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Manta (CN), venerdi 28 novembre 2014
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CReSO: convegno "Il melo in Piemonte ­ i risultati della ricerca"
I 5.480 ettari coltivati e le 180 mila tonnellate di frutti raccolti confermano, anche nel 2014, il ruolo
strategico della coltivazione del melo per l'agricoltura piemontese. La melicoltura sta
attraversando una fase di espansione delle superfici, supplendo spesso agli spazi lasciati liberi
dall'actinidia colpita da batteriosi e al pesco, in crisi di competitività. Si guarda dunque a futuro e competitività con l'obiettivo di
tradurre in pratica i più recenti ritrovati della ricerca. Questo
il tema del convegno del CReSO a Manta (provincia di
Cuneo) che, venerdì 28 novembre, metterà a confronto
realtà, scenari e tecniche di sviluppo.
Clicca qui per scaricare la locandina con il programma.
Interessanti le opportunità offerte dall'innovazione varietale. Nuove tipologie per aprire nuovi
mercati o miglioramenti delle varietà esistenti, per aumentare la percentuale di frutti di prima
scelta. La stazione sperimentale piemontese fa parte del circuito nazionale "liste varietali dei
fruttiferi" coordinato dal CRA e partecipa alla rete di ricerca europea EUFRIN – apple variety
testing. Tutte le nuove varietà disponibili a livello internazionale vi sono state studiate in fase di
prototipo. Il responsabile Lorenzo Berra ne può quindi parlare sulla base dell'esperienza diretta
sul territorio. Se il periodo medio­precoce è ben coperto da varietà di successo come i nuovi cloni di Gala e
Red Delicious, le attese sono concentrate nel periodo successivo, fino a 20 giorni dopo Golden
Delicious. L'estirpo di centinaia di ettari di actinidia sta lasciando un vuoto nella logistica aziendale,
da sostituire con varietà che si raccolgano lungo tutto il mese di ottobre.
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Halyomorpha halys (nella foto qui sopra) è la nuova emergenza fitosanitaria della frutticoltura,
individuata nel 2013 su pesco a San Benigno di Cuneo e quest'anno segnalata anche su altre
specie e altre località. Ne parleranno Alan Pizzinat del Creso e Marco Pansa dell'Università di
Torino.
L'arrivo di questo nuovo fitofago esotico
potrebbe complicare ulteriormente la difesa.
Negli USA, Halyomorpha halys è diventato un
fitofago chiave di melo e pesco, tanto da
comprometterne l'intera produzione in alcune
aree. Quest'anno la cimice è stata monitorata
con trappole attrattive e con frappage, la
tecnica di scuotimento di piante campione.
Verranno presentate le prime prove di difesa,
valutando l'efficacia di alcune molecole
insetticide ritenute più efficaci in un contesto
di sostenibilità ambientale.
La tecnica colturale viene rivisitata alla luce
degli obiettivi di: più qualità, meno costi e
riduzione degli input energetici. Il punto più
delicato di questo itinerario­qualità è oggi la
gestione del carico produttivo. Alessio
Pavarino e Michele Giraudo parleranno delle
nuove proposte per il diradamento del melo:
utilizzo della diradatrice meccanica e
applicazione della nuova molecola diradante
Metamitron (Certis), disponibile a partire dal
2015. Si tratta dell'approfondimento tecnico
operativo dei risultati ottenuti nell'ambito del
Progetto AGER melo.
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In Piemonte si coltivano 5.480 ettari di melo, con una produzione di 180.000 tonnellate. La
coltivazione è concentrata sulla fascia di altipiano sospesa a balconata ai piedi delle Alpi Marittime
e Cozie, un ambiente pedemontano a 400­600 m s.l.m. L'altitudine struttura la polpa, rendendola
più soda e compatta. L'intensa radiazione luminosa e le escursioni termiche giorno/notte colorano
intensamente l'epicarpo. Si è così sviluppata una tradizione di varietà buccia rossa, dalle
autoctone Runsé, Dominici e Gambe fine, alle più recenti Gala, Fuji, Braeburn e Delicious rosse,
che costituiscono il paniere varietale della IGP Mela Rossa Cuneo. I flovonoidi, i pigmenti che
colorano di rosso le mele di montagna, contrastano i radicali liberi che danneggiano i tessuti del
nostro organismo. Svolgono un'azione anti­età e prevengono le malattie cardiovascolari. Data di pubblicazione: 27/11/2014
Cultura d'impresa