Untitled - premio radicchio d`oro 2015

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Untitled - premio radicchio d`oro 2015
RADICCHIO D’ORO
Premio Ristoranti del Radicchio
Castelfranco Veneto
lunedì 17 novembre 2014
Quest’anno l’estate giunta in ritardo sembrava non volerci lasciare, ma
la natura, si sa, segue leggi proprie, cicliche; ecco allora che gli alberi si
rivestono di chiome variopinte e i campi assumono il color bruno dell’abbandono invernale. E’ tempo di prodotti autunnali e sulle nostre
tavole cominciano ad apparire in tutta la loro bellezza e fragranza croccante i radicchi: il rosso precoce che fa capolino tra le prime brine e si
prepara ad essere il re dei menu dei Ristoranti del Radicchio insieme alla
vezzosa cugina, la rosa di Castelfranco.
Ritorna puntuale all’appuntamento anche il Radicchio d’Oro. Sono 16
quest’anno le edizioni di un Premio che si sta avviando verso la maggiore età con lo spirito di sempre, accompagnato da tanti estimatori e
nuovi amici. Tanti autunni sono ormai passati da quando il suo anfitrione, Egidio Fior, l’ha pensato, voluto, realizzato, ma sembra ieri.
Il Premio cresciuto in tutti questi anni grazie all’entusiasmo degli organizzatori, di chi ha creduto che fosse utile, di tutti i partecipanti: ospiti
e premiati. Un avvenimento atteso, unico nel genere nella Regione e
non solo.
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L’idea di Egidio e del Gruppo dei Ristoratori del Radicchio di premiare
chi si distingue nell’ambito dell’enogastronomia, dello sport e della cultura, ha sempre trovato ampi consensi e vivi apprezzamenti. Tutti coloro, e sono ormai tanti, che dal 1999 si sono presentati all’Hotel Fior per
ricevere il Premio, se ne sono andati con la consapevolezza di aver vissuto una serata indimenticabile grazie all’accoglienza tipicamente veneta, che unisce serietà e convivialità, all’atmosfera amichevole e professionale, all’attenzione massima e mai leziosa per l’ospite, che la famiglia Fior ha saputo donare.
Il radicchio di Treviso, fiore che si mangia, è stato ed è testimone di tutto
ciò. Trionfa sui piatti e sui decori come un principe nella sala del trono,
attorniato da illustri personalità del mondo dello sport, dello spettacolo,
dell’arte, della letteratura, della moda, della TV, della canzone, della
cucina, della solidarietà, dell’impresa.
Il “Radicchio d’Oro” non è solo un premio, è soprattutto una festa, un
convivio tra persone diverse per attitudine e abilità, ma accomunate
dagli stessi sentimenti, dalle stesse passioni e dagli stessi valori.
COMITATO D’ONORE
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Leonardo Muraro
Presidente Provincia di Treviso
Cesare Bellò
Consigliere delegato OPO Veneto
Furio Bragagnolo
Presidente Pasta Zara S.p.A.
Walter Brunello
Libero professionista
Sergio Campana
Presidente onorario Associazione calciatori
Antonio Cerlenizza
AUDI Italia
Guido D’Ubaldo
Consigliere Nazionale Ordine Giornalisti
Paolo Duprè
Publitalia
Egidio Fior
Presidente Consorzio Ristoranti del Radicchio
Pietro Gallonetto
Libero professionista, organizzatore del Premio
Beppe Gioia
Giornalista RAI
Francesco Guidolin
Allenatore
Mario Maffucci
Giornalista, consulente progetti di comunicazione
Gianfranco Marabelli
Pubblicitario
Carlo Orichuia
Direttore TV Numeri Uno- RAI Eri
Pierluigi Ronzani
Docente univesitario - Avvocato
Giovanni Schiavon
Magistrato
Ercole Spallanzani
Caposervizio sport Prima Pagina Reggio e Modena
MADRINA DEL PREMIO
CLARISSA MARCHESE
Miss Italia 2014
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PRESENTANO
MONICA VALLERINI
GIORGIO MARTINO
Monica Vallerini, nata a Cittadella e poi trasferita a Bassano del
Grappa, è un’attrice italiana nota al pubblico, soprattutto televisivo,
per aver interpretato il ruolo dell'infermiera Gloria in Un medico in
famiglia 6,7,8 e 9.
Diplomatasi al liceo linguistico, inizia a studiare recitazione alla
scuola del Teatro Verdi di Padova, al Teatro Goldoni di Venezia e al
Marvel Theatre di New York.
Inizia la sua carriera facendo l'indossatrice e prendendo parte ad
alcuni videoclips di Edoardo Bennato, Tony Esposito, Enzo Avitabile.
Monica ha iniziato da poco ma ha al suo attivo già diverse partecipazioni in film per il cinema e la Tv. Da menzionare la partecipazione alle fiction televisive in Come quando fuori piove di Mario
Monicelli, Don Matteo, Tutti pazzi per amore 3, Caterina e le sue
figlie 3, Il restauratore 2, Il Maresciallo Rocca, Carabinieri, Sospetti
2, Capri 2, oltre al citato Un medico in famiglia. Per il cinema appare in Passo a due (con il ballerino Kledi), La stagione dei delitti,
Lithium conspirancy. Del 2014 Una pallottola nel cuore con Gigi
Proietti e la regia di Luca Manfredi.
La vita privata la vede impegnata nel sociale come donatrice e testimonial dell’ ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) e
dell’AVIS.
Nato a Roma il 2 dicembre 1942. Laureato in Scienze Politiche.
Annunciatore radio-tv dal 1964 al 1968.
Giornalista professionista dal 1968, dopo aver vinto il concorso per
telecronisti indetto dalla Rai, da cui poi viene assunto alla redazione sportiva.
Ha seguito e raccontato i più importanti avvenimenti sportivi mondiali per oltre tre decenni: 8 Olimpiadi (7 estive ed una invernale), 8
Mondiali di Calcio 8 Europei di Calcio, Universiadi, Giochi del
Mediterraneo, Good Will Games, Giochi del Commonwealth, una
trentina di campionati del mondo di ciclismo, decine di campionati del mondo e di campionati europei di nuoto, pallanuoto, tuffi, pallavolo, basket,sci.
E ancora 30 Giri d’Italia e tutte le principali competizioni ciclistiche
internazionali, compresi il ciclocross e la pista, dal Tour de France
alle grandi classiche.
Ha raccontato gli avvenimenti di oltre 20 discipline sportive attraverso circa 4 mila telecronache.
Ha condotto le principali rubriche sportive della Rai, dalla
Domenica Sportiva a 90° Minuto, a Dribbling…ha ideato e condotto programmi di successo come Eurogol, Domenica Sprint, Giro di
Sera, Giallo di Sera, Stadio Sprint, Bravo, Gol Flash, la Giostra del
Gol, l’Altra Domenica…
Dal 2000 al 2008 ha diretto Roma Channel per una diversa esperienza professionale legata alla nuova realtà della comunicazione
televisiva attraverso la nascita dei Canali Tematici.
