonica possiede il 14,7% di Telecom Italia che ha già fatto un accordo di
questo tipo con Sky e che permetterà di raggiungere con la fibra gli utenti (circa 1,5 milioni) che il satellite non
riesce a coprire. L'ingresso di Alierta in Mediaset Premium, concorrente italiano di Sky, risulta dunque difficile
da spiegare dal punto di vista industriale. A meno che l'arcigno manager aragonese non abbia in mente un
progetto che possa portare in futuro Mediaset a entrare in Telecom Italia.
Tuttavia prima di arrivare a ciò occorre passare per il collo di bottiglia del Brasile dove nei prossimi mesi
dovrà risolversi la partita intorno a Tim Brasil. Il management di Telecom guidato da Marco Patuano sta
stringendo il cerchio per una fusione con Gvt, l'operatore di rete fissa posseduto da Vivendi. E dalla sua parte
ora vi sono anche gli azionisti italiani, come Mediobanca, che ai tempi di Franco Bernabè avevano scartato
l'operazione. Un recente incontro tra Alberto Nagel e Vincent Bollorè, fresco presidente di Vivendi,è servito a
focalizzare ancor meglio l'operazione brasiliana. L'integrazione tra Tim Brasil e Gvt farebbe nascere il
principale operatore integrato del paese con telefonia fissa, mobile e pay tv con contenuti Vivendi. Ed è ciò
che Alierta teme di più avendo Telefonica puntato tutte le sue carte su Vivo, ad oggi ancora il primo operatore
mobile del paese. Proprio per questo motivo Alierta è l'ispiratore di una eventuale offerta che il campione
nazionale Oi e la banca Btg Pactual potrebbero avanzare per l'acquisto di Tim Brasil, con l'obbiettivo di
spezzettarla tra i tre competitor esistenti, Vivo, Claro e la stessa Oi. Offerta che, se arriverà, Patuano porterà
in cda con la procedura riservata alle parti correlate, essendo Telefonica il principale azionista di Telecom. E
che alla fine andrà al vaglio anche dell'assemblea dove Alierta spera di contare sull'appoggio di alcuni grandi
fondi, come Blackrock, presenti anche nel capitale di Telefonica e che potrebbero trarre vantaggio da una
crescita del titolo spagnolo conseguente a una razionalizzazione del mercato del mobile brasiliano.
Foto: LE CIFRE Con un esborso di 100 milioni, il gruppo Telefonica ha rilevato l'11 per cento della pay tv
Premium che fa capo a Mediaset
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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Telefonica fa sponda con Mediaset ma la vera partita è su Tim Brasil
08/07/2014
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Pochi soldi, tagli al festival di Roma "Via la giuria , decide il pubblico "
FRANCO MONTINI
Pochi soldi, tagli al festival di Roma "Via la giuria, decide il pubblico" ROMA IL Festival cinematografico di
Roma aboliscele giurie: ad assegnare i premi nella prossima edizione, in programma dal 16 al 25 ottobre,
sarà unicamente il pubblico. Al termine di ogni proiezione tutti gli spettatori potranno esprimere il proprio
gradimento sul film e i riconoscimenti previsti per le diverse sezioni, da quest'anno tutte competitive,
andranno alle opere maggiormente apprezzate dal pubblico. La novità non è cosa da poco e ha una doppia
motivazione. Una, diciamo più nobile e di carattere filosofico. La volontà di coinvolgere maggiormente gli
spettatori, poiché, spiega Paolo Ferrari, presidente della Fondazione Cinema per Roma: «Ci è stato chiesto di
organizzare una manifestazione che tornasse allo spirito originario, più festa che festival». L'altra ragione è
puramente questione di soldi. Lo ammette lo stesso Ferrari: «L'abolizione delle giurie ci consentirà un
risparmio di spesa, al momento non sappiamo ancora quantificarlo. I costi infatti variano, di anno in anno, a
seconda dalla provenienza e delle richieste dei diversi giurati, ma si tratta in ogni caso di cifre consistenti».
