11 565-570 - Recenti Progressi in Medicina

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11 565-570 - Recenti Progressi in Medicina
Vol. 97, N. 10, Ottobre 2006
Pagg. 565-570
L’insight è un fattore prognostico favorevole
nella cura della malattia mentale?
Simone Vender, Nicola Poloni
Riassunto. Il concetto di insight ha vissuto nella storia della psicologia, della psicoanalisi e della psichiatria alterne fortune ed è stato variamente interpretato a seconda del vertice di osservazione da cui è stato studiato. In psichiatria, l’insight è stato avvicinato al concetto di consapevolezza di malattia e, conseguentemente, la presenza e il grado di intensità dell’insight sono stati messi in relazione con l’aderenza ai trattamenti (compliance) e
con l’evoluzione prognostica delle malattie mentali. Attraverso l’analisi dei vari modelli interpretativi riguardo l’insight, gli autori sottolineano come tracciare la storia di un possibile passaggio di questo concetto dal terreno della psicopatologia individuale al campo bipersonale della relazione terapeutica, dove si incontrano l’insight del paziente rispetto ai
suoi disturbi e quello del terapeuta rispetto agli obiettivi della cura.
Parole chiave. Insight, malattia mentale, prognosi, relazione terapeutica.
Summary. Is the insight a favourable prognostic factor in the treatment of mental disorders?
In the history of psychology, psychoanalysis and psychiatry, the concept of insight has
had alternate fortunes and has been variously interpreted according to the observation
apex from which it has been studied. In psychiatry, particularly, the insight has been considered close to the concept of disease consciouness and, consequently, the presence and
the degree of intensity of insight have been put in relation with the adhesion to the treatments (the compliance) and the prognostic development of the mental disorders. With regard to the insight, through the analysis of several interpretative models, the authors emphasize how to draw the history of a possible passage of this concept from the side of individual psychopathology to the bi-personal side of therapeutic relationship, where the
insight of the patient meets regarding its desease and that of the therapeutist regarding
the objects of the treatment.
Key words. Insight, mental disorders, prognosis, therapeutic relationship.
Introduzione
L’insight è prima di tutto “introspezione”, un
Si può tuttavia arrivare a questa conoscenza di sé
vedersi dentro, un’auto-osservazione che presupanche attraverso un vero e proprio processo intelletpone un temporaneo allontanamento da sé stessi
tivo e/o emozionale, per cui l’insight diviene “comallo scopo di meglio conoscersi. Tale fenomeno inprensione” e “convinzione” di qualche aspetto importante e segreto di sé, raggiunte mediante un percortrospettivo può avvenire in maniera improvvisa
so lungo e tortuoso. Giungere ad un insight riguarda
secondo la psicologia della Gestalt: «l’insight si ripertanto ampliare la conoferisce all’improvvisa conscenza di sé e, parallelasapevolezza di una nuova
mente, vedere la possibilità
soluzione di un nuovo
Il termine anglosassone “insight” può essedi risolvere un problema.
problema»1. Caratteristire tradotto nella lingua italiana con le locuIn psicopatologia il
ca dell’insight è, in questa
zioni “vedere dentro alle cose” o “vedere
dentro a una situazione”; è un termine di uso
concetto di insight compaaccezione di fenomeno incorrente in psicologia, psicoanalisi e psire per la prima volta gratuitivo attraverso cui si
chiatria, quasi abusato, e per questo si hanzie alle teorie di Aubrey
giunge alla soluzione di
no notevoli difficoltà se si vuole darne una
Lewis2 con particolare riun problema che riguarda
precisa definizione.
ferimento alla sua imporse stessi, quella dell’imtanza nelle psicosi.
prevedibilità.
Dipartimento di Medicina Clinica-Psichiatria, Università degli Studi dell’Insubria, Varese-Como; Azienda Ospedaliera Universitaria di Circolo e Fondazione Macchi, Padiglione Antonini, Varese.
Pervenuto il 18 settembre 2006.
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Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006
In una fase storica nella quale ancora domina la
concezione secondo cui la caratteristica distintiva
della patologia psicotica rispetto a quella nevrotica
è quella della mancanza, nella prima, della critica
di malattia, Aubrey Lewis – sulla scia della psicopatologia di Karl Jaspers e di Eugen Bleuler e degli sviluppi della psicoanalisi di Sigmund Freud –
osserva come i pazienti psicotici mantengano una
certa capacità di affiancare alle idee deliranti una
idea critica su di sé e sul proprio disagio.