Appassionato di musica e di spettacolo, si è dedicato anche alla presentazione e alla conduzione di eventi, dai festival canori a convegni, congressi, premiazioni. Presenta il Radicchio d’Oro fin dalla sua
prima edizione.
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INTRATTIENE
GIGI VIGLIANI
Gigi Vigliani, all'anagrafe Luigi Viglioglia, è un cantante e imitatore
italiano, nato a Roma da una famiglia proveniente da Rionero in
Vulture (provincia di Potenza). Dopo gli studi, si dedica inizialmente ad un'attività commerciale, lavorando come ispettore di vendite
per una ditta di caffè. Si scopre uomo di spettacolo quasi per caso,
cantando con gli amici durante una cena. Nel 1983 inizia l'attività
artistica in piccoli locali e, nell'anno successivo, esordisce in Tv con
il programma Forte Fortissimo, presentato da Barbara D'Urso,
Sammy Barbot e Corinne Clery.
Raggiunge il massimo della sua notorietà negli anni Novanta, con gli
show televisivi Sarabanda, condotto da Enrico Papi; Ci vediamo in
tv, presentato da Paolo Limiti, e Maurizio Costanzo Show. Diventa
noto anche come imitatore di musicisti quali Claudio Baglioni,
Renato Zero e Lionel Richie.
È anche autore e regista teatrale. Al teatro Tendastrisce di Roma nella
stagione 1993-1994 progetta ed interpreta Diffidate dalle imitazioni,
uno spettacolo che lo vede come unico protagonista in un serrato
racconto musical-satirico dell'Italia di oggi. Grillo, Verdone,
Celentano, Sordi ed altri personaggi resi da Vigliani alla sua maniera, intrattengono il pubblico conducendolo per mano in un lungo
viaggio attraverso la musica italiana. Si arriva così al "piatto forte"
con cantanti e cantautori da lui stesso emulati come testimoni e simboli dei giorni nostri. Gigi Vigliani è uno dei talenti più singolari e
complessi che lo scenario italiano abbia mai espresso: attore, cabarettista, one-man-show. Altri spettacoli di successo sono
Mediolanum Tour (tra il 1996 e il 2000), dove duetta con artisti come
Ron, Anna Oxa, Fausto Leali e Amii Stewart; Il mangiadischi (20012002) trasmesso al teatro Bagaglino di Roma; Giro Mediolanum
(2003-2004); Continuate a diffidare dalle imitazioni (2004).
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SEGNALAZIONI DALLA TERRA VENETA
per l’impegno civile / solidarietà
DON LUIGI CIOTTI
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Luigi Ciotti è nato il 10 Settembre 1945 a Pieve di Cadore (patria di Tiziano Vecellio), ma
come accadde a molte altre famiglie della zona anche la sua fu costretta ad emigrare, la
scelta è Torino. E’ qui che si forma e a vent’anni, insieme ad alcuni amici, fonda un gruppo di impegno giovanile che si chiamerà Gruppo Abele. Fra i suoi primi impegni quello
di avviare un progetto educativo negli istituti di pena minorili e la creazione di alcune
comunità per adolescenti alternative al carcere. Viene ordinato sacerdote nel 1972 e il
cardinale Pellegrino gli affida la sua prima parrocchia: la strada. E’ così che affronta il
diffondersi della droga e apre prima un centro di accoglienza e ascolto, un’esperienza
allora unica in Italia, cui seguirà l’apertura di alcune comunità. In quegli stessi anni,
all’accoglienza delle persone in difficoltà, l’Associazione comincia ad affiancare l’impegno culturale - con un centro studi, una casa editrice e l’“Università della strada” - e, in
senso lato, “politico” - con mobilitazioni come quella che nel 1975 porta alla prima legge
italiana non repressiva sull’uso di droghe, la 685 - per costruire diritti e giustizia sociale.
In quegli anni, lavora sul fronte della lotta alle tossicodipendenze in molti paesi, come
Gran Bretagna, USA, Giappone, Svizzera, Spagna, Grecia, Jugoslavia, mentre si interessa
del recupero degli ex detenuti in alcuni paesi in via di sviluppo. Negli anni 80, diventa
presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) e della
LILA (Lega Italiana per la Lotta all'AIDS), mentre negli anni 90 intensifica la sua opera
contro la Mafia, fondando il mensile «Narcomafie». Cinque anni dopo nasce «LiberaAssociazioni, nomi e numeri contro le mafie», una importantissima associazione contro
la mafia che collega oltre 700 tra associazioni e gruppi che si occupano anche di recuperare i beni confiscati alla Mafia (con Libera Terra) e oggi punto di riferimento per oltre
1.600 realtà nazionali e internazionali (fra cui diverse sigle del mondo dell’associazionismo, della scuola, della cooperazione e del sindacato). Obiettivo di Libera è alimentare
quel cambiamento etico, sociale, culturale necessario per spezzare alla radice i fenomeni mafiosi e ogni forma d’ingiustizia, illegalità e malaffare. A questo servono i percorsi
educativi in collaborazione con 4.500 scuole e numerose facoltà universitarie; le cooperative sociali sui beni confiscati con i loro prodotti dal gusto di legalità e responsabilità;
il sostegno concreto ai familiari delle vittime e la mobilitazione annuale del 21 marzo,
“Giornata della memoria e dell’impegno”; l’investimento sulla ricerca e l’informazione,
attraverso l’Osservatorio “LiberaInformazione”; l’attenzione alla dimensione internazionale, con la rete di Flare - freedom, legality and rights in Europe. Nel gennaio 2013 le
associazioni che presiede (Libera e Gruppo Abele) avviano la campagna online di Riparte
il futuro, che ha permesso la modifica dell’articolo 416 ter del codice penale in tema di
voto di scambio politico - mafioso il 16 aprile 2014. Don Luigi Ciotti è stato anche giornalista, collaborando a diverse testate tra cui: La Stampa, l’Avvenire, l’Unità, il Manifesto,
Il Sole-24 Ore, il Mattino, Famiglia Cristiana, Messaggero di Sant’Antonio, Nuovo
Consumo; più volte membro del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale della
Diocesi di Torino. Nei primi anni 80 è stato docente presso la Scuola superiore di polizia
del ministero dell’Interno. Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica
Italiana, ha ricevuto a Bologna la laurea honoris causa in Scienze dell'Educazione, nel
2006 dall’Università degli Studi di Foggia la laurea honoris causa in Giurisprudenza. È
inoltre cittadino onorario di numerose città in tutta Italia. Nel 2012 ha ricevuto il Premio
Nazionale Nonviolenza conferito dall'Associazione Cultura della Pace “per la sua indefessa opera nei confronti dei più emarginati, degli ultimi della società, per il recupero
degli esclusi e per il lavoro di coscientizzazione della società nei confronti del fenomeno
mafioso e dei suoi meccanismi”. Possiamo ben affermare che don Luigi (e tanti preti come
lui lontani dai palazzi e vicini alla gente) prima di sentire le parole di papa Francesco, le
aveva già messe in atto: “ non camminiamo da soli,-esorta il papa in uno dei suoi discorsi- siamo parte dell'unico gregge di Cristo. Qui penso ancora a voi preti, camminare con
il nostro popolo: a volte davanti, a volte in mezzo e a volte dietro; è importante uscire per
andare incontro all'altro, nelle periferie, che sono luoghi, ma sono soprattutto persone,
situazioni di vita; non abbiate paura di uscire e andare incontro a queste persone».
