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Azienda Sanitaria A.S.L. 4 di Torino Come vivere meglio ed in salute la terza età Buon giorno, sono Il Dott. De Piumis e Sono qui per parlarvi della Terza Età 1 NOI, LA SOCIETÀ E LA SALUTE “ Noi siamo i giovani, i giovani più giovani ...” è il ritornello di una canzone in voga negli Anni Sessanta, inesorabilmente ripresa dalla pubblicità di un’acqua minerale in cui due uomini di mezza età (quella che fa da preludio alla terza) si confrontavano. Uno era longilineo, atletico, prestante, eccellente in tutti gli sport, ammirato dalle donne; il secondo tutto l’opposto: cicciotto, goffo, ridicolo, snobbato dalle donne. Naturalmente il primo beveva la tale acqua, il secondo no. L’obiettivo del messaggio pubblicitario era di associare l’acqua con un modello vincente. Tuttavia il 90% degli uomini si identificava con quello cicciotto mentre quello atletico era visto come un ideale praticamente irraggiungibile e cordialmente detestato. Prova ne è che dopo qualche tempo era circolata la notizia (realtà, leggenda, chissà?) che l’attore che impersonava “l’atleta” era morto d’infarto! Cosa dedurre da questi fatti? 2 Primo: non è solo da adesso che a chi giovane non è più viene fatta una pressione per adeguarsi ad un modello giovanilistico con risultati inevitabilmente fallimentari. Secondo: chi ci raccomanda uno stile di vita fatto di fatiche e privazioni (spesso agli antipodi rispetto al nostro abituale), ci è cordialmente antipatico e vorremmo riservargli il trattamento di Pinocchio al Grillo parlante. Abbiamo voluto esordire in modo un po’ irriverente per sdrammatizzare un atteggiamento esageratamente salutistico propagandato dai media. Non invecchia certo bene colui che della salute fa un obiettivo primario ed esclusivo, a scapito sovente della relazione con gli altri. Come non bastasse la medicina cambia sovente idea: ad esempio, qualche decennio fa il colesterolo era considerato un serial killer .... poi si è scoperto che c’era un colesterolo “buono” che addirittura era l’angelo custode delle nostre arterie; adesso si pubblicano sia lavori in cui il colesterolo alto è posto in relazione al rischio di malattie vascolari sia lavori in cui si associa la presenza di colesterolo basso ai tumori. C’è da esserne totalmente disorientati! Siamo sinceri, non c’è bisogno del medico per sapere che gli eccessi, d'alcool, calorie, fumo, sedentarietà ci danneggiano. Ce ne accorgiamo da noi stessi, solo che questi comportamenti sono il più delle volte una spia di un malessere soggettivo che certe propagande tendono ad acuire, procurandoci sensi di colpa supplementari. Quindi: cerchiamo di non fumare, di alimentarci in modo congruo (benedetti i cereali, le verdure, la frutta, tutti i cibi ricchi di “scorie”!), usiamo un po’ meno la macchina, eseguiamo periodici controlli dal nostro medico di fiducia, curiamo l’ipertensione, il diabete, l'ipercolesterolemia... ma stiamo attenti a non avere un’attenzione esagerata verso i nostri organi e le nostre funzioni, cioè, in termini scientifici, divenire ipocondriaci, perché questo è 3 forse il miglior sistema per vivere male la nostra vecchiaia (e far vivere male chi ci sta intorno). QUANDO SI DIVENTA VECCHI Invecchiare non è un insuccesso. Anzi, desideriamo invecchiare, condizione indispensabile del vivere. Ciò di cui in realtà abbiamo paura è di invecchiare male. Proviamo a rispondere alla domanda: “Quando si diventa vecchi?”