Untitled - premio radicchio d`oro 2015
Transcript
Untitled - premio radicchio d`oro 2015
RADICCHIO D’ORO Premio Ristoranti del Radicchio Castelfranco Veneto lunedì 17 novembre 2014 Quest’anno l’estate giunta in ritardo sembrava non volerci lasciare, ma la natura, si sa, segue leggi proprie, cicliche; ecco allora che gli alberi si rivestono di chiome variopinte e i campi assumono il color bruno dell’abbandono invernale. E’ tempo di prodotti autunnali e sulle nostre tavole cominciano ad apparire in tutta la loro bellezza e fragranza croccante i radicchi: il rosso precoce che fa capolino tra le prime brine e si prepara ad essere il re dei menu dei Ristoranti del Radicchio insieme alla vezzosa cugina, la rosa di Castelfranco. Ritorna puntuale all’appuntamento anche il Radicchio d’Oro. Sono 16 quest’anno le edizioni di un Premio che si sta avviando verso la maggiore età con lo spirito di sempre, accompagnato da tanti estimatori e nuovi amici. Tanti autunni sono ormai passati da quando il suo anfitrione, Egidio Fior, l’ha pensato, voluto, realizzato, ma sembra ieri. Il Premio cresciuto in tutti questi anni grazie all’entusiasmo degli organizzatori, di chi ha creduto che fosse utile, di tutti i partecipanti: ospiti e premiati. Un avvenimento atteso, unico nel genere nella Regione e non solo. 4 L’idea di Egidio e del Gruppo dei Ristoratori del Radicchio di premiare chi si distingue nell’ambito dell’enogastronomia, dello sport e della cultura, ha sempre trovato ampi consensi e vivi apprezzamenti. Tutti coloro, e sono ormai tanti, che dal 1999 si sono presentati all’Hotel Fior per ricevere il Premio, se ne sono andati con la consapevolezza di aver vissuto una serata indimenticabile grazie all’accoglienza tipicamente veneta, che unisce serietà e convivialità, all’atmosfera amichevole e professionale, all’attenzione massima e mai leziosa per l’ospite, che la famiglia Fior ha saputo donare. Il radicchio di Treviso, fiore che si mangia, è stato ed è testimone di tutto ciò. Trionfa sui piatti e sui decori come un principe nella sala del trono, attorniato da illustri personalità del mondo dello sport, dello spettacolo, dell’arte, della letteratura, della moda, della TV, della canzone, della cucina, della solidarietà, dell’impresa. Il “Radicchio d’Oro” non è solo un premio, è soprattutto una festa, un convivio tra persone diverse per attitudine e abilità, ma accomunate dagli stessi sentimenti, dalle stesse passioni e dagli stessi valori. COMITATO D’ONORE 6 Leonardo Muraro Presidente Provincia di Treviso Cesare Bellò Consigliere delegato OPO Veneto Furio Bragagnolo Presidente Pasta Zara S.p.A. Walter Brunello Libero professionista Sergio Campana Presidente onorario Associazione calciatori Antonio Cerlenizza AUDI Italia Guido D’Ubaldo Consigliere Nazionale Ordine Giornalisti Paolo Duprè Publitalia Egidio Fior Presidente Consorzio Ristoranti del Radicchio Pietro Gallonetto Libero professionista, organizzatore del Premio Beppe Gioia Giornalista RAI Francesco Guidolin Allenatore Mario Maffucci Giornalista, consulente progetti di comunicazione Gianfranco Marabelli Pubblicitario Carlo Orichuia Direttore TV Numeri Uno- RAI Eri Pierluigi Ronzani Docente univesitario - Avvocato Giovanni Schiavon Magistrato Ercole Spallanzani Caposervizio sport Prima Pagina Reggio e Modena MADRINA DEL PREMIO CLARISSA MARCHESE Miss Italia 2014 8 PRESENTANO MONICA VALLERINI GIORGIO MARTINO Monica Vallerini, nata a Cittadella e poi trasferita a Bassano del Grappa, è un’attrice italiana nota al pubblico, soprattutto televisivo, per aver interpretato il ruolo dell'infermiera Gloria in Un medico in famiglia 6,7,8 e 9. Diplomatasi al liceo linguistico, inizia a studiare recitazione alla scuola del Teatro Verdi di Padova, al Teatro Goldoni di Venezia e al Marvel Theatre di New York. Inizia la sua carriera facendo l'indossatrice e prendendo parte ad alcuni videoclips di Edoardo Bennato, Tony Esposito, Enzo Avitabile. Monica ha iniziato da poco ma ha al suo attivo già diverse partecipazioni in film per il cinema e la Tv. Da menzionare la partecipazione alle fiction televisive in Come quando fuori piove di Mario Monicelli, Don Matteo, Tutti pazzi per amore 3, Caterina e le sue figlie 3, Il restauratore 2, Il Maresciallo Rocca, Carabinieri, Sospetti 2, Capri 2, oltre al citato Un medico in famiglia. Per il cinema appare in Passo a due (con il ballerino Kledi), La stagione dei delitti, Lithium conspirancy. Del 2014 Una pallottola nel cuore con Gigi Proietti e la regia di Luca Manfredi. La vita privata la vede impegnata nel sociale come donatrice e testimonial dell’ ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) e dell’AVIS. Nato a Roma il 2 dicembre 1942. Laureato in Scienze Politiche. Annunciatore radio-tv dal 1964 al 1968. Giornalista professionista dal 1968, dopo aver vinto il concorso per telecronisti indetto dalla Rai, da cui poi viene assunto alla redazione sportiva. Ha seguito e raccontato i più importanti avvenimenti sportivi mondiali per oltre tre decenni: 8 Olimpiadi (7 estive ed una invernale), 8 Mondiali di Calcio 8 Europei di Calcio, Universiadi, Giochi del Mediterraneo, Good Will Games, Giochi del Commonwealth, una trentina di campionati del mondo di ciclismo, decine di campionati del mondo e di campionati europei di nuoto, pallanuoto, tuffi, pallavolo, basket,sci. E ancora 30 Giri d’Italia e tutte le principali competizioni ciclistiche internazionali, compresi il ciclocross e la pista, dal Tour de France alle grandi classiche. Ha raccontato gli avvenimenti di oltre 20 discipline sportive attraverso circa 4 mila telecronache. Ha condotto le principali rubriche sportive della Rai, dalla Domenica Sportiva a 90° Minuto, a Dribbling…ha ideato e condotto programmi di successo come Eurogol, Domenica Sprint, Giro di Sera, Giallo di Sera, Stadio Sprint, Bravo, Gol Flash, la Giostra del Gol, l’Altra Domenica… Dal 2000 al 2008 ha diretto Roma Channel per una diversa esperienza professionale legata alla nuova realtà della comunicazione televisiva attraverso la nascita dei Canali Tematici. Appassionato di musica e di spettacolo, si è dedicato anche alla presentazione e alla conduzione di eventi, dai festival canori a convegni, congressi, premiazioni. Presenta il Radicchio d’Oro fin dalla sua prima edizione. 