Panorama biblico

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Panorama biblico
PANORAMA BIBLICO
Note di bibliologia
‘Il miracolo della sacre Scritture’
Corso di studio 2014
Note e raccolta a cura di Valerio Mungai
Chiesa Cristiana Evangelica ‘Koinonia’
Via Pasquale Tuozzi 47
Roma (Torraccia)
Panorama biblico
Gli strumenti dello studente biblico
Il privilegio di possedere la Bibbia. L’invenzione della scrittura e in soprattutto della stampa (1453 aD)
consentì la diffusione della Bibbia – si pensi che nel 4° secolo dC il costo di una sola copia della Scrittura
redatta a mano da uno scriba equivaleva a 40 anni di paga di un legionario romano.
ATTENZIONE !
Intenet offre moltissime risorse per lo studio biblico ‘on line’ ma data la confusione dottrinale che caratterizza
la cristianità di questo secolo è opportuno verificare sempre le fonti e l’attendibilità degli studi e delle
interpretazioni proposte in molte diverse maniere: blog, files da scaricare, video, audio.
Sarà sempre utile chiedere al pastore e ai fratelli più maturi un aiuto in merito.
Panorama biblico
Bibliologia
Studio n.1
Per Bibliologia intendiamo quella branca della dottrina che riguarda le Sacre Scritture e che tratta la
necessità, il titolo e l'ispirazione della Bibbia, nonché le origini del canone, i manoscritti e le versioni delle
Sacre Scritture.
Il fatto dell'esistenza di Dio è fondato almeno su quattro ragioni fondamentali:
1. L'intuizione:
2. La tradizione:
3. La ragione:
4. La rivelazione:
cioè la percezione naturale di verità senza ragionamento;
quanto è giunto fino a noi tramandato di padre in figlio (istruzione verbale);
la ragione ci fa risalire al creatore: Romani.1:20;
la tradizione è giunta fino a noi contraffacendo la verità. La ragione, a causa del
peccato, è stata offuscata: Romani 1:21; ed allora Dio si è rivelato a noi per mezzo
delle Sacre Scritture.
Il miracolo delle Sacre Scritture
La Bibbia è un miracolo che ogni credente ha il privilegio di possedere, sfogliare, meditare. La Bibbia non
‘contiene’ la Parola di Dio, la Bibbia è la Parola di Dio ed in quanto tale ci è stata data per produrre quegli
effetti che il suo unico Autore ha preordinato. Isaia 55:11
1 Rivelazione delle Scritture
Isaia 40:8 L'erba si secca, il fiore appassisce, ma la
parola del nostro Dio dura per sempre
Matteo 24:35 Il cielo e la terra passeranno, ma le
mie parole non passeranno
Necessità delle Sacre Scritture
Iddio si rivela agli occhi dell'uomo con l'immensità
della Sua creazione; ma sebbene
"i cieli
raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia
l'opera delle Sue mani", questa rivelazione rimane di
natura generica. Il Creatore del cielo e della terra
doveva mostrarsi agli uomini e manifestarsi loro in
maniera più completa ed era logico, perciò, che Dio
scegliesse, nella Sua verità e sapienza, il mezzo
migliore, affinché, attraverso i secoli, la Sua Verità
fosse trasmessa integralmente.
Se Dio si fosse affidato alla trasmissione orale o alla tradizione, il Suo messaggio sarebbe stato pervertito.
Per questo Egli ha disposto che la Sua Parola fosse scritta, affinché fosse preservata nella sua purezza per
essere la regola infallibile della fede e della condotta dei credenti.
La rivelazione divina è quindi:
GENERALE:
1 espressa nella creazione Salmo 19:1,Romani
1:19-20
2 espressa nel cuore Romani 2:1415,Eccl.3:11
La rivelazione generale ci comunica che:
1 Dio esiste
2 Dio è potente
3 Dio ha la conoscenza
4 Dio è buono (Atti 14:16-17)
SPECIALE:
Quando Dio parla. Infatti Dio ci ha parlato in
molti modi e in molte maniere:
1 Esperienze personali (Dio disse a Noè,
Genesi 6:13 , Abramo, Mosè ecc.)
2 Tramite i profeti
3 Tramite suo Figlio Gesù Cristo Ebrei 1:1-2
Quindi la rivelazione di Dio è:
1 Desiderabile
L’uomo ha bisogno di una rivelazione
2 Logica
Un Dio buono non può non rivelarsi ai suoi figli Amos 3.7
3 Scritta
La scrittura è il metodo migliore per preservare la verità e trasmetterla nella sua
integrità di generazione in generazione
L’ ispirazione delle Sacre Scritture
la Bibbia è un libro “soprannaturalmente naturale e naturalmente soprannaturale”.
