EMC aiuta le aziende a vincere le sfide

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EMC aiuta le aziende a vincere le sfide
White
paper
EMC colma le lacune
della protezione dati
Di David A. Chapa
Gennaio 2011
Il presente white paper di ESG è stato commissionato da EMC
ed è distribuito sotto licenza di ESG.
© 2011, Enterprise Strategy Group, Inc. Tutti i diritti riservati.
White paper: EMC colma le lacune della protezione dati
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Sommario
Crescita ed espansione ........................................................................................................................... 3
L’inarrestabile (e famigerata) crescita dei dati ................................................................................................... 3
EMC aiuta le aziende a vincere le sfide .................................................................................................. 6
Aggiornamento della piattaforma Data Domain ................................................................................................ 6
Data Domain Archiver ........................................................................................................................................ 7
Una verità più ampia .............................................................................................................................. 8
Tutti i marchi utilizzati appartengono ai rispettivi proprietari. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione provengono da fonti che
Enterprise Strategy Group (ESG) considera affidabili, ma che non garantisce. Essa può contenere opinioni espresse da ESG, soggette a
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Crescita ed espansione
L’inarrestabile (e famigerata) crescita dei dati
Non è necessario guardare lontano nel settore dello storage per trovare un articolo, un messaggio blog o un
white paper dedicato alla continua crescita dei dati e al suo impatto sulla capacità delle aziende di proteggere e
conservare i dati in modo efficiente. La ricerca di ESG fa eco a questi sentimenti: il 58% dei soggetti intervistati
per un recente sondaggio stima la crescita annua dei dati compresa tra l’11% e il 30% all’anno, mentre il 28%
parla di una crescita annua dei dati superiore al 30% all’anno. 1
Figura 1. Tassi di crescita annua dei dati
Quale percentuale ritieni che rispecchi la crescita annuale del volume totale dei tuoi dati?
(Percentuale di intervistati, N=510)
40%
35%
35%
30%
23%
25%
20%
15%
14%
9%
10%
7%
5%
5%
3%
1%
1%
2%
71%80%
81%90%
91%100%
0%
1%-10%
11%20%
21%30%
31%40%
41%50%
51%60%
61%70%
0%
1%
Più del
100%
Non so
Fonte: Enterprise Strategy Group, 2010.
Per guardare la situazione in prospettiva, il 36% dei soggetti interpellati gestisce nei propri data center un
volume di dati compreso tra 11 e 100 TB, pertanto un tasso di crescita media annua del 20% per un cliente che
gestisce 20 TB di dati significa aggiungere ben 4 TB di dati in un solo anno. Proiettando tale stima su cinque anni,
entro il quarto anno il cliente avrà più che raddoppiato i dati da gestire; il quinto anno, il volume sarà pari a
quasi 50 TB: una crescita che non ricorda in tutto e per tutto il cosiddetto andamento “a bastone da hockey” ma
ci va molto vicino. La Figura 2 è un semplice grafico che rappresenta visivamente 20 TB di storage con tassi di
crescita annua del 20, 30 e 40%.
Figura 2. Proiezione esemplificativa di crescita dei dati
120
100
TB
80
Crescita del
20%
Crescita del
30%
Crescita del
40%
60
40
20
0
0
1
2
3
Anni
4
5
6
Fonte: Enterprise Strategy Group, 2011.
1
Fonte: Report di ricerca ESG, 2010 Data Protection Trends, aprile 2010. Dove non diversamente specificato, tutti i dati statistici sono
estratti da questo report.
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A qualcuno 2 TB di dati potrebbero non sembrare così tanti, ma per un’azienda che deve gestirli, proteggerli e
conservarli, certamente diventano un problema molto serio. Guarda caso, il 31% degli intervistati dello stesso
sondaggio gestisce più di 100 TB.