Il concetto di insight si confonde dunque fin dall’inizio, in ambito psicopatologico, con quello di consapevolezza di malattia con il quale viene, secondo alcuni autori, quasi a coincidere. In questa originaria impostazione del problema, l’insight
costituisce pertanto un fenomeno categoriale del tipo “tutto o nulla”: il fenomeno è riconducibile alla
semplice capacità del paziente di riconoscere e verbalizzare (conformandosi al giudizio dei medici) di
essere affetto da un disturbo mentale, di cui è possibile registrare la presenza o, viceversa, l’assenza. La
presenza di insight nel paziente è indicativa di una
condizione di minor gravità clinica sia nel campo delle psicosi (dove comunque l’insight è per definizione
deficitario) sia nelle condizioni di carattere nevrotico (dove la sua assenza indica forme particolarmente gravi della patologia ossessivo-compulsiva).
Una posizione piuttosto originale rispetto a questa impostazione appare quella di Silvano Arieti3
che definisce l’insight come «la comprensione da
parte del paziente della sua situazione, ivi
compresi i fatti principali connessi con la sua malattia, il concetto del proprio stato e le circostanze
che lo determinano. Alcuni pazienti non sanno di
essere malati. Altri sanno di essere malati ma non
sanno in che cosa consista la loro malattia. Altri ancora sanno qualche cosa circa la loro malattia ma
non ne accettano la responsabilità e ne danno la
colpa agli altri. Le forme più adeguate di insight includono la comprensione dell’effetto del proprio
comportamento sugli altri, e anche un’utilizzazione
costruttiva di quanto si sa allo scopo di modificare
adeguatamente il comportamento». È ancora di
Arieti la descrizione del cosiddetto “insight psicotico” grazie a cui il paziente «finalmente vede un significato e dei rapporti nelle sue esperienze, ma
l’insight è psicotico perché fondato su processi mentali che si verificano solo in uno stato di psicosi».
L’insight fa pertanto la sua comparsa in psichiatria come costrutto psicopatologico: si va dall’insight psicotico di Arieti (intuizione fulminante e chiarificatrice che spesso costituisce la porta
di ingresso nella psicosi conclamata, collegandosi
quindi direttamente alle intuizioni deliranti, avvenimento successivo allo stato d’animo delirante, wahnstimmung) che appartiene alla patologia
della persona, alla consapevolezza di malattia descritta da Lewis negli psicotici a testimonianza e
a sostegno di quel fenomeno del “doppio binario”
già descritto da Bleuler per cui negli psicotici «le
manifestazioni patologiche non avvengono in luogo di quelle sane, ma collateralmente ad esse».
La presenza o l’assenza di insight rappresenta
in questa seconda accezione, pertanto, un sintomo
(o un segno) importante per valutare le condizioni
psicopatologiche del soggetto, per effettuare una
diagnosi e per indicare il livello di gravità della patologia stessa.
L’interesse della psicopatologia per il concetto di insight non ha, però, un andamento lineare
nel tempo e, dopo un periodo in cui gli articoli
scientifici su tale argomento appaiono molto frequenti, si assiste a una sua graduale marginalizzazione.
Insight e compliance
Dopo tale periodo di parziale oblio si verifica
una prepotente ricomparsa del concetto di insight
che ci sembra coincidere con l’ingresso sulla scena
degli psicofarmaci e lo sviluppo delle tecniche psicoterapiche, le quali proiettano un nuovo ottimismo rispetto alle possibilità di intervento terapeutico in ambito psichiatrico. Da un lato la psicoterapia analitica si confronta anche con il campo delle
psicosi, mentre dall’altro lato la scoperta degli psicofarmaci rende necessaria una maggiore e più attiva partecipazione del paziente alla terapia.
È a questo livello che l’insight assume anche
una valenza clinica oltre che psicopatologica: la
presenza di un buon insight può essere correlata a una migliore prognosi nella misura in cui
una maggiore consapevolezza di malattia dovrebbe consentire al paziente di accettare in
modo più maturo le terapie, comprese quelle
psicofarmacologiche.
L’insight è inteso sia come fenomeno categoriale,
identificabile in termini di presenza o assenza, sia
come costrutto dimensionale, articolato in differenti
aspetti e caratterizzato da una fluttuazione diacronica nel singolo paziente: può essere messo in relazione a vari parametri psicopatologici e clinici quali
l’aderenza al progetto terapeutico, la risposta al trattamento, la presenza e la gravità di alcuni sintomi.