Dal vocabolario della lingua italiana : arte dello scrivere e pronunciare omelie e sermoni …disciplina che
insegna il modo di comporre e recitare un discorso sacro… 2Timoteo 3:16 , 2 Pietro 1:20-21
Queste solenni affermazioni indicano in Dio il divino Autore della Scrittura e quindi, tutto ciò che questo
divino Soffio ha prodotto è dichiarato divinamente ispirato. L’ispirazione è il soffiare
Carattere dell’ispirazione delle Scritture
L'ispirazione è l'influenza soprannaturale dello Spirito di Dio sulla mente umana, mediante la quale gli
scrittori sacri furono sospinti a scrivere verità divine senza errori. L’ispirazione è:
1. Divina e non umana
L’ispirazione degli agiografi non è da confondere con quella di scrittori e
poeti. Lo Spirito Santo è l’agente divino che ‘sospinse’ gli scrittori sacri – il termine originale ‘phero’
2. Unica e non comune
Non dobbiamo confondere l’ ‘illuminazione’ con l’ispirazione. L’illuminazione
è promessa a tutti i credenti e ci aiuta a comprendere la Scrittura. Essa è permanente e graduale nel
cristiano fedele e in comunione con Dio – Proverbi 4.18, e ‘docente’ 1 Giovanni 2.27
L’ispirazione è stata invece un fatto saltuario e provvisorio. Può essere anche inconsapevole , 1 Pietro 1-1012 nei profeti ispirati ma non illuminati – Giovanni 11-49-52 Caifa veicolo inconsapevole …
3. Dinamica e non meccanica Dio non ha ‘dettato’ la Bibbia spogliando l'uomo della propria personalità,.
Se tale teoria fosse vera, come si spiega il fatto che 222 citazioni su 275 dell'A. T. sono riportate nel N. T.
uguali nella sostanza ma diverse nella forma? Perché il Padre Nostro è riportato diversamente da Matteo e
da Luca? Lo Spirito di Dio si è servito delle facoltà umane dei diversi scrittori lasciando che gli scritti sacri
rechino i segni dell’individualità dello scrittore sacro
4. Plenaria e non parziale
L'ispirazione si estende a tutta la Bibbia, senza nessuna esclusione:
2Timoteo 3:16; la Rivelazione scritta è completa e non ha assolutamente bisogno di aggiunte o modifiche:
Apocalisse 22:18,19; da Essa non sparirà uno iota o un apice: Matteo 5:18 (iota: la più piccola lettera
dell'alfabeto ebraico; Apice: un segno particolare sulle lettere ebraiche, oppure una consonante di cui a volte
si faceva a meno). La Bibbia non contiene la Parola di Dio ma è la Parola di Dio. Luca 11.28
5. Verbale e non concettuale E’ difficile separare le parole dal pensiero e una parola è un pensiero
espresso. Quindi per ispirazione verbale delle Sacre Scritture intendiamo che lo Spirito Santo ha guidato gli
scrittori anche nella scelta delle espressioni e delle parole da utilizzare, e ciò è avvenuto per tutta la
Scrittura, nella sua interezza e totalità; L'ispirazione verbale della Parola di Dio esige il fatto che Dio, a volte,
porta lo scrittore sacro a forzare le regole grammaticali e della sintassi per rivelare delle verità importanti: es
Giovanni 8:58; "Prima che Abramo fosse nato IO SONO!"; non dice "IO ERO", secondo le regole della
sintassi; questo per mostrare l'eterna preesistenza di Cristo!
Le prove dell’ispirazione delle Scritture
1. Le Scritture asseriscono di essere ispirate
a. Conferma interiore:.
La Bibbia afferma di essere la Parola di Dio: Esodo 24:12; Isaia 34:16; Per
oltre 2.600 volte sono ripetute frasi come: "Così dice il Signore ...
b. Conferma di Cristo:
Matteo 5:18; Luca 18:31-33; 24:27,44;
c. Conferma degli apostoli:
Romani 3:2; 2Timoteo 3:16; 1Tessalonicesi 2:13;
2. Appaiono come ispirate per
a. L’esattezza della Scrittura
la storicità e la scientificità della Scrittura
b. L’unità della Scrittura
40 scrittori in circa 1600 anni ma un solo messaggio
c. La profondità della Scrittura può essere letta centinaia di volte ma è sempre fresca Romani 11.33
d. La diffusione della Scrittura il libro più tradotto al mondo
e. L’attualità della Scrittura
sebbene abbia migliaia di anni, come il pane, è sempre attuale
f. La preservazione della Scrittura ‘i martelli si spezzano l’incudine rimane’
g. Le profezie adempiute
Alcuni esempi delle tante profezie messianiche adempiute:
La nascita di Gesù
Michea 5:1 (710 a.C.)
