Newsletter del 28/04/2005 - n.37
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Newsletter del 28/04/2005 - n.37
Assessorato Mobilità e Trasporti Servizio Ferroviario Regionale settimanale della regione emilia-romagna - assessorato mobilità e trasporti - direttore: roberto franchini 28 aprile 2005 L O C O M O T I V E , C A R R O Z Z E , M A T E R I A L I , I N D I C A Z I O N I D E L P R I T R I G U A R D O IL T R A S P O R T O P U B B L I C O IN UN ’ A P P R O F O N D I T A I N D A G I N E C O M M I S S I O N A T A D A L L A R E G I O N E I treni che verranno Rapporto su obiettivi e investimenti fino al 2010 Quante sono le locomotive e le carrozze del servizio ferroviario dell’Emilia-Romagna? Quali sono le loro caratteristiche? E, soprattutto, di quanto e quale materiale rotabile ci sarà bisogno nei prossimi anni per soddisfare le esigenze della mobilità su ferro nella nostra regione? A tutte queste domande è stata data di recente risposta grazie a uno studio che la Regione ha commissionato all’azienda di consulenza Kpmg. Il dettagliatissimo rapporto è intitolato “Analisi del fabbisogno di rotabili ferroviari per il Trasporto Pubblico Locale in Emilia-Romagna nello scenario di attuazione del PRIT”. In altre parole è stato analizzato quale offerta di convogli sarà necessaria entro il 2010, l’anno su cui è stato previsto il compimento del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT appunto) che è stato elaborato nel 1998. Lo studio fa perciò il punto sull’esistente e valuta a che punto siamo giunti nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo fissato tra cinque anni. Gli obiettivi PRIT Il PRIT si è dato l’obiettivo di raddoppiare per il 2010 l’offerta del 2000 (che è stata di 12 milioni di km di servizio). Al 2004 l’offerta è stata di 15,5 milioni di km, con un aumento annuo di 1,2 milioni di km dovuti in gran parte a Trenitalia (800.000 km) e all’apertura della linea Casalecchio-Vignola (circa 300.000 km/anno). Stanti questi dati sembrerebbe ancora molto lontano l’obiettivo fissato dal PRIT ma sono in corso molti lavori infrastrutturali: tra questi, in particolare, i lavori per l’Alta Velocità (che pure si stanno svolgendo a rilento) e una prima cospicua acquisizione di materiale rotabile con uno sforzo congiunto da parte sia della Regione che delle aziende che gestiscono il servizio ferroviario. Tra il 2001 e l’anno in corso la Regione EmiliaRomagna ha infatti investito complessivamente oltre 33 milioni di euro (contribuendo ad una spesa complessiva di 130 milioni) per l’acquisto di 5 convogli TAF, 5 composizioni di 6 carrozze climatizzate, 10 nuove locomotive E464. Tutto questo materiale è già in servizio sulle linee della regione dal 2003. Sono stati acquistati inoltre 8 Minuetto (3 sono già in esercizio e 5 lo saranno entro il 2006), 4 composizioni a doppio piano (composte da un locomotore E464 e 5 carrozze) di cui una sarà in esercizio entro quest’anno. Lo studio ha però messo in luce che, nonostante queste spese, per rendere possibile il livello di servizio previsto dal PRIT saranno ancora necessari investimenti molto rile- mi sono quelli interregionali e regionali diretti che interessano i centri maggiori: per questi servizi la velocità massima prevista non dovrebbe essere inferiore ai 180 km/h e la capienza elevata. I servizi “bacinali” comprendono invece i collegamenti di breve e media distanza di carattere locale, per i quali è richiesta una velocità massima di 140 km/h e un numero di posti inferiore. Dall’alto in basso: Minuetto, Vivalto e Taf vanti, non inferiori ai 900 milioni di euro. Se poi si optasse per i treni più veloci