L’insight viene allora ripreso e sviluppato da vari autori soprattutto in relazione alla compliance e
alla prognosi delle principali patologie psichiatriche. David4 propone una teoria sull’insight riconoscendo tre possibili dimensioni di questo, distinte
ma ampiamente correlate fra loro: 1) la capacità di
riconoscere sé stesso come malato; 2) la compliance
(aderenza) al trattamento e 3) la capacità di identificare come patologici fenomeni mentali abnormi,
quali – ad esempio – le allucinazioni e i deliri.
McEvoy et al.5,6 definiscono l’insight come la capacità da parte del paziente di avere consapevolezza di malattia, di riconoscere la necessità di un trattamento che possa comprendere anche l’eventualità
di un ricovero ospedaliero.
S. Vender, N. Poloni: L’insight è un fattore prognostico favorevole nella cura della malattia mentale?
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Amador et al.7 l’hanno descritto in modo pluTeorie e modelli sull’insight
ridimensionale riconoscendo il parametro della
consapevolezza di malattia mentale, degli effetti
Quattro modelli interpretativi sono stati
ottenuti con la terapia farmacologica, delle conproposti per riassumere e differenziare le teorie
seguenze sociali del disturbo mentale e dell’attriche hanno avuto come oggetto di studio l’insibuzione di specifici sintomi a specifici disturbi,
ght.
della consapevolezza dell’opinione degli altri e
della “anosodiaphoria” cioè dell’indifferenza del
paziente nei confronti del disturbo mentale o de1. INSIGHT COME MECCANISMO DI DIFESA
gli specifici sintomi.
McGorry e McConville8,9, facendo riferimento alL’atteggiamento del paziente verso la malatl’importanza di instaurare un trattamento precoce
tia in una condizione di psicosi acuta diviene un
nei pazienti affetti da paelemento centrale per
tologia psicotica, segnalavalutare l’evoluzione
no la presenza di insight
possibile della patologia
come positivamente correpsicotica: così un riconoL’insight, in psicopatologia, assume una
nuova importanza in rapporto alle recenti
lata ad una migliore quascimento dell’esperienza
possibilità terapeutiche che si sono svilità di vita.
psicotica come tale e una
luppate nel corso degli anni sia in campo
sua più o meno completa
psicoterapico che in campo neuropsicoNascono, in corrisponaccettazione, accompafarmacologico: rintracciamo la peculiarità
denza di questa trasforgnata da tentativi di indi tale trasformazione nel passaggio delmazione, anche i primi
tegrazione nella propria
l’insight dal campo della psicopatologia intentativi di misurare il
storia individuale (attegdividuale a quello della psicopatologia solivello dell’insight nei
giamento di “integraciale, da fenomeno individuale a momento
singoli pazienti: nel
tion”), possono portare il
relazionale.
1989 è proposto da McEmalato, che richiede provoy e coll. l’ITAQ (Insight
prio per i motivi indicati
and Treatment Attitude
un aiuto terapeutico, a
Questionnaire), che può essere considerato il primo
sperimentare meno dolorosamente i vissuti destrumento per la valutazione standardizzata delpressivi che subentrano alla crisi rendendolo
l’insight, mentre – sulla scorta delle considerazioni
maggiormente sensibile e responsivo a un perdel gruppo di Amador10 – viene elaborato il SUMD
corso psicoterapico. Al contrario, un atteggia(Scale to Assess Unawareness of Mental Disorders)
mento ostinato di negazione della malattia porta
che ha la caratteristica di essere indipendente dalil paziente a cancellare, a mettere una sorta di sila categorizzazione nosografica. Un’altra scala di
gillo e di chiusura rigida sulla crisi (atteggiavalutazione molto utilizzata è la BABS (Brown Asmento di “sealing over”): tale soluzione, tuttavia,
sessment of Beliefs Scale) che pure misura sopratconduce verso un’evoluzione caratterizzata da
tutto l’aspetto dimensionale per cui si applica in
episodi acuti di malattia più o meno frequenti, e
tutte le condizioni psicopatologiche11.
al rifiuto ad impegnarsi in terapie prolungate ed
ancor meno in una psicoterapia13-15.