10 INTRATTIENE GIGI VIGLIANI Gigi Vigliani, all'anagrafe Luigi Viglioglia, è un cantante e imitatore italiano, nato a Roma da una famiglia proveniente da Rionero in Vulture (provincia di Potenza). Dopo gli studi, si dedica inizialmente ad un'attività commerciale, lavorando come ispettore di vendite per una ditta di caffè. Si scopre uomo di spettacolo quasi per caso, cantando con gli amici durante una cena. Nel 1983 inizia l'attività artistica in piccoli locali e, nell'anno successivo, esordisce in Tv con il programma Forte Fortissimo, presentato da Barbara D'Urso, Sammy Barbot e Corinne Clery. Raggiunge il massimo della sua notorietà negli anni Novanta, con gli show televisivi Sarabanda, condotto da Enrico Papi; Ci vediamo in tv, presentato da Paolo Limiti, e Maurizio Costanzo Show. Diventa noto anche come imitatore di musicisti quali Claudio Baglioni, Renato Zero e Lionel Richie. È anche autore e regista teatrale. Al teatro Tendastrisce di Roma nella stagione 1993-1994 progetta ed interpreta Diffidate dalle imitazioni, uno spettacolo che lo vede come unico protagonista in un serrato racconto musical-satirico dell'Italia di oggi. Grillo, Verdone, Celentano, Sordi ed altri personaggi resi da Vigliani alla sua maniera, intrattengono il pubblico conducendolo per mano in un lungo viaggio attraverso la musica italiana. Si arriva così al "piatto forte" con cantanti e cantautori da lui stesso emulati come testimoni e simboli dei giorni nostri. Gigi Vigliani è uno dei talenti più singolari e complessi che lo scenario italiano abbia mai espresso: attore, cabarettista, one-man-show. Altri spettacoli di successo sono Mediolanum Tour (tra il 1996 e il 2000), dove duetta con artisti come Ron, Anna Oxa, Fausto Leali e Amii Stewart; Il mangiadischi (20012002) trasmesso al teatro Bagaglino di Roma; Giro Mediolanum (2003-2004); Continuate a diffidare dalle imitazioni (2004). 12 SEGNALAZIONI DALLA TERRA VENETA per l’impegno civile / solidarietà DON LUIGI CIOTTI 14 Luigi Ciotti è nato il 10 Settembre 1945 a Pieve di Cadore (patria di Tiziano Vecellio), ma come accadde a molte altre famiglie della zona anche la sua fu costretta ad emigrare, la scelta è Torino. E’ qui che si forma e a vent’anni, insieme ad alcuni amici, fonda un gruppo di impegno giovanile che si chiamerà Gruppo Abele. Fra i suoi primi impegni quello di avviare un progetto educativo negli istituti di pena minorili e la creazione di alcune comunità per adolescenti alternative al carcere. Viene ordinato sacerdote nel 1972 e il cardinale Pellegrino gli affida la sua prima parrocchia: la strada. E’ così che affronta il diffondersi della droga e apre prima un centro di accoglienza e ascolto, un’esperienza allora unica in Italia, cui seguirà l’apertura di alcune comunità. In quegli stessi anni, all’accoglienza delle persone in difficoltà, l’Associazione comincia ad affiancare l’impegno culturale - con un centro studi, una casa editrice e l’“Università della strada” - e, in senso lato, “politico” - con mobilitazioni come quella che nel 1975 porta alla prima legge italiana non repressiva sull’uso di droghe, la 685 - per costruire diritti e giustizia sociale. In quegli anni, lavora sul fronte della lotta alle tossicodipendenze in molti paesi, come Gran Bretagna, USA, Giappone, Svizzera, Spagna, Grecia, Jugoslavia, mentre si interessa del recupero degli ex detenuti in alcuni paesi in via di sviluppo. Negli anni 80, diventa presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) e della LILA (Lega Italiana per la Lotta all'AIDS), mentre negli anni 90 intensifica la sua opera contro la Mafia, fondando il mensile «Narcomafie». Cinque anni dopo nasce «LiberaAssociazioni, nomi e numeri contro le mafie», una importantissima associazione contro la mafia che collega oltre 700 tra associazioni e gruppi che si occupano anche di recuperare i beni confiscati alla Mafia (con Libera Terra) e oggi punto di riferimento per oltre 1.600 realtà nazionali e internazionali (fra cui diverse sigle del mondo dell’associazionismo, della scuola, della cooperazione e del sindacato). Obiettivo di Libera è alimentare quel cambiamento etico, sociale, culturale necessario per spezzare alla radice i fenomeni mafiosi e ogni forma d’ingiustizia, illegalità e malaffare. A questo servono i percorsi educativi in collaborazione con 4.500 scuole e numerose facoltà universitarie; le cooperative sociali sui beni confiscati con i loro prodotti dal gusto di legalità e responsabilità; il sostegno concreto ai familiari delle vittime e la mobilitazione annuale del 21 marzo, “Giornata della memoria e dell’impegno”; l’investimento sulla ricerca e l’informazione, attraverso l’Osservatorio “LiberaInformazione”; l’attenzione alla dimensione internazionale, con la rete di Flare - freedom, legality and rights in Europe. Nel gennaio 2013 le associazioni che presiede (Libera e Gruppo Abele) avviano la campagna online di Riparte il futuro, che ha permesso la modifica dell’articolo 416 ter del codice penale in tema di voto di scambio politico - mafioso il 16 aprile 2014. Don Luigi Ciotti è stato anche giornalista, collaborando a diverse testate tra cui: La Stampa, l’Avvenire, l’Unità, il Manifesto, Il Sole-24 Ore, il Mattino, Famiglia Cristiana, Messaggero di Sant’Antonio, Nuovo Consumo; più volte membro del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale della Diocesi di Torino. Nei primi anni 80 è stato docente presso la Scuola superiore di polizia del ministero dell’Interno. Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, ha ricevuto a Bologna la laurea honoris causa in Scienze dell'Educazione, nel 2006 dall’Università degli Studi di Foggia la laurea honoris causa in Giurisprudenza. È inoltre cittadino onorario di numerose città in tutta Italia. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Nazionale Nonviolenza conferito dall'Associazione Cultura della Pace “per la sua indefessa opera nei confronti dei più emarginati, degli ultimi della società, per il recupero degli esclusi e per il lavoro di coscientizzazione della società nei confronti del fenomeno mafioso e dei suoi meccanismi”. Possiamo ben affermare che don Luigi (e tanti preti come lui lontani dai palazzi e vicini alla gente) prima di sentire le parole di papa Francesco, le aveva già messe in atto: “ non camminiamo da soli,-esorta il papa in uno dei suoi discorsi- siamo parte dell'unico gregge di Cristo. Qui penso ancora a voi preti, camminare con il nostro popolo: a volte davanti, a volte in mezzo e a volte dietro; è importante uscire per andare incontro all'altro, nelle periferie, che sono luoghi, ma sono soprattutto persone, situazioni di vita; non abbiate paura di uscire e andare incontro a queste persone». Numerose le sue pubblicazioni, da Genitori, figli & droga, a Chi ha paura delle mele marce? Giovani, droghe, emarginazione...,Persone, non problemi. L'utopia concreta della strada, Terra e cielo. Le strade del Vangelo, Dialogo su pedagogia, etica e partecipazione politica, Dialogo sulla legalità, I cristiani e il valore della politica, Storia di crisi finanziarie e di lavoro, di amore e di dolore, di onesti e di disonesti, La speranza non è in vendita, Il “Noi” che desidera e realizza il cambiamento, introduzione a Dal bene confiscato al bene comune Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati, Cambiare noi, con Antonio Mazzi. ALESSANDRO MARZO MAGNO PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 per l’enogastronomia Alessandro Marzo Magno è uno scrittore e giornalista nato a Venezia un giorno di settembre del 1962. Laureato in storia, ha lasciato presto la città natale per Vicenza, Trieste (dove ha conosciuto la moglie che poi gli ha dato due figli), Gorizia e Vienna, alla fine si è trasferito a Milano, dove vive tuttora. Come giornalista è stato più volte nei Balcani durante il conflitto che ha dilaniato l'ex Jugoslavia dal 1991 al 2001. Ha lavorato in vari quotidiani, quindi è stato per dieci anni il responsabile degli esteri del settimanale "Diario". Ora collabora con "Focus Storia" e con la pagina food del sito del "Sole 24 Ore". Scrive libri, ne ha pubblicati undici. Del 2013 L'invenzione dei soldi. Quando la finanza parlava italiano, si è rivelato un successo oltre ogni aspettativa. Nell’aprile di quest’anno è uscito "Il genio del gusto. Come il mangiare italiano ha conquistato il mondo" per le casa editrice Garzanti con la quale aveva già pubblicato “L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo (2012), entrambi alla quinta edizione. Precedentemente ha pubblicato La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001; Venezia degli amanti. Epopea dell’amore in 11 celebri storie veneziane.; Piave. Cronache di un fiume sacro; Venezia. I Turchi e la distruzione del Partenone. Come testimonia l’ultimo libro, nel quale parla della cucina delle corti dal Medioevo ai Savoia, della cucina contadina e borghese, di locande, osterie, ristoranti stellati e delle eccellenze gastronomiche italiane , Alessandro apprezza il buon vino e la buona tavola. Gli altri -si dice- apprezzano la sua cucina, soprattutto il risotto. 16 OSCAR FARINETTI PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 per l’enogastronomia 18 Oscar Farinetti è Presidente di Eataly, primo supermercato al mondo dedicato all'acquisto, alla degustazione e alla vendita di soli cibi di alta qualità, aperto dal gennaio 2007, a Torino: 11.000 metri quadri su tre piani, con otto ristorantini a tema (tra i quali GuidoperEataly - Casa Vicina che si è aggiudicato la Stella Michelin già nel 2007), caffetteria, pasticceria, gelateria, aule didattiche per corsi di cucina e degustazioni, vineria, cantine di stagionatura per salumi e formaggi, birreria didattica e il Museo Carpano dedicato alla storia del vermuth. Completano l'offerta di Eataly Torino l'agenzia di viaggi Liberi Tutti, la libreria e l'area tavola e cucina. Tutto questo era uno "sfizio", un'utopia nella mente del suo creatore, prima di divenire il più grande centro enogastronomico polifunzionale del mondo, superato solo dall'apertura di Eataly Roma: stesso concept ma su una superficie di 17.000 mq. Nei suoi primi dodici mesi di vita Eataly Torino ha superato i trenta milioni di euro di fatturato, con due milioni e mezzo di visitatori ed è apparso sui giornali con duecento pagine di pubblicità, tutte diverse, frutto di una creatività inesauribile usata per vincere una sfida: convincere la gente che mangiar bene non è un lusso. Sotto il marchio Eataly si sono riunite piccole aziende che operano nei diversi settori del comparto enogastronomico. Eataly ha così riunito il meglio delle produzioni artigianali di nicchia e le ha proposte a prezzi avvicinabili riducendo i passaggi della catena distributiva. Nel 2008 Oscar Farinetti ha lasciato la posizione di Amministratore Delegato dell'azienda per rimanerne Presidente. Nel frattempo sono seguite le aperture di numerosi altri punti vendita in Italia e all'estero. Per la varietà e ricchezza dell’offerta e per la sostenibilità dei prezzi Eataly ha rappresentato e rappresenta un elemento innovativo nel mondo della distribuzione di prodotti alimentari di qualità. Oscar Farinetti è diventato un guru riconosciuto per gli imprenditori orientati a sviluppare progetti innovativi e di successo. La sua energia viene da lontano: fu lui a trasformare, tra il 1978 e il 2003, col marchio UniEuro, il supermercato del padre nel primo gruppo italiano di elettrodomestici di cui rimane famoso lo slogan: "l'ottimismo e' il profumo della vita". Dal luglio 2008 è anche Amministratore Delegato dell’azienda vitivinicola Fontanafredda. È stato nel Board della multinazionale inglese Dixons ed ha collaborato ad attività didattiche per il Cermes-Bocconi e per l’Università degli Studi di Parma. È inoltre Presidente dell’Agenzia di Pollenzo e Vice Presidente della Banca Popolare Commercio e Industria. È membro del consiglio di amministrazione del Santander Consumer Bank e del Centro Estero per l’Internazionalizzazione del Piemonte. “BEBE” BEATRICE VIO PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 per lo sport 20 "Io posso fare tutto quello che io voglio fare". Questa è