L`organizzazione dell`azienda Benetton
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L`organizzazione dell`azienda Benetton
BENETTON AZIENDE L’ORGANIZZAZIONE BENETTON La politica di sviluppo del gruppo tessile italiano mostra come l’attenzione costante all’innovazione e alla flessibilità dei processi di produzione e distribuzione può razionalizzare l’insieme dell’attività e delle infrastrutture, giungendo direttamente alla vendita al dettaglio e riducendo ai minimi termini i tempi, le scorte e i magazzini Particolare dell’area di deposito del magazzino automatizzato di Castrette (Treviso), che è il cuore del sistema integrato di KINEO 10 1996 produzione/vendita del gruppo Benetton, posto a cerniera fra gli stabilimenti e le migliaia di punti vendita nel mondo. 76 BENETTON AZIENDE Il gruppo Benetton dispone di una rete produttiva e commerciale che ha il suo cuore operativo in Italia, Francia e Spagna, e si estende a circa 120 paesi del mondo, per un complesso di 7 mila punti vendita, per un volume di esportazioni che assorbe quasi il 70 per cento della produzione (80 milioni di capi l’anno) effettuate mediamente attraverso 600 spedizioni al giorno, per un fatturato di circa 2.800 miliardi di lire l’anno e un utile netto di 210 miliardi. Questi numeri danno la dimensione della multinazionale tessile italiana, e spiegano la complessità di un sistema logistico - di gestione, stoccaggio e trasporto di prodotti finiti e materie prime - che deve alimentare continuamente gli stabilimenti e migliaia di punti vendita nel mondo. La dimensione da sola non spiega però il tipo di soluzioni adottate, che sotto molti aspetti anticipano tendenze in atto. Il problema produzione/distribuzione è stato affrontato sia tenendo costantemente conto dell’innovazione tecnologica che compiendo scelte industriali mirate a ridurre i costi e a identificare con più precisione i gusti del mercato. All’inizio, ad esempio (negli anni Sessanta), per i capi in lana si è scelto di tingere direttamente il prodotto finito, permettendo così di scegliere il colore all’ultimo momento, e avere maggiori possibilità di cogliere i dettami del gusto e della moda. Inoltre si è messo a punto una organizzazione produttiva flessibile, parte effettuata all’interno e parte delegata a piccole aziende indipendenti. Allo stesso modo si è agito riguardo alla rete di vendita, costituita da negozi indipendenti (nessuno è di proprietà del gruppo) che operano su licenza e sono serviti direttamente dall’azienda. Ma le scelte più significative riguardano soprattutto la logistica e il livello tecnologico degli stabilimenti. LA LOGISTICA INTEGRATA. Inizialmente la rete distributiva era costituita dalla tradizionale catena di spedizionieri, distributori e trasportatori che, con l’elevato numero di passaggi e movimentazioni intermedie, generava un aumento dei costi di distribuzione e un livello di servizio inadeguato alle ambizioni del prodotto. Negli anni Novanta la scelta è stata quella di superare tutti questi vincoli, creando una rete capillare di distributori, gestiti direttamente dall’azienda e situati a diretto contatto con i punti vendita. In alto, schema ideale di sincronismo fra invio del prodotto e dei documenti. Sopra, raffronto fra la distribuzione negli Usa KINEO 10 1996 77 all’inizio dell’attività di Benetton e oggi e fra il vecchio sistema di trasmissione dei dati e quello attuale. BENETTON FOTO AIR DATA - CONCESSIONE S.M.A. N.12-161 DEL 26 OTTOBRE 1994 AZIENDE Foto aerea del complesso industriale Benetton di Castrette. KINEO 10 1996 78 BENETTON AZIENDE Per ottenere un simile risultato, che scarica sull’azienda tutte le criticità solitamente assorbite dal sistema tradizionale (eliminando i grossisti si perde ad esempio un punto di riferimento sul territorio) è stato riorganizzata la gestione, pianificazione e programmazione delle spedizioni, velocizzando la struttura amministrativa e la capacità di formare le commesse (accoppiamento della fatturazione alla documentazione ecc.), mettendo a punto nuovi strumenti di movimentazione e gestione logistica, in particolare un magazzino totalmente automatizzato centrale, e creando una rete informatizzata a scala mondiale per velocizzare il flusso delle informazioni e dei documenti. La rete di computer, collegata al sistema centrale di Ponzano e alla produzione, trasmette le richieste in tempo reale da ogni parte del mondo, con una notevole semplificazione nei tempi e nelle procedure, oltre a consentire un monitoraggio in tempo reale delle esigenze del mercato. In sostanza, gli ordini giungono in tempi brevissimi alla produzione, che realizza i capi e li invia al magazzino automatizzato dove vengono stoccati per essere e successivamente poi inviati ai clienti. Planimetria generale dell’insediamento produttivo. KINEO 10 1996 Veduta dello stabilimento di produzione dei capi in lana e particolare degli spazi interni. 