IL GIORNO DI NATALE IN CASA FAMIGLIA

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IL GIORNO DI NATALE IN CASA FAMIGLIA
Settembre Ottobre
Novembre Dicembre 2012
IL GIORNO DI NATALE IN CASA FAMIGLIA
Sentirsi a Casa circondati dall’affetto dei propri cari
Ugo ZORCO
D
•
Coordinatore
icembre è iniziato da poco e,
si sa, questo mese, è sinonimo di Natale, la festa religiosa che ricorda la nascita di
Gesù. In Casa Famiglia il sentimento legato a questo evento tanto importante,
è sempre molto vivo e partecipato mentre, nella società di oggi, si sente molto
di più la frenesia consumistica che ha
ben poco a che vedere con il senso autentico di questo giorno.
In tutto il mondo, mai come in questo
periodo le persone sentono il desiderio
di riunirsi a casa di amici o parenti, di ritrovarsi insieme a far parte di una vera
famiglia. E’ forse questa l’immagine più
bella di questo giorno: la famiglia riunita attorno a una tavola, accanto a un
presepe.
Anche in Casa Famiglia è possibile trascorrere il giorno di Natale insieme ai propri cari, condividere con loro il momento del pranzo, della festa, dello scambio
dei doni, della dolcezza. Coloro che già
negli anni passati hanno trascorso il giorno di Natale in Casa Famiglia dicono
che è sempre stata un’esperienza piacevole e gioiosa che ha permesso loro
di approfondire la conoscenza con altri
anziani, familiari e operatori e di sentirsi circondati dall’affetto sincero come
in una vera famiglia. Il menù, sempre
studiato nei dettagli, ha sempre tenuto
conto della tradizione, delle abitudini
alimentari e dei cibi più graditi agli ospiti.
Ricreare l’atmosfera di casa è uno dei
principi fondamentali del PROGETTO
VITA. Noi ci auguriamo di riuscire a trasmettere specialmente a Natale il calore e la serenità che tutti desiderano.
...e guarisce!
Miss Siringa dice...
2
Laura SPIGOLON
•
Infermiera professionale
“I CALCOLI RENALI”
“Fate attenzione ai sintomi”
I
calcoli renali sono
piccoli depositi di sali
minerali o altre sostanze
cristallizzabili che si formano nel tratto urinario. All’inizio si formano piccoli cristalli che possono raggiungere le dimensioni di una pallina
da golf. Particolarmente a rischio sono
i maschi di età compresa tra i 20 e i 40
anni. Uno dei primi sintomi è la colorazione scura dell’urina. il dolore sopraggiunge quando il calcolo ostruisce il
passaggio dell’urina. La colica renale si manifesta con un dolore intenso
e improvviso al fianco e costringe a
piegarsi in avanti. In un secondo momento il dolore si irradia verso l’addome e scende in basso, verso l’inguine.
Altri sintomi possono essere un bisogno
frequente di urinare, bruciore alle vie
urinarie, nausea, vomito, impossibilità
di urinare. Le cause che determinano
i calcoli renali non sono ancora chiare.
Sono stati individuati alcuni fattori predisponesti che aumentano il rischio
come:
- stress e caldo poiché l’eccessiva
sudorazione comporta la perdita
di liquidi e quindi la riduzione della
formazione di urina e conseguente
maggiore concentrazione di sostanze
precipitabili nella stessa
- ridotto introito di liquidi tipico di chi si
alimenta in modo disordinato e spesso dimentica di bere a sufficienza
- acidità delle urine quando il ph urinario è inferiore a 5
Per alleviare gli spasmi muscolari delle coliche renali si possono assumere
antidolorifici come i farmaci antinfiammatori che, oltre a calmare il dolore, riducono l’infiammazione.
I calcoli vengono eliminati con un intervento chiamato litotripsia e può avvenire attraverso onde d’urto, per via
endoscopica, per cutanea o attraverso l’intervento chirurgico.
Ai primi sintomi che possono essere ricondotti a una calcolosi renale è bene
sottoporsi a una visita urologia così da
poter verificare attraverso esami la
presenza del calcolo. In caso di colica
renale è fondamentale recarsi il prima
possibile al più vicino Pronto soccorso.
•
A.S.G.
