DISCIPLINARE PER LA CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE E

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DISCIPLINARE PER LA CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE E
DISCIPLINARE PER LA CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE E PER LE PROCEDURE DI ABILITAZIONE (Approvato con Deliberazione G.P. n. del ) A cura del Servizio Risorse Faunistiche
Provincia di Siena
Disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale e per le procedure di abilitazione
DISCIPLINARE PER LA CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE
E PER LE PROCEDURE DI ABILITAZIONE
INDICE
FINALITA’ E PRINCIPI GENERALI ................................................................................................................................................................... 1
ABILITAZIONE ALLA CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE E ISCRIZIONE AL REGISTRO DELL’ATC ........................................................ 2
1. CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE NELL’AREA NON VOCATA E NELLE ZRV DI COMPETENZA DELL’ATC ..................................... 2
Ripartizione territoriale in Distretti di gestione................................................................................................................................................ 2
Piani di prelievo.................................................................................................................................................................................................. 2
Modalità di prelievo .......................................................................................................................................................................................... 3
Assegnazione al Distretto e accesso ai piani di prelievo............................................................................................................................ 3
Controllo degli abbattimenti ........................................................................................................................................................................... 4
Resoconto degli abbattimenti ........................................................................................................................................................................ 4
2. CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE NELLE AFV.................................................................................................................................. 4
FINALITA’ E PRINCIPI GENERALI
La caccia di selezione al cinghiale è finalizzata al mantenimento della presenza della specie a
densità compatibili con le altre componenti faunistiche e con le attività produttive agro-silvopastorali, secondo i parametri di densità sostenibile fissati nel Piano annuale di gestione degli
ungulati, e contribuisce a prevenire e minimizzare i danni alle colture.
La prevenzione dei danni alle colture agricole e forestali con i metodi dissuasivi è uno strumento
necessario che deve essere adottato dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), nonché dai gestori di
istituti faunistici, in maniera tale che dalla combinazione delle azioni di caccia e di prevenzione
scaturisca la maggiore efficacia delle azioni messe in atto per la salvaguardia delle produzioni
agricole.
La caccia di selezione è l’attività venatoria basata su un prelievo programmato per classi di età e
di sesso attuata in forma individuale, mediante l’impiego delle armi consentite dalla normativa
regionale. A tale proposito si raccomanda a tutti i cacciatori di sostituire progressivamente le
munizioni tradizionali di piombo con munizionamento atossico, per la tutela della fauna selvatica,
dell’ambiente e per la salute umana, ricordando tra l’altro che l’uso del piombo è vietato
all'interno delle zone umide, nonché nel raggio di 150 metri dalle rive più esterne, nelle ZPS (DGR
454/2008) e all’interno di tutte le aree umide del territorio regionale (DGR 556/2013).
Nella caccia di selezione al cinghiale non è consentito avvalersi dell'ausilio di cani, ad eccezione
dei cani da traccia per il recupero dei capi feriti, per il quale si applica quanto previsto nel
Disciplinare provinciale per la gestione faunistica e venatoria dei cervidi e bovidi.
Il prelievo in selezione del cinghiale è realizzato nelle aree non vocate alla specie di competenza
dell’ATC (territorio a caccia programmata e AAV), nelle ZRV e nelle Aziende Faunistico Venatorie
(AFV).
Per area non vocata si intende quella porzione di territorio dove la presenza del cinghiale non è
compatibile con lo svolgimento delle attività agricole. In quest’area si attua una gestione non
conservativa della specie, finalizzata a contenere numericamente le popolazioni di cinghiale
(densità sostenibile tendente a zero).
La caccia di selezione del cinghiale può essere praticata anche in contemporanea, secondo le
disposizioni del calendario venatorio, con l’attività venatoria alla specie non in selezione.
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Provincia di Siena
Disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale e per le procedure di abilitazione
Il presente documento contiene le linee di indirizzo per la disciplina dell’avvio sperimentale della
caccia di selezione del cinghiale, tenuto conto che trattandosi di una gestione adattativa
potranno intervenire progressive modifiche e aggiustamenti sulla base della verifica dei risultati e
delle esigenze che si profileranno nel futuro.
ABILITAZIONE ALLA CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE E ISCRIZIONE AL REGISTRO DELL’ATC
La caccia di selezione può essere esercitata da cacciatori abilitati alla “Caccia in selezione al
cinghiale” e iscritti al relativo Registro Provinciale. Gli stessi dovranno essere:

Cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale in battuta operanti nei distretti delle
zone confinanti oppure

agricoltori che eserciteranno la caccia di selezione al cinghiale sui terreni agricoli di
proprietà o in conduzione

cacciatori di selezione al cinghiale non iscritti nelle suddette squadre
Sono considerati abilitati i cacciatori che abbiano frequentato lo specifico corso di abilitazione
organizzato dalla Provincia e superato il relativo esame finale. Il programma didattico e le
modalità di svolgimento del corso e della prova di esame sono rimandate a specifici atti
dirigenziali.
La Provincia riconosce la validità di abilitazioni alla caccia in selezione al cinghiale conseguite in
altre Province toscane o in altre regioni previa verifica e attestazione dell’equipollenza del titolo
posseduto.
1. CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE NELL’AREA NON VOCATA E NELLE ZRV DI COMPETENZA
DELL’ATC
L’area di competenza dell’ATC in cui realizzare la caccia di selezione comprende:
- il territorio a gestione programmata della caccia classificato come non vocato alla specie
secondo le cartografie approvate dalla Provincia e, solo su richiesta e con accordo scritto con il
Direttore, il territorio delle AAV;
- le ZRV.
Ripartizione territoriale in Distretti di gestione
Tutto il territorio non vocato deve essere suddiviso in unità di gestione denominate Distretti di
gestione del cinghiale in selezione, di dimensioni di circa 5000 ettari, individuate sulla base delle
caratteristiche morfologiche e ambientali e funzionali all’organizzazione delle attività di gestione,
da sottoporre all’approvazione della Provincia. Trattandosi di un avvio sperimentale alla gestione,
gli ATC stabiliscono i criteri di individuazione dei Distretti, che possono anche coincidere con quelli
per la Caccia di selezione a Cervidi dopo lo scorporo dell’area vocata al cinghiale. Per individuare
unità di gestione di dimensioni idonee, i Distretti per la caccia di selezione a Cervidi dovranno
essere suddivisi in sotto distretti ovvero accorpati.
Piani di prelievo
Entro l’1 marzo di ogni anno l’ATC redige il piano di abbattimento selettivo distinto per sesso e classi
di età del cinghiale, come richiesto dall’art. 11 quaterdecies, c. 5 della legge 248/2005, articolato
per Distretto che la Provincia approva sentito il parere dell'ISPRA.
Il Piano di prelievo è stimato sulla base di dati di monitoraggio – se disponibili -, di indicatori di
impatto (andamento delle richieste danni) o di dati cinegetici pregressi (p.es. numero dei capi
prelevati nell’ultimo anno, tenuto conto dell’incremento medio degli abbattimenti negli ultimi tre
anni e della quota di prelievo effettuata con altre modalità di caccia).
L’ATC può richiedere alla Provincia un aggiornamento del Piano se completato in breve tempo o
se in itinere risulti evidente il suo sottodimensionamento.
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Modalità di prelievo
La caccia di selezione al cinghiale è effettuata da postazione fissa, in posizione di quota
topografica rialzata rispetto al presunto bersaglio. È consentito, durante l’azione di caccia, lo
spostamento da una postazione di tiro ad un’altra, fermo restando che l’arma durante lo
spostamento deve essere mantenuta scarica e in custodia. Le postazioni di caccia possono
coincidere anche con gli appostamenti per la caccia in selezione ai cervidi.
Assegnazione al Distretto e accesso ai piani di prelievo
L’ATC assegna a ogni Distretto di gestione un numero adeguato di cacciatori e di ripartire fra loro
in ugual misura i capi abbattibili individuati nei piani di prelievo, provvedendo, qualora risulti
necessario, alla formulazione di graduatorie uniformi per i tre ATC.
I Distretti saranno considerati saturi (da Praf, in analogia con la caccia di selezione al capriolo, 1
cacciatore ogni 100 ha). L’ATC con propri atti può regolamentare lo spostamento dei
selecontrollori da un distretto all’altro.
In attesa del della formulazione delle graduatorie e dell’assegnazione di tutti i neoselecontrollori ai Distretti, si prevede una fase transitoria e sperimentale di questa tipologia di
caccia, finalizzata alla salvaguardia delle colture agricole, durante la quale gli ATC, su
segnalazione di danni, provvedono ad avvisare i responsabili delle squadre di caccia al
cinghiale dei distretti limitrofi della segnalazione di danno, i quali designeranno, per effettuare
gli interventi, i cacciatori abilitati alla caccia di selezione al cinghiale in possesso dei seguenti
requisiti:

Cacciatori iscritti alle squadre di caccia al cinghiale in battuta operanti nei distretti delle
zone confinanti

agricoltori che eserciteranno la caccia di selezione al cinghiale sui terreni agricoli di
proprietà o in conduzione;
gli stessi responsabili delle squadre di caccia al cinghiale dei distretti limitrofi all’area non
vocata oggetto potranno avvalersi anche dei:

