MASTER IL SANNIO (1).qxd - Istituto Comprensivo Fontanarosa
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MASTER IL SANNIO (1).qxd - Istituto Comprensivo Fontanarosa
Scuol@ 3.0 News 2 ro e m 2016 u N zo r Ma a cura della prof.ssa Maria Rosa Casparriello Pensiamo al futuro facciamo la ‘differenza’ Buona Pasqua GIORNALE DI INFORMAZIONE SCOLASTICA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “L.DI PRISCO” DI FONTANAROSA CON SEZIONI ASSOCIATE IN LUOGOSANO - S.ANGELO ALL’ESCA - TAURASI D TRADIZIONE E INNOVAZIONE ANTONELLA DE DONNO* alla tradizione all’innovazione attraverso la legalità. I tre termini compaiono frequentemente all’interno dei documenti fondamentali dell’Istituto che dirigo. La sfida, infatti, è quella di avvicinare la scuola al contemporaneo codice linguistico/tecnologico usato dagli alunni, per fornire loro nuove motivazioni che stimolino l’apprendimento. Si cerca di attuare una trasformazione nel “fare scuola”, in realtà si vogliono riformulare gli obiettivi disciplinari scambiando i ruoli, usando nuove pratiche nella conduzione della classe facendo ricorso a nuove opportunità metodologiche. Si insegue l’intento di operare il passaggio da una consolidata metodologia centrata sul docente a quella innovativa improntata sullo studente. La prima comporta la presentazione unidirezionale della lezione; la trasmissione diretta della conoscenza in cui l’alunno ha un ruolo passivo, in quanto la comunicazione avviene in maniera unidirezionale con minima capacità di verificare l’effettivo apprendimento. La seconda, invece, è quella che dà forma all’apprendimento in base alle necessità individuali dello studente, richiedendo un suo ruolo attivo centrato sui suoi veri interessi. L’insegnante crea le condizioni di un buon apprendimento e da semplice trasmettitore di conoscenze diventa facilitatore di apprendimento. Il discente diventa protagonista di tutte le fasi di organizzazione del lavoro, dalla pianificazione alla valutazione. Questo tipo di lavoro crea buoni rapporti interpersonali, ambienti di collaborazione e di fiducia reciproca, gestione dei conflitti e mediazioni di situazioni problematiche che possono sempre sorgere in un ambiente di apprendimento. Le iniziative scolastiche da noi intraprese, legate all’ ambiente, al fisco, alle tradizioni, al bullismo, all’arte, alla musica, hanno un denominatore comune: la “Legalità”. Questa si pone in continuità verticale raccordando i principali progetti e Unità di Apprendimento interdisciplinari dell’Istituto. In un’ottica di reale prevenzione, essendo consapevoli che riconoscere e accettare un mondo di regole è sempre un percorso difficile e faticoso, aiutiamo i ragazzi ad assumersi delle responsabilità, ricordando loro che chi cresce ha diritto all’errore, ma anche alla correzione. Cerchiamo di sviluppare e accrescere una coscienza civile e offrire la convinzione che la legalità sia sinonimo di legge, giustizia, regole, rispetto e che laddove ci sono partecipazione, cittadinanza, diritti, valori condivisi, c’è un’opportunità maggiore di intravedere un futuro di serenità e successo perso-professionale. In tal senso, promuovere la cultura della legalità, in tutte le sue sfaccettature, significa educare i nostri alunni al rispetto della dignità della persona umana, attraverso la consapevolezza dei diritti e dei doveri, mediante l’acquisizione delle conoscenze e l’interiorizzazione dei valori che stanno alla base della convivenza civile. *Dirigente scolastica Shoah: la risiera di San Sabba Qualche settimana fa abbiamo partecipato ad un convegno, promosso da un’associazione culturale del posto, con lo scopo di ricordare le vittime della Shoah. Tra i vari interventi quello che mi ha particolarmente colpito è stato quello relativo alla “risiera di S. Sabba” di Trieste. La risiera era un luogo in cui si smistava il riso proveniente dal Monferrato; qui veniva infatti lavorato e impacchettato da numerosi operai per poi essere commercializzato in tutta Europa; funzionò fino al 1929 poi fu chiusa e abbandonata. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando anche in Italia furono diffuse le leggi antisemite, la risiera fu trasformata dai nazisti in un campo di concentramento nel quale venivano internati gli ebrei italiani, i comunisti, gli oppositori politici, gli omosessuali, le persone diversamente abili. Alcuni di questi prigionieri venivano immediatamente giustiziati con un colpo di mazza alla nuca o tramite fucilazione e i loro corpi bruciati nell’unico forno crematorio presente nel campo; gli altri venivano invece caricati su treni merci per essere deportati nei campi di concentramento e sterminio presenti in Germania e Polonia. Nel 1943 con lo sbarco in Normandia da parte degli alleati, Hitler ordinò agli ufficiali tedeschi di procedere alla “soluzione finale” accelerando l’uccisione dei prigionieri nei lager. A questo punto anche la risiera si trasformò in un campo di sterminio; è stato stimato che vi furono uccise oltre 2000 persone. Nella notte tra il 29 e 30 aprile del 1945 i nazisti, nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini, abbatterono con l’esplosivo il forno crematorio e la ciminiera, anche se ancora oggi se ne possono ancora vedere i resti. Altre testimonianze sono presenti nei vari edifici dello stabilimento; sui muri si vedono frasi, date, nomi, messaggi di persone che sapevano di andare incontro alla morte ma volevano a tutti costi lasciare una testimonianza della loro sofferenza. Non avendo nulla con cui scrivere si ferivano con sottili schegge di legno utilizzando come inchiostro il proprio sangue. Oggi la risiera è diventata un museo nel quale sorge una struttura commemorativa costituita dai resti del forno crematorio e da una piastra metallica, collocata su una stele, che ricorda tutte le vittime della Shoah. Laboratorio di storia III A Secondaria I Grado Taurasi A Fontanarosa successo per la raccolta di piccoli elettrodomestici dotto informatico e non passivi consumatori! Per me programmare è stata una scoperta molto interessante, mi sono divertito molto a inventare storie animate e a fare disegni tecnici molto complicati utilizzando comandi prestabiltiti”. (Cappuccio Michael) “Programmare è molto bello e stimolante, stiamo imparando in modo molto diverso dal solito, ragionando”.