Figura 3. Volume totale dei dati archiviati su server e sistemi di storage aziendali
Qual è approssimativamente il volume totale dei dati di prima mano della tua impresa
archiviati su server e sistemi di storage aziendali? (Percentuale di intervistati)
Categoria mid-market (100-999 dipendenti, N=199)
60%
Categoria enterprise (1.000 o più dipendenti, N=258)
Totale (N=457)
54%
49%
50%
38%
40%
32%
36%
36%
31%
30%
20%
16%
9%
10%
0%
10 TB o meno
Da 11 TB a 100 TB
Più di 100 TB
Fonte: Enterprise Strategy Group, 2010.
Le configurazioni di backup che prima completavano i processi entro le finestre previste ora hanno grosse
difficoltà a soddisfare le aspettative. Perfino con 10 GbE, le velocità raggiungibili sono solo di circa un gigabyte al
secondo che, con un modesto volume di 20 TB, in assenza di inconvenienti, potrebbero implicare una durata
complessiva del processo pari a sei ore. Con un tasso di crescita del 20%, tuttavia, entro il quinto anno il
processo di backup arriverà a durare oltre 12 ore, salendo a quasi 23 ore se la crescita è del 30% e ad oltre 32
ore se è del 40%. Non è più pensabile che l’IT possa concentrarsi unicamente sulle “caratteristiche tecniche” di
ieri. Chiaramente, questa è una discussione che riguarda la velocità E l’efficienza che è possibile stabilire
all’interno dell’ecosistema di backup.
La crescita dei dati si accompagna alla necessità e/o al desiderio di conservare i dati più a lungo per soddisfare
vari requisiti quali archiviazione e conservazione a lungo termine, conservazione ai fini legali, governance
interna e conformità normativa o semplicemente per costituire una più ampia gamma di opzioni di ripristino
conservando i backup su disco per periodi più lunghi. Le tecnologie di backup basate su disco che comprendono
funzionalità di deduplicazione hanno alleggerito le difficoltà incontrate da alcune aziende trovatesi a dover
reagire alle suddette sfide. Grazie a soluzioni di backup basate su disco con capacità ottimizzata, infatti, ora un
maggior numero di clienti conserva i backup su disco per periodi più lunghi prima che questi diventino obsoleti
o i dati vengano spostati su un supporto rimovibile. Un buon 27% di essi conserva i backup su disco per un
periodo compreso tra uno e sei mesi e un altro 20% li conserva per più di 12 mesi.
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Figura 4. Periodo di tempo in cui le imprese conservano i dati di backup su disco prima che diventino obsoleti o
vengano spostati su nastro per la conservazione a lungo termine
Solitamente, per quanto tempo la tua impresa conserva i dati di backup su sistemi
di storage basati su disco prima che i dati diventino obsoleti o vengano spostati su
nastro per la conservazione a lungo termine? (Percentuale di intervistati, N=275)
Meno di 1
Non so, 1%
settimana, 8%
Più di 12 mesi, 20%
1-3 settimane, 24%
7-12 mesi, 7%
4-6 mesi, 14%
1-3 mesi, 27%
Fonte: Enterprise Strategy Group, 2010.
Non c’è da meravigliarsi che backup, ripristino e archiviazione continuino ad essere in cima ai pensieri delle
aziende, anno dopo anno. Tenere il passo con queste tendenze di crescita può essere difficile, visti i requisiti
previsti e le capacità delle soluzioni. La storia delle sfide che i clienti devono fronteggiare si fa ancora più cupa
quando si considera il mercato dell’archiviazione digitale. Le previsioni di ESG per questo mercato stimano che
la capacità di archiviazione totale mondiale nei settori commerciale e della pubblica amministrazione passerà
dai 33.217 petabyte (PB) del 2010 a 302.995 PB nel 2015: un tasso di crescita annuo composto del 56%.
