11 565-570 - Recenti Progressi in Medicina
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Vol. 97, N. 10, Ottobre 2006 Pagg. 565-570 L’insight è un fattore prognostico favorevole nella cura della malattia mentale? Simone Vender, Nicola Poloni Riassunto. Il concetto di insight ha vissuto nella storia della psicologia, della psicoanalisi e della psichiatria alterne fortune ed è stato variamente interpretato a seconda del vertice di osservazione da cui è stato studiato. In psichiatria, l’insight è stato avvicinato al concetto di consapevolezza di malattia e, conseguentemente, la presenza e il grado di intensità dell’insight sono stati messi in relazione con l’aderenza ai trattamenti (compliance) e con l’evoluzione prognostica delle malattie mentali. Attraverso l’analisi dei vari modelli interpretativi riguardo l’insight, gli autori sottolineano come tracciare la storia di un possibile passaggio di questo concetto dal terreno della psicopatologia individuale al campo bipersonale della relazione terapeutica, dove si incontrano l’insight del paziente rispetto ai suoi disturbi e quello del terapeuta rispetto agli obiettivi della cura. Parole chiave. Insight, malattia mentale, prognosi, relazione terapeutica. Summary. Is the insight a favourable prognostic factor in the treatment of mental disorders? In the history of psychology, psychoanalysis and psychiatry, the concept of insight has had alternate fortunes and has been variously interpreted according to the observation apex from which it has been studied. In psychiatry, particularly, the insight has been considered close to the concept of disease consciouness and, consequently, the presence and the degree of intensity of insight have been put in relation with the adhesion to the treatments (the compliance) and the prognostic development of the mental disorders. With regard to the insight, through the analysis of several interpretative models, the authors emphasize how to draw the history of a possible passage of this concept from the side of individual psychopathology to the bi-personal side of therapeutic relationship, where the insight of the patient meets regarding its desease and that of the therapeutist regarding the objects of the treatment. Key words. Insight, mental disorders, prognosis, therapeutic relationship. Introduzione L’insight è prima di tutto “introspezione”, un Si può tuttavia arrivare a questa conoscenza di sé vedersi dentro, un’auto-osservazione che presupanche attraverso un vero e proprio processo intelletpone un temporaneo allontanamento da sé stessi tivo e/o emozionale, per cui l’insight diviene “comallo scopo di meglio conoscersi. Tale fenomeno inprensione” e “convinzione” di qualche aspetto importante e segreto di sé, raggiunte mediante un percortrospettivo può avvenire in maniera improvvisa so lungo e tortuoso. Giungere ad un insight riguarda secondo la psicologia della Gestalt: «l’insight si ripertanto ampliare la conoferisce all’improvvisa conscenza di sé e, parallelasapevolezza di una nuova mente, vedere la possibilità soluzione di un nuovo Il termine anglosassone “insight” può essedi risolvere un problema. problema»1. Caratteristire tradotto nella lingua italiana con le locuIn psicopatologia il ca dell’insight è, in questa zioni “vedere dentro alle cose” o “vedere dentro a una situazione”; è un termine di uso concetto di insight compaaccezione di fenomeno incorrente in psicologia, psicoanalisi e psire per la prima volta gratuitivo attraverso cui si chiatria, quasi abusato, e per questo si hanzie alle teorie di Aubrey giunge alla soluzione di no notevoli difficoltà se si vuole darne una Lewis2 con particolare riun problema che riguarda precisa definizione. ferimento alla sua imporse stessi, quella dell’imtanza nelle psicosi. prevedibilità. Dipartimento di Medicina Clinica-Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Varese-Como; Azienda Ospedaliera Universitaria di Circolo e Fondazione Macchi, Padiglione Antonini, Varese. Pervenuto il 18 settembre 2006. 