GLI ANGELI DI CASA FAMIGLIA
E LA LORO... “PAGELLA”
“Gli anziani persone
davvero speciali”
M
i chiamo
Giuseppa Comendatore
e lavoro in Casa
Famiglia da 10
anni come addetta ai servizi generali. In passato
ho svolto diversi lavori spaziando da
segretaria, baby sitter, operaia in una
confezione, ma nessuno di essi mi ha
mai gratificata come questo attuale.
L’ingresso in Casa Famiglia è avvenuto per caso in un momento in cui ero
senza lavoro e devo dire che mi ha
portato fortuna. Da subito ho trovato
un ambiente familiare e colleghi con
i quali sono in buoni rapporti. E poi mi
sono affezionata agli ospiti, persone
davvero speciali. Ora non cambierei lavoro per nessun motivo. Grazie
a questo lavoro ho cambiato molto
il mio modo di essere. Il mio carattere si è trasformato da molto timido a
molto aperto. Sono molto più socievole e anche molto più sensibile. E’
difficile non affezionarsi agli anziani
anche perché lavorando in struttura
tutti facciamo parte di una grande
famiglia.
Edera R.: “Qui sono tutti molto bravi.
È difficile dare un giudizio. La pulizia
è all’ordine del giorno”.
Rina R.: “Giusy è molto disponibile e
socievole. Una cara ragazza”.
Maria P.: “Una gran lavoratrice. Qui
è sempre tutto pulito tanto che
possiamo addirittura mangiare per
terra!”.
Gabriella PELUCCHI
•
Ospite
PRESENTIAMO GLI ABITANTI
DI CASA FAMIGLIA
“La mia casa mi manca ma
mi trovo benissimo con tutti”
M
i chiamo
Gabriella
Pelucchi sono nata
a Milano il 27-10-1918.
Mamma Angela era
casalinga, papà Luigi
lavorava come impiegato statale e mio
fratello si chiamava Antonio. Ho frequentato le scuole fino al terzo anno di liceo
classico. Non avevo amici per scelta poichè l’unica persona che credevo amica,
mi ha rubato la stilografica d’oro; da allora
ho preferito stare sola. A scuola andavo
volentieri, ma non sopportavo il professore di matematica. Sono entrata in collegio
all’età di 5 anni e sono uscita quando ne
avevo 18. Da ragazzina con una mia vicina di casa frequentavo la balera dove
ho conosciuto Giuseppe, più grande di
10 anni e divenuto, dopo tre mesi di fidanzamento, mio marito. La fretta di sposarci
era dovuta al fatto che durante il fascismo
chi aveva un impiego statale e aveva già
raggiunto i 30 anni d’età, se non era sposato, veniva degradato. Era pilota dell’Aeronautica Militare e aveva una bella divisa.
Il matrimonio è stato celebrato il 30 dicembre del 1938 nella chiesa S. Carlo in corso
Vittorio Emanuele a Milano. Indossavo un
abito di velluto bianco, lungo, il velo in testa e in mano un bouquet di gigli bianchi.
Abbiamo vissuto a Milano. Nel 1940 è nata
Maria Stella, nel ’43 Vincenzo, mentre nel
’61 Patrizia. Dopo la morte di mio marito ho
vissuto in città e solo successivamente mi
sono trasferita a Busto Garolfo dove risiede mio figlio. Ho deciso di entrare in Casa
Famiglia in accordo con i miei figli; mi trovo benissimo con tutti e ammiro tutti quelli
che vi lavorano perchè hanno una grande pazienza e sempre il sorriso sulle labbra.
3
...Vivere in Casa Famiglia...
Giuseppina COMENDATORE
Gli OSPITI di Casa Famiglia
“FESTA DEI NONNI”
2 Ottobre “Una festa particolare per
persone speciali”
I
...Vivere in Casa Famiglia...
4
n occasione della “Festa
dei nonni”, qui in Casa Famiglia
ci hanno organizzato una giornata particolare. Fin dal nostro
risveglio abbiamo trovato ad attenderci in salone uno striscione di auguri e su
ogni tavolo un vasetto di colorati ciclamini.
Pierina P.: “I fiori erano bellissimi e con i
loro colori trasmettevano allegria”.
Rina R.: “E poi lo striscione di auguri appeso in salone con due nonnini che ci
rappresentavano. Proprio una bella sorpresa!”.
