riforma del lavoro - confcommercio umbria
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riforma del lavoro - confcommercio umbria
OTTOBRE GRATUITO AI SOCI ANNO XVI XV 10 p ro v i n c i a d i Per u g i a Riforma del lavoro cosa cambia per le imprese Sicurezza nei luoghi di lavoro Più che un costo, una opportunità: accordo Inail, Enti Bilaterali Strategie anticrisi dei giovani imprenditori Iniziative gratuite per gli under 40 Formazione gratuita con il For.Te Tante opportunità per le imprese con dipendenti Seguici anche su: www.confcommercio.pg.it confcommercio.pg ConfcommercioPg confcommercioperugia ADV Lacrime di coccodrillo p ro v i n c i a d i p er u g i a 10 OTTOBRE 2012 ANNO XVI Direttore responsabile Lorella Cucchiaroni Comitato di redazione Vasco Gargaglia, Lorella Cucchiaroni, Claudia Migliorati Redazione/Amministrazione Via Settevalli, 320 - 06129 Perugia Tel. 075.506711 - Fax 075.5067177 [email protected] www.confcommercio.pg.it Hanno collaborato N. Censi, L. Cucchiaroni, F. Fiorucci, M. Martini, G. Menichini, C. Migliorati, F. Settequattrini, E. Valentini. Concessionaria per la pubblicità e partner editoriale Sifa srl Via Pievaiola, 45 - 06128 Perugia Tel. e Fax 075.5051028 Progetto grafico/editoriale Fattoria Creativa www.fattoriacreativa.it Stampa Litograf Todi S.r.l. Zona Industriale Ponte Rio Todi Tiratura: 7.500 copie Finito di stampare in Settembre 2012 Aut. Trib. PG - R.P. n. 11 del 26/02/1997 L a cronaca della crisi ha scoperto il commercio. La chiusura definitiva di locali di lunghissima tradizione nei nostri centri storici, luoghi di incontro e di costruzione di una identità cittadina, non poteva infatti passare inosservata da parte della stampa locale, come purtroppo accade a tante attività che si arrendono alla crisi nel silenzio generale. Quello che più colpisce, mentre i giornali raccontano appunto la crisi del commercio, sono le dichiarazioni dei politici: increduli, amareggiati, dispiaciuti; sperano che i locali riaprano anche con un’altra gestione… come se una gestione o un’altra (si parla di persone!) siano variabili indifferenti… come se, soprattutto, questi politici non appartenessero alla stessa classe dirigente che ha contribuito in qualche modo alla decadenza dei centri storici, spostando uffici e funzioni nelle periferie, privilegiando la cementificazione del territorio a scapito del recupero urbanistico, facendo scappare i residenti a forza di divieti e problemi di ogni tipo, senza saper prevedere le conseguenze delle loro scelte. Ecco perché il dispiacere e l’amarezza che questi politici manifestano non convincono e non servono di sicuro a consolare chi si trova a dover chiudere i battenti. In un recente editoriale - “Perché una piccola impresa non vale un Sulcis” - il giornalista Nicola Porro ha scritto: “La classe dirigente non conosce la piccola impresa: si è formata sulla Luna, rispetto alla bottega”, per spiegare come mai, di fronte al fenomeno impressionante delle centinaia di esercizi che abbassano le saracinesche, la politica non si impressioni più di tanto. Ci sono emergenze riconosciute da tutti ed altre che restano invisibili, anche se alla fine anche numericamente e socialmente più rilevanti. “Perché i minatori del Sulcis, l’ultimo caso di industria assistita e improduttiva che viene salvata pro-tempore dai governi, vale più di un bar che salta? La microimpresa - è una delle ipotesi di Porro - si ritiene che possa comunque farcela. Insomma è vittima della sua presunta forza. è condannata dalla sua flessibilità e dalla sua capacità di attutire i colpi”. Cercare di resistere con le sole proprie forze è quello che, finora, la microimpresa ha sempre fatto. Nonostante tutto. Giorgio Mencaroni Presidente Confcommercio provincia di Perugia 3 ADV IL MEGLIO DEL MESE Risorse in arrivo per le imprese del terziario è imminente (sicuramente entro l’anno) la pubblicazione di due bandi regionali, ovvero il bando TIC, che prevede finanziamenti alle imprese del terziario per investimenti in tecnologia e comunicazio- ne, con una dotazione di 1 milione di euro, e il bando sulla certificazione di qualità, che ha una dotazione di 750 mila euro. Inoltre saranno rifinanziati, con 4,5 milioni complessivi, la legge per la creazione d’impresa (legge 12/’97), la legge per l’imprenditoria giovanile, la legge per l’auto-impiego (rivolta ai disoccupati) e la legge che finanzia il microcredito. Aggiornamenti in tempo reale sul sito www. confcommercio. pg.it. Università dei Sapori di Perugia, eccellenza italiana L ’università dei Sapori di Perugia - il centro formativo d’eccellenza per diffondere competenze, professionalità e cultura dell’alimentazione - è stata protagonista dell’edizione 2012 della Conferenza di Sistema, il meeting che ogni anno organizza Confcommercio per un confronto tra tutte le sue componenti, con lo scopo di orientarle al meglio a tutela delle piccole e medie imprese del settore. Le caratteristiche e la mission dell’Università dei Sapori sono stati presentati da Vasco Gargaglia, amministratore delegato della struttura e direttore della Confcommercio della provincia di Perugia, nella sessione della Con- ferenza di Sistema intitolata “Protagonisti del cambiamento: le nostre eccellenze” dedicata appunto alla presentazione di alcune “best practices” rinvenute nell’universo confederale. Il 18 e 20 ottobre, inoltre, l’Università dei Sapori ospiterà la riunione dei direttori Federalberghi, per la prima volta in Umbria. L’Umbria, un regione da… annusare L a famiglia Lucci di Gubbio di profumi se ne intende: il “capostipite” Federico Ernesto Lucci, per anni presidente della Confcommercio locale e ora presidente Fenacom, aprì la profumeria “Limonero” nel 1945, insieme alla moglie Rita. Negli anni ’90 subentrano il figlio Ivo e la nuora, ed oggi siamo già alla terza generazione. Gubbio, si sa, è meta di turisti, anche eccellenti: e in tanti nel tempo hanno chiesto qualcosa che racchiudesse odori ed aromi dell’Umbria, qualcosa da portare con sé. Ai Lucci l’idea scatta subito: creare una fragranza che racconti l’Umbria attraverso l’olfatto. è nato così Profumo d’Umbria. Anni di pro- gettazione, un bel rischio d’impresa, mesi e mesi di lavoro, per realizzare il primo progetto olfattivo di una regione italiana, scrupolosamente realizzato con ingredienti reperibili nella nostra terra: la ginestra e l’acacia di Gubbio incontrano il fieno ed i castagni di Città di Castello; le note di fiori bianchi di Assisi e Spello strizzano l’occhio all’iris di Foligno, al cipresso perugino accompagnato da rosmarino e lavanda di Castelluccio e al tiglio della zona di Terni. La composizione, perfettamente bilanciata a livello olfattivo, è preparata con cura ed interamente prodotta in Italia con un’attenzione scrupolosa all’ambiente: la bottiglia è di vetro, la scatola di carta non ha colle ma è ad incastro ed il tappo in legno ha il cappuccio in plastica estraibile, così da poter riciclare tutto in modo intelligente. Il successo è immediato, tanto che la richiesta supera l’offerta. Complimenti! 