MASTER IL SANNIO (1).qxd - Istituto Comprensivo Fontanarosa

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MASTER IL SANNIO (1).qxd - Istituto Comprensivo Fontanarosa
Scuol@ 3.0
News
2
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Ma
a cura della prof.ssa Maria Rosa Casparriello
Pensiamo al futuro
facciamo la ‘differenza’
Buona
Pasqua
GIORNALE DI INFORMAZIONE SCOLASTICA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “L.DI PRISCO” DI FONTANAROSA CON SEZIONI ASSOCIATE IN LUOGOSANO - S.ANGELO ALL’ESCA - TAURASI
D
TRADIZIONE
E INNOVAZIONE
ANTONELLA DE DONNO*
alla tradizione all’innovazione attraverso
la legalità. I tre termini compaiono frequentemente all’interno dei documenti fondamentali dell’Istituto che dirigo. La
sfida, infatti, è quella di avvicinare la scuola al contemporaneo codice linguistico/tecnologico usato dagli alunni, per fornire loro nuove motivazioni che
stimolino l’apprendimento. Si
cerca di attuare una trasformazione nel “fare scuola”, in realtà
si vogliono riformulare gli obiettivi disciplinari scambiando i
ruoli, usando nuove pratiche
nella conduzione della classe
facendo ricorso a nuove opportunità metodologiche. Si insegue l’intento di operare il passaggio da una consolidata
metodologia centrata sul
docente a quella innovativa
improntata sullo studente. La
prima comporta la presentazione unidirezionale della lezione;
la trasmissione diretta della
conoscenza in cui l’alunno ha
un ruolo passivo, in quanto la
comunicazione avviene in
maniera unidirezionale con
minima capacità di verificare
l’effettivo apprendimento. La
seconda, invece, è quella che
dà forma all’apprendimento in
base alle necessità individuali
dello studente, richiedendo un
suo ruolo attivo centrato sui
suoi veri interessi. L’insegnante
crea le condizioni di un buon
apprendimento e da semplice
trasmettitore di conoscenze
diventa facilitatore di apprendimento. Il discente diventa protagonista di tutte le fasi di organizzazione del lavoro, dalla pianificazione alla valutazione.
Questo tipo di lavoro crea
buoni rapporti interpersonali,
ambienti di collaborazione e di
fiducia reciproca, gestione dei
conflitti e mediazioni di situazioni problematiche che possono
sempre sorgere in un ambiente
di apprendimento. Le iniziative
scolastiche da noi intraprese,
legate all’ ambiente, al fisco,
alle tradizioni, al bullismo, all’arte, alla musica, hanno un
denominatore comune: la
“Legalità”. Questa si pone in
continuità verticale raccordando i principali progetti e Unità di
Apprendimento interdisciplinari
dell’Istituto. In un’ottica di reale
prevenzione, essendo consapevoli che riconoscere e accettare un mondo di regole è
sempre un percorso difficile e
faticoso, aiutiamo i ragazzi ad
assumersi delle responsabilità,
ricordando loro che chi cresce
ha diritto all’errore, ma anche
alla correzione. Cerchiamo di
sviluppare e accrescere una
coscienza civile e offrire la convinzione che la legalità sia sinonimo di legge, giustizia, regole,
rispetto e che laddove ci sono
partecipazione, cittadinanza,
diritti, valori condivisi, c’è un’opportunità maggiore di intravedere un futuro di serenità e
successo perso-professionale.
In tal senso, promuovere la cultura della legalità, in tutte le sue
sfaccettature, significa educare
i nostri alunni al rispetto della
dignità della persona umana,
attraverso la consapevolezza
dei diritti e dei doveri, mediante
l’acquisizione delle conoscenze
e l’interiorizzazione dei valori
che stanno alla base della convivenza civile.
*Dirigente scolastica
Shoah: la risiera
di San Sabba
Qualche settimana fa
abbiamo partecipato ad un
convegno, promosso da
un’associazione culturale
del posto, con lo scopo di
ricordare le vittime della
Shoah. Tra i vari interventi
quello che mi ha particolarmente colpito è stato quello relativo alla “risiera di S.
Sabba” di Trieste. La risiera era un luogo in cui si
smistava il riso proveniente
dal Monferrato; qui veniva
infatti lavorato e impacchettato da numerosi operai
per poi essere commercializzato in tutta Europa; funzionò fino al 1929 poi fu
chiusa e abbandonata. Nel
corso della Seconda
Guerra Mondiale, quando
anche in Italia furono diffuse le leggi antisemite, la
risiera fu trasformata dai
nazisti in un campo di concentramento nel quale
venivano internati gli ebrei
italiani, i comunisti, gli
oppositori politici, gli omosessuali, le persone diversamente abili. Alcuni di
questi prigionieri venivano
immediatamente giustiziati
con un colpo di mazza alla
nuca o tramite fucilazione
e i loro corpi bruciati nell’unico forno crematorio presente nel campo; gli altri
venivano invece caricati su
treni merci per essere
deportati nei campi di concentramento e sterminio
presenti in Germania e
Polonia. Nel 1943 con lo
sbarco in Normandia da
parte degli alleati, Hitler
ordinò agli ufficiali tedeschi
di procedere alla “soluzione finale” accelerando l’uccisione dei prigionieri nei
lager. A questo punto
anche la risiera si trasformò in un campo di
sterminio; è stato stimato
che vi furono uccise oltre
2000 persone. Nella notte
tra il 29 e 30 aprile del
1945 i nazisti, nel tentativo
di eliminare le prove
dei loro crimini, abbatterono con l’esplosivo il forno
crematorio e
la ciminiera, anche se
ancora oggi se ne possono
ancora vedere i resti. Altre
testimonianze sono presenti nei vari edifici dello
stabilimento; sui muri si
vedono frasi, date, nomi,
messaggi di persone che
sapevano di andare incontro alla morte ma volevano
a tutti costi lasciare una
testimonianza della loro
sofferenza. Non avendo
nulla con cui scrivere si
ferivano con sottili schegge
di legno utilizzando come
inchiostro il proprio sangue.
Oggi la risiera è diventata
un museo nel quale sorge
una struttura commemorativa costituita dai resti del
forno crematorio e da una
piastra metallica, collocata
su una stele, che ricorda
tutte le vittime della Shoah.
Laboratorio di storia
III A Secondaria I Grado
Taurasi
A Fontanarosa successo per la raccolta di piccoli elettrodomestici
dotto informatico e non
passivi consumatori!
Per me programmare è
stata una scoperta
molto interessante, mi
sono divertito molto a
inventare storie animate e a fare disegni tecnici molto complicati utilizzando comandi prestabiltiti”.
(Cappuccio
Michael)
“Programmare è molto
bello e stimolante, stiamo imparando in modo
molto diverso dal solito,
ragionando”.(Rosa Del
Grosso, Viviana Rubino)
“E’ stato molto bello programmare e creare dei
semplici videogiochi e
poi verificare il loro funzionamento. Così si
impare divertendosi”.