La mattinata è volata concentrati nel
gioco del memory, e a pranzo abbiamo
gustato anche un dolce.
Iris U.: “Oltre all’ottimo pranzo, c’era
come dolce, la panna cotta! Una delizia, da leccarsi i baffi (che per fortuna
non ho!)”.
..Ma la giornata era appena cominciata
infatti anche il pomeriggio prevedeva
sorprese. Innanzitutto la merenda tipica
di una volta, ovvero pane, burro e zucchero.
In seguito ci siamo sfidati in un vero e proprio duello di proverbi. Una gara animata e combattuta fino all’ultimo minuto tra
le due squadre: piano terra e primo piano. Molta partecipazione anche da parte dei parenti che hanno contribuito ad
aumentare il punteggio dei due gruppi.
La tanto sofferta vittoria è stata assegnata agli ospiti del primo piano che si sono
aggiudicati un omaggio floreale.
Giuseppe O.: “Che guerra! Per vincere
serviva avere i riflessi pronti altrimenti addio punto!”.
Iris U.: “E’ stata un’occasione per riportare
alla memoria oltre ai proverbi in uso anche quelli non più usati e di conoscerne
di nuovi!”.
Pietro L.: “La mia memoria è ancora in forma! Ne ho indovinati parecchi e ho contribuito alla vittoria del mio piano!
Gara di proverbi
Armando ROSANO’
•
Parrucchiere
“PROFESSIONE PARRUCCHIERE UNA TRADIZIONE DI FAMIGLIA”
“Figlio di Maria e Giuseppe proprio come Gesù”
re. Venne al nord e trovò lavoro a Busto
Arsizio e per due anni rimase solo, mentre
la moglie e i due figli erano in Calabria.
Quando cominciò a cercare casa per
farli venire al nord ci furono molte difficoltà: nessuno voleva affittare ad un “terrone”. Finalmente un contadino di Olgiate
Olona gli affittò una casetta in mezzo ad
un campo senza luce, certo, ma almeno
c’era l’acqua. Io sono nato lì, nella capannina, figlio di Maria e Giuseppe, proprio come Gesù Bambino. Nel frattempo
papà aveva un negozio tutto suo e mio
fratello ed io lo aiutavamo. Ho iniziato a
nove anni a spazzare per terra e spazzolare la giacca ai clienti. Poi le prime barbe
verso i dodici anni, i primi tagli di capelli.
Quanto lavoro! Anche la domenica mattina, vi ricordate anche voi? Però il lavoro
mi piaceva moltissimo, ne ero veramente
appassionato così a 14 anni ho iniziato la
scuola di barbiere e parrucchiere all’accademia di Milano, proseguendo gli studi
per sette anni, sino a diventare Maestro.
Dopo sposato ho aperto un negozio a
Parabiago. Per 25 anni con questo lavoro
ho mantenuto decorosamente la mia famiglia e i miei tre figli, poi la crisi si è cominciata a sentire. I giovani si rasano a zero
con le macchinette in casa. Giustamente,
si risparmia dove si può! Allora bisognava
pensare a qualcosa, perché solo col negozio non si mangiava più. Grazie al cielo
mia moglie mi ha suggerito di far domanda nelle case di riposo, ed eccomi qui tra
voi! Quando ho cominciato a lavorare
per i gli anziani mi sono ripromesso di farlo
anche con il cuore, di ascoltare, di consolare, se posso, di strappare un sorriso, se
ci riesco. Mi trovo benissimo con tutti voi,
quante storie avete da raccontare, quanta esperienza da insegnare, quanta soddisfazione mi date quando vi faccio un
po’ più belli. Grazie a tutti voi!
5
...Vivere in Casa Famiglia...
