Scarica - Liceo Amedeo di Savoia Duca D`Aosta

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Scarica - Liceo Amedeo di Savoia Duca D`Aosta
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2.
Sommario
Editoriale
Attualità
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
«Vogliono essere considerati terroristi globali».
L’invasione è verso Est.
Il week end è protagonista… ancora!
Turchia, una lotta contro il tempo.
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura”.
Genny chi?
Una storia da non dimenticare: la nostra storia.
Musica
11.
Playlist estiva che rifiuta la misoginia.
Salute&Benessere
13.
14.
15.
Sess…solo si sapesse!
Insetti, alghe e rock ‘n roll.
Ricette: torta fredda al limone!
Speciale Maturità 2014
16.
La nascita dell’esame di maturità.
Duca’s Got Project
18.
19.
Una poesia per Martina: la premiazione.
Tutte le poesie premiate.
Racconti&Poesie
23.
Lui
24.
Kids again: disegni da colorare
26.
Ipse Dixit
27.
Giochi
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Editoriale.
Come vola il tempo!
Quest’anno è volato davvero e, mentre la maggior parte di voi è già con un piede nella…
piscina, una ristretta fascia di disgraziati è in balia di domande esistenziali come: “Ma le
Commissioni quando escono?!”, “Quando #@*%£ faccio la tesina?”, “Perché esiste la
matematica??”. Eh già, questi siamo noi, poveri maturandi sull’orlo di una crisi di nervi.
Anche se per il momento sono in una fase di rigetto nei confronti del Duca – insomma,
anch’io non vedo l’ora di uscire! – credo che mi mancherà.
Mi mancherà camminare per i corridoi sperando che non crolli niente, mi mancherà il
solito “oh, hai un fazzoletto? Non c’è carta in bagno”, mi mancheranno le bibliotecarie
che prima “shh” e poi parlano tra loro (ma vi vogliamo bene lo stesso), mi mancherà
dover diventare parte del muro per poter passare nel corridoio delle macchinette
durante l’intervallo.
È così strano pensare che l’anno prossimo la mia vita sarà molto diversa; certo, è un
passaggio normale, ma ho pur sempre vissuto cinque anni della mia vita passando più
tempo tra queste mura che a casa mia.
È stato un percorso lungo e so per certo che non sono più la ragazzina che il primo
giorno di scuola ha visitato una Sala Carmeli foderata di impalcature e più simile a una
piccionaia che a una biblioteca.
Dopo anni di comoda - e un po’ noiosa – routine, a noi maturandi si apre un nuovo mondo
allettante, ma fatto di scelte che influenzeranno in modo significativo il futuro.
Prendere la strada giusta non sarà facile; io per prima vedo solo gigantesche incognite e
non so dove andrò a parare, per cui cerco di godermi questo ultimo periodo, con tanta
ansia e già un po’ di nostalgia.
Credo di aver vissuto il mio ultimo anno appieno e ne sono felice; tra tutte le attività a
cui ho preso parte immancabilmente c’è questa, il giornalino, la più gratificante.
Avevo sfogliato quello fatto da altri, l’avevo visto sparire e riapparire senza un perché,
ma non avevo mai pensato di farne parte, né tantomeno di dirigerlo!
In ogni caso, sono fiera della mia Redazione, di come ha lavorato finora, e ringrazio
tutti, in particolare chi è rimasto fino alla fine; non è stato facile riuscire a pubblicare
sei numeri.
Non sono ringraziamenti fatti così, tanto perché li devo fare: sono davvero orgogliosa di
quello che abbiamo prodotto e spero che l’anno prossimo l’incostante tradizione del
giornalino venga mantenuta.
Quindi, in conclusione, e questa volta è proprio una conclusione, in tutti i sensi, quello
che mi sento di dire è: grazie Duca.
Janitor*
*Janitor, nella serie tv Scrubs, è l’Inserviente: il suo nome non si scopre fino alla fine e,
nonostante non sia in primo piano né per mansione, né come personaggio, contribuisce a
rendere l’ospedale un posto, se non più accogliente, almeno più vivace.
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Attualità
LE TRECENTO RAGAZZE RAPITE SONO IL SALTO DI
QUALITÀ DEI BOKO HARAM:
«Vogliono essere considerati
terroristi globali».
Le liceali rapite sono state convertite all'Islam. Lo si apprende da un nuovo video
diffuso dai Boko Haram, il gruppo estremista islamico della Nigeria, che hanno fatto
sapere di essere disposti a liberarle in cambio dei loro prigionieri.
A parlare, in questo video di diciassette minuti, è Abubakar Muhammad Shekau, il
capo dei Boko Haram. Vengono anche mostrate un centinaio di ragazze, presentate
come le liceali rapite il 14 aprile scorso, coperte integralmente da un velo e in
preghiera in un luogo non identificato.
In sottofondo si sente la voce di Abubakar Shekau che propone la liberazione delle
adolescenti in cambio del rilascio di prigionieri appartenenti al gruppo estremista.
In totale le liceali rapite il mese scorso, mentre erano a scuola, sono quasi trecento.
Da quando hanno rapito le ragazze, provocando lo sdegno di tutto il mondo, gli
islamisti rilasciano video in continuazione. Si stanno facendo pubblicità?
Come tutti i gruppi terroristici, anche Boko Haram affianca a un’intensa attività di
propaganda quella militare.
Bisogna dire che le loro operazioni terroristiche si sono ampliate in maniera
esponenziale: è un incremento che ha colto tutti di sorpresa.
Ora, accompagnano ai massacri messaggi video e altre informazioni per mandare un
segnale a tutto il mondo. L'Unione europea ha chiesto «l'immediato rilascio» delle
studentesse rapite, dando il suo sostegno all'intenzione del Consiglio di Sicurezza
dell'Onu di valutare «misure appropriate contro Boko Harama». Questo è stato
affermato dai 28 ministri degli esteri Ue riuniti a Bruxelles, ma sulla sorte delle
studentesse non vi è ancora nulla di certo.
Alessia & Michela
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L'invasione è verso Est.
Tutto è iniziato il 27 febbraio con l’occupazione dei palazzi di Simferopoli da parte delle
milizie pro-russe: la Crimea è diventata, da quel giorno, l’epicentro di forti tensioni
geopolitiche. Il 28 febbraio l’operazione è proseguita con il presidio degli aeroporti di
Simferopoli e Sebastopoli, mentre l’ex
presidente ucraino Viktor Yanukovich dal rifugio
di Rostov ha parlato di un "colpo di Stato"
compiuto in Ucraina.
Nei primi giorni di marzo il Parlamento di Mosca
ha dato il via libera a Vladimir Putin per un
eventuale intervento armato in Ucraina, con lo
scopo di difendere i cittadini.
Le esercitazioni al confine, però, sono state viste
come il preludio all’attacco, provocando reazioni
in tutto il mondo occidentale, a partire dagli
Stati Uniti: ''L’amministratore Obama ha fatto un
errore fatale appoggiando i manifestanti ucraini,
perchè questo ha aggravato la crisi e ha portato alla caduta del presidente Yanukovich.''
(New York Times).
Putin però, ha visto questi sviluppi come una minaccia diretta agli interessi strategici
cruciali della Russia. Il premier Yatsenyuk ha ribadito la volontà di non arretrare di
fronte alle pretese russe, anche se non ha dato seguito alla minaccia di "risposte".
Il 3 marzo sono continuate le manovre delle forze paramilitari, che di fatto hanno
assunto l’intero controllo della penisola. Il presidente americano, Barack Obama, ha
assunto una posizione drastica, affermando: «La Russia è dal lato sbagliato della storia»,
Il giorno seguente Vladimir Putin definisce un «colpo di stato» quanto avvenuto in
Ucraina, annunciando però di non voler intervenire, nonostante si riservi «il diritto di
adoperare ogni mezzo per proteggere i cittadini», in riferimento ai russi presenti nella
regione.