Con quest'ultima decisione comunque anche il Festival di Roma si adegua al clima generale di spending
review e, definitivamente tramontata l'idea di far concorrenza alla Mostra di Venezia che aveva guidato la
fondazione della rassegna, guarda ora al modello portato avanti dal festival di Toronto, che contrariamente a
tutte le altre grandi kermesse cinematografiche, da Cannes a Berlino, non prevede giurie di esperti, più o
meno glamour, per l'assegnazione dei premi.
Secondo le intenzioni del direttore Marco Müller il prossimo sarà un festival più snello anche nelle
dimensioni: il responsabile ha promesso che l'edizione 2014 proporrà complessivamente, suddivise nelle
diverse sezioni, tutte ribattezzate, non più di 40 film. Inoltre al momento non è prevista la realizzazione di
alcuna tecnostruttura esterna e tutto il festival si svolgerà all'interno dell'Auditorium Parco della Musica.
Del resto per il Festival di Roma la necessità di contenere i costi e risparmiare è a questo punto vitale. Il
preventivo di spesa per il 2014 è di 9 milioni di euro. Di cui 5 proverranno dai soci pubblici. Ma poiché
Regione, Comune, Camera di Commercio hanno convenuto di non aumentare il proprio intervento e
sosteranno il Festival 2014 con 1,130 milioni di euro ciascuno, mentre il contributo della Provincia scenderà a
300 mila euro, si cercano nuove partecipazioni. Attraverso il sindaco Ignazio Marino si sarebbe ottenuto
l'intervento del ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con l'ingresso nella Fondazione Cinema per Roma
dell'Istituto Luce. Questo nuovo intervento pubblico dovrebbe garantire ulteriori risorse per circa un milione di
euro. Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo perché le promesse al momento non sono ancora state formalizzate
da un accordo scritto. La situazione economica del paese non agevola la ricerca di sponsor privati e rispetto
alle prime edizioni il loro contributo, che era maggioritario, si è più che dimezzato.
Intanto si segnala una novità per il Roma Fiction Festival, in programma dal 13 al 18 settembre: la Regione
Lazio ha infatti nominato Carlo Freccero nuovo direttore artistico. Quanto all'ipotesi di accorpamento per le
due manifestazioni, altro elemento di possibile risparmio, se ne riparlerà l'anno prossimo.
Foto: TAPPETO ROSSO Scarlett Johansson premiata nel 2013 per "Her" Sotto, Müller
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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R2/ GLI SPETTACOLI
08/07/2014
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 26
(diffusione:309253, tiratura:418328)
[S.N.]
ROMA Cartellone più asciutto, per un totale di una quarantina di titoli e i premi più importanti tutti assegnati
dal pubblico. Il Direttore artistico del Festival internazionale del film di Roma, Marco Müller, ha annunciato
alcune delle novità della nona edizione del Festival, dal 16 al 25 ottobre 2014 presso l'Auditorium Parco della
Musica, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma. Gli spettatori saranno i protagonisti e premieranno tutti
i film. Ulteriori cambiamenti riguardano la selezione ufficiale; il Festival 2014 presenterà una struttura più
«snella» rispetto al passato, 40 lungometraggi: Cinema d'Oggi ospiterà film di autori sia affermati che giovani,
Gala presenterà una selezione di grandi pellicole «popolari ma originali», Mondo Genere accoglierà film
appartenenti ai più diversi generi, mentre Prospettive Italia farà il punto sulle nuove linee di tendenza del
cinema nazionale di fiction e documentaristico.