5 ADV Per dirla tutta Gli alberghi non sono esattori! I l TAR Veneto ha stabilito l’illegittimità del regolamento del Comune di Venezia sull’imposta di soggiorno, nella parte in cui prevede che albergatori e titolari delle strutture ricettive siano responsabili degli obblighi tributari e della riscossione dell’entrata. Il Tribunale amministrativo ha quindi affermato che non spetta agli albergatori, ma neppure a tutti gli altri gestori di strutture ricettive, fungere da sostituto di imposta e nulla può essere imputato loro se il cliente non vuole versare il tributo. Se il cliente non paga, insomma, la struttura ricettiva non deve versare nulla al Comune. Il caso del Veneto è stato ricordato al sindaco di Peru- gia Wladimiro Boccali nel corso di un incontro nel corso del quale Federalberghi - Confcommecio ha presentato, insieme alle altre associazioni di categoria, 500 firme raccolte nel Comune tra titolari e dipendenti di strutture ricettive, contro l’imposta di soggiorno: un ulteriore balzello sui consumatori che finirebbe per aggravare anche la situazione in cui si trovano oggi le imprese ricettive, a causa del calo dei consumi turistici e l’aumento della pressione fiscale. “Sono a rischio molte imprese ricettive - è stato ricordato a Boccali, che è anche presidente dell’Associazione dei comuni umbri - e con esse centinaia di posti di lavoro”. 7 Le briciole per il terziario A sostenere le ragioni del terziario - commercio, turismo e servizi - nell’incontro con l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Riommi, c’è andato il presidente di Confcommercio Umbria Aldo Amoni. All’ordine del giorno, il Programma annua- le per la crescita, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo regionale, che dovrebbe portare in Umbria, grazie al Fondo Sociale Europeo e al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, la considerevole cifra di circa 57 milioni di euro. Peccato, ho sottolineato il rappresentante Confcommercio, che questa cifra sia quasi interamente destinata al settore manifatturiero. Confcommercio ha chiesto alla Regione non solo più attenzione per il terziario, ma anche che ci si orienti verso politiche economiche integrate, anziché puntare su un solo settore. Bancomat obbligatorio: no agli obblighi, sì alla riduzione di costi e commissioni L ’ipotesi, al momento accantonata ma non definitivamente svanita, di introdurre in Italia l’obbligo di accettare i pagamenti con moneta elettronica, bancomat e prepagate, per importi superiori ai 50 euro, non convince. “La modernizza- zione del sistema dei pagamenti è un aspetto rilevante della modernizzazione del sistema Paese - sostiene Confcommercio - ma il perseguimento di questo obiettivo non può significare l’introduzione, con tempi stringenti, di obblighi universali di ac- cettazione degli strumenti di moneta elettronica. E ciò tanto più in assenza di chiare scelte ed impegni in materia di riduzione delle commissioni che gravano sugli esercenti e che maggiormente incidono sulle transazioni di importo contenuto”. ottobre 2012 PRIMO PIANO Tasse e tariffe 10 Comuni, dateci un segnale Imu, rifiuti, imposta di soggiorno… Confcommercio incontra l’Anci per chiedere meno tasse locali PRIMO PIANO turismo 13 Agriturismi, la riforma non va Il disegno di legge regionale introdurrebbe elementi 14 Umbria, una crisi di lungo corso e un futuro molto incerto La situazione dell’economia regionale fotografata dal Rapporto sulle Economie Territoriali Focus economia umbra di deregolamentazione inaccettabili PRIMO PIANO Iniziative 20 Le strategie anti-crisi dei Giovani Imprenditori Un ricco programma di iniziative gratuite per accrescere la professionalità, fare sistema e incrementare il business tra under 40 PRIMO PIANO Sicurezza nei luoghi di lavoro 23 Più che un costo, una opportunità 100 imprese saranno coinvolte nel progetto per la sicurezza di Inail, Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo Impresa e sviluppo 25 Groupon & C. e imprese turistiche, non è tutto oro quello che luccica Vizi e virtù dei Social Shops Group spiegati da Giovanna Manzi, CEO di Bestwester Dal Territorio 28 Perugia, un piano per il centro storico 30 Città di Castello investe sul Puc 2 Dal territorio fiere ed eventi 33 35 10 17 18 Foligno, a scuola nelle imprese Ad Assisi finalmente le risorse del bando Res.ta. gli appuntamenti di ottobre 25 ANNO XVI 10 PRIMO PIANO Tasse e tariffe 10 Comuni, dateci un segnale! Imu, rifiuti, imposta di soggiorno… Confcommercio incontra l’Anci per chiedere meno tasse locali “ Se i Comuni dell’Umbria tengono a questo settore, ora ce lo devono dimostrare con i fatti. Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi aspettano un segnale concreto”. Il presidente della Confcommercio regionale, Aldo Amoni, ha voluto di nuovo incontrare il presidente di Anci Umbria, nonché sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali sul tema delle tasse e tariffe locali, il cui peso è diventato ormai insopportabile per le imprese. Non è la prima volta che il presidente Amoni, con la franchezza che lo contraddistingue, chiede al rappresentante dei Comuni umbri interventi finalizzati a porre un freno alla fiscalità locale, ma è la prima volta che il colloquio si è chiuso con un risultato abbastanza soddisfacente. Ovvero l’impegno, da parte di Boccali, di costituire un Comitato tecnico ristretto, di cui facciano parte anche esperti Confcommercio in rappresentanza delle imprese, che avrà lo scopo di esaminare attentamente i conti degli enti pubblici alla ricerca di margini di intervento per favorire le imprese del commercio e del turismo, finora penalizzate anche rispetto a quelle di altri comparti. Un Comitato tecnico valuterà come ridimensionare la fiscalità locale “L’apertura” del presidente dell’Anci è stata apprezzata dal presidente di Confcommercio, il