Corea del Sud - amnesty :: Rapporto annuale

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COREA DEL SUD
DUEMILA
ASIA E PACIFICO
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ASIA E PACIFICO
PENA DI MORTE
La Corea del Nord ha continuato a portare a termine esecuzioni, alcune in pubblico e
altre in segreto. Secondo quanto riferito, almeno 60 persone sono state messe a morte
pubblicamente.
Secondo quanto riferito, Chong, un operaio dell’industria bellica, è stato messo a morte in pubblico nella
città costiera orientale di Hamhung, alla fine di gennaio. Era stato accusato di aver divulgato, attraverso
un telefono cellulare cinese, il prezzo del riso e altre informazioni sulle condizioni di vita a un amico che
se ne era andato in Corea del Sud anni prima.
VAGLIO INTERNAZIONALE
A marzo, la Corea del Nord ha risposto al rapporto derivante dall’Esame periodico universale delle Nazioni Unite (Universal Periodic Review – Upr) del 2009, secondo cui era
stata analizzata la situazione dei diritti umani nel paese. Tuttavia, affermando che aveva
semplicemente “preso nota” delle raccomandazioni espresse durante l’Upr, la Corea del
Nord è divenuta il primo paese ad aver espressamente rifiutato di recepire una qualsiasi
delle raccomandazioni derivanti dall’esame. Questo fatto era in contrasto con le sue precedenti promesse di collaborare all’Upr. A giugno, Marzuki Darusman, un cittadino indonesiano è stato nominato Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in
Corea del Nord.
RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL
The crumbling state of health care in North Korea (ASA 24/001/2010)
COREA DEL SUD
REPUBBLICA DI COREA
Capo di stato: Lee Myung-bak
Capo del governo: Kim Hwang-Sik
(subentrato a Yoon Jeung-hyun a ottobre, a sua
volta succeduto a Chung Un-chan ad agosto)
Pena di morte: abolizionista de facto
Popolazione: 48,5 milioni
Aspettativa di vita: 79,8 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 6/6‰
Il governo è ricorso sempre più spesso a leggi dalla definizione vaga in materia di sicurezza, di diffamazione e ad altre norme per vessare e reprimere coloro che lo criticavano.
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RAPPORTO 2011
A febbraio, la Corte costituzionale ha stabilito che la pena di morte non violava la costituzione. A ottobre e novembre, la Corte ha tenuto udienze per decidere se le restrizioni
sulla mobilità dei lavoratori migranti e la leva militare senza possibilità per gli obiettori
di coscienza costituissero violazioni dei diritti fondamentali.
CONTESTO
Le tensioni tra la Corea del Sud e la Corea del Nord sono state inasprite da diversi episodi
avvenuti nel mare Occidentale (mar Giallo) (cfr. Corea del Nord). La Commissione nazionale sui diritti umani della Corea è stata accusata di aver perso indipendenza e autorità
sotto la sua attuale direzione, dopo che non si era espressa o non era intervenuta in merito ad alcune significative questioni inerenti i diritti umani. Commissari ed esperti si
sono dimessi e le nuove nomine sono parse motivate da interessi politici.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DI ASSOCIAZIONE
Gli articoli dalla definizione vaga della legge sulla sicurezza nazionale del 1948 (National
Security Law – Nsl, emendata l’ultima volta nel 1997) sono stati sempre più spesso utilizzati per mettere a tacere il dissenso e perseguire arbitrariamente persone che avevano
pacificamente esercitato i loro diritti alla libertà di espressione e di associazione. Secondo
l’agenzia della polizia nazionale, da agosto, sono state 106 le persone accusate e 13
quelle detenute ai sensi della Nsl. A fine anno, almeno sette persone erano incarcerate
per aver pacificamente esercitato il loro diritto alla libertà di espressione. Le autorità
hanno continuato a utilizzare l’art. 7 (che riguarda il lodare o simpatizzare per gruppi
antistatali) della Nsl per sopprimere la pubblicazione o la distribuzione di materiale ritenuto “andare a vantaggio” della Corea del Nord.
A giugno, la procura ha avviato indagini sul personale dell’Ngo People’s Solidarity for Participatory Democracy (Pspd) per accuse di diffamazione aggravata, “blocco delle funzioni di pubblico servizio” e ai sensi
dell’art. 7 della Nsl. Le accuse si riferivano a una lettera inviata dalla Pspd al Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite, in cui si esprimevano dubbi in merito al rapporto della Corea del Sud riguardante le indagini
sull’affondamento a marzo della corvetta Cheonan (cfr. Corea del Nord).
A settembre, la corte distrettuale centrale di Seul ha emesso sentenza a favore dell’imputato Park Wonsoon, attivista e direttore dell’Hope Institute. Nel 2009, il servizio di intelligence nazionale lo aveva citato
in giudizio chiedendogli danni per 176.000 dollari Usa, con l’accusa di aver diffamato la nazione dopo
che aveva dichiarato in un’intervista che il servizio di intelligence esercitava pressioni su alcune aziende,
affinché non offrissero sostegno finanziario ai gruppi della società civile.
A dicembre, la pubblica accusa ha chiesto una condanna a sette anni di carcere ai sensi della Nsl per il
professor Oh Se-chul, della Lega dei lavoratori della Corea. Nell’agosto 2008, era stato arrestato, assieme
ad altri sei membri del gruppo, per violazione dell’art. 7 della Nsl. I tentativi di tenerli in detenzione, ai
sensi della Nsl nel 2008, erano stati per due volte rigettati dalla corte distrettuale centrale di Seul.