Foto: ANSA
Foto: Marco Müller
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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Müller "Ecco il nuovo Festival di Roma"
08/07/2014
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 18
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Telefonica e Mediaset , alleanza nella pay
Il gruppo televisivo: "Aperti a ulteriori partner internazionali". In campo Al Jazeera e Vivendi Dopo l'estate le
attività saranno conferite in una società che vale 900 milioni di euro Per ripagare la Champions il Biscione
conta di "rubare" a Sky 330 mila abbonati
FRANCESCO SPINI MILANO
ANSA Mediaset esce dalla Spagna e la Spagna entra in Mediaset. Premium, però. Nel giro di un fine
settimana, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi mette a posto il primo tassello del «processo di
allargamento internazionale del capitale» della pay tv del Biscione. Al termine di una trattativa che ha visto in
campo anche il gran capo Cesar Alierta, Telefonica sigla l'accordo per comprare l'11,11% della futura società
(ora Premium è una divisione del broadcaster di Cologno Monzese: dopo l'estate le attività saranno conferite
in una società), investendo 100 milioni di euro. Una fetta limitata per evitare di chiudere la porta ad altri
partner - di carattere più industriale - con cui Cologno tratta da tempo: dagli arabi di Al Jazeera, che hanno
già ammesso l'interesse, ai francesi di Vivendi. Ma «non solo», assicura Berlusconi jr in un'intervista al
Corriere della Sera. L'ingresso di Telefonica risulta utile anche in funzione di queste trattative, perché per la
prima volta stabilisce un valore di Premium: 900 milioni, nella parte alta della forchetta fin qui ipotizzata dagli
analisti. Un valore possibile (trattandosi di un business che finora è sempre stato in rosso) anche grazie alle
mosse di Mediaset sui diritti del calcio: ha conquistato per tre stagioni, a partire dal 2015 - l'esclusiva su quelli
relativi alla Champions League e tenuto le 8 principali squadre della Serie A. Più valore, dunque, ma più
costi: tra due anni spenderà ben 606 milioni l'anno per trasmettere il pallone ai suoi abbonati, 140 milioni in
più di quanto paghi oggi. Per gli analisti dunque i 100 milioni in arrivo sono una buona notizia che si aggiunge
ai 283 milioni derivati dalla vendita del 25% di Ei Towers e ai massimi 365 milioni che Mediaset Espana (di
cui Mediaset ha il 41%) può recuperare sempre da Telefonica per l'uscita da Digital Plus. A Cologno contano
di però tali risorse per lo sviluppo, e non per coprire le spese. Queste contano di coprirle rubando abbonati a
Sky quando, tra un anno, non potrà più offrire la Champions. L'obiettivo è portar via 330 mila «tifosi televisivi»
(contando ricavi medi per unità costanti a 22 euro mensili) per ripagare l'investimento calcistico. Il punto sarà
vedere se l'obiettivo sarà realizzabile o se dovrà essere accompagnato da aumenti di prezzo. O da accordi in
extremis con Sky che ha l'esclusiva Champions per la prossima stagione. In tutto questo l'ingresso di
Telefonica (primo azionista di Telecom Italia che invece ha stretto un'alleanza di ferro con Sky Italia),
secondo alcun analisti, sarebbe anche una «coda» dell'uscita di Biscione da Digital Plus. Il punto è che
Telefonica, secondo indiscrezioni, sarebbe stata invitata dal governo a tener lontano dal mercato iberico Al
Jazeera, possibile futuro partner di Mediaset. Che, in tal modo, ha potuto vender cara la sua partecipazione
spagnola. Secondo il broadcaster, invece, l'accordo «segna un'importante alleanza tra Mediaset e Telefonica
per prossime collaborazioni nelle rispettive attività pay in termini di tecnologia, know how e contenuti», per cui
ci sono già accordi da 25 milioni di euro. Il Biscione vuole evolvere in un fornitore di contenuti globale, anche
nell'ottica di ritrovarsi presto a competere con un colosso come «Sky Europe», frutto della fusione delle
partecipate di Murdoch in Inghilterra, Germania e Italia. Di qui l'avvio, in casa Mediaset, del «processo di
apertura della pay tv italiana a ulteriori partner internazionali in una logica di sviluppo delle attività di
produzione e distribuzione di contenuti su tutte le piattaforme a pagamento». In Borsa, dopo un'euforia
iniziale (+4%), il titolo ha chiuso a -0,97%.