M
i chiamo Armando e sono
il nuovo parrucchiere di Casa
Famiglia. Vorrei raccontarvi la
mia storia. Il primo barbiere e
parrucchiere della mia famiglia è stato
il mio bisnonno. Originario di Vallefiorita, un piccolo paesino sulle colline della
Calabria, cominciò ad esercitare proprio
nel suo paese, ma alla fine del 1800 non
era facile sfamare la moglie e i figli. Così,
come molti italiani in quel periodo, decise di emigrare in America precisamente
a New York nel quartiere di Brooklyn. Lì
fece fortuna facendo il barbiere e il parrucchiere e, come si usava una volta, anche il cavadenti. Dopo 15 anni, una sera,
andò al cinema dove proiettavano un
film che narrava la storia di un emigrante italiano che lavorava duramente negli
Stati Uniti mentre al paesello la moglie lo
tradiva. Rimase scioccato e non ci pensò due volte; chiuse baracca e tornò in
Italia, dove la sua fedelissima moglie lo
accolse a braccia aperte. In Italia andare dal barbiere “americano” divenne
una moda e arrivavano sempre nuovi
clienti anche dai paesi vicini, così nonno
Antonio cominciò ad assumere dei garzoni: suo nipote Paolo e mio padre che
era poco più di un bambino. Mio padre
Giuseppe aveva avuto un grave incidente da piccolo che gli aveva lasciato un
problema alla gamba quindi non era in
grado di esercitare lavori pesanti e imparare il mestiere di barbiere era un’ottima
alternativa. Frequentando il negozio, conobbe l’altra nipote di nonno Antonio, la
bellissima Maria. Si innamorò e la sposò
giovanissimo: non aveva nemmeno 19
anni. Aprì il suo negozietto di parrucchiere e barbiere ma nel primo dopoguerra
si faceva la fame.Erano già nati due figli,
mia sorella Rosina e mio fratello Nunzio,
così anche mio padre decise di emigra-
Michele FRANCESCHINA
•
Direttore Generale
5 X Mille
Solidarietà concreta
G
...Vivere in Casa Famiglia...
6
razie alla possibilità di destinare il 5 per mille dell’imposta sul
reddito a sostegno di associazioni e fondazioni non lucrative, è più facile sostenere la solidarietà, il
volontariato, la ricerca scientifica.
Anche noi, già da qualche anno, vi proponiamo di sostenere il nostro impegno
nei servizi alla persona attraverso la donazione del 5 per mille e ringraziamo
infinitamente tutti coloro che fino ad
ora vi hanno aderito perché ci hanno
permesso di realizzare qualche sogno,
di attuare iniziative che esulano dalla
normale cura, attenzione e assistenza
che dobbiamo ai nostri ospiti o di aiutare chi, colto dagli eventi della vita, si
è venuto improvvisamente a trovare in
difficoltà.
Nel biennio 2009-2010, il gruppo Fondazione Mantovani - Sodalitas ha ricevuto
complessivamente 12.388,34 euro.
I contributi ricevuti, oltre a concorrere
a sviluppare e migliorare i nostri progetti
di solidarietà e di cura alla persona legati
soprattutto alle attività di riabilitazione e
di animazione, sono serviti insieme a quelli
di altri sponsor, a rendere possibile, durante la scorsa estate, il progetto “Un mare di
solidarietà”.
Grazie a quel progetto circa 150 bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 15
anni, costretti dal terremoto che ha colpito il mantovano e l’Emilia, a vivere nella
calura delle tende da campo, hanno potuto realizzare un piccolo sogno: trascorrere gratuitamente 20 giorni spensierati al
mare, dimenticando per un po’ la terribile
esperienza vissuta.
Ogni gesto quotidiano, magari apparentemente piccolo, può trasformarsi in solidarietà concreta.
Tanti piccoli gesti diventano insieme un
grande gesto e trasformano la realtà, anche la più brutta, in un mondo migliore.
Elena e gli OSPITI di Casa Famiglia
CONCERTO DI CANTI POPOLARI
“La Corale Stefanese” persone accomunate
dalla passione per il canto e la musica
7
Casa Famiglia...Casa Aperta
L
a Corale Stefanese nasce negli
anni 50 a S. Stefano Ticino da un
gruppo di amici che si ritrova a
cantare canti popolari. Nel corso degli anni 70 e 80 acquisisce grande
prestigio nel campo della musica folkloristica, partecipando a diversi concorsi e
numerosi concerti in tutte le regioni del
nord Italia, sotto la guida del Maestro L.