Il suo tradimento per 30 sicli
Zaccaria 11:12 (487 a.C.)
Le sue mani e i suoi piedi forati
Salmo 22:16 (1050 a.C.)
Matteo 2:1
Matteo 26:15
Giovanni 20:27
3. Provano che sono ispirate
Il migliore argomento apologetico riguardo alla Scrittura è di ordine pratico. La Bibbia ha operato e opera
ancora nella vita di milioni di persone di ogni nazione e razza rendendo possibile lo stesso miracolo di
salvezza su tutta la faccia della terra… Giovanni 9.25
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Bibliologia
Studio n.2
Il titolo delle Sacre Scritture
Il termine "BIBBIA" deriva dal greco "biblos" (libro), e indicava il rotolo di papiro sul quale si scriveva
nell'antico Oriente. Secondo alcuni studiosi il termine potrebbe risalire alla città fenicia di Biblos, che era,
nell'antichità il più fiorente centro per il commercio del papiro. L'uso del termine "Bibbia", per indicare il Sacro
Libro incominciò forse nel IV sec. d.C., ai tempi di Girolamo (l'autore della versione latina delle Sacre
Scritture conosciuta col nome di "Vulgata"), il quale generalizzò l'uso dell'espressione: "I LIBRI SANTI" o,
semplicemente "I LIBRI", (come venivano comunemente chiamate le Sacre Scritture). Questo termine che in
greco era espresso al plurale neutro, cioè "TA BIBLIA", nel latino della decadenza divenne singolare,
femminile, e cioè: ‘BIBLIA’.
Il ‘canone’ delle sacre Scritture
La prima grande divisione dei libri biblici è quella tra Antico e Nuovo Testamento.
La Bibbia Ebraica è chiamata con l’acronimo Tanàkh; Le tre lettere TNKh componenti il ermine Tanakh sono
le iniziali dell'espressione Torah, Nevi'im, Ketuvim , ovvero la Legge (il Pentateuco), i Profeti, gli Scritti (i
nostri libri poetici e alcuni libri storici), e corrispondono alle tre parti in cui si divide l'opera. (Luca 24:44)
Il termine "canone" viene dal greco "kanon", che significa "canna diritta, misura" ed anche "guida, regola"
(Galati 6:16). Quindi, quando si parla del Canone delle Sacre Scritture, intendiamo l'insieme dei libri ispirati
della Bibbia accettati da tutti come regola di fede e di condotta.
L’Antico Testamento è stato composto in un periodo di circa 1550 anni, il Nuovo durante circa 45 anni.
Nelle versioni cattoliche (per decisione del Concilio di Trento nel 1546) per avvalorare alcune dottrine come
ad es. il purgatorio e la preghiera per i defunti sono presenti altri 12 libri definiti ‘apocrifi’ ovvero ‘nascosti’
oppure ‘deuterocanonici ovvero ‘del secondo canone’. Questi libri non sono riconosciuti come ispirati né
dagli Ebrei né tanto meno dalla chiesa primitiva. Contengono contraddizioni grossolane, imprecisioni
storiche, e assurdità dottrinali. (es. "Era mia intenzione offrire un'esposizione ordinata e ben fatta degli
avvenimenti. Se è rimasta imperfetta e soltanto mediocre, vuol dire che non ero in grado di fare meglio" . 2
Maccabei 15:38).
