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«Chi vuole può lavorare oltre l’età pensionabile». E scoppia un’altra polemica 10 gennaio 2003 Il contenuto anticipato in parte di unintervista del segretario Ds allEspresso ha creato molti malumori nei sindacati. Il chiarimento della segreteria «Chi vuole pulavorare oltre letpensionabile». E scoppia unaltra polemica Bianca Di Giovanni ROMA Sono bastate poche parole per accendere la «miccia pensioni». In unintervista allEspresso (pubblicata nel numero in edicola oggi) il segretario dei ds Piero Fassino sostiene che pronto ad affrontare il tema previdenza anche con il centrodestra, con lobiettivo di incentivare la permanenza al lavoro (appare un via libera allipotesi di bonus per chi resta al lavoro che sta circolando in queste ore nelle stanze del governo). «Se una legge utile la si approva, se dannosa la si combatte», spiega Fassino allintervistatore. Quanto basta per far partire un fuoco di fila dal sindacato, specie dalla Cgil. «Voglio ricordare che gioggi l'etpensionabile per gli uomini a 65 anni e per le donne a 60 e credo che giil limite massimo», replica secca Morena Piccinini, segretario confederale di Corso dItalia, che avrebbe preferito che il leader ds sottolineasse limportanza e la sostenibilitdella riforma del 95. Dal «Botteghino» si prova a calmare le acque. «Come risulta facilmente dalla lettura del testo integrale recita una nota - nell'intervista il segretario dei ds, Piero Fassino, ha sostenuto l'opportunitdi incentivare chi lo desidera a proseguire l'attivitoltre l'attuale etpensionabile, e non di allunguare l'etpensionabile per tutti, come risulta da una anticipazione di agenzia». Ma la precisazione non basta. Ecco la «ricostruzione» delle parole del segretario riportata da unagenzia. «Vogliamo affrontare il tema delle pensioni: dobbiamo allungare il tempo dell'et pensionabile, conseguenza delle maggiori attese di vita. C'un pezzo di societancora vitale: dobbiamo incentivare chi lo desidera a restare in attivit una riforma che avrebbe un beneficio sulla gestione della spesa previdenziale». Inoltre si deve «rafforzare il sostegno ai fondi pensione e alla previdenza complementaresenza smantellare la previdenza pubblica». La «contraerea» parte subito. «Vorremmo sapere dall'onorevole Fassino cosa pensa e come ritiene di agire in merito al mancato rinnovo dei contratti di tre milioni di dipendenti pubblici, prima di comunicarci la sua intenzione di manomettere anche le pensioni», scrive in una nota Laimer Armuzzi, segretario generale della Cgil Funzione pubblica. «Fassino non tratti con il governo Berlusconi sulle pensioni: sarebbe un tragico errore - aggiunge il responsabile economico della confederazione Beniamino Lapadula - Una disponibilitdell'opposizione a trattare questo tema rappresenterebbe una sorta di soccorso rosso nei confronti della fallimentare politica economica del governo». Secondo il segretario confederale Cgil Gianpaolo Patta, Fassino avrebbe «scavalcato» i sindacati, proponendo «elementi peggiorativi». «Non credo che dirigenti, che si sentono delegittimati, possono pensare di delegittimare senza gravi conseguenze le principali organizzazioni sindacali» laffondo di Patta. Luscita del segretario della Quercia non va gi neanche alla Uil, che con il numero due Adriano Musi la «bolla» come «sorprendente e superficiale». Una replica agli attacchi della Cgil arriva del responsabile del lavoro ds Cesare Damiano. «Suggeriamo a Laimer Armuzzi di prendere visione dei chiarimenti gi forniti sul tema: nessun allungamento dell'etpensionabile, ma una scelta volontaria e incentivata del singolo lavoratore a proseguire nell'attivitlavorativa». Quanto ai contratti, «non saranno sfuggite le prese di posizione dei ds a favore dei rinnovi - continua Damiano - a partire dal contratto dei dipendenti pubblici». Fine della battaglia? No, solo della prima puntata. Renato Brunetta (FI) gichiede a Fassino di dimostrare la sua apertura al Parlamento europeo, dove ha presentato una bozza di riforma del welfare. Intanto Renato Schifani, presidente dei senatori FI, parla di «lotta senza quartiere» nellUlivo. 