quale nel corso dell’incontro aveva posto l’accento PRIMO PIANO Tasse e tariffe sui fattori che più penalizzano oggi le imprese, in primo luogo il prelievo fiscale, che per chi opera nel pieno rispetto delle regole è arrivato al livello record del 55%. Con un fisco così oppressivo - ha detto Amoni non può esserci crescita. Bisogna dunque iniziare da qui per dare un po’ di respiro alle imprese che vogliono restare sul mercato. Imu: Confcommercio ha chiesto che i Comuni dimezzino l’aliquota per gli immobili relativi all’esercizio dell’attività d’impresa “La pubblica amministrazione, sia a livello locale che nazionale - ha sottolineato con decisione - deve fare una cura dimagrante degli sprechi e delle inefficienze, senza limitarsi a difendere lo status attuale, che è insostenibile, e senza minacciare continuamente, come contropartita, lo spauracchio del taglio ai servizi. In un’ottica di spending review, anche i servizi vanno analizzati in base al rapporto costo benefici per la collettività”. Rifiuti: non più accettabili le sperequazioni che ancora penalizzano il commercio e il turismo Tra le emergenze evidenziate da Amoni, le incertezze legate all’Imu e le prospettive che si aprono con la Tares, il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi che entrerà in vigore il primo gennaio 2013. La prima rata dell’Imu, ha osservato Amoni, ha avuto effetti disastrosi perfino sui saldi estivi, che hanno chiuso con un bilancio tutt’altro che soddisfacente, e si teme possano influire anche sulle vendite di fine anno. I Comuni possono intervenire sul fronte Imu - ha sottolineato il presidente di Confcommercio - riducendo l’aliquota di base per gli immobili commerciali e strumentali. è stato lo stesso IFEL (Istituto per la Finanza e l’economia locale, Fondazione istituita dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani) a scoraggiare nei Comuni “qualsiasi ipotesi di penalizzazione degli immobili commerciali e strumentali delle imprese”… indicando quindi “l’opportunità di una agevolazione”. Anche sulla base di questo parere Confcommercio Umbria ha chiesto che i Comuni dimezzino l’aliquota per gli immobili relativi all’esercizio dell’attività d’impresa rispetto all’aliquota base Imu. Ha chiesto inoltre di applicare un’aliquota ridotta al 4 per mille per tre anni alle piccole imprese di nuova costituzione, per i locali ubicati nei centri storici. Quanto alla Tares, la posizione della organizzazione è altrettanto netta: l’entrata in vigore del nuovo tributo dovrà segnare una differenza di impostazione politica e tecnica nell’assegnazione dei coefficienti di pagamento ai settori economici. Confcommercio non intende accettare le sperequazioni che ancora penalizzano il commercio e il turismo. Nel Comune di Perugia, ad esempio, per la TIA, sulla parte fissa, gli alberghi pagano 6,5 euro per mq, i ristoranti 11,99, i bar 10,99 e i negozi di beni non deperibili 8,13, mentre gli artigiani pagano 4,22 euro e gli industriali addirittura 3,66. Stesso discorso per quanto riguarda la parte variabile: con gli alberghi che pagano più del doppio degli industriali (0,53 euro contro 0,21), anche quando le camere non sono occupate. Alberghi sui quali ancora incombe, al di là di Imu e Tares, anche l’incubo della tassa di soggiorno. Secondo Confcommercio il tributo dovrà invece essere calcolato su un base tariffaria commisurata alla reale quantità e qualità medie dei rifiuti prodotti. 11 ADV PRIMO PIANO turismo Agriturismi, la riforma non va Il disegno di legge regionale introdurrebbe elementi di deregolamentazione inaccettabili I n Umbria, alla fine del 2011, le aziende agrituristiche erano 1.269, con un totale di 29.468 posti letto: una parte consistente di quel settore extralberghiero, in continua crescita, che conta 3.720 strutture e 61.812 posti letto. Per riformare la normativa che regola il settore agrituristico, la Regione dell’Umbria ha elaborato un disegno di legge che non piace a Confcommercio e a Federalberghi. Classificazione, limiti al numero dei posti letto e all’attività di ristorazione: sono alcuni degli ambiti nei quali il disegno di legge introdurrebbe elementi di deregolamentazione inaccettabili. O accettabili, secondo Confcommercio, a patto che le attività agrituristiche, a parità di servizio offerto rispetto ad una attività ricettiva o di somministrazione, rinuncino ai trattamenti di favore di cui oggi godono, sotto il profilo fiscale, tributario, con- tributivo, urbanistico, giuslavoristico e così via. è proprio su questo piano che si collocano le questioni che Confcommercio contesta con maggiore decisione: se i locali utilizzati a uso turistico sono assimilabili ad ogni effetto alle abitazioni rurali, per questi immobili si può derogare agli aspetti igienico sanitari e si possono avere ulteriori agevolazioni in tema di Imu e Tares, che naturalmente sono precluse ad alberghi e ristoranti. Il disegno di legge, inoltre, intende modificare il criterio con cui determinare la prevalenza dell’attività agricola su quella agrituristica e legittima l’utilizzo di produzioni esterne all’azienda, snaturando così quella che è la vera peculiarità dell’attività agrituristica, che così rischia di trasformarsi in comune attività commerciale senza averne tutte le implicazioni negative. Altrettanto contestabile, infine, la scelta di affidare i controlli alle Unioni dei Comuni, per l’eccessiva vicinanza tra controllore e controllato che rischia, come accaduto qualche volta in passato, di vanificarne l’efficacia. Il disegno di legge immaginato dall’assessore Cecchini, secondo Confcommercio, non va nella direzione giusta, della crescita in specificità e qualificazione dell’offerta turistica regionale. Continua il lavoro per la regolamentazione delle sagre Mentre si placa, per ragioni stagionali, l’imperversare delle sagre su tutto il territorio regionale, continua invece l’azione di Confcommercio e Fipe che vogliono ottenere dalla Regione nuove regole per riportare questo fenomeno entro limiti accettabili. Sta per vedere la luce un nuovo disegno di legge regionale, che avrà contenuti più restrittivi, al quale i rappresentanti degli imprenditori della somministrazione stanno dando un contributo decisivo. Notizie più aggiornate e in tempo reale, sul sito www. confcommercio.pg.it. 13 Focus economia umbra 14 Umbria, una crisi di lungo corso e un futuro molto incerto La situazione dell’economia regionale fotografata dal Rapporto