Tesina: Beat Generation
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Tesina: Beat Generation
Tesina: Beat Generation Nascita e diffusione del fenomeno beat. Una rivoluzione culturale che ha segnato una generazione e ha influenzato quelle successive. Il viaggio e la dimensione onirica per ritrovare se stessi. Copyright ABCtribe.com La Beat Generation Introduzione La beat generation in Italia Letteratura Italiana: 1Cesare Pavese 1.1 Biografia 1.2 La poetica 1.3 La casa in collina ABCtribe.com 2 Fernanda Pivano 2.1 Biografia 3 Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia 3.1 Biografia 3.2 La poetica 3.3 Conversazione in Sicilia Latino: 4 Catullo 4.1 Biografia 4.2 La poetica 4.3 Il Liber di Catullo Filosofia: 5 L’Esistenzialismo 5.1 Jean-Paul Sartre: Biografia 5.2 L’Essere e il nulla 8.3 Il periodo Ready-Made 8.4 Nu descendant un escalier 9 Jackson Pollock 9.1 Biografia 9.2 I periodi 9.3 La tecnica pittorica 9.4 La donna luna 9.5 Numero uno Geografia Astronomica: 10 La Luna 10.1 Caratteristiche 10.2 Genesi della luna e moti 10.3 Composizione chimica 10.4 Presenza di acqua 10.5 Campo magnetico 10.6 Atmosfera Fisica 11 Il moto degli elettroni in un Storia: campo magnetico 6 La guerra in Vietnam 11.1 Il campo magnetico 11.2 La forza magnetica che Letteratura Inglese: agisce su una carica in moto 7 Jack Kerouac 11.3 Il moto di una carica in 7.1 Biography un campo magnetico 7.2 On the road: uniforme introduction 11.4 Il flusso del campo 7.3 On the Road Summary magnetico 11.5 Il teorema di Ampère Storia dell’arte: 11.6 La Forza di Lorentz 8 Marcel Duchamp 8.1 Biografia 8.2 La tecnica artistica Introduzione La Beat generation è quel movimento culturale, letterario e artistico che si è sviluppato negli Stati Uniti d’America tra la fine degli anni ‘40 e i primi anni ’60 del Novecento e che si è sviluppato e propagato in tutto il mondo occidentale portando con sé tutto il carico del suo pensiero basato sul distacco dai beni materiali e Copyright ABCtribe.com borghesi attraverso un viaggio fisico e mentale che porti alla beatitudine, quasi alla catarsi, alla purificazione dai mali del mondo. Un esistenzialismo che porta ad isolarsi e a riflettere su un mondo accecato dalle guerre, quelle passate con il loro carico di distruzione, quelle presenti, fredde, silenziose e ancor più terrificanti, e che presagiscono quelle del futuro, sempre più distruttive, tecnologiche e spietate, imperniate come sempre sulla mediocre falsità dei valori borghesi, sul consumismo sfrenato e il materialismo. Tutto questo e molto di più è ciò da cui si vuole distaccare la beat generation, una generazione che è nata e cresciuta in piena crisi economica (ricordiamo la crisi finanziaria del ’29), che ha vissuto gli orrori, la povertà e ha subito le perdite dovute alla Seconda guerra mondiale, e che si ritrova a temere quel nemico silenzioso chiamato Guerra Fredda. Il termine beat ha suscitato diverse interpretazioni anche se le due versioni più accreditate furono fornite dallo stesso padre della beat generation, Jack Kerouac. Una prima versione consisteva nel definire beat un “essere miserabile, fallito, insignificante e ladro”. Una seconda versione, sempre dello stesso Kerouac, ricollegava il termine beat all’aggettivo “beatific”, cioè beato. Sempre Kerouac ha scritto: “Beat non vuol dire stanco, ma beato: essere in uno stato di beatitudine, come San Francesco, provando ad essere totalmente sincero con tutti, praticando la sopportazione , la gentilezza, coltivando la gioia del cuore. Come può essere fatto tutto ciò nel nostro pazzo moderno mondo di molteplicità e milioni? Praticando un po’ di solitudine, uscendo da sé stessi una volta ogni tanto per far tesoro di qualcosa che è più prezioso dell’oro: le vibrazioni della sincerità.” Dunque Beat come beatitudine, la salvezza ascetica ed estatica dello spiritualismo Zen, ma anche il misticismo indotto dalle droghe più svariate, dall'alcol, dall'incontro carnale e frenetico, dal parlare incessantemente, sviscerando tutto ciò che la mente racchiude. Beat come battuto, sconfitto in partenza. La sconfitta inevitabile che viene dalla società, dalle sue costrizioni, dagli schemi imposti ed inattaccabili. Beat come richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell'istante. Beat come ribellione. Beat come battito. Beat come ritmo. Quello della musica jazz, che si ascolta in quegli anni, quello del be bop, quello della cadenza dei versi nelle poesie. La beat generation è in cerca di una propria e autonoma identità collettiva