Bebe, Beatrice Vio, giovane atleta nata a Venezia nel 1997. È sempre stata una bambina vivace, sportiva e socievole, con una particolare attitudine ad aiutare il prossimo ed in particolare i bambini. La sua vita è sempre stata colma di interessi e grandi passioni: la scuola (frequenta il quarto anno di Arti grafiche e comunicazione), il disegno e la pittura, gli Scout e soprattutto la scherma (ha cominciato a tirare di fioretto già a 6 anni, dimostrandosi subito molto portata). Il 20 novembre 2008, all’età di 11 anni, è stata improvvisamente colpita da una meningite fulminante che ha causato una grave infezione del sangue devastando il suo giovane corpo e portando alla tragica conseguenza dell’amputazione di tutti e quattro gli arti. Beatrice tuttavia non si è lasciata sopraffare dalle conseguenze della grave malattia e con la grinta e la forza che le sono proprie è tornata ad affrontare la vita con l’energia ed il sorriso di sempre, riprendendo a fare ciò che faceva prima. Ha provato vari sport come equitazione, corsa con le lame di carbonio, hand-bike, arrampicata, nuoto, tiro con l’arco, sci, per poi tornare a uno dei suoi più grandi desideri: quello di tirare di scherma. E’ stato allora che art4sport e un team di tecnici specializzati si sono adoperati per realizzare questo suo desiderio. Sono state acquistate una pedana per la scherma in carrozzina, una carrozzina su misura per lei e soprattutto sono iniziati gli studi per la realizzazione di una speciale protesi per permetterle di impugnare il fioretto. Ai primi di maggio 2010 ha disputato la sua prima gara ufficiale a Bologna e da allora è stato un crescendo di gare sempre più esaltanti e divertenti che le hanno permesso di conoscere (e talvolta anche sfidare) grandi campioni della scherma italiana. Dopo l’argento di Bologna ai Campionati italiani assoluti, ci sono stati gli ori ai Campionati Italiani under 20, agli Assoluti nel 2012 e 2013; gli argenti ai Mondiali Under 17 e alla Coppa del mondo. Del giugno 2014 è il titolo europeo assoluto paralimpico nel fioretto categoria "B" individuale e a squadre ai campionati continentali di Strasburgo, mentre di settembre è il titolo mondiale Under-17 al Campionato mondiale paralimpico di scherma di Varsavia. A ottobre ha ricevuto l'Italian Paralympic Award, premio conferito dal Comitato Italiano Paralimpico ai migliori atleti italiani paralimpici. Ha preso parte a svariati programmi televisivi dove, raccontando la propria storia con semplicità e grande serenità, ha saputo toccare il cuore degli italiani andando anche a stimolare molto interesse per l’Associazione art4sport ONLUS e le sue iniziative. Grazie alla scherma Bebe sta vivendo delle esperienze memorabili, che la stanno facendo crescere molto e le stanno riempiendo la vita di gioie e soddisfazioni. ALESSANDRO DONATI PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 per l’etica nello sport 22 Maestro dello Sport, per dieci anni allenatore delle squadre nazionali di atletica, dirigente responsabile del Dipartimento di Ricerca e Sperimentazione, dipendente del CONI dal 1974 al 2006, responsabile della formazione di operatori per la prevenzione doping e droga, coordinatore delle iniziative dell’Associazione Libera, amico fraterno di don Ciotti, attuale consulente per la WADA (Agenzia mondiale antidoping) Alessandro Donati assurge alla ribalta dell’opinione pubblica nella metà degli anni Ottanta per le sue battaglie contro il doping nell'atletica leggera, nel calcio e nel ciclismo e per aver denunciato gli scandali dell'atletica italiana avvenuti nello stesso periodo. Il suo impegno in questo senso gli costerà tutti gli incarichi che aveva nell’ambito sportivo. Le sue denunce, seppur ostacolate dai colpevoli dall’alto dei loro ruoli e posizioni, hanno comunque trovato riscontri e sono state rilanciate da alcune trasmissioni televisive contribuendo così ad aprire una strada che, seppur lentamente e faticosamente, ha portato l’opinione pubblica ad avere una informazione più precisa sul fenomeno, e sui fenomeni, e gli organi istituzionali a prendere finalmente delle contromisure. Ha lottato e sta ancora lottando contro il mostro che ha distrutto la credibilità della maggior parte degli sport che tutti noi amiamo e che ha portato via alcune giovani vite e anche grandi “campioni”. Come allenatore e responsabile del settore mezzofondo e velocità ha contribuito a lanciare grandi atleti che hanno conseguito importanti e lusinghieri risultati in ambito internazionale nonostante competessero con “campioni senza valore” perché chiaramente dopati. Ha denunciato nel 1987 la frode attuata dai giudici del salto in lungo per dare all’ignaro ed incolpevole Giovanni Evangelisti la medaglia di bronzo ai Mondiali di Roma, per questo fu sollevato dalla FIDAL dallo stato di allenatore della nazionale di atletica leggera. Sospinto dalla situazione diventata ormai insopportabile per uno che ama lo sport, si dedica anima e corpo alla lotta al doping e scrive Campioni senza valore, un libro di chiara denuncia, un libro che sparisce presto dalle librerie. Il tema tocca troppi tasti e nervi scoperti, in tanti hanno scheletri nell’armadio, dai piccoli ai grandi livelli. Il suo ultimo libro, Lo sport del doping, edito dalle Edizioni del Gruppo Abele, consente a Donati di girare l’Italia chiamato dalle scuole, dalle associazioni sportive e non, per portare avanti e diffondere l’idea di uno sport che stia lontano dalle sirene del doping e del successo truccato. In questo senso Donati propone di costituire una Confederazione dello sport giovanile: la scuola, gli enti locali, le associazioni dei genitori, gli organismi sanitari, tutti devono essere coinvolti nell’attività ludica, nell’educazione, nella corretta formazione sportiva dei bambini e dei preadolescenti; per l’agonismo c’è tempo. “Lo sport va riumanizzato, ci si deve allenare per divertirsi e stare in salute”- parole di Alessandro Donati. SIMONE SCUFFET PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 per lo sport - giovane promessa Simone Scuffet nasce il 31 Aprile 1996 a Remanzacco, comune in provincia di Udine. Fin dalla più tenera età il