1 La vita dell`uomo si svolge in un continuo stato di insoddisfazione

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1 La vita dell`uomo si svolge in un continuo stato di insoddisfazione
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ATTIVITA’ ECONOMICA
La vita dell’uomo si svolge in un continuo stato di insoddisfazione e la sua attività principale è rivolta
al tentativo di colmare tale insoddisfazione nel modo più completo possibile. Nella preistoria questi stati di
insoddisfazione - i bisogni - erano essenzialmente di tipo elementare, legati alle necessità primarie della
natura umana.
Con il trascorrere del tempo i bisogni dell'uomo si sono modificati sia dal punto di vista
quantitativo che qualitativo.
Lo psicologo A. Maslow ha elaborato una teoria in base alla quale l’uomo d oggi, nel soddisfare i
propri bisogni, segue un ordine gerarchico crescente:
 Bisogni primari – nutrizione, vestiario, abitazione.
 Bisogni di sicurezza – alla persona, al patrimonio, alla sua posizione lavorativa.
 Bisogni di socialità – sentirsi parte integrante di una collettività.
 Bisogni di affermazione – necessità di riscuotere la stima del gruppo sociale di appartenenza.
 Bisogni di auto-realizzazione – convinzione di essere riusciti a mettere a frutto le proprie capacità
personali e professionali.
Il progresso, oltre a modificare i bisogni primari, ha anche stimolato il sorgere di una nuova ampia
gamma di bisogni aventi la natura di bisogni secondari o voluttuari.
Una componente particolare dei bisogni secondari è rappresentata dai cosiddetti bisogni indotti; cioè
quei bisogni che l'uomo prova in conseguenza di uno stimolo, di un condizionamento esterno (pubblicità,
desiderio di emulazione, ecc.).
Inoltre la diversificazione dei bisogni non è uniforme in ogni parte del globo, per cui i bisogni si
differenziano anche in rapporto al grado di evoluzione sociale, economica e culturale delle varie popolazioni.
SI POSSONO FARE , A QUESTO PUNTO, ALCUNE CONCLUSIONI:
1. i bisogni sono stati di insoddisfazione avvertiti dall'uomo per la mancanza della disponibilità di
mezzi idonei a soddisfarli;
2. i bisogni, primari e secondari, riflettono strettamente le condizioni socio-economiche di una data
epoca e, nell'ambito di questa, la "cultura" di una data comunità;
3. la suddivisione dei bisogni in primari e secondari è mutevole in relazione allo spazio e al tempo;
4. la consapevolezza dell'esistenza di mezzi idonei a soddisfare stati di bisogno spinge l'uomo a
procurarsi tali mezzi.
Per la soddisfazione dei bisogni l’uomo si avvale di beni e/o servizi. Da quanto detto:
 esiste una relazione diretta tra bisogno e bene (o servizio); questa relazione nasce dalla
consapevolezza dell'esistenza di un mezzo idoneo a eliminare lo stato di insoddisfazione;
 lo stato di bisogno può essere appagato avvalendosi:
 di beni, con la caratteristica della materialità; possono essere mobili (cibo, libri, ecc.) o
immobili (appartamento, capannone, ecc.);
 di servizi, cioè prestazioni di un determinato soggetto che per professione si impegna
a offrire ad altri la propria opera; esempi di servizi: il trasporto, l'erogazione di acqua, gas
ed energia elettrica, ecc.; chi usufruisce del servizio si definisce utente;
L'idoneità del bene a soddisfare il bisogno viene definita utilità;
l'utilità del bene o del servizio può essere:
 d i r e t t a se l'immediato utilizzo del bene o del servizio appaga lo stato di bisogno; in
questo caso si hanno beni di consumo non durevoli, se si esauriscono al momento del loro
utilizzo (cibo), durevoli, se il loro utilizzo si protrae nel tempo (abitazione);
 indiretta, se l'utilizzo del bene o del servizio è strumentale per creare o accrescere
l'utilità di un altro bene o servizio (esempio la sega elettrica utilizzata dal falegname per la
realizzazione di mobili); si hanno così beni strumentali:
La quantità di beni necessari a soddisfare lo stato di bisogno si definisce fabbisogno.