Osservazione importante è quella che nella letteratura psichiatrica esistono solo pochi lavori che
2. INSIGHT COME PERCORSO COGNITIVO
hanno focalizzato l’interesse su questo argomento
in rapporto ai disturbi non psicotici e quasi tutti
questi lavori si sono concentrati sul disturbo osIn questo modello l’insight non è inteso come
sessivo-compulsivo (perché vi sarebbe un contiatteggiamento verso la malattia, bensì come una
nuum fra ossessioni vere e proprie e deliri, passerie di eventi mentali che avvengono nel tempo,
sando attraverso le idee prevalenti12), a conferma
eventi che portano all’attribuzione di un significato e alla comprensione dei diversi sintomi psichici
di come l’argomento insight susciti interesse prine su cui si può intervenire con metodi di tipo psicocipalmente in rapporto al concetto di consapevoeducazionale16-19.
lezza di malattia e conseguentemente a quello di
aderenza alle cure.
Maggiore interesse suscitano i lavori che descrivono assenza di insight nel corso di un attacco di panico: si mette qui in relazione l’assenza
dell’insight con il fenomeno della dissociazione
(derealizzazione e depersonalizzazione) e con le
sue eventuali parentele con la dissociazione psicotica. Analoghe considerazioni possono essere
condotte rispetto al disturbo post-traumatico da
stress (consapevolezza non di malattia, ma di
uno stato parafisiologico derivante da eventi di
vita).
3. INSIGHT COME DEFICIT
(MODELLO NEUROPSICOLOGICO)
A partire dalle osservazioni di Aubrey Lewis2
sulle similitudini tra la mancanza di insight nello
psicotico e l’anosognosia e la patologia del lobo
frontale per arrivare a studi più recenti come quelli di Goldberg e Barr20 e di Lysaker21, sono messe
in stretta relazione le alterazioni della consapevolezza di malattia con lesioni di specifiche e localizzate aree cerebrali.
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4. INSIGHT COME STATO O TRATTO DI PERSONALITÀ
La presenza di queste caratteristiche in un
paziente presuppone che lo stesso abbia già messo in atto meccanismi di elaborazione su propri
È questo il modello che a – partire dagli studi
insight (illuminazioni) e che preveda già spiegadi Amador22 – ha dato origine all’elaborazione di
strumenti standardizzati per la valutazione dizioni per questi: il terapeuta può allora non far
mensionale dell’insight, oppure come sintomo caaltro che confermare tali spiegazioni (con l’autoratteristico, quasi patognomonico, della patologia
rità che gli conferisce il suo status di medico psischizofrenica23 secondo un modello che potremmo
chiatra); ma la relazione – a questo punto – è vedefinire clinico.
ramente terapeutica? La conferma da parte del
clinico o anche dell’operatore psichiatrico di ciò
che pensa di sé il paziente porta ad una prognosi
Alcune domande
– e soprattutto ad un’effettiva evoluzione – più
favorevoli?
A questo punto ci pare utile tornare su un conIl problema non è semplice: interessante e sugcetto che è indubbiamente centrale rispetto al
gestiva appare l’osservazione tratta dalla letteraproblema dell’insight: considerando – in accordo
tura che, se da un lato alcuni lavori sostengono la
con Sacerdoti e Spacal24, autori di quella che può
presenza di una stretta relazione tra gravità del
essere definita come la più rigorosa e completa
quadro psicopatologico globale e consapevolezza
revisione della letteratudi malattia23,26-28, dall’alra psicoanalitica sull’intro vi sono contributi che
sight – che il dato unifisostengono la tesi radiNon possiamo dimenticare, a proposito delcatore di un concetto, per
calmente opposta 29-31 .
la
relazione
terapeutica,
le
parole
di
SaloMeno controversa appare
il resto estremamente camon Resnik, che ha una grandissima espeinvece la relazione inverleidoscopico e cangiante,
rienza clinica della psicosi: «Sviluppare un
sa che esisterebbe tra alè quello della “trasforinsight vuol dire vedersi, o uscire da se
mazione conoscitiva”,
cuni sintomi specifici delstessi per vedersi, e mettersi in contatto
ci chiediamo se tale trale psicosi (disturbi della
con vari aspetti del proprio edificio corpoforma del pensiero, comsformazione avvenga in
reo. Ma questo processo è angoscioso, poiportamento disorganizzamaniera improvvisa, inaché il malato deve mettersi in contatto con
to, idee di grandiosità) e
spettata e fulminante,
le rovine o con ciò che è distrutto in lui»33.
la consapevolezza di maoppure se, invece, avvenlattia7,32.
ga attraverso un processo lento e faticoso.