(Erica
Cerundolo,
Angela Scala e Virginia
Renna)
Classe II A
Secondaria I Grado
Fontanarosa
La parola strega deriva dal
latino “strix”, nome con cui i
romani indicavano un uccello notturno, probabilmente
un barbagianni o una civetta che si cibava del sangue
dei lattanti; secondo Plinio il
vecchio le “striges” erano
invece donne trasformate
per magia in uccelli. Anche i
gatti nel Medioevo erano
considerati la reincarnazione delle streghe e per questo soggetti a massacri e
torture perché visti come
creature demoniache. Fu
proprio in questo periodo
che cominciò la caccia alle
streghe:la persecuzione, da
parte della “Santa
Inquisizione”, di donne
sospettate di compiere atti
di magia come sortilegi,
malefici, fatture, legamenti o
di intrattenere rapporti con
forze oscure e infernali dalle
quali ricevevano il potere
per danneggiare il prossimo. In tutta Europa le credenze popolari raccontavano che nella notte di San
Giovanni (Midsummer day
ovvero giorno di mezza
estate) il cielo si popolava di
sciami di streghe che volavano verso la riunione plenaria annuale che si svolgeva intorno al mitico noce di
Benevento. La credenza
era così radicata che
Barbato, vescovo di
Benevento, fece sradicare il
noce in questione; un albero sacro già per i Celti grazie alle sue virtù medicamentose. Non a caso ancora oggi dai frutti fermentati
nell’ alcool, se ne ricava il
nocino che viene preparato
con noci ancora avvolte nel
mallo verde, staccate da
mani di donna e messe in
infusione proprio nel giorno
di San Giovanni. Il
Tribunale dell’Inquisizione
contro streghe ed eretici fu
creato tra il 1227 e il 1235
attraverso una serie di
decreti papali. Lo stesso
Papa Innocenzo IV, nel
1252, autorizzò anche la
tortura dei sospettati, per
estorcere le confessioni.
Per essere arrestati, processati e infine giustiziati
era sufficiente una semplice accusa; bastava dire di
aver visto la persona accusata volare, trasformarsi in
gatto o uccello o curare
con erbe qualche malanno.
Le torture erano terribili, in
genere si confessava pur di
non soffrire ma se si
sopravviveva, si era
comunque accusati di
essere stati aiutati dal diavolo. Le torture più famose
erano: “il topo”, il dissanguamento, “la vergine di
Norimberga”, l’immersione
in acqua, l’annodamento, lo
squassamento, il “triangolo”, il “tormentum insomniae”, “la pera”; chi confessava e sopravviveva era
poi arso sul rogo per purificare l’anima. Risulta ovvio
che le streghe non sono
mai esistite se non nella
fantasia popolare; erano
infatti donne colpevoli di
compiere riti diversi da
quelli imposti dalla religione
cattolica e per questo, condannate insieme agli eretici, a supplizi inimmaginabili.
Classe II Secondaria
I Grado- Taurasi
Laboratorio di storia
A Luogosano il 7 dicembre di ogni anno, in
occasione della vigilia
dei
festeggiamenti
dell'Immacolata
Concezione, vengono
accesi una moltitudine
di falò in diverse zone
del paese. Il rito dei fuochi allavorati nasce in
onore della Madonna,
una tradizione che
affonda le sue radici nel
lontano 1854, quando
la popolazione locale in
attesa della promulgazione
del
dogma
dell'Immacolata
Concezione con la bolla
“Ineffabilis Deus” di Pio
IX, in preghiera all'aperto per difendersi dal
freddo, accese dei fuochi. Il termine "Fuochi
Allavorati " deriva dal
fatto che questi falò
venivano
assemblati
tramite una scrupolosa
disposizione di diverse
strutture erbacee e
legnose. La lavorazione
che permetteva di ottenere salde ed imponenti
strutture viene riassunta
nel
termine
"Allavorati ". Il rito si è
consolidato nel tempo
diventando simbolo di
propiziazione, di liberazione e di speranza.
Oggi questa festività
assume
anche
un
carattere
ludico
e
ricreativo. Sono molte
le specialità tradizionali
a base di prodotti tipici
irpini - di cui Luogosano
è illustre rappresentante - che vengono offerte
ai visitatori insieme a
rossi prelibati. Il tutto è
naturalmente accompa-
gnato sia da momenti di
intensa preghiera sia
paradossalmente
da
festosi balli e canti che
insieme al falò, al vino
ed alla preghiera riscaldano il cuore dei presenti.Particolarmente
bella è la raccolta della
legna fatta dai più giovani che attraversano in
lungo ed in largo il
paese
raccogliendo
legna da ardere. Il
fuoco allavorato caratterizza l'energia vitale
della comunità cossanese, degna di essere
immortalata in capolavori fotografici, nei
momenti più tradizionale della propria storia.
Il ‘sistema ambiente’ al centro del progetto della Di Prisco
Ambiente significa per noi
sostenibilità, rispetto e
divulgazione delle buone
pratiche. Ne parliamo spesso a scuola con i nostri
insegnanti. Discutiamo del
Protocollo di Kyoto e degli
obiettivi di riduzione delle
emissione CO2, del Patto
dei sindaci, della necessità
di praticare un'agricoltura
pulita, dei danni dell'uso di
sostanze chimiche nei
nostri territorio, dell'importanza della diffusione di
energie alternative e della
raccolta differenziata.
Abbiamo appreso che tutto
si fonde nel concetto di
'sistema ambientale' e che
è compito di ciascuno di
noi adottare atteggiamenti
tali da garantire un futuro
all'umanità. Per questo non
ci siamo limitati a discuterne e basta ma abbiamo
partecipato con entusiasmo
all'iniziativa RAEE@scuola,
promossa dall'Anci e dal
centro di coordinamento
Raee e patrocinata dal
Ministero dell'Ambiente. Un
successo! Abbiamo portato
da casa telefonini, consolle,
phon, caricabatterie e tante
altri piccoli elettrodomestici
e li abbiamo 'buttati' nei
contenitori appositamente
collocati nella nostra scuola. Ma buttare è solo un
modo di dire. Noi abbiamo
fatto 'la differenza' e adesso
con i nostri prodotti di scarto si potranno riprendere
materie prime importanti
come ferro, alluminio,
rame, plastica, ecc. e
metalli preziosi come oro,
argento, rame, ecc. che
sono riutilizzabili nei cicli
produttivi. Inoltre, cosa
molto importante, abbiamo
evitato i danni che i rifiuti di
casa nostra avrebbero cau-
sato al Pianeta. Si perché
tra gli elementi che concorrono alla realizzazione di
questi prodotti ci sono
anche sostanze inquinanti
e tossiche, altamente nocive per l’uomo e per l’am-
Il coding è un modo per
imparare, quasi giocando, i rudimenti del linguaggio informatico; è
molto più che imparare
ad usare gli strumenti
digitali, esso introduce
al pensiero computazionale, alla creazione e
realizzazione di un’idea
ed alla risoluzione di un
problema facendo leva
sulla creatività e sugli
strumenti opportuni. Si
impara giocando, partendo dalle istruzioni per
mettere in sequenza
blocchi, ciascuno dei
quali rappresenta un’azione più o meno complessa. Più le difficoltà
aumentano, più ci si
avvicina al codice infor-
matico che anima le app
che siamo abituati ad
usare. La nostra classe,
iscritta al sito “programmare il futuro”, ha iniziato a lavorare su piccole
storie e semplici giochi,
condivisi, poi, su facebook. I nostri amici
hanno, così, potuto
vedere il video delle storie create (“il fantasma e
il mostro” ne è un esempio) e giocare con i
videogiochi, mentre i
ragazzi impegnati nella
creazione di tali lavori
hanno provato direttamente cosa significa
mettersi dall'altra parte
dello schermo: per la
prima volta sono stati
CREATORI di un pro-
Fino a qualche mese fa
tutto filava normalmente:
eravamo una qualunque
classe, di una qualunque
provincia italiana. Poi
all'improvviso è prepotentemente entrata dalla
porta la flipped classroom.