Foto: Il vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
IL COLOSSO IBERICO AVRÀ L'11,11% DI PREMIUM INVESTENDO 100 MILIONI DI EURO. IL SÌ DOPO
LE TRATTATIVE NEL FINE SETTIMANA
08/07/2014
Libero - Ed. Nazionale
Pag. 19
(diffusione:125215, tiratura:224026)
«Yankee go home» anche al cinema E Pechino si fa la sua Hollywood
Dopo il sorpasso economico, ora il Partito cinese punta sull'egemonia culturale Film , web, museo: tra due
anni sarà pronto il più grande complesso del pianeta
MAURIZIO STEFANINI
«La cinematografia è l'arma più forte», fu il celebre slogan creato da Benito Mussolini il 21 aprile 1937,
nell'inaugurare gli stabilimenti di Cinecittà. Una cosa talmente vera, che infatti la stessa Italia fascista si trovò
completamente travolta non solo dal superiore potere industriale della macchina bellica statunitense, ma
anche dalla superiore capacità di Hollywood di far sognare il mondo. Ed è un soft power che, ulteriormente
moltiplicato dalle serie tv, dà tuttora agli Stati Uniti un asset importantissimo, pur in tempi di bilanci militari
tagliati e di capacità manifatturiera sempre più battuta in breccia dalla concorrenza degli emergenti. Solo
l'India, tra questi, con la sua Bollywood è riuscita a creare qualcosa di equivalente, anche se i suoi schemi
naif funzionano poco in Europa e Nord America, pur spopolando nel Terzo Mondo. Ma adesso il Partito
Comunista Cinese ha deciso di prendere la cosa in mano. «La Cina è avanzata sul mondo con la gamba
economica, adesso deve farlo con la gamba culturale», è il tenore di un recente documento, accompagnato
da un pacchetto di stimolo annuale da 163 milioni di dollari appena reso noto. Come spiega l'agenzia Xinhua,
«questo investimento in soft power deve promuovere l'uso di alta tecnologia nell'esportazione e produzione di
film altamente commerciabili, così come la creazione di siti web professionali per appoggiare l'industria
cinematografica». Si parla di esenzione dall'Iva fino al 2018 e dell'ordine a banche e istituzioni finanziarie di
investire nel settore. Gli Studi Mondiali di Hengdian, con la copia in scala reale della Città Proibita di
Pecchino, sono già uno degli studi di registrazione più grandi del mondo, equipaggiato con una piscina
gigantesca per le registrazioni subacquee e vari settori speciali. Ma dal settembre dell'anno scorso nella città
costiera di Qingdao è iniziata la costruzione di un altro complesso cinematografico che quando tra 2016 e
2017 sarà finito sarà il più grande del pianeta. I soldi li ha messi Wang Jianlin: secondo Forbes, l'uomo più
ricco della Cina. Nel progetto c'è uno studio cinematografico da 10.000 metri quadri, un museo delle cere e
del cinema, un centro di proiezione con sale per 4000 persone, otto complessi alberghieri, ristoranti e bar. E
negli ultimi 4 anni in Cina le sale cinematografiche sono passate da 6200 a 20.000, nel solo 2013 se ne sono
create 14 al giorno. Volontà politica e soldi, dunque, ci sono. Ma basteranno? La capacità dell'industria
cinematografica cinese è già stata dimostrata a livello internazionale da kolossal come L'ultimo imperatore di
Bertolucci o il Marco Polo televisivo, ma in quei casi c'era di mezzo un decisivo know how straniero. Per il
resto, i registi cinesi sono spesso premiati nei festival e non è mancato qualche titolo diventato famoso. Da
Lanterne rosse a Addio mia concubina a La foresta dei pugnali volanti . Ma, restando al soft power, non c'è
paragone con la capacità di penetrazione di cartoni animati, manga e certi registi giapponesi. E l'esempio del
Giappone, un Paese orientale che agli occhi dell'Occidente è altrettanto esotico, mostra il limite di un'analisi
come quella di Li Chow: una dirigente della Sony Distribution China,secondo cui ilproblema sarebbe che «la
maggior parte deglistranieri non hanno conoscenza su storia o norme sociali della Cina e, di conseguenza,
non ne capiscono il significato e le trovano noiose». Per via della mancanza di libertà spesso i prodotti cine e
tv made in China sembrano noiosi agli stessi cinesi, come dimostra il tenore delle polemiche quando la
censura governativa ha impedito lo streaming di popolari sit com tv Usa come The Big Bang Theory : «Se voi
foste capaci di produrre serie tv che non offendano l'intelligenza degli spettatori, credete che sprecherei tanta
energia a cercarmi delle serie straniere?».
