Rapporto di Ricerca
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Rapporto di Ricerca
Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Rapporto di Ricerca Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 1 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi AUTORI: prof. Alberto Floreani Pubblicato nel mese di marzo 2010, Copyright © CeTIF. Tutti i diritti riservati. Ogni utilizzo o riproduzione anche parziale del presente documento non è consentita senza previa autorizzazione di CeTIF. DISCLAIMER: CeTIF assicura che il presente documento è stato realizzato con la massima cura e con tutta la professionalità acquisita nel corso della sua lunga attività. Tuttavia, stante la pluralità delle fonti d’informazione e nonostante il meticoloso impegno da parte di CeTIF affinché le informazioni contenute siano esatte al momento della pubblicazione, né CeTIF né i suoi collaboratori possono promettere o garantire (anche nei confronti di terzi) esplicitamente o implicitamente l'esattezza, l'affidabilità o la completezza di tali informazioni. CeTIF, pertanto, declina qualsiasi responsabilità per eventuali danni, di qualsiasi tipo, che possano derivare dall'uso delle informazioni contenute nel presente rapporto. Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni future o altre dichiarazioni in chiave prospettica, circostanza che comporta rischi e incertezze. Si avvisano pertanto i lettori che tali affermazioni sono solamente previsioni e potrebbero quindi discostarsi in modo considerevole dagli effettivi riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin d’ora qualsiasi responsabilità e garanzia in relazione a tali proiezioni. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 2 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 3 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi INDICE INTRODUZIONE......................................................................................................6 1. PILLAR I – LA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DELLE PASSIVITA’ E DELLE RISERVE TECNICHE ..............................................................................10 1.1. - La valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche secondo solvency 2 ..............................................................................................10 1.2 - La valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche: Solvency 2 vs. Ias/Ifrs..........................................................................................11 1.3 - Le problematiche riguardanti la stima delle riserve tecniche dei rami vita 11 1.4 - Le problematiche riguardanti la stima delle riserve tecniche dei rami danni ..............................................................................................................................13 Interventi ..............................................................................................................14 Documentazione di riferimento ...........................................................................14 2. PILLAR I. LA MISURAZIONE DEI RISCHI....................................................16 2.1 - Il processo di approvazione del modello interno.........................................16 2.2 - Le indicazioni dei consultation papers per la formula standard ..................17 2.3 - Formula standard e problemi di implementazione. Il punto di vista di un operatore alla luce dell’esperienza del Qis4 ........................................................19 Interventi ..............................................................................................................20 Documentazione di riferimento ...........................................................................20 3. PILLAR II E III. IL SISTEMA DI GOVERNANCE E L’INFORMATIVA ALL’AUTORITÀ DI VIGILANZA E AL PUBBLICO .........................................22 3.1 - Il secondo pilastro di solvency 2 .................................................................22 3.2 - L’Orsa (own risk and solvency assessment)................................................23 3.3 - Il terzo pilastro di solvency 2 ......................................................................24 Interventi ..............................................................................................................26 Documentazione di riferimento ...........................................................................26 4. OLTRE LA COMPLIANCE. LA GESTIONE DEI RISCHI E GLI ALTRI IMPATTI DI SOLVENCY 2...................................................................................28 4.1 - Solvency 2 e market consistent embedded value ........................................28 4.2 - Solvency 2 e riassicurazione........................................................................29 4.3 - Solvency 2 e asset liability management.....................................................30 Interventi ..............................................................................................................31 Documentazione di riferimento ...........................................................................31 © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 4 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 5 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi INTRODUZIONE La presente relazione sintetizza il contenuto dei lavori svolti dal Competence Center CETIF “Solvency 2 – Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi” tenutosi nella seconda metà del 2009. Esso si è sostanziato in un incontro preliminare (18 giugno 2009) volto ad individuare e condividere con i partecipanti le tematiche oggetto di approfondimento e discussione negli incontri successivi che hanno riguardato: 1. Pillar I. La valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche, con particolare attenzione a queste ultime (30 giugno 2009) 2. Pillar I. La misurazione dei rischi, con particolare attenzione alla formula standard e al processo di approvazione del modello interno (15 settembre 2009) 3. Pillar II e III. Il sistema di governance e l’informativa all’autorità di vigilanza e al pubblico (13 ottobre 2009) 4. Oltre la compliance. La gestione dei rischi e gli altri impatti di solvency 2 (12 novembre 2009) Seguendo la classica ripartizione nei 3 pilastri, le prime due giornate si sono dunque soffermate sul primo pilastro, la terza giornata si è soffermata sul secondo e sul terzo pilastro mentre l’ultima giornata ha voluto approfondire alcune implicazioni strategiche e operative di solvency 2. Tenuto conto dell’impossibilità di analizzare nel dettaglio tutte le tematiche rilevanti riguardati solvency 2, si è deciso di focalizzare l’analisi solo sugli aspetti giudicati maggiormente rilevanti nell’incontro preliminare. Il 2009 ha visto una accelerazione nel processo di completamento del sistema regolamentare di solvency 2 che, seguendo l’approccio Lamfalussy, si articola sui 4 livelli illustrati nella figura 1. Più precisamente nel corso del 2009 - con l’approvazione e la pubblicazione della direttiva comunitaria 2009/138/CE - è giunto a conclusione il primo livello di solvency 2. Inoltre, sempre nel corso del 2009, è stato portato a termine gran parte del lavoro tecnico di secondo livello. Nei mesi di marzo, luglio e novembre il CEIOPS ha infatti pubblicato per oltre 50 paper consultivi (consultation paper). Per i paper pubblicati a marzo e luglio il CEIOPS ha ricevuto oltre 20.000 commenti e, anche tenuto conto delle indicazioni © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 6 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi ricevute, ha emesso le proprie indicazioni finali (final L2 advice) che dovranno essere oggetto di analisi e approvazione delle autorità politiche. Nel gennaio 2010, con l’emissione delle indicazioni finali sui paper di consultazione pubblicati a novembre, il lavoro tecnico di secondo livello può dirsi sostanzialmente concluso. La figura 2 che mostra lo sviluppo temporale del progetto. I lavori del competence center hanno preso in considerazioni le indicazioni che progressivamente andavano delineandosi con la pubblicazione dei consultative paper mentre non hanno tenuto conto dei “final L2 advice” che sono stati pubblicati solo successivamente alla conclusione dei lavori del competence center. Nella redazione della presente relazione le raccomandazioni finali del Ceiops sulle misure di implementazione di secondo livello sono stati presi in considerazione e citate (insieme ai consultation papers) nella documentazione di riferimento. I lavori di ciascuna giornata si sono sostanziati in più relazioni sui temi assegnati seguiti da un dibattito fra i partecipanti. Questa relazione sintetizza i contenuti della relazione e del dibattito susseguente. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 7 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Figura 1 – CEIOPS Model © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 8 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Figura 2 – Sviluppo temporale 2 del progetto Solvency 2 La relazione è suddivisa in due parti. La prima (executive summary) sintetizza il contenuto dei lavori delle giornate senza entrare nei dettagli più tecnici ed evidenzia le aree di maggiore criticità emerse dalla relazione e dalla susseguente discussione. L’executive summary è corredato dalle indicazioni sulla documentazione di riferimento (principalmente le raccomandazioni del Ceiops sulle misure di implementazione di secondo livello riguardanti gli specifici argomenti trattati). La seconda parte della relazione riporta le presentazioni degli interventi della giornata. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 9 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi 1. PILLAR I – LA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DELLE PASSIVITA’ E DELLE RISERVE TECNICHE 1.1. - La valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche secondo solvency 2 Una delle innovazione di maggiore portata di solvency 2 riguarda le modalità di valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche che concorrono alla determinazione dei fondi propri disponili. La direttiva introduce una “valutazione economica dell'intero stato patrimoniale” che si sostanzia (art. 75-76-77): - per le attività nel criterio del fair value (“l'importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato”); - per le riserve tecniche in un approccio mark-to-model basato sul concetto di current exit value (“l’importo attuale che le imprese di assicurazione e di riassicurazione dovrebbero pagare se dovessero trasferire immediatamente le loro obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione ad un’altra impresa di assicurazione o di riassicurazione”; le riserve tecniche sono stimate per quanto possibile in modo coerente con il mercato (market consistency); operativamente sono calcolate come somma di una best estimate e di un risk margin calcolato con il criterio del costo del capitale; - per le altre passività nel criterio del fair value opportunamente modificato per non tenere conto delle eventuali modificazioni nel proprio merito creditizio (“l'importo al quale potrebbero essere trasferite, o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato”, ma “non è effettuato alcun aggiustamento per tenere conto del merito di credito proprio dell'impresa di assicurazione o di riassicurazione”). Sebbene dalla discussione siano emerse sostanziali perplessità sull’idoneità del criterio generale di valutazione del fair value a rappresentare coerentemente il business assicurativo, si è ritenuto che l’impostazione generale basata sul fair value non possa essere modificata pena la messa in discussione dell’intero impianto di solvency 2. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 10 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi 1.2 - La valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche: Solvency 2 vs. Ias/Ifrs L’applicazione dei criteri stabiliti dalle norme di secondo e di terzo livello alla valutazione delle singole attività e passività darà luogo ad uno stato patrimoniale di solvibilità (“Solvency 2 Balance Sheet”) che costituisce la base per la determinazione dei fondi propri. Di estremo rilievo è stata la discussione sulle relazioni intercorrenti tra lo stato patrimoniale di solvibilità e lo stato patrimoniale IAS/IFRS. Nelle misure di implementazione di secondo livello (cfr. Consultative paper n. 35 e Ceiops-Doc-31-09) si raccomanda l’adozione degli IAS/IFRS ogni qual volta essi prevedano una valutazione in linea con i criteri sopra delineati. In caso contrario devono essere definiti criteri “ad hoc” o opportuni aggiustamenti. Una analisi degli Ias/Ifrs attualmente vigenti (ad esempio Ifrs 4 e Ias 39) e di quelli che saranno in vigore nel 2012 (ad esempio Ifrs 4 revised e Ifrs 9) ha portato a rilevare che la distanza tra i criteri Ias/Ifrs e quelli previsti da solvency 2 può portare a differenze sostanziali tra le risultanze dei due bilanci. Ad esempio, lo Ias 39 e soprattutto l’Ifrs 9 possono lasciare ampio spazio alle valutazioni degli strumenti finanziari al costo mentre nel bilancio di solvibilità prevarranno le valutazioni a fair value. Similmente, il criterio attualmente in discussione da parte dello Iasb per la valutazione dei contratti assicurativi può comportare differenze altrettanto ampie. Tenuto conto che lo stato patrimoniale di solvibilità sarà un documento pubblico, le possibili differenze tra le risultanze del bilancio Ias/Ifrs e del bilancio di solvibilità rappresentano un elemento di forte criticità atteso che possono generare nel pubblico e nel mercato confusione e difficoltà. La stessa gestone assicurativa potrebbe complicarsi eccessivamente tenuto conto che il management dovrà avere sempre sotto controllo le dinamiche evolutive del bilancio Ias/Ifrs e del bilancio solvibilità, dinamiche che potrebbero non essere perfettamente correlate. Si auspica dunque una maggiore convergenza tra i criteri di valutazione Ias/Ifrs e solvency 2. In particolare le differenze tra i due approcci dovrebbero essere limitate alle sole situazioni in cui le diverse finalità dei due prospetti di bilancio giustificano effettivamente l’adozione di criteri di valutazione differenziati. 