(Rosa Del Grosso, Viviana Rubino) “E’ stato molto bello programmare e creare dei semplici videogiochi e poi verificare il loro funzionamento. Così si impare divertendosi”. (Erica Cerundolo, Angela Scala e Virginia Renna) Classe II A Secondaria I Grado Fontanarosa La parola strega deriva dal latino “strix”, nome con cui i romani indicavano un uccello notturno, probabilmente un barbagianni o una civetta che si cibava del sangue dei lattanti; secondo Plinio il vecchio le “striges” erano invece donne trasformate per magia in uccelli. Anche i gatti nel Medioevo erano considerati la reincarnazione delle streghe e per questo soggetti a massacri e torture perché visti come creature demoniache. Fu proprio in questo periodo che cominciò la caccia alle streghe:la persecuzione, da parte della “Santa Inquisizione”, di donne sospettate di compiere atti di magia come sortilegi, malefici, fatture, legamenti o di intrattenere rapporti con forze oscure e infernali dalle quali ricevevano il potere per danneggiare il prossimo. In tutta Europa le credenze popolari raccontavano che nella notte di San Giovanni (Midsummer day ovvero giorno di mezza estate) il cielo si popolava di sciami di streghe che volavano verso la riunione plenaria annuale che si svolgeva intorno al mitico noce di Benevento. La credenza era così radicata che Barbato, vescovo di Benevento, fece sradicare il noce in questione; un albero sacro già per i Celti grazie alle sue virtù medicamentose. Non a caso ancora oggi dai frutti fermentati nell’ alcool, se ne ricava il nocino che viene preparato con noci ancora avvolte nel mallo verde, staccate da mani di donna e messe in infusione proprio nel giorno di San Giovanni. Il Tribunale dell’Inquisizione contro streghe ed eretici fu creato tra il 1227 e il 1235 attraverso una serie di decreti papali. Lo stesso Papa Innocenzo IV, nel 1252, autorizzò anche la tortura dei sospettati, per estorcere le confessioni. Per essere arrestati, processati e infine giustiziati era sufficiente una semplice accusa; bastava dire di aver visto la persona accusata volare, trasformarsi in gatto o uccello o curare con erbe qualche malanno. Le torture erano terribili, in genere si confessava pur di non soffrire ma se si sopravviveva, si era comunque accusati di essere stati aiutati dal diavolo. Le torture più famose erano: “il topo”, il dissanguamento, “la vergine di Norimberga”, l’immersione in acqua, l’annodamento, lo squassamento, il “triangolo”, il “tormentum insomniae”, “la pera”; chi confessava e sopravviveva era poi arso sul rogo per purificare l’anima. Risulta ovvio che le streghe non sono mai esistite se non nella fantasia popolare; erano infatti donne colpevoli di compiere riti diversi da quelli imposti dalla religione cattolica e per questo, condannate insieme agli eretici, a supplizi inimmaginabili. Classe II Secondaria I Grado- Taurasi Laboratorio di storia A Luogosano il 7 dicembre di ogni anno, in occasione della vigilia dei festeggiamenti dell'Immacolata Concezione, vengono accesi una moltitudine di falò in diverse zone del paese. Il rito dei fuochi allavorati nasce in onore della Madonna, una tradizione che affonda le sue radici nel lontano 1854, quando la popolazione locale in attesa della promulgazione del dogma dell'Immacolata Concezione con la bolla “Ineffabilis Deus” di Pio IX, in preghiera all'aperto per difendersi dal freddo, accese dei fuochi. Il termine "Fuochi Allavorati " deriva dal fatto che questi falò venivano assemblati tramite una scrupolosa disposizione di diverse strutture erbacee e legnose. La lavorazione che permetteva di ottenere salde ed imponenti strutture viene riassunta nel termine "Allavorati ". Il rito si è consolidato nel tempo diventando simbolo di propiziazione, di liberazione e di speranza. Oggi questa festività assume anche un carattere ludico e ricreativo. Sono molte le specialità tradizionali a base di prodotti tipici irpini - di cui Luogosano è illustre rappresentante - che vengono offerte ai visitatori insieme a rossi prelibati. Il tutto è naturalmente accompa- gnato sia da momenti di intensa preghiera sia paradossalmente da festosi balli e canti che insieme al falò, al vino ed alla preghiera riscaldano il cuore dei presenti.Particolarmente bella è la raccolta della legna fatta dai più giovani che attraversano in lungo ed in largo il paese raccogliendo legna da ardere. Il fuoco allavorato caratterizza l'energia vitale della comunità cossanese, degna di essere immortalata in capolavori fotografici, nei momenti più tradizionale della propria storia. Il ‘sistema ambiente’ al centro del progetto della Di Prisco Ambiente significa per noi sostenibilità, rispetto e divulgazione delle buone pratiche. Ne parliamo spesso a scuola con i nostri insegnanti. Discutiamo del Protocollo di Kyoto e degli obiettivi di riduzione delle emissione CO2, del Patto dei sindaci, della necessità di praticare un'agricoltura pulita, dei danni dell'uso di sostanze chimiche nei nostri territorio, dell'importanza della diffusione di energie alternative e della raccolta differenziata. Abbiamo appreso che tutto si fonde nel concetto di 'sistema ambientale' e che è compito di ciascuno di noi adottare atteggiamenti tali da garantire un futuro all'umanità. Per questo non ci siamo limitati a discuterne e basta ma abbiamo partecipato con entusiasmo all'iniziativa RAEE@scuola, promossa dall'Anci e dal centro di coordinamento Raee e patrocinata dal Ministero dell'Ambiente. Un successo! Abbiamo portato da casa telefonini, consolle, phon, caricabatterie e tante altri piccoli elettrodomestici e li abbiamo 'buttati' nei contenitori appositamente collocati nella nostra scuola. Ma buttare è solo un modo di dire. Noi abbiamo fatto 'la differenza' e adesso con i nostri prodotti di scarto si potranno riprendere materie prime importanti come ferro, alluminio, rame, plastica, ecc. e metalli preziosi come oro, argento, rame, ecc. che sono riutilizzabili nei cicli produttivi. Inoltre, cosa molto importante, abbiamo evitato i danni che i rifiuti di casa nostra avrebbero cau- sato al Pianeta. Si perché tra gli elementi che concorrono alla realizzazione di questi prodotti ci sono anche sostanze inquinanti e tossiche, altamente nocive per l’uomo e per l’am- Il coding è un modo per imparare, quasi giocando, i rudimenti del linguaggio informatico; è molto più che imparare ad usare gli strumenti digitali, esso introduce al pensiero computazionale, alla creazione e realizzazione di un’idea ed alla risoluzione di un