566 Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006 In una fase storica nella quale ancora domina la concezione secondo cui la caratteristica distintiva della patologia psicotica rispetto a quella nevrotica è quella della mancanza, nella prima, della critica di malattia, Aubrey Lewis – sulla scia della psicopatologia di Karl Jaspers e di Eugen Bleuler e degli sviluppi della psicoanalisi di Sigmund Freud – osserva come i pazienti psicotici mantengano una certa capacità di affiancare alle idee deliranti una idea critica su di sé e sul proprio disagio. Il concetto di insight si confonde dunque fin dall’inizio, in ambito psicopatologico, con quello di consapevolezza di malattia con il quale viene, secondo alcuni autori, quasi a coincidere. In questa originaria impostazione del problema, l’insight costituisce pertanto un fenomeno categoriale del tipo “tutto o nulla”: il fenomeno è riconducibile alla semplice capacità del paziente di riconoscere e verbalizzare (conformandosi al giudizio dei medici) di essere affetto da un disturbo mentale, di cui è possibile registrare la presenza o, viceversa, l’assenza. La presenza di insight nel paziente è indicativa di una condizione di minor gravità clinica sia nel campo delle psicosi (dove comunque l’insight è per definizione deficitario) sia nelle condizioni di carattere nevrotico (dove la sua assenza indica forme particolarmente gravi della patologia ossessivo-compulsiva). Una posizione piuttosto originale rispetto a questa impostazione appare quella di Silvano Arieti3 che definisce l’insight come «la comprensione da parte del paziente della sua situazione, ivi compresi i fatti principali connessi con la sua malattia, il concetto del proprio stato e le circostanze che lo determinano. Alcuni pazienti non sanno di essere malati. Altri sanno di essere malati ma non sanno in che cosa consista la loro malattia. Altri ancora sanno qualche cosa circa la loro malattia ma non ne accettano la responsabilità e ne danno la colpa agli altri. Le forme più adeguate di insight includono la comprensione dell’effetto del proprio comportamento sugli altri, e anche un’utilizzazione costruttiva di quanto si sa allo scopo di modificare adeguatamente il comportamento». È ancora di Arieti la descrizione del cosiddetto “insight psicotico” grazie a cui il paziente «finalmente vede un significato e dei rapporti nelle sue esperienze, ma l’insight è psicotico perché fondato su processi mentali che si verificano solo in uno stato di psicosi». L’insight fa pertanto la sua comparsa in psichiatria come costrutto psicopatologico: si va dall’insight psicotico di Arieti (intuizione fulminante e chiarificatrice che spesso costituisce la porta di ingresso nella psicosi conclamata, collegandosi quindi direttamente alle intuizioni deliranti, avvenimento successivo allo stato d’animo delirante, wahnstimmung) che appartiene alla patologia della persona, alla consapevolezza di malattia descritta da Lewis negli psicotici a testimonianza e a sostegno di quel fenomeno del “doppio binario” già descritto da Bleuler per cui negli psicotici «le manifestazioni patologiche non avvengono in luogo di quelle sane, ma collateralmente ad esse». La presenza o l’assenza di insight rappresenta in questa seconda accezione, pertanto, un sintomo (o un segno) importante per valutare le condizioni psicopatologiche del soggetto, per effettuare una diagnosi e per indicare il livello di gravità della patologia stessa. L’interesse della psicopatologia per il concetto di insight non ha, però, un andamento lineare nel tempo e, dopo un periodo in cui gli articoli scientifici su tale argomento appaiono molto frequenti, si assiste a una sua graduale marginalizzazione. Insight e compliance Dopo tale periodo di parziale oblio si verifica una prepotente ricomparsa del concetto di insight che ci sembra coincidere con l’ingresso sulla scena degli psicofarmaci e lo sviluppo delle tecniche psicoterapiche, le quali proiettano un nuovo ottimismo rispetto alle possibilità di intervento terapeutico in ambito psichiatrico. Da un lato la psicoterapia analitica si confronta anche con il campo delle psicosi, mentre dall’altro lato la scoperta degli psicofarmaci rende necessaria una maggiore e più attiva partecipazione del paziente alla terapia. È a questo livello che l’insight assume anche una valenza clinica oltre che psicopatologica: la presenza di un buon insight può essere correlata a una migliore prognosi nella misura in cui una maggiore consapevolezza di malattia dovrebbe consentire al paziente di accettare in modo più maturo le terapie, comprese quelle psicofarmacologiche. L’insight è inteso sia come fenomeno categoriale, identificabile in