Le produzioni zootecniche - Provincia di Piacenza

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Le produzioni zootecniche - Provincia di Piacenza
Provincia di Piacenza
ASSESSORATO AGRICOLTURA
SCHEDA N. 5
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CH
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Il numero di aziende e i capi allevati
La zootecnia piacentina si caratterizza essenzialmente per l’allevamento bovino da latte,
di gran lunga l’attività zootecnica che ha radici storiche più lontane, sia in pianura che nelle
aree collinari e montane. Tutte le altre produzioni zootecniche, dall’allevamento bovino da
carne a quello suino, dagli ovicaprini al pollame, assumono il ruolo di produzioni di nicchia,
in quanto, anche quando contribuiscono in misura significativa alla PLV provinciale (come
nel caso della carne bovina e dei suini) il livello di specializzazione del sistema rimane
molto lontano da quello delle aree dove queste produzioni assumono maggiore importanza.
Sulla base dei dati rilevati dalla Azienda
USL, che attraverso i servizi veterinari ha il
compito di monitorare le attività zooFigura 5.1
tecniche sul territorio provinciale, il numero
Numero allevamenti di bovini in provincia di
di allevamenti da latte è in continuo calo:
Piacenza
in soli 6 anni, si è passati da oltre 1000
1600
aziende produttrici alle attuali 621 (fig.
Bovini da latte
1400
Bovini da carne
5.1), con un calo di circa il 40%. Si tratta,
1200
com’è noto, di un fenomeno generalizzato,
1000
che riguarda tutte le aree produttive
800
d’Italia. Infatti, nonostante la politica
600
lattiero-casearia europea abbia messo in
400
atto tutta una serie di strumenti per
200
proteggere il mercato del latte (dai prezzi
0
1998
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2002
2003
minimi garantiti per i prodotti trasformati
Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
alle ben note quote latte), questa specifica
produzione
presenta
comunque
delle
fortissime economie di scala, che spingono le aziende più piccole ad uscire dal mercato,
mentre quelle più grandi sono costrette a crescere per raggiungere dimensioni che
garantiscano una redditività soddisfacente.
Questo fenomeno è dimostrato anche dall’evoluzione recente del numero di allevamenti
per classe dimensionale (fig. 5.2), dove si
evidenzia con chiarezza la crescita numerica
degli allevamenti più grandi (sopra la soglia
Figura 5.2
dei 100 capi) e il crollo di quelli più piccoli.
Anche il numero di capi da latte allevati
Numero di allevamenti di bovine da latte per
classe dimensionale in provincia di Piacenza
evidenzia un calo significativo, con il
450
1-19
passaggio dai quasi 75.000 capi del 1998
400
20-49
agli attuali 63.800 (fig. 5.3). Questo calo è
50-99
350
>100
avvenuto, com’è noto, in presenza di una
300
250
produzione di latte sostanzialmente stabile,
200
per effetto dell’applicazione delle quote, ed è
150
dunque da ascrivere soprattutto al trend
100
crescente delle rese per capo, determinato
50
dai progressi della genetica animale, che
0
rende inevitabile un calo del numero di
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2003
Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
animali per produrre lo stesso quantitativo di
latte1.
1. Ulteriori approfondimenti sugli allevamenti da latte e sulla produzione sono analizzati nella corrispondente
scheda relativa alla filiera lattiero-casearia.
Provincia di Piacenza
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SCHEDA N. 5
Figura 5.3
Numero di bovini allevati in provincia di
Piacenza
80000
Bovine da
latte
Bovini da
carne
70000
60000
50000
40000
30000
20000
10000
0
1998
1999
2000
Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
2001
2002
2003
Passando ad analizzare la situazione
degli allevamenti bovini da carne, risulta
subito evidente come, in provincia di
Piacenza, questa attività non raggiunga i
livelli di fortissima specializzazione che
caratterizzano la produzione di latte. A
fronte infatti di un numero simile di
allevamenti (secondo i dati ASL sono poco
meno di 1000), il numero di capi allevati si
aggira intorno alle 26.900 unità, un dato
molto inferiore a quello del latte. Questo
implica, ovviamente, che la dimensione
media degli allevamenti sia sensibilmente
più bassa, come è possibile verificare dalla
distribuzione del numero di aziende per
classe dimensionale (fig. 5.4), dove oltre
l’80% degli allevamenti si concentra nelle
prime due classi (fino a 49 capi). Si tratta
Figura 5.4
in gran parte di allevamenti di piccole
dimensioni collocati nelle zone collinari e
Numero di allevamenti di bovini da carne per
montane, che attuano la cosiddetta “linea
classe dimensionale in provincia di Piacenza
1200
vacca-vitello”, una modalità di produzione
1-19
20-49
1000
basata essenzialmente sul pascolo. Nelle
50-99
>100
classi
dimensionali
più
elevate
si
800
concentrano invece gli allevamenti da
600
ingrasso specializzati, che, pur non
400
essendo numericamente molto importanti,
attuano comunque una produzione di
200
nicchia che cerca di puntare sulla qualità.