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A dicembre, la corte distrettuale centrale di Seul ha prosciolto quattro produttori e uno sceneggiatore della
Munwha Broadcasting Corporation (Mbc). Erano stati incriminati per diffamazione nei confronti dell’ex
ministro dell’Agricoltura e negoziatore delle importazioni di carne di manzo dagli Usa, e per essersi intromesso con i suoi affari. Nel giugno 2009, la procura aveva accusato il personale della Mbc di aver distorto
i fatti, traducendo deliberatamente in maniera impropria ed esagerando i pericoli relativi alla carne di
manzo statunitense in un episodio della serie di documentari investigativi “PD Notebooks”, andato in onda
nell’aprile 2008. Il governo aveva incolpato il programma di aver innescato fiaccolate di protesta contro
le importazioni di carne di manzo dagli Usa. La procura si è appellata contro il proscioglimento e il caso
era all’esame della Corte suprema; questo dopo una precedente assoluzione dei cinque da parte della
stessa corte a gennaio, contro cui anche in quel caso si era appellata la procura.
LIBERTÀ DI RIUNIONE
Le autorità hanno continuato a limitare il diritto delle persone di manifestare pacificamente. Una nuova legge introdotta il 1° ottobre, nel periodo che ha preceduto il summit
dei G20, ha vietato le manifestazioni nei “luoghi di sicurezza e incolumità”. La polizia
antisommossa, per lo più soldati di leva, è stata schierata in gran numero prima del summit. Il 7 novembre, per controllare una manifestazione contro il G20 è stata utilizzata
capsaicina liquida, che provoca una sensazione di bruciore al contatto.
A novembre, a sette attivisti filippini, tra cui una donna, in viaggio verso Seul per partecipare ai preparativi
di gruppi non governativi in vista del G20, è stato vietato l’ingresso nel paese e sono stati espulsi con la
forza. Mentre erano detenuti all’aeroporto internazionale di Incheon, funzionari dell’immigrazione hanno
detto loro che erano in una lista nera del governo.
A novembre, la procura ha chiesto la condanna a cinque anni e quattro mesi di carcere per Park Rae-gun
e a quattro anni per Lee Jong-hoe, per “aver tenuto una protesta illegale” e per “aver bloccato il traffico”.
Nelle manifestazioni si chiedeva giustizia per le persone che erano state uccise nell’azione della polizia
del gennaio 2009, quando gli inquilini sgomberati da un edificio nel distretto Yongsan a Seul erano saliti
sul tetto per protestare. Il processo, previsto per dicembre, è stato rinviato a gennaio 2011.
OBIETTORI DI COSCIENZA
A novembre, la Corte costituzionale ha esaminato argomentazioni verbali per deliberare
se comminare una sanzione penale nei confronti di chi, per motivi di coscienza, si rifiuti
di prestare il servizio militare o l’addestramento come riservista, sia una violazione dei
diritti fondamentali. I giudici hanno inoltre avviato una valutazione se la mancanza di
opzioni per un servizio alternativo per questi obiettori violi il loro diritto fondamentale
alla libertà di coscienza. A novembre, erano 965 i prigionieri di coscienza detenuti per
questo motivo.
DIRITTI DEI MIGRANTI
A ottobre, la Corte costituzionale ha esaminato argomentazioni verbali per decidere sulla
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costituzionalità del sistema di rilascio del permesso di lavoro, che limita la possibilità di
cambiare impiego per i lavoratori migranti. Migliaia di lavoratori migranti hanno continuato a essere espulsi.
A novembre, Trinh Cong Quan, un lavoratore migrante di 35 anni senza documenti, proveniente dal Vietnam,
è morto dopo aver cercato di sfuggire ai funzionari dell’immigrazione, saltando dall’edificio industriale
dove lavorava. Le autorità d’immigrazione avevano fatto irruzione nella fabbrica senza il permesso del datore di lavoro, nel quadro di un giro di vite attuato dal governo nei confronti dei lavoratori privi di documenti.
Trinh Cong Quan aveva una moglie e un figlio in Corea del Sud.
PENA DI MORTE
In una sentenza con cinque voti favorevoli e quattro contrari, la Corte costituzionale ha
decretato a febbraio che la pena capitale non viola “la dignità e il valore umani” tutelati
dalla costituzione. Tre disegni di legge per l’abolizione della pena di morte erano all’esame dell’assemblea nazionale, uno dei quali presentato nel 2010. Sono state comminate condanne a morte ma non ci sono state esecuzioni. Sessantatre prigionieri erano
in attesa di esecuzione, per tre di loro erano in corso processi d’appello.
FIGI
REPUBBLICA DELLE ISOLE FIGI
Capo di stato: Ratu Epeli Nailatikau
Capo del governo: Josaia Voreqe Bainimarama
Pena di morte: abolizionista per i reati ordinari
Popolazione: 0,9 milioni
Aspettativa di vita: 69,2 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 25/24‰
L’esecutivo guidato dall’esercito ha continuato a governare senza una costituzione e il repressivo decreto di emergenza pubblica (Public Emergency Regulations – Per) è rimasto
in vigore. Il governo ha continuato a imporre restrizioni alla libertà di espressione; coloro
che criticavano il suo operato, come i membri della Chiesa metodista, sono stati tra quelli
presi di mira. È stata approvata una nuova legge che limita la libertà dei mezzi di informazione. Difensori dei diritti umani sono stati vittime di intimidazioni e sono stati perseguiti per via giudiziaria o tramite ricorso diretto al Per. Un nuovo decreto contro la violenza
sulle donne non ha trovato applicazione nei tribunali e nell’operato della polizia.
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