. Non è per niente semplice. A pensarci bene, ci rendiamo conto che per tutta la vita siamo il vecchio per chi è più giovane di noi. Il nostro fratello minore dirà: “Il mio fratello più vecchio”, i nostri figli ci definiscono i “vecchi”. Ma l’invecchiamento non è la stessa cosa della vecchiaia. Così come il viaggio non si può ridurre alla sola meta finale. Noi non scegliamo di invecchiare, ci succede naturalmente, con il passare degli anni. Anche se a volte eventi esterni intervengono sul procedere naturale dell’età e ci danno una sensazione d'accelerazione. Il primo nipote che nasce e ci fa diventare nonno, il pensionamento stabilito per legge e lo Stato che decide per noi non tenendo conto della energia o delle nostre capacità. Riproviamoci, allora: “Quando si diventa vecchi?”. Tentiamo di rispondere attraverso le definizioni dei libri, dei dibattiti culturali, ma troviamo luoghi comuni: sessantacinque anni, pensione, vedovanza, malattia. Parole che disegnano un grande contenitore: al suo interno si vengono a trovare persone che soddisfano alcune di queste condizioni, anche se molto diverse tra loro. Quello che forse possiamo salvare alla fine di questa girandola d'idee è il concetto che ognuno di noi, affrontando l’avanzare degli anni, deve imparare ad affrontare i cambiamenti. CRESCITA E’ CAMBIAMENTO La vita può essere immaginata come una lunga strada che, ad ogni passo in avanti, ci offre un panorama diverso, una prospettiva nuova. Ad ogni passo in avanti conquistiamo ma lasciamo anche 4 indietro qualcosa: ciò cui ci aggrappavamo per sentirci sicuri, le abitudini in cui ci trovavamo bene, cose familiari. Crescere vuol dire anche lasciare andare il vecchio per il nuovo. Camminiamo in avanti, seguiamo un percorso che ci vede crescere, maturare. Anche se vorremmo portare con noi tutto quanto, non sempre questo è possibile. Come Pollicino, lasciamo lungo la strada le tracce del nostro passaggio. Le briciole sono le emozioni, le sensazioni che ci permettono di rimanere in contatto con la nostra storia personale, tornare indietro con il pensiero, pur andando avanti. Rischiamo una grande delusione pensando che crescere e cambiare non ci costi nulla. Nella realtà succede di essere a tratti impacciati, di non riuscire a comprendere tutto quanto sta accadendo, di sentirci spaesati, di non vedere chiaramente la strada che abbiamo di fronte. Inoltre dobbiamo mettere in conto tutti quei cambiamenti che ci gettano in situazioni nuove e non familiari, da quelle sociali, come la perdita di un lavoro, a quelle fisiologiche, come una malattia. Tutto questo può accadere in ogni periodo della vita, non possiamo considerarlo come una specificità della terza età. INVECCHIAMO COME VIVIAMO ... Possiamo pensare a noi stessi come a delle costruzioni fatte di innumerevoli mattoni, ognuno di loro è oggetto del nostro amore e interesse: il nostro corpo in salute, le persone care, il lavoro, la nostra casa... La perdita di questi oggetti d’amore provoca dolore perché insieme con loro se ne va una parte di noi. Questa delicata struttura traballa cercando nuovi sostegni. Più volte, nel corso della vita, dobbiamo risistemare il nostro equilibrio interno. La psicologia ci insegna che una perdita può non essere una fine, ma spesso l’inizio di un'acquisizione. Se accostiamo i due termini di perdita e di acquisizione, l’invecchiamento diventa un’età in cui il rapporto dinamico ed equilibrato tra i due poli, se bene acquisito, diventa indispensabile per affrontare bene i cambiamenti. 5 L’invecchiamento diventa un processo normale, l’espressione del tempo e delle esperienze della persona, corrisponde alla storia della sua vita. Invecchiamo come viviamo, né meglio né peggio, è una questione di equilibrio tra ciò che si è perso e ciò che si è acqui stato. E poi possiamo anche essere vecchi, vederci vecchi, ma non sentirci vecchi Anche se forse il nostro corpo non è più quello di un tempo, ciò non significa che desideri e curiosità diminuiscano. COSTRUIRE LA NOSTRA VECCHIAIA Quali atteggiamenti sono da privilegiare? Impariamo innanzi tutto a occuparci di noi stessi, di ogni parte di