10 gennaio 2003 Il contenuto anticipato in parte di unintervista del segretario Ds allEspresso ha creato molti malumori nei sindacati. Il chiarimento della segreteria «Chi vuole pulavorare oltre letpensionabile». E scoppia unaltra polemica Bianca Di Giovanni ROMA Sono bastate poche parole per accendere la «miccia pensioni». In unintervista allEspresso (pubblicata nel numero in edicola oggi) il segretario dei ds Piero Fassino sostiene che pronto ad affrontare il tema previdenza anche con il centrodestra, con lobiettivo di incentivare la permanenza al lavoro (appare un via libera allipotesi di bonus per chi resta al lavoro che sta circolando in queste ore nelle stanze del governo). «Se una legge utile la si approva, se dannosa la si combatte», spiega Fassino allintervistatore. Quanto basta per far partire un fuoco di fila dal sindacato, specie dalla Cgil. «Voglio ricordare che gioggi l'etpensionabile per gli uomini a 65 anni e per le donne a 60 e credo che giil limite massimo», replica secca Morena Piccinini, segretario confederale di Corso dItalia, che avrebbe preferito che il leader ds sottolineasse limportanza e la sostenibilitdella riforma del 95. Dal «Botteghino» si prova a calmare le acque. «Come risulta facilmente dalla lettura del testo integrale recita una nota - nell'intervista il segretario dei ds, Piero Fassino, ha sostenuto l'opportunitdi incentivare chi lo desidera a proseguire l'attivitoltre l'attuale etpensionabile, e non di allunguare l'etpensionabile per tutti, come risulta da una anticipazione di agenzia». Ma la precisazione non basta. Ecco la «ricostruzione» delle parole del segretario riportata da unagenzia. «Vogliamo affrontare il tema delle pensioni: dobbiamo allungare il tempo dell'et pensionabile, conseguenza delle maggiori attese di vita. C'un pezzo di societancora vitale: dobbiamo incentivare chi lo desidera a restare in attivit una riforma che avrebbe un beneficio sulla gestione della spesa previdenziale». Inoltre si deve «rafforzare il sostegno ai fondi pensione e alla previdenza complementaresenza smantellare la previdenza pubblica». La «contraerea» parte subito. «Vorremmo sapere dall'onorevole Fassino cosa pensa e come ritiene di agire in merito al mancato rinnovo dei contratti di tre milioni di dipendenti pubblici, prima di comunicarci la sua intenzione di manomettere anche le pensioni», scrive in una nota Laimer Armuzzi, segretario generale della Cgil Funzione pubblica. «Fassino non tratti con il governo Berlusconi sulle pensioni: sarebbe un tragico errore - aggiunge il responsabile economico della confederazione Beniamino Lapadula - Una disponibilitdell'opposizione a trattare questo tema rappresenterebbe una sorta di soccorso rosso nei confronti della fallimentare politica economica del governo». Secondo il segretario confederale Cgil Gianpaolo Patta, Fassino avrebbe «scavalcato» i sindacati, proponendo «elementi peggiorativi». «Non credo che dirigenti, che si sentono delegittimati, possono pensare di delegittimare senza gravi conseguenze le principali organizzazioni sindacali» laffondo di Patta. Luscita del segretario della Quercia non va gi neanche alla Uil, che con il numero due Adriano Musi la «bolla» come «sorprendente e superficiale». Una replica agli attacchi della Cgil arriva del responsabile del lavoro ds Cesare Damiano. «Suggeriamo a Laimer Armuzzi di prendere visione dei chiarimenti gi forniti sul tema: nessun allungamento dell'etpensionabile, ma una scelta volontaria e incentivata del singolo lavoratore a proseguire nell'attivitlavorativa». Quanto ai contratti, «non saranno sfuggite le prese di posizione dei ds a favore dei rinnovi - continua Damiano - a partire dal contratto dei dipendenti pubblici». Fine della battaglia? No, solo della prima puntata. Renato Brunetta (FI) gichiede a Fassino di dimostrare la sua apertura al Parlamento europeo, dove ha presentato una bozza di riforma del welfare. Intanto Renato Schifani, presidente dei senatori FI, parla di «lotta senza quartiere» nellUlivo. 