Le Chiese evangeliche non hanno mai accettato e riconosciuto questi libri come ispirati per le seguenti
ragioni:
a. Né Cristo, né gli apostoli, né alcun scrittore del Nuovo Testamento fa mai riferimento ad essi.
b. I primi padri della Chiesa non li hanno mai considerati ispirati.
c. Questi libri non fanno parte dell'antico canone ebraico.
d. Lo stesso Girolamo, l'autore della "VULGATA", nella sua versione li collocò in fondo, precisando che
potevano essere utili per la lettura, ma non dovevano essere usati per stabilire delle dottrine.
e. Furono aggiunti dopo che il canone dell'A T. era già stato completato.
f. Il modesto valore intrinseco e il contenuto dubbio
- Contengono errori storici, cronologici e geografici: 1Maccabei 6:1-16; 2Maccabei 1:10-17; 9:1-17;
- Fanno credere che le opere meritorie salvino dalla morte: Tobia 4:10; 12:9;
- L'azione immorale e falsa compiuta da Giuditta viene considerata approvata da Dio: Giuditta 9:10, 13;
- Si afferma che la creazione del mondo venne realizzata utilizzando materia preesistente: Sapienza 11:17;
- Si afferma che le elemosine espiano il peccato: Ecclesiastico 3:30;
- Baruc sostiene che Dio ascolta la preghiera per i morti: Baruc 3:4;
- La chiesa cattolica fonda su questi libri la dottrina del Purgatorio: 2Maccabei 12:38-46.
La lingua delle Sacre Scritture
L’Antico Testamento è stato scritto in massima parte in ebraico. La scrittura ebraica, come la fenicia,
presenta un alfabeto di 22 consonanti.
Solo alcune piccole parti dell' AT. sono state scritte in Aramaico: (Genesi 31:47; Geremia 10:11; Daniele 2:4
a 7:28; Esdra 4:8 a 6:18; 7:12-26). La scrittura ebraica classica era composta di sole consonanti e
naturalmente questo fatto rendeva delicata la trascrizione del testo sacro.
Per un certo tempo la tradizione fu sufficiente ad assicurare la corretta lettura del testo, ma con l'andare del
tempo, e soprattutto, con la dispersione, il popolo ebraico, assimilandosi ai popoli fra i quali viveva, perdeva
l'esatta conoscenza della pronunzia del testo biblico, che era scritto, come sappiamo, con sole consonanti.
Per prevenire ogni possibile contaminazione del testo, degli studiosi ebrei, i "SOFERIM (Scribi), tra il 400 a.
C. e il 200 d. C. cercarono di fissare con esattezza il testo originale secondo le fonti manoscritte in loro
possesso. Per preservare il testo da ogni corruzione, contarono i versi, le parole e le lettere di ogni libro dell'
AT elencandoli alla fine del libro stesso.
Questo lavoro fu la base di partenza per l'opera compiuta dai Massoreti, (da ‘massora’ = Tradizione), rabbini
ebrei, i quali, dal V al X sec. d. C., hanno compiuto un eccezionale lavoro. Hanno infatti stabilito, lavorando
con i migliori manoscritti, il Testo esatto dell' AT ricopiandolo con meticolosa cura. I Massoreti hanno poi
annotato, a margine di ogni foglio, il numero delle lettere, il numero di particolari espressioni, numero delle
parole, la lettera in mezzo, la parola in mezzo di ogni singola riga, ecc.
L'aspetto più importante del loro lavoro fu l'aver ideato e realizzato un sistema di punti e trattini vocalici in
mezzo alle consonanti, per permettere al lettore l'esatta pronunzia del testo scritto, senza incorrere in errore.
Il Nuovo Testamento invece è stato scritto interamente in greco, ad eccezione del vangelo di Matteo,
redatto in ebraico o aramaico, ma quasi subito tradotto in greco. La lingua greca usata nel NT non è la lingua
classica dei letterati e dei grandi scrittori greci, ma il comune dialetto "koine" in uso tra il popolo.
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Bibliologia
Studio n.3
I manoscritti
L’archeologia e la papirologia, scienza che studia gli antichi
papiri e si occupa di questioni quali la loro decifrazione e
datazione, sono discipline in continua evoluzione. Nel corso del
XIX e del XX secolo sono state fatte in questi campi scoperte
molto importanti per quanto riguarda lo studio delle Sacre
Scritture e la ricerca dei collegamenti tra i testi che oggi
conosciamo e i testi originari. Nel caso delle Sacre Scritture la
ricerca si fa naturalmente tanto più affascinante quanto più i
reperti e i frammenti si avvicinano al I secolo, il periodo in cui
Gesù e gli Apostoli hanno operato e nel quale erano ancora vivi
i testimoni oculari di quegli eventi.
I materiali utilizzati
Con il termine papiro si indica non solo la pianta Cyperus papyrus, ma anche quel
particolare tipo di materiale, simile a un "foglio di carta", che si ricava dal suo fusto e che
anticamente era molto usato come supporto per la scrittura. Il fusto della pianta veniva
tagliato in varie strisce sottili poi immerse in acqua. Dopo un certo numero di giorni, le strisce
venivano disposte affiancate le une alle altre, con una leggera sovrapposizione, fino a
formare un foglio unico.