Certamente non l’ha fatto
con le sue gambe, qualcuno ce l'ha portata: la
nostra 'proffi' di matematica. Non conoscevamo l'esistenza di questo metodo
presentato con tanto
entusiasmo, un entusiasmo che non era per
niente il nostro – ci scusi
prof. ;). All’inizio i commenti sono stati: inutile,
infruttuoso, privo di senso.
Ma non abbiamo osato
dirlo alla Casparriello e
così lei è andata avanti.
Per sperimentare questa
'didattica capovolta' è
stata scelta un'applicazione che tutti avevamo sullo
smartphone: WhatsApp. Il
gruppo lo ha creato il
nostro Salvatore e da lì in
poi sono cambiate tante
cose. I benefici sono arrivati quasi subito perché
questo è un metodo stimolante che ci permette
di apprendere con facilità,
secondo i nostri tempi e
in maniera più coinvolgente. Sul gruppo vengono postati i video di esercizi svolti dalla prof che
possiamo studiare con
tutta calma, vengono
postate le spiegazioni
delle regole, link a vere e
proprie lezioni di algebra
e video di scienze.
Proprio in questi giorni,
per esempio, abbiamo
avuto come compito a
casa lo studio di un video
sul meccanismo che
genera un terremoto, e
poi il discorso di Pertini
alla Nazione dopo il terremoto dell'Irpinia. Farlo in
classe ci avrebbe portato
via un po' di tempo in più
a discapito di commenti e
riflessioni. Con il nuovo
metodo, invece, ci dedichiamo di più al confronto, alla discussione, all'approfondimento, alla condivisione. Una condivisione
che sperimentiamo anche
nel gruppo, aiutandoci
quando non riusciamo a
svolgere un problema –
sempre sotto l'occhio
attento della prof che è il
nostro mentore. e così ci
siamo dovuti ricredere:
per tutti noi è stata una
svolta. Niente metodo di
insegnamento rigido o
deficienza di dialogo con
i docenti. Questo aiuto
'visivo' pone ciascuno di
noi, all'interno di un
sistema di pari, in cui tutti
- dal più veloce al più
lento - possono cercare
di apprendere in modo
approfondito la spiegazione. Certamente la
lezione in classe è sempre un momento prezioso, ma questo 'flipped'
aiuta un po' tutti, nessuno escluso. Adesso la
nostra speranza è che in
molti si aprano alla sperimentazione di questo e
di altri medoti di insegnamento innovativi.Per
quanto ci riguarda stiamo
abbandonando lo stereotipo secondocui la scuola è fatta di noia e i professori sono dei robot
senza cuore. Il loro lavoro è aiutarci, trasmetterci
qualcosa. Il loro lavoro è
per noi. Buon flipped a
tutti!
Coding, programma
il tuo videogioco
“Flipped, un nuovo metodo
che aiuta proprio tutti...”
Classe IIIB
Secondaria I Grado
Fontanarosa
LA CACCIA
ALLE STREGHE
biente. E allora: pensiamo
tutti al nostro futuro, facciamo la differenza. #loveyourplanet
Classi III A e II B
Scuola secondaria
di I grado - Fontanarosa
L’antica tradizione
dei fuochi allavorati
Classe I
Secondaria I Grado
Luogosano
2
News
[email protected]
Speciale Carnevale tra maschere,
antiche tradizioni e dolci della nonna
Quanti colori, quanti rumori: coriandoli e stelle filanti, battute scherzose, sberleffi volanti
In questo giorno ogni scherzo vale: ci si traveste facendo feste, mangiando chiacchere, salami e minestre
“Pulecenella teneva no
cane, mozzacava li cristian,
mozzacav le donne belle e
quist è lo cane re
Pulecenella...Truppe truppanti uscite tutti quanti, uscite donne belle che è arrivat
Pulecenell”. Era questo il
ritornello di apertura con il
quale si apriva la rappresentazione della “Zeza” per le
strade del nostro paese.
Protagonisti erano appunto
Zeza (Lucrezia, madre
di Vicinzella – sempre interpretato
da
un
uomo),
Tate
(padre
di Vicinzella), Vicinzella.
Insieme a loro il fioraio, il
cacciatore, il dottore … tutti
innamorati di Vincenzella.
Ma per Teta Vincenzella è
ancora 'na moccosa' che
non sapeva cucinare e che
quindi non poteva prendere
marito. E così tra canti, risate e balli si arrivava alla piazzata in cui il cacciatore sparava e colpiva la gamba di
Tate. Era a questo punto
che entrava in scena il dottore … un altro pretende di
Vincenzella. “Ti guarisco
solo se mi dai in sposa tua
figlia” - diceva il dottore.
“Prendi in sposa anche mia
moglie, se vuoi ma 'sanami'
questa gamba”. Tutto rigorosamente in dialetto tra le
urla, i canti e i confetti che il
dottore
Nacoparde
Tranfaglia gettava dal balcone di casa sua 'sotto l'arco
della Porta”. In effetti, la storia non era particolarmente
avvincente ma i nostri nonni
ci raccontano che a quei
tempi ci si divertiva con
poco, anzi si aspettava pro-
prio la domenica e il martedì
grasso per essere presenti
alla rappresentazione. Don
Luigi Liberto, il parroco che
è stato alla guida di Taurasi
per 50anni, non esponeva il
Santissimo Sacramento
proprio per consentire la
festa della Zeza. Ma Zeza e
Tatone non erano le uniche
scenette carnevalesche che
si rappresentavano a
Taurasi. C'era pure un teatrino chiamato “Paradiso e
Inferno” - in dialetto
“Paradiso e Casa ro reavol”
che si faceva per le strade
del paese. In un angolo
c'era il Paradiso con San
Pietro, l'Angelo Gabriele e
gli altri angioletti mentre dal
lato opposto c'era l'Inferno
con i diavoletti. C'erano
tante maschere: il cestaio, il
fabbro, il ferraiolo, il calzolaio, il falegname e molte
altre. Quando il cestaio
intrecciava i vimini della
cesta, il diavoletto lo disturbava, il cestaio si arrabbiava
e bestemmiava, così il diavoletto lo ha portato
all'Inferno. Poi c'era il falegname che era molto
paziente e quando il diavoletto gli dava fastidio, non
bestemmiava. Così l'angioletto lo portava al Paradiso.
Dopo tutto questo veniva
l'angelo Gabriele incontrava
il diavoletto in dialetto 'O
cifero' così il diavolo veniva
sconfitto. Si terminava con
balli e canti con la quaresima alle porte.