Il sostenimento di una spesa, cioè di un sacrificio in termini reali o monetari, necessario per l'acquisizione di beni o
di servizi aventi utilità diretta o indiretta, è l'elemento che caratterizza e distingue il bene e il servizio economico dal
bene e dal servizio non economico.
Il sostenimento di un costo è dovuto alla limitata disponibilità del bene rispetto al bisogno da soddisfare, e quindi
all'attività svolta per rendere disponibili i beni e i servizi economici nella forma, nel luogo e nel momento richiesti da chi
deve utilizzarli per soddisfare i propri bisogni.
Quindi un bene (o un servizio) è considerato di tipo economico quando:
 è utile, cioè è in grado di soddisfare un bisogno;
 è accessibile per coloro che intendono utilizzarlo;
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 è limitato, per cui occorre sostenere un costo per ottenerne la disponibilità;
Un bene (o un servizio) è considerato di tipo non economico quando:
 pur essendo utile è accessibile,
 è illimitato rispetto al fabbisogno che deve soddisfare e la sua acquisizione non comporta, pertanto, il
sostenimento di un costo.
La limitatezza dei beni e dei servizi economici e l’ aumento della loro necessità ha portato
l'uomo a svolgere una attività definita attività economica che gli consente il soddisfacimento dei
propri bisogni attraverso:

un'attività di produzione, per ottenere la disponibilità di beni o di servizi nella
quantità, nel luogo e nel momento da lui scelti;

un ' attività di consumo per il loro successivo utilizzo.
Quanto detto in merito alla limitatezza delle risorse e all'incessante crescita delle esigenze
comportano la necessità di ottenere il massimo rendimento dai beni che si hanno a disposizio ne.
E' questo il principio del tornaconto o del minimo mezzo, dal quale è guidato 1 ' "homo
oeconomicus", secondo il quale:
“l'ottenimento delle risorse deve avvenire con il minor sacrificio possibile; il loro utilizzo deve
permettere la massima soddisfazione possibile”.
All’inizio ogni individuo provvedeva al soddisfacimento dei propri bisogni e di quelli della
propria famiglia direttamente, utilizzando ciò che la natura gli offriva. Le risorse naturali, quali i
prodotti della caccia, della pesca e i prodotti spontanei della terra, venivano reperite per lo più
in quantità sufficiente a soddisfare i bisogni immediati.
In un momento successivo, quando l'uomo cominciò a dar vita ai primi nuclei sociali
(tribù), si sviluppò un tipo di economia basato sull'utilizzo delle risorse volto alla produzione di altre
risorse e, soprattutto, sulla specializzazione del lavoro.
La specializzazione del lavoro veniva (e viene) influenzata dalle condizioni ambientali.
Così coloro che abitavano in località vicine al mare si dedicavano, prevalentemente, alla pesca,
mentre gli abitanti dei territori interni si dedicavano all'agricoltura, oppure all'allevamento.
Quindi ciascuno doveva necessariamente ricorrere ad altri per soddisfare quei bisogni che
richiedevano beni non realizzati direttamente.
Si è così passati al soddisfacimento dei bisogni in maniera indiretta e ciò ha portato allo sviluppo
di un'attività di scambio:
 in un primo momento di beni contro beni (baratto);
 successivamente, con la creazione della moneta, di beni contro moneta (compravendita).
Il continuo crescere delle comunità, il modificarsi delle abitudini e delle ideologie e l'evoluzione
del progresso scientifico e tecnologico hanno determinato trasformazioni nelle caratteristiche dei
bisogni individuali e collettivi. L'uomo ha così cominciato a "utilizzare" i fattori ambientali per
incrementare le risorse sia da utilizzare direttamente sia da utilizzare come beni strumentali per
la produzione di altri beni.
La rivoluzione agraria e, soprattutto quella industriale hanno determinato un vero e proprio "boom"
dell'attività produttiva e i beni sono stati prodotti, in molti casi, in quantità superiore rispetto al
fabbisogno. La riduzione delle distanze grazie ai moderni mezzi di trasporto.
Tutto ciò ha contribuito a incrementare gli scambi non solo all'interno di un singolo paese o Stato, ma
anche tra paesi e Stati diversi.