termini di presenza o assenza, sia come costrutto dimensionale, articolato in differenti aspetti e caratterizzato da una fluttuazione diacronica nel singolo paziente: può essere messo in relazione a vari parametri psicopatologici e clinici quali l’aderenza al progetto terapeutico, la risposta al trattamento, la presenza e la gravità di alcuni sintomi. L’insight viene allora ripreso e sviluppato da vari autori soprattutto in relazione alla compliance e alla prognosi delle principali patologie psichiatriche. David4 propone una teoria sull’insight riconoscendo tre possibili dimensioni di questo, distinte ma ampiamente correlate fra loro: 1) la capacità di riconoscere sé stesso come malato; 2) la compliance (aderenza) al trattamento e 3) la capacità di identificare come patologici fenomeni mentali abnormi, quali – ad esempio – le allucinazioni e i deliri. McEvoy et al.5,6 definiscono l’insight come la capacità da parte del paziente di avere consapevolezza di malattia, di riconoscere la necessità di un trattamento che possa comprendere anche l’eventualità di un ricovero ospedaliero. S. Vender, N. Poloni: L’insight è un fattore prognostico favorevole nella cura della malattia mentale? 567 Amador et al.7 l’hanno descritto in modo pluTeorie e modelli sull’insight ridimensionale riconoscendo il parametro della consapevolezza di malattia mentale, degli effetti Quattro modelli interpretativi sono stati ottenuti con la terapia farmacologica, delle conproposti per riassumere e differenziare le teorie seguenze sociali del disturbo mentale e dell’attriche hanno avuto come oggetto di studio l’insibuzione di specifici sintomi a specifici disturbi, ght. della consapevolezza dell’opinione degli altri e della “anosodiaphoria” cioè dell’indifferenza del paziente nei confronti del disturbo mentale o de1. INSIGHT COME MECCANISMO DI DIFESA gli specifici sintomi. McGorry e McConville8,9, facendo riferimento alL’atteggiamento del paziente verso la malatl’importanza di instaurare un trattamento precoce tia in una condizione di psicosi acuta diviene un nei pazienti affetti da paelemento centrale per tologia psicotica, segnalavalutare l’evoluzione no la presenza di insight possibile della patologia come positivamente correpsicotica: così un riconoL’insight, in psicopatologia, assume una nuova importanza in rapporto alle recenti lata ad una migliore quascimento dell’esperienza possibilità terapeutiche che si sono svilità di vita. psicotica come tale e una luppate nel corso degli anni sia in campo sua più o meno completa psicoterapico che in campo neuropsicoNascono, in corrisponaccettazione, accompafarmacologico: rintracciamo la peculiarità denza di questa trasforgnata da tentativi di indi tale trasformazione nel passaggio delmazione, anche i primi tegrazione nella propria l’insight dal campo della psicopatologia intentativi di misurare il storia individuale (attegdividuale a quello della psicopatologia solivello dell’insight nei giamento di “integraciale, da fenomeno individuale a momento singoli pazienti: nel tion”), possono portare il relazionale. 1989 è proposto da McEmalato, che richiede provoy e coll. l’ITAQ (Insight prio per i motivi indicati and Treatment Attitude un aiuto terapeutico, a Questionnaire), che può essere considerato il primo sperimentare meno dolorosamente i vissuti destrumento per la valutazione standardizzata delpressivi che subentrano alla crisi rendendolo l’insight, mentre – sulla scorta delle considerazioni maggiormente sensibile e responsivo a un perdel gruppo di Amador10 – viene elaborato il SUMD corso psicoterapico. Al contrario, un atteggia(Scale to Assess Unawareness of Mental Disorders) mento ostinato di negazione della malattia porta che ha la caratteristica di essere indipendente dalil paziente a cancellare, a mettere una sorta di sila categorizzazione nosografica. Un’altra scala di gillo e di chiusura rigida sulla crisi (atteggiavalutazione molto utilizzata è la BABS (Brown Asmento di “sealing over”): tale soluzione, tuttavia, sessment of Beliefs Scale) che pure misura sopratconduce verso un’evoluzione caratterizzata da tutto l’aspetto dimensionale per cui si applica in episodi acuti di malattia più o meno frequenti, e tutte le condizioni psicopatologiche11. al rifiuto ad impegnarsi in terapie prolungate ed ancor meno in una psicoterapia13-15. Osservazione importante è