sulle Economie Territoriali E conomia umbra in affanno e sistema produttivo in forte rallentamento, non solo per il peso dell’attuale fase recessiva, ma di un quinquennio davvero duro. Secondo il Rapporto sulle economie territoriali elaborato dall’Ufficio Studi della Confcommercio, infatti, a parte la “boccata di ossigeno” rappresentata dal periodo 2010-2011, nel quale la regione ha registrato un ritmo di crescita modesto (+1,4%, pari alla media nazionale, ma superiore alla media del Centro, che è +1,1%), nel periodo 2008-2009 la crisi si è manifestata con un picco negativo di –4,9% (nettamente superiore sia alla media nazionale, pari a –3,4, che a quella delle regioni del Centro, pari a –3,1%) a cui si somma il –1,3% stimato per il periodo 2012 -2013 (in media con il resto d’Italia). Insomma, una fase recessiva si è sommata all’altra, protraendosi nel tempo, fiaccando imprese e famiglie e determinando una riduzione della produttività del lavoro. “Il Rapporto sulle economie territoriali evidenzia per l’economia un’attualità spesso drammatica e un fu- FOCUS economia umbra turo ancora molto grigio”, commenta Confcommercio. “è certamente positivo che il commercio, come gli altri servizi di mer- Nel periodo 2008-2009 la crisi si è manifestata con un picco negativo di –4,9%, con una leggera ripresa nel 2010-2011, ma previsioni negative per il 2012-2013 cato, “tenga” in termini di contributo al Pil e agisca come attrattore di occupazione anche in tempi di crisi. Ma, date le prospettive dei consumi, i margini delle imprese sono in continua riduzione. Per questo, a tutti i livelli istituzionali, occorre mettere in campo uno sforzo straordinario per riavviare il processo di crescita e non fare pagare alle imprese il drammatico prezzo della crisi”. CONSUMI IN FORTE RIBASSO La crisi economica che sta attraversando il Paese da alcuni anni ha causato, dal 2007, una continua diminuzione del reddito disponibile delle famiglie in termini reali e ridotto sensibilmente i livelli di benessere: pur essendo diminuita la quota di reddito che le famiglie hanno destinato al risparmio, i consumi hanno fortemente sofferto. Dopo una crescita dei consumi reali di +1,6% nel periodo 1996/2007, l’Umbria ha registrato un –1,6% nel biennio 2008-2009, per recuperare un +1,5% nel 2010-2011 (migliore performance tra tutte le regioni italiane) e tornare però al segno meno (-1,8%) nel periodo 2012-2013 (in linea con la media italiana). Il dato peggiora, a seguito dell’aumento della popolazione, se si analizzano i consumi reali pro capite: registriamo dunque in Umbria un –2,6% nel periodo 2008-2009, un +0,9% nel periodo 2010-2011 e una previsione di –2,5% nel biennio 2012-2013. LE IMPRESE SUL TERRITORIO: SEMPRE PIU’ TERZIARIO Resta confermata anche in Umbria, come a livello nazionale, l’onda lunga della progressiva terziarizzazione dell’economia. Addirittura la crisi ne accentua la velocità, quindi la crescita passa dai servizi, oppure crescita non ci sarà. Nella nostra regione le imprese registrate a fine 2011 erano 96.266, con una variazione del +7,7%, rispetto al 2000: la voce prevalente è quella dei servizi in senso ampio, con 47.803 unità, e un incremento di ben il 19,3% negli ultimi 11 anni. All’interno di questa macro area sono collocati il commercio, con 22.275 imprese (il 23,1% del totale), i servizi di alloggio e ristorazione, con 5.917 unità (pari al 6,1%), gli “altri servizi”, con 19.611 imprese (il 20,4% del totale), tra cui sono comprese, ad esempio, Continua al terziarizzazione dell’economia: i servizi sono cresciuti del 19,3% negli ultimi 11 anni trasporti e magazzinaggio, servizi di comunicazione e informazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, agenzie di viaggio, etc. Il settore servizi è seguito dall’industria, con 24.112 unità (il 25% del totale) e un +6,8% nel periodo 20002011; l’agricoltura contava 18.259 aziende nel 2011, con un trend negativo pari a –13,8%. OCCUPAZIONE, I SERVIZI NE ASSORBONO ANCORA Anche per quanto riguarda l’occupazione i servizi fanno la parte del leone, con il 66,5%, seguiti dall’industria con il 30,3% e dall’agricoltura, con il 3,2%. A livello complessivo, a fine 2011, il tasso di occupazione nella popolazione tra i 15 e i 64 anni era del 66,8%, il valore più basso dal 2000. NATI MORTALITA’ DELLE IMPRESE DEL TERZIARIO, 2011 ANNO NERO Il 2011 è stato un anno drammatico 15 ADV FOCUS economia umbra Nel 2011 il saldo tra natimortalità delle imprese del terziario è stato molto negatio, con -916 per quanto riguarda il saldo tra natimortalità delle imprese del terziario: nel commercio si sono registrate –438 imprese (di cui –256 nel solo commercio al dettaglio), nei servizi di alloggio e ristorazione –135, nell’area altri servizi –343, per un totale di –916 imprese. Se si considerano tutti i settori dell’economia, a fronte di 5.720 imprese iscritte alla Camera di commercio, ne sono cessate 5.814, con un saldo negativo di –94. DIMINUISCE LA RICCHEZZA PRODOTTA Nel biennio 2010-2011 l’economia umbra è cresciuta a ritmi molto contenuti, con un recupero solo parziale di quanto perso nella recessione del 2008-2009. A partire dalla seconda metà del 2011 il sistema produttivo ha cominciato a mostrare una marcata tendenza al rallentamento, avviandosi verso una nuova fase recessiva. In termini di valore aggiunto, e dunque di produzione di ricchezza, l‘Umbria è passata dal +1,6% del periodo 1996-2007, al –4,9% del biennio 2008-2009, non compensato dal +1,4% degli anni 2010-2011 e anzi peggiorato dal –1,3% previsto per il 2012-2013. UN CAPITALE UMANO MOLTO SCOLARIZZATO L’Umbria è al terzo posto in Italia per gli anni medi di istruzione, dopo il Lazio e la Liguria, con un trend sempre crescente negli ultimi 15 anni: siamo passati da 8,5 anni di istruzione del 1995, a 9,7 del 2005 a 10,2 del 2011. In generale in Italia il trend del livello di istruzione è stato sempre positivo. ABITANTI E STRANIERI Su una popolazione residente di 908 mila abitanti, nel 2011 gli stranieri hanno raggiunto quasi quota 100 mila (77 mila in provincia di Perugia, 23 in quella di Terni). Una presenza dunque sempre più significativa, a cui è legato lo stesso incremento della popolazione. LA STRUTTURA DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO Circa la composizione della rete distributiva, in Umbria nel 2011 sono state censite 11.920 attività di piccolo dettaglio, 115 minimercati (punti vendita con una dimensione che varia