problema facendo leva sulla creatività e sugli strumenti opportuni. Si impara giocando, partendo dalle istruzioni per mettere in sequenza blocchi, ciascuno dei quali rappresenta un’azione più o meno complessa. Più le difficoltà aumentano, più ci si avvicina al codice infor- matico che anima le app che siamo abituati ad usare. La nostra classe, iscritta al sito “programmare il futuro”, ha iniziato a lavorare su piccole storie e semplici giochi, condivisi, poi, su facebook. I nostri amici hanno, così, potuto vedere il video delle storie create (“il fantasma e il mostro” ne è un esempio) e giocare con i videogiochi, mentre i ragazzi impegnati nella creazione di tali lavori hanno provato direttamente cosa significa mettersi dall'altra parte dello schermo: per la prima volta sono stati CREATORI di un pro- Fino a qualche mese fa tutto filava normalmente: eravamo una qualunque classe, di una qualunque provincia italiana. Poi all'improvviso è prepotentemente entrata dalla porta la flipped classroom. Certamente non l’ha fatto con le sue gambe, qualcuno ce l'ha portata: la nostra 'proffi' di matematica. Non conoscevamo l'esistenza di questo metodo presentato con tanto entusiasmo, un entusiasmo che non era per niente il nostro – ci scusi prof. ;). All’inizio i commenti sono stati: inutile, infruttuoso, privo di senso. Ma non abbiamo osato dirlo alla Casparriello e così lei è andata avanti. Per sperimentare questa 'didattica capovolta' è stata scelta un'applicazione che tutti avevamo sullo smartphone: WhatsApp. Il gruppo lo ha creato il nostro Salvatore e da lì in poi sono cambiate tante cose. I benefici sono arrivati quasi subito perché questo è un metodo stimolante che ci permette di apprendere con facilità, secondo i nostri tempi e in maniera più coinvolgente. Sul gruppo vengono postati i video di esercizi svolti dalla prof che possiamo studiare con tutta calma, vengono postate le spiegazioni delle regole, link a vere e proprie lezioni di algebra e video di scienze. Proprio in questi giorni, per esempio, abbiamo avuto come compito a casa lo studio di un video sul meccanismo che genera un terremoto, e poi il discorso di Pertini alla Nazione dopo il terremoto dell'Irpinia. Farlo in classe ci avrebbe portato via un po' di tempo in più a discapito di commenti e riflessioni. Con il nuovo metodo, invece, ci dedichiamo di più al confronto, alla discussione, all'approfondimento, alla condivisione. Una condivisione che sperimentiamo anche nel gruppo, aiutandoci quando non riusciamo a svolgere un problema – sempre sotto l'occhio attento della prof che è il nostro mentore. e così ci siamo dovuti ricredere: per tutti noi è stata una svolta. Niente metodo di insegnamento rigido o deficienza di dialogo con i docenti. Questo aiuto 'visivo' pone ciascuno di noi, all'interno di un sistema di pari, in cui tutti - dal più veloce al più lento - possono cercare di apprendere in modo approfondito la spiegazione. Certamente la lezione in classe è sempre un momento prezioso, ma questo 'flipped' aiuta un po' tutti, nessuno escluso. Adesso la nostra speranza è che in molti si aprano alla sperimentazione di questo e di altri medoti di insegnamento innovativi.Per quanto ci riguarda stiamo abbandonando lo stereotipo secondocui la scuola è fatta di noia e i professori sono dei robot senza cuore. Il loro lavoro è aiutarci, trasmetterci qualcosa. Il loro lavoro è per noi. Buon flipped a tutti! Coding, programma il tuo videogioco “Flipped, un nuovo metodo che aiuta proprio tutti...” Classe IIIB Secondaria I Grado Fontanarosa LA CACCIA ALLE STREGHE biente. E allora: pensiamo tutti al nostro futuro, facciamo la differenza. #loveyourplanet Classi III A e II B Scuola secondaria di I grado - Fontanarosa L’antica tradizione dei fuochi allavorati Classe I Secondaria I Grado Luogosano 2 News [email protected] Speciale Carnevale tra maschere, antiche tradizioni e dolci della nonna Quanti colori, quanti rumori: coriandoli e stelle filanti, battute scherzose, sberleffi volanti In questo giorno ogni scherzo vale: ci si traveste facendo feste, mangiando chiacchere, salami e minestre “Pulecenella teneva no cane, mozzacava li cristian, mozzacav le donne belle e quist è lo cane re Pulecenella...Truppe truppanti uscite tutti quanti, uscite donne belle che è arrivat Pulecenell”. Era questo il ritornello di apertura con il quale si apriva la rappresentazione della “Zeza” per le strade del nostro paese. Protagonisti erano appunto Zeza (Lucrezia, madre di Vicinzella – sempre interpretato da un uomo), Tate (padre di Vicinzella), Vicinzella. Insieme a loro il fioraio, il cacciatore, il dottore … tutti innamorati di Vincenzella. Ma per Teta Vincenzella è ancora 'na moccosa' che non sapeva cucinare e che quindi non poteva prendere marito. E così tra canti, risate e balli si arrivava alla piazzata in cui il cacciatore sparava e colpiva la gamba di Tate. Era a questo punto che entrava in scena il dottore … un altro pretende di Vincenzella. “Ti guarisco solo se mi dai in sposa tua figlia” - diceva il dottore. “Prendi in sposa anche mia moglie, se vuoi ma 'sanami' questa gamba”. Tutto rigorosamente in dialetto tra le urla, i canti e i confetti che il dottore Nacoparde Tranfaglia gettava dal balcone di casa sua 'sotto l'arco della Porta”. In effetti, la storia non era particolarmente avvincente ma i nostri nonni ci raccontano che a quei tempi ci si divertiva con poco, anzi si aspettava pro- prio la domenica e il martedì grasso per essere presenti alla rappresentazione. Don Luigi Liberto, il parroco che è stato alla guida di Taurasi per 50anni, non esponeva il Santissimo Sacramento proprio per consentire la festa della Zeza. Ma Zeza e Tatone non erano le uniche scenette carnevalesche che si rappresentavano a Taurasi. C'era pure un teatrino chiamato “Paradiso e Inferno” - in dialetto “Paradiso e Casa ro reavol” che si faceva per le strade del paese. In un angolo c'era il Paradiso con San Pietro, l'Angelo Gabriele e gli altri angioletti mentre dal lato opposto c'era l'Inferno con i diavoletti. C'erano tante maschere: il cestaio, il fabbro, il ferraiolo, il calzolaio, il falegname e molte altre. Quando il cestaio intrecciava i vimini della cesta, il diavoletto lo disturbava, il cestaio si arrabbiava e bestemmiava, così il diavoletto lo ha portato all'Inferno. Poi c'era il falegname che era molto paziente e quando il diavoletto gli dava fastidio, non