La pergamena (detta anche cartapecora) è un prodotto della pelle di animale (pecora,
capra, vitello) non conciata e composta di collagene, utilizzata come supporto scrittorio fino
al XIV secolo. Prende nome dalla città di Pergamo (nell'Asia minore) dove, secondo la
tradizione riferita da Plinio il Vecchio, sarebbe stata inventata attorno al II secolo a.C., come
sostituto del papiro. Pergamo aveva una grande biblioteca che rivaleggiava con la famosa
Biblioteca di Alessandria.
Un manoscritto può essere definito:
Autografo
dal greco "autògrafos" : da autòs (egli stesso) e gràfos (disegnare scrivere).
Apografo
manoscritto che è copia diretta dell'originale
Apocrifo
da kriptein uno scritto occulto, nascosto, di autore ignoto, di dubbia autenticità
Le nostre traduzioni (es. NR, RIV, Diodati) sono autorevoli in quanto fatte sui manoscritti apografi ma a volte
i diversi interpreti hanno tradotto gli originali ‘adattandoli’ alle propria teologia, es. Genesi 3:15:
“Ella schiaccerà la tua testa, e tu tenderai insidie al calcagno di lei" (Martini).
“Essa (progenie) ti triterà il capo, e tu le ferirai il calcagno". (Diodati). simili sono la RIV e la NR.
“Questa (progenie)ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" CEI.
“Questa discendenza ti colpirà al capo e tu la colpirai al calcagno" (TILC).
La forma dei manoscritti
Papiri e pergamene erano utilizzati in forma di rotoli (volumen) .Dal II secolo d.C. in poi comincia a
diffondersi una nuova forma di libro, il codex o codice sia in papiro che in pergamena. La vecchia forma a
rotolo scompare in ambito librario, permane invece in ambito archivistico. Geremia 36:4 , 2 Timoteo 4:13
Diversi categorie di manoscritti
Vi sono circa 5306 manoscritti che contengono il NT greco o parti di esso e possono essere distinti in :
Codici Onciali :sono i più antichi e così chiamati perché scritti tutti con lettere maiuscole (lat. unciali, cioè alto un
pollice), e senza spazio tra una parola e l'altra; manoscritti di questo tipo erano fatti di pergamena.
Codici Corsivi :manoscritti redatti in corsivo con spazi tra una parola e l'altra; questi codici sono in genere copie di
manoscritti onciali più antichi.
Palinsesti : erano manoscritti in cui il testo originale è stato lavato o raschiato via, per far posto ad un altro testo. Su 241
codici biblici in maiuscola, 55 sono palinsesti.
I principali manoscritti dell’Antico Testamento
1 Il papiro di Nash:
fino al 1947 era il manoscritto più antico e più famoso dell' A. T. Scoperto nel 1902, fu acquistato dall'inglese W. L. Nash
da un antiquario egiziano che disse di averlo trovato nei dintorni di Fajum, in Egitto. Datato da alcuni al I sec. a. C. e da
altri al I/Il sec. d. C., contiene soltanto alcuni frammenti del A. T. (Esodo 20:1-17; Deuteronomio 6:4-9).
2 I manoscritti di Qumran
Il ritrovamento, nel 1947, dei manoscritti di Qumran, località sulle rive occidentali del Mar Morto, rappresenta senza
dubbio una delle maggiori scoperte archeologiche del nostro secolo.
A Qumran sono stati ritrovati, almeno in stato frammentario, tutti i libri della Bibbia ebraica , tranne quello di Ester, oltre
ad altri testi apocrifi e agli scritti riguardanti la dottrina di Qumran. Il più noto è il manoscritto 1QIsA. Questo grande rotolo
di Isaia, lungo quasi 7,5 metri risale a più di 2.200 anni fa. Diciassette pezzi di pelle sono stati cuciti per formare questo
rotolo. Su 54 colonne sono scritti tutti i 66 capitoli del profeta Isaia. Il suo testo consonantico è assolutamente uguale a
quello che conosciamo dalla Bibbia masoretica, i cui manoscritti più antichi in nostro possesso risalgono al X secolo d.C.