basata sulla libertà dal divieto, dalle costrizioni, dai tabù e dalle ipocrisie del mondo contemporaneo. Ribelle ed anticonformista non per capriccio Copyright ABCtribe.com o per esaltazione, non per il vizio fine a se stesso, ma come unica strada da percorrere verso un’esistenza onesta, pulita, sincera, salvifica, vitale. Anche se gli eccessi che portano ad una vita beat possono consumare la vita stessa portandola ad un punto di non ritorno.Il primo ad utilizzare la parola “beat” in veste “ufficiale”, fu il critico John Clellon Holmes in un articolo apparso sul New York Times del 16 novembre 1952 dal titolo This is the Beat Generation, in cui c’è un tentativo di classificare, o meglio, etichettare un’intera generazione, che ha subito forti modifiche col passare degli anni. “I suoi membri- scrive Holmes- hanno un’istintiva individualità […]. Allevati durante le cattive circostanze collettive di una triste depressione, svezzati durante il collettivo sradicamento di una guerra globale, non si fidano della collettività . Ma non sono mai stati capaci di mandare via il mondo dai loro sogni […]. La loro adolescenza è trascorsa in un mondo sottosopra, fatto di patti di guerra, cambiamenti, e movimenti di soldati […]. La pace che hanno ereditato era solo tanto sicura quanto il prossimo capoverso. Era una pace fredda. La loro brama di libertà, e l’abilità di vivere in una pace che uccide, portò alle borse nere, al bebop, alle droghe, alla promiscuità sessuale, e a Jean-Paul Sartre.”. In principio c'erano gli hipsters. Questo gruppo di figure distaccate, rappresenta la corrente esistenzialista americana, che riconosce il rischio di una guerra atomica, e sente oppressivamente il peso della società consumistica americana del dopoguerra e dell'asfissiante standardizzazione delle masse. Gli hipsters sono distaccati, conoscono i pericoli e, perciò, si licenziano dalla società iniziando ad inseguire la loro esistenza profonda. Gli hipsters sono i tipi seri, abbottonati, misticamente in preda all'eroina che Kerouac descrive nella prima parte de I sotterranei. Accanto a questi personaggi, emergono i beat, giovani sofferenti e focosi, dediti all'alcol e alla marijuana, poeti, romanzieri, che vorrebbero condividere con l'umanità il loro amore per il tutto e, invece, si sentono incompresi. Per il loro stile di vita sono accomunati spesso alla "Lost Generation", e per stessa ammissione di molti scrittori beat, Whitman ed Hemingway sono alle origini delle loro ideazioni letterarie. Ma, in realtà, il movimento beat ebbe una portata assai più sconvolgente, grazie anche al periodo in cui emerse. Per il loro stile di vita e per ciò che scrivevano e professavano diedero vita al movimento degli Hippies (figli dei fiori) e spesso gli è stato attribuito il gravoso peso di aver innescato la miccia sociale esplosa nei movimenti studenteschi del ’68. Gli esponenti di questa generazione erano per lo più ragazzi maturati troppo in fretta da un’esistenza sempre più promiscua alla vita degli adulti, partecipi attraverso la televisione e i giornali illustrati degli stessi mezzi di informazione, superficiali e grossolani, di cui si servivano gli adulti medi. In questo stato di parità non credevano più alle giustificazioni e agli accomodamenti dei genitori per spiegare un mondo sempre meno legato alle leggi tradizionali e si cercavano da sé, attraverso esperienze personali, una realtà autonoma e svincolata da convenzioni morali che ai loro occhi mascheravano solo pregiudizi e Copyright ABCtribe.com luoghi comuni. Simbolo del beat è, di certo, Neal Cassady, ispirazione di molte opere di Kerouac, ma anche di Ginsberg e citato da altri autori statunitensi, quali Charles Bukowski, per l'eccezionale personalità. Il movimento è sostanzialmente frutto di un'utopia che nasce all'interno di un gruppo di amici, amanti della letteratura e completamente saturi della società che vivono, delle regole, dei tabù. I beat vogliono scappare, viaggiare, far l'autostop fino a dove possono arrivare, ma non per un senso di fuga dalle responsabilità, ma per trovarsi da soli nuove regole e stili di vita. Inizialmente la compagine dei beat era formata dalla triade composta da Kerouac, Neal Cassady e Allen Ginsberg che si incontravano con altri ragazzi al Greenwich Village di New York, discutevano, facevano baldoria, e condividevano i propri lavori fino a tarda notte. Pur essendo più anziano anche William Burroughs è considerato un forte elemento di questa prima formazione beat, seppur la sua figura sia, per i