Progetto Ciliegio e Melo Ogliastra
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Progetto Ciliegio e Melo Ogliastra
Provincia dell’Ogliastra Gestione Commissariale Via Pietro Pistis - 08045 LANUSEI - Tel. 0782.473600 – Fax. 0782.41053 Via Mameli – 08048 TORTOLÌ - Tel. 0782.600900 – Fax 0782.600920 Cod. Fisc. 01174270916 – e-mail [email protected] Sito web www.provinciaogliastra.gov.it (L.R. n. 15 /2013) Servizio Agricoltura, Attività Produttive e Centro Provinciale Antinsetti PIANO DI PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA COLTIVAZIONE DEL CILIEGIO DOLCE E DEL MELO NELLA PROVINCIA DELL’OGLIASTRA PROGETTO PRELIMINARE RIMODULAZIONE Lanusei, 12 novembre 2013 Il Responsabile del Servizio Il Responsabile del Procedimento Ing. Maria Giuseppina Carrus Dott. Agr. Giorgio Falchi Il Collaboratore Dott. For. Paolo M. Mura Piano Spèrimentale di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Pag. 2/21 Provincia dell’Ogliastra Indice A) PREMESSA ............................................................................................................................................................4 B) OBIETTIVI E FINALITÀ .....................................................................................................................................6 C) SOGGETTI INTERESSATI ..................................................................................................................................7 D) ATTIVITÀ PREVISTE NEL PROGETTO ...........................................................................................................7 1) identificazione e riconoscimento delle aziende ai fini dell’ ampliamento quali –quantitativo della produzione...7 2) condizioni tecniche obbligatorie per la coltivazione del ciliegio e del melo............................................................7 3) incontri propedeutici con gli imprenditori agricoli ..................................................................................................8 4) realizzazione e gestione degli impianti sperimentali................................................................................................8 E) COLTIVAZIONE SPERIMENTALE DEL CILIEGIO........................................................................................9 1. quadro riassuntivo delle caratteristiche chimico-fisiche dei terreni potenzialmente individuati a colture sperimentali di ciliegio. ..............................................................................................................................................10 2. forme di allevamento e sistemi di impianto nei ciliegeti ........................................................................................11 3. impostazione degli impianti....................................................................................................................................11 4. potature ...................................................................................................................................................................11 5. portinnesti clonali in prove sperimentali ................................................................................................................12 6. liste di orientamento mipaf-regioni per i portinnesti del ciliegio (caratteristiche dei portinnesti individuati) ......12 6.1 tipo vigoroso....................................................................................................................................................12 6.2 tipo nanizzanti .................................................................................................................................................12 7. tecniche colturali sui ciliegeti .................................................................................................................................13 F) COLTIVAZIONE SPERIMENTALE DEL MELO ............................................................................................13 1.quadro riassuntivo delle caratteristiche chimico-fisiche dei terreni potenzialmente individuati a colture sperimentali di melo. ..................................................................................................................................................14 2. orientamenti varietali per la coltura del melo .........................................................................................................15 3. orientamenti varietali..............................................................................................................................................15 3.1 precoci:............................................................................................................................................................15 3.2 medio-tardive: .................................................................................................................................................15 3.3 tardive: ............................................................................................................................................................16 4. cultivar resistenti alla ticchiolatura.........................................................................................................................16 5. conduzione degli impianti di melo .........................................................................................................................16 Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 3/21 6. cure colturali negli anni successivi ........................................................................................................................17 7. forma di allevamento “ il fusetto” ..........................................................................................................................17 G) ASSISTENZA TECNICA NELLA GESTIONE DEGLI IMPIANTI ................................................................18 H) VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEI PRODOTTI ...............................................................................18 I) CENTRO DI COMMERCIALIZZAZIONE.........................................................................................................19 L) INTERVENTO PROPOSTO................................................................................................................................20 M) COSTO DEL PROGETTO E QUADRO ECONOMICO...................................................................................20 Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Pag. 4/21 Provincia dell’Ogliastra PIANO SPERIMENTALE DI PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA COLTIVAZIONE DEL CILIEGIO DOLCE E DEL MELO NELLA PROVINCIA DELL’OGLIASTRA Progetto Preliminare A) PREMESSA L’evoluzione in atto nel mercato agro-alimentare, è dovuta in parte, al cambiamento delle preferenze del consumatore, che non è più un soggetto passivo dinanzi al bene di consumo, ma presenta esigenze ed aspettative, soprattutto in materia di sicurezza e qualità dei prodotti. Le preferenze di consumo, stanno portando ad una maggiore integrazione all’interno di ciascuna filiera, per la necessità di garantire che il prodotto finale sia rispondente ai requisiti di sicurezza e qualità e per garantirne la rintracciabilità; tutti gli stadi di una filiera sono interdipendenti e l’internazionalizzazione delle imprese e degli scambi favoriscono tale tendenza. Gli orientamenti del mercato, si ripercuotono inevitabilmente sulle strategie dell’offerta e stanno portando i produttori, ad adottare strategie di mercato basate sempre più sulla valorizzazione della qualità, una qualità certificata e quindi oggettiva. Questa esigenza, si fa oggi sempre più sentita considerando che anche il sistema normativo a livello Comunitario, nazionale e regionale, si indirizza verso la qualità, intesa come rispondenza a precisi requisiti. La certificazione delle produzioni verso la quale si stanno avviando le imprese agroalimentari, sta consentendo la valorizzazione dei prodotti e la crescita del loro valore aggiunto. Parallelamente alle norme cogenti che impongono l’introduzione di un sistema di autocontrollo, per garantire al consumatore la salubrità e la sicurezza igienico sanitaria dei prodotti agroalimentari, sono infatti presenti, norme volontarie emanate dagli enti di standardizzazione internazionali e nazionali (nello specifico UNI EN ISO). La qualità igienico sanitaria, è garantita dalla legislazione in materia, oggi uniformata a livello europeo con la Dir 93/43/CEE e 