quella che nella letteratura psichiatrica esistono solo pochi lavori che 2. INSIGHT COME PERCORSO COGNITIVO hanno focalizzato l’interesse su questo argomento in rapporto ai disturbi non psicotici e quasi tutti questi lavori si sono concentrati sul disturbo osIn questo modello l’insight non è inteso come sessivo-compulsivo (perché vi sarebbe un contiatteggiamento verso la malattia, bensì come una nuum fra ossessioni vere e proprie e deliri, passerie di eventi mentali che avvengono nel tempo, sando attraverso le idee prevalenti12), a conferma eventi che portano all’attribuzione di un significato e alla comprensione dei diversi sintomi psichici di come l’argomento insight susciti interesse prine su cui si può intervenire con metodi di tipo psicocipalmente in rapporto al concetto di consapevoeducazionale16-19. lezza di malattia e conseguentemente a quello di aderenza alle cure. Maggiore interesse suscitano i lavori che descrivono assenza di insight nel corso di un attacco di panico: si mette qui in relazione l’assenza dell’insight con il fenomeno della dissociazione (derealizzazione e depersonalizzazione) e con le sue eventuali parentele con la dissociazione psicotica. Analoghe considerazioni possono essere condotte rispetto al disturbo post-traumatico da stress (consapevolezza non di malattia, ma di uno stato parafisiologico derivante da eventi di vita). 3. INSIGHT COME DEFICIT (MODELLO NEUROPSICOLOGICO) A partire dalle osservazioni di Aubrey Lewis2 sulle similitudini tra la mancanza di insight nello psicotico e l’anosognosia e la patologia del lobo frontale per arrivare a studi più recenti come quelli di Goldberg e Barr20 e di Lysaker21, sono messe in stretta relazione le alterazioni della consapevolezza di malattia con lesioni di specifiche e localizzate aree cerebrali. 568 Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006 4. INSIGHT COME STATO O TRATTO DI PERSONALITÀ La presenza di queste caratteristiche in un paziente presuppone che lo stesso abbia già messo in atto meccanismi di elaborazione su propri È questo il modello che a – partire dagli studi insight (illuminazioni) e che preveda già spiegadi Amador22 – ha dato origine all’elaborazione di strumenti standardizzati per la valutazione dizioni per questi: il terapeuta può allora non far mensionale dell’insight, oppure come sintomo caaltro che confermare tali spiegazioni (con l’autoratteristico, quasi patognomonico, della patologia rità che gli conferisce il suo status di medico psischizofrenica23 secondo un modello che potremmo chiatra); ma la relazione – a questo punto – è vedefinire clinico. ramente terapeutica? La conferma da parte del clinico o anche dell’operatore psichiatrico di ciò che pensa di sé il paziente porta ad una prognosi Alcune domande – e soprattutto ad un’effettiva evoluzione – più favorevoli? A questo punto ci pare utile tornare su un conIl problema non è semplice: interessante e sugcetto che è indubbiamente centrale rispetto al gestiva appare l’osservazione tratta dalla letteraproblema dell’insight: considerando – in accordo tura che, se da un lato alcuni lavori sostengono la con Sacerdoti e Spacal24, autori di quella che può presenza di una stretta relazione tra gravità del essere definita come la più rigorosa e completa quadro psicopatologico globale e consapevolezza revisione della letteratudi malattia23,26-28, dall’alra psicoanalitica sull’intro vi sono contributi che sight – che il dato unifisostengono la tesi radiNon possiamo dimenticare, a proposito delcatore di un concetto, per calmente opposta 29-31 . la relazione terapeutica, le parole di SaloMeno controversa appare il resto estremamente camon Resnik, che ha una grandissima espeinvece la relazione inverleidoscopico e cangiante, rienza clinica della psicosi: «Sviluppare un sa che esisterebbe tra alè quello della “trasforinsight vuol dire vedersi, o uscire da se mazione conoscitiva”, cuni sintomi specifici delstessi per vedersi, e mettersi in contatto ci chiediamo se tale trale psicosi (disturbi della con vari aspetti del proprio edificio corpoforma del pensiero, comsformazione avvenga in reo. Ma questo processo è angoscioso, poiportamento disorganizzamaniera improvvisa, inaché il malato deve mettersi in contatto con to, idee di grandiosità) e spettata e fulminante, le rovine o con ciò che è distrutto in lui»33. la consapevolezza di