0
In termini evolutivi, mentre nel settore
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2003
Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
del latte abbiamo assistito ad un calo
significativo del numero degli allevamenti,
in quello delle carni il dato complessivo è sostanzialmente stabile (il dato anomalo del 2000
è probabilmente frutto di un errore di rilevazione). Questo mostra come, nel nostro
territorio, non si sia verificato, se non in misura minima, quel processo di riconversione
degli allevamenti da latte in allevamenti di carne che pure, specie in altri paesi europei, ha
caratterizzato il periodo di applicazione delle quote latte. Si tratta infatti di un fenomeno
che, quando avviene, interessa sostanzialmente gli allevamenti estensivi, basati sul
pascolo, mentre, nel piacentino, l’abbandono dell’allevamento da latte ha voluto dire molto
spesso anche la chiusura delle stalle.
Per quanto riguarda invece il settore dei
Figura 5.5
suini, i circa 170 allevamenti (fig. 5.5) non
rappresentano certo una realtà di grandi
Numero di allevamenti di suini in provinia di
dimensioni, specie se la si paragona con le
Piacenza
200
province limitrofe. Si tratta in sostanza di
180
una produzione marginale, dove anche la
160
dimensione media degli allevamenti si
140
120
mantiene piuttosto bassa (meno di 600
100
capi), con una forte concentrazione delle
80
aziende esistenti nelle classi dimensionali al
60
di sotto dei 500 capi (fig. 5.6). Il numero
40
20
totale di capi (meno di 100.000) è
0
l’indicatore più emblematico della scarsa
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Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
rilevanza quantitativa di questa attività
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Figura 5.6
Figura 5.7
Numero di allevamenti di suini per classi
dimensionali in provincia di Piacenza
120
1-99
100-499
500-999
>1000
120000
100
100000
80
80000
60
60000
40
40000
20
20000
0
Numero di suini allevati in provincia di
Piacenza
0
1998
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Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
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Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
produttiva (fig. 5.7); è noto infatti come buona parte della materia prima utilizzata per la
produzione dei salumi piacentini provenga dalle altre province dell’Emilia Romagna e della
Lombardia.
Ancora più marginale è l’attività avicola: i 45 allevamenti del 2003, con circa 580.000
capi allevati, comprendendo tutte le specie e tutte le forme di allevamento, non sono certo
il segnale di un’attività significativa (fig. 5.8 e 5.9). Il dato interessante, però, è la crescita
quantitativa degli allevamenti, passati in soli sei anni da 33 a 45, il che sembra segnalare
un certo interesse da parte degli imprenditori locali intraprendere questa attività.
Figura 5.8
Figura 5.9
Numero di allevamenti di pollame in
provincia di Piacenza
Numero di capi di pollame allevati in
provincia di Piacenza
50
800000
45
700000
40
600000
35
30
500000
25
400000
20
300000
15
200000
10
100000
5
0
0
1998
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Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
2001
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1998
2003
1999
2000
2001
2002
2003
Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
Infine, il dato relativo agli allevamenti ovicaprini mostra come questa produzione,
diffusa quasi esclusivamente nelle aree collinari e montane, abbia raggiunto dimensioni
significative (fig. 5.10): i circa 170 allevamenti del 2003, con circa 7500 capi allevati (fig.
5.11), sono un dato non trascurabile, anche se risulta evidente come la dimensione media
(di poco superiore ai 40 capi) fotografi una realtà fatta di piccole aziende, la cui
sopravvivenza è spesso legata al collegamento con altre attività, come ad esempio
l’agriturismo.