96/3/CEE, recepita in Italia con il D.L.svo n° 155 del 26/05/1997 (che ha introdotto il sistema di autocontrollo applicando i principi dell’ HACCP e del GMP) e da opportuni controlli sul mercato effettuati dalle autorità competenti. Alle esigenze di tipicità, tradizionalità, legame con il territorio, il legislatore ha risposto con l’emanazione dei Regolamenti Comunitari in materia di prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e IGP (Reg 2081/92 e modifiche apportate con il Reg 692/2003). Alle domande di genuinità, tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile, si è dato seguito con l’introduzione del sistema di produzione biologica (Reg CE 834/2007 e ss.mod.). La diversificazione delle produzioni locali, risulta la risorsa essenziale per lo sviluppo economico delle aree di media e alta collina dell’Ogliastra. Il settore frutticolo in costante crescita, è la risorsa economica più remunerativa e più vantaggiosa in quanto si presta meglio alla tendenze di mercato. La filiera corta e il prodotto a chilometro zero, risultano essere attualmente la principale richiesta da parte del consumatore attento alla qualità e alla genuinità del prodotto. La promozione e valorizzazione dei prodotti locali, inseriti in un ottica di filiere produttiva, valorizzano un territorio. Tale azione sinergica tra produttori agricoli ed istituzioni, favoriscono la ottimizzazione delle attività esistenti promuovendo la crescita delle stesse sul territorio in cui operano. Le specie frutticole del ciliegio e del melo, oggi risultano le varietà più richieste dal consumatore. Le stesse sul mercato spuntano un prezzo molto interessante. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 5/21 La coltivazione del ciliegio e del melo, si prestano a tecniche di allevamento diverse (estensiva con sesti d’impianto 4-5 x 4-5 e forme di allevamento a globo, vaso, ecc., estensiva con sesti d’impianto 1,5 -2,5 x 3 o forme di allevamento a parete quali palmetta e Y), in virtù della disponibilità idrica aziendale, della profondità dei terreni e delle condizioni microclimatiche. Molto spesso la scelta varietale va ricollegata ai fattori microclimatici, impiantando specie che presentino esigenze nutritive, epoche di maturazione e raccolta differenti (varietà precoci, medio tardive e tardive). Nel territorio Ogliastrino, sono presenti cultivars locali storiche, con produzione di interesse dal punto di vista qualitativo e organolettiche; La valorizzazione di queste cultivars, ricollegato ad una filiera produttiva locale, potenzialmente potrebbe essere fonte di reddito. La valorizzazione e commercializzazione dei prodotti di filiera risulta una delle maggiori problematiche economiche per il singolo agricoltore. L’aggregazione dei singoli operatori agricoli con la partecipazione delle istituzioni, permette il perfezionamento delle filiera produttiva con il rilancio del settore. La crescente attenzione del consumatore alla sicurezza e alla salubrità degli alimenti, oltre alla possibilità di valorizzare il potenziale produttivo di alcune aree dell’Ogliastra, particolarmente vocate a produzioni tipiche di qualità, indicano la necessità di attuare una serie d’interventi coordinati per la valorizzazione e promozione di alcune produzioni tipiche. Vi è infatti da considerare che l’attuale frutticoltura, di ciliegio e melo, in Ogliastra, gode di alcuni pregi ma anche di molteplici punti di debolezza. I punti di forza sono certamente avere delle produzioni di pregio, che forniscono spesso una fonte integrativa di reddito, sopratutto a livello familiare e l’elevata vocazionalità dell’ambiente. I punti di debolezza possono, invece, riassumersi nel fatto che le colture non sono specializzate, molto frammentate e con un assortimento varietale eterogeneo che abbisogna di cure colturali molto differenti tra loro e limitato allargamento del calendario di maturazione. Da sottolineare infine che, il grande numero di novità varietali che annualmente vengono messe in commercio è certamente un fatto molto positivo perché grazie alla ricchezza della gamma varietale ciascun frutticoltore, singolo o associato, può scegliere le varietà più adatte alle condizioni ambientali della zona di coltivazione, al mercato di destinazione della produzione, alla struttura aziendale, alla organizzazione commerciale di vendita, ecc.. Dalla rilevante competizione sui mercati nazionali ed internazionali emerge la necessità di avviare iniziative in tal senso. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 6/21 B) OBIETTIVI E FINALITÀ L’obiettivo dell’iniziativa è la promozione e la valorizzazione delle produzioni e dei territori che ospitano elementi delle filiere frutticole, cereasicola e pomicola, dell’Ogliastra, attraverso il recupero e la valorizzazione di tali settori in diverse aree della Provincia, identificando una elevata potenzialità di sviluppo di alcune produzioni particolari come il ciliegio dolce ed il melo. Su questa base si intende sviluppare il presente progetto, operando per il perseguimento dei seguenti obiettivi: 1) Promuovere l’associazionismo tra pubblico e privati al fine di condurre iniziative volte alla Promozione ed alla Valorizzazione dei prodotti ed all’organizzazione della commercializzazione 2) Introduzione ai fini sperimentali di nuove varietà frutticole. 3) Ampliamento quantitativo e qualitativo della produzione a partire dal mese di maggio, con la produzione cerasicola per finire nella terza decade di ottobre con la produzione pomicola; 4) Gestione impianti e organizzazione della produzione; La frutticoltura ed in particolare la cerasicoltura e la coltivazione del melo hanno trovato in Ogliastra una zona vocata per produzioni di qualità. Particolarmente note per quanto riguarda la produzione cerasicola le varietà locali “Marracocco orrubia” e “Barracocca‘e ispiritu” e “Cordada niedda”, nonchè extra regionali come la “Canada Giant”, la cui commercializzazione resta spesso confinata ai mercati locali, o ancora, ai margini delle strade tramite venditori ambulanti. Di grande importanza, soprattutto per il valore statistico rispetto agli obiettivi del progetto, è il ruolo della cerasicoltura e della coltivazione del melo nell’economia agricola dell’area. Infatti si rileva un’estensione in Ogliastra, per il ciliegio, pari ad ha 39 su 300 ha nell’isola (13%), in coltura promiscua; mentre, per il melo, si registrano ha 51 su ha 485 coltivati in Sardegna (10,5%) Inoltre, per quanto riguarda le produzioni, in Ogliastra si attestano 1.750 q.li annui, su 13.704 annui dell’isola, per il ciliegio (13%); mentre per la coltivazione del melo si riporta il dato pari a 5.093 qli annui, su 46.863 qli annui dell’intera isola (11%) (fonte Istat, 2010). Rilevante, quindi, l’interesse nei confronti delle diverse produzioni, in particolare del ciliegio, per il territorio dell’Ogliastra e, conseguentemente, della sua valorizzazione e promozione. Il conseguimento di standard qualitativi ottimali nella produzione delle ciliegie e melo risulta ancora un fattore limitante soprattutto per l’introduzione di nuove varietà che hanno permesso di prolungare il calendario di maturazione delle varietà tradizionali, ma che richiedono cure colturali completamente differenti. Uno degli scopi principali del Piano è proprio quello di “ampliare e collegare” la produzione cerasicola e pomicola dell’Ogliastra. Partendo infatti dalla prima, ovvero quella cerasicola, sfruttando proprio le cultivar precoci, la produzione partirebbe dalla seconda decade di maggio per finire nella prima decade del mese di luglio. Successivamente si potrebbe avviare la raccolta delle mele dalla prima decade del mese di agosto fino alla terza decade del mese di ottobre. Uno degli aspetti da non sottovalutare è però l’inadeguata preparazione professionale degli operatori riguardo le tecniche colturali, di raccolta e commercializzazione. Queste produzioni, infatti, sia pure di indubbia qualità non possono certamente competere sul piano dei costi di produzione con Paesi in via di sviluppo. Diviene necessario puntare sempre più su una frutticoltura che valorizzi la qualità e la tipicità delle produzioni, condotta secondo sistemi colturali rispettosi dell'ambiente. Ed ecco perché si rende necessario intraprendere iniziative volte alla tutela ed alla valorizzazione delle produzioni attraverso l’associazione tra i diversi soggetti, pubblici e privati, al fine di aggiornare le tecniche di coltivazione e produzione, e quindi migliorare la salubrità e il valore alimentare di ciliegie e delle mele, armonizzando i sistemi produttivi con la specificità dei territori ogliastrini interessati. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 7/21 C) SOGGETTI INTERESSATI 1) Soggetti pubblici e privati; 2) Detentori di superfici agricole; 3) Operatori del settore agricolo e forestale; 4) Imprenditori agricoli; D) ATTIVITÀ PREVISTE NEL PROGETTO Il lavoro da svolgere è quello di guidare e seguire le aziende agricole in tutte le fasi, dalla realizzazione alla gestione di impianti frutticoli, alla commercializzazione del prodotto. Vi è la necessità di trasformare ed innovare le tradizionali coltivazioni agrarie in progetti più mirati alla redditività dei mercati. La richiesta che si impone è pure quella di ampliare l’assortimento fruttifero per rispondere alla domanda del mercato e del consumatore, che si avverte discreta nella varietà e nella peculiarità dei prodotti. Di seguito si descrivono le varie attività da intraprendere con il presente progetto: 1) Identificazione e riconoscimento delle aziende ai fini dell’ ampliamento quali –quantitativo della produzione. Questa attività sarà svolta mediante la diffusione di un questionario distribuito tramite comuni e organizzazioni professionali a diverse aziende del territorio della provincia, che permetterà di individuare le aziende più idonee a questa tipologia di intervento. Dall’analisi del territorio ogliastrino, eseguito sulla base delle valutazioni sull’uso del suolo, sulla base degli impianti già esistenti e della suscettività del suolo ad essere investito per gli utilizzi del presente progetto, si stima che la superfici di nuovo impianto a ciliegio e melo possano interessare una superficie complessiva pari ad ha 1.800, localizzati in particolare nei territori tradizionalmente vocati di Lanusei, Ilbono, Elini, Arzana, Gairo ed Osini, Ussassai sopra la fascia altimetrica di 500 s .l.m. Si prevede lo studio delle caratteristiche climatiche, vegetazionali e geopedologiche delle potenziali superfici candidate ad essere oggetto d’intervento. Fondamentale sarà una dettagliata descrizione delle differenti stazioni che metterà in luce la suscettibilità di utilizzare ed inserire o meno determinate varietà e portainnesti. La scelta del materiale di propagazione sarà funzione, quindi, di una serie di condizioni, tra cui l’ambiente, l’età del portainnesto, fattori tecnico-economici, suscettibilità ad attacchi da parte di agenti patogeni. Per quanto riguarda l’ambiente sarà preminente la scelta di creare impianti in aree ad alta vocazionalità pedoclimatica per le specie. Una determinata area infatti, possiede nei confronti di una specie, una vocazionalità pedoclimatica, quando le caratteristiche del suolo e del clima risultano ottimali per l’adattamento della coltura. Laddove i fattori pedoclimatici non sono ottimali, ma limitanti rispetto alle esigenze della specie, si valuterà di adottare idonee pratiche agronomiche adatte a rendere accogliente il sistema trofico – edafico. 2) Condizioni tecniche obbligatorie per la coltivazione del ciliegio e del melo a) Analisi in situ; b) Perimetrazione con sistemi GIS delle superfici coltivate a melo e ciliegio nella Provincia dell’Ogliastra; c) Scelta del materiale di propagazione (varietà, portainnesti etc.); d) Scelta della tipologia degli impianti ( caratteristiche e sesto d’impianto); e) Scelta del metodo di allevamento. 1) Localizzazione dell’impianto: in aree comprese tra i 400 e 800 m., s.l.m., con pendenze mediamente inferiori al 50% (purché presenti opere di sistemazione idrogeologica, quali Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 8/21 terrazzamenti e/o gradoni), accessibile per le macchine operatrici necessarie alle diverse operazioni colturali (potatura, concimazione, irrigazione, ecc.), prive di ristagni d’acqua; 2) Analisi chimica del terreno su cui si prevede di realizzare l’impianto. Accertare almeno le seguenti caratteristiche chimico fisico: granulometria e tessitura, pH, calcare totale e attivo, sostanza organica, azoto totale, fosforo assimilabile e potassio scambiabile; 3) Caratteristiche chimiche minime dei suoli su cui si realizza il nuovo impianto: terreno franco o franco sabbioso, tenore di sostanza organica > 2%, comunque non meno di 1,5%, reazione pH tra 4,5 – 7.0, calcare attivo < di 3%; 4) Preventiva lavorazione del terreno: eliminazione della vegetazione invasiva, aratura (ove possibile) e concimazione di fondo o di arricchimento con emendanti organici (letame e fertilizzanti organici, fosfatici e potassici); 5) Scelta del metodo di allevamento • Sesto di impianto: superficie minima a disposizione di ogni pianta 22,00 mq. ed un minimo 350 piante per ettaro, compreso l’impianto di ciliegi e meli con funzione di impollinatrici, nel numero minimo di 10 piante per ettaro; • Portainnesto: franco da seme delle varietà locali con pane di terra, meglio se in vaso, per ridurre lo stress all’apparato radicale; • Reperimento delle piantine: da vivai autorizzati e previa esplicita autorizzazione dal Servizio Fitosanitario della RAS; • Messa a dimora delle piantine: tra l’inizio dell’autunno e la fine dell’inverno, in buche di almeno 40x40 cm, con tutore di legno (preferibilmente di castagno scortecciato, nocciolo o altro legno resistente all’umidità); • Innesto: da realizzare dopo un anno dall’impianto del portainnesto, con marze di ecotipi locali fornite; • Irrigazione di soccorso: impianto fisso a micro portata sottochioma, se necessario auto compensante, con almeno due gocciolatori – pianta; • Recinzione di protezione dell’impianto: Recinzione fissa, di tutto l’appezzamento, con rete metallica di 2 m. di altezza, sorretta da pali di legno resistente all’umidità, e scortecciato; • Diserbo: non è ammesso il diserbo chimico ed è consigliato il controllo delle infestanti con lavorazioni superficiali; • Difesa fitosanitaria: non è ammesso l’utilizzo di fitofarmaci non previsti nei disciplinari di lotta biologica ed i tagli o le lesioni casuali vanno opportunamente disinfettate. 3) Incontri propedeutici con gli imprenditori agricoli Nei periodi precedenti gli impianti verranno organizzati degli incontri specifici con gli agricoltori individuati. Gli incontri saranno tenuti dai titolati di cui al precedente capitolo C). Nel corso degli incontri si presenteranno le schede con le caratteristiche tecniche degli impianti da realizzare (scelta delle varietà, dei portainnesti e delle tipologie di allevamento) e schede economiche (costi di impianto, valore delle produzioni, potenzialità di commercializzazione). Inoltre, saranno date indicazioni generali sulle problematiche di coltivazione delle diverse specie, sulle caratteristiche qualitative dei frutti e anche sulle possibile prospettive commerciali. A seguito dei punti 1.1) e 1.3) saranno state individuate le diverse aziende interessate alla realizzazione di nuovi impianti e saranno programmate diverse visite direttamente presso le aziende agricole del settore al fine di meglio caratterizzare la tipologia aziendale utile per una più appropriata definizione delle proposte di nuovi impianti. I sopralluoghi permetteranno di verificare le moderne tecniche di coltivazione e la tipologia d’impianto, tenendo conto delle valutazioni di cui al precedente punto 1.2), dell’organizzazione e dimensione aziendale. 