Si sono quindi create le condizioni per un aumento del benessere sociale.
Il benessere e il miglioramento delle condizioni di vita hanno creato i presupposti affinché la ricchezza
prodotta non fosse totalmente consumata, da ciò il fenomeno del risparmio oltre alle diverse forme di
investimento del risparmio stesso.
L'attività manifatturiera, pur favorendo il passaggio da attività legate all'utilizzo delle risorse naturali alla
loro trasformazione, può determinare lo "sfruttamento" incessante e molto spesso irrazionale
dell'ambiente. La "fuga" dell'uomo dalle campagne, il continuo progresso, il sorgere di problemi ecologici
legati allo sfruttamento dell'ambiente e all'utilizzo di nuove energie, e il diverso modo di svolgere attività
economica nelle società più evolute, hanno determinato bisogno di infrastrutture e di regolamentazione
sia sul piano giuridico sia su quello politico-economico dell'attività stessa.
I fattori ambientali che influenzano l'attività economica sono strettamente collegati a:
1. fattori naturali, caratteristiche climatiche, morfologiche, ecc.;
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2. fattori socio-culturali, vale a dire alla struttura sociale e al tipo e al livello culturale dei soggetti
che compongono i nuclei sociali;
3. fattori giuridici, vale a dire ai diritti e ai doveri previsti dall'ordinamento giuridico;
4. fattori politico-economici, vale a dire al tipo di ordinamento del sistema politico e del sistema
economico.
L'attività di produzione può svolgersi attraverso un processo produttivo che tende:
1. utilizzare le risorse presenti nell'ambiente naturale; si parla di attività del settore
primario (attività agricole, attività della pesca, attività forestali, quelle estrattive, ecc.); le
attività del settore primario utilizzano le risorse naturali senza far subire loro processi di
trasformazione;
2. trasformazione delle risorse naturali per adeguarle alle esigenze del consumatore; si parla
di attività del settore secondario; tutte quelle attività che sono volte alla
trasformazione fisico-chimica delle risorse naturali per ottenere beni di consumo oppure
beni strumentali; questa attività, sviluppatasi soprattutto con l'avvento della rivoluzione
industriale (seconda metà del Settecento), viene svolta nel settore manifatturiero (tessile,
chimico, alimentare, ecc.) nonché nei settori edili, navali, ecc.;
3. offerta di servizi pubblici e/o privati sia ai consumatori finali sia a coloro che sono impegnati in
attività di tipo produttivo; in questo caso si parla di attività del settore terziario; essa
comprende le attività di commercializzazione, le attività bancarie, le attività assicurative, ecc.
4. l’ attività del settore "terziario avanzato" o del settore "quaternario". Questa attività
riguarda la prestazione di servizi a elevato contenuto tecnologico o professionale; servizi questi
che richiedono personale altamente specializzato. Esempi di tale tipo di attività sono: l'attività
delle software-house, l'attività di consulenza, servizi radio-televisivi, ecc.
Un esame della realtà circostante mostra come i vari settori dell'attività economica non abbiano
avuto uno sviluppo omogeneo nel tempo e nello spazio e come le attività dei diversi settori siano
tra loro interdipendenti.
I tipi di produzione sono:
 la produzione diretta o produzione tecnica, attraverso lo sfruttamento e adattamento delle risorse, cioè
un processo di trasformazione fisico-chimica, per renderle idonee al soddisfacimento dei bisogni;
 la produzione indiretta che si attua:
 attraverso il trasferimento delle risorse nello spazio e nel tempo; ciò al fine di rendere i
beni disponibili al soddisfacimento dei bisogni nel luogo e nel momento ritenuto più idoneo
per il consumatore (produzione economica);
 attraverso la prestazione di servizi pubblici o privati idonei a soddisfare le esigenze dei
consumatori.
Quindi la creazione o l'accrescimento dell'utilità di un bene è strettamente collegata alla quantità e alla
qualità delle risorse utilizzate nella fase produttiva. La produzione quindi è il risultato della
combinazione dei fattori della produzione, cioè del processo produttivo.