che offre il mercato, si supererebbe il miliardo e 100 milioni di euro. Nell’acquistare altri nuovi mezzi si dovrà tenere conto di alcu- ni fattori importanti. Innanzitutto la disponibilità di posti a bordo, che sarà scelta in base ai tipi di relazioni prospettate dal PRIT. Il Piano suddivide infatti i servizi ferroviari regionali in “veloci” e “bacinali”. I pri- Le offerte del mercato Per queste due tipologie di servizio il mercato offre differenti prodotti. Per i servizi “veloci” si dovranno scegliere soluzioni che offrano 1200 o 600 posti a sedere, come ad esempio la locomotiva abbinata alle carrozze a doppio piano. Per i servizi “bacinali” potrebbero bastare invece soluzioni da 600 a 150 posti a sedere, cioè tendenzialmente convogli leggeri a piano doppio o anche singolo. Da definire sono, in particolare, le soluzioni che il mercato offre per una capienza che va dai 600 ai 300 posti a sedere, essendo possibili più opzioni di composizione dei convogli, con costi molto diversi. Oltre alla capienza di passeggeri andranno tenute presente caratteristiche qualitative che ormai sono lo standard del comfort. Ad esempio tutti i treni dovranno essere climatizzati e avere una distanza tra i sedili non inferiore agli 80 cm o ai 160 cm se si trovano uno di fronte all’altro. Dovranno poi essere presenti vani bagagli adeguati e livelli di insonorizzazione adeguati. Si dovranno poi scegliere convogli in cui massima sarà l’attenzione all’accessibilità dei disabili (attrezzature per la salita e toilette apposite) e dotati di sistemi di informazione audio/video per dare notizie in tempo reale sul traffico ferroviario. Infine i convogli dovranno consentire buone condizioni di accessibilità e movimento interni per tutti. L’analisi svolta entra poi ancor più nel dettaglio, spiegando come i 900 milioni di euro andrebbero investiti, da qui al 2010, e illustrando quindi il fabbisogno di materiale per tipo di servizio. Per garantire i servizi “veloci” previsti dal PRIT saranno necessari nel complesso 33 convogli, 23 dei quali con composizioni per 600 posti a sedere e 10 con composizioni per 1200 posti. Per coprire i servizi “bacinali” serviranno invece 76 convogli (4 con composizioni con 660 posti, 40 con 300 posti e 32 con 150 posti). Per intensificare il trasporto sul nodo di Bologna, infine, serviranno altri 10 convogli con composizioni da 300 posti a sedere. Servizio Ferroviario Regionale Assessorato Mobilità e Trasporti pendolariER - settimanale della regione emilia-romagna - assessorato mobilità e trasporti 28 aprile 2005 LE C A R A T T E R I S T I C H E D E L L ’ A T T U A L E P A R C O M E Z Z I DI T R E N I T A L I A , F E R , A C T E A T C M IN E M I L I A - R O M A G N A N E L L E R I L E V A Z I O N I D E L L A S O C I E T À “KPMG ” Vecchie o in numero insufficiente Ecco l’identikit delle vetture Come si compone l’attuale parco rotabile complessivo in Emilia-Romagna? Secondo la ricognizione di Kpmg (vedi pagina precedente) ci sono attualmente 225 vetture leggere (quelle che compongono i treni di elettromotrici ed automotrici, in codice Ale e Aln) così distribuite: 113 in capo a Trenitalia, 82 a Fer, 21 a Act e 9 di Atcm. Esistono poi 20 vetture a due piani usate per i convogli TAF, 331 carrozze rimorchiate a piano singolo e 44 locomotive: tutto questo materiale è esclusivamente di Trenitalia. Una quantità inadeguata che si unisce a una qualità altrettanto preoccupante. Basta considerare l’età media dei mezzi di Trenitalia: le 44 locomotive hanno un’età media di 15 anni, le 331 carrozze di 25 anni, 88 elementi per elettromotrici hanno 20 anni e 25 elementi diesel circa 31 