Breve storia di Wang Xiang Zhai - Tui

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Breve storia di Wang Xiang Zhai - Tui
Breve storia di Wang Xiang Zhai
Tratto da una Nota del Libro “L’Arte e la Scienza del Qi Gong” di Kenneth S. Cohen, Erga Edizioni.
Wang non aveva neppure un nome per il suo stile.
È difficile classificare i suoi insegnamenti, visto che includevano la Meditazione in Piedi ed altri esercizi di
qigong, arti marziali, e cercavano di portare all’illuminazione spirituale. Wang non voleva identificare i suoi
insegnamenti con una scuola particolare, neppure con la discendenza dei suoi maestri.
Non stava insegnando un pai (ramo o divisione), piuttosto un "principio che può essere applicato alla vita
di tutti i giorni". Pu proprio questa sua apertura mentale a permettere a molti allievi di altre scuole di
seguire i suoi insegnamenti: seguire un’istruzione che non ha nomi, né una discendenza particolare,
significava avere meno paura di tradire una famiglia, una scuola o il proprio maestro.
Nel 1937, l’editore di un giornale di Pechino vide una lezione di Wang e scrisse:
"Wang ha avuto un grande successo (da cheng) nel riassumere il meglio delle arti marziali cinesi".
Fu cosi che al suo stile venne dato il nome di Da Cheng Quan, o "Boxe del Grande Successo".
Wang, pero, non poteva accettare un nome cosi altisonante e quindi prese l’iniziativa personalmente,
ribattezzandola Yi Quan, o "Boxe della Volontà": voleva sottolineare l’importanza della determinazione e
della consapevolezza.
"Se usate correttamente la vostra mente,
state usando la vera energia. La consapevolezza è la forza.
Questa forza non dipende dall’apparenza esteriore o dalla quantità di muscoli.
Oggigiorno, i praticanti di arti marziali fanno sfoggio dei loro muscoli
e pensano che siano segno delle loro capacita atletiche.
Non capiscono che lo sviluppo abnorme dei muscoli e in verità inutile, ed anzi e
un ostacolo alla buona salute".
Come arrivò Wang a sviluppare un’arte cosi insolita, che spesso andava contro le abitudini e la filosofia del
suo tempo? Wang, da bambino, era spesso malato e soffriva di forti attacchi d’asma. A otto anni, comincio
ad allenarsi con il maestro supremo di Xing Yi Quan, Kuo Yun Shen, dapprima solo per migliorare in salute,
in seguito per sviluppare gli aspetti marziali dell’arte.
Lo Xing Yi Quan e un’arte marziale interna e, come il Taiii Quan, può essere praticata come forma di qigong
e/o per autodifesa (Xing Yi Quan significa "Boxe della Forma e della Mente", sottintendendo un equilibrio
tra il corpo e la mente, tra ciò che ha forma e ciò che ne e privo. Wang era preoccupato dall’insistenza con
cui i moderni praticanti di arti marziali prediligessero la forma, dimenticando lo spirito, e per questo tolse
la parola Xing, "forma": la sua arte prese quindi il nome di Yi Quan).
Nel 1907, Wang comincio a viaggiare in tutta la Cina per imparare le specialità di altri maestri ed affinare le
sue abilita. Nel 1913 Wang fu nominato preside dell'Accademia di Pechino delle Arti Marziali per l’esercito
Cinese. Ciò diede a Wang la possibilità di incontrare i grandi maestri di qigong e di arti marziali di Pechino,
molti dei quali insegnarono nella stessa accademia, al tempo della sua carica. Nel 1918, Wang viaggio
attraverso le province di Henan, Hunan e Hubei.
Uno degli eventi più significativi di quegli anni fu una tappa nel famoso tempio di Shaolin sul monte Song,
nella provincia di Henan. Laggiù Wang strinse una forte amicizia con un monaco di nome Heng-lin, che gli
insegnò un’altra versione dello Xing Yi ed altre tecniche di qigong.
Quindi Wang si sposto a Fujian e poi a nord, a Tianjin, vicino a Pechino, dove comincio ad insegnare
pubblicamente. Entro pochi anni, Wang affermo la sua reputazione di uomo di grande carattere e di
esperto di arti marziali. l suoi allievi costantemente vincevano o facevano ottimi piazzamenti nei tornei di
tipo "full contact".
Insegnava la Meditazione in Piedi e le arti marziali nei parchi; grazie ai suoi insegnamenti, molti dei suoi
allievi riuscirono a migliorare le loro condizioni di salute (come aveva fatto Wang stesso, guarendo
dall’asma) e a sviluppare la consapevolezza, la stabilità e la forza necessarie per diventare degli abili
praticanti di arti marziali.
Naturalmente, coloro che volevano perfezionarsi nelle arti marziali dovevano applicare il loro qigong a
piena velocità, in allenamento, assieme ad un partner. Non c’erano pero delle "forme", dei "Kata", nessuna
sequenza predeterminata che lo studente doveva memorizzare. Il successo di Wang sorprese la comunità
delle arti marziali, che non riusciva a capire la connessione tra il qigong del Palo Immobile e l’autodifesa.
Una volta ci fu una dimostrazione di arti marziali a Pechino, in cui furono invitati tutti i maggiori esperti del
periodo per mostrare le loro capacita. Wang rimaneva tra il pubblico ed osservava. La dimostrazione era
finita ed il pubblico era gia andato via, ma Wang si tratteneva a parlare con degli amici. I partecipanti della
dimostrazione videro il grande maestro dello Xing Yi, e gli chiesero se potesse fare una dimostrazione
privata; Wang dapprima rifiuto, ma loro insistettero e lui sali sul palco. Prese una posizione comoda, e lì
rimase, rimase, rimase... Gli altri non riuscivano a capire. Wang si scuso, dicendo:
"Voi, onorevoli maestri, siete incredibili,
per come riuscite a ricordarvi tutti quei movimenti complicati.
Io ho soltanto questo semplice esercizio".
Wang non amava la competitività, e non cerco mai di dimostrare che il suo stile era migliore o più
ortodosso degli altri. E a differenza di molti maestri del suo tempo, evitava che gli allievi si legassero troppo
a lui. Uno dei suoi studenti una volta insistette per ricevere una ”iniziazione segreta": lui rise.
"Credi che l’allenamento sia un regalo di Capodanno, che possa metterti in tasca?
Esegui correttamente le tecniche.
Non c’e bisogno di nessuna cerimonia speciale"
(questa storia mi fu raccontata da uno dei pochi allievi diretti di Wang ancora in vita, Tang Ru-Kun.
Il suo Yi Quan Qian Shi *L’Essenza dello Yi Quan+rimane il miglior libro sull’argomento *Hong Kong: Tian Di
Tu Shu Co., Ltd., 1986]). Wang voleva abolire il tradizionale rapporto discepolo-maestro; riteneva che tale
sistema scoraggiasse gli allievi a fare domande, in quanto sembrava più importante rispettare l’autorità del
maestro che cercare la verità.
Le citazioni di Wang Xiang-zhai provengono dal suo Xi Quan Shu Yao (Guida all’Allenamento nelle Arti
Marziali). Potete trovare il testo completo nel libro Yi Quan di Yao Zong-shun (Hong Kong: Tian Di Tu Shu
Co., Ltd., 1986).