bestemmiava. Così l'angioletto lo portava al Paradiso. Dopo tutto questo veniva l'angelo Gabriele incontrava il diavoletto in dialetto 'O cifero' così il diavolo veniva sconfitto. Si terminava con balli e canti con la quaresima alle porte. Laboratorio di ricerca “storia e tradizioni” IV Primaria Taurasi Le filastrocche Classe IV Primaria Luogosano Classe I Primaria Taurasi Classe I Primaria Taurasi Carnevale a Taurasi Il giorno di Carnevale e’ sempre stato accompagnato da musica, balli, maschere, carri, che vengono riproposti ed arricchiti anno per anno, da generazione in generazione, e piatti tipici. L’idea del Carnevale e dei carri è nata da un gioco/sfida tra artigiani, i quali li costruirono con cartapesta, ferro e creta. Negli anni passati Il Carnevale si festeggiava diversamente: travestimenti da sposa, da sposi , maschi da femmine e viceversa; poi, con questi costumi si girava casa per casa e gli ospiti offrivano la “pizza chiesa” , la frittata con gli spaghetti , il tutto innaffiato di buon vino. Tutto cio’avveniva sempre di sera e, quando calava la notte, per le strade del paese girava un carro funebre con maschere che piangevano e disperate gridavano : “ Oh, Tatone mio”. Quest’anno a Taurasi e’ stata anche organizzata una cena nel Palazzo Marchionale tito- lata “ Alla corte del principe diVino” . Dopo la cena ci sono stati spettacoli con i danzatori di fuoco e “Crinoline di Luce”, cioè delle ballerine . Non sono mancati i mercatini per la degustazione dei prodotti tipici irpini. Tutta la serata nel palazzo e’ stato organizzato in stile Barocco, con portate elaborate che riprendevano gli usi culinari del Seicento. Nel contempo , presso la tensostruttura, si teneva una festa a cui era invitata tutta la popolazione e a cui si partecipava, per lo più, munitidi travestimento . Non e’ mancata la sfilata per la premiazione della maschera più bella . E, meraviglia delle meraviglie, per le vie del paese, quando e’ scesa la notte, si e’ mosso il corteo funebre di Tatone. Come vedete ce n’era per tutti i gusti!!!!!!!! Classe I Secondaria I Grado - Taurasi Infanzia Fontanarosa Le ricette Classe III Primaria Taurasi Uno sguardo in giro Il Carnevale è una festa che esiste fin dall’antichità. Tutti ibambini in questo giorno si travestono da fata, principessa, topolino,strega, zorro, cowboy, diavoletto… altri bambini più grandi non sitravestono ma indossano soltanto maschere. Di solito i bambini siorganizzano in gruppi e vanno nelle case dicendo: “diamo le bellemascherine” . in dono alcune persone danno loro soldi e dolcetti. Afine giorno si dividono tutto e se hanno avuto in dono abbastanzasoldi fanno a mangiare la pizza. A Gesualdo e a Paternopoli fanno lesfilate delle maschere e di carri. A Ivrea c’è la tradizione dibuttare le arance e svolgere le sfilate con personaggi travestiti metàmaschili e metà femminili. Ad Avellino e a Salerno, invece, sono moltele rappresentazioni cantate e recitate che hanno spesso al centroPulcinella. In altri paesi si fanno le corse a cavallo, parate conlanci di confetti o uova. Il Carnevale è una festa che rende felici ibambini e per questo ci piace molto. Classe VA Primaria - Fontanarosa Classe V Primaria Luogosano Un saluto a tutti voi dite un po’ chi siamo noi? Ci guardate e poi ridete ma ci riconoscete? Andiam su e giù per la città Saltellando qua e là. Perdonate i nostri scherzi di Carnevale sono innocui e non fanno male. Carnevale quanti colori, carnevale quanti rumori; coriandoli e stelle filanti, battute scherzose, sberleffi volanti. Tutti in strada a fare chiasso, è carnevale, martedì grasso! Pranzo di Carnevale - Cosa mangia Pantalone? Pastasciutta e frittatone. Arlecchino ha già divorato un delizioso cosciotto arrotolato. Brighella frigge in padella zeppole alla cannella. Tutti brindano con un bel bicchiere di vino taurasino e poi schiacciano un pisolino. C'era una volta un vecchio re che di servi ne aveva tre, a Carnevale decise di mascherarsi e ordinò ai suoi servi: “Tutti a lavarsi!”. Era pazzo il vecchio re, nessuno sa il perché. Si mascherò da Pulcinella e ballò la tarantella, ballò e ballò fino al mattino e tracannò tre fiaschi di vino. Classe III Primaria – Taurasi Carnevale, carnevalicchio damm ‘no cap ‘e sausicchio e se non me lo vuò ra’ che te pozzan ‘nfracetà. Classe II Primaria - Taurasi Per Carnevale, giorno speciale, ci vogliamo mascherare e i nostri eroi per un giorno imitare: Zorro, Batman, Spiderman e il forte Hulk. I vestiti di pagliaccio, di arabo, di indiano, di Biancaneve, di farfalle e Bella per un giorno vogliamo indossare. Ci vogliamo divertire vogliam cantar, ballare e tanti dolci vogliam mangiare, ma sempre bambini educati restare. Le prime rime degli alunni di Luogosano – I Primaria Carnevale, carnevale, mangi tanto e poi stai male. Hai chiamato la mammina per curare la pancina. Per andare dal dottore, passi sempre per 'via Trattore'. Metti il dito nello sportello e tiri fuori un tamburello. Il giorno dopo muori esploso e tutto diventa più noioso. Carnevale è sempre uguale, in questa festa ogni scherzo vale. Con coriandoli e bombolette si diventa anche vecchiette. Ci si traveste facendo feste, mangiando chiacchiere, salami e minestre. Classe V A Primaria Fontanarosa Pizzacce di carnevale Ingredienti: 70g di farina, 1 uovo, 120g di ricotta, zucchero, cannella in polvere, marmellata, frutta cotta, lardo per la teglia. Preparazione: con la farina, l’uovo e il latte aggiunto a poco a poco, otterrete una pastella ben lavorata e liscia, da far riposare per un’oretta. Usando un cucchiaio, versate la pastella sufficientemente liquida in una padella di ferro posta sul fuoco e unta colò lardo e fate tante frittatine sottili che farete saltare per cuocerle da entrambe le parti. Stendete le frittatine su di un piano, farcite con un po’ di marmellata con frutta cotta, o meglio ancora, con ricotta impastata con zucchero e cannella e avvolgete su se stesse. Disponetele su un piatto da portata e servite. Classe VB Primaria – Fontanarosa Infanzia Taurasi Infanzia Fontanarosa Infanzia Taurasi Creazioni di carta Infanzia Luogosano La morte di Tatone Classe II Primaria Taurasi Il carnevale è una festa che è motivo di divertimento, allegria, maschere e colori. È la festa di noi bambini perché si ride, ci si diverte e si mangiano dolci tipici. Nel mio paese c’è sempre la sfilata aperta dal personaggio di “Tatone” e dalle più svariate maschere che