La lezione dei giovani poeti Il Tirreno 8 maggio
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La lezione dei giovani poeti Il Tirreno 8 maggio
La lezione dei giovani poeti che tessono le parole per un mondo migliore - Le foto Tanti studenti protagonisti della cerimonia. Prima classificata Margherita Ughi. A Giacomo Cei e Sofia Grifoni i premi del Tirreno di Carlotta Nigiotti 08 giugno 2016 COMMENTI LIVORNO. Tanti giovani talenti livornesi ieri hanno riempito la sala della Provincia dove si è svolta la cerimonia conclusiva del Premio Giancarlo Bolognesi, condotta dal collega di TeleGranducato Luca Salvetti. Tantissimi giovani di diversa età, ma accomunati dalla stessa passione: quella per la scrittura. Da dieci anni il Premio Bolognes infatti si prende l'impegno di andare all'avanscoperta di nuovi e giovanissimi talenti di questa nobile arte. In prima fila, inebriata d'orgoglio, Marida Bolognesi che riflette: "All'inizio di quest'avventura non credevo di ricevere tanta risposta: era partito tutto da un "Vediamo se...". Vedendo l'affluenza oggi, posso affermare che sì, ne è valsa la pena investire sui giovani e sulle loro capacità". E conclude: "Questo è qualcosa di più un premio di poesia, si dà ampio respiro al volersi rappresentare, al voler dire sempre la nostra opinione ma soprattutto a farsi ascoltare". In una società dove la tecnologia è appendice di ogni individuo, entrare dentro al cuore di una poesia è fondamentale per poter ritagliare un angolo di riflessione. La poesia diviene quindi una valvola di sfogo in quel periodo sensibile e particolare che è l'adolescenza. Poesia come guida per uscire dal labirinto del caos e incidere per scritto il proprio spunto: affanni d'amore, ricordi d'infanzia, la perdita di un affetto. Una poesia non deve parlare solo dell'Io del poeta e può scavare su vicissitudini che hanno fatto la storia dell'umanità. Una poesia dunque come forma di denuncia, una poesia per formare e per alimentare la memoria collettiva. Ne sono esempio due poesie che trattano la tragedia del Moby Prince, un'omertà che attende da venticinque assurdi e lunghissimi anni di essere sciolta: "Centoquaranta" del Laboratorio di Artigianato Poetico, 3° F, Liceo Enriques, a cui va il Premio speciale "Associazione 140" e "La verità nascosta" di Alessio Greco, 3° F, Liceo Enriques, a cui va il Premio speciale "Associazione Shardan". Anche il nostro giornale, come sempre, ha partecipato alla ricerca di nuove leve della letteratura con due premi: il Premio speciale "Giuria Giovani-Il Tirreno" a "Chiuso in bottiglia" di Giacomo Cei, 2° B, Liceo Cecioni ed il Premio Speciale "Il Tirreno" a "Vita" di Sofia Grifoni, 1° A, Liceo Enriques. "Scrivere per me è uscire dalla gabbia della vita, dalla monotonia, dal grigiore che è la vita di ogni giorno. -ammette Giacomo- Questa poesia parla di un'evasione dalla quotidianità: è una metafora di una mosca rinchiusa in una bottiglia e la mosca, che sarei io, cerca di uscire dalle vitree pareti; è un invito ad uscire da questa bottiglia e scoprire i sapori di una vita semplice". Stesso entusiasmo condiviso da Sofia: "Mi piace scrivere in maniera ermetica, descrivere momenti o cose grandi come la vita in poche righe. E la mia poesia parla per l'appunto della vita. L'ho scritta guardando due piante: una stava per nascere e l'altra stava morendo. Ho pensato a dove le piante nascono, ovvero nella terra, sul suolo, che è la fonte della vita e che sarà l'ultima cosa a morire". Ad aggiudicarsi il primo premio del concorso "Giancarlo Bolognesi" è la giovanissima Margherita Ughi, 1° A, Liceo Enriques, con "Preghiera profuga": "Ho sempre scritto per me stessa come sfogo e per portare su carta le mie emozioni. Sono sempre stata mossa da una frase di Anna Frank "La carta è il migliore amico dell'uomo". La mia poesia parla di un bambino profugo che ha dovuto affrontare una sfida grandissima, arrivare in una terra sconosciuta tramite un barcone, ed è intervallata da una preghiera che lui si ripete per incoraggiarsi. Vuole essere un inno alla libertà, alla ricerca della libertà ed alla vita". 08 giugno 2016