da 200 a 400 metri quadrati), 228 supermercati, 7 ipermercati, 68 grandi magaz- L’Umbria ha la densità più alta in Italia per quanto riguarda la presenza di supermercati zini, 45 grandi superfici specializzate, 2.113 ambulanti, 440 altre forme di vendita fuori dai negozi. In confronto al 2010, sono in diminuzione dal punto di vista numerico le tipologie di vendita dell’area alimentare (-0,2%), il non specializzato alimentare (-1,9%), i non specializzati di area non alimentare (-1,0%), i distributori di carburante (-0,2%), le imprese informatiche (-0,9), il set- tore ferramenta (-2,1%), i mobilieri (-0,3%), mentre hanno mantenuto, sia pure di poco, un andamento crescente i tabacchi (+4%), gli specializzati alimentari (+1,0%), l’abbigliamento (+0,2%). Nella generale tendenza negativa, da notare in particolare il calo delle imprese di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, in decisa controtendenza rispetto all’incremento significativo di esercizi in quasi tutte le regioni (+2,6%). Quanto alla densità dei punti vendita del piccolo dettaglio, in Umbria ce ne sono 1.313 ogni 100 mila abitanti, superiori sia alla media nazionale (1.247) che del Centro (1.280): questo si spiega essenzialmente con la conformazione del territorio, molto frammentata e in alcune aree di difficile accesso (stesso fenomeni si riscontra ad esempio in Valle d’Aosta, Liguria, Toscana). Tra gli altri format di vendita, spicca il dato relativo ai supermercati: l’Umbria ne aveva 228 nel 2010 (+13 rispetto al 2009), con una densità di 22,6 mq ogni 100 abitanti, il valore più alto in Italia (la Lombardia ha 16,4 mq ogni 100 abitanti, la Toscana 14,3 mq, le Marche 17,4 mq). Anche l’offerta di ipermercati (7 nel 2010, stesso numero del 2009) è rilevante, con 5,7 mq ogni 100 abitanti, dato inferiore alla media italiana, pari al 6,1% (media trainata dalle regioni del Nord), ma più alto della media del Centro, che è di 4,0 mq. Grazie al restyling di strutture spesso obsolete e proponendo un assortimento di maggior qualità nel settore dell’abbigliamento, degli accessori e dei prodotti di bellezza e per la casa, il grande magazzino (esercizi non alimentari con una superficie di vendita superiore a 400 17 FOCUS economia umbra 18 mq.) sta registrando una diffusione crescente: in Umbria 68 punti vendita nel 2010, con 10,8 mq ogni 100 abitanti, il secondo valore in Italia dopo quello della Valle d’Aosta, contro una media italiana di 3,8 mq ogni 100 abitanti, e del Centro di 5,5 mq ogni 100 abitanti. Le grandi superfici specializzate (punto vendita non food con superficie di vendita non inferiore a 1.500 mq, che ha in assortimento in modo esclusivo o prevalente una specifica gamma merceologica) erano 45 nel 2010, con 11,0 mq ogni 100 abitanti, valore più alto tra tutte le altre regioni del Centro (5,6 mq) e rispetto alla media italiana (7,9 mq). Per numero di imprese e giro d’affari, il commercio ambulante ed itinerante è una realtà significativa del sistema distributivo, che opera attraverso una molteplicità di forme, dai mercati quotidiani e settimanali, alle fiere, ai posteggi a rotazione, alla vendita in forma itinerante. In Umbria nel 2011 erano censite 2.113 imprese (124 in più rispetto all’anno precedente), di cui: 355 nell’alimentare, 942 nel settore abbigliamento, calzature, tessuti, 48 nel comparto mobili e articoli per la casa, 768 di altri prodotti. L’offerta di vendita in Umbria si completa con le imprese classificate sotto la voce altri canali di vendita (vendita per corrispondenza, via internet e tv, vendita a domicilio e tramite distributori automatici), che nella nostra regione erano 440 nel 2011, con un incremento di 29 unità rispetto all’anno precedente. Entrando nello specifico di un comparto innovativo come l’e-commerce, da notare come l’Umbria abbia valori modesti, come la maggior parte delle regioni del Centro Sud, e a differenza del Nord, nel quale è ubicato il 50% di queste attività, soprattutto in Piemonte (5.049 imprese), Lombardia (4.767) e Veneto (2.697). Infine il commercio all’ingrosso, suddiviso in 3 categorie: ingrosso in senso stretto con 2.845 imprese in Umbria nel 2011, intermediari (agenti e rappresentanti, mediatori e procacciatori d’affari), che erano 4.318; settore auto (che comprende le attività di vendita sia all’ingrosso sia al dettaglio di auto, di motocicli, parti e accessori di autoveicoli e di motocicli, nonché le attività di manutenzione e riparazione degli stessi), con 2.211 attività. In tutte le tre categorie, tra il 2010 e il 2011, si è registrato in Umbria un leggero in- cremento dello 0,5%. UN FUTURO ANCORA GRIGIO “Si delinea, in assenza di una ripresa robusta - che appare incerta almeno per i prossimi due anni - una brusca riduzione del numero degli esercizi commerciali, soprattutto di piccole dimensioni”, commenta Confcommercio. “La recente totale deregolamentazione delle attività commerciali, affrettatamente equiparata a un processo di liberalizzazione, non gioverà alla tenuta del settore. Perché il pluralismo delle formule e dei formati commerciali resti un valore, è necessario declinarlo negli spazi vitali delle nostre città: 100 negozi che sostengono due piccoli centri storici hanno un valore diverso degli stessi cento negozi che popolano un centro “artificiale”. Quindi basarsi esclusivamente sulla “conta” dei negozi sopravvissuti, riduce le capacità di leggere il futuro della distribuzione commerciale e, a cascata, di molti servizi alla persona. Un futuro che appare più che mai incerto, specie per la nostra regione. Il prodotto pro capite in termini reali nel 2013 sarà mediamente superiore del 3,9% rispetto a diciotto anni fa. Ma per l’Umbria - insieme a Piemonte, Val d’Aosta, Emilia Romagna - risulterà inferiore. Rispetto al periodo pre-recessione, cioè l’anno 2007: alla fine dell’orizzonte di previsione la nostra regione sarà ben lontana dal recuperare la situazione preesistente. Ci vorranno molti anni, e molte riforme strutturali, per riportare il paese su un sentiero di crescita accettabile. Per questo, a tutti i livelli istituzionali nazionali e locali - occorre mettere in campo uno sforzo straordinario per riavviare il processo di crescita e non fare pagare alle imprese il drammatico prezzo della crisi”. ADV PRIMO PIANO Iniziative Le strategie anti-crisi dei Giovani Imprenditori Un ricco programma di iniziative gratuite per accrescere la professionalità, fare sistema e incrementare