Laboratorio di ricerca
“storia e tradizioni”
IV Primaria Taurasi
Le filastrocche
Classe IV Primaria Luogosano
Classe I Primaria Taurasi
Classe I Primaria Taurasi
Carnevale a Taurasi
Il giorno di Carnevale e’ sempre stato accompagnato da
musica, balli, maschere,
carri, che vengono riproposti
ed arricchiti anno per anno,
da generazione in generazione, e piatti tipici. L’idea del
Carnevale e dei carri è nata
da un gioco/sfida tra artigiani,
i quali li costruirono con cartapesta, ferro e creta. Negli
anni passati Il Carnevale si
festeggiava diversamente:
travestimenti da sposa, da
sposi , maschi da femmine e
viceversa; poi, con questi
costumi si girava casa per
casa e gli ospiti offrivano la
“pizza chiesa” , la frittata con
gli spaghetti , il tutto innaffiato
di buon vino. Tutto cio’avveniva sempre di sera e, quando calava la notte, per le strade del paese girava un carro
funebre con maschere che
piangevano e disperate gridavano : “ Oh, Tatone mio”.
Quest’anno a Taurasi e’ stata
anche organizzata una cena
nel Palazzo Marchionale tito-
lata “ Alla corte del principe
diVino” . Dopo la cena ci
sono stati spettacoli con i
danzatori di fuoco e
“Crinoline di Luce”, cioè delle
ballerine . Non sono mancati
i mercatini per la degustazione dei prodotti tipici irpini.
Tutta la serata nel palazzo e’
stato organizzato in stile
Barocco, con portate elaborate che riprendevano gli usi
culinari del Seicento. Nel
contempo , presso la tensostruttura, si teneva una festa
a cui era invitata tutta la
popolazione e a cui si partecipava, per lo più, munitidi
travestimento . Non e’ mancata la sfilata per la premiazione della maschera più
bella . E, meraviglia delle
meraviglie, per le vie del
paese, quando e’ scesa la
notte, si e’ mosso il corteo
funebre di Tatone. Come
vedete ce n’era per tutti i
gusti!!!!!!!!
Classe I Secondaria
I Grado - Taurasi
Infanzia Fontanarosa
Le ricette
Classe III Primaria Taurasi
Uno sguardo in giro
Il Carnevale è una festa che esiste fin dall’antichità. Tutti
ibambini in questo giorno si travestono da fata, principessa,
topolino,strega, zorro, cowboy, diavoletto… altri bambini più
grandi non sitravestono ma indossano soltanto maschere.
Di solito i bambini siorganizzano in gruppi e vanno nelle case
dicendo: “diamo le bellemascherine” . in dono alcune persone danno loro soldi e dolcetti. Afine giorno si dividono tutto e
se hanno avuto in dono abbastanzasoldi fanno a mangiare
la pizza. A Gesualdo e a Paternopoli fanno lesfilate delle
maschere e di carri. A Ivrea c’è la tradizione dibuttare le arance e svolgere le sfilate con personaggi travestiti metàmaschili e metà femminili. Ad Avellino e a Salerno, invece, sono
moltele rappresentazioni cantate e recitate che hanno spesso al centroPulcinella. In altri paesi si fanno le corse a cavallo, parate conlanci di confetti o uova. Il Carnevale è una festa
che rende felici ibambini e per questo ci piace molto.
Classe VA Primaria - Fontanarosa
Classe V Primaria Luogosano
Un saluto a tutti voi dite un po’ chi siamo noi? Ci guardate e poi ridete ma ci riconoscete? Andiam su e giù per la città Saltellando qua e là. Perdonate i nostri scherzi di
Carnevale sono innocui e non fanno male.
Carnevale quanti colori, carnevale quanti rumori; coriandoli e stelle filanti, battute
scherzose, sberleffi volanti. Tutti in strada a fare chiasso, è carnevale, martedì grasso!
Pranzo di Carnevale - Cosa mangia Pantalone? Pastasciutta e frittatone. Arlecchino
ha già divorato un delizioso cosciotto arrotolato. Brighella frigge in padella zeppole
alla cannella. Tutti brindano con un bel bicchiere di vino taurasino e poi schiacciano
un pisolino.
C'era una volta un vecchio re che di servi ne aveva tre, a Carnevale decise di
mascherarsi e ordinò ai suoi servi: “Tutti a lavarsi!”. Era pazzo il vecchio re, nessuno
sa il perché. Si mascherò da Pulcinella e ballò la tarantella, ballò e ballò fino al mattino e tracannò tre fiaschi di vino. Classe III Primaria – Taurasi
Carnevale, carnevalicchio damm ‘no cap ‘e sausicchio e se non me lo vuò ra’ che te
pozzan ‘nfracetà. Classe II Primaria - Taurasi
Per Carnevale, giorno speciale, ci vogliamo mascherare e i nostri eroi per un giorno
imitare: Zorro, Batman, Spiderman e il forte Hulk. I vestiti di pagliaccio, di arabo, di
indiano, di Biancaneve, di farfalle e Bella per un giorno vogliamo indossare. Ci vogliamo divertire vogliam cantar, ballare e tanti dolci vogliam mangiare, ma sempre bambini educati restare. Le prime rime degli alunni di Luogosano – I Primaria
Carnevale, carnevale, mangi tanto e poi stai male. Hai chiamato la mammina per
curare la pancina. Per andare dal dottore, passi sempre per 'via Trattore'. Metti il dito
nello sportello e tiri fuori un tamburello. Il giorno dopo muori esploso e tutto diventa
più noioso.
Carnevale è sempre uguale, in questa festa ogni scherzo vale. Con coriandoli e bombolette si diventa anche vecchiette. Ci si traveste facendo feste, mangiando chiacchiere, salami e minestre. Classe V A Primaria Fontanarosa
Pizzacce di carnevale
Ingredienti: 70g di farina, 1 uovo, 120g di ricotta, zucchero, cannella in polvere, marmellata, frutta cotta, lardo per la teglia. Preparazione: con la farina, l’uovo e il latte aggiunto
a poco a poco, otterrete una pastella ben lavorata e liscia, da far riposare per un’oretta.
Usando un cucchiaio, versate la pastella sufficientemente liquida in una padella di ferro
posta sul fuoco e unta colò lardo e fate tante frittatine sottili che farete saltare per cuocerle da entrambe le parti. Stendete le frittatine su di un piano, farcite con un po’ di marmellata con frutta cotta, o meglio ancora, con ricotta impastata con zucchero e cannella
e avvolgete su se stesse. Disponetele su un piatto da portata e servite. Classe VB
Primaria – Fontanarosa
Infanzia Taurasi
Infanzia Fontanarosa
Infanzia Taurasi
Creazioni di carta
Infanzia Luogosano
La morte di Tatone
Classe II Primaria Taurasi
Il carnevale è una festa che
è motivo di divertimento,
allegria, maschere e colori.
È la festa di noi bambini perché si ride, ci si diverte e si
mangiano dolci tipici. Nel
mio paese c’è sempre la sfilata aperta dal personaggio
di “Tatone” e dalle più svariate maschere che lanciano sulle strade una traccia
allegra e colorata del loro
passaggio. “Tatone è un
vecchietto che la sera del
martedì grasso viene portato disteso su una bara per le
strade del paese. È moribondo e tutti lo accompagnano, piangendo e gridando per il dispiacere di veder-
Pastiero
gigante
Classe I Primaria Luogosano
lo morire. Nonostante ciò,
Tatone ha fame, per cui
ovunque la gente che lo
accompagna si ferma e
chiede per lei vino, salsicce,
soppressate e pastiero, un
dolce tipico che si prepara in
occasione di questa festa.
