riforma del lavoro - confcommercio umbria

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riforma del lavoro - confcommercio umbria
OTTOBRE
GRATUITO AI SOCI
ANNO XVI
XV
10
p ro v i n c i a d i Per u g i a
Riforma del lavoro
cosa cambia per le imprese
Sicurezza nei luoghi di lavoro
Più che un costo, una opportunità: accordo Inail, Enti Bilaterali
Strategie anticrisi dei giovani imprenditori
Iniziative gratuite per gli under 40
Formazione gratuita con il For.Te
Tante opportunità per le imprese con dipendenti
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Lacrime di coccodrillo
p ro v i n c i a d i p er u g i a
10
OTTOBRE 2012
ANNO XVI
Direttore responsabile
Lorella Cucchiaroni
Comitato di redazione
Vasco Gargaglia, Lorella Cucchiaroni,
Claudia Migliorati
Redazione/Amministrazione
Via Settevalli, 320 - 06129 Perugia
Tel. 075.506711 - Fax 075.5067177
[email protected]
www.confcommercio.pg.it
Hanno collaborato
N. Censi, L. Cucchiaroni,
F. Fiorucci, M. Martini, G. Menichini,
C. Migliorati, F. Settequattrini, E. Valentini.
Concessionaria per la pubblicità
e partner editoriale
Sifa srl
Via Pievaiola, 45 - 06128 Perugia
Tel. e Fax 075.5051028
Progetto grafico/editoriale
Fattoria Creativa
www.fattoriacreativa.it
Stampa
Litograf Todi S.r.l.
Zona Industriale Ponte Rio Todi
Tiratura: 7.500 copie
Finito di stampare in Settembre 2012
Aut. Trib. PG - R.P. n. 11 del 26/02/1997
L
a cronaca della crisi ha scoperto il commercio. La chiusura
definitiva di locali di lunghissima tradizione nei nostri centri storici, luoghi di incontro e di costruzione
di una identità cittadina, non poteva
infatti passare inosservata da parte
della stampa locale, come purtroppo
accade a tante attività che si arrendono alla crisi nel silenzio generale.
Quello che più colpisce, mentre i
giornali raccontano appunto la crisi
del commercio, sono le dichiarazioni dei politici: increduli, amareggiati,
dispiaciuti; sperano che i locali riaprano anche con un’altra gestione…
come se una gestione o un’altra (si
parla di persone!) siano variabili indifferenti… come se, soprattutto,
questi politici non appartenessero
alla stessa classe dirigente che ha
contribuito in qualche modo alla decadenza dei centri storici, spostando uffici e funzioni nelle periferie,
privilegiando la cementificazione
del territorio a scapito del recupero
urbanistico, facendo scappare i residenti a forza di divieti e problemi di
ogni tipo, senza saper prevedere le
conseguenze delle loro scelte.
Ecco perché il dispiacere e l’amarezza che questi politici manifestano
non convincono e non servono di sicuro a consolare chi si trova a dover
chiudere i battenti.
In un recente editoriale - “Perché
una piccola impresa non vale un
Sulcis” - il giornalista Nicola Porro
ha scritto: “La classe dirigente non
conosce la piccola impresa: si è formata sulla Luna, rispetto alla bottega”, per spiegare come mai, di fronte
al fenomeno impressionante delle
centinaia di esercizi che abbassano
le saracinesche, la politica non si impressioni più di tanto.
Ci sono emergenze riconosciute da
tutti ed altre che restano invisibili,
anche se alla fine anche numericamente e socialmente più rilevanti.
“Perché i minatori del Sulcis, l’ultimo
caso di industria assistita e improduttiva che viene salvata pro-tempore dai governi, vale più di un bar che
salta? La microimpresa - è una delle
ipotesi di Porro - si ritiene che possa
comunque farcela. Insomma è vittima della sua presunta forza. è condannata dalla sua flessibilità e dalla
sua capacità di attutire i colpi”.
Cercare di resistere con le sole proprie forze è quello che, finora, la microimpresa ha sempre fatto. Nonostante tutto.
Giorgio Mencaroni
Presidente Confcommercio
provincia di Perugia
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IL MEGLIO DEL MESE
Risorse in arrivo per le imprese del terziario
è
imminente (sicuramente entro l’anno) la pubblicazione di
due bandi regionali, ovvero il
bando TIC, che prevede finanziamenti alle imprese del terziario per investimenti in tecnologia e comunicazio-
ne, con una dotazione di 1 milione di
euro, e il bando sulla certificazione di
qualità, che ha una dotazione di 750
mila euro. Inoltre saranno rifinanziati,
con 4,5 milioni complessivi, la legge
per la creazione d’impresa (legge
12/’97), la legge per l’imprenditoria
giovanile, la legge per l’auto-impiego
(rivolta ai disoccupati) e la legge che
finanzia il microcredito.
Aggiornamenti in tempo reale sul
sito www. confcommercio. pg.it.
Università dei Sapori di Perugia,
eccellenza italiana
L
’università dei Sapori di Perugia - il centro formativo d’eccellenza per diffondere competenze, professionalità e cultura
dell’alimentazione - è stata protagonista dell’edizione 2012 della Conferenza di Sistema, il meeting che
ogni anno organizza Confcommercio per un confronto tra tutte le sue
componenti, con lo scopo di orientarle al meglio a tutela delle piccole
e medie imprese del settore. Le caratteristiche e la mission dell’Università dei Sapori sono stati presentati
da Vasco Gargaglia, amministratore
delegato della struttura e direttore
della Confcommercio della provincia
di Perugia, nella sessione della Con-
ferenza di Sistema intitolata “Protagonisti del cambiamento: le nostre
eccellenze” dedicata appunto alla
presentazione di alcune “best practices” rinvenute nell’universo confederale. Il 18 e 20 ottobre, inoltre,
l’Università dei Sapori ospiterà la riunione dei direttori Federalberghi, per
la prima volta in Umbria.
L’Umbria, un regione da… annusare
L
a famiglia Lucci di Gubbio di
profumi se ne intende: il “capostipite” Federico Ernesto
Lucci, per anni presidente della Confcommercio locale e ora presidente
Fenacom, aprì la profumeria “Limonero” nel 1945, insieme alla moglie
Rita. Negli anni ’90 subentrano il figlio Ivo e la nuora, ed oggi siamo già
alla terza generazione. Gubbio, si sa,
è meta di turisti, anche eccellenti:
e in tanti nel tempo hanno chiesto
qualcosa che racchiudesse odori ed
aromi dell’Umbria, qualcosa da portare con sé. Ai Lucci l’idea scatta subito: creare una fragranza che racconti
l’Umbria attraverso l’olfatto. è nato
così Profumo d’Umbria. Anni di pro-
gettazione, un bel rischio d’impresa,
mesi e mesi di lavoro, per realizzare
il primo progetto olfattivo di una regione italiana, scrupolosamente realizzato con ingredienti reperibili nella
nostra terra: la ginestra e l’acacia di
Gubbio incontrano il fieno ed i castagni di Città di Castello; le note di fiori
bianchi di Assisi e Spello strizzano
l’occhio all’iris di Foligno, al cipresso
perugino accompagnato da rosmarino e lavanda di Castelluccio e al tiglio
della zona di Terni. La composizione,
perfettamente bilanciata a livello olfattivo, è preparata con cura ed interamente prodotta in Italia con un’attenzione scrupolosa all’ambiente: la
bottiglia è di vetro, la scatola di carta
non ha colle ma è ad incastro ed il
tappo in legno ha il cappuccio in plastica estraibile, così da poter riciclare
tutto in modo intelligente. Il successo è immediato, tanto che la richiesta
supera l’offerta. Complimenti!