il business tra under 40 Ecco i primi appuntamenti: - 30 ottobre: Tecnologia in viaggio - L’importanza di avere tutti i dati dell’azienda sempre con te - 4 dicembre: Generazione Giovani 3.0 - Il potere della comunicazione “social” 20 L a crisi e il cambiamento si affrontano incrementando le proprie capacità imprenditoriali e competenze professionali, facendo sistema tra imprese, sfruttando le opportunità che offre la tecnologia e la rete per creare nuovi modi di fare business. Sono le convinzioni da cui è partito il Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio della provincia di Perugia nel pensare e organizzare una serie di iniziative che sono rivolte a tutti colleghi associati under 40. Ecco il programma delle attività. GLI INCONTRI SUL TERRITORIO Da Spoleto, il 16 ottobre, riparte il ciclo di incontri sul territorio con i giovani imprenditori, organizzato in collaborazione con le Confcommercio locali. Un modo per conoscersi, per presentare la propria impresa, mettere in comune esperienze, idee e prospettive di crescita. Gli appuntamenti più vicini: Spoleto, 16 ottobre, ore 18.30, presso la sede Confcommercio. Perugia, 20 novembre, ore 18.30, presso la sede Confcommercio. Si proseguirà poi a gennaio con altre località della provincia. I SEMINARI TECNICI In collaborazione con lo Studio Zucchetti, è stato messo a punto un programma di seminari tecnici gratuiti finalizzati ad incrementare le proprie competenze professionali, a cogliere opportunità di sviluppo, ad ottimizzare la gestione della propria impresa. Gli incontri, che oltre all’esperto prevedono anche alcune case history, si svolgeranno a Perugia, dalle 14.30 alle 15.30, presso la sede Confcommercio,(via Settevalli, 320). YOUNG MARKET è una vetrina e uno store digitale, ospitato nel sito www.confcommercio.pg.it, nel quale i giovani imprenditori associati a Confcommercio possono inserire offerte esclusive e definite su un proprio prodotto/servizio, riservate ai loro colleghi under 40. Zero i costi, tanti i vantaggi: ampliamento del proprio mercato, pubblicità gratuita della propria impresa, interscambio di opportunità. Per aderire basta compilare e sottoscrivere un modulo di adesione, scaricabile anche dal sito e rinviabile via e.mail, riportando le caratteristiche dell’offerta, i dati dell’impresa, e fornire in formato elettronico il logo dell’impresa stessa per l’inserimento nel sito. INFORMAZIONI: Confcommercio della provincia di Perugia, Giovanni Rubeca, Claudia Migliorati, Barbara Cecchini, tel. 075.506711. cos’è YOUNG MARKET è uno store online estremamente conveniente che trovi su: www.confcommercio.pg.it Lo store è riservato esclusivamente ai giovani imprenditori under 40, associati a Confcommercio. come funziona Chi aderisce si impegna a inserire nello store un prodotto/servizio della propria azienda con uno sconto/offerta significativi ed esclusivi. Chi aderisce ha diritto ad acquistare nello store usufruendo delle offerte fatte dagli altri associati. come aderire Contatta l’associazione [email protected] tel. 075.5067145 / 075.5067126 075.5067184 GIOVANI IMPRENDITORI UMBRIA ADV PRIMO PIANO Sicurezza nei luoghi di lavoro Più che un costo, una opportunità 100 imprese saranno coinvolte nel progetto per la sicurezza di Inail, Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo C onsiglio di un imprenditore a un imprenditore: non bisogna vedere le norme della sicurezza dal punto di vista dei costi o come una ulteriore scocciatura, ma dal punto di vista dei benefici che possono portare all’azienda. Benefici di carattere economico anzitutto, per la possibilità di accedere alle agevolazioni ad esse riservate. Senza trascurare i benefici che derivano dal fatto che il dipendente lavora in una logica di sicurezza/efficienza e che le imprese possono sviluppare piani organizzativi, in assenza di rischio, funzionali alla crescita dell’attività. 100 imprese del settore turistico - alberghi e somministrazione - avranno l’opportunità di entrare a far parte di un progetto i cui risultati finali saranno estesi a tutte le altre, perché la cultura della sicurezza in azienda diventi per tutti non un peso ma una opportunità. Con questo obiettivo, è stato redatto un Protocollo d’intesa, sottoscritto dalla direttrice della sede Inail di Perugia Alessandra Ligi, la presidente dell’Ente Bilaterale del Terziario della provincia di Perugia Cristiana Casaioli, il presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo dell’Umbria Enrico Bruschi (vedi foto), il coordinatore del Centro servizi di Perugia dell’Ente Bilaterale del Turismo dell’Umbria Vasco Gargaglia. Il progetto riguarda per ora imprese dei settori ricettivo e somministrazione Il Protocollo prevede diversi step. Si partirà con la verifica dei livelli di sicurezza lavorativa nelle 100 aziende coinvolte dal progetto; saranno individuate eventuali criticità da superare; sarà definito un metodo per l’adozione di buone prassi volte a contribuire al miglioramento degli standard, secondo i principi del Te- Saranno definite buone prassi per migliorare gli standard di sicurezza 23 sto Unico sulla Sicurezza (81/2008). La procedura individuata sarà quindi sperimentata presso le aziende del campione; infine, il modello sarà diffuso ed adottato nel territorio. Con l’ambizione che il progetto pilota sperimentato nella provincia di Perugia trovi così tanti consensi tra le imprese e i lavoratori da “fare scuola” anche nelle altre regioni d’Italia. ENTI BILATERALI Gli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo sono organismi paritetici, di cui fanno parte Confcommercio della provincia di Perugia e le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil. Sono circa 4 mila le imprese aderenti agli Enti nella provincia di Perugia, con oltre 750 imprese che hanno optato per la nomina degli RLST (Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza Territoriali) nell’ambito degli Enti medesimi. ADV Impresa e sviluppo Groupon & C. e imprese turistiche, non è tutto oro quello che luccica Vizi e virtù dei Social Shops Group spiegati da Giovanna Manzi, CEO di Bestwester P resentiamo la seconda parte dell’intervento dedicato alle imprese turistiche e alle politiche volte al loro rilancio e sviluppo. La parola a Giovanna Manzi, CEO di Bestwestern, che analizza il tema dei Social Shops Group. Il leader mondiale è Groupon, ma vanno forte anche Lets Bonus e Groupalia. Sono i cosiddetti Social Shops Group, un