richiamo del rettangolo verde è fortissimo, i primi guantoni li indossa a soli 6 anni, difendendo la porta dell'Aurora Buonacquisto. Nel 2004 il passaggio al Moimacco dove viene notato dall'Udinese che lo ingaggia l'anno dopo, per poi girarlo al Donatello Calcio, società di proprietà di Totò Di Natale. Ci resta fino al 2007, quando ritorna definitivamente a vestire il bianconero. La sua crescita migliora anno dopo anno, Simone si afferma come uno dei migliori talenti nel panorama giovanile internazionale e nella stagione 2013-2014 viene aggregato alla prima squadra. Primo giocatore friulano a indossare la maglia bianconera dieci anni dopo Fabio Rossitto, ha esordito in Serie A il 1º febbraio 2014, a 17 anni, in Bologna-Udinese (0-2) nella 22ª giornata di campionato. In totale saranno 16 le presenze da titolare a fine stagione. Dal 10 al 12 Marzo 2014 è stato convocato dal Ct della nazionale maggiore Cesare Prandelli per uno stage organizzato allo scopo di visionare giovani giocatori in vista dei Mondiali 2014, venendo riconfermato anche per il raduno successivo del 14 e 15 Aprile. Simone sta proseguendo il suo percorso di crescita sia in bianconero che con le selezioni giovanili azzurre, essendo il titolare dell'Italia Under 19. 24 ALDO CAZZULLO PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 per la cultura 26 Giornalista, inviato ed editorialista del Corriere della Sera per il quale firma articoli sui fatti più salienti del momento, Aldo Cazzullo nasce ad Alba (Cuneo) patria del tartufo, dei rinomati vini langaroli, dell’industria dolciaria; non a caso la madre era socia di una ditta produttrice di etichette per il vino, mentre uno dei nonni faceva il vignaiolo. Lo stesso Cazzullo ama dire di essere nato in un posto dove l’enogastronomia è parte della vita, il leitmotiv della giornata. Nonostante la fortuna di nascere in un luogo da molti invidiato, la Provincia, si sa, va stretta per chi ha anche altri interessi. Ecco l’impellente desiderio di scrivere, di esprimere la propria opinione in un momento della storia italiana (gli anni Ottanta) in cui era importante farlo e non era il caso di stare a guardare gli eventi scatenarsi, le rivoluzioni manifestarsi. A 17 anni lavora in un giornale albese, il Tanaro, per poi passare al settimanale diocesano, la Gazzetta d’Alba. Inizi comuni a tanti. Poi arriva la scuola di giornalismo a Milano e il consecutivo trasferimento in città. Nella capitale lombarda la storia è più vicina, il dibattito più pressante. Ci sono i gruppi di giovani, e non solo, politicizzati; ci sono gli schieramenti: quelli del kibbuz, quelli del Moncler, quelli di Mao, quelli di destra, quelli del centro, quelli della provincia, quelli delle discoteche, quelli che… Superato il periodo di formazione, nel 1988 entra a La Stampa come praticante e dieci anni dopo si trasferisce a Roma. Nel 1992 il direttore è Ezio Mauro e Aldo è agli esteri e quindi gli capita di dover scrivere degli attentati dell’11 Settembre, dei fatti del G8 di Genova, ma si occupa anche degli omicidi D’Antona e Biagi. Ha la fortuna di lavorare con Giampaolo Pansa, Giorgio Bocca, Enzo Bettiza verso i quali nutre stima e riconoscenza. Grande scuola di giornalismo e non solo. Rimane a La Stampa fino al 2003 quando passa al Corriere della Sera, dove è inviato speciale ed editorialista. Tra i tanti importanti articoli a sua firma da ricordare quelli sulle elezioni di Bush, Obama, Sarkozy, Hollande, Erdogan, Abu Mazen, Cameron, quelli sugli ultimi quattro Mondiali di calcio e Olimpiadi. Dalla politica al calcio: tante pagine scritte sulle principali testate italiane, ma ecco il momento di intraprendere strade nuove. Nasce così la collaborazione con la casa editrice Mondadori per la quale pubblica oltre dieci libri sull'identità nazionale, in chiave critica - Outlet Italia (2007) e L'Italia de noantri (2009) - e in difesa della storia e delle potenzialità del nostro Paese: Viva l'Italia (2010) e Basta piangere! Storie di un’Italia che non si lamentava (2013) dove racconta ai ragazzi di oggi la storia della sua generazione e quella dei padri e dei nonni, “che non hanno trovato tutto facile; anzi, hanno superato prove che oggi non riusciamo neanche ad immaginare”. Entrambe le opere hanno superato le centomila copie. Scrive poi il romanzo La mia anima è ovunque tu sia (2011); L’Italia s’è ridesta. Viaggio nel Paese che resiste e rinasce ( 2012). Nel corrente anno ha pubblicato La guerra dei nostri nonni dove, con la penna del brillante cronista ma anche l’acume del saggista, attraverso lettere, diari e testimonianze varie, ha raccontato le vicende dolorose di quanti hanno vissuto, da soldati o civili, la Grande Guerra. Queste alcune delle opere scritte da Cazzullo per le quali tra l’altro ha già vinto diversi premi letterari e giornalistici. LANDO BUZZANCA PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 per la cultura/spettacolo 28 Lando Buzzanca, all’anagrafe Gerlando, negli ultimi dieci anni, ha iniziato a vivere una sorta di seconda giovinezza artistica grazie ad alcune fiction di successo come Io e mio figlio, Capri, Terra Ribelle e Lo scandalo della Banca Romana. Recentemente l'attore siciliano è stato sul piccolo schermo con la seconda serie de Il Restauratore, fiction di successo in onda su Rai 1. Buzzanca ha comunque alle spalle una carriera lunga e intensa, ha vissuto gli anni importanti del cinema italiano dell’immediato dopoguerra, gli anni della commedia e quelli attuali delle fiction. Figlio d’arte compie i suoi studi a Palermo e a 18 anni parte alla volta di Roma, dove, mentre frequenta corsi di recitazione all'Accademia Sharoff (di cui è divenuto poi presidente onorario), si adatta a lavori precari prima di realizzare il sogno di intraprendere la carriera dell'attore, dapprima in ambito teatrale e poi per il cinema. Dopo alcuni film girati come comparsa, tra cui Ben-Hur, il debutto ufficiale arriva nel 1961 con Pietro Germi, che lo sceglie per il ruolo di Rosario Mulè in Divorzio all'italiana, e successivamente per la grottesca figura di Antonio, il fratello della protagonista, in Sedotta e abbandonata. La scelta dei successivi