10 gennaio 2003 Il contenuto anticipato in parte di unintervista del segretario Ds allEspresso ha creato molti malumori nei sindacati. Il chiarimento della segreteria «Chi vuole pulavorare oltre letpensionabile». E scoppia unaltra polemica Bianca Di Giovanni ROMA Sono bastate poche parole per accendere la «miccia pensioni». In unintervista allEspresso (pubblicata nel numero in edicola oggi) il segretario dei ds Piero Fassino sostiene che pronto ad affrontare il tema previdenza anche con il centrodestra, con lobiettivo di incentivare la permanenza al lavoro (appare un via libera allipotesi di bonus per chi resta al lavoro che sta circolando in queste ore nelle stanze del governo). «Se una legge utile la si approva, se dannosa la si combatte», spiega Fassino allintervistatore. Quanto basta per far partire un fuoco di fila dal sindacato, specie dalla Cgil. «Voglio ricordare che gioggi l'etpensionabile per gli uomini a 65 anni e per le donne a 60 e credo che giil limite massimo», replica secca Morena Piccinini, segretario confederale di Corso dItalia, che avrebbe preferito che il leader ds sottolineasse limportanza e la sostenibilitdella riforma del 95. Dal «Botteghino» si prova a calmare le acque. «Come risulta facilmente dalla lettura del testo integrale recita una nota - nell'intervista il segretario dei ds, Piero Fassino, ha sostenuto l'opportunitdi incentivare chi lo desidera a proseguire l'attivitoltre l'attuale etpensionabile, e non di allunguare l'etpensionabile per tutti, come risulta da una anticipazione di agenzia». Ma la precisazione non basta. Ecco la «ricostruzione» delle parole del segretario riportata da unagenzia. «Vogliamo affrontare il tema delle pensioni: dobbiamo allungare il tempo dell'et pensionabile, conseguenza delle maggiori attese di vita. C'un pezzo di societancora vitale: dobbiamo incentivare chi lo desidera a restare in attivit una riforma che avrebbe un beneficio sulla gestione della spesa previdenziale». Inoltre si deve «rafforzare il sostegno ai fondi pensione e alla previdenza complementaresenza smantellare la previdenza pubblica». La «contraerea» parte subito. «Vorremmo sapere dall'onorevole Fassino cosa pensa e come ritiene di agire in merito al mancato rinnovo dei contratti di tre milioni di dipendenti pubblici, prima di comunicarci la sua intenzione di manomettere anche le pensioni», scrive in una nota Laimer Armuzzi, segretario generale della Cgil Funzione pubblica. «Fassino non tratti con il governo Berlusconi sulle pensioni: sarebbe un tragico errore - aggiunge il responsabile economico della confederazione Beniamino Lapadula - Una disponibilitdell'opposizione a trattare questo tema rappresenterebbe una sorta di soccorso rosso nei confronti della fallimentare politica economica del governo». Secondo il segretario confederale Cgil Gianpaolo Patta, Fassino avrebbe «scavalcato» i sindacati, proponendo «elementi peggiorativi». «Non credo che dirigenti, che si sentono delegittimati, possono pensare di delegittimare senza gravi conseguenze le principali organizzazioni sindacali» laffondo di Patta. Luscita del segretario della Quercia non va gi neanche alla Uil, che con il numero due Adriano Musi la «bolla» come «sorprendente e superficiale». Una replica agli attacchi della Cgil arriva del responsabile del lavoro ds Cesare Damiano. «Suggeriamo a Laimer Armuzzi di prendere visione dei chiarimenti gi forniti sul tema: nessun allungamento dell'etpensionabile, ma una scelta volontaria e incentivata del singolo lavoratore a proseguire nell'attivitlavorativa». Quanto ai contratti, «non saranno sfuggite le prese di posizione dei ds a favore dei rinnovi - continua Damiano - a partire dal contratto dei dipendenti pubblici». Fine della battaglia? No, solo della prima puntata. Renato Brunetta (FI) gichiede a Fassino di dimostrare la sua apertura al Parlamento europeo, dove ha presentato una bozza di riforma del welfare. Intanto Renato Schifani, presidente dei senatori FI, parla di «lotta senza quartiere» nellUlivo. 