Le produzioni zootecniche e i prezzi
Se si esclude la produzione di latte, alla quale, vista l’importanza che riveste, è dedicata
una scheda specifica, le altre produzioni zootecniche del piacentino non sono
particolarmente importanti dal punto di vista quantitativo. Le più rilevanti sono le
produzioni di carni bovina (circa 15.500 t nel 2003, sostanzialmente stabile da diversi anni)
Provincia di Piacenza
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Figura 5.10
200
Figura 5.11
Numero di capi ovicaprini allevati in
provincia di Piacenza
Numero di allevamenti di ovicaprini in
provincia di Piacenza
9000
180
8000
160
7000
140
6000
120
5000
100
4000
80
3000
60
40
2000
20
1000
0
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1998
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Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
2001
2002
2003
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2000
2001
2002
2003
Fonte: Elaborazioni su dati ASL-Piacenza
e quella di carne suina (18.000 t nel 2003, con un trend leggermente crescente, almeno
negli ultimi 3-4 anni). Tutte le altre produzioni (dalle 1.800 t di carni avicole alle 110 t di
carni ovicaprine) hanno un ruolo marginale, in linea con quanto discusso in sede di analisi
della PLV zootecnica.
I prezzi dei prodotti zootecnici hanno
subito variazioni piuttosto consistenti negli
Figura 5.12
ultimi anni. Il dato più eclatante è
ovviamente quello dei bovini: nel 2001, per
Prezzi mensili di vitelloni a Piacenza
(euro/kg)
effetto della seconda crisi BSE, i prezzi dei
2,5
vitelloni
erano letteralmente crollati (fig.
2
5.12), raggiungendo livelli addirittura inferiori
a quelli della prima crisi (1996), ma il
1,5
recupero del 2002 è stato altrettanto rapido,
1
anche se diversificato in funzione della
Vitelloni limousine
categoria di animali. Gli animali appartenenti
0,5
Vitelloni nostrani 1° qualità
a razze specializzate, particolarmente note
0
per la qualità delle carni (nella nostra
03
02
99 000 001
98
96 997
95
92 993 994
91
90
20
20
2
2
19
19
1
19
19
1
1
19
19
19
provincia i vitelloni Limousine), hanno
Fonte: Elaborazioni su dati Camera di Commercio
recuperato pienamente le quotazioni del
periodo precedente la crisi, mentre i vitelloni
nostrani si sono stabilizzati su livelli inferiori anche del 25% rispetto al periodo pre-crisi. Nel
2003, le quotazioni di entrambe le categorie hanno subito un ulteriore ribasso, variabile tra il 5
e il 10%, un dato che è probabilmente il risultato del completamento della riforma della PAC
prevista da Agenda 2000, e che, secondo tutti
gli osservatori, avrebbe dovuto portare ad un
Figura 5.13
ribasso dei prezzi di questo ordine di
Prezzi mensili dei suini a Piacenza (euro/Kg)
grandezza. Per il futuro si prevede però una
1,8
sostanziale stabilizzazione, con una possibilità
1,6
di ripresa dei prezzi se la domanda finale
1,4
dovesse dare segni di ripresa.
1,2
1
Anche i prezzi dei suini da ingrasso (fig.
0,8
5.13) hanno subito l’effetto della crisi BSE e,
0,6
Suini leggeri (130 Kg)
in quanto possibili sostituti della carne
0,4
Suini pesanti (180 Kg)
bovina, hanno registrato i picchi massimi di
0,2
prezzo
proprio
nel
2001,
per
poi
0
ridimensionarsi nei due anni successivi, pur
3
0
1
2
9
8
7
6
5
4
2
3
1
0
199 199 199 199 199 199 199 199 199 199 200 200 200 200
mantenendo il tipico andamento ciclico che
Fonte: Elaborazioni su dati Camera di Commercio
caratterizza i mercati di questi prodotti.
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Punti di forza/opportunità
Le produzioni zootecniche locali (diverse dal latte) si caratterizzano come produzioni di
nicchia, il cui ruolo può essere quello di sfruttare fino in fondo i margini realizzabili grazie alle produzioni di qualità (carni certificate, carni biologiche, ecc..); la recente adesione di un significativo numero di allevamenti collinari e montani (sia bovini che ovicaprini) a un programma come Natural Valley è un segnale importante
I problemi ambientali tipici delle zone dove si concentrano gli allevamenti intensivi
hanno un peso limitato.
Punti di debolezza/minacce
Le aziende zootecniche non da latte hanno dimensioni medie piuttosto modeste e sono
collocate prevalentemente nelle aree collinari e montane; in questa situazione, quelle
imprese che attuano politiche di qualità non possono certo sostenere grossi sforzi promozionali; in quest’area l’intervento delle Organizzazioni dei produttori e delle Istituzioni può giocare un ruolo chiave.