Poesia Latina

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Poesia Latina
Marziale "Fabulla"
(traduzione di Gabriele Bonvicini).
Bella es, novimus, et puella, verum est.
Et dives, quis enim potest negare?
Sed cum te nimium, Fabulla, laudas,
nec dives, neque bella, nec puella es.
Bella sei, lo sappiamo, e ragazza, è vero,
e ricca, chi potrebbe negarlo?
Ma quando da sola, troppo, Fabulla, ti lodi,
non sei né bella, Fabulla, né ricca e né fanciulla.
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Catullo, che canta Diana:
Noi vergini fanciulle,
noi puri giovanetti
vogliamo
pregare Diana col canto.
O santa figlia di Giove
Latonia, tu sei nata
a Delo tra gli ulivi
perché tu diventassi
la regina dei monti,
delle selve virenti,
delle rupi lontane,
tu dei fiumi sonori
immortale Signora.
Te Lucina le madri
invocano nei parti,
tu sei chiamata Trivia,
tu Luna per la luce
non tua.
E misuri il cammino degli anni,
annunzi il mutamento
delle stagioni
e di buoni frutti ricolmi
le case dei villani.
E sii come tu vuoi
sempre santa nel nome;
assisti come un tempo
solevi, tu buona Dea,
questa prole di Romolo.
Testo originale:
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Dianae sumus in fide
puellae et pueri integri:
Dianam pueri integri
Puellaeque canamus.
O Latonia, maximi
magna progenies Iovis,
quam mater prope Deliam
deposivit olivam,
montium domina ut fores
silvarumque virentium
saltuumque reconditorum
amniumque sonantum.
Tu Lucina dolentibus
Iuno dicta puerperis,
tu potens Trivia er notho's
dicta lumine Luna.
Tu cursu, dea, menstruo
metiens iter annuum
rustica agricolae bonis
tecta frugibus exples.
Sis quocumque tibi placet
sancta nomine, Romulique
Antique ut solita's, bona
sospites ope gentem.
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Quest'altra Poesia, di Orazio:
Vergine che visiti le selve
dei monti, che il gemito
ascolti delle spose nel parto
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invocata tre volte
e le togli alla morte,
diva triforme;
il pino che oltre il mio tetto
si alza ti consacro:
ed io per ogni anno che passa
il sangue gli offrirò di cinghiale
che obliqui colpi medita.
Testo originale:
Montium custos nemorumque, Virgo,
quae laborantis utero puellas
ter vocata audis adimisque leto,
diva triformis,
imminens villae tua pinus esto,
quam per exactos ego laetus annos
verris oblinquom meditantis ictum
sanguine donem.
"Carmina Priapea"
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Poesie tradotte da Roberto Gagliardi
1.
Tu che stai per leggere questi scherzi sfacciati
scritti in versi disadorni
spogliati della maschera seria che è di rigore
qui a Roma.
In questo piccolo tempio non ci sono verginelle,
come la sorella di Febo, o Vesta,
o Minerva nata dalla testa del babbo:
qui c'è il rosso custode degli orti
dotato di cazzo anormale
che ostenta il basso ventre ignudo.
Dunque o abbassi la veste per coprirgli la parte,
o leggi queste cose coi medesimi occhi
con cui insisti a guardarle.
I
Carminis incompti lusus lecture procace,
conveniens Latio pone superciulium,
Non soror hoc habitat Phoebi, non Vesta sacello,
nec quae de patrio vertice nata dea est,
sed ruber hortorum custos, membrosior aequo,
qui tectum nullis vestibus inguen habet.
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Aut igitur tunicam parti praetene tegendae,
aut quibus hanc oculis aspicis, ista lege.
Note: la raccolta ha due carmi introduttivi, una sorte di silloge.
In entrambi i carni, viene messo in contrapposizione il
membro di Priapo contro la verginità delle Dee: Diana frigida
cacciatrice, Vesta austera custode del focolare, Minerva
combattente (l'Atena greca), nata da partenogenesi maschile:
Giove, dopo aver ingoiato Meti, Dea della memoria, fu colto da
malditesta; chiamò Vulcano, perchè gli aprisse il cranio e dalle
sue meningi, uscì Minerva, armata di lancia. Da notare che
l'anonimo poeta rifiuta chiaramente qualsiasi intento di poesia
seriosa (gran parte della Poesia Latina, si vedano i personaggi
come Orazio, Virgilio e Papirio)
4.
Questo è il dono di Lalage per te,
dio che l'hai sempre duro:
tavolette con disegni lascivi
ispirati dagli scritti di Elefantide.
Ti prego, vedi di farmi una grazia,
fai che queste immagini divengano realtà.
IIII
Obscaenas rigido deo tabellas
ducens ex Elephantidos libellis
dat donum Lalage rogatque temptes,
si pictas opu edat ad figuras.
Note: è il primo carme che inaugura il motivo degli ex-voto: si
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usava appendere alle pareti del tempietto o sul pene di Priapo,
tavolette con disegnini o brevi scritte, per chiedere grazie.
Lalage è nome femminile: lo troviamo anche in Orazio;
Elefantide è autrice di un trattato erotico sulle posizioni del
coito.
8.
Via, lontano, donne per bene:
è vergogna leggiate versi sconci!
Se ne fregano e vanno a dritto...
Ah, le donne per bene sono furbe,
sanno che un grosso cazzo è un bel guardare!
VIII
Matronae procul hinc abite castae:
turpe est vos legere impudica verba.
Non assis faciunt euntque recta:
nimium sapiunt videntque magnam
matronae quoque mentulam libenter.
Note: un carme che ironizza sulle libidini nascoste delle
matrone romane. Da notare però come ci sia una sorta di
incitamento e non di repressione, alla lussuria femminile.
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