Successivamente il clima è stato relativamente più calmo, con le diplomazie al lavoro
per giungere a una soluzione della crisi. Tuttavia, la Russia non ha interrotto le
operazioni di posizionamento militare, mentre gli Stati Uniti e l’Europa hanno
annunciato aiuti economici da mandare a Kiev per evitare il deafult economico.
Il 6 marzo il Parlamento della Crimea ha chiesto di entrare nella Federazione Russa,
attuando la secessione. Il primo ministro Yatsenyuk ha però respinto l’ipotesi,
dichiarando anche illegittimo il referendum convocato il 16 marzo in Crimea.
Kiev, insomma, ha confermato la volontà di conservare l’integrità territoriale.
L’Ucraina è sull’orlo del collasso economico, ma resta una pedina fondamentale dello
scacchiere geopolitico internazionale e specialmente nei rapporti tra l’Europa e la
Russia. I motivi della sua importanza sono molteplici, ma quelli essenziali sono:
1
Il controllo dei gasdotti e la possibilità di influire sul prezzo del gas; ricordiamoci
che per l’Europa la sicurezza energetica dipende, oggi, in buona misura da Mosca.
2
Lo sbocco sul Mar Nero, fondamentale per la Russia che non ha porti dal pescaggio
sufficiente. Attualmente a Sebastopoli, in Crimea, si trova ancorata la flotta da
guerra russa in base a un accordo firmato tra Yanukovich e Putin.
3
La Crimea è al centro degli interessi del Cremlino e le spinte autonomiste vanno
viste come un tentativo di Mosca di tornare a controllare la regione. Senza
l’Ucraina il peso geopolitico della Russia sarebbe ridotto, ed è per questo che gli
Stati Uniti sono da sempre interessati alle vicende ucraine.
Alessia & Michela
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IL WEEK END È PROTAGONISTA...
ANCORA!
Lo sapevate che in ospedale è molto più probabile morire durante i fine settimana,
indipendentemente dal giorno del ricovero?
Questa scoperta arriva da un nuovo studio pubblicato sull’European Respiratory
Journal. L'indagine che si è svolta ha analizzato il cosiddetto "effetto weekend" da
una prospettiva inedita rispetto a ricerche precedenti, ovvero valutando se il
pericolo di morire nei fine settimana aumenti o diminuisca a seconda del giorno di
ricovero.
Gli esiti hanno rivelato che non ha alcun impatto il giorno in cui si entra in ospedale:
durante i fine settimana si muore di più ugualmente.
Lo studio della McGill University di Montreal in Canada ha esaminato i tassi dei
decessi attraverso le cartelle cliniche di più di trecentomila persone di età superiore
ai cinquanta anni, ammesse in ospedale tra il 1990 e il 2007. I risultati hanno
dimostrato che, indipendentemente da quando i pazienti sono stati ricoverati in
ospedale, se sono rimasti nel sito ospedaliero durante il fine di settimana, il rischio
di morte è salito.
Le cause sono la ridotta qualità delle cure e
il minore accesso alle terapie di urgenza
durante i fine settimana. Un effetto che
sembra iniziare dal venerdì.
Che sia il desiderio di tutti staccare un po'
la spina dal lavoro durante il fine settimana
è lecito, ma in un ospedale, dove sono in
gioco le vite delle persone, un maggior
sacrificio è d'obbligo. Non ci resta che
augurarci che sia tutta pura casualità!
Alessia & Michela
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Turchia, una lotta contro il tempo.
Sono più di 245 le vittime dell’esplosione in una miniera di carbone turca, avvenuta
il 13 maggio 2014.
Il Governo ha riferito che gli sforzi per ritrovare vive le persone ancora intrappolate
sottoterra sono ormai una corsa contro il tempo.
La miniera si trova a Soma, nella provincia occidentale di Manisa, circa 120 km a
nord della città di Smirne.
Al momento del disastro all'interno c'erano 787 minatori. Le operazioni di soccorso
sono proseguite per tutta la notte: delle persone tratte in salvo, ha detto il ministro
dell'Energia Taner Yildiz, un’ottantina erano ferite, quattro in modo grave.
I minatori indossavano maschere antigas con un'autonomia fra i 45 e i 90 minuti.
Dalle 19 di martedì, quando è scattato l’allarme, i soccorritori hanno continuano a
pompare aria fresca verso le gallerie, ma non è bastato. All’inizio sono stati raggiunti
e liberati alcuni minatori ancora in vita ma poi, con il passare del tempo, sono stati
estratti sempre più cadaveri.
Le informazioni su quanto accaduto sono imprecise: l'incidente sarebbe avvenuto
durante un cambio di turno. Secondo l'emittente Ntv, a provocare l'esplosione, a due
chilometri di profondità, sarebbe stato un cortocircuito. Le gallerie sono state poi
invase da fiamme e fumo che hanno reso le operazioni di soccorso ancora più
difficili.
Davanti ai cancelli della miniera si
sono riuniti i famigliari dei
minatori intrappolati. Alcuni di
loro hanno contestato Erdogan con
fischi e urla di “dimissioni”.
Le proteste, però, hanno
interessato anche altre città
turche: a Istanbul le unità
antisommossa sono intervenute
contro migliaia di manifestanti che
denunciano le responsabilità del
Governo nel crollo della miniera.
La polizia ha usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. Stesse
scene ad Ankara.
Le carenze nella sicurezza nelle miniere di carbone turche sono da tempo al centro
di polemiche. Nel 2013 sono state 93 le persone decedute nelle varie miniere del
Paese. Nel novembre scorso 300 minatori si erano rinchiusi in fondo alla miniera di
Zanguldak, dove nel 1992 un’esplosione aveva fatto già 163 morti, per protestare
contro le misure di sicurezza insufficienti dell'impianto.
Due settimane fa il principale partito di opposizione, il Chp di Kemal Kilicdaroglu,
aveva chiesto in Parlamento un'inchiesta sulla sicurezza proprio nella miniera di
Soma. La proposta era stata bocciata dall'Akp, che ha la maggioranza assoluta nella
Grande Assemblea di Ankara. La tragedia poteva essere evitata?
Alessia & Michela
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GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II:
“NON ABBIATE PAURA”.
Due icone di carità, ricche di carisma, che continuano a vivere nella
nostra memoria.
Domenica 27 Aprile 2014 in Piazza San Pietro a Roma, tutto il mondo ha assistito ad un
evento straordinario, a cui hanno preso parte un notevole numero fedeli,
rappresentanze di innumerevoli nazioni e istituzioni e tutto il sistema mediatico
televisivo e giornalistico.
In questo giorno speciale è stata proclamata la santificazione di due grandi pontefici:
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Entrambi, durante il loro pontificato, hanno avuto la costanza e la volontà di essere,
come ha detto Papa Bergoglio, “uomini coraggiosi creatori di pace”, testimoniando,
attraverso la fede, la possibilità di riconciliazione e l’amore per prossimo.
Alla cerimonia hanno preso parte anche il Papa emerito Benedetto XVI, e 850 religiosi,
tra cui vescovi e cardinali. Ma chi erano questi umili testimoni della fede?
Erano certamente persone semplici ed umili, che si sono lasciate guidare dall’amore,
dalla benevolenza, dal coraggio e dalla speranza, trovando in ogni uomo la figura di Dio
e lasciando un segno indelebile nella storia della Chiesa e dell’umanità.