Certamente, per molti “archiviare” può avere svariati significati, ma è sufficiente dire che l’archiviazione è l’atto
o il processo con cui si conservano dati o serie di dati nella forma in cui questi si presentano in un determinato
momento del tempo. In alcuni casi, il processo comprende la rimozione di tali dati o serie di dati dall’area dello
storage primario dopo l’archiviazione. Benché esistano applicazioni software appositamente studiate per
archiviare specifici tipi di dati, molti utenti potrebbero voler sfruttare le applicazioni di backup già in loro
possesso per archiviare alcuni dati per un certo periodo di tempo. Se qualcuno potrebbe obiettare che questa
non è vera archiviazione, c’è da riconoscere che essa ha la sua utilità per un’azienda con limiti di budget
costretta a confrontarsi con la sfida immediata della conservazione dei dati a lungo termine. Questo approccio
potrà non supportare necessariamente l’immutabilità dei dati nell’“archivio”, ma permette al cliente di gestirli,
cosa che prima non necessariamente veniva fatta.
Fatta eccezione per le previsioni sul mercato digitale, queste informazioni non sono nuovissime: da 10 anni e
più la ricerca mostra che i dati continuano a crescere. Indipendentemente dal superlativo usato per descrivere
l’intensificarsi della crescita, il dato di fatto è che le sfide con cui le aziende si confrontano vengono
sistematicamente inasprite da questo fenomeno anno dopo anno. Le aziende dovrebbero chiedere cosa stanno
facendo i vendor non solo per attenuare ma anche per risolvere alcuni dei problemi associati a questa tendenza
sempre presente.
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EMC aiuta le aziende a vincere le sfide
Poco dopo aver acquisito Data Domain, EMC ha costituito la nuova divisione EMC Backup Recovery Systems
(BRS). Molti hanno interpretato l’introduzione di questa nuova divisione come sintomo di forte interesse da
parte di EMC per la protezione dei dati e per il modo in cui la società si relaziona ai clienti per mezzo del proprio
portafoglio di prodotti. Il portafoglio delle soluzioni EMC per il backup e il ripristino includono:
•
Data Domain
•
Avamar
•
NetWorker
•
Disk Library
•
Data Protection Advisor
EMC è riuscita a rafforzare il suo messaggio presso i clienti potenzialmente interessati a ripensare le proprie
strategie esistenti di backup e ripristino. In un arco di tempo relativamente breve, EMC ha portato a termine
l’acquisizione di Data Domain e ha mantenuto le promesse di maggior integrazione tra i prodotti, prima tra tutte,
ad esempio, quella tra Data Domain e NetWorker, seguita poco dopo dai più recenti annunci diramati da EMC:
•
Aggiornamento della piattaforma Data Domain
•
Data Domain Archiver per la conservazione a lungo termine
Gli annunci di EMC sono coerenti con la vision presentata in occasione dell’EMC World 2009: continuare ad
unificare e migliorare i prodotti del proprio portafoglio favorendo l’integrazione tra le soluzioni, creare maggior
valore per i clienti e aiutarli a raggiungere i loro obiettivi di protezione dati.
Aggiornamento della piattaforma Data Domain
EMC reclamizza i prodotti Data Domain come i sistemi di storage con funzionalità di deduplicazione più veloci
del settore. Sebbene oggi la partita non si giochi solo sul piano delle “caratteristiche tecniche”, è importante
sapere che la soluzione progettata per archiviare i propri processi di backup non sarà un collo di bottiglia in
termini di prestazioni. Maggiore è la velocità di acquisizione dei dati, maggiore è la velocità con cui è possibile
proteggerli e chiudere la finestra di backup.
Fin dalla sua introduzione nel 2004, l’architettura SISL (Stream-Informed Segment Layout) di Data Domain
rappresenta il cuore delle prestazioni di scalabilità lineare e, con l’aggiunta del processore Nehalem nel nuovo
Data Domain DD860 e del processore Westmere nel nuovo Data Domain DD890, EMC dichiara che le prestazioni
sono salite, rispettivamente, a 9,8 TB/h e 14,7 TB/h.