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Per dirla tutta
Gli alberghi non sono
esattori!
I
l TAR Veneto ha stabilito l’illegittimità del regolamento del Comune di Venezia sull’imposta di
soggiorno, nella parte in cui prevede
che albergatori e titolari delle strutture ricettive siano responsabili degli
obblighi tributari e della riscossione
dell’entrata. Il Tribunale amministrativo ha quindi affermato che non
spetta agli albergatori, ma neppure a
tutti gli altri gestori di strutture ricettive, fungere da sostituto di imposta
e nulla può essere imputato loro se
il cliente non vuole versare il tributo.
Se il cliente non paga, insomma, la
struttura ricettiva non deve versare
nulla al Comune. Il caso del Veneto
è stato ricordato al sindaco di Peru-
gia Wladimiro Boccali nel corso di un
incontro nel corso del quale Federalberghi - Confcommecio ha presentato, insieme alle altre associazioni
di categoria, 500 firme raccolte nel
Comune tra titolari e dipendenti di
strutture ricettive, contro l’imposta
di soggiorno: un ulteriore balzello
sui consumatori che finirebbe per
aggravare anche la situazione in cui
si trovano oggi le imprese ricettive, a
causa del calo dei consumi turistici e
l’aumento della pressione fiscale.
“Sono a rischio molte imprese ricettive - è stato ricordato a Boccali, che
è anche presidente dell’Associazione
dei comuni umbri - e con esse centinaia di posti di lavoro”.
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Le briciole per il terziario
A
sostenere le ragioni del terziario - commercio, turismo
e servizi - nell’incontro con
l’assessore regionale allo sviluppo
economico Vincenzo Riommi, c’è
andato il presidente di Confcommercio Umbria Aldo Amoni. All’ordine del giorno, il Programma annua-
le per la crescita, l’innovazione e la
competitività del sistema produttivo
regionale, che dovrebbe portare in
Umbria, grazie al Fondo Sociale Europeo e al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, la considerevole cifra
di circa 57 milioni di euro. Peccato,
ho sottolineato il rappresentante
Confcommercio, che questa cifra sia
quasi interamente destinata al settore manifatturiero. Confcommercio
ha chiesto alla Regione non solo più
attenzione per il terziario, ma anche
che ci si orienti verso politiche economiche integrate, anziché puntare
su un solo settore.
Bancomat obbligatorio: no agli obblighi,
sì alla riduzione di costi e commissioni
L
’ipotesi, al momento accantonata ma non definitivamente
svanita, di introdurre in Italia
l’obbligo di accettare i pagamenti
con moneta elettronica, bancomat e
prepagate, per importi superiori ai 50
euro, non convince. “La modernizza-
zione del sistema dei pagamenti è
un aspetto rilevante della modernizzazione del sistema Paese - sostiene
Confcommercio - ma il perseguimento di questo obiettivo non può
significare l’introduzione, con tempi
stringenti, di obblighi universali di ac-
cettazione degli strumenti di moneta
elettronica. E ciò tanto più in assenza di chiare scelte ed impegni in materia di riduzione delle commissioni
che gravano sugli esercenti e che
maggiormente incidono sulle transazioni di importo contenuto”.
ottobre 2012
PRIMO PIANO
Tasse e tariffe
10
Comuni, dateci un segnale
Imu, rifiuti, imposta di soggiorno… Confcommercio incontra
l’Anci per chiedere meno tasse locali
PRIMO PIANO
turismo
13
Agriturismi, la riforma non va
Il disegno di legge regionale introdurrebbe elementi
14
Umbria, una crisi di lungo corso
e un futuro molto incerto
La situazione dell’economia regionale fotografata dal
Rapporto sulle Economie Territoriali
Focus
economia umbra
di
deregolamentazione inaccettabili
PRIMO PIANO
Iniziative
20
Le strategie anti-crisi dei Giovani
Imprenditori
Un ricco programma di iniziative gratuite per accrescere
la professionalità, fare sistema e incrementare il business
tra under 40
PRIMO PIANO
Sicurezza nei luoghi
di lavoro
23
Più che un costo, una opportunità
100 imprese saranno coinvolte nel progetto per la sicurezza
di Inail, Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo
Impresa
e sviluppo
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Groupon & C. e imprese turistiche,
non è tutto oro quello che luccica
Vizi e virtù dei Social Shops Group spiegati da Giovanna Manzi,
CEO di Bestwester
Dal Territorio
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Perugia, un piano per il centro storico
30
Città di Castello investe sul Puc 2
Dal territorio
fiere ed eventi
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35
10
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Foligno, a scuola nelle imprese
Ad Assisi finalmente le risorse del
bando Res.ta.
gli appuntamenti di ottobre
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ANNO XVI
10
PRIMO PIANO
Tasse e tariffe
10
Comuni,
dateci un segnale!
Imu, rifiuti, imposta di soggiorno… Confcommercio incontra l’Anci
per chiedere meno tasse locali
“
Se i Comuni dell’Umbria tengono a questo settore, ora ce
lo devono dimostrare con i
fatti. Le imprese del commercio, del
turismo e dei servizi aspettano un
segnale concreto”. Il presidente della Confcommercio regionale, Aldo
Amoni, ha voluto di nuovo incontrare il presidente di Anci Umbria, nonché sindaco di Perugia, Wladimiro
Boccali sul tema delle tasse e tariffe
locali, il cui peso è diventato ormai
insopportabile per le imprese.
Non è la prima volta che il presidente
Amoni, con la franchezza che lo contraddistingue, chiede al rappresentante dei Comuni umbri interventi
finalizzati a porre un freno alla fiscalità locale, ma è la prima volta che il
colloquio si è chiuso con un risultato
abbastanza soddisfacente. Ovvero
l’impegno, da parte di Boccali, di costituire un Comitato tecnico ristretto, di cui facciano parte anche esperti Confcommercio in rappresentanza
delle imprese, che avrà lo scopo di
esaminare attentamente i conti degli enti pubblici alla ricerca di margini
di intervento per favorire le imprese
del commercio e del turismo, finora
penalizzate anche rispetto a quelle di
altri comparti.