lanciano sulle strade una traccia allegra e colorata del loro passaggio. “Tatone è un vecchietto che la sera del martedì grasso viene portato disteso su una bara per le strade del paese. È moribondo e tutti lo accompagnano, piangendo e gridando per il dispiacere di veder- Pastiero gigante Classe I Primaria Luogosano lo morire. Nonostante ciò, Tatone ha fame, per cui ovunque la gente che lo accompagna si ferma e chiede per lei vino, salsicce, soppressate e pastiero, un dolce tipico che si prepara in occasione di questa festa. Insieme a lui mangiano i parenti, il prete e il dottore. Il corteo fa tante fermate nel paese e tutti offrono qualcosa e a mezzanotte, per aver mangiato troppo, muore, portando con sé la grande abbuffata, la spensieratezza e l’allegria che la gente di Taurasi gli offre. Classe V Primaria Taurasi Nel mio paese, Sant’Angelo all’Esca, il giorno di carnevale i bambini si travestono e vanno in giro bussando alle porte e facendo scherzi a tutti. Le mamme e le nonne preparano tante cose buone da mangiare: gli struffoli, le chiacchiere e le castagnole e il ‘pastiero’. Il ‘pastiero’ è un timballo fatto con maccheroni, formaggio e uova. La festa del ‘pastiero’ si fa a fine dicembre e vengono utilizzate 2mila uova, 40 kg di bucatini, 90 kg di formaggio di mucca – in parte fresco e in parte stagionato – sale e pepe. Noi bambini aspettiamo con ansia perché possiamo divertirci, truccarci e vestirci in modo strano e soprattutto possiamo spruzzare le stelle filanti e la schiuma. Classe III Primaria – Luogosano ‘O pastiere Ingredienti: 300g di pasta cotta, 2 uova, 100g di fiordilatte, 100g di salame, formaggio grattugiato, una noce di burro, sale, pepe, olio per friggere. Procedimento: se non utilizzate pasta già cotta, procedete a cuocerla, scolatela e versatela in un’ampia scodella. Unite all’interno le uova, il formaggio, il salame, il fiordilatte, il burro, il sale e il pepe. Mescolare tutto molto bene per far amalgare gli ingredienti tra di loro utilizzando come ingrediente unificante le uova. In un’ampia padella fate riscaldare un po’ di olio e versate la pasta. Fate cuocere tutto a fuoco lento, assicurandosi di far dorare la frittata da entrambi i lati. Potete servire la pietanza sia bollente che tiepida, addirittura la sera è possibile utilizzarla come antipasto lasciandola raffreddare e servendola a cubetti! Esistono molte versione di questa pietanza. Quella più tradizionale è sicuramente la napoletana che prevede l’utilizzo di vermicelli, salame, e provola affumicata. Per gusti semplici è invece consigliabile una facilissima frittata di pasta di pomodoro, molto più leggera rispetto a quella che vi abbiamo proposto. Classe IV Primaria - Luogosano Tatoni Ingredienti: 800g di farina, 100g di burro, 350g di zucchero, 1 arancia, 1 bustina di cannella, 3 uova, 3 cucchiaini di bicarbonato, 200g di miele, 250g di arachidi già sgusciate. Procedimento: mettete la farina a fontana e versate al centro lo zucchero, le tre uova, il burro ammorbidito tagliato a pezzetti, il miele, la cannella, la buccia grattugiata di un'arancia. Poi aggiungete tre cucchiaini di bicarbonato e per ultimo le arachidi sgusciate. Lavorate l'impasto in modo che diventi morbido. Dividetelo in filoncini e sistemateli su una teglia rivestita con carta da forno, cuoceteli a 180° per venti minuti. Dopo cotti tagliateli con un coltello finché sono ancora caldi e fateli raffreddare. Mangiateli con allegria, così il ricordo di Tatone non andrà mai via! Classe II Primaria - Taurasi Chiacchiere Ingredienti - 200g di farina, 50 g di latte, 20g di burro, 2 g di lievito per dolci, limone grattugiato, un bicchiere di grappa e un uovo. Procedimento – mescolare sulla spianatoia la farina, l'uovo, il burro, lo zucchero, un pizzico di sale, la grappa, il lievito e la scorza di limone. Iniziare ad impastare aggiungendo pian piano il latte. Dopo averla lavorata, mettere la pasta nella pellicola e farla riposare in frigorifero. Stendere la pasta, tagliarla a striscioline con la rotella dentellata e friggere nell'olio bollente. Una volta cotta, poggiarla sulla carta assorbente. Servire dopo aver cosparso con zucchero a velo. Classe VB Primaria – Fontanarosa Pizza chiena A Fontanarosa ogni famiglia fa la pizza chiena per Carnevale. Ingredienti e preparazione: si schiaccia la ricotta con una forchetta e si aggiungono le uova, un pizzico di sale, pezzetti di prosciutto, salsiccia secca o soppressata e vari formaggi. Si prepara una sfoglia rustica con la quale si fodera una teglia e si versa l'impasto e si ricopre un'altra sfoglia. Infine si fa cuocere il rustico nel forno. Classe VA Primaria - Fontanarosa News [email protected] Sei una vittima di bullismo? Parlane subito con un adulto 3 Dal 2000 è nato, purtroppo, anche il cyberbullismo ormai troppo diffuso tra i più giovani Bisogna volersi bene ed essere tutti amici, anche se ciascuno di noi è diverso dall’altro In quest'ultimo mese a scuola abbiamo trattato l'argomento del bullismo, leggendo dei libri e discutendone con la professoressa. Abbiamo appreso che il bullismo è una forma di comportamento violento che si ripete nel tempo. Chi lo mette in atto è il bullo, un ragazzo che trova divertimento a prendere in giro gli altri. Le prime forme di bullismo si presentano già alle elementari e sono frequenti soprattutto alle medie e alle superiori. Ci sono vari tipi di bullismo: verbale – costituito da minacce e offese, fisico – quando si arriva a usare le mani, e poi c'è il bullismo psicologico o indiretto – quando la vittima viene esclusa o criticata oppure quando il bullo non agisce, ma fa agire i suoi complici. Inoltre, dal 2000 è nato anche il cyberbullismo, ormai molto diffuso tra i giovani, che è costituito da messaggi anonimi o foto e blog modificati e messi sui siti internet. Oltre al bullismo maschile, c'è anche il bullismo femminile che si basa sul bullismo indiretto. Delle volte nelle scuole ci sono covi di ostracismo, ciò avviene quando tutta la classe è coinvolta negli atti di bullismo, per paura di diventare vittima o per mettersi in evidenza. Il termine bullo significa prepotente ma secondo gli studiosi la prepotenza è solo una piccola parte degli atti di bullismo. Il bullo può provenire da famiglie molto ricche oppure con disagi e problemi economici. Poi ci sono i gregari che stanno Classe I A - Primaria Fontanarosa Classe V A - Primaria Fontanarosa Sport e autostima