1.3 - Le problematiche riguardanti la stima delle riserve tecniche dei rami vita Tra le problematiche che maggiormente interessano le assicurazioni vita si è discusso in particolare su: © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 11 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi - la determinazione del tasso di interesse risk free (Consultative paper 40 e CeiopsDoc-34-09); - il trattamento dei premi futuri (Consultative paper 30 e Ceiops-Doc-25-09); - il trattamento delle polizze vita rivalutabili. Per quanto riguarda la determinazione dei tassi di interesse risk free la scelta del Ceiops è stata quella di utilizzare la struttura a termine dei tassi di interesse correnti ottenuti su titoli di stato con un rating AAA. Le indicazioni del Ceiops sembrano escludere la possibilità di applicare premi di illiquidità nella valutazione delle riserve tecniche, come è invece auspicato da più parti. Peraltro, si segnala che è stato recentemente divulgato dal Ceiops il report sul liquidity premium che fornisce le indicazioni su come, eventualmente, considerare il liquidity premium nella valutazione delle riserve tecniche (cfr. Ceiops-Sec34/10). Con riferimento al trattamento dei premi futuri, le norme di secondo livello fissano delle regole rigide (ad esempio i premi futuri e i correlati costi relativi ai possibili rinnovi possono entrare nella valutazione di un contratto esistente solo se aumentano il valore della best estimate e, in generale, i premi futuri relativi a contratti esistenti possono essere considerati solo se sono “legally enforceable”). Dalla discussione è emersa l’opportunità che le imprese di assicurazione svolgano una analisi delle clausole contrattuali presenti nelle loro polizze vita al fine di determinare il trattamento dei premi futuri sugli specifici portafogli vita e di conseguenza l’impatto sulla valutazione delle proprie riserve tecniche. Si evidenzia come le modalità di trattamento dei premi futuri potranno avere influenza sul design dei prodotti vita. Le polizze vita rivalutabili rientrano nella più ampia categoria delle polizze a partecipazione discrezionale o with-profit policies. Per la loro valutazione si prospettano innovazioni sostanziali. Più precisamente dovranno essere valutate con metodi stocastici le rivalutazioni sui contratti in essere non ancora riconosciute e che dipendono dalla composizione della gestione separata, dalle plusvalenze/minusvalenze da valutazione esistenti e dalle future azioni del management. Inoltre dovranno essere correttamente valorizzate i valori delle opzioni presenti nelle polizze (rendimento minimo garantito, opzioni di conversione in rendita, opzioni di riscatto). In entrambi i casi, anche alla luce delle indicazioni contenute nel consultative paper 26 e delle successive raccomandazioni (cfr. Ceiops-Doc-21-09) sui metodi e le tecniche statistiche per la best estimate, sembra inevitabile l’adozione di modelli di stima stocastici. Nell’ambito della valutazione delle polizze vita rivalutabili le ipotesi circa le azioni future del management appaiono particolarmente rilevanti. Esse rilevano sulle politiche di realizzo delle minusvalenze e delle plusvalenze da valutazione che concorrono a determinare la dinamica dei tassi di rendimento delle gestioni separate. Il Ceiops (cfr. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 12 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi consultative paper 32 e Ceiops-doc-27-09) prevede che le stime degli scenari debbano tenere conto delle future azioni del management, così come ci si attende siano attuate nello specifico scenario. Inoltre esse devono essere oggettive, realistiche e verificabili. In particolare: vi deve essere una chiara documentazione sulle azioni previste in ciascun scenario; queste azioni devono essere in linea con le pratiche gestionali correnti; vi deve essere un costante confronto tra le azioni previste e quelle effettivamente realizzate. Nella discussione si evidenzia l’utilizzo di modelli stocastici di valutazione delle polizze vita rivalutabili è già diffuso in alcuni ambiti e, in particolare, nell’ambito dei modelli basati sul market-consistent embedded value. In questo caso si tratta di valutarne l’adattabilità alla specifica finalità di stima delle riserve tecniche. 1.4 - Le problematiche riguardanti la stima delle riserve tecniche dei rami danni Tra le differenti problematiche che maggiormente interessano le assicurazioni danni si è discusso sulla best estimate e in particolare sulle tecniche utilizzabili per la valutazione delle riserve sinistri. In particolare, con solvency 2 si realizza un passaggio da una stima prevalentemente basata su una “valutazione analitica separata del costo di ciascun sinistro con il metodo dell’inventario” (art. 28, reg. Isvap 16/2008) a una valutazione collettiva di tipo statistico-attuariale. In secondo luogo il Ceiops sembra privilegiare l’utilizzo di metodi stocastici di valutazione, limitando l’uso dei modelli deterministici alle casistiche valutative meno complesse. Nella discussione viene rilevanto che nell’esperienza italiana, l’utilizzo del metodo dell’inventario è positiva, soprattutto se si pensa all’obiettivo di solvibilità e la sua sostanziale esclusione dai metodi previsti per la valutazione della riserva sinistri non appare del tutto giustificata. Si sottolinea inoltre che mentre nei rami vita l’utilizzo di metodi stocastici per la valutazione delle riserve tecniche è già diffuso e consolidato da tempo, buona parte delle metodologie stocastiche di stima delle riserve sinistri sono recenti e l’esperienza applicativa è ancora ai primi passi. Questo suggerisce che l’utilizzo dei metodi deterministici si potrebbe rivelare, almeno nei primi anni di applicazione di solvency 2, addirittura preferibile rispetto ai più complessi ma ancora inaffidabili metodi stocastici. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 13 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Interventi Alberto Floreani (Università Cattolica), Claudio Bellomo (Deloitte)- La valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche, Un’analisi di confornto Solvency 2 – IAS/IFRS Alberto Floreani (Università Cattolica), La valutazione delle riserve tecniche – Life insurance Nino Savelli (Università Cattolica), La valutazione delle riserve tecniche – Best estimate nelle assicurazioni danni Documentazione di riferimento Direttiva 2009/138/CE - art. 75-86 Level 2 Advice for L2 implementing Measures on SII: • Elements of actuarial and statistical methodologies for the calculation of the best estimate. Ceiops-Doc-21-09 (cfr. anche Consultation Paper n. 26) • Segmentation for the calculation of technical provisions. Ceiops-Doc-22-09 (cfr. anche Consultation Paper n. 27) • Technical Provisions – Treatment of future premiums. Ceiops-Doc-25-09 (cfr. anche Consultation Paper n. 30) • Technical Provisions – Assumption about future management actions. Ceiops-Doc27-09 (cfr. anche Consultation Paper n. 32) • Valuation of assets and “other liabilities”. Ceiops-Doc-31-09 (cfr. anche Consultation Paper n. 35) • Technical Provisions - Actuarial and statistical methodologies to calculate the best estimate. Ceiops-Doc-33-09 (cfr. anche Consultation Paper n. 39) • Technical Provisions – Risk-free interest rate term structure. Ceiops-Doc-34-09 (cfr. anche Consultation Paper n. 40) Task force report on the liquidity premium, Ceiops-Sec-34/10, 1 marzo 2010 © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 14 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 15 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi 2. PILLAR I. LA MISURAZIONE DEI RISCHI Le modalità di determinazione dei requisiti patrimoniali (requisito patrimoniale di solvibilità o SCR e requisito minimo patrimoniale o MCR) rappresentano un secondo, rilevantissimo, elemento di innovazione rispetto alla normativa preesistente. In particolare il legislatore ha inteso introdurre, “in linea con gli ultimi sviluppi in materia di gestione del rischio, un metodo economico basato sul rischio che incentivi le imprese di assicurazione e di riassicurazione a misurare e gestire correttamente i loro rischi” (cfr. punto 15 relazione introduttiva alla direttiva). In quest’ottica il requisito patrimoniale di solvibilità deve essere funzione di tutti i rischi quantificabili dell’impresa di assicurazione e corrispondere “al valore a rischio (value at risk) dei fondi propri di base dell’impresa di assicurazione soggetto ad un livello di confidenza del 99,5% su un orizzonte temporale di un anno» (art. 101.3). Operativamente il requisito patrimoniale di solvibilità può essere calcolato facendo riferimento alla formula standard delineata dalla direttiva e meglio specificata dalle misure di implementazione di secondo livello o tramite un modello interno. Il lavori della seconda giornata si sono soffermati sul processo di approvazione del modello interno e sull’analisi delle principali problematiche relative alla formula standard, così come stanno emergendo dai lavori del Ceiops sulle misure di implementazione di secondo livello. 