Numerose le sue pubblicazioni, da Genitori, figli & droga, a Chi ha paura delle mele
marce? Giovani, droghe, emarginazione...,Persone, non problemi. L'utopia concreta della
strada, Terra e cielo. Le strade del Vangelo, Dialogo su pedagogia, etica e partecipazione
politica, Dialogo sulla legalità, I cristiani e il valore della politica, Storia di crisi finanziarie e di lavoro, di amore e di dolore, di onesti e di disonesti, La speranza non è in vendita, Il “Noi” che desidera e realizza il cambiamento, introduzione a Dal bene confiscato
al bene comune Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati, Cambiare noi, con Antonio Mazzi.
ALESSANDRO MARZO MAGNO
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
per l’enogastronomia
Alessandro Marzo Magno è uno scrittore e giornalista nato a Venezia un giorno di settembre del 1962.
Laureato in storia, ha lasciato presto la città natale per Vicenza, Trieste (dove ha conosciuto
la moglie che poi gli ha dato due figli), Gorizia e Vienna, alla fine si è trasferito a Milano,
dove vive tuttora.
Come giornalista è stato più volte nei Balcani durante il conflitto che ha dilaniato l'ex
Jugoslavia dal 1991 al 2001. Ha lavorato in vari quotidiani, quindi è stato per dieci anni il
responsabile degli esteri del settimanale "Diario". Ora collabora con "Focus Storia" e con la
pagina food del sito del "Sole 24 Ore".
Scrive libri, ne ha pubblicati undici. Del 2013 L'invenzione dei soldi. Quando la finanza
parlava italiano, si è rivelato un successo oltre ogni aspettativa. Nell’aprile di quest’anno è
uscito "Il genio del gusto. Come il mangiare italiano ha conquistato il mondo" per le casa
editrice Garzanti con la quale aveva già pubblicato “L’alba dei libri. Quando Venezia ha
fatto leggere il mondo (2012), entrambi alla quinta edizione. Precedentemente ha pubblicato La guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001; Venezia degli amanti. Epopea dell’amore in 11 celebri storie veneziane.; Piave. Cronache di un fiume sacro; Venezia. I Turchi
e la distruzione del Partenone.
Come testimonia l’ultimo libro, nel quale parla della cucina delle corti dal Medioevo ai
Savoia, della cucina contadina e borghese, di locande, osterie, ristoranti stellati e delle
eccellenze gastronomiche italiane , Alessandro apprezza il buon vino e la buona tavola. Gli
altri -si dice- apprezzano la sua cucina, soprattutto il risotto.
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OSCAR FARINETTI
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
per l’enogastronomia
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Oscar Farinetti è Presidente di Eataly, primo supermercato al mondo dedicato all'acquisto, alla degustazione e alla vendita di soli cibi di alta qualità, aperto dal gennaio 2007,
a Torino: 11.000 metri quadri su tre piani, con otto ristorantini a tema (tra i quali
GuidoperEataly - Casa Vicina che si è aggiudicato la Stella Michelin già nel 2007), caffetteria, pasticceria, gelateria, aule didattiche per corsi di cucina e degustazioni, vineria,
cantine di stagionatura per salumi e formaggi, birreria didattica e il Museo Carpano dedicato alla storia del vermuth. Completano l'offerta di Eataly Torino l'agenzia di viaggi Liberi
Tutti, la libreria e l'area tavola e cucina.
Tutto questo era uno "sfizio", un'utopia nella mente del suo creatore, prima di divenire il
più grande centro enogastronomico polifunzionale del mondo, superato solo dall'apertura di Eataly Roma: stesso concept ma su una superficie di 17.000 mq.
Nei suoi primi dodici mesi di vita Eataly Torino ha superato i trenta milioni di euro di fatturato, con due milioni e mezzo di visitatori ed è apparso sui giornali con duecento pagine di pubblicità, tutte diverse, frutto di una creatività inesauribile usata per vincere una
sfida: convincere la gente che mangiar bene non è un lusso.
Sotto il marchio Eataly si sono riunite piccole aziende che operano nei diversi settori del
comparto enogastronomico. Eataly ha così riunito il meglio delle produzioni artigianali di
nicchia e le ha proposte a prezzi avvicinabili riducendo i passaggi della catena distributiva. Nel 2008 Oscar Farinetti ha lasciato la posizione di Amministratore Delegato dell'azienda per rimanerne Presidente. Nel frattempo sono seguite le aperture di numerosi altri
punti vendita in Italia e all'estero.
Per la varietà e ricchezza dell’offerta e per la sostenibilità dei prezzi Eataly ha rappresentato e rappresenta un elemento innovativo nel mondo della distribuzione di prodotti alimentari di qualità. Oscar Farinetti è diventato un guru riconosciuto per gli imprenditori
orientati a sviluppare progetti innovativi e di successo.
La sua energia viene da lontano: fu lui a trasformare, tra il 1978 e il 2003, col marchio
UniEuro, il supermercato del padre nel primo gruppo italiano di elettrodomestici di cui
rimane famoso lo slogan: "l'ottimismo e' il profumo della vita".
Dal luglio 2008 è anche Amministratore Delegato dell’azienda vitivinicola
Fontanafredda.
È stato nel Board della multinazionale inglese Dixons ed ha collaborato ad attività didattiche per il Cermes-Bocconi e per l’Università degli Studi di Parma.
È inoltre Presidente dell’Agenzia di Pollenzo e Vice Presidente della Banca Popolare
Commercio e Industria.
È membro del consiglio di amministrazione del Santander Consumer Bank e del Centro
Estero per l’Internazionalizzazione del Piemonte.
“BEBE” BEATRICE VIO
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
per lo sport
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"Io posso fare tutto quello che io voglio fare". Questa è Bebe, Beatrice Vio, giovane atleta nata a Venezia nel 1997. È sempre stata una bambina vivace, sportiva e socievole, con
una particolare attitudine ad aiutare il prossimo ed in particolare i bambini. La sua vita è
sempre stata colma di interessi e grandi passioni: la scuola (frequenta il quarto anno di
Arti grafiche e comunicazione), il disegno e la pittura, gli Scout e soprattutto la scherma
(ha cominciato a tirare di fioretto già a 6 anni, dimostrandosi subito molto portata).
