la linea gotica

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la linea gotica
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LA LINEA GOTICA
PHOTOGRAPHY, FASHION, PARAPHERNALIA
mostra nella Galleria Sottana del MIAAO
dal 31 ottobre al 30 dicembre 2012
Il “gotico” ha prodotto e produce “immagini permanenti” predilette da molte generazioni, sino alle
giovanissime, in tutto il mondo. E la mostra La linea gotica documenta artefatti “neo-neogotici”
contemporanei, soprattutto fotografici: innanzitutto quelli di maestri come Sir Simon Marsden, il
celeberrimo fotografo gothic inglese, recentemente scomparso; il “foto-grafico” francese Christophe
Dessaigne, esperto in “esplorazione urbana” di edifici, sovente industriali, abbandonati e “infestati”;
le due note artiste fotografe italiane Giulia Caira e Monica Carocci, tra le prime negli anni ‘90 del
secolo scorso a rinnovare una iconografia “gotica”. Accanto a quelle dei maestri, le fotografie di
“compagni e apprendisti”, giovani artieri quasi sempre torinesi, alcuni dei quali al loro debutto
espositivo: Art_Missy, Silvia Celeste Calcagno, Clorophilla Clorophillas, Gabriella Di Muro,
Andrea Mucelli, Yakumo Kobe… La mostra vuole così dimostrare il frequente raggiungimento di
una pari dignità espressiva nei lavori di dieci fotografi d’arte o “di genere”, già presenti in musei o
solo, sinora, sul web, di nobili esponenti di culture alte oppure di aderenti a “sottoculture”…
IN MEMORIA DI SIR SIMON MARSDEN
Addio, baronetto maledetto
Sir Simon Neville Llewelyn Marsden, quarto Baronetto di Grimsby, è nato nel 1948 a Lincoln, nel
Lincolnshire, dove ha vissuto in un antico presbiterio sino alla sua precoce morte, avvenuta nel
2011. Si forma all’Ampleforth College nel North Yorkshire e poi all’Università della Sorbona a
Parigi. Dal 1969 lavora come fotografo professionista, collaborando con numerose riviste. In
seguito a borse di studio assegnategli dall’ Arts Council of Great Britain nel 1975 e nel 1976
viaggia in Europa, Medio Oriente e negli Stati Uniti. Si specializza in fotografia d’architettura e di
paesaggio, rinnovando la tradizione del “gotico” nell’accezione anglosassone del termine: rovine,
chiese e abbazie, cimiteri, edifici misteriosi, decadenti e “auratici” divengono i temi preferiti delle
sue riprese. Tecnicamente, l’effetto “ultraterreno” e inquietante delle sue immagini è intensificato
dall’ uso di filtri a infrarossi e da procedimenti di stampa su carte metallescenti. Ha pubblicato molti
album fotografici di gran successo. Le sue opere sono state esposte al J. Paul Getty Museum di Los
Angeles, alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi, al Victoria and Albert Museum di Londra.
In Italia è “apparso” per la prima volta nel 2008, al MIAAO, nella mostra Dalle città dell’Aldilà
inserita nel programma culturale del XXIII Congresso mondiale degli Architetti UIA di Torino.
OMAGGIO A CHRISTOPHE DESSAIGNE
Un fotografo “gotico” e “infiltrato” scoperto per la prima volta a Torino
Al MIAAO si tiene anche la prima esposizione europea di alcune fotografie del francese Christophe
Dessaigne, invitato come guest star. Le ragioni di questo riconoscimento tributato a un giovane,
nato nel 1973 a Perpignan. consistono nel carattere non conforme del suo lavoro e del suo modus
operandi. La sua formazione non è artistica o fotografica, ma cinematografica e “fumettistica”. Il
suo imprinting è dato, da bambino, dalla visione del finale de Il pianeta delle scimmie, quando
Charlton Heston scopre i resti della Statua della Libertà affioranti dalla sabbia. Poi, adolescente, è
segnato dall’immaginario perturbante di maestri come Moebius e Druillet e di Métal Hurlant. Inizia
a elaborare immagini per copertine di romanzi noir e horror, e si afferma a livello internazionale
con cover di best-sellers pubblicati in Francia, Italia -La cavalcata dei morti di Fred Vargas per
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Einaudi-, Spagna, Germania, Olanda, Inghilterra, negli USA, e crea artwork per molti CD musicali.
