Riproduzione di Betta splendens

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Riproduzione di Betta splendens
Acquariforum
Riproduzione di Betta splendens
Inviato da Susy Cimmino
Il Betta splendens è un pesce originario del sud-est asiatico molto aggressivo con i suoi conspecifici, tale da meritarsi il
nome comune di “pesce combattente”.
Consiglio vivamente di riprodurre il Betta in una vasca a parte, poiché nonostante abbia goduto di questo spettacolo,
una prima volta, nella mia vasca di comunità, ho dovuto pagare il prezzo di perdere la maggior parte degli avannotti e
alcune Rasbora heteromorpha schiacciate continuamente tra la scatola del filtro e il vetro dell’acquario da questo
bellicosissimo pesce in difesa della sua prole.
Quindi, una seconda volta, programmai l’evento ed allestii una piccola vasca di una ventina di litri per la
riproduzione. La temperatura di questo acquario fu portata tra i 29 e 30° C, la GH misurava 7°, la KH 4° ed il pH 7.
L’acquario non aveva altro allestimento se non una bella radice di torbiera posata sul fondo ed era completato da
un intrico di vegetazione galleggiante. Quando le misurazioni mi confermarono l’assenza di nitriti, introdussi in un
primo momento solo il maschio di Betta. Questi iniziò immediatamente a costruire il tipico nido di bolle che caratterizza gli
Anabantidi pronti alla riproduzione, cementandolo con pezzetti di piante raccolti in superficie.
L'acquario dell'articolo
stupendo maschio
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Al primo accenno di bolle ridussi al minimo la portata del filtro per evitare che la turbolenza dell’acqua in
superficie potesse impedire la costruzione del nido stesso, e quando esso mi sembrò sufficientemente grosso, introdussi
la femmina con l’ovopositore ben in evidenza.
Spesso può accadere, però, che il maschio non costruisca il nido se non in presenza della femmina, allora la si può inserire
in un box all’interno dell’acquario facendogliela vedere e nello stesso tempo proteggendola dai suoi
attacchi prematuri.
Per spingere la coppia alla riproduzione può essere utile integrare l’alimentazione con cibo fresco o anche
surgelato; nel mio caso somministrai nei quindici giorni precedenti la riproduzione, molto più frequentemente chironomus
congelato, casa che stimolò molto l’attività dei partners.
L'abbraccio amoroso sotto il nido di bolle
Dopo qualche secondo dove i pesci hanno un vistoso tremolio, maschio e femmina si "sciolgono" e si lasciano cadere
verso il fondo, il maschio a questo punto raccoglie le uova che la femmina a depositato nella sua pinna anale
Dopo poco che la femmina fu introdotta nell’acquario, cominciò il rituale del corteggiamento.
A mio parere questo è un momento che nessun acquariofilo deve negarsi, in quanto è uno spettacolo suggestivo e nello
stesso tempo delicato che il nostro hobby ci regala.
Il maschio pronto per la riproduzione, corteggia la femmina allargando completamente le pinne e gli opercoli branchiali,
la circonda e la spinge verso il nido. Quando quest’ultima è pronta, per neutralizzare l’aggressività del
maschio, assume un atteggiamento di sottomissione e di ostentazione di segnali che comunicano al maschio la sua
disponibilità all’accoppiamento.
Il maschio la stringe allora in un elegante abbraccio durante il quale alcune uova e lo sperma sono espulsi
contemporaneamente. Subito il maschio (e talvolta anche la femmina) raccoglie in bocca le uova fecondate e le sputa
contro il nido al quale esse aderiscono.
Questo rituale si ripete molte volte finche tutte le uova sono state fecondate e deposte nel nido.
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Avanotto appena uscito dall'uovo
Dopo aver assorbito il sacco vitellino l'avanotto nuota liberamente
A deposizione avvenuta, bisogna allontanare la femmina in quanto il maschio, che protegge da solo le uova, diventa
tanto aggressivo da poterla anche uccidere.
Dopo circa 24/30 ore sgusciano dalle uova delle piccole larve di circa 4 mm che il maschio prontamente raccoglie in
bocca e riporta nel nido, qualora dovessero staccarsi da esso.
A questo punto e opportuno togliere il filtro per evitare che le larve ne siano aspirate.
Ritornando alla mia esperienza, a riproduzione avvenuta, contai circa una cinquantina di avannotti.
Non appena questi cominciarono a nuotare (quindi dopo aver assorbito il sacco vitellino) li alimentai con naupli di artemie
saline appena schiuse e la loro alimentazione fu costituita esclusivamente da essi per circa un mese. Alimentavo gli
avannotti 5 o 6 volte al giorno, fino a quando non presentavano l’addome bello gonfio ed arancione, colore dato
dalle artemie ai loro corpi trasparenti.
Effettuavo piccoli cambi ogni paio di giorni in modo che l’acqua si mantenesse sempre pulita nonostante la
mancanza del filtro.
Avanotti a pochi giorni di vita
Avanotti di oltre un mese si precipitano verso il dito dell'autrice aspettando il cibo
Ad un mese gli avannotti misuravano circa 1 cm ed allora cominciai a somministargli chironomus tagliuzzati anche se le
artemie rimanevano comunque la fonte primaria della loro alimentazione. Del tutto inutile fu la somministrazione di cibi
secchi ridotti in polvere fino a circa 40 giorni.
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Intorno al mese di età i betta attraversano una delicata fase della loro vita sia per quanto riguarda l’alimentazione,
sia perché cominciano ad utilizzare il labirinto come organo supplementare per la respirazione, oltre alle branchie fino
allora utilizzate.
Riguardo all’alimentazione, l’introduzione di cibi quali chironomus o altro, è da effettuare con cautela
perché questi voraci pesciolini ingurgitano quantità elevate di questi alimenti, meno digeribili delle artemie, che provocano
spesso seri problemi intestinali. Il Betta anche da adulto soffrirà spesso di questo problema.
Gli avanotti a circa 2 mesi di età iniziano a mettere la livrea adulta, nei maschi si inizia a vedere i prolungamenti della
pinne
Notare la lunghezza dei giovani Betta rispetto a una Rasbora heteromorpha, i maschi iniziano a sfidarsi
Riguardo all’utilizzo del labirinto in questa fase del suo sviluppo, è importante che l’aria sulla superficie
dell’acqua sia sufficientemente riscaldata in modo da non raffreddare il piccolo Betta, quindi è indispensabile
utilizzare una vasca coperta.
A 45 gg i miei avannotti misuravano poco meno di 2 cm ed il loro corpo cominciava a colorarsi.
Dopo i due mesi di età, i piccoli Betta cominciano a manifestare la loro aggressività anche se non sono ancora pericolosi gli
uni per gli altri. Nonostante abbia potuto costatare che la convivenza di un nutrito gruppo di individui è in ogni modo
possibile fino a quasi l’età adulta, consiglio di cominciare a separarli intorno al 3° mese di vita in modo da poterli
alimentare in maniera sufficiente e di permettere ad ogni singolo animale di svilupparsi e di crescere in maniera
adeguata.
Di Susy Cimmino (02-05-2001)
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