Il 20 novembre 2008, all’età di 11 anni, è stata improvvisamente colpita da una meningite fulminante che ha causato una grave infezione del sangue devastando il suo giovane corpo e portando alla tragica conseguenza dell’amputazione di tutti e quattro gli arti.
Beatrice tuttavia non si è lasciata sopraffare dalle conseguenze della grave malattia e con
la grinta e la forza che le sono proprie è tornata ad affrontare la vita con l’energia ed il
sorriso di sempre, riprendendo a fare ciò che faceva prima. Ha provato vari sport come
equitazione, corsa con le lame di carbonio, hand-bike, arrampicata, nuoto, tiro con l’arco, sci, per poi tornare a uno dei suoi più grandi desideri: quello di tirare di scherma. E’
stato allora che art4sport e un team di tecnici specializzati si sono adoperati per realizzare questo suo desiderio.
Sono state acquistate una pedana per la scherma in carrozzina, una carrozzina su misura per lei e soprattutto sono iniziati gli studi per la realizzazione di una speciale protesi
per permetterle di impugnare il fioretto.
Ai primi di maggio 2010 ha disputato la sua prima gara ufficiale a Bologna e da allora è
stato un crescendo di gare sempre più esaltanti e divertenti che le hanno permesso di
conoscere (e talvolta anche sfidare) grandi campioni della scherma italiana. Dopo l’argento di Bologna ai Campionati italiani assoluti, ci sono stati gli ori ai Campionati Italiani
under 20, agli Assoluti nel 2012 e 2013; gli argenti ai Mondiali Under 17 e alla Coppa
del mondo. Del giugno 2014 è il titolo europeo assoluto paralimpico nel fioretto categoria "B" individuale e a squadre ai campionati continentali di Strasburgo, mentre di settembre è il titolo mondiale Under-17 al Campionato mondiale paralimpico di scherma di
Varsavia.
A ottobre ha ricevuto l'Italian Paralympic Award, premio conferito dal Comitato Italiano
Paralimpico ai migliori atleti italiani paralimpici.
Ha preso parte a svariati programmi televisivi dove, raccontando la propria storia con
semplicità e grande serenità, ha saputo toccare il cuore degli italiani andando anche a stimolare molto interesse per l’Associazione art4sport ONLUS e le sue iniziative.
Grazie alla scherma Bebe sta vivendo delle esperienze memorabili, che la stanno facendo crescere molto e le stanno riempiendo la vita di gioie e soddisfazioni.
ALESSANDRO DONATI
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
per l’etica nello sport
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Maestro dello Sport, per dieci anni allenatore delle squadre nazionali di atletica, dirigente responsabile del Dipartimento di Ricerca e Sperimentazione, dipendente del CONI dal
1974 al 2006, responsabile della formazione di operatori per la prevenzione doping e
droga, coordinatore delle iniziative dell’Associazione Libera, amico fraterno di don Ciotti,
attuale consulente per la WADA (Agenzia mondiale antidoping) Alessandro Donati assurge alla ribalta dell’opinione pubblica nella metà degli anni Ottanta per le sue battaglie
contro il doping nell'atletica leggera, nel calcio e nel ciclismo e per aver denunciato gli
scandali dell'atletica italiana avvenuti nello stesso periodo. Il suo impegno in questo
senso gli costerà tutti gli incarichi che aveva nell’ambito sportivo. Le sue denunce, seppur
ostacolate dai colpevoli dall’alto dei loro ruoli e posizioni, hanno comunque trovato
riscontri e sono state rilanciate da alcune trasmissioni televisive contribuendo così ad
aprire una strada che, seppur lentamente e faticosamente, ha portato l’opinione pubblica
ad avere una informazione più precisa sul fenomeno, e sui fenomeni, e gli organi istituzionali a prendere finalmente delle contromisure. Ha lottato e sta ancora lottando contro
il mostro che ha distrutto la credibilità della maggior parte degli sport che tutti noi amiamo e che ha portato via alcune giovani vite e anche grandi “campioni”.
Come allenatore e responsabile del settore mezzofondo e velocità ha contribuito a lanciare grandi atleti che hanno conseguito importanti e lusinghieri risultati in ambito internazionale nonostante competessero con “campioni senza valore” perché chiaramente
dopati. Ha denunciato nel 1987 la frode attuata dai giudici del salto in lungo per dare
all’ignaro ed incolpevole Giovanni Evangelisti la medaglia di bronzo ai Mondiali di
Roma, per questo fu sollevato dalla FIDAL dallo stato di allenatore della nazionale di
atletica leggera.
Sospinto dalla situazione diventata ormai insopportabile per uno che ama lo sport, si
dedica anima e corpo alla lotta al doping e scrive Campioni senza valore, un libro di chiara denuncia, un libro che sparisce presto dalle librerie. Il tema tocca troppi tasti e nervi
scoperti, in tanti hanno scheletri nell’armadio, dai piccoli ai grandi livelli.
Il suo ultimo libro, Lo sport del doping, edito dalle Edizioni del Gruppo Abele, consente
a Donati di girare l’Italia chiamato dalle scuole, dalle associazioni sportive e non, per portare avanti e diffondere l’idea di uno sport che stia lontano dalle sirene del doping e del
successo truccato. In questo senso Donati propone di costituire una Confederazione dello
sport giovanile: la scuola, gli enti locali, le associazioni dei genitori, gli organismi sanitari, tutti devono essere coinvolti nell’attività ludica, nell’educazione, nella corretta formazione sportiva dei bambini e dei preadolescenti; per l’agonismo c’è tempo. “Lo sport va
riumanizzato, ci si deve allenare per divertirsi e stare in salute”- parole di Alessandro
Donati.
SIMONE SCUFFET
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
per lo sport - giovane promessa
Simone Scuffet nasce il 31 Aprile 1996 a Remanzacco, comune in provincia di Udine.
Fin dalla più tenera età il richiamo del rettangolo verde è fortissimo, i primi guantoni li
indossa a soli 6 anni, difendendo la porta dell'Aurora Buonacquisto. Nel 2004 il passaggio al Moimacco dove viene notato dall'Udinese che lo ingaggia l'anno dopo, per poi
girarlo al Donatello Calcio, società di proprietà di Totò Di Natale. Ci resta fino al 2007,
quando ritorna definitivamente a vestire il bianconero. La sua crescita migliora anno dopo
anno, Simone si afferma come uno dei migliori talenti nel panorama giovanile internazionale e nella stagione 2013-2014 viene aggregato alla prima squadra. Primo giocatore
friulano a indossare la maglia bianconera dieci anni dopo Fabio Rossitto, ha esordito in
Serie A il 1º febbraio 2014, a 17 anni, in Bologna-Udinese (0-2) nella 22ª giornata di campionato. In totale saranno 16 le presenze da titolare a fine stagione.