noi, recuperando e stimolando anche i nostri aspetti infantili e giocosi, prendendoci cura del nostro benessere. Privilegiamo la comunicazione, anche quella intima e privata, che si esprime attraverso la sessualità, che, rinnovandosi, si riappropria del coraggio della fantasia. Il pensare di dovere competere con i modelli dettati dai mass-media, che sembrano considerare la bellezza esclusività della persona giovane ed efficiente, può portare alla difficoltà di vivere serenamente la sessualità. Ma se noi puntiamo sulla fantasia e sulla curiosità, sull’affettività, sul calore e la complicità della coppia possiamo creare uno spazio ove è possibile l’incontro appagante. Nella terza età è importante, come e ancor più che negli altri periodi della vita, imparare ad ascoltare i nostri bisogni e desideri. L’invecchiamento ci accompagna lungo tutta la vita e lo affrontiamo con il cuore e con la mente, con tutto il bagaglio dei nostri sentimenti e pensieri. Crediamo che non esista un modo buono o cattivo di invecchiare, ma un modo più o meno adattato di vivere. Per questo invecchiamo come viviamo. OGNI PERSONA ANZIANA E’ UNICA Psicologicamente non esiste la vecchiaia. L’età introduce sicuramente elementi nuovi: modificazioni del corpo, dello status sociale, delle relazioni. Questi cambiamenti, a 6 volte, generano confusione e disordine. Ma anche dalle paure possono nascere stimoli a cercare nuove e fondamentali opportunità: di crescita, di approfondimento, di autonomia. Pensiamo che l’equilibrio non ci sia mai, fino alla fine. E’ un'illusione pensare di avere raggiunto una volta per sempre la stabilità. Raramente ci riesce di affrontare fino in fondo i nostri sentimenti ed essere completamente onesti con noi stessi. Quello che possiamo fare è non restare aggrappati ai vecchi modelli di comportamento. I sentimenti repressi tendono a ripresentarsi e ad esplodere incontrollati. E’ meglio non negare l’esistenza dei problemi o delle nostre incompletezze, per non perdere il desiderio e la capacità di cambiare. Affrontare i sentimenti ci può rendere molto vulnerabili e può farci paura. Tuttavia rimettere tutto in discussione ci permette di evitare la chiusura, In noi ci sono le risorse per affrontare le difficoltà. Questo tempo che stiamo vivendo può essere quello giusto per rivedere ciò che non ci soddisfa. Ognuno di noi vive la propria storia come unica e importante, come se stesse al centro del mondo. Ma la riconsiderazione dei valori della vita, quali l’amore e l’affetto, la solidarietà e la disponibilità, ci fa riflettere quanto sia importante qualsiasi attività sia conduciamo fuori del nostro, a volte, limitato orizzonte. Gli affetti sono donazione, gli interessi realizzazione di qualcosa che continua, che ha valore per gli altri e per noi. MEMORIA: ISTRUZIONI PER L’USO In un percorso normale di invecchiamento la memoria può presentare alcune modificazioni. Tuttavia certi aspetti della memoria solo presentano deficit, ma possono anche migliorarsi con il passare degli anni. La capacità di definire il significato delle parole e il patrimonio delle parole conosciute può migliorare con l’età. Sono ormai molti gli studiosi che ritengono che se la memoria inizia a diminuire è perché la persona cessa di usare i metodi utilizzati 7 in passato per ricordare meglio: l’abilità non sfruttata va piano piano perdendosi. Si pensa che l’invecchiamento si accompagni quasi inesorabilmente alla perdita di funzioni fisiche e mentali. In realtà il deterioramento mentale non è dovuto all’età, ma alla presenza di patologie Ricerche recenti in questo settore hanno dimostrato che, se è vero che il cervello perde cellule e collegamenti, d’altra parte possiede ridondanza (le informazioni contenute nel cervello sono ripetute più volte) e plasticità (le informazioni