maoppure se, invece, avvenlattia7,32. ga attraverso un processo lento e faticoso. L’obiettivo della relazione terapeutica non A questo proposito è particolarmente felice l’ospuò invece essere quello di stimolare nuovi insight servazione proposta dallo psicoanalista argentino che conducano a strade terapeutiche meno cronicizHoracio Etchegoyen25, il quale pone la differenza fra insight ed elaborazione, intesi come due prozate ovvero quello di proteggere il paziente da insight cessi distinti in base al loro sviluppo temporale: pericolosi (psicotici, secondo l’accezione di Arieti)? egli, infatti, afferma che «l’insight è una forma di Un altro obiettivo terapeutico non potrebbe esconoscenza nuova, distinta, improvvisa, in qualsere ancora quello, un po’ paradossale, di introche modo folgorante, mentre l’elaborazione è un durre elementi di speranza che si fondano anche lavoro che nel tempo permette di acquisire consu una riduzione dell’angosciosa consapevolezza vinzione intellettuale ed emotiva della nuova codella propria malattia, soprattutto quando si tratnoscenza e di tradurla pienamente in parole; in alta di pazienti gravi? Il ruolo più utile del terapeutri termini: l’insight è sincrono e l’elaborazione è ta potrebbe allora essere quello di digerire gli indiacronica». sight pericolosi per il paziente e di stimolare quelli più promettenti. Non è pertanto possibile valutare da un punto di vista prognostico l’insight senza tener conto del suo contenuto e della sua influenza sullo stato emotivo. Nel corso degli anni, il concetto di insight in psicopatologia e in psichiatria clinica si è progressivamente spostato verso quello che Insight come bisogno di cura Etchegoyen ha identificato come un progressie insight del terapeuta come qualità di cura vo processo mentale di elaborazione: premessa di una possibile relazione terapeutica e delLe molteplici definizioni di insight, come abbial’avvio di questo processo è la presenza di un mo visto, sono quindi anche connesse agli scopi che insight inteso come l’autentica consapevolezza, il terapeuta si propone nella terapia: quando, infatche può essere variamente dimostrata all’altro, ti, l’insight non è più considerato una caratteristica di avere una malattia (o di riconoscere se stesesclusiva della psicopatologia del paziente (categoso come malato), di avere necessità di una teriale o dimensionale), ma diventa una vicenda che rapia (di solito farmacologica), di avere evenriguarda la sua capacità di conoscenza, la sua intuitualmente necessità anche di un ricovero ospezione, la trasformazione della sua sintomatologia, è daliero. ovvio che il discorso diviene molto più complesso. S. Vender, N. Poloni: L’insight è un fattore prognostico favorevole nella cura della malattia mentale? 569 Si può dire con Gabbard34 che l’insight può perdo crolla questa dinamica e precaria situazione: i dere addirittura il suo significato di obiettivo delterapeuti si trovano allora di fronte all’emergere la psicoterapia o della psicoanalisi, se il terapeuta della consapevolezza della gravità nel paziente e si rende piuttosto disponibile allo sviluppo di nuonei suoi familiari, consapevolezza che porta ad una ve “relazioni d’oggetto” e quindi alla modificazione crisi acuta; paradossalmente, queste evenienze dei rapporti, piuttosto che alla conoscenza. Indidrammatiche – che accadono per lo più in ambienpendentemente dal fatto che la psicoterapia sia te chirurgico allorché l’angoscia si diffonde in moorientata verso il polo supportivo o quello espresdo circolare fra paziente, familiari ed istituzione sivo, il miglioramento della qualità delle relazioni curante – essendo espressione proprio del tempodiventa sempre più lo scopo principale, perché al raneo fallimento della negazione della gravità cligiorno d’oggi le sofferenze dei pazienti riguardano nica, sono più facili da ricomporre, perché vi è un soprattutto la qualità delcomune interesse al le loro relazioni sociali e trionfo dell’onnipotenza personali piuttosto che dei terapeuti. Il curante deve essere in grado di ragsintomi ben codificabili. giungere una consapevolezza precisa Questo cambiamento noAlla luce di queste ridella sofferenza del suo paziente, deve tevole nel modo di conceflessioni, spostare l’obietessere capace di “vedere dentro alle cose” [o pire la cura ed i suoi obiettivo del progetto terapeu“vedere dentro