Un Comitato tecnico valuterà
come ridimensionare
la fiscalità locale
“L’apertura” del presidente dell’Anci
è stata apprezzata dal presidente di
Confcommercio, il quale nel corso
dell’incontro aveva posto l’accento
PRIMO PIANO
Tasse e tariffe
sui fattori che più penalizzano oggi
le imprese, in primo luogo il prelievo
fiscale, che per chi opera nel pieno
rispetto delle regole è arrivato al livello record del 55%. Con un fisco
così oppressivo - ha detto Amoni non può esserci crescita. Bisogna
dunque iniziare da qui per dare un
po’ di respiro alle imprese che vogliono restare sul mercato.
Imu: Confcommercio
ha chiesto che i Comuni
dimezzino l’aliquota per gli
immobili relativi all’esercizio
dell’attività d’impresa
“La pubblica amministrazione, sia a
livello locale che nazionale - ha sottolineato con decisione - deve fare
una cura dimagrante degli sprechi
e delle inefficienze, senza limitarsi
a difendere lo status attuale, che è
insostenibile, e senza minacciare
continuamente, come contropartita, lo spauracchio del taglio ai servizi. In un’ottica di spending review,
anche i servizi vanno analizzati in
base al rapporto costo benefici per
la collettività”.
Rifiuti: non più accettabili
le sperequazioni che ancora
penalizzano il commercio
e il turismo
Tra le emergenze evidenziate da
Amoni, le incertezze legate all’Imu e
le prospettive che si aprono con la
Tares, il nuovo tributo comunale sui
rifiuti e sui servizi che entrerà in vigore il primo gennaio 2013.
La prima rata dell’Imu, ha osservato
Amoni, ha avuto effetti disastrosi perfino sui saldi estivi, che hanno chiuso
con un bilancio tutt’altro che soddisfacente, e si teme possano influire
anche sulle vendite di fine anno.
I Comuni possono intervenire sul
fronte Imu - ha sottolineato il presidente di Confcommercio - riducendo l’aliquota di base per gli immobili
commerciali e strumentali. è stato
lo stesso IFEL (Istituto per la Finanza e l’economia locale, Fondazione
istituita dall’Associazione nazionale
dei Comuni italiani) a scoraggiare nei
Comuni “qualsiasi ipotesi di penalizzazione degli immobili commerciali e
strumentali delle imprese”… indicando quindi “l’opportunità di una agevolazione”. Anche sulla base di questo
parere Confcommercio Umbria ha
chiesto che i Comuni dimezzino l’aliquota per gli immobili relativi all’esercizio dell’attività d’impresa rispetto
all’aliquota base Imu. Ha chiesto inoltre di applicare un’aliquota ridotta al
4 per mille per tre anni alle piccole
imprese di nuova costituzione, per i
locali ubicati nei centri storici.
Quanto alla Tares, la posizione della
organizzazione è altrettanto netta:
l’entrata in vigore del nuovo tributo dovrà segnare una differenza
di impostazione politica e tecnica
nell’assegnazione dei coefficienti
di pagamento ai settori economici.
Confcommercio non intende accettare le sperequazioni che ancora penalizzano il commercio e il turismo.
Nel Comune di Perugia, ad esempio, per la TIA, sulla parte fissa, gli
alberghi pagano 6,5 euro per mq, i
ristoranti 11,99, i bar 10,99 e i negozi
di beni non deperibili 8,13, mentre
gli artigiani pagano 4,22 euro e gli
industriali addirittura 3,66. Stesso discorso per quanto riguarda la parte
variabile: con gli alberghi che pagano
più del doppio degli industriali (0,53
euro contro 0,21), anche quando le
camere non sono occupate. Alberghi sui quali ancora incombe, al di là
di Imu e Tares, anche l’incubo della
tassa di soggiorno. Secondo Confcommercio il tributo dovrà invece
essere calcolato su un base tariffaria commisurata alla reale quantità e
qualità medie dei rifiuti prodotti.
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ADV
PRIMO PIANO
turismo
Agriturismi, la riforma non va
Il disegno di legge regionale introdurrebbe elementi
di deregolamentazione inaccettabili
I
n Umbria, alla fine del 2011,
le aziende agrituristiche erano
1.269, con un totale di 29.468
posti letto: una parte consistente di
quel settore extralberghiero, in continua crescita, che conta 3.720 strutture e 61.812 posti letto.
Per riformare la normativa che regola il settore agrituristico, la Regione
dell’Umbria ha elaborato un disegno
di legge che non piace a Confcommercio e a Federalberghi. Classificazione, limiti al numero dei posti letto
e all’attività di ristorazione: sono alcuni degli ambiti nei quali il disegno
di legge introdurrebbe elementi di
deregolamentazione
inaccettabili.
O accettabili, secondo Confcommercio, a patto che le attività agrituristiche, a parità di servizio offerto
rispetto ad una attività ricettiva o di
somministrazione, rinuncino ai trattamenti di favore di cui oggi godono,
sotto il profilo fiscale, tributario, con-
tributivo, urbanistico, giuslavoristico
e così via.
è proprio su questo piano che si collocano le questioni che Confcommercio contesta con maggiore decisione: se i locali utilizzati a uso turistico
sono assimilabili ad ogni effetto alle
abitazioni rurali, per questi immobili
si può derogare agli aspetti igienico
sanitari e si possono avere ulteriori
agevolazioni in tema di Imu e Tares,
che naturalmente sono precluse ad
alberghi e ristoranti. Il disegno di legge, inoltre, intende modificare il criterio con cui determinare la prevalenza
dell’attività agricola su quella agrituristica e legittima l’utilizzo di produzioni
esterne all’azienda, snaturando così
quella che è la vera peculiarità dell’attività agrituristica, che così rischia di
trasformarsi in comune attività commerciale senza averne tutte le implicazioni negative. Altrettanto contestabile, infine, la scelta di affidare i
controlli alle Unioni dei Comuni, per
l’eccessiva vicinanza tra controllore e
controllato che rischia, come accaduto qualche volta in passato, di vanificarne l’efficacia. Il disegno di legge
immaginato dall’assessore Cecchini,
secondo Confcommercio, non va
nella direzione giusta, della crescita
in specificità e qualificazione dell’offerta turistica regionale.
Continua il lavoro per
la regolamentazione delle sagre
Mentre si placa, per ragioni
stagionali, l’imperversare delle
sagre su tutto il territorio regionale, continua invece l’azione
di Confcommercio e Fipe che
vogliono ottenere dalla Regione nuove regole per riportare
questo fenomeno entro limiti
accettabili.
Sta per vedere la luce un nuovo
disegno di legge regionale, che
avrà contenuti più restrittivi, al
quale i rappresentanti degli imprenditori della somministrazione stanno dando un contributo
decisivo. Notizie più aggiornate
e in tempo reale, sul sito www.
confcommercio.pg.it.
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Focus
economia umbra
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Umbria,
una crisi di lungo corso
e un futuro molto incerto
La situazione dell’economia regionale fotografata dal Rapporto
sulle Economie Territoriali
E
conomia umbra in affanno e
sistema produttivo in forte
rallentamento, non solo per il
peso dell’attuale fase recessiva, ma
di un quinquennio davvero duro.