anni. Le più giovani sono le 20 vetture TAF, che hanno un’età media di 3,5 anni. Per quel che riguarda le carrozze, oltre all’età anche il comfort lascia a desiderare: delle 331 carrozze soltanto 31 sono climatizzate perché tutte le altre sono uscite dalla fabbrica tra i 30 e i 20 anni fa (nel piano investimenti di Trenitalia sarebbe però previsto che 238 carrozze siano sottopo- ste a restyling e dotate di aria condizionata entro il 2007). Venendo al dettaglio delle 44 locomotive di Trenitalia ci si accorge che le E464 sono nuovissime (2 anni di vita) ma sono anche la minoranza (11 contro le 33 E632 con 18 anni di lavoro sulle spalle). Non va molto meglio nel parco mezzi di Fer, interamente costituito da vetture diesel che vengono composte in convogli in modo variabile. Un buon numero di queste (33 su 82) è costituita da Aln668, che hanno un’età variabile tra i 29 e i 46 anni; ma anche le 17 carrozze che datano tra i 25 e i 32 anni. Va un po’ meglio per le 21 vetture diesel di Act di Reggio Emilia: la maggioranza (16) sono Aln72422 con soli 8 anni di anzianità. I 9 mezzi di Atcm, che svolge servizio solo tra Modena e Sassuolo, sono invece piuttosto vecchi e 4 treni costituiti da 2 casse ciascuno risalgono alla metà degli anni ’50 e sono stati acquistati dalle ferrovie belghe (come è possibile constatare direttamente a bordo, dove tutte le indicazioni sono ancora in fiammingo e vallone). Questi treni, i più vecchi della regione, non hanno poi una sagoma a norma per poter circolare sulle linee di RFI. PARCO MEZZI: SITUAZIONE ATTUALE Vetture leggere (n. pezzi) Vetture a 2 piani (in convogli TAF) Vetture a piano singolo Locomotive Trenitalia Fer Act Atcm 113 82 21 9 20 - 331 - 44 - TOTALE 225 20 331 44 L’originale soluzione svedese per il trasporto eco-compatibile In Emilia-Romagna circolano solo treni diesel o elettrici. La prospettiva per il futuro è di elettrificare tutte le linee, anche quelle minori, e di vedere così scomparire gli inquinanti locomotori a gasolio. In attesa che tutto questo si realizzi, apprendiamo che in Svezia hanno sviluppato una soluzione curiosa e interessante per un trasporto ferroviario eco-compatibile. Nel paese scandivano, a fine giugno, entrerà in servizio il primo treno del mondo alimentato a metano sulla tratta tra Västervik e Linkö- ping. È il risultato di un progetto per trasformare l'alimentazione di veicoli da gasolio a gas naturale e prodotta in Svezia. Alla automotrice vengono sostituiti i due motori diesel con due motori progettati appositamente per essere alimentati a gas e viene sostituito il serbatoio con un comparto contenente 11 bombole di gas. Questo nuovo tipo di automotrici a gas può essere impiegato sui 2400 chilometri di linea ferroviaria non elettrificata attualmente esistenti in Svezia. Si è calcolato che il risparmio si aggirerà attorno a 13 milioni di euro, che costituirebbero la spesa prevista per l'elettrificazione della linea. Inoltre l'operazione contribuirebbe ad una minore emissione di ossido di carbonio pari al 98% e a un’emissione di ossido di azoto inferiore di due terzi rispetto ai locomotori a gasolio. Non trascurabile anche il risparmio che deriverebbe dalla minore spesa per l'acquisto di carburante fossile. Per chi se la cava con lo svedese si possono avere maggiori notizie sul sito http://www.nyteknik.se/art/39695#star PendolariER numero 37 Settimanale della Regione Emilia-Romagna Assessorato Mobilità e Trasporti Direttore: Roberto Franchini Coordinatore Cesare Sgarzi [email protected] Redazione Buriburi Comunicazione [email protected] Progetto Grafico Studio Allen Goodman Bologna [email protected]