Festa della mamma e... allattamento al seno

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Festa della mamma e... allattamento al seno
ATTUALITà
• Festa della mamma e... allattamento al seno
Festa della mamma e...
allattamento al seno
P
erché non rinnovare la Festa della Mamma e darle
un valore aggiunto?
Quest’anno, il Comitato nazionale multisettoriale
per l’allattamento materno istituito presso il Ministero
della Salute, a cui partecipa anche l’Ipasvi, ha promosso
un’iniziativa itinerante di sensibilizzazione e informazione. Il 9 maggio è partito da Napoli un camper dotato di
video, brochure informative e mostre fotografiche diretto a Caserta, Messina e Palermo. I Collegi provinciali
Ipasvi hanno collaborato attivamente nei Comitati promotori locali, che hanno organizzato spazi di educazione
e ascolto per le mamme, momenti formativi per gli operatori, dibattiti, spettacoli, raccolta di storie ed esibizioni
musicali, coinvolgendo le diverse realtà presenti sul territorio e invitando le mamme a partecipare con le famiglie.
Questa iniziativa ha voluto ribadire con chiarezza l’importanza dell’allattamento al seno, i benefici unici per la salute
del bambino e della madre, e che l’allattamento materno è
un investimento sul futuro. Tre sono in particolare i messaggi lanciati: tutte le mamme hanno il latte; tutte, con un
po’ d’aiuto, possono allattare; allattando si cresce insieme.
Il Comitato è recentemente intervenuto in merito alla frequente diffusione di notizie e articoli che hanno l’effetto
di Immacolata Dall’Oglio
di svalutare l’allattamento al seno, specificando che l’allattamento è una pratica naturale, è “la norma e il modello
di riferimento rispetto al quale tutti i metodi alternativi di
alimentazione devono essere misurati in termini di crescita,
salute, sviluppo, e qualsiasi altro esito a breve o lungo termine […] notizie fuorvianti o interpretazioni non puntuali e/o
parziali di articoli scientifici possono condizionare i comportamenti fino a provocare la cessazione precoce dell’allattamento al seno con possibili ripercussioni sociali, economiche
e di salute per le donne, i bambini e la comunità”1.
Ma quanto allattano le madri in Italia? Rispetto ad altri Paesi di più, ma spesso non a lungo, e introducendo alimenti
o liquidi diversi dal latte materno molto prima dei sei
mesi di vita, come definito dall’Oms nel 20022 (tabella 1,
pag. 12). È fondamentale attuare politiche e pratiche nei
“punti nascita” che facilitino l’inizio dell’allattamento al
seno, sintetizzate nei 10 passi per l’allattamento al seno
(tabella 2, pag. 13), base dell’iniziativa Ospedali amici dei
bambini promossa dall’Oms e dall’Unicef. L’allattamento materno, inoltre, va protetto e sostenuto nel tempo:
per questo la campagna Comunità Amica dei bambini per
l’Allattamento Materno, con i 7 passi per l’allattamento nel
territorio3, indica le azioni utili in tal senso. Spesso infatti, se
1. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_comunicati_2754_testo.rtf
2. Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini. Wha resolution 55.25 - 2002, disponibile in italiano sul
sito: http://www.mami.org/Docs/WHO_docs/Strategia_globale.pdf
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L’InFeRMIeRe 3/2010
Tabella 1 - L’ALLATTAMENTO MATERNO IN ITALIA
L’indagine multiscopo dell’istat del 2004-2005 Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari*, ripetuta con cadenza quinquennale, rileva che:
- l’81,1% delle madri allatta
- la durata media del periodo di allattamento sale da 6,2 mesi nel 1999-2000 a 7,3 mesi
- il 65,4% delle donne ha avuto almeno un periodo nel quale ha allattato il figlio in modo esclusivo o predominante
- nell’italia insulare, specie per effetto della Sicilia, le madri che allattano sono di meno (74,2%) e solo il 26,6%
per più di 6 mesi