Secondo il Rapporto sulle economie
territoriali elaborato dall’Ufficio Studi
della Confcommercio, infatti, a parte
la “boccata di ossigeno” rappresentata dal periodo 2010-2011, nel quale
la regione ha registrato un ritmo di
crescita modesto (+1,4%, pari alla
media nazionale, ma superiore alla
media del Centro, che è +1,1%),
nel periodo 2008-2009 la crisi si è
manifestata con un picco negativo
di –4,9% (nettamente superiore sia
alla media nazionale, pari a –3,4, che
a quella delle regioni del Centro, pari
a –3,1%) a cui si somma il –1,3%
stimato per il periodo 2012 -2013 (in
media con il resto d’Italia). Insomma, una fase recessiva si è sommata all’altra, protraendosi nel tempo,
fiaccando imprese e famiglie e determinando una riduzione della produttività del lavoro.
“Il Rapporto sulle economie territoriali evidenzia per l’economia un’attualità spesso drammatica e un fu-
FOCUS
economia umbra
turo ancora molto grigio”, commenta
Confcommercio.
“è certamente positivo che il commercio, come gli altri servizi di mer-
Nel periodo 2008-2009
la crisi si è manifestata con
un picco negativo di –4,9%,
con una leggera ripresa nel
2010-2011, ma previsioni
negative per il 2012-2013
cato, “tenga” in termini di contributo al Pil e agisca come attrattore di
occupazione anche in tempi di crisi.
Ma, date le prospettive dei consumi,
i margini delle imprese sono in continua riduzione. Per questo, a tutti i
livelli istituzionali, occorre mettere
in campo uno sforzo straordinario
per riavviare il processo di crescita e
non fare pagare alle imprese il drammatico prezzo della crisi”.
CONSUMI IN FORTE RIBASSO
La crisi economica che sta attraversando il Paese da alcuni anni ha
causato, dal 2007, una continua diminuzione del reddito disponibile
delle famiglie in termini reali e ridotto sensibilmente i livelli di benessere: pur essendo diminuita la quota di
reddito che le famiglie hanno destinato al risparmio, i consumi hanno
fortemente sofferto.
Dopo una crescita dei consumi reali di +1,6% nel periodo 1996/2007,
l’Umbria ha registrato un –1,6% nel
biennio 2008-2009, per recuperare
un +1,5% nel 2010-2011 (migliore
performance tra tutte le regioni italiane) e tornare però al segno meno
(-1,8%) nel periodo 2012-2013 (in linea con la media italiana).
Il dato peggiora, a seguito dell’aumento della popolazione, se si
analizzano i consumi reali pro capite: registriamo dunque in Umbria
un –2,6% nel periodo 2008-2009,
un +0,9% nel periodo 2010-2011 e
una previsione di –2,5% nel biennio
2012-2013.
LE IMPRESE SUL TERRITORIO:
SEMPRE PIU’ TERZIARIO
Resta confermata anche in Umbria,
come a livello nazionale, l’onda lunga della progressiva terziarizzazione
dell’economia.
Addirittura la crisi ne accentua la velocità, quindi la crescita passa dai
servizi, oppure crescita non ci sarà.
Nella nostra regione le imprese registrate a fine 2011 erano 96.266, con
una variazione del +7,7%, rispetto al
2000: la voce prevalente è quella dei
servizi in senso ampio, con 47.803
unità, e un incremento di ben il
19,3% negli ultimi 11 anni. All’interno
di questa macro area sono collocati
il commercio, con 22.275 imprese (il
23,1% del totale), i servizi di alloggio e ristorazione, con 5.917 unità
(pari al 6,1%), gli “altri servizi”, con
19.611 imprese (il 20,4% del totale),
tra cui sono comprese, ad esempio,
Continua al terziarizzazione
dell’economia: i servizi sono
cresciuti del 19,3% negli
ultimi 11 anni
trasporti e magazzinaggio, servizi di
comunicazione e informazione, attività finanziarie e assicurative, attività
immobiliari, agenzie di viaggio, etc.
Il settore servizi è seguito dall’industria, con 24.112 unità (il 25% del totale) e un +6,8% nel periodo 20002011; l’agricoltura contava 18.259
aziende nel 2011, con un trend negativo pari a –13,8%.
OCCUPAZIONE, I SERVIZI
NE ASSORBONO ANCORA
Anche per quanto riguarda l’occupazione i servizi fanno la parte del leone, con il 66,5%, seguiti dall’industria
con il 30,3% e dall’agricoltura, con il
3,2%. A livello complessivo, a fine
2011, il tasso di occupazione nella popolazione tra i 15 e i 64 anni era del
66,8%, il valore più basso dal 2000.
NATI MORTALITA’ DELLE IMPRESE DEL TERZIARIO, 2011 ANNO
NERO
Il 2011 è stato un anno drammatico
15
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FOCUS
economia umbra
Nel 2011 il saldo tra natimortalità delle imprese
del terziario è stato molto
negatio, con -916
per quanto riguarda il saldo tra natimortalità delle imprese del terziario:
nel commercio si sono registrate
–438 imprese (di cui –256 nel solo
commercio al dettaglio), nei servizi di
alloggio e ristorazione –135, nell’area
altri servizi –343, per un totale di
–916 imprese. Se si considerano tutti i settori dell’economia, a fronte di
5.720 imprese iscritte alla Camera di
commercio, ne sono cessate 5.814,
con un saldo negativo di –94.
DIMINUISCE LA RICCHEZZA
PRODOTTA
Nel biennio 2010-2011 l’economia
umbra è cresciuta a ritmi molto contenuti, con un recupero solo parziale
di quanto perso nella recessione del
2008-2009. A partire dalla seconda
metà del 2011 il sistema produttivo
ha cominciato a mostrare una marcata tendenza al rallentamento, avviandosi verso una nuova fase recessiva. In termini di valore aggiunto, e
dunque di produzione di ricchezza,
l‘Umbria è passata dal +1,6% del
periodo 1996-2007, al –4,9% del
biennio 2008-2009, non compensato dal +1,4% degli anni 2010-2011 e
anzi peggiorato dal –1,3% previsto
per il 2012-2013.
UN CAPITALE UMANO MOLTO
SCOLARIZZATO
L’Umbria è al terzo posto in Italia per
gli anni medi di istruzione, dopo il Lazio e la Liguria, con un trend sempre
crescente negli ultimi 15 anni: siamo
passati da 8,5 anni di istruzione del
1995, a 9,7 del 2005 a 10,2 del 2011.
In generale in Italia il trend del livello
di istruzione è stato sempre positivo.
ABITANTI E STRANIERI
Su una popolazione residente di 908
mila abitanti, nel 2011 gli stranieri
hanno raggiunto quasi quota 100
mila (77 mila in provincia di Perugia,
23 in quella di Terni). Una presenza
dunque sempre più significativa, a
cui è legato lo stesso incremento
della popolazione.
