Il bilancio della BNS era «too big» per reggere

Transcript

Il bilancio della BNS era «too big» per reggere
FTSE MIB ultime due settimane
dow jones ultime due settimane
nasdaq ultime due settimane
cac ultime due settimanemane
Smi ultime due settimane
21 GDP
GIORNALEdelPOPOLO
VENERDÌ 20 MARZO 2015
Thomas Jordan
La Banca Nazionale spiega lo sganciamento dall’euro
Il bilancio della BNS
era «too big» per reggere
L’euro in un anno ha
perso un quarto del
suo valore col dollaro
dopo l’annuncio del QE.
Avremmo gonfiato il
bilancio della BNS a un
multiplo del Pil svizzero,
con gravi rischi.
di Corrado bianchi porro
Il motivo per cui la Banca Nazionale Svizzera ha deciso di lasciare
rivalutare il franco? Lo ha spiegato
ieri a Zurigo il presidente Thomas
Jordan. La causa è stata l’indebolimento del dollaro americano
quando l’euro ha annunciato l’intenzione di effettuare l’allentamento monetario con il Quantitative
Easing (QE). Dopo che la BCE ha
annunciato il programma nella primavera del 2014, l’euro ha incominciato a indebolirsi rispetto al dollaro. Nel maggio del 2014 un euro
valeva ancora 1,40 dollari. All’epoca
dell’esame congiunturale di dicembre 2014 non valeva più che 1,25.
Quando abbiamo abolito il tasso
minimo con l’euro, il 15 gennaio
scorso, la moneta unica era già caduta a 1,18 dollari, ha detto Thomas
Jordan. Oggi, in marzo, si scambia a
1,05 dollari. In sostanza, se a dicembre l’euro aveva perduto il 15% rispetto al dollaro, rispetto al maggio
del 2014 la caduta è stata del 25%. In
tali condizioni appare chiaro che
un corso minimo di 1,20 franchi per
un euro non era più sostenibile. Per
mantenere un rapporto del genere
sarebbe stato necessario intervenire con cifre sempre più elevate.
La decisione della BCE poco dopo
di effettuare il QE ha generato una
pressione tale che sarebbero stati
necessari centinaia di miliardi di
franchi fino a raggiungere un multiplo del Prodotto Interno Lordo
(Pil) della Svizzera. Una tale espansione incontrollabile del bilancio
avrebbe compromesso la capacità
di azione della BNS e minacciato
il compimento del suo mandato a
lungo termine con perdite ingiustificate. Il vice presidente Danthine ha aggiunto: la decisione è stata
estremamente difficile. Ma anche
la decisione del 2012 di continuare
ad acquistare euro non è stata meno
difficile. D’altra parte, il precipitare delle circostanze ha imposto la
decisione. Non c’era più giustificazione di aumentare il bilancio e si
è presa questa difficile decisione.
Coi tassi negativi, meglio investire gli averi all’estero, dice la BNS.
E il tempo che passa, convalida la
nostra analisi. Altrimenti i nostri
acquisti avrebbero dovuto crescere
in maniera esponenziale.
Comunque la BNS rimane positiva sull’evoluzione del Pil svizzero.
Se lo scorso dicembre si stimava un
progresso del 2% nel 2015, le stime
ipotizzano quest’anno una crescita dell’1% del Pil. Vi sarà naturalmente un sotto utilizzo dei mezzi
di produzione a corto termine e
una progressione moderata della
disoccupazione. Ma l’economia
mondiale sosterrà la ripresa. Quanto all’inflazione, il rincaro resterà
amministrazione delle dogane Export
negativo fino al primo trimestre del
2016. Quest’anno l’indice dei prezzi
è previsto a -1,1% (-1,2% nel terzo
trimestre) e -0,5% l’anno prossimo.
Molte domande sui tassi d’interesse negativi. Per la prima volta
nella sua storia la BNS è dovuta passare ai tassi negativi (-0,75%). Essi,
ha detto Thomas Jordan, rendono i
piazzamenti in franchi meno attraenti, sia per i residenti che per i non
residenti. Ciò genera così stimoli
non solo per frenare l’afflusso di
fondi, ma perché l’eccedenza tradizionale della bilancia delle transazioni correnti sia investita all’estero. E i tassi negativi contribuiscono
a indebolire un franco sopravvalutato.
Anche il risparmio deve essere
investito all’estero, ha aggiunto. L’equilibrio è questo tasso d’interesse
negativo che incita i residenti elvetici a investire “fuori porta” i loro
risparmi su monete internazionali.
La crisi ha generato un afflusso di
fondi dall’estero e gli investitori privati non hanno più esportato i loro
capitali, mentre l’equilibrio è stato
raggiunto con gli acquisti di valute
estere da parte della BNS. In una
situazione più normale, il differenziale dei tassi d’interesse incita a
portare all’estero i risparmi e a far
diminuire la pressione sul franco
re-diversificando gli averi.