- allattano meno le donne che hanno avuto un parto cesareo (75,9% vs 83,9%)
- le donne con un titolo di studio più alto allattano di più (86,4% vs 76,1%)
- il 48,4% delle madri ha provato ad attaccare al seno il bambino subito dopo il parto, come indicato dall’Oms (con
alcune differenze territoriali: 38,3% al Sud e 59,9% al nord-est). Queste madri allattano di più (84,3%), in modo
esclusivo o predominante (70,2%), ed è maggiore la percentuale di quante allattano oltre i sei mesi (34,5%)
- fra le madri che partecipano a corsi di accompagnamento alla nascita l’allattamento è più diffuso (84%) rispetto alle altre (78,7%)
- tra le donne che hanno avuto più di un figlio allattano di più coloro che avevano già allattato (92,1% vs 32,7%)
La Società Italiana di Pediatria ha condotto una ricerca alla quale hanno partecipato 3.138 madri che hanno
avuto un figlio negli ultimi due anni. Scopo dell’indagine era rilevare l’andamento dell’allattamento ed esplorare
alcune opinioni delle madri**:
- il 53% delle madri sospende l’allattamento perché non ha abbastanza latte, il 17% perché ritiene che sia il
momento giusto, ma il 60% dichiara anche diverse altre difficoltà che hanno causato l’interruzione (dolore al
seno, scarsa crescita del bambino ecc.), significative di una necessità di supporto nel tempo. inoltre il 69%
delle madri riferisce come negativa l’esperienza di aver interrotto l’allattamento.
*http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20060605_00/testointegrale.pdf
**http://www.sip.it/documenti/sitoSiPnavone_roma_8giu2009.ppt
fin dal primo periodo dopo la nascita non si attuano le azioni adeguate, l’allattamento può rivelarsi insufficiente per la
crescita del bambino, una faticosa corsa a ostacoli per la
mamma, con il rischio di un fallimento precoce. Eppure
alcune difficoltà sono recuperabili, modificando le pratiche
condotte (ad esempio posizionamento al seno o ritmo delle
poppate), o proponendo altri interventi più specifici, che
possono richiedere delle competenze ad hoc, come quelle
espresse dai consulenti per l’allattamento materno-ibcle4.
Sono ormai 21 le strutture che hanno ottenuto in Italia
il riconoscimento di Baby Friendly Hospital (Ospedale
Amico dei bambini-Bfh). Abbiamo intervistato le coordinatrici infermieristiche di due di queste.
Marilena Terranno lavora nel “punto nascita” dell’Ospedale generale di zona “Sacra Famiglia Fatebenefratelli” di
Erba (Como), diventato Bfh nel giugno scorso con ben
1.083 bambini nati nel 2009.
Quali tassi di allattamento avete raggiunto?
L’88% delle madri allattano al seno in modo esclusivo
durante l’intera durata della degenza; la percentuale comprende tutti i neonati, compresi i neonati pretermine (dalla
34a settimana di età gestazionale) e di basso peso (1800 g).
Quanto tempo è durato il programma per diventare Bfh?
Abbiamo iniziato alla fine del 2007. La proposta emerse durante alcuni corsi di formazione sull’allattamento
materno, “18 ore Oms/Unicef”, attivati per aggiornare e
unificare le competenze di tutti gli operatori che partecipavano attivamente al percorso nascita. Questo percorso
si è modificato nel tempo con cambiamenti graduali e
continui, cercando di portare al centro del nostro agire il
benessere della mamma e del neonato.
Quali sono stati i passi più difficili da raggiungere?
Il coinvolgimento dei ginecologi per garantire l’informazione corretta in gravidanza (passo 3), oltre a quanto si
fa già nei corsi di accompagnamento alla nascita; il passo
7, dare continuità al rooming-in trovando l’appoggio di
tutti gli operatori. Alcune mamme vivono la proposta
del rooming-in come un obbligo, non tutte purtroppo ricevono una corretta informazione sui benefici di questa
pratica, per questo il sostegno convinto da parte degli
operatori è cruciale.
E i risultati sull’allattamento?