LA STRUTTURA DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO
Circa la composizione della rete distributiva, in Umbria nel 2011 sono state
censite 11.920 attività di piccolo dettaglio, 115 minimercati (punti vendita
con una dimensione che varia da 200
a 400 metri quadrati), 228 supermercati, 7 ipermercati, 68 grandi magaz-
L’Umbria ha la densità
più alta in Italia per quanto
riguarda la presenza di
supermercati
zini, 45 grandi superfici specializzate,
2.113 ambulanti, 440 altre forme di
vendita fuori dai negozi.
In confronto al 2010, sono in diminuzione dal punto di vista numerico
le tipologie di vendita dell’area alimentare (-0,2%), il non specializzato
alimentare (-1,9%), i non specializzati di area non alimentare (-1,0%),
i distributori di carburante (-0,2%),
le imprese informatiche (-0,9), il set-
tore ferramenta (-2,1%), i mobilieri
(-0,3%), mentre hanno mantenuto,
sia pure di poco, un andamento crescente i tabacchi (+4%), gli specializzati alimentari (+1,0%), l’abbigliamento (+0,2%).
Nella generale tendenza negativa,
da notare in particolare il calo delle
imprese di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni,
in decisa controtendenza rispetto
all’incremento significativo di esercizi in quasi tutte le regioni (+2,6%).
Quanto alla densità dei punti vendita del piccolo dettaglio, in Umbria
ce ne sono 1.313 ogni 100 mila abitanti, superiori sia alla media nazionale (1.247) che del Centro (1.280):
questo si spiega essenzialmente
con la conformazione del territorio,
molto frammentata e in alcune aree
di difficile accesso (stesso fenomeni si riscontra ad esempio in Valle
d’Aosta, Liguria, Toscana). Tra gli altri
format di vendita, spicca il dato relativo ai supermercati: l’Umbria ne
aveva 228 nel 2010 (+13 rispetto al
2009), con una densità di 22,6 mq
ogni 100 abitanti, il valore più alto in
Italia (la Lombardia ha 16,4 mq ogni
100 abitanti, la Toscana 14,3 mq, le
Marche 17,4 mq).
Anche l’offerta di ipermercati (7 nel
2010, stesso numero del 2009) è rilevante, con 5,7 mq ogni 100 abitanti, dato inferiore alla media italiana,
pari al 6,1% (media trainata dalle
regioni del Nord), ma più alto della
media del Centro, che è di 4,0 mq.
Grazie al restyling di strutture spesso obsolete e proponendo un assortimento di maggior qualità nel
settore dell’abbigliamento, degli
accessori e dei prodotti di bellezza
e per la casa, il grande magazzino
(esercizi non alimentari con una superficie di vendita superiore a 400
17
FOCUS
economia umbra
18
mq.) sta registrando una diffusione
crescente: in Umbria 68 punti vendita nel 2010, con 10,8 mq ogni 100
abitanti, il secondo valore in Italia
dopo quello della Valle d’Aosta, contro una media italiana di 3,8 mq ogni
100 abitanti, e del Centro di 5,5 mq
ogni 100 abitanti.
Le grandi superfici specializzate
(punto vendita non food con superficie di vendita non inferiore a 1.500
mq, che ha in assortimento in modo
esclusivo o prevalente una specifica
gamma merceologica) erano 45 nel
2010, con 11,0 mq ogni 100 abitanti,
valore più alto tra tutte le altre regioni del Centro (5,6 mq) e rispetto alla
media italiana (7,9 mq).
Per numero di imprese e giro d’affari, il commercio ambulante ed
itinerante è una realtà significativa
del sistema distributivo, che opera
attraverso una molteplicità di forme,
dai mercati quotidiani e settimanali,
alle fiere, ai posteggi a rotazione,
alla vendita in forma itinerante. In
Umbria nel 2011 erano censite 2.113
imprese (124 in più rispetto all’anno
precedente), di cui: 355 nell’alimentare, 942 nel settore abbigliamento,
calzature, tessuti, 48 nel comparto
mobili e articoli per la casa, 768 di
altri prodotti.
L’offerta di vendita in Umbria si completa con le imprese classificate
sotto la voce altri canali di vendita (vendita per corrispondenza, via
internet e tv, vendita a domicilio e
tramite distributori automatici), che
nella nostra regione erano 440 nel
2011, con un incremento di 29 unità
rispetto all’anno precedente.
Entrando nello specifico di un comparto innovativo come l’e-commerce, da notare come l’Umbria abbia
valori modesti, come la maggior parte delle regioni del Centro Sud, e a
differenza del Nord, nel quale è ubicato il 50% di queste attività, soprattutto in Piemonte (5.049 imprese),
Lombardia (4.767) e Veneto (2.697).
Infine il commercio all’ingrosso,
suddiviso in 3 categorie: ingrosso
in senso stretto con 2.845 imprese in Umbria nel 2011, intermediari
(agenti e rappresentanti, mediatori
e procacciatori d’affari), che erano
4.318; settore auto (che comprende
le attività di vendita sia all’ingrosso
sia al dettaglio di auto, di motocicli,
parti e accessori di autoveicoli e di
motocicli, nonché le attività di manutenzione e riparazione degli stessi), con 2.211 attività. In tutte le tre
categorie, tra il 2010 e il 2011, si è
registrato in Umbria un leggero in-
cremento dello 0,5%.
UN FUTURO ANCORA GRIGIO
“Si delinea, in assenza di una ripresa
robusta - che appare incerta almeno
per i prossimi due anni - una brusca
riduzione del numero degli esercizi
commerciali, soprattutto di piccole
dimensioni”, commenta Confcommercio. “La recente totale deregolamentazione delle attività commerciali, affrettatamente equiparata a
un processo di liberalizzazione, non
gioverà alla tenuta del settore. Perché il pluralismo delle formule e dei
formati commerciali resti un valore,
è necessario declinarlo negli spazi
vitali delle nostre città: 100 negozi
che sostengono due piccoli centri
storici hanno un valore diverso degli
stessi cento negozi che popolano
un centro “artificiale”. Quindi basarsi esclusivamente sulla “conta” dei
negozi sopravvissuti, riduce le capacità di leggere il futuro della distribuzione commerciale e, a cascata,
di molti servizi alla persona. Un futuro che appare più che mai incerto,
specie per la nostra regione.
Il prodotto pro capite in termini reali
nel 2013 sarà mediamente superiore
del 3,9% rispetto a diciotto anni fa.
Ma per l’Umbria - insieme a Piemonte, Val d’Aosta, Emilia Romagna - risulterà inferiore. Rispetto al periodo
pre-recessione, cioè l’anno 2007: alla
fine dell’orizzonte di previsione la nostra regione sarà ben lontana dal recuperare la situazione preesistente.
Ci vorranno molti anni, e molte riforme strutturali, per riportare il paese
su un sentiero di crescita accettabile.
Per questo, a tutti i livelli istituzionali nazionali e locali - occorre mettere in
campo uno sforzo straordinario per
riavviare il processo di crescita e non
fare pagare alle imprese il drammatico prezzo della crisi”.