79 BENETTON GLI STABILIMENTI. L’area industriale di Castrette, sede operativa del gruppo, comprende oggi due stabilimenti gemelli per la produzione di giacche, pantaloni, gonne camicie e capi in cotone, un impianto per la realizzazione di capi in lana e il centro di distribuzione automatizzato, per una superficie coperta complessiva di oltre 190 mila metri quadrati. Tutti gli impianti sono strettamente integrati tra loro, cablati con reti a fibre ottiche, che li collegano anche con il centro operativo di Ponzano, e dotati di strutture di servizio comuni, compreso un parcheggio sotterraneo per circa mille posti auto; l’insieme è concepito per operare secondo un’organizzazione “just in time”, cioé su ordinazione, basata sul continuo flusso delle merci e delle informazioni fra tutto il sistema produzione/distribuzione-vendita, con stoccaggi ridotti al minimo. A Castrette si svolgono le fasi strategiche del ciclo produttivo (taglio, tintura, controllo qualità e smistamento automatico dei capi), mentre la confezione e lo stiro è delegata a una rete di circa 250 aziende indipendenti. I due complessi produttivi gemelli sono gli ultimi nati del complesso industriale (uno operativo dal 1993, l’altro dal 1995) e rientrano nel quadro del programma globale di innovazione tecnologica e aggiornamento del sistema produttivo, che ha comportato un investimento di circa 200 miliardi MARCO ZANTA Il trasporto avviene poi soprattutto attraverso l’utilizzo della ferrovia (53 per cento), o via mare (25 per cento), solo in misura minore per mezzo di trasporti stradali o aerei: una ripartizione modale ricercata volutamente per uscire da quella che è considerata dall’azienda un’area a rischio, cioé il trasporto stradale in Europa, sia in termini di traffico che di impatto ambientale (a questo proposito Benetton sta valutando anche la possibilità di effettuare le consegne nei centri urbani durante le ore notturne). MARCO ZANTA AZIENDE Dall’alto, prospetto sud, veduta del lato est, sezione trasversale e particolare di uno dei fronti su cui si apre la strada coperta del KINEO 10 1996 80 primo degli stabilimenti gemelli per la produzione di capi in cotone (denominati “capispalla e confezioni”). BENETTON AZIENDE di lire negli ultimi tre anni. Come la fabbrica dei capi in lana, anch’essi sono caratterizzati da una strada centrale coperta, a cui accedono gli automezzi da e per i diversi fornitori. I flussi dei prodotti finiti si svolgono invece nel sottosuolo, a cinque metri di profondità, in tunnel percorsi da nastri trasportatori che portano le scatole con i capi imballati verso il magazzino automatizzato. EDWARD ROZZO EDWARD ROZZO IL CENTRO DI DISTRIBUZIONE AUTOMATIZZATO. La realizzazione di un magazzino totalmente automatizzato è uno degli elementi più significativi del progetto, sviluppato all’inizio degli anni Novanta, di centralizzare e razionalizzare la distribuzione di tutto il prodotto finito del gruppo Benetton. Si tratta di un complesso di 19 mila metri quadrati e 380 mila metri cubi, progettato da Afra e Tobia Scarpa (come del resto tutto il complesso industriale di Benetton), parzialmente interrato, a 4,5 metri sotto il piano campagna, con quasi tutto il perimetro coperto da un terrapieno a metà altezza per ottenere una elevata stabilità termica all’interno. Particolare della sala per il taglio automatizzato dei capi di confezione e, sopra, pianta dello stabilimento. KINEO 10 1996 Vista del sistema che, gestito da computer, raggruppa i capi per singolo cliente. 81 BENETTON AZIENDE Il centro, realizzato con la collaborazione della Comau, opera 24 ore su 24, dal lunedì al sabato, gestendo in automatico un flusso di 30 mila colli al giorno, 15 mila in entrata e altrettanti in uscita, controllato unicamente da 20 tecnici specializzati, cinque per turno. Un sistema automatizzato provvede a depositare e prelevare le scatole con i capi imballati già divise per singolo cliente, che vengono poi inviate direttamente nei 7 mila punti vendita del gruppo. Per facilitare il lavoro delle macchine gli imballaggi sono standardizzati (altrimenti una elevata automazione non sarebbe possibile); maglioni, camicie, magliette, giacche e pantaloni sono inseriti in due soli tipi di colli: la scatola per capi piegati e imbustati (45 centimetri x 65 x 50, e un peso massimo di 50 chilogrammi) e il “bauletto”, di altezza doppia, per i capi appesi. La movimentazione dei colli avviene mediante un sistema composto da tre elementi: “torri di accumulo”, “trasbordi” e “traslatori”. Le torri, o “papà” del sistema, sono strutture fisse alte circa 18 metri, articolate in due pile, di 24 ripiani ciascuna, una per l’entrata e l’altra per l’uscita, con ripiani in movimento dal basso verso l’alto; esse rappresentano il punto di relazione fra l’esterno e l’interno del magazzino, dove da una parte si accumulano le scatole in entrata, e dall’altra quelle in uscita. La movimentazione è