settimanale del 10/11/2012
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settimanale del 10/11/2012
IL DENARO SABATO 10 NOVEMBRE 2012 CONFCOMMERCIO Formazione di qualità: roadshow di For.Te LAVORO DI ANDREA SEGRETI OLTRE centoventimila aziende associate, con più di un milione di dipendenti versanti e un trend di crescita, da giugno 2008 a luglio 2002, di oltre il 40 per cento. Sono questi i principali numeri evidenziati da For.te, il fondo interprofessionale per la formazione continua, realizzato da Confcommercio e dai sindacati confederali, nel corso del tour nazionale che ha fatto tappa in Campania nel capoluogo partenopeo, presso la sede della locale Camera di commercio. Un’occasione, quindi, per approfondire la conoscenza delle opportunità offerte dal fondo, il quale oltre ad occuparsi di formazione continua, mette a disposizione delle aziende e dei lavoratori, risorsi per il finanziamento di piani formativi territoriali, settoriali ed individuali. All’incontro, oltre ai rappresentanti di imprese e di enti formativi, erano presenti, tra gli altri, il numero uno di Confcommercio Campania e vertice dell’ente camerale partenopeo, Maurizio Maddaloni e l’assessore regionale al Lavoro, Severino Nappi, oltre al vicepresidente di For.te, Emilio Fargnoli e la direttrice, Eleonora Pisicchio. “Puntare sulla formazione di qualità – ha esordito nel saluto iniziale il presidente Maddaloni – significa innanzitutto migliorare il funzionamento del mercato del lavoro. Creare nuova occupazione stabile e non sulla carta, significa innanzitutto rendere le nostre imprese più competitive. Imprese più competitive significa innanzitutto più posti di lavoro e più possibilità di inserimento nel mondo del lavoro”. Maurizio Maddaloni Al centro del dibattito, le opportunità per migliorare il mercato dell’occupazione, puntando sui giovani e sul valore aggiunto in azienda, attraverso azioni concrete volte a diminuire ed annullare la distanza (ancora eccessiva) tra la scuola e il lavoro. E in particolare tra l’istruzione superiore, l’Università e le imprese. “Inutile dilungarci sulle scarse esperienze di lavoro durante gli studi universitari – aggiunge Maddaloni - : è auspicabile la realizzazione, negli atenei, di incubatori di progetti di impresa. Si fa ricerca e innovazione, ma lo sbocco naturale verso il mercato e il sistema delle imprese spesso non c’è. Stesso discorso per la formazione nelle scuole secondarie”. Il presidente di Confcommercio Campania ha poi sottolineato che proprio qui a Napoli si sta avviando un progetto pilota in Italia per la realizzazione degli Its, gli istituti tecnici superiori che dovranno promuovere percorsi di alternanza scuola-lavoro, favorendo la diffusione di tirocini e di nuove forme di apprendistato. “Stiamo lavorando con insistenza e in collaborazione con l’amministrazio- ne regionale, gli uffici scolastici regionali e le amministrazioni locali e provinciali – continua il numero uno dell’ente camerale partenopeo - per promuovere e diffondere i contratti di apprendistato professionalizzante; i tirocini formativi direttamente presso le imprese e, non da ultimi, i dottorati in azienda”. Resta però prioritaria l’individuazione e la promozione di chiare politiche di sostegno degli investimenti per le imprese. A partire dalla semplificazione del sistema di incentivazione esistente e fino alla definizione di nuovi meccanismi di credito d’imposta. “Il nostro impegno – conclude Maddaloni – è tutto orientato a condividere e realizzare, con tutti gli attori istituzionali locali e nazionali, politiche attive e durature per l’occupazione. E mettere in rete anche e soprattutto strutture specializzate con For.te, è un valore aggiunto per tutti. Per il sistema di rappresentanza, per le associazioni imprenditoriali e soprattutto per le imprese e per i destinatari finali della formazione”. Durante la presentazione, il vicepresidente del fondo ha proposto all’amministrazione regionale la sottoscrizione di un protocollo di lavoro comune sul tema della formazione di qualità. “Stiamo puntando con convinzione sui processi innovativi nell’ambito della formazione – afferma Nappi – per mettere a sistema le esigenze delle imprese e naturalmente dei lavoratori. E’ fondamentale realizzare anche strumenti di premialità per la formazione di qualità. E in questa scia – conferma l’assessore – siamo pronti a lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni”. ••• 12 COMMERCIO TURISMO SERVIZI CREDITO Pagamenti della Pa: tempi certi dall’Ue “LITALIA è il primo grande Paese europeo a dare attuazione alla direttiva sui tempi massimi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese”. E' quanto viene sottolineato nella nota di Palazzo Chigi a proposito dell'approvazione del decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue sui pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese. Il decreto