L’obiettivo della relazione terapeutica non
A questo proposito è particolarmente felice l’ospuò invece essere quello di stimolare nuovi insight
servazione proposta dallo psicoanalista argentino
che conducano a strade terapeutiche meno cronicizHoracio Etchegoyen25, il quale pone la differenza
fra insight ed elaborazione, intesi come due prozate ovvero quello di proteggere il paziente da insight
cessi distinti in base al loro sviluppo temporale:
pericolosi (psicotici, secondo l’accezione di Arieti)?
egli, infatti, afferma che «l’insight è una forma di
Un altro obiettivo terapeutico non potrebbe esconoscenza nuova, distinta, improvvisa, in qualsere ancora quello, un po’ paradossale, di introche modo folgorante, mentre l’elaborazione è un
durre elementi di speranza che si fondano anche
lavoro che nel tempo permette di acquisire consu una riduzione dell’angosciosa consapevolezza
vinzione intellettuale ed emotiva della nuova codella propria malattia, soprattutto quando si tratnoscenza e di tradurla pienamente in parole; in alta di pazienti gravi? Il ruolo più utile del terapeutri termini: l’insight è sincrono e l’elaborazione è
ta potrebbe allora essere quello di digerire gli indiacronica».
sight pericolosi per il paziente e di stimolare quelli più promettenti. Non è pertanto possibile
valutare da un punto di vista prognostico l’insight
senza tener conto del suo contenuto e della sua influenza sullo stato emotivo.
Nel corso degli anni, il concetto di insight
in psicopatologia e in psichiatria clinica si
è progressivamente spostato verso quello che
Insight come bisogno di cura
Etchegoyen ha identificato come un progressie insight del terapeuta come qualità di cura
vo processo mentale di elaborazione: premessa
di una possibile relazione terapeutica e delLe molteplici definizioni di insight, come abbial’avvio di questo processo è la presenza di un
mo
visto, sono quindi anche connesse agli scopi che
insight inteso come l’autentica consapevolezza,
il terapeuta si propone nella terapia: quando, infatche può essere variamente dimostrata all’altro,
ti, l’insight non è più considerato una caratteristica
di avere una malattia (o di riconoscere se stesesclusiva della psicopatologia del paziente (categoso come malato), di avere necessità di una teriale o dimensionale), ma diventa una vicenda che
rapia (di solito farmacologica), di avere evenriguarda la sua capacità di conoscenza, la sua intuitualmente necessità anche di un ricovero ospezione, la trasformazione della sua sintomatologia, è
daliero.
ovvio che il discorso diviene molto più complesso.
S. Vender, N. Poloni: L’insight è un fattore prognostico favorevole nella cura della malattia mentale?
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Si può dire con Gabbard34 che l’insight può perdo crolla questa dinamica e precaria situazione: i
dere addirittura il suo significato di obiettivo delterapeuti si trovano allora di fronte all’emergere
la psicoterapia o della psicoanalisi, se il terapeuta
della consapevolezza della gravità nel paziente e
si rende piuttosto disponibile allo sviluppo di nuonei suoi familiari, consapevolezza che porta ad una
ve “relazioni d’oggetto” e quindi alla modificazione
crisi acuta; paradossalmente, queste evenienze
dei rapporti, piuttosto che alla conoscenza. Indidrammatiche – che accadono per lo più in ambienpendentemente dal fatto che la psicoterapia sia
te chirurgico allorché l’angoscia si diffonde in moorientata verso il polo supportivo o quello espresdo circolare fra paziente, familiari ed istituzione
sivo, il miglioramento della qualità delle relazioni
curante – essendo espressione proprio del tempodiventa sempre più lo scopo principale, perché al
raneo fallimento della negazione della gravità cligiorno d’oggi le sofferenze dei pazienti riguardano
nica, sono più facili da ricomporre, perché vi è un
soprattutto la qualità delcomune interesse al
le loro relazioni sociali e
trionfo dell’onnipotenza
personali piuttosto che
dei terapeuti.