Grittini. Nel 1992 si fonde con il coro parrocchiale grazie all’iniziativa del maestro
Fabio Prina che ne ricopre da allora la
carica. Oltre agli impegni sociali e religiosi nel territorio e al tradizionale concerto
di S. Cecilia, ha eseguito la “Traviata” di
Giuseppe Verdi con l’Orchestra Sinfonica
della Provincia di Lecco ed è stata protagonista dello spettacolo “Gran Galà
dell’Operetta”, rappresentato a Lecco,
Garbagnate Milanese e al Teatro Dal
Verme di Milano. La Corale Stefanese costituisce oggi motivo d’incontro tra persone di diverse età, accomunate dalla
stessa passione per il canto e la musica
in genere. Ed è proprio questa passione
che l’ha portata, insieme alla tenacia del
Maestro Prina, ad imparare ogni tipo di
canto, da quelli di tradizione popolare ai
complessi canti sacri, passando attraverso l’opera, l’operetta e ad ogni genere di
canto moderno. Così, domenica 7 otto-
bre, in Casa Famiglia abbiamo avuto il
piacere di ospitare il Coro che si è esibito
in un piccolo concerto di canti popolari. Il salone era gremito di ospiti, parenti e
volontari, tutti attenti ed emozionati per
la toccante esibizione. Un concerto da
far restare tutti a bocca aperta e con il
fiato sospeso! “Sembrava di essere alla
Scala” ha detto qualcuno, e in effetti!
Più volte, infatti, abbiamo chiesto il bis e
ogni volta siamo stati accontentati.
Giuseppe O.: “Ho pianto tutto il tempo
perché questi canti mi hanno riportato
alla mia giovinezza e a mia moglie”.
Regina P.: “Invece di essere contenta
ho pianto come una fontana. Forse non
sono normale, ma l’emozione è stata
davvero forte”. Il momento senza dubbio
più emozionante è stato quando il coro
ha cantato il “Và Pensiero”di Giuseppe
Verdi: un’esibizione da pelle d’oca!
Giovanni F.: “Sono un’amante della musica e dell’opera. Ho apprezzato moltissimo questo pomeriggio così particolare!”.
Iris U.: “Indimenticabile! E’ stato bellissimo! Ho cantato a squarciagola”.
Angiolina V.: “Nel coro c’era anche Vittoria che lavora qui . Sono stati eccezionali!
Renata G.: “E’ sempre piacevole ascoltare della buona musica”.
NATALE OGGI!
di Augusto Torre
LA LUCE
di Giuseppe Pellegrino
La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
“Là voglio andare” disse la luce.
8
Le luci variopinte,
nei negozi
battono strade illuminate
al neon, sovraffollate.
...La pagina della Poesia
La gente ha fretta
non può stare
un minuto a pensare
ad ascoltare il cuore.
“Per mamma questo
e quest’altro per il nonno,
un pacchetto modesto
per il tale,
così sarà contento
il giorno di Natale”.
E’ tutto bene in mostra,
già scelto
impacchettato, infiocchettato,
così bene, ch’è peccato
aprirlo, e lo si acquista
così confezionato.
Che ci sarà?
Doppia sorpresa:
a chi lo riceve a chi lo dà.
La pace guardò in basso
e vide la guerra:
“Là voglio andare” disse la pace.
L’amore guardò in basso
e vide l’odio:
“Là voglio andare” disse l’amore.
Così apparve la luce
e inondò la terra;
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l’amore
e portò la vita.
“E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi”.
Pinuccia TOTE’
• Volontaria
RACCONTO NATALIZIO
“ A NAZARET ”di S. Lagerlöf
U
9
...La pagina della Cultura
n giorno Gesù, appena di cinque anni, sedeva sulla soglia di casa, a Nazaret, intento a formare degli uccellini da
un blocco di argilla che gli aveva regalato il vasaio di fronte.
Sui gradini della casa vicina sedeva un bambino di nome Giuda;
tutto graffi e lividure e i vestiti a brandelli per le continue risse con altri ragazzi di strada. In quel momento era tranquillo, non tormentava nessuno, né s’accapigliava con i compagni, ma lavorava anche lui a un blocchetto di argilla.
A mano a mano che i due bimbi facevano i loro uccellini li mettevano in cerchio
dinanzi a sé. Giuda, che di tratto in tratto guardava furtivo il compagno per vedere se facesse più uccelli di lui e più belli, gettò un grido di meraviglia quando
vide che Gesù tingeva i suoi uccellini con il raggio
di sole colto dalle pozze d’acqua. Anche lui allora immerse la mano nell’acqua luminosa.
Ma il raggio di sole non si lasciò pigliare.
