Testimonianza di una Giovane di "Azione Cattolica"
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Testimonianza di una Giovane di "Azione Cattolica"
Testimonianza di una Giovane di "Azione Cattolica" Parrocchia dell'Addolorata - Benevento "Era il 15 Agosto. Giorno da tutti conosciuto come il più caldo dell’anno, ma per noi, giovani AC della SS. ADDOLORATA, il sole bruciava ancora più forte. Per una serie di motivazioni ci siamo trovati ad animare la messa al carcere di Benevento. Emozioni diverse e, forse, contrastanti animavano i nostri cuori: attesa, stupore, ansia anche, gioia sicuramente… insomma il mix perfetto per un giorno speciale. Da ricordare! Entrare in un carcere per portare “gioia” non ha la leggerezza di una giornata al mare, e quel caldo era lì per ricordarcelo. Non lo leverò più dalla schiena quel tremolio nel percepire per la prima volta la libertà che mi stava stretta, ma poter cantare un messaggio che ha ali al posto delle note, quello di Cristo, abbatte ogni barriera. E noi, semplici giovani di AC, questo abbiamo potuto sperimentarlo. “Ci sono due modi di vedere la vita: pensare che tutto sia un miracolo o che nulla lo è”. Partecipare ad una messa in un carcere il miracolo, forse, lo rende davvero tangibile, perché cosa è più miracoloso di un’anima che chiusa in una cella continua a sperare?! Sentir battere le mani all’unisono rendeva la forza di mille preghiere nascoste, talmente potente da scuotere ogni animo, ogni preoccupazione. E il messaggio che ne è emerso per tutti è uno: Lui è la Vita, la Verità, la Via. Felici e ancora scossi per questo magico momento, abbiamo deciso di ripeterlo. Così dopo le feste natalizie, pieni della Nascita, abbiamo voluto, ancora una volta, condividere questa gioia con chi, purtroppo, ha il cuore sempre troppo lontano dal corpo. Non a caso è stato scelto il 12 Gennaio, giorno in cui viene ricordato e celebrato il Battesimo di Gesù nel Giordano. Non a caso perché cos’è il battesimo se non la purificazione dell’anima? La speranza in una vita nuova, migliore?! Cantare insieme questa volta è stato perfino più emozionante, perché è come se il gruppo si fosse allargato. E quando ci sono persone nuove il cammino diventa sempre più bello. Ascoltare insieme un messaggio universale, d’amore, di conforto rende sempre fratelli, e questa è la grande bellezza di una religione che non ammette peccato se non quello di chi non perdona. Aspersi dall’acqua del Giordano abbiamo rinnovato la nostra fede in Cristo e riprovato, anche se solo per un’ora o poco più, la bellezza di vedersi senza macchia, immuni da un mondo che spesso davvero è una prigione. Salire le scale a due a due, alzarsi di notte e guardare di nascosto chi amiamo, sedersi a tavola e dire buon appetito alla nostra famiglia, semplicemente riposare sul divano, quello comodo del soggiorno, passeggiare fumando una sigaretta quando i pensieri sono troppo affannosi, forse è questo che voleva dire quel “Salutatemi l’aria” che abbiamo sentito da una delle finestre mentre stavamo uscendo. Siamo tutti pericolosamente rinchiusi in gabbie, chi in quelle d’oro, chi in quelle di cemento armato, ma pur sempre gabbie, come ci ricordava un nostro “fratello” durante il primo incontro, in cui ha voluto condividere con noi la sua testimonianza. Ecco cosa deve spingerci ad andare oltre, oltre le indifferenze, oltre i muri, oltre le parole stesse: la convinzione che Dio ha vinto per noi la morte, quella del corpo e quella del cuore e l’unica legge a cui saremo sottomessi sarà quella dell’Amore." Raffaella Fragnito