3 Il Codice di Leningrado
A
Il Codice di Leningrado B 19 risale al 1008-1009 d.C. E' il più antico manoscritto della Bibbia ebraica. Attualmente è
conservato a San Pietroburgo in Russia, alla Biblioteca Nazionale Russa, dove è custodito dalla metà dell'800. Esso
deve il suo nome al fatto che quando il codice fu pubblicato, la città era ancora chiamata Leningrado.
I principali manoscritti del Nuovo Testamento
Esistono più di 24.000 antichi manoscritti completi e parziali del NT. In aggiunta ad essi abbiamo circa 86.000 citazioni di
essi nella ‘letteratura patristica’ (gli studiosi partendo dagli scritti dei ‘padri’ della chiesa hanno ricostruito l’intero NT ad
eccezione di 11 versi) e alcune migliaia di ‘lezionari’ (una elencazione sistematica dei brani delle Scritture).
I ‘papiri’
a Il Papiro 52 (II secolo dC). E' il più antico manoscritto del N.T. Sembra risalire al 125.
Nessun'altra opera dell'antichità ha testimonianze manoscritte così vicine agli originali. Tra la
redazione finale di Giovanni posta dalla maggioranza degli studiosi verso la fine del I secolo d.C.
e questo papiro vi sono comunque meno di 50 anni.. In quei pochi centimetri sono contenuti sulla
facciata anteriore i versetti 31-33 del capitolo 18 del vangelo di Giovanni e in quella
posteriore i versetti 37-38 dello stesso capitolo.
b I Papiri Bodmer (II secolo dC) Fa parte di una collezione costituita da una cinquantina di
manoscritti in greco. Il P 66 ,conosciuto anche come Bodmer II, è un codice papiraceo in
maiuscola (onciale biblico), comunemente datato al II sec. d.C. contenente il Vangelo di
Giovanni. Misura 15,2 x 14 cm e consta di sei fascicoli, di cui restano 104 pagine. E' conservato presso la Bibliotheca
Bodmeriana a Cologny (ne i pressi di Ginevra).
c I Papiri Chester Beatty I papiri Chester Beatty prendono il loro nome dall'inglese che li acquistò nel 1930-31.
Attualmente si trovano a Dublino. Il P45 conteneva in origine su 55 bifogli (110 fogli = 220 pagine), non solo i 4 Vangeli,
ma anche gli Atti degli Apostoli. Purtroppo è in pessimo stato di conservazione; non rimane che: Matteo (da 20, 24 a 21,
19; da 25, 41 a 26, 33), Marco (da 4, 36 a 9, 31; da 11, 27 a 12, 28), Luca (da 6, 31 a 7, 7; da 9, 26 a 14, 33).
I ‘codici’
a. Codice Vaticano: Questo è uno dei manoscritti più importanti; è un magnifico Codice. E’ chiamato "Vaticano" perché
è conservato a Roma nella biblioteca vaticana, sin dal 1481. Comprende l’A. T. a partire da Genesi 46:28 (versione
greca dei LXX), e il N. T. fino ad Ebrei 9:14. E' stato datato intorno al IV sec. d. C. composto da 759 fogli di pergamena
(617 fogli A. T. e 142 N. T.); ogni foglio ha le dimensioni di cm. 27,5 x 27,5 e contiene 3 colonne di 42 righe ciascuna.
Probabilmente ha avuto origine ad Alessandria d'Egitto.
b. Codice Sinaitico: venne alla luce in due riprese; nei 1844 e nel 1859. Risale al IV/V sec. d. C. formato da 346 fogli e
mezzo; ogni foglio misura cm. 43x37,8, con sopra scritte 4 colonne di 48 righe ciascuna. In questo manoscritto si trova
gran parte dell' A. T. e il N. T. in forma quasi completa. In appendice riporta due scritti cristiani extra-biblici: l'epistola di
Barnaba e il Pastore di Erma. Questo manoscritto fu scoperto nel monastero di S. Caterina, sul monte Sinai da
Costantino Tischendorf, al tempo libero docente nell'università di Lipsia. Visitando il convento di S. Caterina, scorse in
una sala un cesto pieno di vecchie pergamene; seppe che altre pergamene come quelle erano servite per accendere il
fuoco, e che la stessa fine avrebbero fatto le rimanenti. Osservate attentamente le pergamene, il Tischendorf scoprì che
esse contenevano parte della versione greca dell' A. T. Portate le pergamene a Lipsia, le pubblicò, destando grande
interesse. Ritornato nel 1859 nel monastero, cercò per vari giorni altro materiale. Non trovando nulla, stava per ripartire,
quando un inserviente del convento lo condusse nella sua stanza. Quivi il Tischendorf si trovò davanti una gran quantità
di pergamene. Esaminatele attentamente, scoprì che contenevano, oltre alla versione greca dell' A. T. il N. T. al
completo, il testo greco dell'epistola di Barnaba, che nessuno, fino ad allora era stato capace di rintracciare, e il testo
greco del libro noto col nome "Pastore di Erma". Il Codice Sinaitico è conservato al British Museum, al quale fu venduto
per 100.000 sterline, nel 1933, dalla Biblioteca imperiale di Pietroburgo.