Foto: L'attrice cinese Zhang Ziyi [Ap]
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La nuova sfida
08/07/2014
Libero - Ed. Nazionale
Pag. 32
(diffusione:125215, tiratura:224026)
Il film che racconta i retroscena di Camp David
LUCA VINCI
Quei mesi del 1978, nei quali in Medio Oriente scoppiava la pace. Quei giorni in cui sembrava possibile un
futuro diverso. Per Israele, per la Palestina, e per il mondo intero. Nel 1978, dopo decenni di guerre, fu
stipulato il primo trattato di pace, a Camp David, tra Israele ed Egitto. Presidente degli Stati Uniti era Jimmy
Carter: leader di Israele era Begin, dell'Egitto Sadat. Sembra passato un secolo, e anche quella idea di pace
sembra una lontana utopia. Eppure, in quel momento era reale. Che cosa rese possibile quel trattato? Chi
lavorò nell'ombra per sabotarlo, e chi per fare deflagrare la pace? Un film racconta il dietro le quinte di quel
momento, in cui la Storia sembrò aver svoltato seccamente: poi venne l'Undici settembre, e tutto di nuovo
cambiò. Il film è The Price of Peace: Backdoor Channels di Harry Hunkele. Viene presentato questa sera in
anteprima italiana a Firenze, allo Spazio Alfieri. Backdoor Channel è il termine con cui gli agenti dei servizi
segreti indicavano i modi che avevano per comunicare, da un confine all'altro, senza usare le tradizionali vie
diplomatiche. Il film racconta i contatti diplomatici «dalla porta di servizio». E li racconta bene. In sala,
stasera, sarà presente il produttore del documentario, Leon Charney.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
Parlano i protagonisti
08/07/2014
MF - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Maria Elena Zanini
Ha versato 100 mln per l'11% della pay tv di Mediaset Zanini e Montanari alle pagg. 2 e 3 Venerdì 4 luglio era
toccato a Digital+, ieri a Mediaset Premium. Gli spagnoli di Telefonica hanno approfittato della loro forza e del
loro peso industriale per venire in Italia a fare altro shopping. Così, al 14,8% di Telecom Italia ora aggiungono
l'11,11% di Mediaset Premium per un investimento di 100 milioni. Una cifra che valuta complessivamente 900
milioni la newco di prossima costituzione, in cui verranno conferite le attività pay italiane del Biscione. Con
l'ingresso del colosso delle tlc presieduto da Cesar Alierta nel capitale, Mediaset Premium è pronta a
separarsi per la seconda volta dalla casamadre: vedrà la luce entro fine anno la nuova società autonoma e
indipendente che poi aprirà il capitale anche da altri soggetti industriali. «E non è finita, è probabile che
arrivino altre novità», ha commentato il cfo di Mediaset, Marco Giordani, intervistato ieri da Class Cnbc. Le
novità riguardano l'ingresso di altri partner. In pole position, secondo i rumor che si inseguono da mesi, ci
sono i francesi di Vivendi (proprietari di Canal+, Universal Music e Gvt) e l'all news del Qatar, Al Jazeera. Ma
secondo alcune fonti vicine al dossier consultate da MF-Milano Finanza, in vantaggio nel testa a testa
sarebbe Vivendi: per la società di Vincent Bolloré, che ha abbondante cassa a disposizione dopo le recenti
cessioni di Sfr, Maroc Telecom e Activision, l'alleanza con la newco Premium-Telefonica, potrebbe essere
un'occasione da sfruttare per creare un polo media che possa opporsi al grande progetto europeo del gruppo
21st Century Fox di Rupert Murdoch di concentrare in un'unica società le pay tv europee (Inghilterra,
Germania e Italia). Inoltre se Vivendi entrasse nel capitale di Premium, avrebbe tutte la carte in regola per
opporsi al binomio Google-Youtube o all'americana Netflix che in Francia sta crescendo in maniera
significativa sul fronte della produzione e distribuzione di contenuti cinematografici e che per questo sta
diventando una minaccia per Bolloré. Del resto, lo stesso Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente del gruppo
Mediaset, non ha mai nascosto la possibilità di dare al gruppo una dimensione più internazionale. E in effetti
la quota (contenuta) con cui la società spagnola è entrata in Mediaset Premium, lascia spazio ad altri
operatori. Anche se nulla vieta a Telefonica di aumentare la propria partecipazione in futuro. Secondo alcune