Per il nuovo Data Domain Global Deduplication Array, EMC annuncia che con il doppio controller DD890 le
prestazioni arriveranno fino a 26,3 TB/h, con scalabilità fino a 28,5 PB di capacità logica. EMC ha annunciato
anche l’introduzione del supporto VTL per Global Deduplication Array, che facilita l’integrazione con tutte le
principali applicazioni di backup. In molti casi, i fattori decisivi che hanno trattenuto tante aziende di maggiori
dimensioni dall’adottare tali soluzioni sono stati prestazioni e scalabilità. Ora, le grosse imprese che in
precedenza si erano dimostrate titubanti circa l’utilizzo di soluzioni basate su disco per sostituire le proprie
operazioni fortemente incentrate sul nastro possono beneficiare del nuovo GDA con VTL per eliminare o ridurre
drasticamente la propria dipendenza da tale supporto.
Oltre a ciò, numerose imprese di medie dimensioni si affidano a sistemi operativi IBM i e da tempo sono alla
ricerca di un modo migliore per proteggere tali sistemi. EMC ora offre il supporto Data Domain VTL per
piattaforme IBM i. Il supporto dei dispositivi Data Domain spazia dal DD610 al DD890, offrendo una vasta
gamma di opzioni a seconda dei requisiti di prestazione, delle esigenze di conservazione e degli obiettivi di
protezione dei dati. I sistemi Data Domain possono comunque essere condivisi con altre applicazioni per la
protezione consolidata di open system e ambienti IBM i, fattore che attenua la necessità di ricorrere a più
soluzioni differenti e riduce l’investimento richiesto.
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Nessuna azienda vuole che le soluzioni progettate per proteggere i propri dati diventino un collo di bottiglia. Nel
recente aggiornamento, la scalabilità delle prestazioni implica che le aziende possono eliminare qualsiasi
ricordo di colli di bottiglia prestazionali nel proprio ambiente di backup introducendo uno dei dispositivi Data
Domain. Ora, infatti, possono focalizzare l’attenzione sull’ottimizzazione delle prestazioni, indipendentemente
dal fatto che ciò significhi aggiungere più server di backup per aumentare il throughput aggregato oppure
aggiornare e ritoccare gli ambienti di rete esistenti per ottenere le migliori prestazioni possibile dai server
esistenti e dai dispositivi Data Domain.
Tabella 1. Prestazioni e capacità EMC Data Domain
Velocità
(DD Boost)
Velocità
(nativa)
Capacità
utilizzabile
Capacità
logica
DD140
DD610
DD630
DD670
DD860
DD890
GDA
490 GB/h
1,3 TB/h
2,1 TB/h
5,4 TB/h
9,8 TB/h
14,7 TB/h
26,3 TB/h
450 GB/h
675 GB/h
1,1 TB/h
3,6 TB/h
5,1 TB/h
8,1 TB/h
10,7 TB/h
0,86 TB
Fino a 3,98 TB
Fino a 8,4 TB
Fino a 55,9 TB
Fino a 142 TB
Fino a 285 TB
Fino a 570 TB
9-43 TB
40-195 TB
80-420 TB
0,6-2,7 PB
1,4-71 PB
2,9-14,2 PB
5,7-28,5 PB
Fonte: Enterprise Strategy Group, 2011.
Con questo aggiornamento, EMC dichiara che i sistemi Data Domain sono la soluzione di deduplicazione in linea
più veloce attualmente sul mercato, offrendo ai clienti la flessibilità di poter espandere lo storage e restando al
passo con i requisiti delle prestazioni di rete.
Data Domain Archiver
EMC ha introdotto Data Domain Archiver, una soluzione bridge per le aziende che operano con periodi di
conservazione dati più lunghi e che vogliono evitare il trasferimento dei dati su nastro. Come discusso in
precedenza, oggi le aziende conservano i dati più a lungo sullo storage secondario per diverse ragioni; DD
Archiver è la risposta di EMC a questa tendenza.