c. Codice Alessandrino: Secondo quanto informa una nota apposta sulla prima pagina della Genesi, questo gruppo di
pergamene venne in possesso del Patriarca di Alessandria nel 1098, (donde il nome di "Alessandrino"): nel 1621 il
Codice giunge a Costantinopoli e nel 1627 il Patriarca di questa città lo donò al Re d'Inghilterra; e da allora si trova al
British Museum. Molto probabilmente fu scritto in Egitto nel V sec. d. C. Delle 820 pagine originarie, ne restano 773; ogni
pagina misura cm. 32x26, con due colonne di scrittura di 49/51 righe. Contiene l' A. T. greco con qualche lacuna e il N.
T. con omissioni di un certo rilievo. Riporta, inoltre, anche uno scritto extra-biblico: l'epistola di Clemente Romano.
d. Codice di Efrem: questo Codice è un Palinsesto; cioè un Codice dal quale è stato cancellato il testo biblico per
scrivervi qualcos'altro. Questo manoscritto su pergamena venne composto intorno alla metà del V sec. d. C. forse in
Egitto. In orine aveva 238 pagine; se ne conservano 64 della versione greca dell' A. T. e 145 del N. T. in greco. Le
pagine misurano cm. 33 x 26 e sono scritte in una sola colonna di 40/46 righe. Nel XII secolo il testo biblico venne
raschiato per trascrive le opere di Efrem il Siro, dottore della Chiesa. Solo nel 1843 si scoprì, grazie a Tischendorf, che le
righe sbiadite che si vedevano sotto, erano un testo biblico raschiato. Questo Codice è conservato a Parigi nella
Biblioteca nazionale.
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GENESI
Studio n.4
La prima parola che troviamo in Genesi è in ebraico “bereshit” ovvero “nel principio”; “Genesi” deriva dalla
parola greca dal medesimo significato. Le più importanti dottrine bibliche traggono le loro origini dal libro
della Genesi. La dottrina del peccato, della redenzione, della giustificazione, la personalità di Dio, Israele, la
promessa di un Messia, ecc. La Genesi ci parla delle origini dell’universo, del sistema solare, dell’atmosfera,
della vita, dell’umanità, del matrimonio, del male, delle nazioni, del linguaggio, delle religioni. Nel NT
esistono almeno 200 citazioni e riferimenti al libri della Genesi
SCHEDA DELLA GENESI
Titolo
Scrittore
Capitoli
Epoca
Luoghi
Data comp.
Tema
Versi chiave
‘Nel principio’
Mosè
50
Dalla creazione alla morte di Giuseppe
Mesopotamia, Canaan, Egitto
1400 – 1440 aC
L’origine di tutte le cose
1:1, 3:15, 12:2-3, 50:20
Genesi è il libro delle ‘origini’ e qualcuno lo ha anche definito il ‘nocciolo della trama’:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
L’origine del mondo
L’origine dell’umanità
L’origine del peccato
L’origine della redenzione
L’origine della famiglia
L’origine delle nazioni
L’origine della confusione
L’origine di Israele
Cap.
Cap.
Cap.
Cap.
Cap.
Cap.
Cap.
Cap.
1
1-3
3
3
4
4-10
11
12-50
Lo scrittore
Per la Bibbia lo scrittore del Pentateuco è Mosè “uomo di Dio” (2 Cronache 30:16). Tra il 1440 e il 1446 aC
La testimonianza dell’AT Deuteronomio 31:24-25 – Neemia 8:1 è “il libro della legge di Mosè”
La testimonianza di Gesù Giovanni 5:39 - 46-47 “… egli ha scritto di me…» Luca 24:44
La storia di Mosè è senz’altro una delle più avvincenti dell’AT il suo nome appare 864 volte nella Bibbia.