a una situazione”, come nella tivi, comporta di necessità tico significa che lo scopo traduzione letterale del termine], le cose che che il curante stesso della cura deve diventare riguardano i vissuti, le fantasie, i comportasviluppi una sua capail cambiamento della primenti del suo paziente; ma, soprattutto, il cucità di insight. gione in cui il paziente rante deve esser certo della capacità del paIn questo senso, anche psichiatrico (per motivi ziente di affrontare e sopportare la sofferense elaborata in altro conpatologici, relazionali e za dettata dalla consapevolezza della sua testo teorico, merita attensociali) si trova rinchiuso: realtà psichica. zione la tesi dei Baranger essa al giorno d’oggi non secondo cui l’insight è opeè più costituita dalle mura di due persone, è un fera asilari, ma dalla manomeno che riguarda la qualità del campo bipersolattia stessa, dalla stigmatizzazione sociale, dalla nale che si realizza durante il trattamento35. vergogna per i disturbi mentali, che costituiscono Se tutto questo in psicoanalisi o in psicoterapia nel complesso una nuova gabbia36. può essere dato come abbastanza scontato, anche Quindi il raggiungimento di una minima quota se non sempre raggiunto, in psichiatria si è più di libertà nelle relazioni con gli altri è lo scopo di ogni progetto di cura – insight o consapevolezza portati a considerare l’insight come una caratteridel paziente e del terapeuta (delle caratteristiche, stica esclusiva del paziente, quindi come un fattodelle fantasie, delle emozioni e delle capacità del re che riguarda fondamentalmente l’adesione alle cure, al progetto terapeutico, alla sua “adozione” paziente), dunque insight bi-personale – sono uno nell’universo psichiatrico. Se, per i pazienti gravi, strumento del rapporto terapeutico e del percorso la presenza di questa compliance costituisce cerdel trattamento. tamente un fattore di prognosi più favorevole, non Questo è quello che dovrebbe avvenire durante si può certo dimenticare come questo processo di la fase intermedia della terapia, mentre è indubbio affiliazione porti con sé i rischi della cronicizzache nella fase iniziale è assolutamente indispenzione della malattia: la consapevolezza di malatsabile considerare nell’accezione classica l’insight, tia può infatti realizzarsi in una adesione contila cui valutazione consente di diversificare le pronuativa alle istituzioni psichiatriche. poste terapeutiche. In questo senso è consigliabile Per questa serie di considerazioni, è opportuno inserire nell’intervista iniziale una osservazione, che la psichiatria sposti alquanto il suo obiettivo, una interpretazione o un punto di vista che rovetenendo conto che talora si ha un’evoluzione favosci decisamente il modo abituale che il paziente ha revole nella stessa schizofrenia proprio a scapito di vedere le cose a proposito della propria situadella consapevolezza e dell’insight15: infatti, i pazione psichica: «come una sorta di ballon d’essai zienti che dopo l’episodio acuto riescono a manteche permetta di evidenziare il grado di insight, la nere il meccanismo di “sealing over” prima decapacità di approfondimento, il grado di tolleranza scritto, possono condurre per periodi anche prodel paziente nell’incontrare nuovi livelli di conolungati una vita apparentemente normale. Questo scenza dei propri movimenti interiori»37. rifiuto o negazione della malattia mentale può essere paragonato a quello di coloro che, nel corso di malattie somatiche gravi, riescono ad instaurare Insight come bisogno di cura nel pazienun meccanismo psicologico per allontanare dalla te e insight del terapeuta come qualità propria consapevolezza la gravità clinica: esso condella cura che può essere utile al paziensente di mantenere una condizione di tranquillità, te costituiscono una relazione dinamica: attraraggiunta anche per mezzo di un condiviso riconoverso le diverse vicende del trattamento, essa scimento dell’onnipotenza terapeutica del grande risulta un indicatore della bontà del progetto chirurgo o del grande clinico. Lo psichiatra, infated un fattore importante dei suoi esiti. ti, viene coinvolto nelle sue competenze solo quan- 570 Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006 Bibliografia 1. Darley JM, Glucksberg S, Kinchla RA. Psicologia. Sensazione e percezione. 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