- 3,9% e Import - 5,3%
Esportazioni e importazioni
in calo nel mese di febbraio
In Svizzera in febbraio si è registrata una diminuzione del 3,9%
delle esportazioni sul mese precedente, a 16,1 miliardi e del 5,3%
delle importazioni, a 13,6 miliardi.
La bilancia commerciale ha chiuso con un surplus di 2,5 miliardi
di franchi. Per l’export nove settori
su dieci han subito una contrazione delle vendite: fa eccezione la
gioielleria (+45,8%). Inoltre, causa il franco forte, la maggioranza
dei rami ha dovuto sopportare un
abbassamento dei prezzi. Già in
gennaio le vendite all’estero erano
diminuite. Ma febbraio è stato il
primo mese completo in cui vigevano nuovi corsi tra euro e franco.
Le vendite di merci svizzere hanno perso terreno in tutte le regioni
del mondo, tranne il Nordamerica, che registra un incremento del
6,8%. In Europa nel suo complesso
In base ai
settori le
flessioni più
cospicue si
sono avute
nella plastica
(-10,7%),
macchine e
elettronica
(-8,1%), tessili/
abbigliamento/
scarpe (-7,7%),
nella chimica
e farmaceutica
(-7,5%)
le esportazioni sono diminuite del
5,3%, nell’UE del 4,5% e nell’Eurozona di ben il 9%. Il Vecchio continente comporta l’80% della contrazione. Particolarmente marcate
le flessioni in Russia (-34,3%), nei
Paesi Bassi (-20,9%) e in Italia
(-19,6%), mentre in Gran Bretagna
vi è stata una progressione del
32,5%. Verso l’Asia l’export è sceso
del 4,9% e verso l’America latina
del 3,5%.
azioni svizzere
Indici SMI
ULTIME 52 SETT
ULTIMOPRECMINMAX %
ABB N
Actelion N
Adecco N
Alpha Pet N
Alpiq Holding
Baloise N
Cie. F. Richemont
CS Group N
Geberit N
Givaudan N
Holcim N
Julius Bär I
Lonza Group N
Nestle N
New Value
Nobel Biocare N
Novartis N
Roche GS
SE Sopracenerina
SGS N
Swatch Group I
Swatch Group N
Swiss Life N
Swiss Reinsur N
Swisscom N
Syngenta N
Transocean N
UBS Group N
Zurich F.S. N
20.7 20.5716.7523.35 -2.0
117.5 116 80.6125.1 1.9
81.25 81.3 56.682.15 18.0
0.05 0.040.040.18-37.5
78 77.85 57127.5-13.3
132.9 132.7101.6133.7 3.9
84.2 83.45 68.894.75 -5.1
25.08 25.0318.5729.75 0.0
365.5 366271.7 370 8.0
1849 184313031948 3.1
75.8 75 56.586.05 6.2
47.85 47.4833.7748.11 4.4
125 124.781.25128.3 11.4
76.55 76.264.05 76.8 4.9
1.7 1.7 1.5 2.85-23.4
17.3 17.2511.8518.45 1.1
99.2 98.2570.8599.75 7.4
272.3 267.9238.8295.8 0.8
- 149130.2187.3 0.0
1916 188815972260 -6.3
432.3 430.4 350571.5 -2.6
83.3583.05 65.7 108 -3.0
244.5 243.7195.6244.8 3.4
93.2 9369.25 93.8 11.4
570 567494.2587.5 9.0
334.5 334.9273.2350.3 4.5
14.19 14.511.8341.31-22.7
18.04 17.9313.5818.74 5.5
326.2 324.6244.2326.7 4.6
cambi interbancari
EUR/CHF (euro-franco)
EUR/USD (euro-dollaro)
EUR/JPY (euro-yen)
EUR/GBP (euro-sterlina)
CHF/EUR (franco-euro)
USD/CHF (dollaro-franco)
GBP/CHF (sterlina-franco)
JPY/CHF (100yen-franco)
1.05411.0613-0.6
1.06411.0751-1.0
128.61130.48-1.4
0.7220.7253-0.4
0.94840.9402 0.8
0.99030.9875 0.2
1.4593 1.465-0.3
0.81950.8144 0.6
oro e argento (oncia) 1 oncia = 31,1035 gr.
Oro1161.45
Argento15.9
business class
Federal Reserve
Senza pazienza, aspetta settembre
Numerosi analisti stanno cercando di interpretare le indicazioni giunte dal meeting della
Federal Reserve. Secondo Keith Wade, Chief
Economist & Strategist di Schroders il primo
rialzo dei tassi di interesse dovrebbe verificarsi in settembre. L’ultimo comunicato della
Federal Reserve sembra aver dato buone notizie per tutti: sia i «falchi» sia le «colombe»,
afferma. Infatti ha confermato le rispettive
attese sul futuro percorso dei tassi di interesse. Sebbene resti una decisione molto difficile
da prendere, si sono spostate le attese per il
primo rialzo dei tassi della Fed a settembre,
rispetto a giugno. Come atteso, la Fed ha cancellato la promessa di essere «paziente» prima di rialzare i tassi, creando così l’opportunità di intervenire per la prima volta in quasi
un decennio. Sebbene ciò supporti l’idea che il
primo rialzo arriverà a giugno, qualsiasi sentimento «da falco» è stato controbilanciato da
una valutazione «da colomba». Il FOMC ha infatti tagliato le stime sulla crescita, sull’inflazione e sui futuri tassi di interesse. In breve,
la Fed vede maggior debolezza e minore pressione sui salari.