Dessaigne non è solo un “illustratore”: le sue foto riferiscono di notevoli capacità di interpretazione
di relitti architettonici, sono Photographic Novels che riferiscono delle missioni di un “esploratore
urbano” che si “infiltra” in siti pericolosi e pericolanti: una pratica e una poetica della violazione.
RATEVULOIRE
Diritti di precedenza: Giulia Caira e Monica Carocci
Ratevuloire, in piemontese, significa pipistrelli, o pipistrelle. E così in modo divertito si potrebbero
appellare Giulia Caira (n. 1971) e Monica Carocci (n. 1966) che in mostra presentano loro grandi
immagini emblematiche, e “storiche”. Anche se le due eccellenti torinesi sono da sempre
considerate artiste che usano la fotografia, e non certo fotografe “di genere”, sono state entrambe
ritenute da certi critici iscrivibili in una “linea gotica” già molti anni fa, e come tali esposte in
mostre dichiaratamente, sin dal loro titolo, “tematiche”. Giulia Caira partecipa infatti nel 1995 a
Delirium Design, un omaggio a Edgar Allan Poe curato da Enzo Biffi Gentili e William Sawaya, a
Verona; Monica Carocci è tra i prescelti nel 1997 per l’esposizione Gothic, a cura di Christoph
Grunenberg, a Boston (ma anche recentemente alcune sue atre foto di simbolici siti subalpini come
la Gran Madre o il Monte dei Cappuccini possono autorizzare qualche frisson esoterico…).
STORIE DI GIOVANI MOSTRI
Art_Missy, Silvia Celeste Calcagno, Clorophilla Clorophillas, Gabriella Di Muro, Andrea Mucelli,
Yakumo Kobe.
Oltre a Marsden, Caira e Carocci, dall’opera magistrale, e a Dessaigne, già affermato a livello
internazionale nella “foto-grafica” editoriale, la mostra documenta anche lavori “neo-neogotici” di
esponenti di una nuova generazione. A partire dalle “fotoceramiche” di Silvia Calcagno (n. 1974),
albisolese, che propone installazioni di “piastrelle” sulle quali compare sempre lo stesso autoritratto
-quasi nelle vesti di un’Ofelia contemporanea- ma esteticamente sempre differente per gli effetti del
gran fuoco. Poi, la jeune équipe turinoise: alcuni esiti di shooting della fashion photografer
Gabriella Di Muro (n. 1984); e ancora, restando nelle esoteriche Terre dei Savoia, le fantomatiche
visioni notturne di Andrea Mucelli (n. 1974) del neogotico Cimitero di Dogliani; gli incubi di
Roberta Vernaglia (n. 1986), aka Art_Missy; una lettura delle OGR come Dark Church, prima di
Italia 150, di Marco Paolini (n.1981), aka Yakumo Kobe; infine le “evocazioni” spirituali e glamour
di Ludovica Basso (n. 1986), aka Clorophilla Clorophillas, formatasi allo IED di Torino.
FASHION E PARAPHERNALIA
A corredo della sezione principale, fotografica, della mostra, sono esposte le creazioni di stilisti,
modisti, gioiellieri e artieri anch’essi suggestionati dall’ immaginario gotico: gli scenografici abiti
di Giovanna Tringali per GothCouture, di Graziella Paquin per Feronia Corsets, dello storico brand
torinese Inferno, le redingotes del Conte Zed; i cappelli di Maurizio Bacchio/Mad Hatter, i bijoux di
Crisiplastica, Gabriella Di Muro, Elica, Simona Zavaglia; le maschere di Luna Veneziana. Tra gli
“artisti applicati” arruolati Bernard Bonnarel, Pablo Echaurren, Vito Ferro, Titti Garelli, Paul
Mantes, Plinio Martelli, Roberto Nottoli, Giorgia Tonello. E altro ancora…
DARK MUSIC
La sera dell’inaugurazione, mercoledì 31 ottobre alle ore 21.30, si è tenuto nella Galleria Sottana
del MIAAO un concerto di Femina Faber, che ha cantato in latino, intitolato Amplexum Mentis.
SCHEDA DELLA MOSTRA PHOTOGRAPHY, FASHION, PARAPHERNALIA
Direttore artistico: Enzo Biffi Gentili
Luogo: Galleria Sottana del MIAAO. via Maria Vittoria 5. 10123 Torino
Svolgimento: dal 31 ottobre al 30 dicembre 2012
Orario: da martedì a venerdì ore 16-19.30, sabato e domenica ore 11-19; lunedì chiuso. INGRESSO LIBERO.
Info MIAAO T ++39 011 561 11 61 F ++39 011 562 94 98 M [email protected]