10 gennaio 2003 Il contenuto anticipato in parte di unintervista del segretario Ds allEspresso ha creato molti malumori nei sindacati. Il chiarimento della segreteria «Chi vuole pulavorare oltre letpensionabile». E scoppia unaltra polemica Bianca Di Giovanni ROMA Sono bastate poche parole per accendere la «miccia pensioni». In unintervista allEspresso (pubblicata nel numero in edicola oggi) il segretario dei ds Piero Fassino sostiene che pronto ad affrontare il tema previdenza anche con il centrodestra, con lobiettivo di incentivare la permanenza al lavoro (appare un via libera allipotesi di bonus per chi resta al lavoro che sta circolando in queste ore nelle stanze del governo). «Se una legge utile la si approva, se dannosa la si combatte», spiega Fassino allintervistatore. Quanto basta per far partire un fuoco di fila dal sindacato, specie dalla Cgil. «Voglio ricordare che gioggi l'etpensionabile per gli uomini a 65 anni e per le donne a 60 e credo che giil limite massimo», replica secca Morena Piccinini, segretario confederale di Corso dItalia, che avrebbe preferito che il leader ds sottolineasse limportanza e la sostenibilitdella riforma del 95. Dal «Botteghino» si prova a calmare le acque. «Come risulta facilmente dalla lettura del testo integrale recita una nota - nell'intervista il segretario dei ds, Piero Fassino, ha sostenuto l'opportunitdi incentivare chi lo desidera a proseguire l'attivitoltre l'attuale etpensionabile, e non di allunguare l'etpensionabile per tutti, come risulta da una anticipazione di agenzia». Ma la precisazione non basta. Ecco la «ricostruzione» delle parole del segretario riportata da unagenzia. «Vogliamo affrontare il tema delle pensioni: dobbiamo allungare il tempo dell'et pensionabile, conseguenza delle maggiori attese di vita. C'un pezzo di societancora vitale: dobbiamo incentivare chi lo desidera a restare in attivit una riforma che avrebbe un beneficio sulla gestione della spesa previdenziale». Inoltre si deve «rafforzare il sostegno ai fondi pensione e alla previdenza complementaresenza smantellare la previdenza pubblica». La «contraerea» parte subito. «Vorremmo sapere dall'onorevole Fassino cosa pensa e come ritiene di agire in merito al mancato rinnovo dei contratti di tre milioni di dipendenti pubblici, prima di comunicarci la sua intenzione di manomettere anche le pensioni», scrive in una nota Laimer Armuzzi, segretario generale della Cgil Funzione pubblica. «Fassino non tratti con il governo Berlusconi sulle pensioni: sarebbe un tragico errore - aggiunge il responsabile economico della confederazione Beniamino Lapadula - Una disponibilitdell'opposizione a trattare questo tema rappresenterebbe una sorta di soccorso rosso nei confronti della fallimentare politica economica del governo». Secondo il segretario confederale Cgil Gianpaolo Patta, Fassino avrebbe «scavalcato» i sindacati, proponendo «elementi peggiorativi». «Non credo che dirigenti, che si sentono delegittimati, possono pensare di delegittimare senza gravi conseguenze le principali organizzazioni sindacali» laffondo di Patta. Luscita del segretario della Quercia non va gi neanche alla Uil, che con il numero due Adriano Musi la «bolla» come «sorprendente e superficiale». Una replica agli attacchi della Cgil arriva del responsabile del lavoro ds Cesare Damiano. «Suggeriamo a Laimer Armuzzi di prendere visione dei chiarimenti gi forniti sul tema: nessun allungamento dell'etpensionabile, ma una scelta volontaria e incentivata del singolo lavoratore a proseguire nell'attivitlavorativa». Quanto ai contratti, «non saranno sfuggite le prese di posizione dei ds a favore dei rinnovi - continua Damiano - a partire dal contratto dei dipendenti pubblici». Fine della battaglia? No, solo della prima puntata. Renato Brunetta (FI) gichiede a Fassino di dimostrare la sua apertura al Parlamento europeo, dove ha presentato una bozza di riforma del welfare. Intanto Renato Schifani, presidente dei senatori FI, parla di «lotta senza quartiere» nellUlivo. 