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PRIMO PIANO
Iniziative
Le strategie anti-crisi
dei Giovani Imprenditori
Un ricco programma di iniziative gratuite per accrescere
la professionalità, fare sistema e incrementare il business
tra under 40
Ecco i primi appuntamenti:
- 30 ottobre: Tecnologia in viaggio - L’importanza di avere tutti i
dati dell’azienda sempre con te
- 4 dicembre: Generazione Giovani 3.0 - Il potere della comunicazione “social”
20
L
a crisi e il cambiamento si
affrontano incrementando le
proprie capacità imprenditoriali e competenze professionali, facendo sistema tra imprese, sfruttando le
opportunità che offre la tecnologia e
la rete per creare nuovi modi di fare
business. Sono le convinzioni da cui
è partito il Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio della provincia
di Perugia nel pensare e organizzare
una serie di iniziative che sono rivolte a tutti colleghi associati under 40.
Ecco il programma delle attività.
GLI INCONTRI SUL TERRITORIO
Da Spoleto, il 16 ottobre, riparte il
ciclo di incontri sul territorio con i
giovani imprenditori, organizzato in
collaborazione con le Confcommercio locali. Un modo per conoscersi,
per presentare la propria impresa,
mettere in comune esperienze, idee
e prospettive di crescita.
Gli appuntamenti più vicini:
Spoleto, 16 ottobre, ore 18.30,
presso la sede Confcommercio.
Perugia, 20 novembre, ore 18.30,
presso la sede Confcommercio.
Si proseguirà poi a gennaio con altre
località della provincia.
I SEMINARI TECNICI
In collaborazione con lo Studio Zucchetti, è stato messo a punto un
programma di seminari tecnici gratuiti finalizzati ad incrementare le
proprie competenze professionali,
a cogliere opportunità di sviluppo,
ad ottimizzare la gestione della propria impresa. Gli incontri, che oltre
all’esperto prevedono anche alcune
case history, si svolgeranno a Perugia, dalle 14.30 alle 15.30, presso
la sede Confcommercio,(via Settevalli, 320).
YOUNG MARKET
è una vetrina e uno store digitale,
ospitato nel sito www.confcommercio.pg.it, nel quale i giovani
imprenditori associati a Confcommercio possono inserire offerte
esclusive e definite su un proprio
prodotto/servizio, riservate ai loro
colleghi under 40.
Zero i costi, tanti i vantaggi: ampliamento del proprio mercato, pubblicità gratuita della propria impresa,
interscambio di opportunità. Per
aderire basta compilare e sottoscrivere un modulo di adesione, scaricabile anche dal sito e rinviabile via
e.mail, riportando le caratteristiche
dell’offerta, i dati dell’impresa, e
fornire in formato elettronico il logo
dell’impresa stessa per l’inserimento nel sito.
INFORMAZIONI: Confcommercio
della provincia di Perugia, Giovanni
Rubeca, Claudia Migliorati, Barbara
Cecchini, tel. 075.506711.
cos’è YOUNG MARKET
è uno store online estremamente conveniente
che trovi su: www.confcommercio.pg.it
Lo store è riservato esclusivamente ai giovani
imprenditori under 40, associati
a Confcommercio.
come funziona
Chi aderisce si impegna a inserire nello store
un prodotto/servizio della propria azienda con
uno sconto/offerta significativi ed esclusivi.
Chi aderisce ha diritto ad acquistare nello
store usufruendo delle offerte fatte dagli
altri associati.
come aderire
Contatta l’associazione
[email protected]
tel. 075.5067145 / 075.5067126
075.5067184
GIOVANI IMPRENDITORI
UMBRIA
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PRIMO PIANO
Sicurezza nei luoghi di lavoro
Più che un costo,
una opportunità
100 imprese saranno coinvolte nel progetto per la sicurezza
di Inail, Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo
C
onsiglio di un imprenditore a
un imprenditore: non bisogna
vedere le norme della sicurezza dal punto di vista dei costi o
come una ulteriore scocciatura, ma
dal punto di vista dei benefici che
possono portare all’azienda. Benefici
di carattere economico anzitutto, per
la possibilità di accedere alle agevolazioni ad esse riservate. Senza trascurare i benefici che derivano dal
fatto che il dipendente lavora in una
logica di sicurezza/efficienza e che
le imprese possono sviluppare piani
organizzativi, in assenza di rischio,
funzionali alla crescita dell’attività.
100 imprese del settore turistico - alberghi e somministrazione - avranno
l’opportunità di entrare a far parte di
un progetto i cui risultati finali saranno estesi a tutte le altre, perché
la cultura della sicurezza in azienda
diventi per tutti non un peso ma una
opportunità. Con questo obiettivo, è
stato redatto un Protocollo d’intesa,
sottoscritto dalla direttrice della sede
Inail di Perugia Alessandra Ligi, la presidente dell’Ente Bilaterale del Terziario della provincia di Perugia Cristiana
Casaioli, il presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo dell’Umbria Enrico
Bruschi (vedi foto), il coordinatore
del Centro servizi di Perugia dell’Ente Bilaterale del Turismo dell’Umbria
Vasco Gargaglia.
Il progetto riguarda per ora
imprese dei settori ricettivo e
somministrazione
Il Protocollo prevede diversi step.
Si partirà con la verifica dei livelli di
sicurezza lavorativa nelle 100 aziende coinvolte dal progetto; saranno
individuate eventuali criticità da superare; sarà definito un metodo per
l’adozione di buone prassi volte a
contribuire al miglioramento degli
standard, secondo i principi del Te-
Saranno definite buone
prassi per migliorare gli
standard di sicurezza
23
sto Unico sulla Sicurezza (81/2008).
La procedura individuata sarà quindi
sperimentata presso le aziende del
campione; infine, il modello sarà diffuso ed adottato nel territorio.
Con l’ambizione che il progetto pilota
sperimentato nella provincia di Perugia trovi così tanti consensi tra le imprese e i lavoratori da “fare scuola”
anche nelle altre regioni d’Italia.
ENTI BILATERALI
Gli Enti Bilaterali del Terziario e
del Turismo sono organismi paritetici, di cui fanno parte Confcommercio della provincia di
Perugia e le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti
Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil.
Sono circa 4 mila le imprese
aderenti agli Enti nella provincia
di Perugia, con oltre 750 imprese che hanno optato per la
nomina degli RLST (Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza Territoriali) nell’ambito degli
Enti medesimi.
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Impresa
e sviluppo
Groupon & C. e imprese turistiche,
non è tutto oro quello che luccica
Vizi e virtù dei Social Shops Group spiegati da Giovanna Manzi,
CEO di Bestwester
P
resentiamo la seconda parte
dell’intervento dedicato alle
imprese turistiche e alle politiche volte al loro rilancio e sviluppo.
La parola a Giovanna Manzi, CEO di
Bestwestern, che analizza il tema
dei Social Shops Group.