Dal 10 al 12 Marzo 2014 è stato convocato dal Ct della nazionale maggiore Cesare
Prandelli per uno stage organizzato allo scopo di visionare giovani giocatori in vista dei
Mondiali 2014, venendo riconfermato anche per il raduno successivo del 14 e 15 Aprile.
Simone sta proseguendo il suo percorso di crescita sia in bianconero che con le selezioni giovanili azzurre, essendo il titolare dell'Italia Under 19.
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ALDO CAZZULLO
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
per la cultura
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Giornalista, inviato ed editorialista del Corriere della Sera per il quale firma articoli sui
fatti più salienti del momento, Aldo Cazzullo nasce ad Alba (Cuneo) patria del tartufo, dei
rinomati vini langaroli, dell’industria dolciaria; non a caso la madre era socia di una ditta
produttrice di etichette per il vino, mentre uno dei nonni faceva il vignaiolo.
Lo stesso Cazzullo ama dire di essere nato in un posto dove l’enogastronomia è parte
della vita, il leitmotiv della giornata. Nonostante la fortuna di nascere in un luogo da molti
invidiato, la Provincia, si sa, va stretta per chi ha anche altri interessi. Ecco l’impellente
desiderio di scrivere, di esprimere la propria opinione in un momento della storia italiana (gli anni Ottanta) in cui era importante farlo e non era il caso di stare a guardare gli
eventi scatenarsi, le rivoluzioni manifestarsi. A 17 anni lavora in un giornale albese, il
Tanaro, per poi passare al settimanale diocesano, la Gazzetta d’Alba. Inizi comuni a tanti.
Poi arriva la scuola di giornalismo a Milano e il consecutivo trasferimento in città.
Nella capitale lombarda la storia è più vicina, il dibattito più pressante. Ci sono i gruppi
di giovani, e non solo, politicizzati; ci sono gli schieramenti: quelli del kibbuz, quelli del
Moncler, quelli di Mao, quelli di destra, quelli del centro, quelli della provincia, quelli
delle discoteche, quelli che…
Superato il periodo di formazione, nel 1988 entra a La Stampa come praticante e dieci
anni dopo si trasferisce a Roma. Nel 1992 il direttore è Ezio Mauro e Aldo è agli esteri e
quindi gli capita di dover scrivere degli attentati dell’11 Settembre, dei fatti del G8 di
Genova, ma si occupa anche degli omicidi D’Antona e Biagi. Ha la fortuna di lavorare
con Giampaolo Pansa, Giorgio Bocca, Enzo Bettiza verso i quali nutre stima e riconoscenza. Grande scuola di giornalismo e non solo. Rimane a La Stampa fino al 2003 quando passa al Corriere della Sera, dove è inviato speciale ed editorialista. Tra i tanti importanti articoli a sua firma da ricordare quelli sulle elezioni di Bush, Obama, Sarkozy,
Hollande, Erdogan, Abu Mazen, Cameron, quelli sugli ultimi quattro Mondiali di calcio
e Olimpiadi.
Dalla politica al calcio: tante pagine scritte sulle principali testate italiane, ma ecco il
momento di intraprendere strade nuove. Nasce così la collaborazione con la casa editrice Mondadori per la quale pubblica oltre dieci libri sull'identità nazionale, in chiave critica - Outlet Italia (2007) e L'Italia de noantri (2009) - e in difesa della storia e delle potenzialità del nostro Paese: Viva l'Italia (2010) e Basta piangere! Storie di un’Italia che non si
lamentava (2013) dove racconta ai ragazzi di oggi la storia della sua generazione e quella dei padri e dei nonni, “che non hanno trovato tutto facile; anzi, hanno superato prove
che oggi non riusciamo neanche ad immaginare”. Entrambe le opere hanno superato le
centomila copie. Scrive poi il romanzo La mia anima è ovunque tu sia (2011); L’Italia s’è
ridesta. Viaggio nel Paese che resiste e rinasce ( 2012). Nel corrente anno ha pubblicato
La guerra dei nostri nonni dove, con la penna del brillante cronista ma anche l’acume del
saggista, attraverso lettere, diari e testimonianze varie, ha raccontato le vicende dolorose
di quanti hanno vissuto, da soldati o civili, la Grande Guerra.
Queste alcune delle opere scritte da Cazzullo per le quali tra l’altro ha già vinto diversi
premi letterari e giornalistici.
LANDO BUZZANCA
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
per la cultura/spettacolo
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Lando Buzzanca, all’anagrafe Gerlando, negli ultimi dieci anni, ha iniziato a vivere una
sorta di seconda giovinezza artistica grazie ad alcune fiction di successo come Io e mio
figlio, Capri, Terra Ribelle e Lo scandalo della Banca Romana. Recentemente l'attore siciliano è stato sul piccolo schermo con la seconda serie de Il Restauratore, fiction di successo in onda su Rai 1. Buzzanca ha comunque alle spalle una carriera lunga e intensa,
ha vissuto gli anni importanti del cinema italiano dell’immediato dopoguerra, gli anni
della commedia e quelli attuali delle fiction. Figlio d’arte compie i suoi studi a Palermo
e a 18 anni parte alla volta di Roma, dove, mentre frequenta corsi di recitazione
all'Accademia Sharoff (di cui è divenuto poi presidente onorario), si adatta a lavori precari prima di realizzare il sogno di intraprendere la carriera dell'attore, dapprima in ambito teatrale e poi per il cinema. Dopo alcuni film girati come comparsa, tra cui Ben-Hur,
il debutto ufficiale arriva nel 1961 con Pietro Germi, che lo sceglie per il ruolo di Rosario
Mulè in Divorzio all'italiana, e successivamente per la grottesca figura di Antonio, il fratello della protagonista, in Sedotta e abbandonata. La scelta dei successivi copioni non
sarà sempre fortunata, e Lando si troverà spesso ad interpretare ruoli stereotipati di
maschio siciliano, perennemente assatanato ma un po' impacciato, per cui la critica cinematografica lo relega alla schiera dei caratteristi e degli interpreti del cinema di serie B,
con l'eccezione del ruolo di protagonista in Don Giovanni in Sicilia (1967), di Alberto
Lattuada. Anche se la critica continua a non essere benevola, la sua vena comica e la sua
recitazione spontanea incontrano un vasto consenso di pubblico. Nel 1970 interpreta in
televisione Signore e signora, in coppia con Delia Scala, una divertentissima carrellata di
personaggi e situazioni incentrate sul tema del matrimonio e della vita di coppia, che
riscuote enorme successo. La sua battuta "mi vien che ridere" rimarrà un tormentone
ricordato e ripetuto dal pubblico per anni. Anche sull'onda del grande consenso televisivo i suoi film cominciano a riscuotere un rilevante successo commerciale. La vera svolta
arriva quindi con Il merlo maschio, commedia erotica all'italiana del 1971 diretta da
Pasquale Festa Campanile. È con questa pellicola che Buzzanca perviene alla notorietà
internazionale. Nel film anche Laura Antonelli, al suo primo ruolo di rilievo. Negli anni
seguenti Buzzanca si trova così a recitare al fianco delle più belle attrici del momento: da
Claudia Cardinale a Catherine Spaak, da Barbara Bouchet a Senta Berger per finire con
Joan Collins. Forte del suo successo commerciale, Buzzanca comincia anche a scegliere
da solo i ruoli da interpretare: sue sono ad esempio le idee di film come L'arbitro, Il sindacalista e All'onorevole piacciono le donne, in cui tratteggia gustose parodie di personaggi realmente esistenti e facilmente riconoscibili. A metà degli anni Settanta cala l'interesse per questo tipo di personaggio e, inevitabilmente, diminuiscono gli impegni cinematografici di Buzzanca, che non si piega alla svolta "scollacciata" della commedia erotica all'italiana, rifiutandosi di comparire nelle pellicole dei vari “Pierini”preferendo lavorare in radio, dove per qualche anno sarà protagonista di Gran varietà con il grottesco
"Buzzanco", erede del personaggio televisivo inventato per la serie Signore e signora.