Papa Wojtyla e Papa Roncalli, durante la loro vita, ebbero modo di subire gli atroci
dolori e le inevitabili sofferenze che i due grandi conflitti mondiali arrecarono
all’umanità: le persecuzioni, le uccisioni, gli stermini.
Il primo, Papa Giovanni XXIII riuscì, durante il suo breve soggiorno in Bulgaria nel 1925, a
riorganizzare la Chiesa Cattolica e ad istaurare contatti anche con la Chiesa Ortodossa.
Durante la Seconda Guerra Mondiale mantenne un atteggiamento neutrale, che gli
consentì di assistere gli ebrei e la popolazione greca. Il suo più grande contributo dato
alla Chiesa fu il Concilio Vaticano II, attraverso cui cercò di conciliare la sensibilità e la
morale moderna alla dottrina tradizionale.
Il secondo, Papa Giovanni Paolo II, di origine polacca, subì la tremenda occupazione
nazista, che lo costrinse a lavorare in una cava e in seguito in fabbrica, per non essere
deportato in Germania. Indimenticabile fu il giorno dell’attentato (13 maggio 1981)
arrecato contro di lui da parte di un gruppo di estrema destra, chiamato “Lupi grigi”,
per mano di un killer professionista turco. In seguito a questa esperienza, Giovanni Paolo
II seppe perdonare tale gesto, dimostrando un animo caritatevole e pieno d’amore,
insegnando a non manifestare rancore e vendetta. Importate fu la sua idea di
organizzare nel 1985, le Giornate Mondiali della Gioventù, che gli permisero di
avvicinarsi sempre di più ai giovani e di entrare nei loro cuori.
Questi due Pontefici, durante il loro cammino pastorale nella Chiesa di Roma, furono
uniti dall’amore per la Chiesa e per il suo popolo, e dalla capacità di fidarsi di Cristo,
vera luce e fonte di vita.
La suora della porta accanto.
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Genny chi?
Il 3 Maggio, allo Stadio Olimpico di Roma, in occasione della finale di Coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina, l’ultras napoletano Gennaro de Tommaso, meglio conosciuto con
l’appellativo di Genny ‘a Carogna, è salito agli onori delle cronache per aver tenuto
in “ostaggio” l’intero stadio per quarantacinque minuti.
Al termine di questo tempo interminabile,
l’uomo ha concesso il fischio d’inizio della
partita. Il gesto era legato agli scontri
avvenuti poche ore prima fuori dallo stadio.
Alcuni ultras napoletani si sarebbero
scontrati con dei tifosi romanisti, che nulla
avevano a che fare con il match; nello
scontro è stato ferito gravemente un
giovane napoletano.
Secondo le ricostruzioni, il capo ultras,
Genny ‘a Carogna, avrebbe dato il via alla partita solo se avesse ricevuto
rassicurazioni sullo stato di salute del ferito.
Perché tutto questo clamore per una partita di calcio a cui erano presenti famiglie
con bambini, il Presidente del Consiglio e varie autorità?
Il fatto ha suscitato scalpore perché lo Stato è sceso a compromessi con un privato
cittadino per lo svolgimento di un evento sportivo. Bisogna, inoltre, considerare che
il suddetto cittadino indossava una maglietta con stampata la scritta “Speziale
libero”, inneggiante la scarcerazione di un altro ultras napoletano condannato per
aver ucciso l’agente di polizia Filippo Raciti nel 2007.
A livello sociale è notevole rilevare come un uomo, che si sospetta sia implicato con
la Camorra, sia riuscito a placare gli animi dell’intera curva del Napoli e a tenere in
pugno sia le autorità dello Stato presenti in tribuna, sia i settantamila presenti allo
stadio. Se, però, dobbiamo trovare una nota positiva a questo episodio increscioso si
può pensare al “selfie”
scattato da due bambini
seduti tra il pubblico,
che seppur di
contrapposte tifoserie,
si abbracciavano
sorridenti e davano
un’immagine pura del
calcio, così come
dovrebbe sempre
trasparire.
Mouse
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Una storia da non dimenticare:
La nostra storia.
In questi ultimi mesi abbiamo festeggiato (o festeggeremo) due date importanti: il 25
Aprile e il 2 Giugno.
Perché si sta a casa il 25 Aprile? La risposta non è ovvia per tutti e molti non riescono
a comprendere l’importanza di questa data: il 25 Aprile 1945 l’Italia fu liberata
completamente dal regime fascista che segnò la sua storia per ben 23 anni.
Per capire le dinamiche della situazione, bisogna tornare un attimo indietro nel
tempo. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale, nel 1943:
 Il 2 febbraio i nazisti vengono sconfitti a Stalingrado; Hitler e Mussolini
cominciano a perdere il controllo della situazione.
 Tra il 9 e il 10 luglio gli Alleati sbarcano in Sicilia e le cose si mettono male per
il Duce, che il 25 dello stesso mese viene sfiduciato dal Gran Consiglio del
Fascismo, imprigionato e sostituito da Badoglio, il quale tre giorni dopo fa
sciogliere il Partito Nazionale Fascista.
 L’8 settembre l’armistizio tra Badoglio e Alleati è reso noto. A questo punto la
situazione comincia a precipitare: alle truppe italiane non viene dato nessun
ordine, l’esercito è lasciato solo.
 Il 12 settembre Mussolini viene liberato dai tedeschi e il 23 fonda la
Repubblica Sociale di Salò mentre Badoglio e il Re si rifugiano a Brindisi:
l’Italia è divisa in due, a nord Mussolini e a sud ciò che rimaneva del Regno
d’Italia.
È in questa situazione che la
Resistenza italiana ha veramente
inizio: il 9 settembre nascono le
Brigate Garibaldi e i Gruppi Armati
Partigiani.
Chi erano i partigiani? Le statistiche
dicono che il 75% dei combattenti
dell'esercito di liberazione erano
giovani, appartenenti alle classi di
leva, dal 1922 al 1925. Ragazzi,
dunque, nati e vissuti sotto la
dittatura fascista, giovani allevati da
un regime che aveva trasformato il
Paese in una grande caserma, che irreggimentava la gioventù dalle organizzazioni
paramilitari dell'Opera Nazionale Balilla alla Gioventù Italiana del Littorio. Per la
maggioranza di questi giovani (come per gran parte degli italiani) fu la guerra, con il
suo pesante fardello di lutti e di rovine, a "svelare" il vero volto del fascismo,
lasciando in loro la disperante sensazione del tradimento e dell'inganno. Lasciati soli
anche dal Re e da Badoglio, i giovani decidono di prendere in mano la situazione e,
con l’ideale di libertà e la volontà di creare una società migliore, donne e uomini
combatterono assieme per la liberazione del loro Paese.
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Mentre gli Alleati salivano dalla Sicilia, i partigiani combattevano soprattutto al
Nord, dove erano ancora presenti nazisti e fascisti; dopo la grande liberazione di
Roma il 4 giugno del 1944, il 25 aprile 1945 tutte le città del nord furono liberate.
Dopo 69 anni noi giovani non dobbiamo dimenticare, non dobbiamo minimizzare i
gesti e l’audacia di quei giovani che hanno dato la vita per un mondo migliore, perciò
il 25 aprile non deve rimanere solo nel 1945, il 25 aprile deve rimanere sempre.
Legato a questa importantissima data bisogna ricordare il 2 giugno 1946. A distanza
di un anno dalla fine della Resistenza e della Guerra, gli italiani furono invitati a
votare attraverso un referendum per una scelta che avrebbe segnato il futuro del
nostro paese: l’Italia Repubblica o
Monarchia.