copioni non sarà sempre fortunata, e Lando si troverà spesso ad interpretare ruoli stereotipati di maschio siciliano, perennemente assatanato ma un po' impacciato, per cui la critica cinematografica lo relega alla schiera dei caratteristi e degli interpreti del cinema di serie B, con l'eccezione del ruolo di protagonista in Don Giovanni in Sicilia (1967), di Alberto Lattuada. Anche se la critica continua a non essere benevola, la sua vena comica e la sua recitazione spontanea incontrano un vasto consenso di pubblico. Nel 1970 interpreta in televisione Signore e signora, in coppia con Delia Scala, una divertentissima carrellata di personaggi e situazioni incentrate sul tema del matrimonio e della vita di coppia, che riscuote enorme successo. La sua battuta "mi vien che ridere" rimarrà un tormentone ricordato e ripetuto dal pubblico per anni. Anche sull'onda del grande consenso televisivo i suoi film cominciano a riscuotere un rilevante successo commerciale. La vera svolta arriva quindi con Il merlo maschio, commedia erotica all'italiana del 1971 diretta da Pasquale Festa Campanile. È con questa pellicola che Buzzanca perviene alla notorietà internazionale. Nel film anche Laura Antonelli, al suo primo ruolo di rilievo. Negli anni seguenti Buzzanca si trova così a recitare al fianco delle più belle attrici del momento: da Claudia Cardinale a Catherine Spaak, da Barbara Bouchet a Senta Berger per finire con Joan Collins. Forte del suo successo commerciale, Buzzanca comincia anche a scegliere da solo i ruoli da interpretare: sue sono ad esempio le idee di film come L'arbitro, Il sindacalista e All'onorevole piacciono le donne, in cui tratteggia gustose parodie di personaggi realmente esistenti e facilmente riconoscibili. A metà degli anni Settanta cala l'interesse per questo tipo di personaggio e, inevitabilmente, diminuiscono gli impegni cinematografici di Buzzanca, che non si piega alla svolta "scollacciata" della commedia erotica all'italiana, rifiutandosi di comparire nelle pellicole dei vari “Pierini”preferendo lavorare in radio, dove per qualche anno sarà protagonista di Gran varietà con il grottesco "Buzzanco", erede del personaggio televisivo inventato per la serie Signore e signora. Dopo alcuni anni di attività in teatro, torna nel 2005 alla tv con una fiction intitolata Mio figlio, diretta da Luciano Odorisio, nel ruolo del padre di un ragazzo omosessuale. La fiction ottiene uno straordinario successo di pubblico e ispirerà una serie andata in onda nel 2010, anno in cui interpreta le miniserie Lo scandalo della Banca Romana e Capri 3. Nel 2007 ritorna al cinema con “I Vicerè” di Roberto Faenza, bellissimo film che ottenne successo di pubblico e di critica, oltre a numerose candidature ai David di Donatello. Nel 2012 è di nuovo in TV con la fiction Il restauratore, in prima serata su Rai 1 per sei puntate: la serie ottiene un altro grande consenso di pubblico, con più di 6 milioni di spettatori, spingendo così la RAI alla realizzazione di una seconda recentemente andata in onda. Lo scorso 8 settembre Lando, al quale non sono mancati momenti dolorosi nella vita privata, ottiene a La vita in diretta una standing ovation lunga parecchi minuti a testimonianza di quanto sia amato dal pubblico. MASSIMO FERRERO PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014 “personaggio del momento” 30 Massimo Ferrero è il personaggio del momento: vulcanico, istrionico, instancabile, da tre mesi spiazza tutti, tifosi, esperti di calcio e stampa quando parla della sua squadra, la Sampdoria. Catapultato a giugno in un ambiente nuovo, quello appunto del pallone, dopo aver rilevato da Edoardo Garrone la squadra ligure, non si è mai tirato indietro o trattenuto nell’esternare il suo pensiero nel privato come davanti ai microfoni e alle telecamere, anzi. Il suo è un continuo eloquio scoppiettante, infarcito di battute e frasi cinematografiche condito con l’ironia romanesca. Essere sopra le righe, quando entra in contatto con i mass media, è coerente al suo modo di fare, nella vita e nel lavoro. L’ account Twitter lo rivela: Massimo Ferrero@unavitadacinema). Non dobbiamo stupirci dunque se non risparmia una pubblica dichiarazione d'amore a Ilaria D'Amico o una critica feroce all'inno della Sampdoria o un epiteto fuori luogo a Tohir. E’ fatto così. Prendere o lasciare. Ferrero stupisce sempre ed è per questo che, corteggiato dai mass media, è diventato in poco tempo così popolare tanto da costituire una delle imitazioni di maggior successo dello show di Crozza. Massimo Ferrero è nato a Testaccio, una volta quartiere popolare di Roma, oggi inserito nel Centro storico, caratteristico ed esclusivo. Oltre che Presidente della Sampdoria è un produttore, distributore e esercente cinematografico. E’ padre di quattro figli, tre femmine ormai adulte e un maschietto di quindici mesi. Il suo amore per il cinema comincia a diciotto anni quando entra nel mondo dello spettacolo. Percorre tutta la scala professionale, dal gradino più basso salendo sempre, sino a ricoprire il ruolo di direttore di produzione (dal 1974 al 1983) in film come A mezzanotte va la ronda del piacere, L’anatra all’arancia, Corleone, Marco Polo, La tragedia di un uomo ridicolo etc. Nel 1983 raggiunge la qualifica di organizzatore generale prima e produttore esecutivo successivamente (dal 1983 al 1996) realizzando film come Ultrà (nel quale interpreta, come in altre pellicole, un cameo) di Ricky Tognazzi, Miranda e Capriccio di Tinto Brass, Francesco di Liliana Cavani Cavani, Mery per sempre di Marco Risi e tanti altri. Altro piccolo ruolo nel film Camerieri del 1995 nel quale impersona Sem. Lo spartiacque è il 1994 quando inizia l’attività di produttore indipendente con cui lancia il primo film, Testimoni d'amore di Giacomo Campiotti. Seguono poi numerose pellicole come Libero Burro per la regia di Castellitto, La Vespa e la Regina di De Leo, Tra(sgre)dire di Tinto Brass, Commedia Sexy di Claudio Bigagli, La Carbonara di Gigi Magni, Tutte le donne della mia vita di Simona Izzo, solo per citarne alcuni. Una lunga serie di opere che è stata caratterizzata oltre che da importanti nomi di