Il curante deve essere in grado di ragsintomi ben codificabili.
giungere una consapevolezza precisa
Questo cambiamento noAlla luce di queste ridella sofferenza del suo paziente, deve
tevole nel modo di conceflessioni, spostare l’obietessere capace di “vedere dentro alle cose” [o
pire la cura ed i suoi obiettivo del progetto terapeu“vedere dentro a una situazione”, come nella
tivi, comporta di necessità
tico significa che lo scopo
traduzione letterale del termine], le cose che
che il curante stesso
della cura deve diventare
riguardano i vissuti, le fantasie, i comportasviluppi una sua capail cambiamento della primenti del suo paziente; ma, soprattutto, il cucità di insight.
gione in cui il paziente
rante deve esser certo della capacità del paIn questo senso, anche
psichiatrico (per motivi
ziente di affrontare e sopportare la sofferense elaborata in altro conpatologici, relazionali e
za dettata dalla consapevolezza della sua
testo teorico, merita attensociali) si trova rinchiuso:
realtà psichica.
zione la tesi dei Baranger
essa al giorno d’oggi non
secondo cui l’insight è opeè più costituita dalle mura di due persone, è un fera asilari, ma dalla manomeno che riguarda la qualità del campo bipersolattia stessa, dalla stigmatizzazione sociale, dalla
nale che si realizza durante il trattamento35.
vergogna per i disturbi mentali, che costituiscono
Se tutto questo in psicoanalisi o in psicoterapia
nel complesso una nuova gabbia36.
può essere dato come abbastanza scontato, anche
Quindi il raggiungimento di una minima quota
se non sempre raggiunto, in psichiatria si è più
di libertà nelle relazioni con gli altri è lo scopo di
ogni progetto di cura – insight o consapevolezza
portati a considerare l’insight come una caratteridel paziente e del terapeuta (delle caratteristiche,
stica esclusiva del paziente, quindi come un fattodelle fantasie, delle emozioni e delle capacità del
re che riguarda fondamentalmente l’adesione alle
cure, al progetto terapeutico, alla sua “adozione”
paziente), dunque insight bi-personale – sono uno
nell’universo psichiatrico. Se, per i pazienti gravi,
strumento del rapporto terapeutico e del percorso
la presenza di questa compliance costituisce cerdel trattamento.
tamente un fattore di prognosi più favorevole, non
Questo è quello che dovrebbe avvenire durante
si può certo dimenticare come questo processo di
la fase intermedia della terapia, mentre è indubbio
affiliazione porti con sé i rischi della cronicizzache nella fase iniziale è assolutamente indispenzione della malattia: la consapevolezza di malatsabile considerare nell’accezione classica l’insight,
tia può infatti realizzarsi in una adesione contila cui valutazione consente di diversificare le pronuativa alle istituzioni psichiatriche.
poste terapeutiche. In questo senso è consigliabile
Per questa serie di considerazioni, è opportuno
inserire nell’intervista iniziale una osservazione,
che la psichiatria sposti alquanto il suo obiettivo,
una interpretazione o un punto di vista che rovetenendo conto che talora si ha un’evoluzione favosci decisamente il modo abituale che il paziente ha
revole nella stessa schizofrenia proprio a scapito
di vedere le cose a proposito della propria situadella consapevolezza e dell’insight15: infatti, i pazione psichica: «come una sorta di ballon d’essai
zienti che dopo l’episodio acuto riescono a manteche permetta di evidenziare il grado di insight, la
nere il meccanismo di “sealing over” prima decapacità di approfondimento, il grado di tolleranza
scritto, possono condurre per periodi anche prodel paziente nell’incontrare nuovi livelli di conolungati una vita apparentemente normale. Questo
scenza dei propri movimenti interiori»37.
rifiuto o negazione della malattia mentale può essere paragonato a quello di coloro che, nel corso di
malattie somatiche gravi, riescono ad instaurare
Insight come bisogno di cura nel pazienun meccanismo psicologico per allontanare dalla
te e insight del terapeuta come qualità
propria consapevolezza la gravità clinica: esso condella cura che può essere utile al paziensente di mantenere una condizione di tranquillità,
te costituiscono una relazione dinamica: attraraggiunta anche per mezzo di un condiviso riconoverso le diverse vicende del trattamento, essa
scimento dell’onnipotenza terapeutica del grande
risulta un indicatore della bontà del progetto
chirurgo o del grande clinico. Lo psichiatra, infated un fattore importante dei suoi esiti.
ti, viene coinvolto nelle sue competenze solo quan-
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Indirizzo per la corrispondenza:
Prof. Simone Vender
Azienda Ospedaliera Universitaria
di Circolo e Fondazione Macchi
Padiglione Antonini
Via O. Rossi, 9
21100 Varese
E-mail: [email protected]
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