Con 12.718.641 voti contro 10.718.502,
l'Italia diventava Repubblica e i
monarchici di casa Savoia vennero
esiliati. Non è forse anche questa una
data di grandissima importanza? Gli
italiani, dopo anni di guerre, soprusi,
umiliazioni e tradimenti, decisero di
reagire e di dire sì alla libertà, con
12.718.641 voti gli italiani scelsero una
nuova vita per il loro paese, per sé
stessi e per i loro figli. Tutto ciò che
abbiamo, lo dobbiamo solo a loro,
dobbiamo ringraziare, pensare e
meditare su ciò che ci hanno donato i
nostri avi.
Indi
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Musica
Playlist estiva che rifiuta la
misoginia.
Eccola che arriva: dopo mesi di duro lavoro, di levatacce alle sei del mattino per
farsi strapazzare dai professori, di veglie sui libri fino a notte fonda (cercando di
rimediare una sufficienza), di “No, non posso, devo studiare”, appare e cala sulle
nostre teste come una divinità, fresca, bella e nuova… l’estate!
Meraviglioso, ora non resta che attendere la fine della scuola, tirare fuori il costume
da bagno, prendere l’mp3 ma, un momento… bisogna aggiornare la playlist estiva!
Qui mi rivolgo a voi, donne dotate di coscienza o con un minimo d’autostima e anche
a voi, uomini che andate all’essenza delle cose (ahah).
Sappiate che io e un team di scienziate femministe abbiamo analizzato un fenomeno
che da qualche tempo si presenta sistematicamente. Avete notato come le hit estive
degli ultimi anni siano fortemente maschiliste? Come riducano la donna ad un puro
oggetto di piacer carnale?
Facciamo un esempio; qual è stato il tormentone di giugno/luglio del 2013? “Blurred
Lines” di Robin Thincke. Riportiamo uno dei versi più significativi del testo tradotto
in italiano: “Ora lui era vicino, provava ad addomesticarti ma tu sei un animale,
tesoro è nella tua natura…so che lo vuoi”.
Andiamo al 2012? Flo Rida si piazza ai primi posti con “Whistle” dove invita la
ragazza appena abbordata in spiaggia a “soffiare nel suo piffero”.
Nessuno qui vuole negare che le estati adolescenziali siano un mix di ormoni in
subbuglio e avventure brevi ed intense però, diamine, rivendichiamo la nostra
dignità!
Qui vi proponiamo una decina di hit estive (anche datate) che non solo si adattano
perfettamente al clima di relax e spensieratezza della bella stagione ma, non appena
le renderete note ai vostri amici e spasimanti, diventerete, ai loro occhi, ragazze
ancora più originali e ribelli all’intero “dannato” sistema di quanto già non siate.
Buon ascolto, buone vacanze e buona emancipazione!
1. The Beach Boys: Surfin’ USA
Come possono mancare i Beach Boys quando si tratta di vacanze? In questo brano i
nostri ragazzi da spiaggia canalizzano le loro pulsioni nello sport sognando di
cavalcar… le onde! Great Job ragazzi, mantenersi in salute prima di tutto!
2. Ben Harper: Burn one down
Bonghi, chitarre acustiche e la calda voce di Ben. Il ragazzone qui parla per
metafore, noi scegliamo la chiave interpretativa dello spiritualismo invece che quella
sull’uso di droghe leggere, quindi: “If you don't like my fire, Then don't come around'
Cause I'm gonna burn one down”.
3. Katrina and the Waves: Wal king on sunshine
Energia positiva e tanta grinta! Katrina, anche se canta di una storia che non va a
gonfie vele, si dimostra ottimista! Ideale da ascoltare in macchina!
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4. Sum 41: Into deep
Uno dei video più estivi degli ultimi vent’anni: gara di tuffi tra campioni olimpici dal
fisico scolpito vs i Sum! Oltre a rifarvi gli occhi, se vi piace il pop-punk-rock, questa è
la canzone giusta!
5. Macy Gray: Try
Successone degli anni ’90, è la classica canzone del buon umore. Un mio amico la
usava come suoneria della sveglia, ma sta bene anche come sottofondo di un
tramonto romantico in riva al mare. Fate come più vi aggrada!
6. Smash mouth: All Star
Credi in te stesso, mettiti in gioco! “You'll never know if you don't go, you'll never
shine if you don't glow”. Sì, è una hit da delirio di onnipotenza, ma almeno ci
incoraggia a non poltrire su un divano con la scusa del relax da vacanza!
7. We’re from Barcellona: I’m from Barcellona
Filantropismo a palate, amore incondizionato per qualsiasi essere vivente, il coro e il
cantante solista hanno, senza dubbio, mantenuto una paralisi facciale con sorrisone
mentre cantavano il pezzo. Ascoltatela abbracciati con i vostri amiconi del cuore.
8. Bob Marley: One Love
Fratelli rasta (e non) di tutto il mondo, unitevi!” Let's get together and feel all
right”, pace e amore!
9. Beyonce: Crazy in love
La hit dance che fa parlare
la donna innamorata, eh sì,
perché alla fine dei conti il
gioco lo conduce la regina
della pop-dance. Volete che
il ragazzo che vi tiene
appese ad un filo crolli
definitivamente? Beh,
imparate solo a camminare
come zia Beyonce e il lavoro
è fatto! Buon lavoro di
glutei!
10. M iriam Makeba: Pata Pata
Questa è l’asso nella manica, il jolly per ogni situazione. Classica scenetta estiva:
siete in casa con i vostri amici, fa ancora troppo caldo per uscire, in tv fanno Cento
Vetrine… serve un’idea geniale! Mettete su ‘sta canzone e sparatela al massimo,
tutti automaticamente inizieranno a ballare in modo esotico e sarà il giorno più bello
della vostra vita.
RAVIVA
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Salute & Benessere
Sess… solo si sapesse!
Filosofando a tempo perso, mi sono trovata a riflettere anche riguardo ad un aspetto
abbastanza fondamentale della vita: il sesso. Rimanendo, però, in un ambito
puramente teorico e “spirituale”.
È da un po’ che, nelle piccole cose, sto cercando di liberarmi dalle barriere mentali
che la nostra cultura ci impone senza che ce ne rendiamo conto, riflettendo,
anzitutto, sul fatto che queste barriere esistono!
Come mi ha suggerito l’amico Bob, mi sto mettendo alla prova pian piano nel
liberarmi dai pregiudizi insiti nella natura di tutti noi: «Emancipate yourselves from
mental slavery, ‘cause none but ourselves can free our mind» (Redemption Song, Bob
Marley).
Di recente ho trovato un libro che spazia tra le vite sessuali dei filosofi antichi fino ai
più recenti: tra gli impavidi conquistatori come Socrate o Casanova (che… sì, era un
filosofo!); lo sventurato Rousseau e i suoi traumi; i pentimenti, dopo la pazza gioia,
di Agostino; il rammarico di Montaigne per le sue dimensioni e tanti altri…
In questo, la filosofia insegnata a scuola ci inganna poiché ci presenta degli “uomini
a metà” mostrandoci solo i tratti seriosi dei pensatori, omettendo le loro riflessioni
su questo argomento – che non sempre rimangono riflessioni – e tralasciando il
significato delle parole di Terenzio: “Sono un uomo: penso che nulla di umano mi sia
estraneo” che viene citato, nel libro, in risposta a queste omissioni.
Tornando a noi. Le riflessioni che anche questo libro mi ha aiutato a realizzare
riguardano l’aspetto “mentale” del sesso.
Siamo spesso portati a vedere questo argomento come un tabù, ma non c’è motivo
per cui debba esserlo, in quanto è un naturale aspetto della vita; quindi non c’è da
giudicare per i gusti o le fantasie e non c’è da vergognarsene – con i dovuti limiti e
nel rispetto degli altri, ovviamente!