Filava via dalle sue mani per quanto egli si affaticasse a muovere lesto le dita tozze per acchiapparlo, e ai suoi uccelli non poté dare neppure un
pochino di colore.
- “Aspetta, Giuda” esclamò Gesù “vengo io a colorire i tuoi uccellini”.
- “No, non devi toccarli; stanno bene così!” gridò Giuda; poi, in un impeto d’ira calcò il piede
suoi suoi uccelli riducendoli l’uno dopo l’altro in
un ammasso di fango. Quando tutti gli uccelli furono distrutti si avvicinò a Gesù,
che stava accarezzando i suoi, sfavillanti come pietre preziose. Giuda li osservò
un momento in silenzio, poi alzò il piede e ne pestò uno. - “Giuda, che fai? Non
sai che sono vivi e possono cantare?”. Ma Giuda rideva e ne calpestò un altro,
poi un altro, un altro ancora. Gesù si guardò attorno cercando un soccorso. Giuda era alto, robusto ed egli non aveva la forza di fermarlo.
Guardò la madre; non era lontana, ma prima che fosse venuta Giuda avrebbe
distrutto tutti gli uccelli.
Gli si riempirono gli occhi di lacrime. Quattro erano già ridotti in mota; ne rimanevano tre ancora. Gesù si struggeva che i suoi uccellini stessero quieti e si lasciassero calpestare senza fuggire dalla rovina. Allora batté le mani per destarli
e gridò: “Volate! Volate!”. I tre uccelletti cominciarono a muovere le ali, le batterono timorosi, poi presero il volo fino all’orlo del tetto dove si sentirono in salvo.
Elena ZANZOTTERA
“NON E’ UN PAESE
PER VECCHIE”
Loredana Lipperini
206 pagine, € 12,75
Edizioni Feltrinelli
I vecchi sono numeri.
Spazio ... alla lettura
10
.
Animatrice
“ANCHE DA VECCHIE”
Teresa Bonifacio
160 pagine,
€ 21,00
Franco Angeli
Editore
Mai come nel
Numeri che ci fanno
nuovo millennio
paura, come quell’uno
la donna è stasu tre che riguarda la
ta vista come
percentuale di anziagiovane,
gioni che abiteranno il
vane, giovane.
nostro paese di qui ai
Eppure, la magprossimi anni. I vecchi non si vedono: nei
gior parte delpiccoli paesi capita ancora di incontrarli
la popolazione femminile che abita il
al braccio di una badante dalle braccia
larghe. Nelle città, qualora si avventuras- pianeta giovane non lo è. La tendenza
sero fuori di casa, vengono superati in cor- a parificare la bellezza e la salute alla
sa, con una scrollata di spalle e uno sbuf- giovinezza è un fenomeno del nostro
fo di insofferenza. I vecchi non esistono:
tempo, amplificato dai media e dalla
appaiono di rado in televisione, specie se
ricerca scientifica che ci promettono
di sesso femminile. O meglio, si vedono a
l’eterna adolescenza. Come nelle favovolte quelle rare e preziose donne imposle, però, esiste la donna vecchia, con la
sibili da ignorare, come Rita Levi Montalcisua vita già vissuta e quella ancora da
ni o Margherita Hack. Quanto alle altre, a
vivere. “Anche da vecchie” analizza in
volte si mimetizzano fra ospiti e comparse
sotto i cinquantacinque anni (la soglia di
modo appassionato e appassionante
apparizione televisiva per le donne) fin- tutte le sfaccettature della collocaziogendo di esserne coetanee, o accettan- ne sociale delle donne anziane, con
do di recitare l’antico ruolo della megera. I
particolare attenzione ai fenomeni psivecchi non vendono, non piacciono, non
cologici e sociali legati all’età. L’obiettihanno appeal: su quotidiani e telegiornavo è quello di documentare la specificili appaiono soltanto quando sono vittime
tà della condizione anziana femminile,
di una truffa o di un colpo di calore. O
per come si presenta oggi e per come
quando, se donne, osano innamorarsi di
potrebbe presentarsi domani. È uno
un uomo più giovane. Se concepiscono
dopo i sessant’anni, sono la vergogna del
studio approfondito, chiaro e positivo,
loro sesso. Dura, comunque, poco: una
che getta una nuova luce su un fatto
copertina, un articolo nelle pagine inter- naturale: tutti invecchiamo. Ma, come
ne la settimana successiva, un trafiletto, e
sempre, c’è chi invecchia più degli altutto è dimenticato. I vecchi danno fastitri...
dio. È sempre stato così: ma adesso, e soprattutto nel nostro paese, avviene qualcosa di diverso. C’è una
In collaborazione con “Libreria Tempolibro”
sola generazione. Quella
Via Manzoni, 49 - Busto Garolfo Tel. 0331/537339
dei cinquanta-sessantenni.”