giovanissimi Kerouac e Ginsberg, meglio definibile come quella di una guida attraverso i meandri della letteratura e della filosofia. Sarà una fase ricca di viaggi per l'America, specie verso Frisco (San Francisco), di fama, ma anche di momenti storici come il Vietnam, la paura dell'atomica, le rivendicazioni razziali e studentesche. In seguito si aggiungeranno Gary Snyder, Lawrence Ferlinghetti e Gregory Corso, spesso considerato il migliore della trinità Beat (gli altri due erano Kerouac e Ginsberg) e che instaurerà proprio con Kerouac, il re dei beatniks, un rapporto di odio e amicizia in chiave beat. Quando Ginsberg si trasferì a San Francisco, mecca di tutti i beat e residenza del "santone" Henry Miller, idolo assoluto di questo movimento, iniziò una fase che molti dicono della "Scuola di San Francisco", ma sulla quale non v'è molto da aggiungere se non il fatto che Ferlinghetti, nella sua libreria City Lights Bookstore nel North Beach di San Francisco, pubblicò alcune opere beat tra cui Howl, uno dei più famosi manifesti del movimento. Il movimento andò piano piano scemando, come idea di gruppo, di pari passo con la fine delle contestazioni. Si lasciò dietro le morti premature di Cassady e Kerouac, una lunga disapprovazione sociale e tante opere che ancora oggi sono custodite presso City Lights, e che sono diffuse e stampate in molteplice lingue e stati. E, nonostante tutto, si porta dietro la leggenda di quei ragazzi che giravano sulla strada, verso l'ignoto, e che ancora oggi stimolano le fantasie di milioni di persone. La beat generation in Italia Come molti altri fenomeni sociali e culturali, in Italia quello beat è giunto solo in maniera marginale, sebbene i grandi scrittori americani visitassero la nostra penisola, alcuni per trovarvi ispirazione, altri invitati a rassegne come lo Spoleto Festival del 1965. Ginsberg, Corso e Ferlinghetti, ad esempio, sono stati più volte in Italia Copyright ABCtribe.com (Ferlinghetti vi trovò spunti per il suo Scene italiane). È stata Fernanda Pivano, con le sue traduzioni, a trasferire in Italia la Beat generation. Con Fernanda Pivano l'atto del tradurre le opere straniere diviene un atto di creazione e non di pura riproduzione.Oltre ad essere amica degli autori beat, ha scritto molte prefazioni alle loro opere pubblicate in Italia. Durante gli anni Sessanta, la casa milanese della Pivano era un importante punto di riferimento per chi gravitava intorno al movimento beat. Non a caso fu lei a suggerire nell'ottobre del 1966 al poeta Vittorio Di Russo e agli altri giovani italiani "in viaggio" che frequentavano la sua casa in via Manzoni a Milano il titolo di Mondo Beat a quella che è considerata la prima rivista underground italiana e che inizia le pubblicazioni nel novembre 1966 (il n. 0 è datato 15 novembre 1966). Ben presto, la rivista Mondo Beat, diventa il riferimento e la voce di un movimento di "capelloni" (com'erano chiamati al tempo) che fondano una libera comunità nella periferia di Milano, con la famosa tendopoli di via Ripamonti. La stampa "benpensante" inizia una forte campagna tesa a denunciare il fenomeno Beat , accusando gli occupanti della tendopoli di contravvenire alle regole della moralità (libero amore) e di rappresentare un serio pericolo di pandemia per la città a causa delle precarie condizioni igieniche. Le squadre della polizia prendono a perquisire sistematicamente la tendopoli, alla ricerca di minorenni "scappati di casa" che trovano facile rifugio nelle tende del movimento. In seguito ad alcune perquisizioni con "modi bruschi", il 7 marzo 1967, un centinaio di "capelloni" inscena una manifestazione per protestare contro la brutalità della Polizia e viene caricata da un reparto Celere. Il 12 giugno 1967 la tendopoli di via Ripamonti viene sgomberata dalla forze di Polizia e rasa al suolo dagli operatori comunali del SID (sevizio immondizia domestica), intervenuti con i lanciafiamme. Molti degli occupanti vengono fermati ed allontanati dalla città con foglio di via. Dopo l'uscita del n. 5, luglio 1967, anche "Mondo Beat" cessa le pubblicazioni. Tra i poeti beat italiani ricordiamo Gianni Milano, attualmente ancora in attività. 1 Cesare Pavese 1.1 Biografia Cesare Pavese nasce il 9 settembre 1908 a Santo Stefano Belbo, un paesino delle Langhe in provincia di Cuneo, dove il padre, cancelliere del tribunale di Torino, aveva un podere. Ben presto la famiglia si trasferisce a Torino, anche se le colline del suo paese rimarranno per sempre impresse nella mente dello Copyright ABCtribe.com