fenomeno sviluppatosi da qualche tempo sul web principalmente per fronteggiare la crisi, dato che, sfruttando la logica del gruppo di acquisto, si caratterizzano per l’offerta di prodotti e servizi a prezzi fortemente scontati. Il target principale di coloro che utilizzano i Social Shops è costituto da donne lavoratrici laureate tra i 25 ed i 45 anni, senza figli. “Nonostante il trend di crescita, i gruppi di acquisto - chiarisce Giovanna Manzi, CEO di Bestwestern - evidenziano molti problemi, che vanno a danno della loro immagine e minano la fiducia nei clienti”. Per questo le imprese turistiche che veicolano le proprie offerte tramite Groupon & C. devono tenere in considerazione alcuni elementi essenziali. In particolare, gli aspetti critici riguardano: •difficoltà di convertire i coupon acquistati •ritardi nelle consegne •attività mai aperte/chiuse/sovraffollate •pubblicità ingannevole. “Il rischio - spiega Giovanna Manzi - è che la negatività derivante dalle azioni dei Social Shopping Group venga associata, per estensione, ai partner, ed in questo caso alle aziende ricettive”. I clienti sono sempre più alla ricerca di offerte che permettano di acquistare un bene/servizio ad un costo inferiore rispetto al valore soggettivo/oggettivo associato. Quello che accade molto spesso è che i clienti che acquistano il servi- 25 impres a e sviluppo 26 zio alberghiero ad un prezzo molto scontato si aspettano comunque di trovare uno standard buono e di poter usufruire dello stesso in qualsiasi momento (alta stagione, bassa stagione, week-end, etc.), mentre la prospettiva dell’imprenditore è diversa, in quanto il servizio offerto in queste occasioni (proprio per il bassissimo prezzo) è quello basic, ed il periodo di riferimento è quello della bassa stagione . “In tal senso il consiglio - suggerisce l’esperta - se proprio si vuole aderire al Social Shopping, è quello di procedere per gradi, partendo dal lancio di offerte ad impatto contenuto e controllabile”. Ecco altri suggerimenti: - Definire una tipologia di pacchetto che tuteli la clientela fedele. Molto spesso accade che clienti che acquistano tramite Social Shops paghino molto meno di quello che paga un cliente fidelizzato che viene ormai da anni, e che quindi si sente penalizzato. Ma scontentare i clienti fedeli per intercettare clienti mordi e fuggi e a basso prezzo è altamente controproducente e sconsigliato. - Cercare di prepararsi con concrete proposte di fidelizzazione della clientela intermediata e/o di upselling. - Limitare la promozione a periodi di “medio/bassa stagione”, con trend di domanda “lineare”, cercando di limitare la clientela con restrizioni di tempo, soggiorno minimo, etc. Non bisogna infatti dimenticare che il cliente che arriva tramite i gruppi di acquisto non deve essere considerato un cliente di serie B, né avere mai l’impressione di esserlo. I Social Shops Group sono quindi strumenti che, se utilizzati in modo errato, possono provocare gravi danni alle imprese. Le testimonianze “contro” Di seguito presentiamo le testimonianze raccolte da blog e social network, di due albergatori e di un cliente, che testimoniano un uso non adeguato dei Social Shops Group. LA PAROLA ALL’HOTEL • “....Siamo finiti dentro un “meccanismo impazzito” che Groupon non è stato capace, o non ha voluto fermare per tempo, nonostante pressanti e reiterate richieste di interruzione dell’offerta, distribuite nell’arco della giornata, a cominciare dalla prima mattina, quando il numero di coupon venduti superava di gran lunga quello preventivato”. •”… Per inciso, il numero di coupon messi a disposizione era inizialmente di 30, portato da Groupon a 50, rassicurandoci però che non se ne sarebbe- ro venduti neanche 30! Ebbene, Groupon ne ha venduti circa 950, incassando una somma vicina o superiore a centomila euro, prendendo allegramente impegni che ben sapeva di non poter ( o dovere) onorare, ovvero che sapeva di poter ribaltare addosso alla scrivente……” LA PAROLA AL CLIENTE “...Le strutture considerano i clienti Groupon di serie B o anche C. Prima danno la precedenza ai loro clienti paganti per intero poi, se hanno posto, a quelli di Groupon. Ad esempio: il 31 dicembre 2011 ho comprato un buono per un bellissimo albergo in montagna, Il 2 gennaio 2012 ho chiamato per prenotare un week- end verso maggio/giugno… Risposta: “è troppo presto, deve chiamare più avanti, se avrò camere che mi restano vuote le darò a quelli di Groupon. Ma prima darò la precedenza ai miei clienti…. Perchè certe società aderiscono a Groupon anche se sono già pieni di “loro” clienti? Che bisogno c’é?” ” ADV Dal Territorio Perugia, un piano per il centro storico N 28 el percorso e nell’impegno volto a ridare vitalità al centro storico di Perugia, un tassello importante è il recente piano adottata della Giunta comunale, che da un lato consente l’apertura di nuove attività di abbigliamento, calzature, biancheria intima, accessori per l’abbigliamento e articoli in pelle e cuoio anche nelle vie e piazze del centro - Corso Vannucci, Piazza della Repubblica, Piazza IV Novembre - dove prima non era consentito, a causa di un divieto introdotto da una delibera comunale del 2002. Dall’altro permette di aprire medie e grandi superfici di vendita non alimentari, dando così potenzialmente il via libera al riutilizzo di grandi contenitori attualmente vuoti (es. ex Lilli, ex Turreno, etc.). Decisioni che rappresentano una anticipazione del Quadro strategico di valorizzazione previsto dalla legge regionale sui centri storici, e che sono valutate positivamente dalla Confcommercio territoriale di Perugia e dalla Consulta per il centro storico, di cui l’organizzazione è una delle componenti, non solo per i contenuti, ma anche perché frutto di un processo di confronto e condivisione tra l’amministrazione e le associazioni. “C’era le necessità - sottolinea Giuseppe Capaccioni, presidente della Consulta e vice presidente Confcommercio Perugia - di riportare in centro imprenditori che avessero voglia di investire. Per farlo, tanto più in questo momento di crisi, occorreva in primo luogo restituire certezza sulle normative e con questa decisione il Comune lo ha fatto. La possibilità di aprire medie superfici non alimentari - considerato che non ce ne sono quasi più - rappresenta una novità significativa in questo processo di potenziamento dell’attrattività, perché sulla base di diverse indagini Foligno, a scuola nelle imprese è