Insieme a lui mangiano i
parenti, il prete e il dottore. Il
corteo fa tante fermate nel
paese e tutti offrono qualcosa e a mezzanotte, per aver
mangiato troppo, muore,
portando con sé la grande
abbuffata, la spensieratezza
e l’allegria che la gente di
Taurasi gli offre.
Classe V Primaria Taurasi
Nel mio paese, Sant’Angelo
all’Esca, il giorno di carnevale i bambini si travestono e
vanno in giro bussando alle
porte e facendo scherzi a
tutti. Le mamme e le nonne
preparano tante cose
buone da mangiare: gli
struffoli, le chiacchiere e le
castagnole e il ‘pastiero’. Il
‘pastiero’ è un timballo fatto
con maccheroni, formaggio
e uova. La festa del ‘pastiero’ si fa a fine dicembre e
vengono utilizzate 2mila
uova, 40 kg di bucatini, 90
kg di formaggio di mucca –
in parte fresco e in parte stagionato – sale e pepe. Noi
bambini aspettiamo con
ansia perché possiamo
divertirci, truccarci e vestirci
in modo strano e soprattutto
possiamo spruzzare le stelle filanti e la schiuma.
Classe III
Primaria – Luogosano
‘O pastiere
Ingredienti: 300g di pasta cotta, 2 uova, 100g di fiordilatte, 100g di salame, formaggio
grattugiato, una noce di burro, sale, pepe, olio per friggere. Procedimento: se non utilizzate pasta già cotta, procedete a cuocerla, scolatela e versatela in un’ampia scodella.
Unite all’interno le uova, il formaggio, il salame, il fiordilatte, il burro, il sale e il pepe.
Mescolare tutto molto bene per far amalgare gli ingredienti tra di loro utilizzando come
ingrediente unificante le uova. In un’ampia padella fate riscaldare un po’ di olio e versate
la pasta. Fate cuocere tutto a fuoco lento, assicurandosi di far dorare la frittata da
entrambi i lati. Potete servire la pietanza sia bollente che tiepida, addirittura la sera è possibile utilizzarla come antipasto lasciandola raffreddare e servendola a cubetti! Esistono
molte versione di questa pietanza. Quella più tradizionale è sicuramente la napoletana
che prevede l’utilizzo di vermicelli, salame, e provola affumicata. Per gusti semplici è
invece consigliabile una facilissima frittata di pasta di pomodoro, molto più leggera
rispetto a quella che vi abbiamo proposto. Classe IV Primaria - Luogosano
Tatoni
Ingredienti: 800g di farina, 100g di burro, 350g di zucchero, 1 arancia, 1 bustina di cannella, 3 uova, 3 cucchiaini di bicarbonato, 200g di miele, 250g di arachidi già sgusciate.
Procedimento: mettete la farina a fontana e versate al centro lo zucchero, le tre uova, il
burro ammorbidito tagliato a pezzetti, il miele, la cannella, la buccia grattugiata di un'arancia. Poi aggiungete tre cucchiaini di bicarbonato e per ultimo le arachidi sgusciate.
Lavorate l'impasto in modo che diventi morbido. Dividetelo in filoncini e sistemateli su
una teglia rivestita con carta da forno, cuoceteli a 180° per venti minuti. Dopo cotti tagliateli con un coltello finché sono ancora caldi e fateli raffreddare. Mangiateli con allegria,
così il ricordo di Tatone non andrà mai via! Classe II Primaria - Taurasi
Chiacchiere
Ingredienti - 200g di farina, 50 g di latte, 20g di burro, 2 g di lievito per dolci, limone grattugiato, un bicchiere di grappa e un uovo. Procedimento – mescolare sulla spianatoia la
farina, l'uovo, il burro, lo zucchero, un pizzico di sale, la grappa, il lievito e la scorza di
limone. Iniziare ad impastare aggiungendo pian piano il latte. Dopo averla lavorata, mettere la pasta nella pellicola e farla riposare in frigorifero. Stendere la pasta, tagliarla a striscioline con la rotella dentellata e friggere nell'olio bollente. Una volta cotta, poggiarla
sulla carta assorbente. Servire dopo aver cosparso con zucchero a velo. Classe VB
Primaria – Fontanarosa
Pizza chiena
A Fontanarosa ogni famiglia fa la pizza chiena per Carnevale. Ingredienti e preparazione: si schiaccia la ricotta con una forchetta e si aggiungono le uova, un pizzico di sale,
pezzetti di prosciutto, salsiccia secca o soppressata e vari formaggi. Si prepara una sfoglia rustica con la quale si fodera una teglia e si versa l'impasto e si ricopre un'altra sfoglia. Infine si fa cuocere il rustico nel forno. Classe VA Primaria - Fontanarosa
News
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Sei una vittima di bullismo?
Parlane subito con un adulto
3
Dal 2000 è nato, purtroppo, anche il cyberbullismo ormai troppo diffuso tra i più giovani
Bisogna volersi bene ed essere tutti amici, anche se ciascuno di noi è diverso dall’altro
In quest'ultimo mese a
scuola abbiamo trattato
l'argomento del bullismo, leggendo dei libri
e discutendone con la
professoressa.
Abbiamo appreso che il
bullismo è una forma di
comportamento violento che si ripete nel
tempo. Chi lo mette in
atto è il bullo, un ragazzo che trova divertimento a prendere in giro gli
altri. Le prime forme di
bullismo si presentano
già alle elementari e
sono frequenti soprattutto alle medie e alle
superiori. Ci sono vari
tipi di bullismo: verbale
– costituito da minacce
e offese, fisico – quando si arriva a usare le
mani, e poi c'è il bullismo psicologico o indiretto – quando la vittima
viene esclusa o criticata
oppure quando il bullo
non agisce, ma fa agire
i suoi complici. Inoltre,
dal 2000 è nato anche il
cyberbullismo, ormai
molto diffuso tra i giovani, che è costituito da
messaggi anonimi o
foto e blog modificati e
messi sui siti internet.