registi e attori protagonisti, da premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali. Nel 1995, su incarico del governo cubano, progetta e crea il Cinema di Stato a Cuba che si concretizza con la costituzione dell’ICAIC. Nei primi anni 2000 inizia a produrre anche fiction di grande successo per le reti RAI e Mediaset come Il Papa Buono, Il Ritmo della Vita, Così fan Tutte, Sleepless, Mia Madre, Il Generale dei Briganti. Successivamente consolida la sua società di produzione cinematografica e televisiva grazie anche alla preziosa collaborazione della figlia Vanessa. Attualmente sono in lavorazione due film “Le Frise Ignoranti” di De Leo e Lo Prieno (in fase di montaggio) e “Festa di una Famiglia allargata” di Simona Izzo (in preparazione). La sua grande passione per il cinema si consacra nel 2009 con la fondazione della Ferrero Cinemas Group che acquisisce 60 sale cinematografiche tra cui lo storico cinema Adriano di Roma, punto di riferimento per Prime Cinematografiche di grande prestigio. Attraverso la Ferrero Cinemas Group è anche distributore cinematografico. Il soprannome “Viperetta” sembra sia stato ideato da Monica Vitti, che così lo appellò quando, giovanissimo, lo vide allontanare dal suo camerino un aggressivo seccatore con una grinta e un’energia sorprendenti per la sua età e la sua corporatura. PREMIO DOP Con l'assegnazione nel giugno del 2008 del riconoscimento europeo della Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) alla Casatella Trevigiana, la Provincia di Treviso ha aggiunto tra le sue eccellenze gastronomiche un prodotto caseario che ne porta il nome e che trasmette quindi, in Europa e nel mondo, la straordinaria qualità di un territorio. Consorzio di Tutela e Produttori hanno scelto, in occasione del "Radicchio d'Oro", di assegnare ogni anno il "Premio DOP alla trevigianità” a quella figura che, come la Casatella Trevigiana, sappia esprimere in modo genuino e sincero, attraverso i successi raggiunti nel proprio ambito, i valori della nostra cultura. 32 I M O C O V O L L E Y Srl CONSORZIO CASATELLA TREVIGIANA DOP premio DOP alla trevigianità 34 La Imoco Volley Srl è nata nell’aprile 2012. Società sportiva dilettantistica, senza scopo di lucro, fa capo a due aziende fortemente radicate nel territorio coneglianese e della Marca: Imoco Group Spa, importante gruppo tipografico appartenente alle famiglie Maschio e Polo, e Garbellotto Spa, che dal 1775 produce botti esportandole in tutto il mondo. Presidente della neo-nata società è Piero Garbellotto, co-presidente Pietro Maschio, vice presidente Elena Polo. Uno staff giovane per un team giovane e profondamente radicato nel territorio. Spinti dalla grande passione per il Volley e dalla voglia di restituire al territorio quanto ricevuto negli anni, questi Imprenditori hanno fortemente voluto riportare la grande Pallavolo a Conegliano e nella Marca Trevigiana. La «casa» di Imoco Volley è diventata il PALAVERDE, dove la squadra in questi due anni di vita ha frantumato tutti i record di presenze e di pubblico della serie A1 (oltre 60.000 tifosi nella stagione 2013/14). Il Team è composto da giocatrici di grande qualità che sono un mix di gioventù e di grande esperienza e provengono soprattutto dal territorio, ma quest’anno la squadra si presenta ambiziosa ai nastri di partenza, con i nuovi acquisti reduci dal Mondiale svolto in Italia: le campionesse del Mondo con gli USA Rachael Adams e Alisha Glass (miglior regista del Mondiale), l'azzurra Monica De Gennaro miglior libero del Mondiale, la turca Neriman Ozsoy; tutte atlete di grande valore, che si innestano in un gruppo già importante con Fiorin, Barazza, Nikolova e compagnia. Allenatore, nuovo, il trevigiano Nicola Negro che lo scorso anno allenava in Polonia. Massima attenzione quindi al pubblico e al territorio, infatti dopo due grandi stagioni che hanno visto la squadra nel 2012/13 arrivare alla finale scudetto, nel 2013/14 consolidarsi con la partecipazione storica alla Champions League (e la qualificazione tra le migliori 12 d'Europa) e la semifinale scudetto, quest'anno si punta a portare a casa un trofeo per proseguire nella crescita. Mantenendo ben saldi gli obiettivi iniziali, la società fin da subito ha cercato e trovato un importantissimo accordo di collaborazione -per far crescere future campionesse- con la Polisportiva Efferre di San Pietro di Feletto, con il Volley Vazzola e con Volley Pool Piave San Donà, quest’ultima società leader nel mondo giovanile (anche quest’anno ha centrato tutte le finali nazionali di categoria e ha sbaragliato a livello regionale, mandando anche parecchie giovani atlete in nazionale giovanile). Un totale di 500 piccole grandi atlete che ora giocano con l’obiettivo di divertirsi ma anche di poter un giorno entrare nella prima squadra. Un impegno sociale che intende allargarsi e muoversi a trecentosessanta gradi anche grazie alla collaborazione con le associazioni di volontariato del territorio e con quelle componenti della tifoseria che da anni lavorano a stretto contatto con i giovani e con i diversamente abili, coinvolgendoli proprio grazie alla presenza di una realtà sportiva di primo livello in città. A fianco di Imoco Volley sono già scese diverse importanti realtà imprenditoriali trevigiane e non solo, tanto da vantare 130 sponsor. A L B O D ’ O R O 2002 - per l’enogastronomia Antica trattoria Suban Maria Grazia Marchetti Lungarotti Edoardo Raspelli segnalazioni speciali Giuliana Benetton per la solidarietà Alessandro Zanardi per lo sport Claudio Costa Riccardo Pittis Marco Melandri per la cultura / informazione Mauro Mazza per lo spettacolo Saverio Marconi per la cultura Vittorio Sgarbi giovani promesse Patrizia Laquidara 2003 - per l’enogastronomia Celeste e Giuliano Tonon Mario Felluga Italo Maschio Marco Gatti segnalazioni speciali Richard Lovat Gavino Sanna per lo sport Gilberto Simoni Giuseppe Gibilisco Luca Cordero di Montezemolo per la cultura / informazione Giorgio Lago per la cultura / spettacolo Beppe Tenti per la cultura Alvise Zorzi 2004 - Segnalazioni dalla Terra Veneta allo sport Fabrizio Gollin alla cultura F.lli Lucchetta Premio