Penso che ci sia ancora troppo puritanesimo nella nostra società, retaggi di una
storia non sempre rosea. Riassumiamo con una citazione: “Penso che sia un mondo,
quello attuale, che non ha ancora fatto del tutto i conti con la propria sessualità”,
ed è proprio nei falsi scandalismi che la nostra società continuerà a ritardare la sua
maturazione.
Nels
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Insetti, alghe e rock n roll
Vogliamo essere veramente di tendenza e all’avanguardia?
Invece di andare a funghi o comprare il filetto migliore dal macellaio, il consiglio che
vi do è di allestire in giardino un piccolo allevamento di locuste. A quanto pare,
infatti, in futuro i nostri figli mangeranno omogeneizzati di coleotteri, faranno le
grigliate del 25 Aprile con le cavallette e porteranno la fidanzata in un ristorante
molto chic dichiarandosi davanti ad un piatto di grilli. A noi sembra una realtà
davvero molto lontana, ma la Fao afferma che
le 1900 specie di insetti commestibili
potranno sfamare 9 miliardi di persone entro
il 2030, riducendo così il problema della fame
nel mondo; inoltre, il loro “allevamento”
produce meno gas serra, consuma meno acqua
ed energia richiedendo quindi investimenti
minimi.
Per farsi un’idea, 2 Kg di mangime servono a
produrre 1 Kg di insetti a dispetto degli 8 Kg
di foraggio necessari per 1 Kg di carne di
manzo.
Gli insetti, inoltre, hanno valori nutrizionali
più elevati della comune carne contenendo un
alto tasso di proteine, grassi, minerali e
vitamine. Già per 1/3 della popolazione
mondiale gli insetti garantiscono il
sostentamento quotidiano, ma lo scoglio è
rappresentato dall’occidente ancora molto
Lo chef Carlo Cracco sulla
copertina di “Wired”, una
tradizionale: è per questo che, per
rivista mensile statunitense:
accontentare tutti i palati, si è pensato di
che proponga nuovi
confezionare Hamburger e salsicce a base di
accostamenti patatine e
insetti.
cavallette?
Ma il futuro non ci offre solo vermicelli: la
spirulina, un’alga marina la cui coltivazione è
iniziata negli anni ’70, non è fonte di inquinamento, impiega meno energia ed acqua
di qualsiasi pianta o animale per crescere ed è addirittura trenta volte più veloce
della soia. Essa contiene molto più ferro e calcio rispetto agli spinaci e si calcola che
un cucchiaio al giorno offra un significativo miglioramento della salute dei bambini
malnutriti.
Se questo sia il futuro, lo scopriremo solo vivendo… nel frattempo hakuna matata!!
Boscaro Giulia
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Ricette: torta fredda al limone!
Ci piace già fantasticare immaginando i caldi pomeriggi estivi scanditi dal frinire
delle cicale e dalle chiacchiere che ci faranno compagnia fino a tarda sera.
Siamo veramente agli sgoccioli e, forse, questa facile ricetta anticiperà il sapore
dell’estate!
Difficoltà: Facilissima
Cottura: 1 ora in freezer
Preparazione: 5 minuti
Ingredienti:
-› 350 ml di panna
-› 4 albumi
-› 300 gr di zucchero
-› 6 tuorli
-› buccia di 3 limoni
-› succo di 5 limoni
Preparazione:
1. Montate la panna in modo da ottenere una crema semi-liquida.
2. A parte, montate a neve gli albumi con due cucchiai di zucchero.
3. Montate in un’altra ciotola i tuorli con il rimanente zucchero: unite quindi al
composto l’albume montato e la panna mescolando sempre dal basso verso
l’alto.
4. Aggiungete la buccia di limone e il succo: a questo punto non vi resta che
versare il composto in uno stampo e metterlo nel congelatore e attendere che
si solidifichi completamente. Quindi sformate e guarnite con fette di limone
fresco!
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Speciale Maturità 2014
:
La nascita dell’esame
di maturità
La fine dell’anno, ormai, è alle porte e non per tutti gli alunni la scuola finisce il 7
Giugno. Le quinte dovranno affrontare i temuti esami di maturità!
Beh, forse non tutti sanno che gli Esami di Maturità non sono sempre esistiti: fu il
regime fascista, con la Riforma Gentile del 1923, ad introdurli.
La Riforma Gentile fu considerata “la più fascista delle riforme”, poiché oltre a
rimarcare la differenza tra la cultura tecnico-scientifica e quella umanistica, affermò
la completa supremazia di quest’ultima: solo frequentando il liceo classico si poteva
accedere a tutte le facoltà universitarie.
L’introduzione di questo esame fu sconvolgente: nell’anno scolastico 1924/1925 i
ragazzi promossi furono il 59,5% nei licei classici, e il 54,9% nei licei scientifici.
Successivamente, a causa della guerra e delle difficoltà che l’esame richiedeva, la
Riforma Bottai del 1940 portò alcuni cambiamenti e facilitazioni rispetto alla
precedente.
L’Esame di Maturità prevedeva quattro prove scritte e orali - le prime due di italiano
e latino, mentre le altre due prevedevano greco e latino per il classico, matematica
e lingua straniera per lo scientifico - riguardanti tutte le materie dell’intero corso;
esistevano i “programmi
d’esami”, non “di studio”,
perciò gli insegnanti avevano il
compito di preparare gli alunni
ad affrontare l’esame nel modo
migliore che essi ritenevano. La
commissione esaminatrice era
composta tutta da insegnanti
esterni e presieduta dal ministro
stesso. Inoltre, la votazione non
prevedeva un punteggio unico,
ma tanti voti quante erano le
materie. Per la complessità
dell’esame la Riforma prevedeva
degli esami di riparazione.
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Vediamo a quali cambiamenti fu sottoposta la Riforma nel corso degli anni:
ANNO E MINISTRO
CAMBIAMENTI
1940 - ministro Giuseppe Bottai
1952 - ministro Guido Gonella
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1969 - ministro Fiorentino Sullo
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1997 - ministro Luigi Berlinguer
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Vi è solamente uno scrutinio finale.
L’esame viene reintrodotto;
La commissione conta alcuni membri
interni;
I programmi sono limitati agli ultimi tre
anni, con cenni dei precedenti.
Le prove scritte sono due;
La preparazione per l’orale prevede due
materie (di cui una a scelta dello studente);
La commissione è completamente esterna,
con un membro interno;
Vengono soppressi gli esami di riparazione e
viene liberato l’accesso agli studi
universitari;
Il punteggio finale è espresso in 60esimi.
L’Esame di Maturità diventa Esame di Stato.
Le prove scritte sono tre, con l’aggiunta di
quella predisposta dalla Commissione; il
colloquio si svolge su tutte le discipline
dell'ultimo anno.
Vengono introdotti il credito scolastico e il
credito formativo.
La Commissione è composta da 6/8
commissari, metà interni e metà esterni,
più un Presidente esterno.
La votazione è espressa in centesimi: 45
punti alle prove scritte, 35 al colloquio
orale e 20 punti al credito.
2001 - ministro Letizia Moratti
 Le Commissioni sono costituite da soli
membri interni e da un Presidente esterno
nominato per tutte le Commissioni operanti
in ciascun istituto.
2007 - ministro Giuseppe Fioroni
 Le Commissioni sono miste
 Il credito scolastico diventa di 25 punti,
mentre quello del colloquio scende a 30.
2010 - ministro Mariastella Gelmini


Per essere ammessi all’esame di Stato
bisogna riportare almeno la sufficienza in
tutte le materie;
Nelle scuole private viene introdotto un
esame di ammissione all’Esame di stato.