Oltre
al
bullismo
maschile, c'è anche il
bullismo femminile che
si basa sul bullismo
indiretto. Delle volte
nelle scuole ci sono
covi di ostracismo, ciò
avviene quando tutta la
classe è coinvolta negli
atti di bullismo, per
paura di diventare vittima o per mettersi in evidenza. Il termine bullo
significa prepotente ma
secondo gli studiosi la
prepotenza è solo una
piccola parte degli atti
di bullismo. Il bullo può
provenire da famiglie
molto ricche oppure con
disagi e problemi economici. Poi ci sono i
gregari che stanno
Classe I A - Primaria Fontanarosa
Classe V A - Primaria Fontanarosa
Sport e autostima
Lo sport che unisce, lo
scheletrici, del sistema carsport che insegna i valori
diovascolare ed endocrinodell'amicizia,
metabolico.
lo sport che
Inoltre,
fa diventare
ricerche
grandi.
sperimentaConsapevole
li confermadelle attuali
no
che
conoscenze
bambini e
degli effetti
ragazzi che
dell’attività
svolgono
fisica sulla
una regolasalute l’I.C.
re attività
“Di Prisco” di
fisica come
Fontanarosa
sport
di
ha aderito al
gruppo,
progetto
individuali,
nazionale
giochi all’a“Sport
di
ria aperta e
classe”, propasseggiamosso dal
te, dimoMIUR in colstrano una
laborazione
maggior
con il CONI e
fiducia nelle
il CIP. Lo
proprie posscopo è svisibilità,
l u p p a r e , Classe II A S. I Gr. Fontanarosa
sono porpotenziare e
tati a una
valorizzare l’educazione
maggior autostima. Al profisica nella Scuola Primaria,
getto, che si concluderà
introducendo la figura del
con un saggio finale al
“Tutor Sportivo Scolastico”
quale saranno invitati i genicome esperto referente.
tori degli alunni coinvolti,
Per i giovani con età compartecipano tutte le classi
presa tra i i 5 e 17 anni
della Scuola Primaria di
l'OMS sottolinea come l'attiLuogosano e Taurasi.
vità fisica contribuisca allo
Classe II B
sviluppo di tessuti muscoloSec. I G. Fontanarosa
insieme al leader, incoraggiandolo, però se
scoperti da un adulto si
tirano indietro negando
tutto e facendo finta di
niente. La vittima è
sempre sola, è una persona timida, debole
oppure più piccola del
bullo, che se ne sta
sempre in disparte.
Secondo noi il bullismo
è un argomento molto
serio che va trattato
nelle scuole così da eliminarlo e far capire agli
alunni che è un atteggiamento da evitare.
Negli ultimi anni si è
parlato molto di bullismo soprattutto in Tv,
dove hanno raccontato
molti episodi in cui le
vittime di bullismo si
sono suicidate. Ad
esempio si è parlato
pochi giorni fa di una
ragazza di 12anni che
si è buttata dal balcone,
lasciando una lettera ai
compagni di classe con
scritto: “Adesso sarete
contenti”. Lei è ancora
viva ma in condizioni
critiche e si deduce che
è stata vittima di bullismo. Per cercare di evitare i bulli bisogna: parlarne subito con un
adulto o un amico; farsi
accompagnare a scuola
da qualcuno; non farsi
vedere deboli dai bulli
ma mostrare carattere;
stare in compagnia di
qualcuno e rifiutare le
minacce del bullo. Nella
mia scuola non sono
mai capitati atti di bullismo e spero non accadano mai. Bisogna
essere tutti sempre
amici e non nemici o
bulli, perché anche se
abbiamo qualche differenza, ci dobbiamo
voler bene per tutta la
vita.
Gli alunni della I A
Secondaria I Grado
Fontanarosa
C’è un tipo nel mio paese...
C'è un tipo nel mio paese che spesso
avanza delle pretese. È prepotente
con tutti quanti e per far dispetti, a
volte, si avvale degli aiutanti. Si
crede chissà chi ed è alto così così,
si diverte a prendere in giro tutti e
anche me, ma cosa gli ho fatto …
perché, perché? Tutti lo chiamano
bullo, ma per me è proprio uno strullo. E io pensavo chissà che i bulli fossero giganti panciuti, con occhi spauriti e capelli ricciuti, invece son
ragazzi quasi normali ma poco astuti,
cocciuti e poco leali, che ce l'hanno
col mondo intero, ma a far così valgono proprio zero!
Classi II A e IIB – Secondaria di I
Grado Fontanarosa
Classi II A - II B - Secondaria I Grado Fontanarosa
Legalità: i principi si apprendono dalla nascita
Classe V B - Primaria Fontanarosa
Classe IV - Primaria Fontanarosa
Fisco & Scuola
Classe I A - Primaria Fontanarosa
Classe V - Primaria Luogosano
Classe V - Primaria Luogosano
I principi della legalità si
apprendono dalla nascita,
prima all'interno della famiglia, poi nella scuola e nella
società. La legalità è dappertutto. Il postino, il poliziot-
to, nostra madre... tutto è
legalità in quanto ogni cosa
ha una sua regola. Legalità
è rispettare le leggi e il prossimo senza pretendere
nulla in cambio. Se la lega-
lità non ci fosse, la gente
vivrebbe allo stato brado,
dove il più forte regna e chi
è più debole soccombe.
Insomma, la legalità è la
base di una società giusta e
responsabile. L'alcol e il
fumo: un serio problema tra
gli adolescenti.
Classe III Sec
Primo Grado
Luogosano
Lo scorso 9 marzo,
presso il Museo civico
di Fontanarosa, le
terze classi del ‘Di
Prisco’
Taurasi,
Sant’Angelo all’Esca,
Luogosano
e
Fontanarosa-hanno
partecipato all’incontro
conclusivo di “Fisco a
scuola”, un progetto
dell’Agenzia
delle
Entrate e del Miur cui la
nostra scuola ha aderito. Lo scopo è stato
quello di diffondere la
cultura
contributiva,
intesa come "educazione" alla concreta parte-
cipazione dei cittadini
alla realizzazione e al
funzionamento dei servizi pubblici. “Il mondo
della scuola – ha sottolineato il dott. Girardi,
referente
territoriale
dell’iniziativa
per
l’Agenzia delle Entrate,
ufficio di Ariano Irpino è infatti una delle sedi
più indicate per trasmettere un messaggio
di legalità, di educazione e di convivenza civile”.
Classi III A e III B
Secondaria I Grado
Fontanarosa
4
News
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‘Memoria e cultura del territorio’
...alla ricerca delle radici
Viaggio nel patrimonio artistico e culturale di Taurasi, Fontanarosa, Luogosano e S.Angelo all’Esca
Nel nostro paese scorre
il Fredane. Come per
tutti i fiumi anche il
nostro conserva la
memoria di intere generazioni. In passato dal
suo letto si ricavavano
ciottoli utilizzati per
costruire aie, strade,
case ed era dimora di
uccelli
acquatici
a
cominciare dall’airone. Il
Fredane era il “mare”
dei nostri nonni. Le persone si riversavano
lungo le sue rive per
sfuggire alla calura estiva. Di notte i pescatori
(di frodo) con lanterne e
forchettoni andavano
alla ricerca di barbi e
anguille. D’estate le
donne si recavano al
fiume con la cesta sul
capo ed altre sotto il
braccio per il bucato
d’annata: il saccone per
il letto, le coperte, i sacchi per il grano, la
lana…Le donne strofinavano la biancheria su
enormi pietre usando la
cenere e il sapone fatto
in casa. Davanti avevano il grembiule e sulla
testa la “sparra” per
ripararsi
dal
sole.
All’ombra dei pioppi si
aspettava che i panni
asciugassero sui sassi,
poi si tornava a casa. Si
passava il tempo a
scherzare, a farsi il
bagno mantenendosi ai
rami delle giovani acacie che lambivano le
acque. Era meta preferita per famiglie intere per
Fredane: il mare
dei nostri nonni
attrezzare pic-nic sotto i
noci e i pioppi. Oggi il
Fredane è un torrente
da bonificare. Noi alunni
abbiamo predisposto un
progetto che potrebbe
valorizzare le risorse del
fiume contornandolo di
spazi e strutture creative così il Fredane e le
sue aree verdi potrebbero diventare luoghi
ideali da utilizzare per il
tempo libero.
