Ben-Essere e Ben-Insegnare

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Ben-Essere e Ben-Insegnare
Ben-Essere e Ben-Insegnare: quando la salute
dell’insegnante incide sulla qualità della relazione
educativa. Una ricerca sul burn-out degli
insegnanti delle scuole di Olbia
Maria Carmen Ghiani*, Giulia Galimberti**
Premessa teorica
Gli studi della Maslach (1986) definiscono il burn-out come una Sindrome risultante dalla combinazione di i tre elementi principali:
• uno stato di affaticamento fisico ed emotivo (emotional exaustion and fatigue)
• un atteggiamento distaccato, apatico e disinteressato nei confronti di studenti, colleghi (depersonalisation and cynical attitude)
• un sentimento di frustrazione relativamente alla mancata realizzazione delle proprie aspettative ( lack of personal accomplishment.
Successivamente Cherniss (1988) ha descritto la Sindrome come una ritirata psicologica dal proprio lavoro, suddividendola in tre fasi
principali:
1) stress lavorativo, quindi lo squilibrio fra risorse disponibili e richieste
2) esaurimento, come risposta emotiva a questo squilibrio
3) conclusione difensiva, con distacco emotivo, ritiro, cinismo, che a loro volta si traducono in una forma di dissociazione in un
ambiente dove l’alta componente relazionale e imprescindibile.
Più recentemente Folgheraiter (1994) ha descritto una quarta caratteristica tipica del fenomeno, rappresentata dalla perdita della
capacita del controllo (smarrimento cioè di quel senso critico che consente di attribuire all’esperienza lavorativa la giusta
dimensione): la professione finisce per assumere un’importanza smisurata nell’ambito della vita di relazione e l’individuo non riesce
a “staccare” mentalmente tendendo a lasciarsi andare anche a reazioni emotive, impulsive e violente.
La vulnerabilità degli insegnanti al burn-out e insomma stata oggetto di attenzione da parte di molti autori già dagli anni ‘80. Essa
viene spiegata dalla peculiarità di una professione che si esplica nell’ambito di una relazione a forte valenza emotiva,
sotto la spinta di motivazioni ideali (trasmettere cultura, fornire modelli educativi ai giovani, contribuire alla loro crescita formativa e
personale, ecc.) spesso messe a dura prova, per lo meno nella scuola italiana, dalla perdita del prestigio sociale inerente il proprio
ruolo, nonchè da una sempre maggiore complessità di quella multidimensionalità che caratterizza la professione dell’insegnamento (
rapporto con studenti, famiglie, conflittualità tra colleghi). A ciò va aggiunto il continuo susseguirsi di riforme e l’aumento delle
condizioni di precariato lavorativo.
E noto che il burn-out in ambito scolastico, anche quando si palesi con una sintomatologia lieve che rimanda ad una condizione di
rischio per il suo esordio, comporta pesanti ricadute sulla salute dello stesso insegnante, con conseguente aumento dei costi sociali e
della spesa sanitaria pubblica, generando una catena di effettivi negativi sulla formazione scolastica, emotiva e personale degli
studenti, sulla qualità della relazione educativa e sul clima relazionale presente all’interno della classe.
Scopo e obiettivi della ricerca
La ricerca “Ben-essere e Ben-insegnare” e nata come attività di prevenzione dell’Unita di Psicologia del Consultorio Familiare di
Olbia, nell’ambito di una programmazione di più ampio respiro finalizzata a progettare ed integrare gli interventi sanitari, psicologici
e sociali a favore della popolazione minorile del territorio provinciale.
La scuola infatti, per gli obiettivi pedagogico-culturali che si propone e per il tempo di vita che un minore vi trascorre nell’ambito
dell’intero percorso di formazione, e un luogo elettivo in cui si sviluppano occasioni di crescita individuale e si promuovono
relazioni interpersonali, ponendosi quindi come contesto target ideale per gli interventi di prevenzione psicologica.
Scopo e stato, quindi, quello di monitorare la salute dell’insegnante rispetto all’incidenza e/o al rischio burn-out, per poter attivare
interventi mirati al miglioramento della qualità della vita relazionale nelle scuole cittadine, attraverso la promozione
dell’agio del docente nella relazione educativa e nel contesto professionale.