4) Realizzazione e gestione degli impianti sperimentali Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 9/21 Partendo dalla situazione varietale già esistente nei territori dell’Ogliastra, si punterà in via prioritaria a scelte che consentano una maggiore “biodiversità” varietale. Questo indirizzo di maggiore diversificazione è giustificata dal fatto che allo stato attuale di carenza di un’organizzazione di specifici sistemi di commercializzazione, se non principalmente la vendita diretta, la diversificazione della produzione permette di avere maggiori garanzie di tipo commerciale. Il panorama italiano dispone di tutta una serie varietale potenzialmente utilizzabile ai fini sopra decritti, in subordine alle valutazioni di cui al precedente paragrafo 1). In base all’epoca di maturazione avremo quindi varietà di ciliegio precoci - medio precoci - intermedie - medio tardive tardive, tra cui a titolo di esempio possiamo annoverare: Black Star, Brooks, Canada Giant, Carmen, Cashmere, Celeste, Chelan, Cristalina, Early Bigi, Early Lory, Early Star, Enrica, Ferrovia, Ferrovia spur, Gemersdorfi, Giant Red, Giorgia, Giulietta, Grace Star, Gà¨gà, Kordia, Lapins, Margit, New Star, Primulat, Regina, RitaSamba, Sandra Rose, Skeena Somerset, Summer Charm, Sweet Early, Sweet Heart, Sylvia, Symphony, Techlovan, Tieton, Van Vera. Mentre per il melo possiamo riscontrare: Annurca, Annurca Rossa del Sud, Brookfield gala, Buckeye Gala, Cameo, Choupette, Corail, Early Red One, Eve, Fuji KikuÂ, Fuji Zhen, Fuji raku raku, Gala Schnitzer, Galaxy, Gold Chief, Golden Delicious cl. B, Golden Orange, Golden Reinders, Goldrush, Granny Smith, Hapke delicious, Hilwell, Imperatore Dallago, Jeromine, Joburn, Jonagold, Modi', Morren's, Pink Lady, Red Elstar, Renetta del canada, Rubens, Scarlet Spur, Smoothee, Staymared, Super Chief, Superchief, Superstayman, Topaz. Una volta individuate le aziende disponibili a realizzare a breve i nuovi impianti, per singola azienda, si definirà la combinazione delle specie più opportune, di ciliegio e melo, e conseguentemente delle varietà. A seconda delle disponibilità di terreno destinato ai nuovi impianti si procederà alla ripartizione tra specie e varietà, cosi da poter successivamente calcolare il fabbisogno totale di piante. Si prevede di coinvolgere con il presente progetto una quantità complessiva di alberi di ciliegio e melo, innestati e/o autoradicati, stimata pari a circa 5000 piante per l’intero territorio individuato. Una volta conclusa questa fase di programmazione si invieranno diverse richieste di preventivi a vivai selezionati dalle riviste specializzate di frutticoltura. Successivamente, a seconda delle migliori offerte, si preciseranno definitivamente e prenoteranno le piante e, nei mesi invernali, si provvederà al recupero ed alla loro distribuzione ai vari agricoltori interessati per la messa a dimora alla fine inverno – inizio primavera. Tale attività potrà svolgersi anche coinvolgendo la disponibilità dei vivaisti di zona per il deposito e la distribuzione delle piante agli agricoltori. E) COLTIVAZIONE SPERIMENTALE DEL CILIEGIO La realizzazione di impianti di ciliegio sperimentali, con messa a frutto, precoce, medio tardiva e tardiva ed elevata produzione di qualità, più facile governo degli alberi e meno onerosa gestione del ceraseto si sta diffondendo in vari Paesi (Germania, Usa, Francia) e anche in Italia, grazie ai positivi riscontri ottenuti con portinnesti nanizzanti e semi-nanizzanti e con i nuovi sistemi di impianto. Le ricerche finora condotte in Italia su alcuni portinnesti hanno fornito, almeno nei primi anni, ottime risposte produttive, anche sul piano qualitativo. Tuttavia, in generale, nel dilemma fra portinnesti deboli e relativamente vigorosi, i secondi (in particolare Ma x Ma 14 e Colt al Nord e Santa Lucia 64 al Sud) hanno dimostrato un migliore adattamento alle condizioni pedoclimatiche di alcune aree di coltivazione Recentemente sono stati diffusi commercialmente nuovi soggetti per il ciliegio con diverso grado di vigoria e adatti alle condizioni colturali e di impianto più diversificate. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 10/21 1. Quadro riassuntivo delle caratteristiche chimico-fisiche dei terreni potenzialmente individuati a colture sperimentali di ciliegio. DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEI SITI INTERESSATI DAL PIANO SPERIMENTALE DEL CILIEGIO COMUNE SUOLO COORDINATE UTM ALTITUDINE UMIDITA’ RELATIVA PIOVOSITA’ ANNUA mm T° MEDIA ANNUA° C COLTURA PRECEDENTE SESTI D’IMPIANTO IRRIGAZIONE DIFESA DAGLI AGENTI ABIOTICI DIFESA DAGLI AGENTI BIOTICI DISERBO INERBIMENTO Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 11/21 2. Forme di allevamento e sistemi di impianto nei ciliegeti L’utilizzo di portainnesti semi-nanizzanti o nanizzanti, di nuove forme di allevamento associate a una potatura differenziata (corta o lunga) in base al grado di fertilità della cultivar e di nuove varietà più performanti dal punto di vista produttivo consente di aumentare la densità d’impianto e di realizzare impianti più intensivi e specializzati di ciliegio dolce. In particolare un forte impulso in tal senso viene dato dai nuovi portainnesti altamente produttivi, in grado di ridurre con scale decrescenti la vigoria dei ciliegi e indurre una precoce messa a frutto. Nelle aree cerasicole più evolute si punta ormai a sistemi intensivi ed efficienti nei quali l’albero deve mantenere una struttura semplice e uniforme per massimizzare le rese e le caratteristiche qualitative dei frutti e quindi i profitti. L’introduzione di portainnesti semi-nanizzanti o nanizzanti, rende possibile un notevole contenimento della dimensione delle piante semplificandone la gestione (potatura, raccolta, ecc.), l’anticipo della loro entrata in produzione e l’uniformità degli standard qualitativi dei frutti. Inoltre la riduzione della taglia delle piante permette di eseguire la copertura degli impianti con reti e teli per la prevenzione da eventi meteorologici e soprattutto dal fenomeno del cracking o spaccatura dei frutti, evitando la formazione di difetti esterni sui frutti, quali spaccature o screpolature,e migliorandone così la qualità. Si prevede che gli astoni vengano messi a dimora con densità di 800-1.200 alberi/ha, con possibilità di arrivare a superare anche 2.000 alberi/ha: a tali densità corrispondono rese produttive di 10-15 t/ha fino al quarto anno e di 20 t/ha e oltre dal quinto anno in poi. La fase improduttiva può essere decisamente ridotta dunque con la messa a dimora di impianti ad alta densità con combinazioni cultivar/portainnesto più precoci. Mentre nel passato si impiegavano dagli 8 ai 10 anni per raggiungere rese di 8-12 tonnellate per ha, oggi tali rese si ottengono già al terzo quarto anno. 3. Impostazione degli impianti Si prevede di impostare gli impianti seguendo due forme di allevamento; quella ad alberi monocauli, ovvero con asse centrale e con varianti che vanno dal “fusetto” ( per le combinazioni di innesto più vigorose ) agli assi colonnari (per gli impianti ad alta densità). La forma a fusetto è in grado di contenere lo sviluppo del ciliegio in una forma verticale, conica, gestibile pressoché interamente da terra. Si adatta bene alle alte densità di piantagione (800-1.200 alberi/ha) e le distanze di impianto possono variare, a seconda della vigoria del portainnesto e della varietà, della fertilità del terreno e della tecnica colturale adottata, da 5 a 4,5 m tra i filari e da 3 a 1,5 m sulla fila. Le piante entrano precocemente in produzione e le rese produttive/ha sono in genere elevate. La forma necessita di una struttura di sostegno (pali e fili); inoltre, almeno nella fase iniziale di allevamento, è necessario un tutore (canna) di supporto per ogni singola pianta. La pianta ideale per un allevamento a fusetto deve avere le seguenti caratteristiche: altezza di 180-200 cm, presenza media 6-8 rami anticipati (minima di 4) con lunghezza superiore a 40 cm, ben maturi, inseriti a un’altezza compresa tra i 70 e i 90 cm dal colletto, diametro del fusto sopra il punto di innesto di almeno 20mm. L’asse colonnare o cordone è una forma per ciliegeti intensivi (1.000-1.500 alberi/ha) o superintensivi (fino a 5.000 alberi/ha). «Il cordone altro non è che un fusetto modificato, con uniforme rivestimento di branchette fruttifere di uguale ed equilibrata vigoria, inserite direttamente sull’asse centrale permanente: ogni anno le branchette vengono speronate e rinnovate. Con portainnesti nanizzanti, l’altezza massima raggiunta da questa forma non supera normalmente i 2-2,5 m. Richiede una struttura di sostegno con pali e almeno un paio di fili. Le distanze di impianto possono variare dai 4 ai 3,5 m tra le file e da 1 a 0,5 m sulla fila. Il cordone è facilmente ottenibile partendo da astoni “lisci”, di altezza adeguata, oppure da piante ramificate, provviste di numerosi e corti rami anticipati». 4. Potature Gli interventi di potatura dell’asse colonnare, dovranno essere limitati all’asportazione di germogli troppo vigorosi o mal posizionati, al raccorciamento delle branchette fruttifere troppo sviluppate, al rinnovo delle stesse con tagli di ritorno, incisioni per favorire la formazione di germogli laterali. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Pag. 12/21 Provincia dell’Ogliastra 5. Portinnesti clonali in prove sperimentali Tipologia del PI Vigoroso Nanizzante Nomenclatura del PI Sigla Origine genetica Paese d’origine Colt Gisela 5 Gisela 6 Ma x Ma delbard Brokforest Ma x Ma delbard 60-Broksec Weirot 10 Colt Gi 5 Gi 6 MM 14 MM 60 W 10 P. avium x P. pseudocerasus P. cerasus x P. canescens P. cerasus x P. canescens P. avium x P. mahaleb P. avium x P. mahaleb P. cerasus UK D D USA USA D Gisela 7 PHL A Weiroot 158 Gi 7 PHLA W158 P. cerasus x P. canescens P. avium x P. cerasus P. cerasus D CZ D 6. Liste di orientamento MIPAF-REGIONI per i portinnesti del ciliegio (Caratteristiche dei portinnesti individuati) 6.1 Tipo vigoroso Colt : Ibrido con elevata resistenza al calcare ed alla stanchezza del terreno. Di media adattabilità nei terreni asfittici, scarsa in quelli siccitosi. Tollera il freddo invernale. Per quanto riguarda le fitopatie, mostra scarsa resistenza alle batteriosi, media resistenza agli attacchi da parte dei funghi. Resistenza elevata invece ai nematodi. Gisela 5 : Idoneo quasi esclusivamente per terreni particolarmente fertili, irrigui e vergini. Tende ad eccessi di produzione i quali possono penalizzare la qualità dei frutti e la vitalità delle piante. E’ adatto per impianti ad elevata o elevatissima densità ( oltre 1000 piante/ha) Gisela 6 : Si adatta a diverse condizioni pedoclimatiche, di vigoria medio - bassa, intermedia tra Gisela 5® e Maxma-delbard14®brokforest. Induce buona messa a frutto, buona pezzatura. Ha la stessa sensibilità di Gisela5® a funghi e batteri. Rispetto a Gisela 5 appare più adatto a cultivar autofertili. Come la precedente anche Gisela 6 richiede tecniche colturali più attente soprattutto negli interventi di potatura. Ma x Ma delbard Brokforest : Poco vigoroso, semi-nanizzante, compatibile con tutte le varietà. Determina rapida messa a frutto e buona produttività. Si adatta alle diverse condizioni del suolo, ha buona resistenza alla clorosi e al cancro batterico. Ma x Ma delbard Broksec : Vigoria medio - alta. Emissione media dei polloni. Induce ottima produttività. Si adatta a diversi tipi di terreno con buona resistenza in terreni asciutti e calcarei. Ottima affinità d’innesto ed efficienza produttiva. Idoneo in impianti a densità medio - bassa. Weirot 10 : Elevata è la vigoria, meno però rispetto al franco; è un portainnesto adatto a molteplici condizioni di suolo difficile e limitate disponibilità d’acqua e nutrienti. La messa a frutto può essere anticipata con un attenta gestione della potatura. Ottime risultano essere la qualità e la pezzatura dei frutti. 6.2 Tipo nanizzanti Gisela 7 : Soggetto nanizzante, con ridotto sviluppo degli alberi. Induce buona produttività. Si adatta a terreno con buona fertilità. Buona affinità d’innesto, elevata efficienza produttiva. Idoneo in impianti a densità 600 -800 PHL A : Soggetto nanizzante, con ridotto sviluppo degli alberi. Induce elevata produttività. Si adatta a terreno con media fertilità. Buona affinità d’innesto, elevata efficienza produttiva. Idoneo in impianti a densità 600 -800 Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 13/21 Weiroot 158 : Soggetto nanizzante, con ridotto sviluppo degli alberi. Induce elevata produttività. Si adatta a terreno con media fertilità. Media affinità d’innesto, elevata efficienza produttiva. Idoneo in impianti a densità 600 -800 7. Tecniche colturali sui ciliegeti Si prevede che: 1) nei primi tre anni il terreno deve preventivamente essere erpicato; 2) a partire dal quarto anno, si prevede una gestione mista, con inerbimento spontaneo dell’interfila e diserbo chimico mediante Gliphosate lungo la fila; 3) L’irrigazione deve essere praticata con interventi di soccorso. La goccia è riconosciuta oggi come la tecnica a maggiore efficienza e consente grandi benefici nella gestione agronomica ed economica. Le prime evidenze riguardano il risparmio idrico ed energetico e la facilità nell'utilizzare la pratica della fertirrigazione, che permette di ottimizzare l'impianto a goccia utilizzandolo anche per gestire la nutrizione. In alcune aree ad alta specializzazione e particolarmente vocate si è consolidata, al fianco della goccia, la pratica della microaspersione. Questa tecnica irrigua è stata utilizzata con risultati molto interessanti nelle aree a rischio di gelate tardive, dove l'impianto ha potuto, con opportuni accorgimenti tecnico-progettuali, funzionare anche come protezione antibrina diventando, a tutti gli effetti, un impianto a duplice attitudine. Sui frutteti resta in ogni modo preminente l'utilizzo dell'irrigazione a goccia, vero e proprio strumento di tecnica colturale al pari delle lavorazioni e della lotta fitopatologica. La crescente attenzione nei confronti del ciliegio (ricerche varietali, intensificazione colturale, studi d'enti di ricerca e di diversi atenei), ha posto in evidenza questa coltura come una delle più promettenti del mercato italiano anche grazie al fatto di aver mantenuto nel 2009 un buon prezzo e consentito buoni margini alle aziende agricole produttrici. 4) Le concimazioni all’impianto prevedono l’impiego di fertilizzanti a base di fosforo da applicare all’interno della buca al momento dell’impianto. F) COLTIVAZIONE SPERIMENTALE DEL MELO Questa pomacea occupa in Sardegna 200 ettari, di cui solo 25 in montagna (12,5%) con una produzione di 170 tonnellate (11% della complessiva produzione regionale). Allo stato attuale il melo è coltivato nei territori montani dell’Ogliastra, ancora oggi conosciuta come “ Sa Costera e sa Mela”, Lanusei, Ilbono, Elini, Arzana, Villanova ed Ussassai, in quest’ultima si coltiva ancora una antica varietà di pomicola conosciuta “Tempra orrubia” con una produzione pari a 5.093 qli annui, su 46.863 qli annui dell’intera isola. Il melo viene per lo più coltivato come piante sparse o come coltura promiscua al vigneto; oggi, in alternativa sottoforma di piccoli impianti, che forniscono produzioni limitate in prevalenza destinate all’autoconsumo familiare o al commercio locale. Le tecniche sono quanto mai obsolete poiché prevedono ancora l’uso del franco quale portinnesto e del vaso come forma di allevamento; ciò comporta l’ottenimento di piante vigorose e rustiche, ma anche di grandi dimensioni e pertanto con elevati costi per raccolta, potatura, difesa, ecc. L’elevata resistenza al freddo del melo, la sua tardiva epoca di fioritura e la possibilità di ottenere un prodotto di alta qualità aprono, di contro, interessanti prospettive per quelle limitate aree con terreni fertili e riparate dai venti; l’introduzione dei portinnesti clonali nanizzanti e di forme di allevamento più rispondenti, quale il fusetto, fornirebbero il necessario supporto tecnologico per l’ottenimento di meleti a elevata efficienza e rapida messa a frutto. Il patrimonio varietale dell’Ogliastra, risulta in parte, ancora basato su antiche cultivar nazionali e su varietà locali; i nuovi impianti potranno mantenere le cultivar locali, gradite dal consumatore regionale, affiancandovi mele gialle poco soggette a “rugginosità” (Ozark Gold, Ed gould golden) e mele rosse di pregio (Royal Gala, Top red). Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 14/21 Attualmente, anche l’impiego di cultivar resistenti alle avversità abiotiche e biotiche rappresenta un’opportunità di innovazione come risposta alle esigenze di sicurezza alimentare e rispetto dell’ambiente. Attualmente sono solo una nicchia nella nicchia delle produzioni biologiche, nonostante il miglioramento degli standard qualitativi. 1.Quadro riassuntivo delle caratteristiche chimico-fisiche dei terreni potenzialmente individuati a colture sperimentali di melo. DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEI SITI INTERESSATI DAL PIANO SPERIMENTALE DEL MELO COMUNE SUOLO COORDINATE UTM ALTITUDINE UMIDITA’ RELATIVA PIOVOSITA’ ANNUA mm T°MEDIA ANNUA° C COLTURA PRECEDENTE SESTI D’IMPIANTO IRRIGAZIONE DIFESA DAGLI AGENTI ABIOTICI DIFESA DAGLI AGENTI BIOTICI DISERBO INERBIMENTO Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 15/21 2. Orientamenti varietali per la coltura del melo I nuovi orientamenti varietali per la coltura del melo, a livello internazionale, sembrano proiettati verso una decisa standardizzazione produttiva, basata sulla coltivazione di un limitato gruppo di mele caratterizzate da precisi e riconosciuti connotati qualitativi. Nelle più importanti aree di produzione del mondo le varietà di melo più coltivate (o più opzionate nei nuovi impianti), appartengono ai gruppi policlonali Golden Delicious, Red Delicious, Gala e Fuji, all’interno dei quali è la scelta del clone che determina il grado di innovazione e di miglioramento qualiquantitativo rispetto allo standard produttivo. Le altre varietà, seppur importanti in taluni areali (ad es. gruppi Jonagold, Braeburn, Stayman, Golden–simili, resistenti a ticchiolatura), in realtà rappresentano una percentuale produttiva di minore entità e attualmente non sembrano accreditati di futuri, significativi incrementi dell’offerta. L’Italia non sembra disallineata rispetto a questa tendenza e, nei