Il franco si è rafforzato
economando di luciano jannelli*
Le “mani libere” della Fed e la possibile sorpresa
La Federal Reserve ha rimosso la parola
“pazienza” dalla dichiarazione che
accompagna le decisioni concernenti
il tasso d’interesse di riferimento e la
politica monetaria da perseguire. Il
presidente della FED Janet Yellen aveva
già in precedenza fatto sapere che il
venir meno della “pazienza” nel tenere
i tassi bassi, in sostanza voleva dire che
avrebbero potuto essere aumentati a
giugno di quest’anno. Come mai allora
i mercati hanno salutato l’annuncio
come un probabile rinvio di tale
aumento, fino a settembre o magari
anche oltre? E bene, la signora Yellen
ha avuto la prontezza di dire che la
mancanza della parola “pazienza”
non significa di certo che la FED
sia diventata impaziente di alzare i
tassi. C’è di più, la signora Yellen ha
detto che il dollaro forte danneggia
le esportazioni. Infine, i membri del
FOMC hanno rivisto al ribasso le loro
previsioni dei livelli dei tassi d’interesse
nei prossimi due anni. Certo, tali
livelli implicano tuttora un aumento
dei tassi entro la fine dell’anno, ma
– si sa – queste previsioni sono delle
mere indicazioni orientative: se coloro
che decidono la politica monetaria
cominciano a ridurle propria alla vigilia
di un atteso aumento dei tassi, forse
qualche dubbio sulla stessa opportunità
di un imminente rialzo sta sorgendo.
In verità la rimozione della parola
“pazienza” ha un solo significato:
la Federal Reserve vuole avere le
mani libere, abbandona insomma
l’approccio della “forward guidance”,
la prassi di orientamento preventivo
dei mercati, voluta da Ben Bernanke, il
predecessore di Janet Yellen: l’aumento
dei tassi può avvenire in qualsiasi data
a partire da giugno, a dipendenza di
come andrà l’economia. La riluttanza
della Federal Reserve è del tutto
Dopo la conferenza della BNS
Il franco s’è rafforzato dopo le decisioni della
BNS che ha lasciato invariata la politica monetaria. L’euro è stato scambiato a 1,0575 franchi,
contro i 1,0625 prima. La moneta europea ha
perso circa lo 0,5% rispetto a mercoledì.
comprensibile. Nonostante l’aumento
dell’occupazione, i consumi non
decollano e, a seguito del rafforzamento
del dollaro, a giugno l’inflazione “core”,
Swissoil Ticino comunica i prezzi indicativi (FR./100
cioè quella che esclude le componenti
Lt. IVA inclusa) relativi all’olio da riscaldamento:
più volatili come l’energia e i beni
QuantitativoSottoceneriSopraceneri
alimentari, potrebbe trovarsi sotto l’1%,
da Lt. 1.500 a 2.199
87,50
88,60
non troppo lontano dall’inflazione
da Lt. 2.200 a 2.999
85,40
85,50
dell’Eurozona. Il tutto mentre la BCE
continua a stampare moneta, e quasi
da Lt. 3.000 a 5.999
83,50
84,60
tutte le altre banche centrali del mondo
da Lt. 6.000 a 8.999
82,20
83,30
tagliano i tassi. Non sarei più di tanto
da Lt. 9.000 a 13.999
81,4082,50
sorpreso se, ora che ha
le mani “libere”, la FED
finisse per lasciare nel
OLIO COMBUSTIBILE
2015 i tassi dove sono. E,
forse, deciderà di ridurli,
Ordini ora! Sconto di Fr. 1.- ogni 100 litri.
portandoli in territorio
negativo, come tante altre
CT1215HL
banche centrali hanno
Il coupon è utilizzabile su www.migrol-olio-combustibile.ch
già fatto.
Al telefono: parola chiave «Inserzione»
091 910 50 50
Lo sconto non è cumulabile con altre azioni, sconti o buoni. Valido fino al 31.12.2015 e per
* Capo Strategista Abu
quantitativi d‘ordine fino a 9000 litri.
Dhabi Commercial Bank
<wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2NzKwsAQASrjDFw8AAAA=</wm>
<wm>10CFXKqw4DMQxE0S9yNDOON3ENq2WrBVV5SFXc_0d9sEr3snMcFQ2_r_t5329FsHfzIcwsbd42qdJbdPeCIwTGhdTkyMg_b-oAgfU1BhnnQtonjUVmez2eb1_0IuxyAAAA</wm>