Dopo alcuni anni di attività in teatro, torna nel 2005 alla tv con una fiction intitolata Mio
figlio, diretta da Luciano Odorisio, nel ruolo del padre di un ragazzo omosessuale. La fiction ottiene uno straordinario successo di pubblico e ispirerà una serie andata in onda nel
2010, anno in cui interpreta le miniserie Lo scandalo della Banca Romana e Capri 3. Nel
2007 ritorna al cinema con “I Vicerè” di Roberto Faenza, bellissimo film che ottenne successo di pubblico e di critica, oltre a numerose candidature ai David di Donatello. Nel
2012 è di nuovo in TV con la fiction Il restauratore, in prima serata su Rai 1 per sei puntate: la serie ottiene un altro grande consenso di pubblico, con più di 6 milioni di spettatori, spingendo così la RAI alla realizzazione di una seconda recentemente andata in
onda. Lo scorso 8 settembre Lando, al quale non sono mancati momenti dolorosi nella
vita privata, ottiene a La vita in diretta una standing ovation lunga parecchi minuti a testimonianza di quanto sia amato dal pubblico.
MASSIMO FERRERO
PREMIO RADICCHIO D’ORO 2014
“personaggio del momento”
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Massimo Ferrero è il personaggio del momento: vulcanico, istrionico, instancabile, da tre
mesi spiazza tutti, tifosi, esperti di calcio e stampa quando parla della sua squadra, la
Sampdoria. Catapultato a giugno in un ambiente nuovo, quello appunto del pallone,
dopo aver rilevato da Edoardo Garrone la squadra ligure, non si è mai tirato indietro o
trattenuto nell’esternare il suo pensiero nel privato come davanti ai microfoni e alle telecamere, anzi. Il suo è un continuo eloquio scoppiettante, infarcito di battute e frasi cinematografiche condito con l’ironia romanesca. Essere sopra le righe, quando entra in contatto con i mass media, è coerente al suo modo di fare, nella vita e nel lavoro. L’ account
Twitter lo rivela: Massimo Ferrero@unavitadacinema). Non dobbiamo stupirci dunque se
non risparmia una pubblica dichiarazione d'amore a Ilaria D'Amico o una critica feroce
all'inno della Sampdoria o un epiteto fuori luogo a Tohir. E’ fatto così. Prendere o lasciare. Ferrero stupisce sempre ed è per questo che, corteggiato dai mass media, è diventato in poco tempo così popolare tanto da costituire una delle imitazioni di maggior successo dello show di Crozza.
Massimo Ferrero è nato a Testaccio, una volta quartiere popolare di Roma, oggi inserito
nel Centro storico, caratteristico ed esclusivo. Oltre che Presidente della Sampdoria è un
produttore, distributore e esercente cinematografico. E’ padre di quattro figli, tre femmine ormai adulte e un maschietto di quindici mesi.
Il suo amore per il cinema comincia a diciotto anni quando entra nel mondo dello spettacolo. Percorre tutta la scala professionale, dal gradino più basso salendo sempre, sino
a ricoprire il ruolo di direttore di produzione (dal 1974 al 1983) in film come A mezzanotte va la ronda del piacere, L’anatra all’arancia, Corleone, Marco Polo, La tragedia di
un uomo ridicolo etc. Nel 1983 raggiunge la qualifica di organizzatore generale prima e
produttore esecutivo successivamente (dal 1983 al 1996) realizzando film come Ultrà (nel
quale interpreta, come in altre pellicole, un cameo) di Ricky Tognazzi, Miranda e
Capriccio di Tinto Brass, Francesco di Liliana Cavani Cavani, Mery per sempre di Marco
Risi e tanti altri. Altro piccolo ruolo nel film Camerieri del 1995 nel quale impersona Sem.
Lo spartiacque è il 1994 quando inizia l’attività di produttore indipendente con cui lancia il primo film, Testimoni d'amore di Giacomo Campiotti. Seguono poi numerose pellicole come Libero Burro per la regia di Castellitto, La Vespa e la Regina di De Leo,
Tra(sgre)dire di Tinto Brass, Commedia Sexy di Claudio Bigagli, La Carbonara di Gigi
Magni, Tutte le donne della mia vita di Simona Izzo, solo per citarne alcuni. Una lunga
serie di opere che è stata caratterizzata oltre che da importanti nomi di registi e attori protagonisti, da premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Nel 1995, su incarico del governo cubano, progetta e crea il Cinema di Stato a Cuba che
si concretizza con la costituzione dell’ICAIC.
Nei primi anni 2000 inizia a produrre anche fiction di grande successo per le reti RAI e
Mediaset come Il Papa Buono, Il Ritmo della Vita, Così fan Tutte, Sleepless, Mia Madre, Il
Generale dei Briganti.
Successivamente consolida la sua società di produzione cinematografica e televisiva grazie anche alla preziosa collaborazione della figlia Vanessa. Attualmente sono in lavorazione due film “Le Frise Ignoranti” di De Leo e Lo Prieno (in fase di montaggio) e “Festa
di una Famiglia allargata” di Simona Izzo (in preparazione). La sua grande passione per
il cinema si consacra nel 2009 con la fondazione della Ferrero Cinemas Group che acquisisce 60 sale cinematografiche tra cui lo storico cinema Adriano di Roma, punto di riferimento per Prime Cinematografiche di grande prestigio.
Attraverso la Ferrero Cinemas Group è anche distributore cinematografico.