distretti produttivi più importanti, si rileva un netto e preciso orientamento dei frutticoltori verso le cultivar dei predetti gruppi varietali (che complessivamente oggi rappresentano poco meno dell’80% della produzione nazionale di mele), ai quali le altre tipologie varietali fanno da corollario per un ovvio completamento della gamma d’offerta o la copertura di limitati segmenti di mercato, con prodotti tipici e diffusi solo localmente. Ciò non significa che negli ultimi anni il miglioramento genetico non sia stato prodigo di nuove introduzioni; lo dimostrano innumerevoli lavori di valutazione sperimentale e le tante liste che a diverso titolo e con diversa valenza (regolamenti Ocm, disciplinari di produzione pubblico-privati, elenchi delle Associazioni dei produttori, progetti pubblici come quello del Mipaf) propongono innovazioni di prodotto nel comparto del melo. Ne emerge un quadro da un lato assai complesso, perché le nuove introduzioni varietali (poco meno di 500 in tutto il mondo nell’ultimo decennio) si susseguono senza sosta e con caratteri costantemente innovativi, mentre, dall’altro, le scelte degli operatori sembrano seguire un generale criterio di omologazione degli standard produttivi, dettato soprattutto dalle scelte di un mercato che è decisamente orientato verso la qualità del prodotto e la continuità della sua reperibilità e che punta, per questo, su non più di 4-5 tipologie di mele. 3. Orientamenti varietali 3.1 Precoci: Nel periodo precoce dominano i cloni del gruppo Gala, dove emerge la generalizzata preferenza per le varietà a gruppo striato (segnatamente Galaxy*, Brookfield Gala® e Gala Schnitzer®), mentre per Ruby® Gala a colorazione uniforme, mancano ancora precisi riferimenti sul suo effettivo gradimento mercantile. Altre possibilità nel periodo sono rappresentate soprattutto da Rubens®, di cui si hanno favorevoli giudizi sia nelle zone alpine, sia nelle aree Nord europee, mentre non sembra adatta alla pianura, come poi è accaduto per Red Elstar, che pare avere spazi ancora più limitati anche in montagna. 3.2 Medio-tardive: Nel periodo autunnale, un tempo assai ricco di proposte, la maggior parte degli esperti propone per le Red Delicious soprattutto alcuni cloni spur (la storica Red Chief® o le alternative Scarlet Spur® e Superchief®) e la consolidata Early Red One® di tipo standard che, in tutte le aree di produzione, hanno manifestato un buon comportamento agronomico e pomologico. Giudizi quasi unanimi, pur con alcune differenziazioni di comportamento, caratterizzano anche le indicazioni per il gruppo Golden Delicious; accanto alle sempre valide Golden Delicious cl. B e Smoothee®, valutazioni positive hanno raccolto le più recenti Gold Chief® e Tentation, che riflettono la generale preferenza verso mele di tipologia moderna, croccanti, succose e serbevoli. Altre mele autunnali, con maturazione nella seconda quindicina di settembre, sono indicate solo per specifiche zone. E’ il caso di Pinova*, risultata poco adattabile ai climi caldo-umidi della pianura, e Cameo® che, pur avendo raccolto consensi in tutto il Nord Italia per i suoi requisiti di qualità e Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 16/21 conservabilità, rappresenta una nuova proposta degna di attenzione solo nelle zone ove non si verificano difetti di colorazione dei frutti. 3.3 Tardive: Le mele a maturazione tardiva sono suddivise in alcuni importanti sottogruppi. Fra i cloni di Braeburn si rileva una generalizzata preferenza (solo nel Nord Italia) verso quelli di più recente origine (Eve®, Hillwell® e Joburn®) e di migliore aspetto grazie all’accentuata sovraccolorazione dei frutti. Nel tradizionale gruppo Stayman, le indicazioni più interessanti riguardano soprattutto la recente Superrstayman; quest’ultima risulta molto più tollerante i fenomeni di spaccatura del frutto che da sempre limitano le rese e i risultati commerciali di questa mela. Nell’ambito del gruppo Fuji, uno dei più prolifici per numero di cloni selezionati e introdotti negli ultimi anni (non senza problemi di forte eterogeneità nelle fonti del materiale di propagazione), le proposte in genere si limitano al clone Naga-Fu 12 di tipo uniforme parzialmente striato preferito in pianura, e ai due cloni striati Kiku® 8 e Raku Raku, graditi nelle zone di maggiore altitudine, quest’ultimo di introduzione recente e ancora da sperimentare approfonditamente. Granny Smith, unica mela verde che ancora oggi dimostra consumi affezionati, ma anche col ruolo di impollinatrice universale per i nuovi meleti monovarietali, rappresenta una delle poche eredità delle proposte varietali del passato, mentre la mela Annurca e la sua derivata rossa vengono premiate solo nel Sud Italia, dove rappresentano un’importante realtà di nicchia che incontra con successo fasce crescenti di consumatori-amatori. Lo stesso dicasi per Renetta del Canada, la cui produzione assume soprattutto connotati di valorizzazione del territorio e della tipicità produttiva per le aree trentine e, più limitatamente, dell’Alto-Adige. 4. Cultivar resistenti alla ticchiolatura Vi è infine, il sempre più numeroso gruppo delle mele resistenti a ticchiolatura; le novità di rilievo in questo campo sono rappresentate dalle numerose cultivar derivate da programmi italiani di miglioramento genetico e l’introduzione delle prime varietà a resistenza multipla (es. Ariwa*), in grado di minimizzare il ricorso alla difesa anticrittogamica e antibatterica. Le molte cultivar proposte, quasi sempre accreditate di giudizi positivi nella maggior parte degli ambienti di valutazione, sono oggi in grado di fornire gamma, differenziazione qualitativa e continuità di raccolta (il calendario supera i 70 giorni); mancano, invece, la sufficiente spinta commerciale e la necessaria volontà delle organizzazioni produttive per creare una filiera alternativa di produzione di mele pulite in grado di attirare con successo i consumatori e l’industria di trasformazione. 5. Conduzione degli impianti di melo Si prevede che gli impianti vengano realizzati con astoni preformati in vivaio. L’astone ottimale dovrà presentare un’altezza compresa tra 2,00 e 2,50 m e dovrà essere munito di 5-6 rami anticipati (ben significati, con angoli aperti) compresi tra 80 e 150 cm di altezza da terra e una distanza di 70-80 cm tra l’ultimo ramo utile e la fine della pianta. Poiché nelle pomacee l’inclinazione non può essere impostata troppo presto, un ampio angolo di inserzione predispone all’inclinazione successiva. Eventuali rami inseriti troppo in basso dovranno essere asportati, ma, per evitare un eccessivo risveglio vegetativo, sarà possibile eliminare solo quelli posizionati fino all’altezza di 60-80 cm, e curvare quelli presenti tra gli 8090 cm rinviando la loro asportazione alla successiva stagione vegetativa. Nel caso l’astone risulti troppo alto e privo di buoni rami anticipati nella parte alta, sarà possibile tenere la cima piegata fino a che sulla curvatura (gobba) non si sia sviluppata una vegetazione di almeno 15 cm, per poi ripristinare la funzione di cima. Operazione analoga potrebbe essere attuata nel corso del primo anno di sviluppo a dimora, qualora si rendesse necessario. L’impianto andrà fatto avendo cura che il punto di innesto sia posizionato 15-20 cm al di sopra del terreno per evitare rischi di affrancamento della pianta con conseguente aumento della vigoria. Le operazioni all’impianto riguarderanno principalmente la selezione dei rami anticipati che andranno a costituire il cesto basale e l’eliminazione dei rami troppo vigorosi (di calibro elevato pari a 30-50% di quello dell’asse centrale) o inseriti con angoli troppo chiusi. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 17/21 Nella stagione estiva, preferibilmente dalla metà di agosto in poi, quando sarà ridotta la possibilità di riscoppi vegetativi, si curveranno i rami che andranno a superare la metà della distanza sulla fila in modo tale da alleggerire la cima stessa. All’impianto, nel corso della prima stagione vegetativa o alla fine della stessa, dovranno essere piegati i rami che costituiranno la parte basale della pianta. La piegatura dei rami renderà più precoce l’entrata in produzione. Per agevolare tale operazione sarà possibile predisporre nell’impianto due fili longitudinali, uno per ogni lato del filare, distanziati 50 cm rispetto al centrale portati da braccetti trasversali di 80-100 cm a una altezza compresa tra 90-100 cm: i rami curvati verranno legati su essi mediante una pinzatrice. Se le curve risulteranno più dolci, ampie e meno stressanti per le piante la prima produzione risulterà di qualità migliore, con frutti di buona colorazione per la migliore esposizione; i fili concorreranno, inoltre, a sostenere la produzione negli anni successivi. Al primo anno si dovranno curvare anche i rami assurgenti sviluppatisi sull’asse centrale, in particolare se forti da non curvarsi sotto il peso della frutta. In questo caso si dovrà applicare un angolo di curvatura più accentuato rispetto a quello del palco basale, in modo da conferire alla pianta un’impostazione che richiami la forma di cono. 6. Cure colturali negli anni successivi Nel secondo e terzo anno piegature e curvature dovranno essere le operazioni principali. Si dovrà effettuare il minore numero di tagli possibile, per non ritardare l’entrata in produzione e dovranno essere eliminati progressivamente i rami sovrapposti e i rami assurgenti sviluppatisi nei palchi sottostanti, limitando il numero di tagli eseguiti ogni anno. Dopo i primi anni di produzione verrà ripulita la parte interna delle piante, eliminando i rami assurgenti presenti sul cesto basale, che rimarrà per 40-50 cm coperto dai rami della porzione intermedia. Si dovrà perciò alzare la fascia produttiva eliminando i rami più bassi e portando all’esterno le catene (branche che partono dall’alto e cadono verso il basso). Nei primi anni si opererà per mantenere i rami inseriti a 80-90 cm dal piano di campagna, poi si tenderà a tenere solo quelli oltre i 100-110 cm di altezza; la parete produttiva finale sarà quindi di 120-170 cm. Sul cimale potrebbe essere opportuno intervenire con un taglio di ritorno, o in alternativa con la rottura della stessa, a un’altezza di circa 2,5 –2,7 m deviandola su un ramo di due o più anni. In seguito sarà preferibile mantenere sempre la stessa cima, liberata dai succhioni concorrenti che ombreggerebbero la vegetazione sottostante. L’elevata produttività comporta un alto rischio di invecchiamento delle strutture produttive, pertanto le branche, una volta in produzione, dovranno essere asportate con tagli a becco di luccio se troppo fitte e sfruttare, o raccorciare con il taglio di ritorno per favorirne il rivestimento. I rami nuovi che andranno a sostituire quelli esauriti dovranno essere a loro volta piegati, con l'ausilio di gancetti. 7. Forma di allevamento “ Il fusetto” Il fusetto è la forma d’allevamento più diffusa nella moderna melicoltura; è estremamente semplificata, con uno scheletro ridotto al solo asse centrale sul quale sono inserite le branche fruttifere. E’ un’evoluzione della forma a fuso, a sua volta derivata dalla forma a piramide, in un processo di progressiva semplificazione sia della struttura, con la rinuncia a una rigida disposizione dei vari palchi di branche, sia della potatura. Ha subìto negli anni sensibili cambiamenti, soprattutto nella fase di impostazione. Tale evoluzione ha visto anche una progressiva diminuzione delle distanze tra le piante, che ha reso necessaria una minore estensione laterale delle chiome e quindi delle branche, ottenuta anche aumentandone l’inclinazione. In funzione dell’interazione tra pianta e ambiente, il fusetto viene costituito in diverse versioni, che hanno tuttavia in comune la mole ridotta, assicurando buona esposizione alla luce e facilità di raccolta. Il fusetto è però fortemente suscettibile di alternanza se non gestito e potato in modo accurato; risulta perciò importante attuare un ottimale controllo del carico produttivo mediante un adeguato diradamento e un ottimo controllo della nutrizione e dello stato idrico. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 18/21 Nel nostro caso le distanze d’impianto potranno essere molto ridotte e si potrebbe considerare ottimale una densità di circa 1.500 piante per ettaro. Nel complesso la forma a fusetto è fortemente nanizzante, con ridotti spazi e poca autonomia radicale, per cui l’impianto dovrà prevedere strutture di sostegno, costituite da pali e fili. L’alta produttività comporta inoltre notevoli esigenze nutrizionali; Le concimazioni dovranno essere frazionate in almeno 3 interventi, uno primaverile, uno tardoprimaverile e uno autunnale. L’irrigazione a goccia sarà indispensabile, meglio se completa di fertirrigazione. Il fusetto essendo un sistema di allevamento in volume con cui si formano pareti basse e continue; la forma è piuttosto semplice, guidata e precoce; dotata di asse centrale verticale, che raggiunge un’altezza di circa 2,5-3 m, presenta, a 40-80 cm da terra, un palco di 3-4 branche poco inclinate, che servono da supporto ai rami a frutto. Su queste e sul sovrastante tratto del fusto sono liberamente inserite, senza alcuna simmetria, con angoli diversi, ma sempre ampi, branchette fruttifere non necessariamente permanenti. Esse sono relativamente corte (fra 0,7 e 1,5 m consentendo alte densità lungo la fila), ma comunque di lunghezza più o meno decrescente dal basso verso l’alto e sono presenti in numero variabile. Sulle branche primarie si inseriscono secondarie cortissime e rami produttivi. La forma è ottenuta principalmente con tagli invernali: tagli di indebolimento, selezionando i rami deboli e asportando quelli forti, e tagli di ritorno. G) ASSISTENZA TECNICA NELLA GESTIONE DEGLI IMPIANTI Al fine di assistere gli agricoltori nella gestione dei nuovi impianti, saranno organizzate delle visite presso i nuovi impianti, nonché saranno effettuati 1-2 cicli all’anno di corsi per innestatori sulle tecniche di innesto e potatura condotti da titolati soggetti di cui al precedente capitolo C), secondo le attività di cui al successivo punto 4). In questi incontri aperti agli imprenditori agricoli interessati, nonché a studenti dei corsi di agraria per il conseguimento del diploma, e/o post-diploma, e/o universitari, sarà effettuata un’attività di formazione sulle principali tecniche di potatura, di innesto, di allevamento, oltre ad aspetti della gestione della difesa, nutrizione e dell’irrigazione. Oltre alle visite aziendali, la parte formativa delle aziende potrà essere realizzata anche attraverso visite di realtà produttive sia locali che extra-regionali, come ad esempio quella di Vignola nel modenese. Il programma formativo potrà prevedere anche una visita presso i principale centro di raccolta, lavorazione, conservazione e commercializzazione della frutta prodotta nell’areale. Durante le visita in campo sarà possibile evidenziare e discutere le principali problematiche relative alla gestione degli impianti, le forme di allevamento, potatura, difesa, nutrizione, irrigazione e infine raccolta, lavorazione e controllo qualità frutti. H) VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEI PRODOTTI La costituzione di società cooperativa tra produttori locali e successivamente la creazione di una organizzazione di produttori per la commercializzazione dei prodotti frutticoli, supportati dagli enti pubblici quali Provincia, Agenzie Regionale, quali Laore ed Agris, potrà operare in modo opportuno nel: Concentrare l'offerta dei prodotti delle piccole e medie aziende; Promuovere il miglioramento della qualità della frutta formando i piccoli imprenditori sulle scelte varietali e sulla difesa sanitaria; Attuare procedure di autocontrollo per assicurare un prodotto di qualità e salubrità garantita, tramite la predisposizione di un disciplinare di produzione del Ciliegio Dolce e del melo ogliastrino; Assistere i soci in qualsiasi fase della produzione. La Provincia Dell' Ogliastra in questa direzione intende condurre direttamente le attività tecniche menzionate nel presente progetto, al fine di incentivare e valorizzare i prodotti frutticoli di ciliegio e melo, mediante la: Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 19/21 • Promozione ed organizzazione di incontri divulgativi, a livello dei singoli comuni interessati, in cui illustrare le tematiche anzidette da parte di esperti, invitando eventualmente a testimoniare anche agricoltori di altre realtà geografiche dove sussistono strumenti di valorizzazione dei prodotti agricoli; • Partecipazione ad iniziative locali volte alla valorizzazione delle produzioni agricole (mostre, sagre, ecc.) attraverso l’allestimento di stand e/o la presenza di personale tecnico capace di interloquire con gli operatori locali su tali tematiche; • Approfondimenti tecnici sulle colture del ciliegio e del melo: A) Per il ciliegio, se sarà possibile disporre di prodotto fresco, si organizzerà una mostra pomologica; altrimenti, si potrà redigere e produrre una brochure tecnica che illustri le caratteristiche delle varietà coltivate nell’areale, comprendendo anche quelle di nuova costituzione e di cui se ne raccomanda l’introduzione; B) Per il melo invece, a seguito della disponibilità di campioni rappresentativi di differenti varietà, si promuoverà un incontro con gli operatori del settore. • L’acquisto del materiale vegetale utile alla realizzazione degli impianti sperimentali. • Organizzazione di una mostra pomologica, da realizzarsi in autunno, con presentazione e commento dei campioni esposti da parte di un ricercatore esperto del settore, e produzione di una brochure tecnica che illustri le caratteristiche delle varietà coltivate nell’areale, comprendendo anche quelle di cui se ne raccomanda l’introduzione, al fine di un completamento ed un allargamento del calendario di produzione. • Organizzazione di 1-2 Corsi /anno per la gestione ecocompatibile di impianti frutticoli, con particolare riferimento a ciliegio e melo, incentrate in modo particolare su: 1. 