Lo sport che unisce, lo scheletrici, del sistema carsport che insegna i valori diovascolare ed endocrinodell'amicizia, metabolico. lo sport che Inoltre, fa diventare ricerche grandi. sperimentaConsapevole li confermadelle attuali no che conoscenze bambini e degli effetti ragazzi che dell’attività svolgono fisica sulla una regolasalute l’I.C. re attività “Di Prisco” di fisica come Fontanarosa sport di ha aderito al gruppo, progetto individuali, nazionale giochi all’a“Sport di ria aperta e classe”, propasseggiamosso dal te, dimoMIUR in colstrano una laborazione maggior con il CONI e fiducia nelle il CIP. Lo proprie posscopo è svisibilità, l u p p a r e , Classe II A S. I Gr. Fontanarosa sono porpotenziare e tati a una valorizzare l’educazione maggior autostima. Al profisica nella Scuola Primaria, getto, che si concluderà introducendo la figura del con un saggio finale al “Tutor Sportivo Scolastico” quale saranno invitati i genicome esperto referente. tori degli alunni coinvolti, Per i giovani con età compartecipano tutte le classi presa tra i i 5 e 17 anni della Scuola Primaria di l'OMS sottolinea come l'attiLuogosano e Taurasi. vità fisica contribuisca allo Classe II B sviluppo di tessuti muscoloSec. I G. Fontanarosa insieme al leader, incoraggiandolo, però se scoperti da un adulto si tirano indietro negando tutto e facendo finta di niente. La vittima è sempre sola, è una persona timida, debole oppure più piccola del bullo, che se ne sta sempre in disparte. Secondo noi il bullismo è un argomento molto serio che va trattato nelle scuole così da eliminarlo e far capire agli alunni che è un atteggiamento da evitare. Negli ultimi anni si è parlato molto di bullismo soprattutto in Tv, dove hanno raccontato molti episodi in cui le vittime di bullismo si sono suicidate. Ad esempio si è parlato pochi giorni fa di una ragazza di 12anni che si è buttata dal balcone, lasciando una lettera ai compagni di classe con scritto: “Adesso sarete contenti”. Lei è ancora viva ma in condizioni critiche e si deduce che è stata vittima di bullismo. Per cercare di evitare i bulli bisogna: parlarne subito con un adulto o un amico; farsi accompagnare a scuola da qualcuno; non farsi vedere deboli dai bulli ma mostrare carattere; stare in compagnia di qualcuno e rifiutare le minacce del bullo. Nella mia scuola non sono mai capitati atti di bullismo e spero non accadano mai. Bisogna essere tutti sempre amici e non nemici o bulli, perché anche se abbiamo qualche differenza, ci dobbiamo voler bene per tutta la vita. Gli alunni della I A Secondaria I Grado Fontanarosa C’è un tipo nel mio paese... C'è un tipo nel mio paese che spesso avanza delle pretese. È prepotente con tutti quanti e per far dispetti, a volte, si avvale degli aiutanti. Si crede chissà chi ed è alto così così, si diverte a prendere in giro tutti e anche me, ma cosa gli ho fatto … perché, perché? Tutti lo chiamano bullo, ma per me è proprio uno strullo. E io pensavo chissà che i bulli fossero giganti panciuti, con occhi spauriti e capelli ricciuti, invece son ragazzi quasi normali ma poco astuti, cocciuti e poco leali, che ce l'hanno col mondo intero, ma a far così valgono proprio zero! Classi II A e IIB – Secondaria di I Grado Fontanarosa Classi II A - II B - Secondaria I Grado Fontanarosa Legalità: i principi si apprendono dalla nascita Classe V B - Primaria Fontanarosa Classe IV - Primaria Fontanarosa Fisco & Scuola Classe I A - Primaria Fontanarosa Classe V - Primaria Luogosano Classe V - Primaria Luogosano I principi della legalità si apprendono dalla nascita, prima all'interno della famiglia, poi nella scuola e nella società. La legalità è dappertutto. Il postino, il poliziot- to, nostra madre... tutto è legalità in quanto ogni cosa ha una sua regola. Legalità è rispettare le leggi e il prossimo senza pretendere nulla in cambio. Se la lega- lità non ci fosse, la gente vivrebbe allo stato brado, dove il più forte regna e chi è più debole soccombe. Insomma, la legalità è la base di una società giusta e responsabile. L'alcol e il fumo: un serio problema tra gli adolescenti. Classe III Sec Primo Grado Luogosano Lo scorso 9 marzo, presso il Museo civico di Fontanarosa, le terze classi del ‘Di Prisco’ Taurasi, Sant’Angelo all’Esca, Luogosano e Fontanarosa-hanno partecipato all’incontro conclusivo di “Fisco a scuola”, un progetto dell’Agenzia delle Entrate e del Miur cui la nostra scuola ha aderito. Lo scopo è stato quello di diffondere la cultura contributiva, intesa come "educazione" alla concreta parte- cipazione dei cittadini alla realizzazione e al funzionamento dei servizi pubblici. “Il mondo della scuola – ha sottolineato il dott. Girardi, referente territoriale dell’iniziativa per l’Agenzia delle Entrate, ufficio di Ariano Irpino è infatti una delle sedi più indicate per trasmettere un messaggio di legalità, di educazione e di convivenza civile”. Classi III A e III B Secondaria I Grado Fontanarosa 4 News [email protected] ‘Memoria e cultura del territorio’ ...alla ricerca delle radici Viaggio nel patrimonio artistico e culturale di Taurasi, Fontanarosa, Luogosano e S.Angelo all’Esca Nel nostro paese scorre il Fredane. Come per tutti i fiumi anche il nostro conserva la memoria di intere generazioni. In passato dal suo letto si ricavavano ciottoli utilizzati per costruire aie, strade, case ed era dimora di uccelli acquatici a cominciare dall’airone. Il Fredane era il “mare” dei nostri nonni. Le persone si riversavano lungo le sue rive per sfuggire alla calura estiva. Di notte i pescatori (di frodo) con lanterne e forchettoni andavano alla ricerca di barbi e anguille. D’estate le donne si recavano al fiume con la cesta sul capo ed altre sotto il braccio per il bucato d’annata: il saccone per il letto, le coperte, i sacchi per il grano, la lana…Le donne strofinavano la biancheria su enormi pietre usando la cenere e il sapone fatto in casa. Davanti avevano il grembiule e sulla testa la “sparra” per ripararsi dal sole. All’ombra dei pioppi si aspettava che i panni asciugassero sui sassi, poi si tornava a casa. Si passava il tempo a scherzare, a farsi il bagno mantenendosi ai rami delle giovani acacie che lambivano le acque. Era meta preferita per famiglie intere per Fredane: il mare dei nostri nonni attrezzare pic-nic sotto i noci e i pioppi. Oggi il Fredane è un torrente da bonificare. Noi alunni abbiamo predisposto un progetto che potrebbe