Il soprannome “Viperetta” sembra sia stato ideato da Monica Vitti, che così lo appellò
quando, giovanissimo, lo vide allontanare dal suo camerino un aggressivo seccatore con
una grinta e un’energia sorprendenti per la sua età e la sua corporatura.
PREMIO DOP
Con l'assegnazione nel giugno del 2008 del riconoscimento europeo della
Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) alla Casatella Trevigiana, la
Provincia di Treviso ha aggiunto tra le sue eccellenze gastronomiche un prodotto caseario che ne porta il nome e che trasmette quindi, in Europa e nel mondo,
la straordinaria qualità di un territorio.
Consorzio di Tutela e Produttori hanno scelto, in occasione del "Radicchio
d'Oro", di assegnare ogni anno il "Premio DOP alla trevigianità” a quella figura
che, come la Casatella Trevigiana, sappia esprimere in modo genuino e sincero,
attraverso i successi raggiunti nel proprio ambito, i valori della nostra cultura.
32
I M O C O V O L L E Y Srl
CONSORZIO CASATELLA TREVIGIANA DOP
premio DOP alla trevigianità
34
La Imoco Volley Srl è nata nell’aprile 2012. Società sportiva dilettantistica, senza scopo
di lucro, fa capo a due aziende fortemente radicate nel territorio coneglianese e della
Marca: Imoco Group Spa, importante gruppo tipografico appartenente alle famiglie
Maschio e Polo, e Garbellotto Spa, che dal 1775 produce botti esportandole in tutto il
mondo. Presidente della neo-nata società è Piero Garbellotto, co-presidente Pietro
Maschio, vice presidente Elena Polo. Uno staff giovane per un team giovane e profondamente radicato nel territorio.
Spinti dalla grande passione per il Volley e dalla voglia di restituire al territorio quanto
ricevuto negli anni, questi Imprenditori hanno fortemente voluto riportare la grande
Pallavolo a Conegliano e nella Marca Trevigiana.
La «casa» di Imoco Volley è diventata il PALAVERDE, dove la squadra in questi due anni
di vita ha frantumato tutti i record di presenze e di pubblico della serie A1 (oltre 60.000
tifosi nella stagione 2013/14).
Il Team è composto da giocatrici di grande qualità che sono un mix di gioventù e di grande esperienza e provengono soprattutto dal territorio, ma quest’anno la squadra si presenta ambiziosa ai nastri di partenza, con i nuovi acquisti reduci dal Mondiale svolto in
Italia: le campionesse del Mondo con gli USA Rachael Adams e Alisha Glass (miglior regista del Mondiale), l'azzurra Monica De Gennaro miglior libero del Mondiale, la turca
Neriman Ozsoy; tutte atlete di grande valore, che si innestano in un gruppo già importante con Fiorin, Barazza, Nikolova e compagnia. Allenatore, nuovo, il trevigiano Nicola
Negro che lo scorso anno allenava in Polonia.
Massima attenzione quindi al pubblico e al territorio, infatti dopo due grandi stagioni che
hanno visto la squadra nel 2012/13 arrivare alla finale scudetto, nel 2013/14 consolidarsi con la partecipazione storica alla Champions League (e la qualificazione tra le migliori 12 d'Europa) e la semifinale scudetto, quest'anno si punta a portare a casa un trofeo per
proseguire nella crescita.
Mantenendo ben saldi gli obiettivi iniziali, la società fin da subito ha cercato e trovato un
importantissimo accordo di collaborazione -per far crescere future campionesse- con la
Polisportiva Efferre di San Pietro di Feletto, con il Volley Vazzola e con Volley Pool Piave
San Donà, quest’ultima società leader nel mondo giovanile (anche quest’anno ha centrato tutte le finali nazionali di categoria e ha sbaragliato a livello regionale, mandando
anche parecchie giovani atlete in nazionale giovanile). Un totale di 500 piccole grandi
atlete che ora giocano con l’obiettivo di divertirsi ma anche di poter un giorno entrare
nella prima squadra.
Un impegno sociale che intende allargarsi e muoversi a trecentosessanta gradi anche grazie alla collaborazione con le associazioni di volontariato del territorio e con quelle componenti della tifoseria che da anni lavorano a stretto contatto con i giovani e con i diversamente abili, coinvolgendoli proprio grazie alla presenza di una realtà sportiva di primo
livello in città.
A fianco di Imoco Volley sono già scese diverse importanti realtà imprenditoriali trevigiane e non solo, tanto da vantare 130 sponsor.
A L B O
D ’ O R O
2002 -
per l’enogastronomia
Antica trattoria Suban
Maria Grazia Marchetti Lungarotti
Edoardo Raspelli
segnalazioni speciali
Giuliana Benetton
per la solidarietà
Alessandro Zanardi
per lo sport
Claudio Costa
Riccardo Pittis
Marco Melandri
per la cultura / informazione
Mauro Mazza
per lo spettacolo
Saverio Marconi
per la cultura
Vittorio Sgarbi
giovani promesse
Patrizia Laquidara
2003 -
per l’enogastronomia
Celeste e Giuliano Tonon
Mario Felluga
Italo Maschio
Marco Gatti
segnalazioni speciali
Richard Lovat
Gavino Sanna
per lo sport
Gilberto Simoni
Giuseppe Gibilisco
Luca Cordero di Montezemolo
per la cultura / informazione
Giorgio Lago
per la cultura / spettacolo
Beppe Tenti
per la cultura
Alvise Zorzi
2004 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
allo sport
Fabrizio Gollin
alla cultura
F.lli Lucchetta
Premio Ristoranti del Radicchio
al giornalismo d’opinione
Carlo Nordio
per la cultura / spettacolo
Lino Banfi
per la cultura / carriera
Carlo Rambaldi
per la cultura
Alda Merini
per l’enogastronomia
Heinz Beck
Bruno Gambacorta
per lo sport
Marco Galeazzi
Luigi Agnolin
1 9 9 9 - 2 0 1 3
1999 -
2000 -
2001 -
36
per la cultura
Cino Boccazzi
Mario Brunello
Giuseppe Zigaina
per l’enogastronomia
Giuseppe Bigazzi
Istituto Tecnico Agrario Statale
G.B. Cerletti
Lino Toffolin
per lo sport
Jonathan Binotto
Adriano De Zan
Davide Rebellin
per la cultura
Margherita Hack
per lo spettacolo
Mario Maffucci