L’architettura di DD Archiver è familiare, in quanto utilizza un controller Data Domain DD860 standard, ma
ottimizza i costi per la conservazione a lungo termine ed è in grado di scalare fino ad una capacità logica di 28,5
PB mantenendo al contempo le caratteristiche prestazionali del DD860 con una velocità di acquisizione massima
di 9,8 TB/h. La soluzione offre l’opportunità di creare policy per lo spostamento dei dati obsoleti da un “tier
attivo” ad un “tier di archiviazione” dello storage gestito dal controller DD Archiver. Ad esempio, i dati presenti
nel tier attivo possono rimanerci per 90 giorni; il 91° giorno, i dati vengono spostati su un’unità del tier di
archiviazione. Una volta che l’unità è piena, viene resa “stagna” per l’isolamento dei guasti ma resta online per
eventuali operazioni di recupero, mentre per i dati obsoleti viene utilizzata una nuova unità di archiviazione. I
tier sono unità di storage logico indipendenti gestite dal singolo controller e namespace Data Domain; l’utilizzo
di DD Archiver, pertanto, permette di abbassare il costo per GB a circa 10-50 centesimi.
Questa soluzione va a colmare una lacuna nell’ambito della conservazione a più lungo termine che solitamente
oggi viene arginata con soluzioni a nastro o con più costose soluzioni di backup su disco. Volendo optare per un
modello interessante e conveniente che sfrutta la tecnologia già vista nei sistemi Data Domain, un’azienda
potrebbe eventualmente implementare la funzione di replica per il disaster recovery o il software Data Domain
Retention Lock per il blocco dei file al fine di soddisfare le policy di conformità e governance IT. EMC continua a
guardare al futuro di questo prodotto, proponendo, ad esempio, l’introduzione dello spin-down dei dischi e
tecniche di riduzione dei dati più incisive.
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Una verità più ampia
Questo è un annuncio importante per EMC: esso dimostra che la società sta compiendo enormi progressi con il
proprio portafoglio di prodotti per il backup e il ripristino. Le aziende si trovano ad affrontare sfide sempre più
dure, a cui si aggiungono le problematiche di gestione della crescita dei dati, e sono chiaramente alla ricerca di
un modo migliore non solo per proteggere i propri dati ma anche per gestirli senza andare incontro ad
interruzioni o perdite di dati nel corso del processo. Molte soluzioni si sono dimostrate utili per le aziende e ne
hanno adeguatamente soddisfatto le esigenze ma l’alba di una nuova era è all’orizzonte e le soluzioni un tempo
efficaci a colmare la lacuna ora non sono più sufficienti. Numerose aziende vorrebbero riprogettare le proprie
architetture di protezione dei dati se ne avessero l’opportunità; questo significa considerare come vengono
utilizzate tutte le soluzioni, compresi disco e nastro, e come esse potrebbero contribuire al successo di una
nuova strategia di protezione dei dati.
Il tempo di ripristino non è più solo un punto elenco in una diapositiva: ora rappresenta una parte vera e propria
dei Service Level Agreement (SLA) cui le aziende devono aderire per supportare le proprie esigenze di impresa.
La buona notizia per coloro che continuano a valutare l’uso sia del disco che del nastro nel proprio ambiente di
backup/ripristino/archiviazione è che EMC è pronta ad assisterli nella transizione. Tenendo fede alla propria
missione, EMC sta colmando le lacune del proprio portafoglio attraverso acquisizioni intelligenti e ancor più
intelligenti integrazioni che danno una risposta alle esigenze dei clienti. Le fondamenta dei sistemi EMC di
backup e ripristino sono state poste e, in base a ciò che EMC ha dimostrato finora, l’edificio sembra essere
molto solido.
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