Il cambio di mentalità degli operatori, che hanno dato
significato all’allattamento nell’essere madri e nello
3. www.unicef.it
4. Per saperne di più: http://www.aicpam.org; http://www.iblce.org
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L’InFeRMIeRe 2/2010
sviluppo del bambino, valorizzando il loro ruolo, non
più asettico, esterno, ma che entra nel rapporto madrefiglio come chi, per un certo periodo, affianca e, partecipando, aiuta.
Come proponete alle mamme il contatto pelle a pelle in
sala parto?
È l’ostetrica che segue la mamma in travaglio ad accettare
la proposta; alla nascita, poi, la collega che accompagna
la mamma nella maternità identifica una posizione adeguata per proseguire il contatto ed effettuare il primo attacco al seno se il neonato si mostra favorevole.
Antonella Pallotta, è coordinatrice per le professioni
sanitarie dei punti nascita di Recanati e Civitanova Marche, strutture del Presidio Ospedaliero dell’Asur Zt8.
Qui sono partiti avvantaggiati, perché non c’è mai stato
il nido e sono diventati Bfh rispettivamente a gennaio
e febbraio scorso, dopo un percorso iniziato nel 2004.
Quali sono stati i cambiamenti più significativi?
Personale più motivato e fortificato, uniformità nelle
informazioni per i genitori, riduzione della conflittualità
nell’ambito operativo grazie alla maggior condivisione del
percorso assistenziale.
E le maggiori difficoltà incontrate?
La condivisione e il coinvolgimento dei medici nella modifica delle procedure, il rispetto dello standard (passo 5)
Napoli, 9 maggio 2010
nella spremitura manuale e nel posizionamento e nell’attacco adeguato, il collegamento con il territorio dopo la
dimissione (passo 10).
Qual è oggi l’atteggiamento prevalente delle mamme
rispetto all’uso del succhiotto (passo 9)?
La difficoltà non è tanto con le madri, perché adeguatamente informate, ma con i familiari e/o gli amici, che
magari hanno avuto esperienze lontane da questo percorso.
Quali sono stati i risultati sull’allattamento?
Nei due presidi sono nati 519 e 707 bambini nel 2009;
da quando siamo Bfh l’allattamento al seno esclusivo o
predominante è salito dal 91 al 98% a Recanati e dal 90
al 95% a Civitanova. Ma soprattutto è emersa in maniera forte la competenza dei genitori e del neonato.
Tabella 2 - I 10 PASSI PER L’ALLATTAMENTO IN OSPEDALE*
Iniziativa Ospedale Amico dei Bambini per l’Allattamento Materno
Per la protezione, promozione e sostegno dell’allattamento materno nei servizi per la maternità
1. Definire una politica aziendale e dei protocolli scritti per l’allattamento al seno e farla conoscere a tutto il
personale sanitario
2. Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
3. informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dell’allattamento al seno
4. Aiutare le madri perché comincino ad allattare al seno entro mezz’ora dopo il parto**
5. mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche nel caso in cui vengano
separate dai neonati
6. non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, tranne che su precisa prescrizione medica
7. Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre (rooming-in), in modo che trascorrano insieme ventiquattr’ore su ventiquattro durante la permanenza in ospedale
8. incoraggiare l’allattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
9. non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dell’allattamento
10. favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dell’allattamento al seno, in modo che le madri vi si
possano rivolgere dopo essere state dimesse dall’ospedale o dalla clinica***
*www.unicef.it
**Attualmente il Passo 4 viene interpretato come: mettere i neonati a contatto pelle a pelle immediatamente dopo la nascita
per almeno un’ora e incoraggiare le madri a riconoscere quando i loro bambini sono pronti all’allattamento, offrendo aiuto se
necessario.
***Attualmente il Passo 10 viene interpretato come: promuovere la collaborazione tra il personale della struttura, il territorio,
i gruppi di sostegno e la comunità locale per creare reti di sostegno a cui indirizzare le madri alla dimissione dall’ospedale.
L’InFeRMIeRe 2/2010
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