Classe II primaria
Fontanarosa
Con la nonna alla sorgente...
Lunghe file di donne si recavano ad attingere l’acqua con le
conche alle fontane più vicine. In fila aspettavano il proprio
turno. Quando la fila era affollata le donne diventavano
spesso rissose per la lunga attesa; alcune volte volavano
ingiurie e pettegolezzi, saltavano forcine e si scompigliavano
i “tuppi” (capelli raccolti sulla nuca).
Il paese della pietra
Fontanarosa è chiamato il
'paese della pietra' e il
mestiere di scalpellino si
tramanda di generazione in
generazione. Nei tempi
passati, quando non esistevano ancora i mezzi meccanici per la lavorazione
della pietra, si svolgeva un
lavoro di manovalanza. “Lo
spaccapietre”, così era
chiamato colui che si dedicava alla lavorazione di
grossi massi, con pochi
arnesi, un po' di polvere da
mina e un metro di miccia,
riusciva a spaccare grossi
massi da cui venivano fuori
pregevoli lavori di certosina
fattura. Portali con bellissime cornici e chiavi, caminetti, fontane, monumenti
sono la testimonianza di
vari lavori realizzati nel passato che hanno richiesto
molto tempo e buona
volontà. Ancora oggi
andando in giro per le vie
del paese, le opere esegui-
te in passato dagli scalpellini fanno bella mostra all'ingresso delle abitazioni,
nelle piazze, nelle chiese.
La pietra di qualità del
nostro paese è il brecciato
irpino di Fontanarosa,
richiesta e collocata nei vari
comuni della Campania
come in alcuni importanti
palazzi di Napoli, per realizzare strutture e decorazioni
lapidee della Reggia di
Caserta, per il rivestimento
del nuovo Santuario di
Montevergine. Oggi il lavoro dello scalpellino, nel
nostro paese non esiste più
perchè è stato sostituito da
quello del marmista. A
Fontanarosa, infatti, ci sono
delle piccole fabbriche che
usano macchinari sofisticati
per trasformare gli enormi
blocchi di pietra in lavori finiti.
Classe IV Primaria Fontanarosa
Stavamo studiando le
acque e in particolare i fiumi
che scorrono sul nostro territorio quando, quasi per
caso, ci siamo ritrovati a
parlare del “Ponte dei
Diavoli” con la nostra professoressa di scienze. Ed è
stato così che una chiacchierata informale si è trasformata in un vero
approfondimento, tra l'entusiasmo di tutti noi. Abbiamo
così scoperto che il ponte
dei Diavoli, edificato nell’età
imperiale, è una delle tante
testimonianze della grande
maestria dei romani nel
costruire ponti e strade. La
costruzione riportata nella
foto collegava le sponde
del fiume Calore nei pressi
dell’attuale stazione di
Luogosano. Il nome deriva
da una credenza popolare
la quale sosteneva che
sotto la volta del ponte,
durante la notte, si davano
convegno i diavoli per eseguire riti satanici. La figura
dei “diavoli” lascia ampio
spazio a varie interpretazioni, infatti, si è ipotizzato che
il ponte fosse il rifugio dei
briganti che, dediti ad attività illecite, intimorissero gli
abitanti del luogo che vedevano in loro dei veri e propri
“diavoli”. Un’altra leggenda
relativa al ponte e tramandata di padre in figlio, è
quella che esso fosse il
Il ponte dei diavoli
S. Angelo
cosmopolita
Chi più di noi, adolescenti
di Sant'Angelo, può testimoniare che “la diversità”
non è poi cosi male?
Siamo un paese di ottocento abitanti, ma la
nostra mentalità è molto
aperta, infatti abbiamo
accolto con gioia chi è
fuggito dalla guerra e chi
non era benvoluto in altri
paesi. Sin da piccolini
abbiamo avuto rapporti
d’amicizia con piccoli
migranti; ci ritorna in
mente il nostro primo
incontro con Cassandra,
una ragazza italianissima,
la cui famiglia è Serba. La
prima volta che l’abbiamo
vista, abbiamo avuto dei
pregiudizi: era cosi piccola, stava lì in quel piccolo
angolo della stanza tutta
Classe IV - Primaria Taurasi
Classe III - Primaria Fontanarosa
Il Carro di Fontanarosa...
Fontanarosa è un paesino di contadini, con dietro
una grande storia da raccontare. Tra queste quella
del carro, un obelisco trainato da buoi e sorretto da
funi che si 'tira' il 14 agosto di ogni anno. Il carro,
fatto di legno decorato da pannelli di paglia lavorati
a mano dagli stessi cittadini è un simbolo strettamente religioso e rappresenta la Madonna della
Misericordia e’ il suo simbolo. Il carro e’ importante
per noi fontanarosani perché è un lavoro che abbiamo ideato e progettato noi stessi da tantissimi anni,
quindi onoriamo con orgoglio questa tradizione.
La fontana di Luogosano
A valle del paese, sepolta
dal verde incontaminato e
ieri raggiungibile solo attraverso uno stretto sentiero
scorso, c'era tanto tempo fa
e c'è tutt'oggi “la fontana”
era tra i luoghi più frequentati di Luogosano. Vi si
recavano le donne a lavare
“li panni” e le ragazze con le
conche di rame o con le
secchie di legno portate in
testa andavano ad attingere l'acqua per l'uso domestico. Ii contadini portavano
ad allevare le mucche e
con gli asini andavano ad
attingere l' acqua. I ragazzi
“a la staggione” venivano
mandati a riempire d' acqua
fresca “ ciotele e cicimi” di
terracotta. La fontana è
stata luogo di vita quotidiana, punto d'incontro e di
scontro di chiacchiere, di
confidenza, di storia e di
storie, ma anche di misteri
e di leggende: come “la
male cosa”. Una leggenda
narra che si aggirasse in
quel luogo di notte una
misera, triste, vecchia brutta, con il naso adunco, gli
occhi fiammeggianti e i
capelli color cenere, lunghi
ed ispidi. Era il terrore dei
bambini soggetto di fiabe e
racconti per i contadini, guai
ad incontrarla faccia a faccia, sarebbe stato meglio
non essere mai nati. Era in
oltre un luogo trascurato e
sporco perché usato come
“bagno pubblico” all'aperto.
Oggi la fontana è un luogo
completamente cementificato e deserto, il suo ricordo è conservato solo nel
cuore dei più anziani.