stata un successo la quarta edizione del progetto scuolalavoro promosso dalla Confcommercio di Foligno, grazie al quale 55 ragazzi del Liceo Scientifico cittadino durante l’estate hanno fatto esperienza d’impresa per 3 settimane in 48 attività commerciali del centro storico. Nel corso della cerimonia di premiazione il presidente della Confcommercio Aldo Amoni ha sottolineato l’importanza di favorire l’incontro dei giovani col mondo delle imprese, perché oggi prima di avviare qualunque attività occorre un grande bagaglio di professionalità. che abbiamo fatto, un polo commerciale viene identificato come tale dal consumatore proprio in presenza di medie-grandi superfici. Anche la possibilità di aprire nuove attività di abbigliamento, calzature etc. in certe zone del centro è positivo perché dovrebbe avere, tra l’altro, anche un effetto di calmieramento degli affitti”. Problema, questo, che in un momento di fortissima contrazione dei ricavi, è pesante per tante attività del centro storico. “Alcuni proprietari si sono resi conto del momento, hanno capito - sottolinea Capaccioni - e pur di non vedere il proprio immobile sfitto, anche perché l’Imu debbono comunque pagarla, hanno accettato riduzioni attorno al 20%. Ma altri non hanno abbassato le loro pretese, con la conseguenza che diverse attività, messe già alle corde dalla contrazione di fatturato, sono costrette a chiudere”. ADV Dal territorio Città di Castello investe sul Puc 2 A Città di Castello stanno per arrivare 4 milioni e 700 mila euro di contributi regionali, che attiveranno almeno 12 milioni di investimenti, grazie al Puc 2, il Piano urbano complesso, che finanzierà importanti interventi di recupero nel centro storico, sostenendo non solo azioni di carattere pubblico, ma anche i progetti dei privati, primo tra 30 tutti il piano di marketing territoriale, sul quale tanto ha creduto e puntato la Confcommercio locale. Soddisfazione dunque per lo sblocco dei fondi, reso possibile grazie al fondo Fas, del presidente della Confcommercio Altotiberina Mauro Smacchia, che sottolinea il ruolo essenziale, insieme alle associazioni, della Cassa di Risparmio di Città di Castello, che ha finanziato il piano di marketing territoriale. “Grazie al Puc 2 - sottolinea - il centro storico deve sviluppare pienamente la propria vocazione di centro commerciale naturale. Il pacchetto di progetti del Puc 2 è un importante contributo per avviare la ripresa in un momento particolarmente difficile”. Ad Assisi finalmente le risorse del bando Res.ta. Q ualche imprenditore quasi non ci sperava più: e invece, sia pure con un bel po’ di ritardo, sono stati finalmente liquidati i contributi per le attività di Assisi che hanno partecipato al bando Re.sta. commercio 2008 City Mall, che prevedeva risorse nell’ordine del 40% del totale per investimenti effettuati nell’ambito di progetti innovativi di reti d’impresa. Capofila dal progetto è stato il Consorzio AssisiSì che, ricordiamo, gestisce per conto del Comune spazi culturali e museali della città. Il merito del buon esito del progetto va molto alla Confcommercio locale e al suo presidente Vincenzo Di Santi, a capo anche di AssisiSì, che con la collaborazione degli uffici ha sollecitato prima l’impegno delle imprese - con ottimi risultati, tanto che il progetto di Assisi ha conquistato il primo posto nella graduatoria del bando regionale - poi ha pressato le istituzioni, per indurle a non ritardare ulteriormente l’erogazione dei contributi, che ammontano ad oltre 200 mila euro, per un totale di investimenti pari a circa 480 mila euro. Prosegue intanto l’impegno dell’Ascom nel dare contenuti all’accordo sottoscritto con il Comune di Assisi e la commissione nazionale di Confcommercio per le politiche per le aree urbane, il cui obiettivo è quello di avviare un percorso di rivitalizzazione e riqualificazione del centro storico. Nei giorni scorsi c’è stato un nuovo incontro tra il sindaco Ricci e l’architetto Angelo Patrizio, coordinatore scientifico della commissione Confcommercio, per individuare le azioni finalizzate a dare nuova vita ai centri storici di Assisi, Santa Maria degli Angeli e delle frazioni, combattendo gli effetti del progressivo spopolamento. ADV ADV FIERE ED EVENTI Gli appuntamenti DI OTTOBRE 6 - 14 OTTOBRE • SALONE NAUTICO Nautica Genova www.fiera.ge.it 7 - 9 OTTOBRE • SUN - GIOSUN Salone esterno (progettazione, arredamento, accessori) e giochi Rimini www.sungiosun.it 17 - 19 OTTOBRE • SMAU Information Communication Tecnology Milano www.smau.it 17 - 19 OTTOBRE • ENADA Mostra internazionale degli apparecchi da intrattenimento e da gioco Roma www.enada.it 18 - 21 OTTOBRE • SAIE Salone internazionale dell’edilizia Bologna www.saie.bolognafiere.it 19 - 28 OTTOBRE • EUROCHOCOLATE International chocolate exhibition Perugia www.eurochocolate.it 17 - 20 OTTOBRE • MADEEXPO Fiera internazionale dell’architettura e dell’edilizia Milano www.madeexpo.it A Perugia la Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero Per iniziativa della Camera di commercio di Perugia, si svolgerà per la prima volta nel capoluogo umbro la Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Il Centro Estero curerà il programma degli incontri B2B tra le imprese interessate e i rappresentanti di oltre 70 Camere estere presenti a Perugia il 15 e il 16 ottobre. Le imprese umbre avranno così l’opportunità di ap- profondire le informazioni su tutti i mercati in cui opera il network delle Camere di Commercio italiane all’estero e avranno l’occasione di dialogare direttamente con interlocutori qualificati e affidabili che potranno fornire utili informazioni per avviare presenze più strutturate e stabili sui mercati esteri. Per l’organizzazione degli incontri, sono stati individuati alcuni poli sui quali il sistema camerale sta lavorando da anni per favorire l’aggregazione tra imprese: Aerospazio, arredo casa-mobile in stile di grande design/ceramica, il biomedicale, la componentistica automotive, le energie rinnovabili/ biomasse, la filiera agro-alimentare, la grafica/editoria, la meccanica agricola, il tessile cashmere, il turismo. Per ulteriori informazioni e la prenotazione agli incontri B2B: www.centroesteroumbria.com Ufficio internazionalizzazione c/o Confcommercio. Fabio Settequattrini, tel. 075. 506711. A cura di Epta - Fiere ed eventi Si consiglia di contattare l’organizzatore per conferme di tempi e modalità di svolgimento delle manifestazioni 33 ADV