Il progetto, svoltosi nell’arco dell’intero anno scolastico, ha interessato tutti gli istituti secondari e superiori della città, e stato
strutturato in obiettivi specifici suddivisi in cinque fasi:
1. rilevare il livello di burn-out in tutti i docenti delle scuole medie inferiori e superiori di Olbia;
2. restituire risultati e profilo di salute ad ogni singola scuola attraverso incontri con il collegio dei docenti;
3. fornire elementi di psicoeducazione per la gestione dello stress professionale;
4. attivare progetti pilota di counselling a piccoli gruppi di insegnanti per il sostegno
nella relazione educativa;
5. programmare percorsi istituzionali e stabili di supporto all’insegnante per la prevenzione del burn-out.
Metodologia e strumenti
Per rilevare l’incidenza del burn-out e stato utilizzato il SA BI (S.Anna Burn-out Inventory), strumento messo a punto presso il
Dipartimento di Psicologia Clinica dell’Ospedale S. Anna di Como. Si tratta di un questionario autosomministrato di 22
item che si rifa al costrutto originato dalla Maslach; e quindi uno strumento molto veloce e fondato su un criterio empirico.
I risultati che il test fornisce si spalmano lungo tre scale, ovvero i tre costrutti di base che vengono rilevati. In particolar modo, l’esito
del test permette di andare ad appurare qual e il livello di appiattimento emotivo del soggetto dove, per appiattimento emotivo,
intendiamo una sensazione di inaridimento emotivo nei confronti del proprio lavoro. La seconda scala e quella del cinismo, che
corrisponde a una risposta fredda e impersonale verso gli studenti, rappresentando una modalità di distacco ulteriore. Infine, il terzo
costrutto che lo strumento indaga e rileva e la realizzazione lavorativa, la quale, invece, corrisponde ad una condizione caratterizzata
da sensazione di incompetenza, soggettivamente percepita, e assenza di desiderio di successo. Dall’incastro di queste tre dimensioni
si può indagare il fenomeno del burn-out in ogni singolo soggetto, andando a rilevare un disagio che, ricadendo nella relazione con il
proprio studente, diventa ulteriormente pervasivo nelle diverse dimensioni della vita individuale del singolo insegnante.
Il campione indagato comprende tutti gli insegnanti delle scuole medie e superiori di Olbia, che constano in tre Licei, tre Istituti
Tecnici e Professionali e tre scuole Secondarie, comunque presenti alla riunione del Collegio dei Docenti all’atto della
presentazione della ricerca e della somministrazione del questionario.
Tale indagine, fungendo ulteriormente da screening, ha permesso di profilare un quadro analitico ed attendibile sulla salute del corpo
docente in ogni istituto scolastico ed ha inoltre consentito di programmare, con ogni singola scuola, gli interventi più utili in coerenza
con quanto rilevato dai dati della ricerca e di condividerli con la
popolazione docente target.
Risultati
L’analisi dei risultati e stata effettuata a differenti livelli: globale, di macrocategoria corrispondente ad una tipologia omogenea di
contesto scolastico (Licei, Istituti, Scuole Medie) e di ogni singola scuola. I risultati analitici erano la premessa alla progettazione di
interventi formativi e di sostegno in ogni singola scuola sulla base delle condizioni di partenza e dei bisogni specifici rilevati; in
questa sede verranno quindi illustrati ed analizzati i risultati globali e quelli delle macrocategorie.
Ha risposto al questionario il 72% degli insegnanti operativi sul territorio, per un totale di 413 partecipanti, di cui 142 maschi e 271
femmine. L’analisi globale del dato e che il 6% del corpo insegnanti si trova in burn-out (25 soggetti), con una prevalenza di casi nel
genere femminile; che il 48% della popolazione si trova in una condizione a rischio di esordio (196 soggetti) e che meno della meta
del campione indagato, il 46% pari a 192 soggetti, si trova in condizione di salute.
L’analisi dei risultati per macrocategoria ha permesso inoltre di rilevare delle differenze interessanti sulla distribuzione del dato in
riferimento alla tipologia dei contesti scolastici esaminati e all’appartenenza di genere degli insegnanti sottoposti al test
(tabella A):
• i Licei sono risultati essere la tipologia scolastica con la più alta percentuale, il 9%, di soggetti in burn-out. In questo contesto la
rimanente popolazione si colloca quasi equamente nelle zone di rischio e salute, con una condizione di maggiore disagio e quindi di
un rischio più alto per l’esordio della Sindrome del burn-out a carico della popolazione maschile. Gli uomini, nello specifico, hanno
infatti presentato punteggi più alti sia nella dimensione dell’appiattimento emotivo che in quella del cinismo.