2. 3. 4. 5. 6. cure agronomiche per l’impianto; scelta di portainnesto, varietà e tecniche di innesto; gestione agronomica dell’impianto avviato; protezione integrata da patogeni e parassiti; tecniche di raccolta e condizionamento del prodotto; dimostrazione pratiche di campo su tecniche di potatura di allevamento e produzione. I) CENTRO DI COMMERCIALIZZAZIONE Il progetto ha come scopo quello di creare un centro di commercializzazione o piattaforma commerciale per la commercializzazione dei prodotti provenienti da 13 Comuni dell’Ogliastra, alcuni dei quali hanno già aderito al precedente progetto di valorizzazione del ciliegio. Tale progetto nasce dalla necessità di raggruppare l’offerta (prodotti quali ciliegie e mele) sotto un unico marchio di qualità al quale vanno considerate le certificazioni aggiuntive di filiera quali certificazione ISO 22005 (rintracciabilità di filiera), certificazione ISO 14001 (sistema di gestione ambientale), in ultimo una certificazione di prodotto biologico Reg. CE 834/2007 ss mod e int. La certificazione di prodotto nasce infatti dall'esigenza del marketing moderno di posizionare, valorizzare e differenziare il prodotto agroalimentare. Il contesto ambientale ed imprenditoriale, attraversa una fase di difficoltà economica, dovuta alla contingente stagnazione economica, ed alla difficoltà di ridurre i costi di produzione rispetto ai concorrenti esteri. La creazione di un società cooperativa tra produttori locali e successivamente la creazione di una organizzazione di produttori, ha come scopo ultimo quello di abbattere i costi di gestione e produzione di ogni singola filiera, favorendo la concentrazione in un'unica struttura di commercializzazione, dell’offerta prodotto “ciliegie e mele” d’Ogliastra. La fattibilità del presente progetto è giustificata dall’esigenze del settore, nel trovare sbocchi sui mercati locali, regionali, statali ed esteri, favorendo la concentrazione dell’offerta e nel contempo aumentando il potere contrattuale dei singoli operatore. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Provincia dell’Ogliastra Pag. 20/21 Le singole produttività aziendali convogliate verso una piattaforma commerciale, abbinate alla razionalizzazione degli aspetti produttivi e gestionali, la diversificazione delle produzioni, favorirà la possibilità di sviluppo economico sul settore frutticolo, garantendo al contempo un prodotto genuino con requisiti di freschezza, incrementando l’economia locale proprio per l’aumento della quantità e la qualità del prodotto. Il miglioramento degli aspetti relativi alla commercializzazione, alla qualità del prodotto, faciliterà la collocazione del prodotto sui mercati locali, regionali, nazionali ed esteri, proponendo un prodotto selezionato con un marchio identificabile e riconoscibile al quale va abbinato e una buona immagine con un adeguato confezionamento (Pacaking). L) INTERVENTO PROPOSTO L’obiettivo risulta quello di realizzare un efficiente ed agile centro di commercializzazione o piattaforma commerciale, in modo da favorire l’aggregazione dell’offerta e mettendo in condizione i produttori di inserirsi in canali commerciali più affidabili ed irraggiungibili per la singola azienda. La Linea frutta prevedrà la lavorazione, il trattamento, il confezionamento in ambiente controllato (per prodotti quali Ciliegie), stoccaggio e conservazione e vendita dei prodotti non condizionati, quali ciliegie e mele fresche. Il volume massimo di investimento ammissibile, è fissato in € 225.000,00. L’intensità degli aiuti è fissata nella percentuale del 40% (pari a 90.000,00 €) degli investimenti riconosciuti ammissibili. La restante parte, non coperta dal finanziamento pubblico, sarà a totale carico dei beneficiari. Il Progetto prevede la realizzazione di interventi di infrastrutturazione (nuova realizzazione o ristrutturazione di locali esistenti) cosi descritti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Realizzazione centro di commercializzazione o piattaforma commerciale. Realizzazione di un spazio logistico della superficie massima di circa 300 mq, composta da: • zona uffici commerciali; • zona Spogliatoi – Wc; • Zona o linea di conferimento, cernita – selezionatura - calibrazione, confezionamento stoccaggio momentaneo; • Zona Punto vendita; Calibratrice e confezionatrice. Acquisto di n° 1 o 2 calibratrici - confezionatrici per singola linea produttiva (ciliegio e melo) con la possibilità di confezionamento in ambiente controllato (atmosfera di azoto). Celle Frigorifere. Realizzazione di minimo numero 2 celle per la frigoconservazione o stoccaggio (breve periodo) del prodotto dal momento del conferimento a quello della spedizione della superficie di circa 24 mq/Cad. Realizzazione di minimo numero1 celle per la frigoconservazione o stoccaggio in ambiente - atmosfera controllata (Medio periodo) del prodotto dal momento del conferimento a quello della spedizione della superficie di circa 24 mq/Cad. Furgone refrigerato. Acquisto di mezzo refrigerato per la consegna del prodotto sui mercati di destinazione. Marchio e Pacaking. Studio grafico del marchio e realizzazione del progetto di imballaggio caratterizzante il prodotto. Certificazioni di filiera: certificazione ISO 22005 (rintracciabilità di filiera), certificazione ISO 14001 (sistema di gestione ambientale), in ultimo una certificazione di prodotto biologico Reg. CE 834/2007 ss mod e int. M) COSTO DEL PROGETTO E QUADRO ECONOMICO Il progetto, in esecuzione di quanto stanziato dalla delibera di Giunta Regionale n.50/20 del 21.12.2012, potrà essere rimodulato in diversi step in considerazione dei fondi disponibili, con l’obbiettivo di rendere funzionali i singoli stati di realizzazione del progetto. Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare Pag. 21/21 Provincia dell’Ogliastra Pertanto, considerato che l’importo del finanziamento è di euro 150.000, a fronte dei previsti 400.000, si ritiene che sia necessario, nella rimodulazione degli interventi, dare priorità alla sperimentazione ed alla realizzazione delle infrastrutturazione del centro di commercializzazione, al fine di favorire l’aggregazione della produzione storica di ciliegie e mele presenti oggi in Ogliastra, canalizzando infine la produzione e favorendo la creazione delle condizioni di filiera per i nuovi impianti realizzati con il primo progetto di valorizzazione del ciliegio promosso dalla Provincia Ogliastra negli anni scorsi. La restante somma verrà destinata alla formazione degli agricoltori aderenti, alla creazione di un marchio e studio grafico e di un modello di imballaggio caratterizzante il prodotto ed all’acquisto di nuove piante da mettere a dimora. In attesa di individuare ulteriori fondi che consentano il completamento del progetto, l’attribuzione dei fondi assegnati verrà utilizzata secondo il seguente quadro di massima: Spese tecniche, organizzative (formazione degli aderenti al progetto, assistenza tecnica per la realizzazione del progetto ) ed imprevisti € 15.000,00 Acquisto materiale di propagazione (astoni a radice nuda di due anni di età di melo e ciliegio) Studio e realizzazione del Marchio, Pacaking e Certificazioni di filiera € 45.000,00 Centro di commercializzazione ed infrastrutture € 80.000,00 TOTALE € 150.000,00 € 10.000,00 Lanusei, 12 novembre 2013 Il Responsabile del Servizio Il Responsabile del Procedimento Ing. Maria Giuseppina Carrus Dott. Agr. Giorgio Falchi Il Collaboratore Dott. For. Paolo M. Mura Piano di Promozione e Valorizzazione della Coltivazione del Ciliegio dolce e Del Melo nella Provincia dell’Ogliastra – Progetto preliminare