2.1 - Il processo di approvazione del modello interno Nell’ambito del processo di approvazione del modello interno, Stefano Pasqualini dell’Isvap ha illustrato le disposizioni di primo livello contenute nella direttiva e quelle di secondo livello contenute nel paper di consulazione 37 (cfr. anche Ceiops-Doc-28-09). Tenuto conto che le autorità di vigilanza devono decidere in merito alla domanda di approvazione del modello interno entro sei mesi dal ricevimento della richiesta completa (cfr. art. 121.4), si è sottolineata l’importanza della fase di pre-application che, sebbene non sia formalmente obbligatoria, è altamente raccomandata dal Ceiops e dall’Isvap. Non è un caso che il primo draft sulle misure di terzo livello rilasciato dal Ceiops sia proprio la guida al processo di pre-application (cfr. il paper di consultazione n. 80 emesso nel gennaio 2010), anche tenuto conto che i tempi per giungere con un modello interno approvato entro la data di entrata in vigore della direttiva sono ormai particolarmente stringenti. Anche se non hanno costituito oggetto di specifico approfondimento, si è accenato ai requisiti che i modelli interni devono possedere per poter essere approvati dall’autorità di vigilanza (cfr. art. da 120 a 126, consulation paper n. 56 e il susseguente Ceiops-doc-48© CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 16 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi 09) e, in particolare, si è sottolineata l’importanza dei “documentation standard”, cioè la necessità che la struttura e dettagli operativi del modello interno siano adeguatamente documentati, e dell’use test. Con riferimento a quest’ultimo, il modello interno non può essere visto come un semplice motore di calcolo separato dalla gestione dell’impresa di assicurazione. L’ impresa di assicurazione deve altresì dimostrare che il modello interno è ampiamente utilizzato e svolge un ruolo importante nel sistema di governance e, in particolare, nel sistema di gestione dei rischi, nei processi decisionali, di valutazione e allocazione del capitale economico e di solvibilità. Non si tratta dunque soltanto di costruire un modello interno per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità ma di integrare questo modello nell’ambito della gestione dell’impresa di assicurazione. Si è discusso infine sulla divulgazione delle informazioni riguardanti la domanda di approvazione del modello interno e degli esiti del processo di approvazione. In particolare si sottolinea che la richiesta di approvazione e l’esito negativo del processo di approvazione non saranno soggetti a disclosure mentre l’approvazione sarà soggetta a disclosure anche se il supervisore può deciderne l’appropriatezza. 2.2 - Le indicazioni dei consultation papers per la formula standard Nella seconda parte della giornata si sono esaminate le indicazioni dei paper di consultazione riguardanti la formula standard. Più precisamente ci si è soffermati sul modulo dei rischi di sottoscrizione vita (cfr. Consultative paper 49 e Ceiops-Doc-42-09) e non-vita (Consultative paper 48 e Ceiops-Doc-41-09), sul modulo del rischio di mercato (cfr. Consultative paper 47 e Ceiops-Doc-40-09), sul modulo del rischio di inadempimento della controparte (Consultative papers 28 e 51 e Ceiops-Doc-23-09), sul modulo dei rischi operativi (Consultative paper 53 e Ceiops-Doc-45-09) e sull’aggiustamento per la capacità di assorbimento di perdite delle riserve tecniche (Consultative paper 54 e Ceiops-Doc-4609). Con riferimento al rischio di sottoscrizione del ramo vita l’approccio prescelto per tutti i sottomoduli è quello per scenari. Più specificamente il rischio di ciascun sottomodulo viene misurato quale differenza tra il Nav base e quello di uno scenario avverso opportunamente specifato dal Ceiops. In questo contesto, concordando sul metodo, l’unico elemento oggetto di possibile discussione riguarda la specifica calibrazione dello scenario avverso. L’unica eccezione significativa all’approccio per scenari riguarda il rischio di riscatto di massa per il quale viene prescelto un approccio basato su fattori e in particolare sul “surrender strain” dei contratti assicurativi, cioè sulla differenza tra l’ammontare pagabile in caso di riscatto e la best estimate del contratto stesso. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 17 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Con riferimento all’aggiustamento per la capacità di assorbimento di perdite delle riserve tecniche, potenzialmente molto rilevante nel caso italiano nel quale le polizze vita rivalutabili rappresentano una quota estremamente rilevante del portafoglio vita delle imprese di assicurazione, sono stati illustrati i due approcci possibili (approccio modulare vs. approccio del singolo scenario equivalente) sottolineando che il Ceiops non è ancora giunto ad una posizione definitiva. Anche nelle successive raccomandazioni (cfr. Ceiops Advice 46/09), il Ceiops rimanda una decisione definitiva al termine del nuovo studio di impatto quantitativo (Qis5). Nell’ambito del modulo del rischio di inadempimento della controparte, oltre all’illustrazione dell’articolata modalità di determinazione del requisito patrimoniale relativo a questo rischio, si sono sottolineati due aspetti. In primo luogo è molto importante tracciare una adeguata linea di demarcazione tra il rischio di spread (che è un sottomulo del rischio di mercato) e il rischio di inadempimento della controparte al fine di evitare di trascurare parte del rischio o di duplicare il conteggio del rischio; inoltre, tenuto conto che la calibrazione dei due moduli è diversa, la corretta suddivisione tra i due rischi rimane importante. Un secondo aspetto riguarda la possibilità di utilizzare le semplificazioni ammesse dal Ceiops. Infatti, come spesso accade quando è ammesso l’utilizzo di formule semplificate, esse rischiano di tradursi in una penalizzazione in termini di requisiti patrimoniali richiesti a causa delle ipotesi più prudenziali sottostanti alla semplificazione stessa. E’ dunque importante che l’impresa di assicurazione valuti attentamente se il beneficio derivante da una minore difficoltà computazionale giustificfia l’adozione di un approccio semplificato. Il modulo del rischio di mercato è analizzato limitatamente agli aspetti affrontati nel consultative paper 47 che, come noto, non considera, fra l’altro, il sottomodulo sul rischio azionario (trattato nel consultative paper 69 emesso a novembre). Questo modulo non sembra essere soggetto a particolari elementi di criticità, se non per il fatto che alcuni sottomoduli appaiono piuttosto complessi. Peraltro la complessità appare