Con questo breve excursus riguardante la storia dell’Esame di Stato, auguro buona
fortuna a tutti gli alunni di tutte le quinte e buone vacanze agli altri!
Indi
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Duca’s Got Project
Una poesia per Martina: la premiazione.
Come preannunciato nel precedente numero del giornalino, si è svolta quest’anno la 3^
edizione del Concorso di poesia “Martina Torregrossa”.
Molte sono state le poesie presentate alla giuria, composta dal professor Biason
(presidente della giuria) e dalle professoresse Andriolo Stagno, Polato e Berti: 10 poesie
per il biennio e 22 per il triennio.
Alla premiazione tenutasi lunedì 28 aprile alle ore 15.00 in Sala Carmeli il Preside
Alberto Danieli ha ricordato come Martina si facesse “notare per il suo sorriso e per il
modo in cui camminava per i corridoi”. Ha parlato di Martina come di “un pezzo della
nostra storia” a tutti gli effetti, ricordando nello stesso modo e con lo stesso affetto
Federico Argenti (per chi non lo ricordasse, un ragazzo della nostra scuola deceduto in
seguito ad una caduta dal motorino), rammaricato per il fatto che non fosse nato un
progetto simile a quello in memoria di Martina anche per Federico.
Nel dare inizio alla premiazione vera e propria il Preside ha ringraziato le ex studentesse
del Duca, amiche di Martina, per il loro impegno e per la loro tenacia.
Fra le dieci poesie presentate dalle ragazze e dai ragazzi del biennio sul tema
“L’amicizia”, due sono state premiate:
1. Prima classificata: Irene Zuppa della classe 2^D con la poesia “Il mio ricordo per
te” dedicata ad un’amica scomparsa;
2. Seconda classificata: Natascia Rizzo della classe 2^B con la poesia “??”.
In seguito alla lettura di queste poesie è stato proiettato un video dedicato a Martina
(con un sottofondo musicale davvero toccante), ricco di fotografie che la ritraevano nei
momenti più felici, ma anche in quelli più difficili. La commozione di tutti è stata
grande.
Fra le ventidue poesie presentate dalle ragazze e dai
ragazzi del triennio sul tema “Illusioni e sogni”, si sono
posizionate:
1. Prima classificata: Rebecca Milaneschi della classe
5^ A con la poesia “Castelli di illusioni”;
2. Seconda classificata: Giuliana Rosso della classe 5^ C
con la poesia “Strappo”;
3. Terza classificata: Juliana Madalina Stan della classe
5^ B con la poesia “Nadia”, dedicata alla ragazzina
di Cittadella che si è suicidata, buttandosi dal tetto di un albergo abbandonato.
Al termine della premiazione il professor Biason ha ringraziato tutti i partecipanti al
concorso perché “si sente in voi una freschezza che non è facile trovare nella poesia” ha
detto, aggiungendo che “la poesia è la cosa più bella – accanto alla musica – che un
uomo o una donna possano scrivere”.
Biason ha fatto anche notare come Martina abbia ricevuto un grande amore dalla
famiglia ed una grande amicizia dalle compagne, qualcosa che non tutti, purtroppo,
ricevono; esorta, quindi, la famiglia ad essere forte e felice, nella tragedia, almeno per
questo aspetto. Il professore invita, infine, tutti gli allievi a scrivere molte poesie,
affinché esprimano i loro più forti sentimenti, perché “i sentimenti che restano
inespressi sono sentimenti che non danno frutti”.
Con l’augurio che questa tradizione possa continuare, riportiamo di seguito le poesie
vincitrici, facendo i complimenti alle ragazze che hanno vinto!
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EDIZIONE 2012 PRIMO PREMIO:
Sognando…
Sarai cavallo,
cavaliere e fante,
scrittore di una fiaba tua,
la trama del mondo
è nelle tue mani
tessitore di idee,
le lacrime chiare
saranno legna per la tua
passione,
i tuoi occhi neri,
luce per questi giorni
bui.
(Giuliana Rosso)
EDIZIONE 2013: PRIMO PREMIO TRIENNIO
EDIZIONE 2013: PRIMO PREMIO BIENNIO
Sul palco di oggi
Ore e giorni di gioia
Si apre il sipario
La fioca musica inebria la scena
È ampio il divario
Sullo sfondo solo un’altalena.
In punta di piedi, leggiadri, sinuosi
Si avvicinano i danzatori scrutando la meta
È un passo a due che tinge di rosso i corpi luminosi
Un tango passionale su figure di creta.
Infiammano ardenti il teatro oscuro
Travolgenti e coordinati
Persistenti non contemplano il futuro
Di inermi passi sconfinati.
D’un tratto il tramonto si tinge di cenere
La musica a lutto si fa devastante
Dal niente risorge la Venere
In una scena non più trionfante.
Quattro giri veloci, un salto infinito
Di scena esce un danzatore
Spente le luci, sguardo appassito.
Sola rimane la ballerina
Nella scena vuota e cupa
Di colpo muta la vetrina
Una terza figura il palco sciupa.
Il danzatore ritorna di nero
Stringendo al collo il tutù rosa
Lo chignon si disfa e salpa il veliero
Ma abbandona desolata la sua sposa.
Nulla ha più senso nella scena sfuocata
Presunzione, possesso
Da dietro le quinte la violenza malata
Compie il suo temuto ingresso.
Il pubblico applaude senza interesse
Il sipario si chiude smarrito
La gente parla delle scene stesse
In cui l’amore non è mai esistito.
(Sara Guerriero)
Chiudo gli occhi,
mi lascio cullare dal vento
che mi stringe in un abbraccio
e lentamente ad esso mi abbandono.
Piano, da questo silenzio, come per magia,
sento sussurri e liete parole,
che mi riempiono il cuore d’amore.
Sento in me la gioia salire
un’irrefrenabile voglia di urlare
e far trasparire tutto il bene che sento di avere.
Nelle ore passate in questo mondo
che vivo e respiro,
ripenso più volte ai colori e agli umori
che in me si alternano giocosi,
ai sentimenti provati
e alle esperienze vissute.
Tornano alla memoria
i giorni tutti
che hanno fatto pulsare il mio cuore,
i secondi infiniti
che mai saranno dimenticati:
parole, sorrisi, volti, gli amici;
attimi per sempre miei
che mi hanno cambiato,
formato
che sono la mia gioia,
il motivo che dà senso alla mia storia.
(Federica Pagin)
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EDIZIONE 2014: PRIMO PREMIO BIENNIO
EDIZIONE 2014: SECONDO PREMIO BIENNIO
Il mio ricordo per te
Guardo il cielo in alto
E mi ricordo di te
Compagna d’infanzia mia.
I tuoi capelli ricci e scuri
Come le penne nere dei merli.
Le lepri che si rincorrono nel prato verde
Come noi che ci inseguivamo felici.
Ci pensi mai alle nostre avventure?
Agli spaventosi film,
guardati a notte fonda,
stringendo forte forte il cuscino fra le braccia.
Ai dolcetti rubati dalla dispensa,
nascosti nell’albero cavo.
I giri in bicicletta,
andando veloci come il vento
che spinge indietro i capelli.
E poi arriva il temporale,
quello che ti costringe a rientrare in casa
mentre tuoni e lampi sconvolgono il mondo.
Sconvolgono la tua vita e la mia.
Tutti quei tubicini attaccati al tuo corpo.
Il respiro che diventa sempre più flebile,
la pelle sempre più pallida
e le vene sempre più evidenti.
La terra intorno a me è arida e secca,
ferma e immobile come il tuo cuore.