L’ANGOLO DEI RICORDI
Un ringraziamento a tutto il personale per le cure e le attenzioni prestate alla mia mamma, Giovanna Iustini,
durante il soggiorno presso la Casa
Famiglia. Sarete sempre nel mio cuore.
La figlia Elena Farioli
Un grazie di cuore a tutti per aver
permesso a mia mamma Pasqua di
trascorrere l’ultimo anno di vita sentendosi parte di una grande famiglia
e un grazie per il sostegno avuto nel
momento del dolore.
La famiglia Pisati esprime a tutto il
personale della struttura il suo più sincero ringraziamento per l’assistenza
professionale e umana e per la partecipazione al suo dolore
Famiglia Pisati
Con questa lettera vorrei ringraziare tutti coloro che operano
nella "Casa Famiglia", per la serietà, l'umiltà, e la professionalità
con cui hanno accolto e trattato
la mia mamma.
Senza alcun tipo di retorica, posso affermare che, il mio grazie
viene dal cuore, a tutti Voi, per
la Vostra competenza, la Vostra
disponibilità, e per la Vostra pazienza.
E' per questo che Vi diciamo col
cuore, grazie e sicuramente da
qualche parte nell'infinito Bertina
Vi sorride.
Liliana, Ugo Pasello e famiglia
L’angolo dei ricordi
La figlia Liliana
11
... un po’
Online sul sito www.grupposodalitas.it
12
Tanti Auguri a...
SETTEMBRE
NOVEMBRE
15
16
17
22
02
11
27
29
29
Salmoiraghi Martina
Pisani Teresa
Manfredi Angela
Porta Maria Assunta
Pretti Pierina
Bianchi Paolina
Finetto Elda
Parotti Giovanna
Sommaruga Maria
OTTOBRE
DICEMBRE
05
17
24
27
01
08
10
27
31
Massetti Rosalia
Merlotti Irene
Parodi Maria Iole
Pelucchi Gabriella
Sambinelli Giuseppina
Pinciroli Regina
Pivato Rolando
Santi Maria
Donatelli Rina
Tiziana PISONI • Cuoca
Di Tutto ...
SPAGHETTI CON
CAPESANTE E PESTO
AGLI AGRUMI
M
ettete a bollire una pentola con acqua abbondante. Scottate i pomodorini appena
Ingredienti
in acqua bollente, poi scolateli e rimuovete su(per 6 persone)
bito la pelle e i semi. Sgocciolateli bene. Sbucciate limoni e arance, senza intaccare la parte
600 gr di spaghetti
bianca. Non buttate le bucce! Passate le bucce
18 capesante fresche
al mixer, insieme a capperi, mandorle e basilico.
3 arance
Unite l’olio extra vergine d’oliva. Salate l’acqua e
3 limoni
buttate gli spaghetti. In una padella unta d’olio,
100 gr di pomodorini
fate rosolare per 5 minuti a fuoco molto basso le
50 gr di capperi
capesante. Scostandole ai bordi della padella,
50 gr di mandorle pelate al centro mettete i pomodorini, regolate di sale
basilico q.b.
e lasciateli rosolare sempre a fuoco basso per 15
½ bicchiere di olio extra minuti. Scolate gli spaghetti al dente e passatevergine d’oliva
li nella padella coi pomodorini e le capesante.
sale q.b
Aggiungete il pesto d’agrumi e fate saltare il tutto per 1 minuto. Servite!
Per la realizzazione di «TRA DI NOI» hanno collaborato: gli ospiti di Casa Famiglia, il Coordinatore Ugo Zorco, il Direttore Generale Michele Franceschina, la Sig.ra Marinella Restelli, l’infermiera Laura Spigolon, le animatrici Elena ed Emanuela Giannini, Giuseppina Comendatore,
la cuoca Tiziana Pisoni, la volontaria Pinuccia Totè.