giustificata dal fatto che il rischio di mercato risulterà concorrere in modo estremamente significativo al requisito patrimoniale di solvibilità delle imprese di assicurazione. Il sottomodulo del rischio di tasso di interesse, in particolare, sarà basato su scenari calibrati sulla base della tecnica delle componenti principali che risultano piuttosto differenti dagli scenari utilizzati nel Qis4 (cfr. a riguardo il successivo consultative paper 70 e il Ceiops-Doc-66-10). Un aspetto relativo al rischio di mercato di cui non si è discusso nell’ambito del competence center ma che appare rilevante alla luce dell’evoluzione del debito pubblico di alcuni paesi comunitari, riguarda il fatto che i titoli governativi dei paesi OCSE e comunitari non concorrono alla determinazione dei requisiti patrimoniali sia per quanto riguarda il sottomodulo del rischio di spread che per il sottomodulo del rischio di concentrazione (cfr. Consultative paper 47 e Ceiops-Doc-40-09). Questa norma di secondo livello se da un lato può contribuire a contenere gli spread sui titoli dei paesi europei a più elevato © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 18 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi indebitamento, dall’altro può determinare una eccessiva esposizione delle imprese di assicurazione verso i titoli governativi dei paesi europei più indebitati. Nell’ambito del modulo del rischio di sottoscrizione non vita, l’analisi del paper di consultazione ha evidenziato due problematiche principali, confermate anche dalla successiva raccomandazione del Ceiops (cfr. Ceiops-Doc-41-09). Da un lato il Ceiops ritiene che non si debbano considerare esplicitamente gli effetti di diversificazione geografica al fine di non complicare eccessivamente la formula standard. Dall’altro per la determinazione del requisito del sottomodulo del rischio catastrofale non vita il Ceiops ritiene come preferibile un approccio per scenari standardizzati che sarà definito con maggiore dettaglio nelle misure di implementazione di terzo livello e calibrato durante il Qis5. Infine, con riferimento al modulo sui rischi operativi vengono poste in evidenza le critiche già da tempo mosse dall’industria e, in particolare, la mancata considerazione degli effetti di diversificazione con gli altri rischi e la scarsa sensitività al rischio della formula standard. Oltre a ciò, la calibrazione dei parametri sembra portare ad un requisito patrimoniale eccessivo (cfr. Ceiops-Doc-45-09). Proprio in funzione dell’elevata onerosità della formula standard in termini di requisiti patrimoniali, l’intervento di Fabio Maccaferri evidenzia che la modellizzazione dei rischi operativi al fine di considerli nell’ambito del modello interno può essere una valida opzione da prendere in considerazione. 2.3 - Formula standard e problemi di implementazione. Il punto di vista di un operatore alla luce dell’esperienza del Qis4 In questo intervento, Silvia Brizio di Unipol Gruppo Finanziario, ha illustrato come il suo gruppo ha affrontato l’esperienza del Qis4 evidenziando in particolare le criticità organizzative e valutative emerse. Chiaramente, la partecipazione al Qis4, per quanto sia risultata complessa e abbia assorbito ingenti risorse, si è rivelata estremamente utile nel fornire indicazioni al risk management e l’alta direzione di Unipol sugli impatti quantitativi di solvency 2. Inoltre ha permesso di evidenziare con largo anticipo le criticità organizzative che deriveranno dall’effettiva applicazione della formula standard. Infine, ma non meno importante, ha permesso di trarre indicazioni sulle criticità tecnico-valutative della formula stessa. Nello specifico la formula standard sembra essere eccessivamente complessa e di difficile applicabilità, soprattutto alle imprese di assicurazione di minori dimensioni. Inoltre i risultati quantitativi appaiono eccessivamente penalizzanti in termini di requisiti patrimoniali richiesti sia rispetto a solvency I che rispetto agli effettivi rischi delle compagnie. Questa conclusione è particolarmente rilevante se si tiene conto che la calibrazione dei parametri prevista dalle recenti raccomandazioni del Ceiops di fine 2009 e inizio 2010 sembra richiedere requisiti patrimoniali superiori rispetto quelli del Qis4. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 19 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Interventi Stefano Pasqualini (ISVAP) – Processo di approvazione del modello interno Le indicazioni dei consultation paper per la formula standard • Alessandro Ghilarducci (Deloitte), Le indicazioni dei consultation papers per la formula standard del SCR (rischo di sottoscrizione life, loss-adsobing capacity, inadempimento delle controparti, rischio di mercato e rischio operativo) • Alberto Floreani, Le indicazioni dei consultation papers per la formula standard del SCR (rischo di sottoscrizione non-life) • Fabio Maccaferri, Operational risk nelle compagnie di assicurazione. Considerazioni sulla formula standard e opportunità indotte dal governo dell’operational risk. Silvia Brizio (Unipol), Formula standard e problemi di implementazione. Il punto di vista di un operatore alla luce dell’esperienza del Qis 4 Documentazione di riferimento Direttiva 2009/138/CE - art. 100-127 Level 2 Advice for L2 implementing Measures on SII: • SCR - Standard formula - Counterparty default risk. Ceiops-Doc-23-09 (cfr. anche consultation paper n. 28 e n. 51) • Procedure to be followed for the approval of an internal model, including the addendum on group specificities. Ceiops-Doc-28-09 (cfr. anche consultation paper n. 37) • SCR - Standard formula - Market Risk. Ceiops-Doc-40-09 (cfr. anche consultation paper n. 47) • SCR - Standard formula – Non-Life underwriting risk. Ceiops-Doc-41-09 (cfr. anche consultation paper n. 48) • SCR - Standard formula - Life underwriting risk. Ceiops-Doc-42-09 (cfr. anche consultation paper n. 49) • SCR - Standard formula – Operational risk. Ceiops-Doc-45-09 (cfr. anche consultation paper n. 53) © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 20 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi • • • • SCR - Standard formula - Loss absorbing capacity. Ceiops-Doc-46-09 (cfr. anche consultation paper n. 54) Tests and Standards for Internal Model Approval. Ceiops-Doc-48-09 (cfr. anche consultation paper n. 56) Equity risk sub-module. Ceiops-Doc-65-10 (cfr. anche consultation paper n. 69) SCR - Standard formula – Calibration of market risk module. Ceiops-Doc66-10 (cfr. anche consultation paper n. 70) Draft CEIOPS Level 3 Guidance on Solvency II: • Pre-application process for Internal Models (consultation paper n. 80) © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 21 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi 3. PILLAR II E III. IL SISTEMA DI GOVERNANCE E L’INFORMATIVA ALL’AUTORITÀ DI VIGILANZA E AL PUBBLICO La terza giornata del competence center si è soffermata sul sistema di governance previsto dalla direttiva che costituisce una parte consistente del c.d. secondo pilastro di solvency 2 e sull’informativa al pubblico e all’autorità di vigilanza (3° pilastro). Uno dei punti chiave che emerge dalla normativa riguardante i requisiti del sistema di governance è relativo alla necessità che il sistema di gestione dei rischi (“che comprende le strategie, i processi e le procedure di segnalazione necessarie per individuare, misurare e monitorare, gestire e segnalare, su base conntinuativa, i rischi a livello individuale ed aggregato ai quali