valorizzare le risorse del fiume contornandolo di spazi e strutture creative così il Fredane e le sue aree verdi potrebbero diventare luoghi ideali da utilizzare per il tempo libero. Classe II primaria Fontanarosa Con la nonna alla sorgente... Lunghe file di donne si recavano ad attingere l’acqua con le conche alle fontane più vicine. In fila aspettavano il proprio turno. Quando la fila era affollata le donne diventavano spesso rissose per la lunga attesa; alcune volte volavano ingiurie e pettegolezzi, saltavano forcine e si scompigliavano i “tuppi” (capelli raccolti sulla nuca). Il paese della pietra Fontanarosa è chiamato il 'paese della pietra' e il mestiere di scalpellino si tramanda di generazione in generazione. Nei tempi passati, quando non esistevano ancora i mezzi meccanici per la lavorazione della pietra, si svolgeva un lavoro di manovalanza. “Lo spaccapietre”, così era chiamato colui che si dedicava alla lavorazione di grossi massi, con pochi arnesi, un po' di polvere da mina e un metro di miccia, riusciva a spaccare grossi massi da cui venivano fuori pregevoli lavori di certosina fattura. Portali con bellissime cornici e chiavi, caminetti, fontane, monumenti sono la testimonianza di vari lavori realizzati nel passato che hanno richiesto molto tempo e buona volontà. Ancora oggi andando in giro per le vie del paese, le opere esegui- te in passato dagli scalpellini fanno bella mostra all'ingresso delle abitazioni, nelle piazze, nelle chiese. La pietra di qualità del nostro paese è il brecciato irpino di Fontanarosa, richiesta e collocata nei vari comuni della Campania come in alcuni importanti palazzi di Napoli, per realizzare strutture e decorazioni lapidee della Reggia di Caserta, per il rivestimento del nuovo Santuario di Montevergine. Oggi il lavoro dello scalpellino, nel nostro paese non esiste più perchè è stato sostituito da quello del marmista. A Fontanarosa, infatti, ci sono delle piccole fabbriche che usano macchinari sofisticati per trasformare gli enormi blocchi di pietra in lavori finiti. Classe IV Primaria Fontanarosa Stavamo studiando le acque e in particolare i fiumi che scorrono sul nostro territorio quando, quasi per caso, ci siamo ritrovati a parlare del “Ponte dei Diavoli” con la nostra professoressa di scienze. Ed è stato così che una chiacchierata informale si è trasformata in un vero approfondimento, tra l'entusiasmo di tutti noi. Abbiamo così scoperto che il ponte dei Diavoli, edificato nell’età imperiale, è una delle tante testimonianze della grande maestria dei romani nel costruire ponti e strade. La costruzione riportata nella foto collegava le sponde del fiume Calore nei pressi dell’attuale stazione di Luogosano. Il nome deriva da una credenza popolare la quale sosteneva che sotto la volta del ponte, durante la notte, si davano convegno i diavoli per eseguire riti satanici. La figura dei “diavoli” lascia ampio spazio a varie interpretazioni, infatti, si è ipotizzato che il ponte fosse il rifugio dei briganti che, dediti ad attività illecite, intimorissero gli abitanti del luogo che vedevano in loro dei veri e propri “diavoli”. Un’altra leggenda relativa al ponte e tramandata di padre in figlio, è quella che esso fosse il Il ponte dei diavoli S. Angelo cosmopolita Chi più di noi, adolescenti di Sant'Angelo, può testimoniare che “la diversità” non è poi cosi male? Siamo un paese di ottocento abitanti, ma la nostra mentalità è molto aperta, infatti abbiamo accolto con gioia chi è fuggito dalla guerra e chi non era benvoluto in altri paesi. Sin da piccolini abbiamo avuto rapporti d’amicizia con piccoli migranti; ci ritorna in mente il nostro primo incontro con Cassandra, una ragazza italianissima, la cui famiglia è Serba. La prima volta che l’abbiamo vista, abbiamo avuto dei pregiudizi: era cosi piccola, stava lì in quel piccolo angolo della stanza tutta Classe IV - Primaria Taurasi Classe III - Primaria Fontanarosa Il Carro di Fontanarosa... Fontanarosa è un paesino di contadini, con dietro una grande storia da raccontare. Tra queste quella del carro, un obelisco trainato da buoi e sorretto da funi che si 'tira' il 14 agosto di ogni anno. Il carro, fatto di legno decorato da pannelli di paglia lavorati a mano dagli stessi cittadini è un simbolo strettamente religioso e rappresenta la Madonna della Misericordia e’ il suo simbolo. Il carro e’ importante per noi fontanarosani perché è un lavoro che abbiamo ideato e progettato noi stessi da tantissimi anni, quindi onoriamo con orgoglio questa tradizione. La fontana di Luogosano A valle del paese, sepolta dal verde incontaminato e ieri raggiungibile solo attraverso uno stretto sentiero scorso, c'era tanto tempo fa e c'è tutt'oggi “la fontana” era tra i luoghi più frequentati di Luogosano. Vi si recavano le donne a lavare “li panni” e le ragazze con le conche di rame o con le secchie di legno portate in testa andavano ad attingere l'acqua per l'uso domestico. Ii contadini portavano ad allevare le mucche e con gli asini andavano ad attingere l' acqua. I ragazzi “a la staggione” venivano mandati a riempire d' acqua fresca “ ciotele e cicimi” di terracotta. La fontana è stata luogo di vita quotidiana, punto d'incontro e di scontro di chiacchiere, di confidenza, di storia e di storie, ma anche di misteri e di leggende: come “la male cosa”. Una leggenda narra che si aggirasse in quel luogo di notte una misera, triste, vecchia brutta, con il naso adunco, gli occhi fiammeggianti e i capelli color cenere, lunghi ed ispidi. Era il terrore dei bambini soggetto di fiabe e racconti per i contadini, guai ad incontrarla faccia a faccia, sarebbe stato meglio non essere mai nati. Era in oltre un luogo trascurato e sporco perché usato come “bagno pubblico” all'aperto. Oggi la fontana è un luogo completamente cementificato e deserto, il suo ricordo è conservato solo nel cuore dei più anziani. Classe III Secondaria I Grado - Luogosano punto di incontro delle “Janare”, le quali durante la notte, uscivano dai propri rifugi e ballavano e bivaccavano fini all’alba. Durante i vari riti, le streghe facevano scherzi di cattivo gusto agli incauti passanti e si abbandonavano ai più sfrenati piaceri. Il tutto avveniva Classe II A Secondaria I Grado Fontanarosa Il Castello di Taurasi Arrivando a Taurasi la prima cosa che salta agli occhi, oltre agli splendidi vigneti che occupano estese porzioni della nostra terra e all'affabilità