per la moda
Rosita e Ottavio Missoni
per lo sport
Luca Badoer
Paola Pezzo
Giuseppe Signori
per l’enogastronomia
Giovanni Nuvoletti Perdomini
Aldo e Alba Campeol
Carles Gaig
per la solidarietà
Paolo Berro
Don Antonio Zuliani
Piccola Comunità di Conegliano
per la cultura
Andrea Zanzotto
per lo spettacolo
Franco Nero
per l’informazione
Lino Januzzi
per l’enogastronomia
Ulderico Bernardi
Enrico Guagnini
Antica Locanda al Cappello - Mel
per lo sport
Valentina Vezzali
Gianluca Pagliuca
per la solidarietà
Teresa Mariot Pelos
segnalazioni speciali
Teofilo Sanson
Donatella Rettore
A L B O
D ’ O R O
1 9 9 9 - 2 0 1 3
2005 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
all’imprenditoria
Franco Bragagnolo
al successo veneto nel mondo
Franco Prevedello
alle arti
Roberto Zarpellon
alla cultura
Marco Goldin
allo sport
Giuseppe Pillon
Premio Ristoranti del Radicchio
allo sport
Giovanni Malagò
Rolly Marchi
Damiano Tommasi
Paolo Savoldelli
Pallavolo squadra nazionale maschile
per l’enogastronomia
I “Dolo-mitici”
per la cultura / informazione
Michele Mirabella
per la cultura / spettacolo
Remo Girone
per la cultura / carriera
Gianni Brezza - Loretta Goggi
2006 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
all’enogastronomia
Elda e Luigi Bortolini
alle arti
Diego Basso
all’imprenditoria
Giovanni Rana
Premio Ristoranti del Radicchio
per l’enogastronomia
Alfonso e Livia Iaccarino
per lo sport / carriera
Ezio Zermiani
Arturo Merzario
per lo sport
Giancarlo Abete
Narciso Pezzotti
Claudio Gaudino
Vito Scala
Filippo Inzaghi
Bruno Longhi
Angelo Carosi
per la cultura
Mauro Corona
per la cultura / carriera
Mike Bongiorno
38
2007 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
all’imprenditoria
Marcello Cestaro
al successo del Nordest nel mondo
Primo Ivo Di Luca
alle arti
Fulvio Roiter
allo sport
Antonio Peretti (Tom Pery)
Premio Ristoranti del Radicchio
per l’enogastronomia
Giovanni D’Amato
Ristorante “Il Rigoletto”
Roberta Schira
per lo sport
Carlo Tavecchio
Lorenzo Bernardi
Fabio Capello
Marta Bastianelli
per la cultura / spettacolo
Pippo Franco
per la cultura / design
Walter De’ Silva
per la cultura / carriera
Mogol
2008 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
per l’arte / moda
Roberta Scarpa
per la cultura
Sac. Prof. Luigi Maria Verzè
Premio Ristoranti del Radicchio
per l’enogastronomia
Ristorante Perbellini
per l’enogastronomia
Maria Scicolone
per lo sport / giornalismo
Gian Paolo Ormezzano
per lo sport
Alessandro Ballan,
Marco Simoncelli
Alex Schwarzer,
Matteo Tagliariol
per la cultura / eventi speciali
Rosanna Mani
per la cultura / giornalismo
Toni Capuozzo
per la cultura / spettacolo
Renato Pozzetto
per la cultura / carriera
Luigi Magni e Lucia Mirisola
Premio DOP alla trevigianità
Luca Zaia
A L B O
D ’ O R O
2011 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
all’imprenditoria
Luigi Zecchin
per lo sport
Sergio Campana
Premio Ristoranti del Radicchio 2011
per l’enogastronomia
Carlo Cracco
per lo sport
Giorgia Bronzin,
Francesco Guidolin, Antonio Di Natale
per il costume
Patrizia Mirigliani
per la cultura / spettacolo e musica
Paolo Limiti
per la cultura / teatro e cinema
Vanessa Gravina
per la cultura
Roberto Gervaso
nella ricorrenza
dei 150 anni dell’unità d’Italia
Frecce tricolori
Premio DOP alla trevigianità
Federico Tessari
2012 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
per l’enogastronomia
Gianluigi Secco
per l’imprenditoria
Ennio Doris
Premio Ristoranti del Radicchio 2012
per l’enogastronomia
Ristorante La Peca, Paolo Marchi
per lo sport
Daniele Molmenti, Raffaele Pagnozzi
per la cultura / spettacolo
Ricky Tognazzi, Simona Izzo
per la cultura / giornalismo
Carmen Lasorella
Premio DOP alla trevigianità
Alvise De Vidi
2013 -
Segnalazioni dalla Terra Veneta
per la musica / arte
Giusto Pio
Premio Ristoranti del Radicchio
per l’enogastronomia / giornalismo
Licia Granello
per l’enogastronomia
Giancarlo Morelli - Pomiroeu
per la cultura
Giuliano Montaldo
per lo spettacolo
Mara Venier
per lo sport
Jessica Rossi, Tania Cagnotto
Premio DOP alla trevigianità
Andrea Lucchetta
Citazioni speciali dal triveneto
per l’ innovazione in orticoltura
Francesco Daminato
1 9 9 9 - 2 0 1 3
2009 -
2010 -
40
Segnalazioni dalla Terra Veneta
per la cultura
Vittorino Andreoli
Premio Ristoranti del Radicchio
per l’enogastronomia
Carlo Cannella
per l’enogastronomia
Relais & Chateaux “Il Falconiere”
per lo sport
Alberto Paloschi
per lo sport
Jenny Barazza
Nazionale femminile pallavolo
Valerio Cleri
Paolo Barelli
Campionesse Mondiali 2009
Spada a squadre femminile
Zdenek Zeman
per la cultura / arte
Alessandro Verdi
per la cultura / musica
Antonello Venditti
per la cultura
Philippe Daverio
Premio DOP alla trevigianità
Dino De Poli
Segnalazioni dalla Terra Veneta
per la solidarietà
Don Antonio Mazzi
Premio Ristoranti del Radicchio
per l’enogastronomia
Gennaro Esposito
per lo sport
Massimiliano “Max” Biaggi
per la cultura / informazione
Antonio Azzalini
per lo spettacolo
Fabrizio Frizzi
per la ricerca scientifica
Silvio Garattini
Premio DOP alla trevigianità
Ulderico Bernardi
RASSEGNA GASTRONOMICA 2014/2015
RASSEGNA GASTRONOMICA 2014/2015
Curatore “Premio Radicchio d’Oro”:
Pietro Gallonetto
Immagine e progetto grafico:
Lineart
Testi:
Pietro Gallonetto
Videoproduzione:
Controcampo
Scenografia:
Caterina Scaramellini
Stampa:
Stampatori della Marca
PREMI RADICCHIO D’ORO:
Maestri vetrai New Murano Gallery
Ufficio stampa “Premio Radicchio d’Oro”:
Angelo Squizzato
Consorzio Ristoranti del Radicchio - Piazza Europa Unita, 18/b - 31033 Castelfranco Veneto (Treviso)
Informazioni e P.R. 347 2390857 - 0423 723960 - Tel. e Fax 0423 742259 - www.ristorantidelradicchio.it