sono o potrebbero essere esposte” le imprese di assicurazione, art. 44.1) sia integrato con la gestione dell’impresa di assicurazione o, più precisamente, sia “perfettamente integrato nella struttura organizzativa e nei processi decisionali dell’impresa di (ri)assicurazione, con adeguata considerazione delle persone che dirigono effettivamente l’impresa o rivestono altre funzioni fondamentali” (art. 44.1). La necessità di integrazione tra requisiti di vigilanza prudenzale e profili strategici e gestionali dell’impresa di assicurazione è già emersa con riferimento ai modelli interni (requisito dell’use test) e viene confermata nell’ambito della valutazione interna del rischio e della solvibilità (Orsa) che deve essere “parte ingrante della strategia operativa ed è presa sistematicamente in considerazione nelle decisioni strategiche dell’impresa” di assicurazione (art. 45.4). Per quanto invece concerne l’informativa al pubblico circa la solvibilità e le condizioni finanziarie dell’impresa si è analizzato in particolare il contenuto del Solvency and financial conditions report (Sfcr) così come previsto dalle norme di primo e di secondo livello (cfr. consultative paper 58 e la susseguente raccomandazione finale Ceiops-Doc-5009). 3.1 - Il secondo pilastro di solvency 2 Nel primo intervento Enrico Parretta di Allianz illustra la direttiva e le norme di secondo livello (cfr. consultation paper n. 33 e la successive raccomandazioni Ceiops-2909) confrontandole con la normativa attualmente vigente in Italia contenuta in varie norme e soprattutto nel regolamento n. 20 dell’Isvap. Seguendo il testo della direttiva, il confronto ha riguardato: © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 22 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi - i requisiti generali in materia di governance (art. 41 dir.) i requisiti di competenza e di onorabilità per le persone che dirigono effettivamente l’impresa o rivestono altre funzioni fondamentali (art. 42 e 43 dir.) - la gestione dei rischi (art. 44 dir.) - la valutazione interna del rischio e della solvibilità (Orsa) (art. 45 dir.) - il controllo interno (art. 46 dir.) - l’audit interno (art. 47 dir.) - la funzione attuariale (art. 48 dir.) - l’esternalizzazione (art. 49 dir.) Anche se ovviamente tutta la regolamentazione in materia dovrà essere rivista per adeguarsi a solvency 2, il raffronto tra il futuro sistema di governance definito dal Pillar II di solvency 2 e l'attuale normativa di settore in Italia non evidenzia significative differenze, sia perché ambedue trovano fondamento teorico nei più avanzati studi sui modelli di controllo e di gestione dei rischi, sia perchè l'Isvap ha utilizzato i vari draft e documenti preparatori di solvency 2 come cardine dei regolamenti che andava ad emettere, in particolare del Regolamento 20. Ne consegue che gran parte dei principi, meccanismi e funzioni sul sistema di controllo interno e sul sistema di gestione dei rischi che il Pillar II prevede sono già operativi, ad eccezione delle disposizioni specifiche sui modelli interni che non sono ancora definite. 3.2 - L’Orsa (own risk and solvency assessment) Nell’ambito del sistema di governance e in particolare nell’ambito del sistema di gestione dei rischi, solvency 2 richiede che le imprese di assicurazione procedano “alla valutazione interna del rischio e della solvibilità” (ar. 45.1). Questa valutazione riguarda essenzialmente “l’osservanza continua dei requisiti patrimoniali e dei requisiti riguardanti le riserve tecniche” previsti dalla direttiva, “il fabbisogno di solvibilità globale tenuto conto del profilo di rischio specifico, dei limiti di tolleranza del rischio approvati e della strategia operativa dell'impresa” e “la misura in cui il profilo di rischio dell'impresa interessata si discosti dalle ipotesi sottese al requisito patrimoniale di solvibilità” calcolato in base alla formula standard o al modello interno. Gli elementi che caratterizzano il sistema Orsa e che la discussione ha messo in evidenza riguardano: - la valutazione interna del rischio e della solvibilità deve essere “parte integrante della strategia operativa ed è presa sistematicamente in considerazione nelle decisioni strategiche dell'impresa”; - la valutazione interna del rischio e della solvibilità non implica lo sviluppo di un modello interno e non deve essere confusa con quest’ultimo; © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 23 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi - la valutazione interna del rischio e della solvibilità deve considerare i rischi ulteriori a quelli considerati nel calcolo dei requisiti patrimoniali (ad esempio il rischio di liquidità, il rischio reputazionale e il rischio strategico) e le esposizioni ai rischi considerati nel calcolo dei requisiti patrimoniali ma non adeguatamente catturati dalla formula standard; - gli scostamenti tra le risultanze derivanti dall’Orsa e dalla determinazione dei requisiti patrimoniali di solvibilità con la formula standard o con un modello interno devono essere adeguatamente analizzati, motivati e comunicati all’autorità di vigilanza; - le risultanze dell’Orsa possono essere utilizzate nell’ambito della procedura di riesame da parte dell’autorità di vigilanza (supervisory review process, cfr. art. 36 dir.) e possono comportare la fissazione di maggiorazioni di capitale (capital addon, cfr. art 37 dir.) anche se l’Orsa deve essere considerato solo una tra le fonti informative utilizzate nell’ambito del supervisory review process e non vi è una automaticità tra risultanze Orsa e maggiorazioni di capitale. - Sono in ogni caso necessarie maggiori indicazioni sulle caratteristiche di dettaglio dell’Orsa, sulle informazioni che dovranno essere rilasciate all’autorità di vigilanza (e al pubblico), sulle relazioni tra Orsa, internal model e maggiorazioni di capitale, informazioni che potranno essere soddisfatte solo dall’emanazione delle misure di implementazione di terzo livello sul tema. Quello che appare certa è la necessità che il sistema di risk management dell’impresa di assicurazione presti attenzione non soltanto ai rischi quantificabili e riflessi nella formula standard o nel modello interno ma anche ai rischi non quantiticabili che devono essere tenuti in adeguata considerazione nell’ambito del valutazione interna del rischio e della solvibilità. E’ in quest’ottica che la seconda parte dell’intervento di Gianni Bragolusi di Deloitte si è soffermato sull’approfondimento della profilazione qualitativa del rischio. 