Un fiore sboccia mentre uno appassisce;
il tuo ricordo continua a vivere.
Una rosa rossa,
il colore del tuo sangue e del mio.
Una lacrima salata caduta dall’occhio;
una ragazza in ginocchio.
Questo è il mio regalo per te,
amica cara,
il tuo ricordo ardente
come un sole vivo nel mio cuore.
(Irene Zuppa)
Lo sento, il fuoco.
Lo sento, il cuore.
La sento, la gioia.
La sento, l'amicizia.
Fuoco che arde dentro di me
Lasciando un calore che scalda
Il mio cuore che batte,
Si espande, esplode di felicità.
Lo senti, il fuoco?
Lo senti, il cuore?
La senti, la gioia?
La senti, l'amicizia?
Dimmi di si, come all'inizio,
Dimmi che il peso del tempo
Non sento gravarti addosso,
Dimmi che nulla è cambiato.
Le vedo, le foto.
Li sento, i ricordi.
Le leggo, le parole.
Lo ricordo, il tuo abbraccio
In tutto quello che è stato
E che forse mai più sarà
Tu c'eri, ci sei.
Non cancellarlo dalla tua mente.
Le vedi, le foto?
Li senti, i ricordi?
Le leggi, le parole?
Lo ricordi, il mio abbraccio?
Segni indelebili,
Tratti di penna che narrano
Una storia, unica ed irripetibile
Con protagoniste tu ed io, amica.
Ogni
Ogni
Ogni
Ogni
istante passato insieme non tornerà,
parola detta non si ripeterà,
sguardo non sarà mai lo stesso,
sorriso splenderà di luce diversa.
Vuoi perdere tutto questo, amica?
Non cambiare, non lasciarmi.
(Natascia Rizzo)
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EDIZIONE 2014: PRIMO PREMIO TRIENNIO
Castelli di illusioni
Sono la regina dei castelli di carta
e vivo in me stessa lontana dal vento
ho tessuto sogni e trame come un'abile sarta
non penso alla realtà nemmeno un momento.
Ma pensandoci, se non ci penso, questa è la vera realtà?
Senza limiti, confini, rigidi piani per il futuro
ho costruito attorno a me la mia gabbia di verità
così da non vedere un mondo attorno scuro.
Sono più grande ora, aggiungo versi a questa poesia.
L'ho ritrovata su una carta del famoso castello
il vento da cui mi proteggevo l'ha spazzato via
ma ho imparato che esiste qualcosa di bello.
Ho imparato che i sogni non son solo illusioni
e che più mi nascondevo più fuggivo, più mentivo,
soffocavo me stessa e le mie vere emozioni
e solo infrangendo sogni purtroppo capivo.
Ho dovuto eliminare il castello, alzarmi, reagire
prendere le redini del mio futuro in tempo,
ho già impiegato troppi giorni a capire
che ero io stessa quel temibile vento.
In realtà a cadere sono state solo illusioni
leggere, opache, ingannevoli, invitanti,
hanno dirottato i miei sogni verso false emozioni
ma ora io voglio guardare avanti.
Illusione diventa delusione, sogno è forza, traguardo
e voglio arrivarci tessendo la trama della vera vita
sulla linea dell'orizzonte è ora fisso il mio sguardo
l'illusione della gabbia è finalmente finita.
(Rebecca Milaneschi)
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EDIZIONE 2014: SECONDO PREMIO TRIENNIO
Strappo
Squarci il silenzio
La stoffa,
il sudario del tempo
perduto
nel labirinto
di Creta.
Sotto il mio
Cielo
di carta velina,
fragile come
uno sguardo
bambino,
cade
il mio mondo di vetro,
e il vuoto
che riempie,
sublima.
(Giuliana Rosso)
EDIZIONE 2014: TERZO PREMIO TRIENNIO
Nadia*
Io bambina …
Non è un ricordo
Ma è un diritto calpestato
E distrattamente consumato
Dai grandi campioni
Che padroneggiano il senso della vita
Io adolescente …
Non è una condizione immatura
Bensì una realtà
Che è stata smarrita
Come un piccolo oggetto.
È stata accantonata
Come un’atroce consapevolezza.
Non è stata ascoltata
Come il suono di infiniti passi
Nel tentativo di esistere.
È stata dimenticata
Come il bisogno della negata innocenza.
Io oggi …
Chi sono?
Un ammasso di aggettivi privo di proporzione
Con il quale il perfido appello virtuale
Mi definisce.
Non ho un tempo né uno spazio
Sopravvivo sospesa dentro un’alternanza
emotiva.
Maschere nere, gelide e disonorevoli
Questa sono io?
Non ho diritti e non ho un nome
ho solo ritratti tenebrosi.
Mamma, papà, chi sono?
Silenzio.
Io adulta …
Non è un’aspirazione,
non ho più sogni né speranze …
decido di gustare l’essenza di me,
ma non qui.
Chiedo perdono.
(Juliana Stan)
*Nadia è un nome proprio di persona che nella
lingua russa significa SPERANZA. Nadia è lei, la
ragazza che forse non conosceva il significato del
suo nome. È lei, che in seguito a innumerevoli
cadute e umiliazioni da parte dei suoi coetanei
virtuali, decide di gettarsi nel vuoto e di concludere
la vita 30 metri più in basso. Questo accade a
Cittadella nel mese di febbraio.
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Racconti
-Parte 2‹‹Sono qui››, disse una voce gelida alle mie spalle. Loro non
potevano vederlo né sentirlo. Tirai un sospiro di sollievo.
Lo vidi avanzare inesorabilmente verso il loro capo. Lo
attraversò, e mentre lo faceva il suo spettro emise un lampo
rosso fuoco.
L’uomo urlò, forte, come se gli stessero strappando le
viscere. Strabuzzò gli occhi e diventò viola in volto. Stava soffocando, mentre il suo
corpo si contorceva, ormai a terra. Il tizio dietro di lui fece la stessa fine.
Era raccapricciante, ma lui mi difendeva così. E io non potevo perdere tempo.
Tolsi la sicura alla pistola. Caricai. Sparai, colpendo in testa il primo a destra.
Un altro rispose al fuoco, ma lui fermò il proiettile e lo respinse; il colpo si conficcò
nell’addome dello stesso che aveva osato spararmi.
Io non potevo morire, perché avevo due anime. E una delle due era fortissima,
invincibile, perché non aveva più un corpo. È il corpo la debolezza dell’uomo.
Due dei sette uomini scapparono, ma l’ultimo rimasto voleva dimostrarsi un valoroso
combattente. Lui lo lasciò a me, e seguì i fuggitivi.
Il superstite sfoderò un AK47 e la mia Colt ebbe un sussulto. Mi lanciai dietro una
macchina. I proiettili nemici mandarono in frantumi i vetri dei finestrini, ch emi
piovvero addosso procurandomi piccoli tagli al volto.
Presi la mira e sparai. Cercò di schivare il colpo, ma lo colpii all’avambraccio e l’arma
gli cadde di mano. Corsi, volando sopra il cofano dell’auto. Gli rubai la sua unica ancora
di salvezza. Gli sparai prima che potesse realizzare ciò che era accaduto.
Era finita, per quella volta.
La figura eterea e opalescente di lui fece capolino da un angolo. Lui poteva fare il lavoro
sporco senza avere problemi con la legge. Il suo corpo era inconsistente; braccia,
gambe, mani e piedi non erano nemmeno definiti.
Mi si avvicinò senza alcun rumore. Io ero sopraffatta, esausta, ferita e sporca di sangue,
di polvere, di Dio solo sa che cosa.