Il leader mondiale è Groupon, ma
vanno forte anche Lets Bonus e
Groupalia. Sono i cosiddetti Social
Shops Group, un fenomeno sviluppatosi da qualche tempo sul web
principalmente per fronteggiare la
crisi, dato che, sfruttando la logica
del gruppo di acquisto, si caratterizzano per l’offerta di prodotti e servizi
a prezzi fortemente scontati.
Il target principale di coloro che utilizzano i Social Shops è costituto da
donne lavoratrici laureate tra i 25 ed
i 45 anni, senza figli. “Nonostante il
trend di crescita, i gruppi di acquisto - chiarisce Giovanna Manzi, CEO
di Bestwestern - evidenziano molti
problemi, che vanno a danno della
loro immagine e minano la fiducia
nei clienti”. Per questo le imprese
turistiche che veicolano le proprie
offerte tramite Groupon & C. devono tenere in considerazione alcuni
elementi essenziali.
In particolare, gli aspetti critici riguardano:
•difficoltà di convertire i coupon acquistati
•ritardi nelle consegne
•attività mai aperte/chiuse/sovraffollate
•pubblicità ingannevole.
“Il rischio - spiega Giovanna Manzi
- è che la negatività derivante dalle azioni dei Social Shopping Group
venga associata, per estensione,
ai partner, ed in questo caso alle
aziende ricettive”.
I clienti sono sempre più alla ricerca
di offerte che permettano di acquistare un bene/servizio ad un costo
inferiore rispetto al valore soggettivo/oggettivo associato.
Quello che accade molto spesso è
che i clienti che acquistano il servi-
25
impres a
e sviluppo
26
zio alberghiero ad un prezzo molto
scontato si aspettano comunque
di trovare uno standard buono e di
poter usufruire dello stesso in qualsiasi momento (alta stagione, bassa
stagione, week-end, etc.), mentre
la prospettiva dell’imprenditore è diversa, in quanto il servizio offerto in
queste occasioni (proprio per il bassissimo prezzo) è quello basic, ed il
periodo di riferimento è quello della
bassa stagione .
“In tal senso il consiglio - suggerisce l’esperta - se proprio si vuole
aderire al Social Shopping, è quello
di procedere per gradi, partendo dal
lancio di offerte ad impatto contenuto e controllabile”.
Ecco altri suggerimenti:
- Definire una tipologia di pacchetto
che tuteli la clientela fedele. Molto
spesso accade che clienti che acquistano tramite Social Shops paghino
molto meno di quello che paga un
cliente fidelizzato che viene ormai
da anni, e che quindi si sente penalizzato. Ma scontentare i clienti fedeli per intercettare clienti mordi e
fuggi e a basso prezzo è altamente
controproducente e sconsigliato.
- Cercare di prepararsi con concrete
proposte di fidelizzazione della clientela intermediata e/o di upselling.
- Limitare la promozione a periodi
di “medio/bassa stagione”, con trend
di domanda “lineare”, cercando di limitare la clientela con restrizioni di
tempo, soggiorno minimo, etc.
Non bisogna infatti dimenticare che
il cliente che arriva tramite i gruppi di
acquisto non deve essere considerato un cliente di serie B, né avere
mai l’impressione di esserlo.
I Social Shops Group sono quindi
strumenti che, se utilizzati in modo
errato, possono provocare gravi danni alle imprese.
Le testimonianze
“contro”
Di seguito presentiamo le testimonianze raccolte da blog e social network, di due albergatori
e di un cliente, che testimoniano
un uso non adeguato dei Social
Shops Group.
LA PAROLA ALL’HOTEL
• “....Siamo finiti dentro un “meccanismo impazzito” che Groupon
non è stato capace, o non ha
voluto fermare per tempo, nonostante pressanti e reiterate richieste di interruzione dell’offerta, distribuite nell’arco della giornata,
a cominciare dalla prima mattina,
quando il numero di coupon venduti superava di gran lunga quello
preventivato”.
•”… Per inciso, il numero di
coupon messi a disposizione
era inizialmente di 30, portato
da Groupon a 50, rassicurandoci però che non se ne sarebbe-
ro venduti neanche 30! Ebbene,
Groupon ne ha venduti circa 950,
incassando una somma vicina o
superiore a centomila euro, prendendo allegramente impegni che
ben sapeva di non poter ( o dovere) onorare, ovvero che sapeva di
poter ribaltare addosso alla scrivente……”
LA PAROLA AL CLIENTE
“...Le strutture considerano i clienti Groupon di serie B o anche C.
Prima danno la precedenza ai loro
clienti paganti per intero poi, se
hanno posto, a quelli di Groupon.
Ad esempio: il 31 dicembre 2011
ho comprato un buono per un bellissimo albergo in montagna, Il 2
gennaio 2012 ho chiamato per prenotare un week- end verso maggio/giugno… Risposta: “è troppo
presto, deve chiamare più avanti,
se avrò camere che mi restano
vuote le darò a quelli di Groupon.
Ma prima darò la precedenza ai
miei clienti…. Perchè certe società aderiscono a Groupon anche
se sono già pieni di “loro” clienti?
Che bisogno c’é?” ”
ADV
Dal Territorio
Perugia,
un piano per il centro storico
N
28
el percorso e nell’impegno
volto a ridare vitalità al centro storico di Perugia, un
tassello importante è il recente piano adottata della Giunta comunale,
che da un lato consente l’apertura di
nuove attività di abbigliamento, calzature, biancheria intima, accessori
per l’abbigliamento e articoli in pelle
e cuoio anche nelle vie e piazze del
centro - Corso Vannucci, Piazza della Repubblica, Piazza IV Novembre
- dove prima non era consentito, a
causa di un divieto introdotto da una
delibera comunale del 2002. Dall’altro permette di aprire medie e grandi superfici di vendita non alimentari, dando così potenzialmente il via
libera al riutilizzo di grandi contenitori attualmente vuoti (es. ex Lilli, ex
Turreno, etc.).
Decisioni che rappresentano una
anticipazione del Quadro strategico di valorizzazione previsto dalla
legge regionale sui centri storici, e
che sono valutate positivamente
dalla Confcommercio territoriale di
Perugia e dalla Consulta per il centro storico, di cui l’organizzazione è
una delle componenti, non solo per
i contenuti, ma anche perché frutto
di un processo di confronto e condivisione tra l’amministrazione e le
associazioni.
“C’era le necessità - sottolinea Giuseppe Capaccioni, presidente della
Consulta e vice presidente Confcommercio Perugia - di riportare in
centro imprenditori che avessero voglia di investire. Per farlo, tanto più in
questo momento di crisi, occorreva
in primo luogo restituire certezza
sulle normative e con questa decisione il Comune lo ha fatto. La possibilità di aprire medie superfici non
alimentari - considerato che non ce
ne sono quasi più - rappresenta una
novità significativa in questo processo di potenziamento dell’attrattività,
perché sulla base di diverse indagini
Foligno, a scuola
nelle imprese
è
stata un successo la quarta
edizione del progetto scuolalavoro promosso dalla Confcommercio di Foligno, grazie al
quale 55 ragazzi del Liceo Scientifico
cittadino durante l’estate hanno fatto esperienza d’impresa per 3 settimane in 48 attività commerciali del
centro storico. Nel corso della cerimonia di premiazione il presidente
della Confcommercio Aldo Amoni
ha sottolineato l’importanza di favorire l’incontro dei giovani col mondo
delle imprese, perché oggi prima di
avviare qualunque attività occorre un
grande bagaglio di professionalità.
che abbiamo fatto, un polo commerciale viene identificato come tale dal
consumatore proprio in presenza di
medie-grandi superfici.