3.3 - Il terzo pilastro di solvency 2 In questo intervento si sono in primo luogo illustrate le norme di primo livello riguardanti il terzo pilastro (art. 35 “Informazioni da fornire ai fini di vigilanza” e art. 5156 “Informativa al pubblico”). Sucessivamente si sono discussi i principi, la struttura e i contenuti della “relazione relativa alla solvibilità e alla condizione finanziaria” (Solvency and financial condition report, Sfcr) e della relazione alle autorità di vigilanza (“Report to supervisors, Rts) che costituiranno, rispettivamente, la base dell’informativa periodica al pubblico e all’autorità di vigilanza sulla situazione di solvibilità delle imprese di assicurazione e dei gruppi assicurativi. Il documento al pubblico (Sfcr) rappresenta un vero e proprio bilancio di solvibilità costituito da 7 sezioni fondamentali (executive summary; informazioni sul business e la © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 24 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi performance aziendale; informazioni sul sistema di governance; informazioni sui rischi e sul sistema di risk management; bilancio regolamentare; informazioni sui fondi propri e la gestione del capitale; informazioni ulteriori per le imprese di assicurazioni con un modello interno approvato) e integrate dagli allegati (quantitative reporting template) il cui contenuto, in forma rigida, sarà specificato con buon livello di dettaglio nelle misure di terzo livello. La struttura dell’informativa pubblica così come delineata dalle norme di secondo livello è stata criticata dall’industria che ha trovato le informazioni richieste troppo dettagliate e riferite in alcuni casi a aspetti che dovrebbero essere riservati. E’ stata inoltre osservata una non necessaria duplicazione tra le informazioni del Sfcr e del Rts e si è richiesto un maggior coordinamento con le informazioni contabili Ias/Ifrs. Queste critiche sono state solo limitatamente accolte dalle raccomandazioni del Ceiops (cfr. Ceiops-Doc50-09). Il punto di maggiore criticità è però emerso dal confronto tra i principi che governano il Sfcr e i principi alla base dell’informativa contabile. Si è in particolare osservato che il bilancio Ias/Ifrs non prevede schemi rigidi e ciò determina una certa difficoltà nella comparazione dei bilanci delle imprese di assicurazione (soprattutto di diversi paesi europei). Inoltre i principi contabili internazionali prevedono tuttora una certa disomogenietà dei criteri di valutazione utilizzabili per la valutazione degli strumenti finanziari (sempre ondeggiante tra il criterio del costo e il criterio del fair value) e delle riserve tecniche (ancora in attesa del principio valutativo definitivo). Il bilancio di solvibilità sarà invece uniforme tra tutti gli assicuratori europei (perché basato su schemi rigidi) e basato su criteri valutativi omogenei (con la prevalenza di valutazioni a fair value/current exit value). Sembrerebbe che il Sfcr possa risultare un “migliore” strumento informativo del bilancio Ias/Ifrs non solo per delineare la condizione di solvibilità dell’impresa di assicurazione ma anche per descrivere le performance economiche dell’impresa e del gruppo. In conclusione, la proliferazione della documentazione pubblica che con diverse finalità e criteri si propone di rappresentare la situazione economica, finanziaria e patrimoniale delle imprese di assicurazione (bilancio individuale, bilancio consolidato Ias/Ifrs, il report sul market consistent embedded value, il bilancio di solvibilità) potrebbe generare, soprattutto nelle prime applicazioni, molta confusione tra operatori e analisti e su questo aspetto potrebbe essere necessario cercare di individuare delle modalità operative per evitare le duplicazione e/o per omogeneizzare i criteri valutativi applicabili e applicati. © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 25 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Interventi Enrico Parretta (Allianz) – Confronto tra l’attuale sistema di governance e solvency 2 Gianni Bragolusi (Deloitte) – Prepararsi al cambiamento. Orsa. Una vita dall’alto Alberto Floreani (Università Cattolica) – Il terzo pilastro di solvency 2 Documentazione di riferimento Direttiva 2009/138/CE - art. 40-56 Level 2 Advice for L2 implementing Measures on SII: System of governance. Ceiops-Doc-29-09 (cfr. anche consultation paper n. 33) Supervisory reporting and disclosure. Ceipos-Doc-50-09 (cfr. anche cons. paper n. 58) Issues paper Own Risk and Solvency Assessment (Orsa), CEIOPS-IGSRR-09/08, 27 May 2008 © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 26 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 27 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi 4. OLTRE LA COMPLIANCE. LA GESTIONE DEI RISCHI E GLI ALTRI IMPATTI DI SOLVENCY 2 Obiettivo dell’ultima giornata del competenze center è stato quello di discutere come solvency 2 potrà impattare su alcune aree della gestione dell’impresa di assicurazione. Più precisamente ci si è chiesti: - Quali sono le relazioni tra la reportistica basata sull’embedded value tipica delle imprese di assicurazione vita e solvency 2 ? - Quali gli effetti di solvency 2 sulla domanda di riassicurazione ? - Quali gli effetti di solvency 2 sui sistemi di asset-liability management e, in particolare, sui modelli di gestione del rischio di tasso di interesse ? Le tematiche affrontate in questa sessione non esauriscono le aree su cui solvency 2 avrà un impatto significativo (ad esempio sistema di pianificazione strategica, sistemi di allocazione del capitale, effetti sul design dei prodotti e effetti sui sistemi di tariffazione). L’obiettivo della giornata è stato prevalentemente quello di evidenziare che il recepimento di solvency 2 passa anche attraverso la progressiva revisione dei processi gestionali dell’impresa di assicurazione al fine di diffondere e integrare effettivamente nella gestione dell’impresa di assicurazione il “metodo economico basato sul rischio” proprio di solvency 2. 4.1 - Solvency 2 e market consistent embedded value Come noto, nell’ambito del business vita la reportistica di bilancio viene integrata con il report sull’embedded value, al fine di far emergere appieno il valore dei futuri profitti che ci si attende si originerà dal portafoglio di polizze vita esistenti alla data di valutazione. Nel tempo l’embedded value si è evoluto principalmente con l’obiettivo di standardizzare la metodologia che inizialmente era applicata in modo estremamente differenziato da parte delle imprese di assicurazione. In quest’ambito un ruolo centrale è stato svolto dal CFO Forum, espressione dei principali gruppi assicurativi europei, che hanno introdotto prima i principi dell’european embedded value (Eev, nel 2004) e successivamente i principi del market consistent embedded value (Mcev, nel 2008, poi revisionati nel 2009). La relazione di Ghilarducci ha evidenziato che, anche se il market consistent embedded value rappresenta un punto di arrivo nell’evoluzione verso una metodologia comune e © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 28 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi standardizzata, rimangono ancora spazi di discrezionalità nelle valutazioni. Inoltre su alcuni aspetti metodologici il dibattito tra gli operatori è aperto. L’approccio del market consistent embedded value è, in prima battuta, estremamente vicino all’approccio di valutazione economica basato sul fair value proprio di solvency 2. Più precisamente la differenza tra i valori delle attività e delle passività che risulterà dal bilancio di solvibilità è assimilabile a un market consistent embedded value a meno di alcune importanti differenze concettuali e tecniche su cui la relazione di Ghilarducci si sofferma. Tra le differenze concettuali si sottolinea l’ambito (il calcolo del market consistent embedded value si limita solitamente al business vita), l’origine (il market consistent embedded value è un report su base volontaria che, per quanto standardizzato, non può non mantenere elementi di disomogeneità e di discrezionalità; in solvency 2 la metodologia valutativa è molto rigida e fissata dalla direttiva e delle norme di implementazione di secondo e terzo livello) e l’obiettivo (reporting esterno per il Mcev, base per la determinazione dell’Scr per solvency 2). Tra le differenze tecniche si sottolinea la scelta dei tassi risk-free per l’attualizzazione dei flussi (tassi swap nel Mcev, obbligazioni governative in solvency 