possono percorrere altre vie), in modo da poter ovviare a queste perdite ma anche agli eventi patologici. Come aiutare il buon funzionamento della memoria? La conservazione delle capacità del cervello deve essere pensata in tempo: proteggiamolo dalle sostanze tossiche e dalle droghe, in particolare dall’alcool. Riempiamolo quanto più possibile di informazioni: l’attività mentale, un ambiente stimolante e un maggiore esercizio aumentano i collegamenti tra i neuroni migliorando il rendimento generale. La stimolazione protegge dalle perdite. Ricordiamo ancora il ruolo fondamentale degli organi di senso per una buona registrazione delle informazioni che provengono dall’esterno. Le persone che soffrono di sordità o hanno problemi alla vista possono sembrare smemorate, mentre il vero problema è la mancanza di corrette informazioni provenienti dall’esterno. Per una buona registrazione è inoltre importante quanta attenzione si presta all’evento, a quali emozioni l’evento si collega e in quali circostanze si cerca di richiamare il ricordo. A volte è l’ansia di dover ricordare a bloccare le possibilità di ripescare l’informazione. Altre volte la memoria viene influenzata da malattie (disturbi alla tiroide, carenze di vitamine, malattie infettive). Anche l’uso improprio di alcuni farmaci, come ad esempio i sonniferi, può comprometterne il buon funzionamento. 8 La depressione può causare un indebolimento della memoria, poiché tutta l’attenzione si concentra su se stessi e non c’è più spazio per l’esterno, i progetti, il futuro. Alcuni esercizi possono fornire un valido ausilio per mantenere o compensare la memoria: - concedersi più tempo: imparare cose nuove può richiedere tempo e concentrazione; - predisporre un ambiente adatto mediante ausili esterni; - prestare attenzione a che ci sia una luce sufficiente, fornirsi di occhiali e/o apparecchi acustici, se sono necessari. Chiedere spiegazioni finché è necessario; - non aspettarsi di ricordare fatti e nomi velocemente come nella giovinezza; - aumentare interessi e attività; - organizzarsi e ricorrere ad aiuti (agende, calendari). Non esistono farmaci miracolosi per la memoria. Quando permangono difficoltà è utile chiedere consiglio al medico. 9 RIEPILOGANDO Non c’è dubbio che esistano famiglie più longeve di altre. Scegliersi genitori longevi è dunque importante. Non è purtroppo sempre possibile! In realtà dipende da noi come invecchiare. Le persone raggiungono l’età matura in modo diverso. Questo processo è legato ad abitudini e allo stile di vita che conduciamo fin dalla giovane età. La vecchiaia non è una malattia, ma una stagione della vita. E’ sano colui che si sente bene, al di là degli esami clinici. Questo perché la salute non è un ideale, un concetto astratto, ma, molto più semplicemente, il meglio possibile nella situazione in cui si vive, comprendendo in questa situazione i condizionamenti dell’età, le eventuali malattie.... Un progetto di salute deve dunque prevedere modalità generali di vita che vanno personalizzate e riviste frequentemente. La rigidità, infatti, ci impedisce di adattarci ai cambiamenti. Come in altri periodi della vita, lo sguardo deve essere rivolto al presente, come se la vita finisse subito e, contemporaneamente, al futuro, come se dovesse durare all’infinito. Il Dottor De Piumis Vi saluta ed augura Buona Salute a tutti 10 A cura di: Dott. Pietro LANDRA, Geriatra Dott.ssa Maria Teresa CERRATO, Psicologa Divisione di Geriatria diretta dal Dott. Otello BEGGIATO Ospedale Luigi EINAUDI - A.S.L. 4 TORINO Per le illustrazioni si rimgrazia il sig. Fiorenzo PAVANATI, Servizi Informatici Ufficio di Formazione A.S.L. 4 TORINO Pubblicazione edita da Confartigianato Piemonte in edizione limitata. Stampa: TC - Venaria Reale (TO) Tel . 011 4525506 - fax 011 4525571 11