Anche la possibilità di aprire nuove
attività di abbigliamento, calzature
etc. in certe zone del centro è positivo perché dovrebbe avere, tra l’altro,
anche un effetto di calmieramento
degli affitti”. Problema, questo, che
in un momento di fortissima contrazione dei ricavi, è pesante per tante
attività del centro storico.
“Alcuni proprietari si sono resi conto
del momento, hanno capito - sottolinea Capaccioni - e pur di non vedere il proprio immobile sfitto, anche
perché l’Imu debbono comunque
pagarla, hanno accettato riduzioni
attorno al 20%.
Ma altri non hanno abbassato le loro
pretese, con la conseguenza che diverse attività, messe già alle corde
dalla contrazione di fatturato, sono
costrette a chiudere”.
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Dal territorio
Città di Castello investe
sul Puc 2
A
Città di Castello stanno per
arrivare 4 milioni e 700 mila
euro di contributi regionali,
che attiveranno almeno 12 milioni di
investimenti, grazie al Puc 2, il Piano urbano complesso, che finanzierà importanti interventi di recupero
nel centro storico, sostenendo non
solo azioni di carattere pubblico, ma
anche i progetti dei privati, primo tra
30
tutti il piano di marketing territoriale,
sul quale tanto ha creduto e puntato
la Confcommercio locale.
Soddisfazione dunque per lo sblocco dei fondi, reso possibile grazie
al fondo Fas, del presidente della
Confcommercio Altotiberina Mauro
Smacchia, che sottolinea il ruolo essenziale, insieme alle associazioni,
della Cassa di Risparmio di Città di
Castello, che ha finanziato il piano di
marketing territoriale.
“Grazie al Puc 2 - sottolinea - il centro storico deve sviluppare pienamente la propria vocazione di centro commerciale naturale.
Il pacchetto di progetti del Puc 2 è
un importante contributo per avviare la ripresa in un momento particolarmente difficile”.
Ad Assisi finalmente le
risorse del bando Res.ta.
Q
ualche imprenditore quasi
non ci sperava più: e invece, sia pure con un bel po’
di ritardo, sono stati finalmente liquidati i contributi per le attività di Assisi che hanno partecipato al bando
Re.sta. commercio 2008 City Mall,
che prevedeva risorse nell’ordine
del 40% del totale per investimenti
effettuati nell’ambito di progetti innovativi di reti d’impresa.
Capofila dal progetto è stato il Consorzio AssisiSì che, ricordiamo, gestisce per conto del Comune spazi
culturali e museali della città. Il merito del buon esito del progetto va
molto alla Confcommercio locale e
al suo presidente Vincenzo Di Santi,
a capo anche di AssisiSì, che con la
collaborazione degli uffici ha sollecitato prima l’impegno delle imprese - con ottimi risultati, tanto che il
progetto di Assisi ha conquistato il
primo posto nella graduatoria del
bando regionale - poi ha pressato
le istituzioni, per indurle a non ritardare ulteriormente l’erogazione dei
contributi, che ammontano ad oltre
200 mila euro, per un totale di investimenti pari a circa 480 mila euro.
Prosegue
intanto
l’impegno
dell’Ascom nel dare contenuti all’accordo sottoscritto con il Comune di
Assisi e la commissione nazionale
di Confcommercio per le politiche
per le aree urbane, il cui obiettivo è
quello di avviare un percorso di rivitalizzazione e riqualificazione del
centro storico. Nei giorni scorsi c’è
stato un nuovo incontro tra il sindaco Ricci e l’architetto Angelo Patrizio, coordinatore scientifico della
commissione Confcommercio, per
individuare le azioni finalizzate a
dare nuova vita ai centri storici di
Assisi, Santa Maria degli Angeli e
delle frazioni, combattendo gli effetti del progressivo spopolamento.
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FIERE ED EVENTI
Gli appuntamenti
DI OTTOBRE
6 - 14 OTTOBRE
• SALONE NAUTICO
Nautica
Genova
www.fiera.ge.it
7 - 9 OTTOBRE
• SUN - GIOSUN
Salone esterno (progettazione,
arredamento, accessori) e giochi
Rimini
www.sungiosun.it
17 - 19 OTTOBRE
• SMAU
Information Communication
Tecnology
Milano
www.smau.it
17 - 19 OTTOBRE
• ENADA
Mostra internazionale degli apparecchi da intrattenimento e da gioco
Roma
www.enada.it
18 - 21 OTTOBRE
• SAIE
Salone internazionale dell’edilizia
Bologna
www.saie.bolognafiere.it
19 - 28 OTTOBRE
• EUROCHOCOLATE
International chocolate
exhibition
Perugia
www.eurochocolate.it
17 - 20 OTTOBRE
• MADEEXPO
Fiera internazionale dell’architettura
e dell’edilizia
Milano
www.madeexpo.it
A Perugia la Convention
Mondiale delle Camere
di Commercio Italiane
all’Estero
Per iniziativa della Camera di commercio di Perugia, si svolgerà
per la prima volta nel capoluogo
umbro la Convention Mondiale
delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Il Centro Estero
curerà il programma degli incontri
B2B tra le imprese interessate e i
rappresentanti di oltre 70 Camere
estere presenti a Perugia il 15 e
il 16 ottobre. Le imprese umbre
avranno così l’opportunità di ap-
profondire le informazioni su tutti
i mercati in cui opera il network
delle Camere di Commercio italiane all’estero e avranno l’occasione di dialogare direttamente con
interlocutori qualificati e affidabili
che potranno fornire utili informazioni per avviare presenze più
strutturate e stabili sui mercati
esteri. Per l’organizzazione degli
incontri, sono stati individuati alcuni poli sui quali il sistema camerale sta lavorando da anni per favorire l’aggregazione tra imprese:
Aerospazio, arredo casa-mobile in
stile di grande design/ceramica, il
biomedicale, la componentistica
automotive, le energie rinnovabili/
biomasse, la filiera agro-alimentare, la grafica/editoria, la meccanica agricola, il tessile cashmere, il
turismo.
Per ulteriori informazioni e la prenotazione agli incontri B2B:
www.centroesteroumbria.com Ufficio internazionalizzazione c/o
Confcommercio. Fabio Settequattrini, tel. 075. 506711.
A cura di Epta - Fiere
ed eventi
Si consiglia di contattare l’organizzatore per
conferme di tempi e modalità di svolgimento
delle manifestazioni
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