della nostra gente, è il maestoso castello che si erge imponente nella parte più alta del paese. Un giorno ci siamo ritrovati a parlarne in classe e tutti noi siamo stati colti dalla stessa curiosità: “Chissà quanti principi e persone importanti hanno abitato quel posto suggestivo!” - ci siamo detti. E allora è corsa in nostro soccorso come sempre la maestra Teresa che ci ha parlato del castello e ci ha aiutato a fare delle ricerche sul web. Abbiamo letto che non è semplice ricostruire la storia del castello di Taurasi ma che è certo che la forma di castello fu data dai Longobardi. Da poco prima del '600 la storia del Castello, in cui soggiornarono Torquato Tasso e Don Carlo sotto l’egida del diavolo che, per l’occasione, si mascherava con un vello di caprone, preventivamente posto dalle “Janare”, sul ramo di un albero. Lo storico Michele Jannacchini nel 1889 così descrive il ponte: “Sul Calore, presso Luogosano, v’è un ponte romano ben osservato e di stupenda costruzione. Si, è di un arco solo e di fabbrica laterizia, lungo, compresi i pilastri, metri 52 e largo circa metri 8”. Oggi la struttura originaria non esiste più perché fu minata dai Tedeschi durante le seconda guerra mondiale. Gli anziani del luogo ricordano che per distruggere il ponte, si rese necessario far brillare le mine due volte. La Borromeo, si legò a quella del principe Carlo Gesualdo. Sotto il dominio angioino, all’interno del castello venne costruita un’artistica scalinata elicoidale in pietra e, alla base delle torri, orribili prigioni che conservano anelli in ferro nelle nicchie dove venivano legati i prigionieri. Anticamente gli angoli del castello erano adornati da teschi di avvoltoi, di lupi e di altri animali dei boschi vicini che indicavano i divertimenti preferiti del signore. Ovunque c’erano armature in enormi stanzoni con grandi focolari attorno ai quali si raccoglieva la famiglia del feudatario a giocare a scacchi e a dadi, a ricamare, a bere, ad ascoltare novelle o canzoni. Oggi il Castello accoglie soprattutto appuntamenti culturali e convegni. Classe IV Primaria Taurasi prima volta le cariche, a causa di un errore di calcolo, si rilevano deboli ed inefficaci e quindi arrecarono solo lievi danni; la seconda volta, invece, furono più potenti e la deflagrazione fu così devastante che l’arco si innalzò per intero, frantumandosi solo in un secondo momento all’impatto col suolo. Al suo posto si può osservare una costruzione eretta alla fine degli anni quaranta, senza dubbio più funzionale e moderna, ma sicuramente meno pregiata, essa collega la stazione di Luogosano con la strada che porta al nucleo industriale. Classe II Secondaria I Grado Luogosano sola e noi eravamo “i giudici” della situazione. Con il passare del tempo, facendo piccoli passi, abbiamo conosciuto la “vera” Cassandra, Lei con il suo sorriso e la semplicità è entrata nei nostri cuori. Con il trascorrere degli anni abbiamo conosciuto Michele, il cugino di Cassandra; a differenza di quest’ultima lui è nato in Serbia. Con Michele è filato tutto liscio poiché eravamo ormai abituati a conoscere nuove persone di altre etnie, nonostante fosse di qualche anno più piccolo. Ormai la nostra compagnia era al completo, ma la mattina del 14 Settembre 2015, vedemmo salire le scale della scuola da un nuovo ragazzo!!! Era Lyubomir. Appena entrò in classe ci fu una tacita intesa : non era il benvenuto! Ci furono molte discussioni e, per la prima volta,dopo tanti anni , abbiamo avuto dei pregiudizi. E’ vero siamo stati molto duri, ma lui non ha fatto il santarello!!! Passavano i mesi e il nostro rapporto rimaneva distante, poi, con l’aiuto degli insegnanti abbiamo compiuto “passi da gigante”: oggi il nostro rapporto resta alquanto complicato , ma non certo per un problema di tolleranza piuttosto di natura caratteriale e resta il fatto che oggi lo definiamo un nostro “com- pagno di classe”. Ecco cosa dice Lyubomir: “Questa è stata una bella esperienza, nei Paesi in cui sono stato non ero ben accetto, ma qui, nonostante tutto, non è poi cosi male.” Ma la nostra avventura non è finita qui!!! Il Comune di S. Angelo all’Esca ha preso la giusta decisione di ospitare 29 profughi in una villa un po’ lontana dal centro del paese e le loro storie sono entrate nei cuori dei antangiolesi. Purtroppo, come sempre, alcuni cittadini sono sfavorevoli alla loro presenza; Nonostante tutto, questi ragazzi hanno una grande voglia di fare nuove amicizie e infatti, in alcuni pomeriggi di sole, hanno giocato a pallone con i ragazzi di S. Angelo, denotando da subito un positivo affiatamento. Alcuni di loro sono anche molto religiosi e frequentano attivamente la Chiesa, nonostante non comprendano la nostra lingua. Che dire? Queste esperienze sicuramente ci hanno aiutato a crescere: sia come persone che come paese. Finalmente abbiamo capito che il “diverso”, anche se fa paura, a volte va affrontato e può rivelarsi un qualcosa di meraviglioso!!! Pluriclasse Secondaria I grado S.Angelo all’ Esca I cibi di una volta Il nostro territorio ci permette di coltivare i prodotti primi dell'alimentazione mediterranea: grano, uva e olive. Noi abbiamo chiesto alle nostre nonne qualche ricetta della tradizione di Fontanarosa. E allora abbiamo scoperto che il vino cotto è una preparazione casalinga che affonda le sue radici nella civiltà contadina e ha origini antichissime. Il vino che concludeva tutti i banchetti degli imperatori romani era proprio il vino cotto. Altra tradizione che viene preparata ancora oggi riguarda le olive e in particolare le olive essiccate. Il procedimento è semplice: si raccolgono le olive, si sbollentano, si asciugano e si condiscono con aglio, peperoncino, sale e origano. E poi c'erano, e per fortuna ci sono ancora, i fusilli al sugo. Come si fanno? In un tega- La fotonotizia me mettere l'olio, la cipolla e la carne d'agnello. Soffriggere e aggiungere la salsa; far cuocere lentamente aggiungendo un po' d'acqua. Per un buon ragù occorrono circa tre ore. Infine scaldare i fusilli, scolarli e condirli con abbondante formaggio e ragù. Curiosità: la mietitura del grano in passato era eseguita a mano e si utilizzava la falce. Il contadino per non tagliarsi proteggeva le dita della mano sinistra con involucri di stagno detti “cannelli”. Le spighe di grano venivano raccolte in fasci detti “gregne”. Classe III Primaria Fontanarosa Tradizioni: ecco come si ammazza il maiale