‹‹Dovresti smetterla – mi rimproverò – Dovresti andartene in un posto tranquillo,
recuperare il bambino, cambiare identità. Smettila di fare la pazza, è una battaglia
inutile. Ti ho salvata perché ti amavo, ti amo. Non devi vendicarmi››.
‹‹Eppure mi aiuti ogni volta››.
‹‹Non posso farne a meno, se tu mi chiami››.
Forse avrei dovuto davvero cambiare vita. Riabbracciare nostro figlio. Ma lui era al
sicuro, in una bella famiglia, e non aveva bisogno di sapere che il suo vero padre era
morto e sua madre era una ricercata, ribelle e assassina.
Pensavo a questo mentre negli occhi di lui leggevo la stessa sofferenza che si rifletteva
nei miei. Non aveva senso vivere senza di lui. Avremmo voluto baciarci, stringerci l’uno
nelle braccia dell’altro, trovare un po’ di conforto. Ma non potevamo.
Lui era furia, era rabbia pura e totale. Era morto colto dall’ira terribile di chi vede la
propria amata in pericolo, oltre che da un proiettile fatale. E la sua anima pervadeva
ancora il mondo per proteggermi. Il suo spirito aveva raccolto tutta l’ira che aveva
provato negli ultimi istanti, e solo toccando qualcuno poteva togliergli la vita. Era
progettato per uccidere chiunque, me compresa. Se mi avesse sfiorato, sarei morta. A
volte l’avrei voluto. Morire sarebbe stato mille volte meglio di contemplare la sua
anima, vedere il suo volto, senza potermi avvicinare. Ma prima dovevo vendicarlo.
Restammo a guardarci per un po’, immersi in un nostalgico ricordo di tempi
irrecuperabili, bramando l’altro, rimpiangendo e insieme detestando la vita che
avevamo vissuto, che pur avventurosa ci aveva divisi in quel modo.
Lui.
- 23 -
–
Poi lui disse che doveva andare. Lo vidi sparire.
Posai lo sguardo sui cadaveri sparsi a terra. Avrei trovato il loro capo, e l’avrei
massacrato, l’avrei ammazzato nel modo più crudele possibile. Così avrei avuto la mia,
la nostra vendetta.
Avrei lasciato tutto ciò che sapevo all’agenzia, come ultimo amichevole congedo. Avrei
contattato i genitori adottivi di mio figlio e li avrei convinti a dargli la mia fede con
qualche scusa. L’anello lo avrebbe sempre legato a me e a suo padre, e avremmo potuto
proteggerlo molto più di quanto non avevamo fatto da vivi. Poi avrei raggiunto lui.
Mentre pianificavo tutto ciò, ero già un fantasma che si allontanava dalla scena del
crimine. Lo ero già da un po’. Nulla aveva più importanza. Le cose non avevano più un
nome.
Kids
Again:
Disegni
da
colorare
- 24 -
–
Kids Again: Disegni da colorare
Ringraziamo Marta Chiarato (3^G) che ha realizzato tutti i disegni da colorare di questo
giornalino!
25
–
Ipse dixit...
le ultime perle di saggezza!
"Ho visto un buco. Io mi ci infilo nei
buchi".
La prof, durante una lezione di
filosofia, sta spiegando la necessità di
comprendere l'essenza delle cose.
Inizia quindi a dialogare con la scatola
degli occhiali. Prof: ”Chi sei?”. Scatola:
”Non lo so!”
Dopo cinque anni che una prof insegna
nella stessa classe. Prof: “Come ti
chiami tu?”.
Alunna: “A. B.”
Prof: “Aaah, tu sei la B. … e tu chi
sei?”
Alunna: “C.”
Prof: “Aah, tu sei quella che una volta
ha copiato”.
Prof: “Dar da mangiare agli affamati,
dar da bere agli ass… ass…”.
Alunno: “Agli assatanati”.
“I figli dei fiori erano dei vegetali”.
“Guardate me, guardate il computer, e
mi sento abbandonata”.
“Vorrei che partiste da questa cavolata
di film meraviglioso”.
“Penso che Mussolini sia stato liberato
dai paracadutisti che sono stati fatti
paracadutare”.
Alunna: “Ma quando fai attività di
sportello vuol dire che ti attacchi
all’armadio e fai da anta?”.
“Cosa ti viene in mente parlando di
Joyce?”. Alunna: “James”.
“Lo psicologo del C.I.C. è bravo, non è
cattivo, non ha la faccia da Freud”.
Un’alunna in aula informatica guarda il
monitor con gli occhiali da sole.
“Perché hai gli occhiali da sole?”.
“Perché non ci vedo!”.
“Vado a cercare quel microrganismo
bastardo”.
Prof: “Non puoi combattere con un
Pinocchio se sei contro
Schwarzenegger”.
Alunno: “Ma prof, Pinocchio è tutto di
legno!”.
“Ma è un Brocca? No, è un broccolo”.
“La raccolta dei dati presto diventa
come le uova: marcia”.
Un’alunna che soffre di allergia: “Io
voglio togliermi l’assetto nasale”.
Prof: “Una volta facevano i censimenti
per pianificare la riscossione delle
tasse, non avevano il computer”.
Alunna: “E probabilmente c’era meno
evasione di adesso”.
26
Prof: “Diventa un mostro tutta testa e
niente cuore”.
Alunna: “Una Bratz insomma”.
“Maritain era un preveggente”.
“Ma prof ma mi prendono in giro
perché sono calabrese!”.
“Ma noooo piccinina! Ti prendono in
giro? E voi, polentine?”.
Guardando La leggenda del pianista
sull’oceano: “La nave era come il suo
utero”.
“I bambini molto televisivi hanno
difficoltà di concentrazione”.
“Un individuo può essere inizialmente
integrato, e poi si disintegra”.
“I neri una volta erano meno coltivati”.
–
“Venerdì voi non ci siete. No, venerdì
io non ci sono. No, venerdì voi ci siete
e io ci sono, ma non nello stesso
posto”.
“Alla quarta ora vi farà supplenza il
professor Cucco” (ndr: la professoressa
Montecucco).
“Il sogno nel sogno è un sogno al
quadrato”.
“L’idea che la Germania sia colpelo
della Prima Guerra Mondiale” (ndr:
colpevole).
“Lo storico che ancora se ne sta
occupando è V. Moomsen, morto nel
2004”.
Alunna A: “Ehi mi presti il diario?”.
Alunna B: “No, non ho il righello”.
Alunna A: “Va beh, cosa dice quel
paragrafo sul romanzo?”.
Alunna B: “388”.
“Una volta i bambini andavano
liberamente al parco, adesso guarda la
strada, occhio al pedofilo…”.
“Ciccia chiama ciccia, depressione
chiama depressione”.
“Come all’esame, mettete i libri
dentro l’astuccio”.
Alunna: “Prof, possiamo andare a
ripassare? Stiamo qui fuori”.
Prof: “Sì, mi fido, non è che andate a
fumarvi le canne”.
Sudoku
27
–
HANNO PARTECIPATO A
QUESTO NUMERO...
Giulia Boscaro 3^A
Michela Galeazzo 3^B
Alessia Chiarini 3^B
Celeste Giacometti 3^G
Tamara Zancato 5^A
Marta Chiarato 3^G
Sofia Levorato 5^A
Chiara Bagarello 5^A
Marta Marcato 5^A
Benedetta Binotto 5^A
Silvia Bosello 3^A
Alessandra Callegaro 5^A
Veronica Riello 5^A
Con la collaborazione della professoressa Maria Rita Polato.
Redattrice:
Marta Marcato
Viceredattrice:
Tamara Zancato
Copertina:
Benedetta Binotto
Impaginazione:
Marta Marcato
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