effettuata tramite i traslatori, o “figli”, cioé elementi mobili della stessa altezza delle torri che si muovono fra i corridoi dell’area di stoccaggio dell’impianto (scaffali alti 20 metri e profondi 170) prelevando e contemporaneamente depositando i singoli colli. Il trasbordo infine, o “mamma”, ha la funzione di trasportare i traslatori alle torri dall’area di stoccaggio alle torri. Concretamente, il percorso delle scatole inizia dagli stabilimenti, che le inviano direttamente all’impianto attraverso il tunnel interrato e su nastri trasportatori; giunte all’ingresso sono identificate da una serie di lettori ottici che ne leggono il codice a barre riportato su di esse: sempre su nastri trasportatori vengono indirizzate verso le torri di accumulo, che provvedono al loro prelievo inserendole sui ripiani della pila d’entrata, dal basso verso l’alto, mentre allo stesso tempo provvedono allo scarico, dall’alto verso il basso, dei colli accumulati dai traslatori nella scaffalatura d’uscita. In entrata le scatole passano quindi al traslatore e da qui all’area di stoccaggio: il traslatore è dotato Prospetti e sezioni del magazzino automatizzato. KINEO 10 1996 82 BENETTON AZIENDE di due pile di ripiani come la torre, uno per il carico e l’altro per lo scarico, fra i quali si muove una tavola mobile, posizionabile al livello dei diversi piani e dotata di spintori per prelevare le scatole e sostituirle con quelle da depositare (senza un ordine definito, ma in base al processo prelievo/deposito, in quanto la posizione e i movimenti di ogni singolo elemento è registrata dal sistema); nel suo lavoro tipo il traslatore preleva 24 scatole, quanti sono i ripiani, e ne inserisce altrettante. In uscita, dalle torri di accumulo i colli passano su un nastro trasportatore, vengono identificati da sensori e portate verso una macchina smistatrice; questa le indirizza verso una serie di scivoli a spirale - 15, alti 20 metri, corrispondenti ad altrettante porte (o “baie”) d’uscita - attraverso i quali giungono direttamente al piano i carico e in corrispondenza dell’automezzo in partenza per la loro destinazione. Il magazzino comprende una parte destinata allo stoccaggio e un avancorpo su tre livelli che ospita i sistemi di trasporto e smistamento e quelli di controllo e gestione con i relativi servizi. Lo spazio di stoccaggio è articolato in tre magazzini distinti: uno per i colli di dimensioni normali, con capacità di 200 mila scatole disposti su 24 livelli e 18 corridoi, servito da otto sistemi traslatori, due ponti di trasbordo e quattro torri di impilamento; uno per i “bauletti”, con una capacità di oltre 36 mila elementi disposti su 13 livelli, servito da tre traslatori, un ponte di trasbordo e due torri di impilamento; infine un terzo è destinato ai colli imballati su pallets (dimensione massima 1,7 metri x 1,2 x 1,7), per un totale di 3.200 vani. Come già accennato, l’uscita dal sistema è affidata all’unità smistatrice, che ha una potenzialità di 3 mila colli/ora e provvede al prelievo delle scatole dalle torri e all’indirizzamento presso le 15 “baie” di carico (il magazzino dispone di 20 aree di carico/scarico su autocarri, di cui cinque erano destinate ai colli in entrata prima della messa in opera del tunnel diretto fra gli stabilimenti e il centro). In corrispondenza dell’unità smistatrice si trova oggi l’ultima innovazione del centro, operativa dalla fine del 1995: si chiama “Robostore 2.000” ed è un sistema inserito fra le baie di carico e il magazzino che consente di raggruppare i colli per la spedizione secondo il cliente finale, mentre in origine i gruppi di carico erano ordinati per località e smistati in un secondo momento. In alto, prospetti e sezione della fabbrica della lana. KINEO 10 1996 83 BENETTON AZIENDE Quadro sinottico del centro automatizzato: da sinistra a destra, le scaffalature di stoccaggio, il gruppo traslatore/ Vista del sistema trasbordo/traslatore che deposita e preleva i colli dall’area di stoccaggio del magazzino automatizzato. trasbordo, le torri di accumulo e il sistema di entrata e uscita dei colli (in basso i nastri trasportatori provenienti Particolare del nastro trasportatore che trasporta i colli dagli stabilimenti al magazzino attraverso un tunnel sotterraneo. KINEO 10 1996 dagli stabilimenti e in alto gli impianti di smistamento e gli scivoli a spirale che portano direttamente alle aree di carico). Particolare del sistema di registrazione laser dei colli in entrata nel centro. 84 BENETTON AZIENDE MARCO ZANTA MARCO ZANTA MARCO ZANTA Veduta delle porte di carico dove si attestano gli automezzi. L’entrata dei colli provenienti dal tunnel sotterraneo. KINEO 10 1996 Qui sopra e al centro, vista dell’imboccatura e del punto di arrivo, 20 metri più in basso, degli scivoli a spirale che dal 85 magazzino portano le scatole con i capi da spedire (per singolo cliente) direttamente ai mezzi di trasporto.