• Negli Istituti Tecnici e Professionali il dato della popolazione in burn-out è inferiore, il 6%, e la percentuale dei soggetti in salute,
48%, e leggermente superiore a quella dei soggetti a rischio, che si attesta al 46%. In questo contesto, a differenza dei Licei, il genere
maggiormente esposto a rischio di esordio e quello femminile, con una prevalente esposizione della dimensione relativa
all’esaurimento emotivo.
• Le scuole medie hanno presentato una percentuale minore di soggetti in burn-out, 4%, che si somma comunque ad una percentuale
più alta che negli altri contesti scolastici, degli insegnanti a rischio di esordio, il 51%. Anche qui la popolazione maggiormente
intaccata dal disagio risulta essere quella femminile, anche se il dato della realizzazione lavorativa e alto, in particolar modo per il
genere maschile. Questo rappresenta un importante fattore di protezione dell’integrità personale, ma anche un aspetto di risorsa che e
stato tenuto in considerazione nella progettazione mirata degli interventi.
In conclusione, e quindi evidente come i parametri categorizzati nei due sessi si abbinino in modo diverso nelle tre macrocategorie,
anche se il dato complessivo indica una situazione omogenea relativamente alla distribuzione delle fasce di rischio e di salute (tabella
B).
Ciò che, viceversa, e risultato dalle analisi statistiche accomunare i differenti contesti e l’andamento nel tempo delle tre dimensioni
indagate:
• l’appiattimento emotivo (scala AE) ha un decorso non costante nel tempo ma curvilineo.
Questa dimensione, cioè, tende a partire alta all’inizio della carriera professionale e poi, nel periodo di anzianità compreso fra i due e
i dieci anni di servizio decresce.
C’e quindi un ammorbidimento di questa dimensione come se venisse maggiormente accettata ed elaborata dal soggetto. Dopo
l’undicesimo anno di attività tende invece a rialzarsi.
• Anche per il cinismo (scala C) il valore è più alto all’inizio e nella parte finale della carriera dell’insegnante: i valori, infatti, si
ammorbidiscono nella zona centrale, quindi nel periodo intermedio del proprio lavoro; e un po’ come se i soggetti facessero più
fatica all’inizio e alla fine.
• La realizzazione professionale, invece, (scala RL) tende a decrescere costantemente: parte alta all’inizio della carriera ma nel
tempo, pian piano, questo parametro tende a scemare.
Conclusioni
I risultati ottenuti illustrano una realta di diffusione del disagio relazionale e del burn-out tra gli insegnanti cittadini; le percentuali e i
numeri ottenuti, indicanti la distribuzione nelle fasce di rischio in modo quasi omogeneo nelle diverse scuole fanno capire che sono
tantissimi gli studenti che entrano in relazione con insegnanti perlomeno in una condizione di forte stress, con effetti facilmente
intuibili sull’esperienza relazionale e comunicativa che questi studenti fanno nell’ambito del loro percorso scolastico. Ciò conferma
l’ipotesi iniziale all’origine della ricerca sulla necessita di identificare negli insegnanti il target elettivo per interventi psicologici
di prevenzione.
Come già detto il senso della ricerca non era quello di una rilevazione conoscitiva fine a se stessa, bensì ha costituito la premessa
operativa per un’azione sul territorio che andasse a mirare direttamente alla tipologia del disagio rilevato. Attualmente,
infatti, il progetto “Ben-essere e Ben-insegnare” prosegue con l’attivazione della rete istituzionale sul territorio che permetterà di
acquisire risorse economiche e umane per dar vita a corsi di formazione mirati ai bisogni specifici che l’indagine ha posto
in luce. Nel frattempo le risultanze della ricerca sono state recepite dall’Ufficio di Piano per l’integrazione dei servizi socio-sanitari
alla persona per la attivazione di un Osservatorio sul burn-out nelle scuole in collaborazione con la Provincia di Olbia Tempio.
*Psicologa, psicoterapeuta, Servizio Consultoriale, ASL 2 Olbia.
** Psicologa, psicoterapeuta in formazione, A.O. S.Anna di Como - U.O. Psicologia Clinica.
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