10 gennaio 2003 Il contenuto anticipato in parte di unintervista del segretario Ds allEspresso ha creato molti malumori nei sindacati. Il chiarimento della segreteria «Chi vuole pulavorare oltre letpensionabile». E scoppia unaltra polemica Bianca Di Giovanni ROMA Sono bastate poche parole per accendere la «miccia pensioni». In unintervista allEspresso (pubblicata nel numero in edicola oggi) il segretario dei ds Piero Fassino sostiene che pronto ad affrontare il tema previdenza anche con il centrodestra, con lobiettivo di incentivare la permanenza al lavoro (appare un via libera allipotesi di bonus per chi resta al lavoro che sta circolando in queste ore nelle stanze del governo). «Se una legge utile la si approva, se dannosa la si combatte», spiega Fassino allintervistatore. Quanto basta per far partire un fuoco di fila dal sindacato, specie dalla Cgil. «Voglio ricordare che gioggi l'etpensionabile per gli uomini a 65 anni e per le donne a 60 e credo che giil limite massimo», replica secca Morena Piccinini, segretario confederale di Corso dItalia, che avrebbe preferito che il leader ds sottolineasse limportanza e la sostenibilitdella riforma del 95. Dal «Botteghino» si prova a calmare le acque. «Come risulta facilmente dalla lettura del testo integrale recita una nota - nell'intervista il segretario dei ds, Piero Fassino, ha sostenuto l'opportunitdi incentivare chi lo desidera a proseguire l'attivitoltre l'attuale etpensionabile, e non di allunguare l'etpensionabile per tutti, come risulta da una anticipazione di agenzia». Ma la precisazione non basta. Ecco la «ricostruzione» delle parole del segretario riportata da unagenzia. «Vogliamo affrontare il tema delle pensioni: dobbiamo allungare il tempo dell'et pensionabile, conseguenza delle maggiori attese di vita. C'un pezzo di societancora vitale: dobbiamo incentivare chi lo desidera a restare in attivit una riforma che avrebbe un beneficio sulla gestione della spesa previdenziale». Inoltre si deve «rafforzare il sostegno ai fondi pensione e alla previdenza complementaresenza smantellare la previdenza pubblica». La «contraerea» parte subito. «Vorremmo sapere dall'onorevole Fassino cosa pensa e come ritiene di agire in merito al mancato rinnovo dei contratti di tre milioni di dipendenti pubblici, prima di comunicarci la sua intenzione di manomettere anche le pensioni», scrive in una nota Laimer Armuzzi, segretario generale della Cgil Funzione pubblica. «Fassino non tratti con il governo Berlusconi sulle pensioni: sarebbe un tragico errore - aggiunge il responsabile economico della confederazione Beniamino Lapadula - Una disponibilitdell'opposizione a trattare questo tema rappresenterebbe una sorta di soccorso rosso nei confronti della fallimentare politica economica del governo». Secondo il segretario confederale Cgil Gianpaolo Patta, Fassino avrebbe «scavalcato» i sindacati, proponendo «elementi peggiorativi». «Non credo che dirigenti, che si sentono delegittimati, possono pensare di delegittimare senza gravi conseguenze le principali organizzazioni sindacali» laffondo di Patta. Luscita del segretario della Quercia non va gi neanche alla Uil, che con il numero due Adriano Musi la «bolla» come «sorprendente e superficiale». Una replica agli attacchi della Cgil arriva del responsabile del lavoro ds Cesare Damiano. «Suggeriamo a Laimer Armuzzi di prendere visione dei chiarimenti gi forniti sul tema: nessun allungamento dell'etpensionabile, ma una scelta volontaria e incentivata del singolo lavoratore a proseguire nell'attivitlavorativa». Quanto ai contratti, «non saranno sfuggite le prese di posizione dei ds a favore dei rinnovi - continua Damiano - a partire dal contratto dei dipendenti pubblici». Fine della battaglia? No, solo della prima puntata. Renato Brunetta (FI) gichiede a Fassino di dimostrare la sua apertura al Parlamento europeo, dove ha presentato una bozza di riforma del welfare. Intanto Renato Schifani, presidente dei senatori FI, parla di «lotta senza quartiere» nellUlivo.