interpretazioni provenienti dalla Spagna, l'acquisizione dell'11% di Premium si spiega con la volontà di
Telefonica, in questo sostenuta dal governo Rajoy, di non far entrare nessun socio straniero nel capitale della
piattaforma televisiva a pagamento Digital+. Ipotesi concretizzatasi proprio grazie a Mediaset, che non ha
ceduto la propria quota all'interessata Al Jazeera ma ha accettato l'offerta da 365 milioni (30 milioni come
contropartita della rinuncia sul diritto di prelazione sulla quota detenuta da Prisa in Digital+) del big delle tlc
iberico che già deteneva il 78% di Digital+ dopo aver comprato per 725 milioni il 56% da Prisa. Capitali
fondamentali per quest'ultima per far fronte all'indebitamento miliardario con le banche spagnole. Un favore
per un favore? Forse sì, se Telefonica ha deciso di entrare con una quota di minoranza in un business che
perde sin dalla nascita (2005) e che rimanda di anno in anno il raggiungimento del break even. Adesso è
fissato a fine 2014, ma è tutto da raggiungere. Intanto, con questa doppia vendita, Mediaset, tra Italia e
Spagna, ha incamerato complessivamente quasi mezzo miliardo. Capitali che serviranno per sostenere la
crescita e in particolare per pagare i diritti sportivi (serie A e Champions League) per il periodo 2015-2018
che costeranno in totale 1,8 miliardi. Ma sono proprio questi contenuti esclusivi che possono ingolosire i
gruppi stranieri. In più, adesso il Biscione può presentarsi al mercato con un nuovo alleato, Telefonica
appunto, e far la voce grossa nei confronti di Sky Italia. (riproduzione riservata)
Foto: Cesar Alierta Pier Silvio Berlusconi Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/mediaset
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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Telefonica entra in Premium
08/07/2014
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Festival Internazionale del Film di Roma: annunciate le prime novità
Il Direttore Artistico del Festival Internazionale del Film di Roma , Marco Müller , ha annunciato alcune delle
novità della nona edizione del Festival, che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre 2014 presso l'Auditorium Parco
della Musica, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma. Gli spettatori saranno i protagonisti della
manifestazione e premieranno i film di tutte le linee di programma: i riconoscimenti più importanti saranno
dunque assegnati in base alle preferenze espresse dal pubblico all'uscita dalla sala. Ulteriori cambiamenti
riguardano la Selezione Uciale e le linee di programma che la compongono, ridefinite nel nome, nei contenuti
e tutte competitive. In questo senso, il Festival 2014 presenterà una struttura più 'snella' rispetto al passato,
basata su un totale di circa quaranta lungometraggi: Cinema d'Oggi ospiterà film di autori sia aermati che
giovani, Gala presenterà una selezione di grandi pellicole 'popolari ma originali' della nuova stagione, Mondo
Genere accoglierà film appartenenti ai più diversi generi cinematografici, mentre Prospettive Italia farà il
punto sulle nuove linee di tendenza del cinema nazionale di fiction e documentaristico (il nuovo regolamento
non prevede più una programmazione di mediometraggi e cortometraggi). Il Festival dedicherà l'intera
giornata di domenica 26 ottobre alla proiezione in replica dei film vincitori. Una particolare attenzione sarà
rivolta al cinema emergente: tutte le opere prime e seconde di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni
(Selezione Uciale e Sezioni Autonome e Parallele) concorreranno all'assegnazione del Premio Taodue
Camera d'Oro alla migliore opera prima e seconda, dotato di una specifica e prestigiosa giuria. Il Direttore
Artistico proporrà inoltre al Cda l'assegnazione di alcuni premi del Festival e della Fondazione: il Marc'Aurelio
alla Carriera, il Maverick Director Award, i Marc'Aurelio Acting Awards, il Marc'Aurelio del Futuro. Un premio
sarà inoltre assegnato dall'associazione DOC. IT al Migliore Documentario italiano.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 08/07/2014 - 08/07/2014
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I vincitori saranno scelti dal pubblico