Ristoranti del Radicchio al giornalismo d’opinione Carlo Nordio per la cultura / spettacolo Lino Banfi per la cultura / carriera Carlo Rambaldi per la cultura Alda Merini per l’enogastronomia Heinz Beck Bruno Gambacorta per lo sport Marco Galeazzi Luigi Agnolin 1 9 9 9 - 2 0 1 3 1999 - 2000 - 2001 - 36 per la cultura Cino Boccazzi Mario Brunello Giuseppe Zigaina per l’enogastronomia Giuseppe Bigazzi Istituto Tecnico Agrario Statale G.B. Cerletti Lino Toffolin per lo sport Jonathan Binotto Adriano De Zan Davide Rebellin per la cultura Margherita Hack per lo spettacolo Mario Maffucci per la moda Rosita e Ottavio Missoni per lo sport Luca Badoer Paola Pezzo Giuseppe Signori per l’enogastronomia Giovanni Nuvoletti Perdomini Aldo e Alba Campeol Carles Gaig per la solidarietà Paolo Berro Don Antonio Zuliani Piccola Comunità di Conegliano per la cultura Andrea Zanzotto per lo spettacolo Franco Nero per l’informazione Lino Januzzi per l’enogastronomia Ulderico Bernardi Enrico Guagnini Antica Locanda al Cappello - Mel per lo sport Valentina Vezzali Gianluca Pagliuca per la solidarietà Teresa Mariot Pelos segnalazioni speciali Teofilo Sanson Donatella Rettore A L B O D ’ O R O 1 9 9 9 - 2 0 1 3 2005 - Segnalazioni dalla Terra Veneta all’imprenditoria Franco Bragagnolo al successo veneto nel mondo Franco Prevedello alle arti Roberto Zarpellon alla cultura Marco Goldin allo sport Giuseppe Pillon Premio Ristoranti del Radicchio allo sport Giovanni Malagò Rolly Marchi Damiano Tommasi Paolo Savoldelli Pallavolo squadra nazionale maschile per l’enogastronomia I “Dolo-mitici” per la cultura / informazione Michele Mirabella per la cultura / spettacolo Remo Girone per la cultura / carriera Gianni Brezza - Loretta Goggi 2006 - Segnalazioni dalla Terra Veneta all’enogastronomia Elda e Luigi Bortolini alle arti Diego Basso all’imprenditoria Giovanni Rana Premio Ristoranti del Radicchio per l’enogastronomia Alfonso e Livia Iaccarino per lo sport / carriera Ezio Zermiani Arturo Merzario per lo sport Giancarlo Abete Narciso Pezzotti Claudio Gaudino Vito Scala Filippo Inzaghi Bruno Longhi Angelo Carosi per la cultura Mauro Corona per la cultura / carriera Mike Bongiorno 38 2007 - Segnalazioni dalla Terra Veneta all’imprenditoria Marcello Cestaro al successo del Nordest nel mondo Primo Ivo Di Luca alle arti Fulvio Roiter allo sport Antonio Peretti (Tom Pery) Premio Ristoranti del Radicchio per l’enogastronomia Giovanni D’Amato Ristorante “Il Rigoletto” Roberta Schira per lo sport Carlo Tavecchio Lorenzo Bernardi Fabio Capello Marta Bastianelli per la cultura / spettacolo Pippo Franco per la cultura / design Walter De’ Silva per la cultura / carriera Mogol 2008 - Segnalazioni dalla Terra Veneta per l’arte / moda Roberta Scarpa per la cultura Sac. Prof. Luigi Maria Verzè Premio Ristoranti del Radicchio per l’enogastronomia Ristorante Perbellini per l’enogastronomia Maria Scicolone per lo sport / giornalismo Gian Paolo Ormezzano per lo sport Alessandro Ballan, Marco Simoncelli Alex Schwarzer, Matteo Tagliariol per la cultura / eventi speciali Rosanna Mani per la cultura / giornalismo Toni Capuozzo per la cultura / spettacolo Renato Pozzetto per la cultura / carriera Luigi Magni e Lucia Mirisola Premio DOP alla trevigianità Luca Zaia A L B O D ’ O R O 2011 - Segnalazioni dalla Terra Veneta all’imprenditoria Luigi Zecchin per lo sport Sergio Campana Premio Ristoranti del Radicchio 2011 per l’enogastronomia Carlo Cracco per lo sport Giorgia Bronzin, Francesco Guidolin, Antonio Di Natale per il costume Patrizia Mirigliani per la cultura / spettacolo e musica Paolo Limiti per la cultura / teatro e cinema Vanessa Gravina per la cultura Roberto Gervaso nella ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia Frecce tricolori Premio DOP alla trevigianità Federico Tessari 2012 - Segnalazioni dalla Terra Veneta per l’enogastronomia Gianluigi Secco per l’imprenditoria Ennio Doris Premio Ristoranti del Radicchio 2012 per l’enogastronomia Ristorante La Peca, Paolo Marchi per lo sport Daniele Molmenti, Raffaele Pagnozzi per la cultura / spettacolo Ricky Tognazzi, Simona Izzo per la cultura / giornalismo Carmen Lasorella Premio DOP alla trevigianità Alvise De Vidi 2013 - Segnalazioni dalla Terra Veneta per la musica / arte Giusto Pio Premio Ristoranti del Radicchio per l’enogastronomia / giornalismo Licia Granello per l’enogastronomia Giancarlo Morelli - Pomiroeu per la cultura Giuliano Montaldo per lo spettacolo Mara Venier per lo sport Jessica Rossi, Tania Cagnotto Premio DOP alla trevigianità Andrea Lucchetta Citazioni speciali dal triveneto per l’ innovazione in orticoltura Francesco Daminato 1 9 9 9 - 2 0 1 3 2009 - 2010 - 40 Segnalazioni dalla Terra Veneta per la cultura Vittorino Andreoli Premio Ristoranti del Radicchio per l’enogastronomia Carlo Cannella per l’enogastronomia Relais & Chateaux “Il Falconiere” per lo sport Alberto Paloschi per lo sport Jenny Barazza Nazionale femminile pallavolo Valerio Cleri Paolo Barelli Campionesse Mondiali 2009 Spada a squadre femminile Zdenek Zeman per la cultura / arte Alessandro Verdi per la cultura / musica Antonello Venditti per la cultura Philippe Daverio Premio DOP alla trevigianità Dino De Poli Segnalazioni dalla Terra Veneta per la solidarietà Don Antonio Mazzi Premio Ristoranti del Radicchio per l’enogastronomia Gennaro Esposito per lo sport Massimiliano “Max” Biaggi per la cultura / informazione Antonio Azzalini per lo spettacolo Fabrizio Frizzi per la ricerca scientifica Silvio Garattini Premio DOP alla trevigianità Ulderico Bernardi RASSEGNA GASTRONOMICA 2014/2015 RASSEGNA GASTRONOMICA 2014/2015 Curatore “Premio Radicchio d’Oro”: Pietro Gallonetto Immagine e progetto grafico: Lineart Testi: Pietro Gallonetto Videoproduzione: Controcampo Scenografia: Caterina Scaramellini Stampa: Stampatori della Marca PREMI RADICCHIO D’ORO: Maestri vetrai New Murano Gallery Ufficio stampa “Premio Radicchio d’Oro”: Angelo Squizzato Consorzio Ristoranti del Radicchio - Piazza Europa Unita, 18/b - 31033 Castelfranco Veneto (Treviso) Informazioni e P.R. 347 2390857 - 0423 723960 - Tel. e Fax 0423 742259 - www.ristorantidelradicchio.it