2) e la scelta dei parametri nella stima del risk margin (rigida in solvency 2, più flessibile nel Mcev). Pur con le differenze tecniche e concettuali evidenziate, il market consistent embedded value report rappresenta un esempio di ciò che sarà solvency 2 per ciò che concerne la market consistency, ovvero la necessità di calibrare attività e passività alle condizioni di mercato in vigore al momento della valutazione. In particolare, il bilancio di solvibilità mostrerà una volatilità nelle variazioni patrimoniali similare a quella del market consistent embedded value. Anzi probabilmente la volatilità del bilancio di solvibilità sarà superiore in quanto, rispetto al Mcev, vengono limitati ulteriormente i margini di discrezionalità che potevano essere utilizzati dal management per stabilizzare, almeno parzialmente, i risultati sul Mcev. In conclusione, il Mcev rappresenta un importante punto di partenza per valutare gli impatti che solvency 2 potrà avere in termini di incremento nella volatilità delle variazioni patrimoniali del bilancio di solvibilità e per impostare le strategie di mitigazione di rischio che dovranno essere implementate per limitarla. 4.2 - Solvency 2 e riassicurazione Nell’intervento di Mario Sfligiotti di Munich Re si è discusso degli effetti che solvency 2 potrà determinare in termini di domanda e di offerta di coperture riassicurative. Bisogna premettere a riguardo che la riassicurazione è, nell’ambito di solvency 2, uno strumento di mitigazione dei rischi di sottoscrizione (prevalentemente dei rischi nonvita) che può contribuire in modo sostanziale alla riduzione dei rischi dell’impresa di assicurazione e dunque ridurre i requisiti patrimoniali liberando fondi propri e riducendo in © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 29 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi ultima analisi il costo del capitale. A questo si aggiunga che dai risultati del Qis4 le imprese di assicurazioni operanti nei rami danni sono quelle che saranno maggiormente impattate negativamente dai requisiti patrimoniali di solvency 2 e che, fra le imprese danni, il modulo del rischio di sottoscrizione non-vita assorbe, al lordo degli effetti di diversificazione con gli altri moduli, circa l’80% del requisito patrimoniale di solvibilità complessivo. Non vi è dunque alcun dubbio che la domanda potenziale di riassicurazione a seguito di solvency 2 sia estremamente elevata, soprattutto da parte delle imprese operanti nei rami danni. In questo contesto bisogna però considerare che: - per poter offrire coperture in grado di ridurre i requisiti patrimoniali, anche il riassicuratore deve essere assogettato a solvency 2 o a un sistema di vigilanza prudenziale equivalente (cfr. Ceiops Advice 44/09); ne consegue che i benefici della riassicurazione in termini di minori requisiti patrimoniali sono evidenti solo se il riassicuratore è in grado di assumersi dei rischi che riesce a diversificare e che non sono diversificabili per il cedente; - per poter essere considerata come una operazione di mitigazione del rischio e dunque essere ammessa a concorrere alla riduzione dei requisiti patrimoniali, la riassicurazione deve possedere delle caratteristiche specificamente statuite dalle misure di secondo livello (cfr. Ceiops Advice 44/09) atte a garantire che il trasferimento dei rischi riassicurati sia effettivo. - la formula standard non può considerare adeguatamente le complesse strutture dei trattati di riassicurazione e in particolare di riassicurazione non proporzionale; in quest’ottica solo le imprese di assicurazione dotate di modelli interni potranno sfruttare economicamente tutte le potenzialità dei contratti di riassicurazione per mitigare il rischio e dunque per diminuire i requisiti patrimoniali di solvibilità; chi utilizzerà la formula stardard potrà avere maggiori difficiltà a sfruttare pienamente i benefici della riassicurazione e potrebbe essere costretto a limitarsi a forme di riassicurazione proporzionale, come peraltro suggerito dal Ceiops stesso. 4.3 - Solvency 2 e asset liability management Nell’ultimo intervento del competence center, Filippo Della Casa sottolinea che solvency 2 è soprattutto una opportunità per migliorare la gestione del rischio. In particolare solvency 2, fondandosi su “valutazione economica dell'intero stato patrimoniale”, permette di legare i modelli Alm di gestione del rischio del tasso di interesse direttamente al bilancio di solvibilità che, come già sottolineato in altra sede, è un documento pubblico. In particolare, tenuto conto che la struttura dei tassi di attualizzazione per la valutazione delle riserve tecniche sarà basata su tassi di interesse correnti (cfr. quanto © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 30 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi detto in precedenza sui tassi di interesse risk-free), l’applicazione dei modelli di Alm basati sui valori di mercato delle attività e delle passività e sulle corrispondenti duration risulta indispensabile, tenuto conto che ogni variazione nella struttura dei tassi correnti di mercato si rifletterà sul valore delle riserve tecniche del bilancio di solvibilità. Questo richiede di strutturare gli attivi in modo particolarmente attento. Ridurre al minimo le oscillazioni di valore derivanti dai movimenti nei tassi di interesse non significa soltanto minimizzare il requisito patrimoniale di solvibilità derivante dal rischio di tasso di interesse ma anche l’effettiva volatilità dei fondi propri nel bilancio di solvibilità, riducendo la possibilità che i fondi propri non siano sufficienti a coprire il requisito patrimoniale di solvibilità. Nella relazione si illustra che il modello di gestione del rischio di tasso di interesse utilizzato da Allianz già utilizza questo schema di riferimento per gestire il rischio di interesse che si origina dal portafoglio di polizze vita rivalutabili del gruppo. Nell’ambito di solvency 2 l’adozione di un approccio similare si impone per tutte le imprese di assicurazione e, nella sostanza, per l’intera gamma dei prodotti delle imprese di assicurazione (vita e non-vita) che sono valutati facendo riferimento al processo di attualizzazione che utilizza la struttura dei tassi di interesse risk-free correnti. Interventi Alessandro Ghilarducci (Deloitte) – Solvency 2 e Market Consistent Embedded Value Mario Sfligiotti (Munich Re Italia) – Come cambia la richiesta di riassicurazione. Filippo Della Casa (Allianz Italia) – Asset Liability Management nel contesto di solvency 2. Focus sul rischio di tasso di intereresse Documentazione di riferimento Su solvency 2 e market consistent embedded value CFO Forum, Market www.cfoforum.eu Consistent Embedded Value Principles, Ottobre 2009, CFO Forum, European embedded value principles, Maggio 2004, www.cfoforum.eu © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 31 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi Su solvency 2 e riassicurazione Level 2 Advice for L2 implementing Measures on SII: SCR – Standard formula – reinsurance mitigation. Ceiops-Doc-44-09 (cfr. anche consultation paper n. 52) © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 32 di 33 Solvency 2 Riflessi organizzativi e gestionali dei nuovi modelli di misurazione e controllo dei rischi CeTIF Università Cattolica del Sacro Cuore Largo Gemelli, 1 - 20123 Milano Tel. + 39 02 72342590 Fax. + 39 02 43980770 E-mail: [email protected] www.cetif.it © CeTIF, 2010. Tutti i diritti riservati. Pagina 33 di 33