legislativo è il frutto di una intensa attività di coordinamento del ministro per gli Affari europei con il ministro co-proponente della Giustizia. L'Italia si dota, così, in anticipo sui tempi europei di una più rigorosa disciplina per contrastare i ritardi di pagamento, in particolare per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni. Sono così assicurati termini certi di pagamento: di norma 30 giorni, che non possono comunque superare i 60, consentiti solo in casi eccezionali. Il decreto, spiega ancora il governo, “prevede, altresì, una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, che passa dal 7 per cento all'8 per cento in più rispetto al tasso fissato dalla Bce per le operazioni di rifinanziamento. Per quanto riguarda i rapporti tra imprese, il decreto legislativo dispone un regime rigoroso stabilendo che il termine di pagamento legale sia di 30 giorni e che termini superiori a 60 giorni possano essere previsti solo in casi particolari e in presenza di obiettive giustificazioni. La disciplina del decreto legislativo si applicherà ai contratti conclusi a partire dal primo gennaio 2013. Le Pubbliche amministrazioni e le imprese avranno così il tempo per adeguarsi alle nuove norme e per adottare procedure operative e contabili più funzionali a prassi di pagamento rapido”. I ritardi nei pagamenti della Pubblica amministra- Carlo Sangalli zione risultano tra le prime cause di fallimento delle piccole e medie imprese e, secondo i dati a disposizione del sistema dei Confidi, è la motivazione principale delle richieste di accesso al credito.Immediata la reazione di Confcommercio nazionale guidata da Carlo Sangalli: “E' una buona notizia perché si pone uno stop, a partire dal prossimo anno, all'ulteriore accumulazione dei debiti commerciali della funzione pubblica. Resta però ferma l'esigenza di abbattere rapidamente lo stock storico di questi debiti, che, secondo le stime più recenti, sarebbero ormai proiettati verso i 100 miliardi di euro”. La Confederazione sottolinea che “dovrebbe essere ormai imminente l'operatività del meccanismo di certificazione, garanzia e sconto bancario dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle amministrazioni e che potrà far conto su un plafond di 10 miliardi di euro. Ma è evidente che, proprio in parallelo al recepimento della direttiva, si rende necessaria un'intesa europea, che renda agibile il più tempestivo pagamento di debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni fin qui statisticamente sommersi, ma drammaticamente reali”. ••• BENI CULTURALI Via le bancarelle dai centri storici, ambulanti in rivolta VIA LE BANCARELLE dal centro storico di Napoli, addio ai tavolini all’aperto su via Toledo, ma anche dal Ponte di Rialto a Venezia e ai banchi del mercato di San Lorenzo a Firenze ed ai camion bar con i centurioni nei pressi del Colosseo. Parte l’'operazione “piazza pulita” del ministro per i Beni culturali, Lorenzo Ornaghi. Se anche solo un quarto della direttiva appena emanata dal ministero sarà realizzato, le città d'arte cambieranno faccia e i monumenti, come nelle intenzioni del rappresentante del governo Monti, “respireranno”. L'obiettivo del provvedimento è “contrastare l'esercizio di qualsiasi attività commerciale e artigianale su aree pubbliche di particolare valore archeologico, storico e artistico, non compatibile con la tutela del decoro”. Aggiungendo all'elenco anche le strade, le piazze egli spazi urbani pubblici realiz- zati da oltre settant'anni. In pratica, tutti i centri storici d'Italia. Attenzione, non si tratta di una direttiva che riguarda solo venditori abusivi di chincaglieria varia e i titolari di bar e ristoranti che piazzano tavolini dove vogliono. E' indirizzata anche a chi ha concessioni storiche o regolare permesso per l'occupazione di suolo pubblico. Se le direzioni regionali del Mibac, sentite le soprintendenze, riterranno quelle attività lesive della bellezza artistica della zona, perché antiestetiche o “pregiudicanti la visuale dei beni vincolati”, inviteranno gli enti locali a prendere provvedi- menti per chiuderle o, nel caso dei mercati, per spostarle. Subito la reazione della Fiva, la federazione dei venditori ambulanti aderente a Confcommercio che con il suo presidente nazionale, Giacomo Errico è pronta ad alzare le barricate contro il provvedimento del ministro: “E una follia - dice Errico – un tentativo maldestro di uccidere i mercatini, con l'unico risultato di favorire abusivi e grandi marchi. Se Ornaghi pensa che ci adegueremo - aggiunge il presidente Fiva - si sbaglia. Sentirà la nostra protesta. Come nel 1995, quando in 80 mila andammo a Roma per l'aumento della Tosap”. Poi Errico rivolge direttamente una domanda al ministro: “Chi lo dice che siamo troppi?. Roma, ad esempio, ha 2 milioni di turisti al giorno. Spostare gli ambulanti in periferia significa ucciderli”. •••