Nizza: John Scofield incendia la scena al Theatre Lino Ventura

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Nizza: John Scofield incendia la scena al Theatre Lino Ventura
The Mellophonium Online
Nizza: John Scofield incendia la scena al Theatre Lino Ventura
Inviato da Adriano Ghirardo
mercoledì 20 novembre 2013
NIZZA - Il New Jazz Festival di Nizza si avvia verso la fase finale e, dopo una serie di ottimi eventi svoltisi alla Salle
Grappelli di Cedac, conquista una spazio come il Theatre Lino Ventura normalmente dedicato alla musica pop-rock.
L’occasione è stata quella del progetto Uberjam di John Scofield che, grazie ad un mélange di generi che spazia
dal jazz-rock al funky, ha saputo ammaliare un pubblico più vasto rispetto alla cerchia dei jazzofili osservanti. Se le due
incisioni (“Uberjam” del 2003 ed il recente “Uberjam 2”) sono sicuramente opere minori nella
trentennale discografia solista di Scofield la versione live del quartetto scatena una energia in grado di spingere parecchi
ragazzi del quartiere dell’Ariane a seguire danzando le evoluzioni musicali del gruppo. Se la parte del leone
spetta, ovviamente, al sessantaduenne chitarrista statunitense il ruolo della ritmica, sempre misurata e funzionale, non
va sottovalutato. Il chitarrista ritmico Avi Bortnick, oltre a dimostrare abilità nell’utilizzo di effetti e sampling, ha
offerto una spina dorsale robusta sulla quale Scofield ha potuto divagare col consueto gusto e fantasia mentre il giovane
batterista Louis Cato ha confermato ciò che di buono si dice su di lui. Va dato merito all’organizzazione per aver
tentato di socializzare in tutta la città gli eventi e la risposta positiva, in un quartiere difficile come quello dell’Ariane,
fa ben sperare per il riscatto culturale e sociale delle classi meno fortunate. La prima parte della serata, dedicata al
repertorio di Jimi Hendrix e James Brown, ha visto esibirsi il gruppo locale The Jimi Brown Experience in cui si sono
distinti particolarmente Fred D’Oelsnitz alle tastiere (ed in un inaspettato solo alla tromba di matrice davisiana) e
Sebastien Chaumont al sassofono. In definitiva una bella serata in cui la musica si è mostrata per quello che dovrebbe
sempre essere: contenitore di orizzonti e non di confini.
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