cacciatori di selezione al cinghiale non iscritti nelle suddette squadre
L’ATC fornisce ai cacciatori designati dai responsabili delle squadre all’attuazione del piano di
prelievo:
a) un contrassegno per ciascun capo assegnato, da applicare in modo inamovibile al cinghiale
appena abbattuto e recuperato. Il contrassegno comprova la liceità del prelievo effettuato e
contemporaneamente autorizza il cacciatore alla detenzione e al trasporto del capo;
b) un modulo autorizzativo indicante:
- i dati anagrafici del cacciatore;
- il Distretto assegnato e, se ritenuto opportuno dall’ATC, i punti di sparo e l’area sub-distrettuale
di competenza (settore di caccia);
- il periodo di validità dell’autorizzazione, corrispondente a tutto il periodo consentito dal
calendario venatorio o a una parte di questo;
- il numero dei capi da prelevare, con indicato sesso/classe di età;
- il codice numerico dei contrassegni di cui al punto a);
c) una scheda di rilevamento dei dati di caccia e del capo abbattuto da compilare per ciascun
capo prelevato.
d) l’ATC consegna ai responsabili delle squadre di caccia al cinghiale designate alla gestione
della caccia di selezione alla specie, l’elenco dei selecontrollori abilitati non iscritti alle squadre.
L’ATC redige il modulo autorizzativo in duplice copia: la matrice rimane all’ATC e la figlia al
cacciatore.
L’autorizzazione temporanea è mirata a una maggiore efficacia nell’abbattimento, consentendo
la riassegnazione dei capi in caso di prolungata mancanza di uscite e/o di cinghiali abbattuti da
parte del selecontrollore. Il cacciatore deve restituire all’ATC i contrassegni non utilizzati nel periodo
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di autorizzazione entro 5 giorni dal termine della validità dell’autorizzazione stessa, per consentirne
l’eventuale ridistribuzione tra i selecontrollori. Unitamente ai contrassegni, il cacciatore deve
restituire le schede di rilevamento dei dati, compilate in ogni loro parte.
Controllo degli abbattimenti
La Provincia in accordo con gli ATC può disciplinare le modalità di allestimento e gestione dei
punti di raccolta e controllo dei capi abbattuti. Qualora l’ATC riscontri l'abbattimento di un capo
con caratteristiche difformi da quanto indicato sulla scheda autorizzativa, fatto salvo il caso di
abbattimento sanitario, l’ATC provvederà a comunicare tale irregolarità alla Provincia.
Resoconto degli abbattimenti
L’ATC deve tenere nota di tutti gli abbattimenti in apposito registro informatizzato. Tale registro
deve essere costantemente aggiornato e a disposizione della Provincia.
2. CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE NELLE AFV
Le AFV sono considerate come Distretti a gestione privata e le attività di gestione del cinghiale
sono attuate dal titolare dell’autorizzazione.
Entro il 1 marzo di ogni anno il Direttore propone un piano di abbattimento selettivo distinto per
sesso e classi di età del cinghiale, come richiesto dall’art. 11 quaterdecies, c. 5 della legge
248/2005.
Il Piano di prelievo è elaborato sulla base di dati di monitoraggio annuale realizzato avvalendosi
della consulenza o supervisione di personale tecnico qualificato e utilizzando di norma i seguenti
metodi comparativi, alternativi o mutuamente sostitutivi: analisi di indici cinegetici, valutazione di
indicatori di impatto (andamento dei danni), mappatura delle braccate nei primi giorni utili di
caccia, osservazioni.
Nell’ambito delle competenze previste dalla legge, la Provincia può esercitare la funzione di
indirizzo e controllo, rettificando le proposte del Direttore sulla base dei criteri e dei parametri
individuati dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2012-2015 e dal Piano annuale di gestione
degli ungulati, e quindi approva i piani di abbattimento sentito il parere l’ISPRA.
Per il primo anno di avvio della caccia di selezione del cinghiale (primavera 2014), vista la
contemporaneità con la procedura di autorizzazione delle AFV per il periodo di programmazione
2012-2015, la Provincia elabora i piani di abbattimento delle AFV sentiti i Direttori aziendali.
Nelle AFV il prelievo selettivo del cinghiale è effettuato da postazione fissa, in posizione di quota
topografica rialzata rispetto al presunto bersaglio. È consentito, durante l’azione di caccia, lo
spostamento da una postazione di tiro ad un’altra, fermo restando che l’arma durante lo
spostamento deve essere mantenuta scarica e in custodia.
La caccia di selezione al cinghiale può essere eseguita dai cacciatori abilitati come sopra definiti e
anche da:
a) cacciatori non abilitati accompagnati da persona abilitata;
b) cacciatori muniti di abilitazione conseguita in altre province toscane o in altre regioni d’Italia.
Nella caccia di selezione al cinghiale non è consentito avvalersi dell'ausilio di cani, a eccezione dei
cani da traccia. Con riferimento al recupero dei capi feriti si applica quanto previsto nel
Disciplinare provinciale per la gestione faunistica e venatoria dei cervidi e bovidi.
La Provincia fornisce un contrassegno per ciascun capo assegnato all’AFV con il piano di
abbattimento, da applicare in modo inamovibile al cinghiale appena abbattuto e recuperato. Il
contrassegno comprova la liceità del prelievo effettuato e contemporaneamente autorizza il
cacciatore alla detenzione e al trasporto del capo.
La Provincia può disciplinare le modalità di allestimento e gestione dei punti di raccolta e controllo
dei capi abbattuti.
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Disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale e per le procedure di abilitazione
L’AFV è tenuta a compilare il permesso giornaliero e il registro secondo le modalità stabilite nel
Disciplinare di autorizzazione per AFV e a consegnare nei tempi e nei modi stabiliti dalla Provincia
le schede di abbattimento e eventuali reperti anatomici.
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