I fattori della produzione si possono raggruppare in:
> i fattori di re tti , quali:
I. le risorse naturali;
II. il lavoro umano;
III. il capitale investito;
> i fattori i ndi retti , quali le infrastrutture e i servizi prodotti dallo Stato, cioè dalla Pubblica
Amministrazione.
E’ importante notare che il capitale non è costituito solo ed esclusivamente da quantità
monetarie.
Infatti il capitale è il complesso dei beni economici, materiali e immateriali, che sono a
disposizione di coloro che svolgono un 'attività di tipo produttivo.
Rientrano, quindi, nel capitale fattori produttivi come gli impianti, le scorte, le opere dell'ingegno,
il know-how (cioè l'insieme delle conoscenze acquisite, attraverso studi e ricerche, soprattutto in
relazione alle tecniche di produzione), ecc., beni quindi con caratteristiche anche molto diverse tra loro.
Recentemente un altro fattore ha assunto notevole importanza col processo di industrializzazione
delle attività produttive: l'organizzazione.
L'organizzazione assume la funzione di fattore di coordinamento di tutti gli altri, in
particolare di quelli diretti.
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Da quanto detto fin’ora si può desumere che il valore del bene prodotto dipende dal valore
dei fattori della produzione utilizzati.
Uno stesso bene può essere ottenuto mediante processi produttivi differenti, che
possono comportare uno "spreco" o un "risparmio" nella quantità dei fattori della produzione
impiegati, e quindi anche del capitale investito.
L'evoluzione dell'attività economica ha determinato la specializzazione produttiva dei singoli
individui o di gruppi.
Com'è facile intuire, ciascuno deve ricorrere ad altri per soddisfare quei bisogni che non è in
grado di soddisfare da solo, direttamente. Questo è possibile solo attraverso lo scambio di beni.
Lo scambio è una fase dell'attività economica che si manifesta tutte le volte che colui che
produce un determinato bene o servizio è persona diversa da colui che utilizza il bene o il servizio.
La forma di scambio più antica è sicuramente il baratto, cioè la cessione di beni, di natura
diversa, che due soggetti reciprocamente si scambiano. Presupposto del baratto è la diversa utilità che
ciascun soggetto attribuisce al bene dell’altro.
Il baratto, tuttavia presenta delle limitazioni, infatti è attuabile quanto:
1. il numero dei beni da scambiare è limitato;
2. gli scambi sono solo occasionali;
3. non ci sono ostacoli all’incontro tra soggetti che devono attuare lo scambio;
4. è semplice la valutazione dei beni oggetto di scambio.
Quando tali presupposti vengono meno occorre la presenza di un bene che svolga la funzione di
“misuratore” unico del valore e “intermediario” nello scambio. In altre parole deve essere un bene che
permetta di determinare un prezzo, cioè il rapporto tra le quantità di beni oggetto dello scambio.
La moneta è il bene comunemente accettato come unità di misura del valore di un bene, mezzo
di scambio e di pagamento.
L’introduzione della moneta ha trasformato lo scambio del baratto in compravendita.
La compravendita è l’atto con il quale si cede un bene o servizio dietro il corrispettivo di un
prezzo, cioè la quantità di moneta ceduta in cambio del bene o del servizio acquisito.
Il luogo in cui avvengono le compravendite è detto mercato, da non ricondurre necessariamente
a luogo fisico.
Il mercato è da intendersi come l’insieme delle contrattazioni di beni, cioè dove si incontrano
domanda e offerta di beni.
Fase successiva allo scambio è il consumo, cioè l’utilizzo del bene acquisito, la “distruzione”
parziale o totale dello stesso per:
 il soddisfacimento del bisogno (consumo diretto);
 trasferimento dell’utilità del bene o del servizio ad un altro bene o servizio (consumo
indiretto).
La parte di beni acquisiti ma non consumati viene chiamata risparmio.
In particolare il termine risparmio viene utilizzato per indicare la parte di reddito percepito e non
speso (risparmio monetario) che può essere destinato:
 all’ investimento – utilizzo produttivo del risparmio al fine di incrementare l’attività
produttiva;
 al consumo successivo – quello che avviene nelle famiglie dove il risparmio è finalizzato
all’acquisto successivo di beni più o meno importanti.
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