Classe III Secondaria I
Grado - Luogosano
punto di incontro delle
“Janare”, le quali durante la
notte, uscivano dai propri
rifugi e ballavano e bivaccavano fini all’alba. Durante i
vari riti, le streghe facevano
scherzi di cattivo gusto agli
incauti passanti e si abbandonavano ai più sfrenati
piaceri. Il tutto avveniva
Classe II A
Secondaria I Grado Fontanarosa
Il Castello di Taurasi
Arrivando a Taurasi la prima
cosa che salta agli occhi,
oltre agli splendidi vigneti che
occupano estese porzioni
della nostra terra e all'affabilità della nostra gente, è il
maestoso castello che si
erge imponente nella parte
più alta del paese. Un giorno
ci siamo ritrovati a parlarne in
classe e tutti noi siamo stati
colti dalla stessa curiosità:
“Chissà quanti principi e persone importanti hanno abitato quel posto suggestivo!” - ci
siamo detti. E allora è corsa
in nostro soccorso come
sempre la maestra Teresa
che ci ha parlato del castello
e ci ha aiutato a fare delle
ricerche sul web. Abbiamo
letto che non è semplice ricostruire la storia del castello di
Taurasi ma che è certo che la
forma di castello fu data dai
Longobardi. Da poco prima
del '600 la storia del Castello,
in
cui
soggiornarono
Torquato Tasso e Don Carlo
sotto l’egida del diavolo
che, per l’occasione, si
mascherava con un vello di
caprone, preventivamente
posto dalle “Janare”, sul
ramo di un albero. Lo storico Michele Jannacchini nel
1889 così descrive il ponte:
“Sul
Calore,
presso
Luogosano, v’è un ponte
romano ben osservato e di
stupenda costruzione. Si, è
di un arco solo e di fabbrica
laterizia, lungo, compresi i
pilastri, metri 52 e largo
circa metri 8”. Oggi la struttura originaria non esiste
più perché fu minata dai
Tedeschi durante le seconda guerra mondiale. Gli
anziani del luogo ricordano
che per distruggere il ponte,
si rese necessario far brillare le mine due volte. La
Borromeo, si legò a quella
del
principe
Carlo
Gesualdo. Sotto il dominio
angioino, all’interno del
castello venne costruita
un’artistica scalinata elicoidale in pietra e, alla base
delle torri, orribili prigioni
che conservano anelli in
ferro nelle nicchie dove
venivano legati i prigionieri.
Anticamente gli angoli del
castello erano adornati da
teschi di avvoltoi, di lupi e di
altri animali dei boschi vicini
che indicavano i divertimenti preferiti del signore.
Ovunque c’erano armature
in enormi stanzoni con
grandi focolari attorno ai
quali si raccoglieva la famiglia del feudatario a giocare
a scacchi e a dadi, a ricamare, a bere, ad ascoltare
novelle o canzoni. Oggi il
Castello accoglie soprattutto appuntamenti culturali e
convegni. Classe IV
Primaria Taurasi
prima volta le cariche, a
causa di un errore di calcolo, si rilevano deboli ed inefficaci e quindi arrecarono
solo lievi danni; la seconda
volta, invece, furono più
potenti e la deflagrazione fu
così devastante che l’arco
si innalzò per intero, frantumandosi solo in un secondo momento all’impatto col
suolo. Al suo posto si può
osservare una costruzione
eretta alla fine degli anni
quaranta, senza dubbio più
funzionale e moderna, ma
sicuramente meno pregiata, essa collega la stazione
di Luogosano con la strada
che porta al nucleo industriale.
Classe II
Secondaria I Grado
Luogosano
sola e noi eravamo “i giudici” della situazione. Con
il passare del tempo,
facendo piccoli passi,
abbiamo conosciuto la
“vera” Cassandra, Lei con
il suo sorriso e la semplicità è entrata nei nostri
cuori. Con il trascorrere
degli anni abbiamo conosciuto Michele, il cugino di
Cassandra; a differenza di
quest’ultima lui è nato in
Serbia. Con Michele è filato tutto liscio poiché eravamo ormai abituati a
conoscere nuove persone
di altre etnie, nonostante
fosse di qualche anno più
piccolo.
Ormai la nostra compagnia era al completo, ma
la mattina del 14
Settembre 2015, vedemmo salire le scale della
scuola da un nuovo
ragazzo!!! Era Lyubomir.
Appena entrò in classe ci
fu una tacita intesa : non
era il benvenuto! Ci furono
molte discussioni e, per la
prima volta,dopo tanti
anni , abbiamo avuto dei
pregiudizi. E’ vero siamo
stati molto duri, ma lui non
ha fatto il santarello!!!
Passavano i mesi e il
nostro rapporto rimaneva
distante, poi, con l’aiuto
degli insegnanti abbiamo
compiuto “passi da gigante”: oggi il nostro rapporto
resta alquanto complicato
, ma non certo per un problema di tolleranza piuttosto di natura caratteriale e
resta il fatto che oggi lo
definiamo un nostro “com-
pagno di classe”. Ecco
cosa dice Lyubomir:
“Questa è stata una bella
esperienza, nei Paesi in
cui sono stato non ero
ben accetto, ma qui,
nonostante tutto, non è
poi cosi male.” Ma la
nostra avventura non è
finita qui!!! Il Comune di
S. Angelo all’Esca ha
preso la giusta decisione
di ospitare 29 profughi in
una villa un po’ lontana dal
centro del paese e le loro
storie sono entrate nei
cuori dei antangiolesi.
Purtroppo, come sempre,
alcuni cittadini sono sfavorevoli alla loro presenza;
Nonostante tutto, questi
ragazzi hanno una grande voglia di fare nuove
amicizie e infatti, in alcuni
pomeriggi di sole, hanno
giocato a pallone con i
ragazzi di S. Angelo,
denotando da subito un
positivo
affiatamento.
Alcuni di loro sono anche
molto religiosi e frequentano
attivamente
la
Chiesa, nonostante non
comprendano la nostra
lingua. Che dire? Queste
esperienze sicuramente ci
hanno aiutato a crescere:
sia come persone che
come paese. Finalmente
abbiamo capito che il
“diverso”, anche se fa
paura, a volte va affrontato e può rivelarsi un qualcosa di meraviglioso!!!
Pluriclasse
Secondaria I grado
S.Angelo all’ Esca
I cibi di una volta
Il nostro territorio ci permette di coltivare i prodotti primi
dell'alimentazione mediterranea: grano, uva e olive.
Noi abbiamo chiesto alle
nostre nonne qualche ricetta della tradizione di
Fontanarosa. E allora
abbiamo scoperto che il
vino cotto è una preparazione casalinga che affonda le sue radici nella civiltà
contadina e ha origini antichissime. Il vino che concludeva tutti i banchetti
degli imperatori romani era
proprio il vino cotto. Altra
tradizione che viene preparata ancora oggi riguarda le
olive e in particolare le olive
essiccate. Il procedimento
è semplice: si raccolgono le
olive, si sbollentano, si
asciugano e si condiscono
con aglio, peperoncino,
sale e origano. E poi c'erano, e per fortuna ci sono
ancora, i fusilli al sugo.
Come si fanno? In un tega-
La fotonotizia
me mettere l'olio, la cipolla
e la carne d'agnello.
Soffriggere e aggiungere la
salsa; far cuocere lentamente aggiungendo un po'
d'acqua. Per un buon ragù
occorrono circa tre ore.
Infine scaldare i fusilli, scolarli e condirli con abbondante formaggio e ragù.
Curiosità: la mietitura del
grano in passato era eseguita a mano e si utilizzava
la falce. Il contadino per non
tagliarsi proteggeva le dita
della mano sinistra con
involucri di stagno detti
“cannelli”. Le spighe di
grano venivano raccolte in
fasci detti “gregne”.
Classe III Primaria Fontanarosa
Tradizioni: ecco come
si ammazza il maiale