Salvato da morte certa dalla figlia del faraone Esodo 2:5 che gli pose nome “salvato dalle acque” v.10
Allevato alla corte del faraone, cerca di aiutare il suo popolo ma uccide un egiziano e deve fuggire
In Madian incontra Jethro, si sposa e fa il pastore di pecore Esodo 3:1
Dio gli appare in un pruno ardente e lo manda in Egitto a liberare Israele Esodo 3:10
Troviamo un riassunto della sua straordinaria esistenza in Ebrei 11:24-29
Schema del libro
La Genesi con i suoi 50 capitoli è uno dei libri più corposi della biblioteca di Dio. Interpretando in senso
letterale le età dei patriarchi rilevabili dalle genealogie della Genesi potremmo stabilire che l’uomo è stato
creato intorno al 4000 aC e l’intero libro copre un periodo di circa 2500 anni.
Sezioni del libro
Capitoli
Anno aC
La creazione
La tentazione e la caduta dell’uomo
Genealogia da Adamo fino a Noè
Corruzione dell’umanità, Noè , il diluvio
Genealogie di Sem Cam Jafet
La torre di Babele
La vita di Abramo
La vita di Isacco
La vita di Giacobbe
La vita di Giuseppe
1-2
3
5
6-9
10
11:1-9
11-25
20-35
25-49
37-50
4004
2348
1996
1690
La creazione “Nel principio Dio creò i cieli e la terra” Nessun essere umano era presente quel giorno,
nessun testimone mortale, nessuno può descrivere quei giorni se non l’autore del creato, l’Eterno, Colui che
esiste prima della creazione Salmo 90:2
Noi crediamo in un Dio progettista e architetto dell’universo, di tutte le sue perfezioni e le sue leggi …
Dio crea dal nulla Ebrei 11:3 , Isaia 48:12-13 ; Geremia 27:5
La creazione dell’uomo
Genesi 1:26 Poi Dio disse: 'Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza…
Appare sulla scena per la prima volta il “serpente” l’avversario di Dio e dell’uomo
La donna è tentata per prima ma la responsabilità e dell’uomo Genesi 3:12 - Osea 6:7
Il piano di redenzione era già pronto: Genesi 3:15, 1 Pietro 1:20, Matteo 25:34
Le origini delle civiltà in Mesopotamia
Dal greco “terra tra i due fiumi” e culla delle civiltà. Gli scavi archeologici degli ultimi 200 anni hanno riportato
alla luce le prime civiltà (Sumeri, Babilonesi e Assiri) che si sono sviluppate nella terra tra i due fiumi e delle
città che solo la Bibbia ricordava come Ur la patria di Abramo Genesi 11:31
Il biblico giardino di Eden si trovava in Mesopotamia Genesi 2:10-14
Noè e il diluvio
Genesi 6:5 E l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro
cuore non erano altro che male in ogni tempo. …. Ma Noè trovò grazia agli occhi dell'Eterno
E’ la corruzione del genere umano “di ogni tempo” Noè (consolazione) è invece una bella figura del credente
di ogni tempo Genesi 6:9. Dopo il diluvio Dio stabilisce un patto con Noè , il primo tra Dio e l’uomo Genesi 9:13
Posterità di Noè
Genesi 6:10 E Noè generò tre figliuoli: Sem, Cam e Jafet . Cam manca di rispetto al padre e subisce una
maledizione Da Cush figlio di Cam nascerà Nimrod (noi ci ribelleremo) il primo tiranno della storia fondatore
di Babele Genesi 10:8-9 Babilonia resterà nella scrittura come la culla dei culti idolatrici e nemica del popolo di
Dio dalla Genesi all’Apocalisse. La costruzione della torre di Babele narrata al cap. 11 è la manifestazione di
questa ribellione contro Dio.
Le origini di Israele
La parte più significativa del libro della Genesi (dal cap. 11 al cap. 50) è occupata nella narrazione della vita
di Abramo, Isacco e Giacobbe i tre grandi patriarchi origine del “popolo di Dio” : Israele.Dio stesso si
presenta come il Dio dei tre patriarchi (i vostri “padri”) con i quali ha stipulato un patto: Esodo 3:15, Esodo 6:8
Eventi nella vita di Abramo
Capitoli
La genealogia di Abramo – in Caran
La chiamata di Abramo
Esperienze in Canaan
Il patto della circoncisione – Abraamo
La distruzione di Sodomia e Gomorra
La nascita di Isacco
Abraamo provato crede contro speranza
Morte di Sara
Una sposa per Isacco
Morte di Abraamo
11
12
12-15
17
18-19
21
22
23
24
25
Abramo l’amico di Dio
Genesi 12:1 Il SIGNORE disse ad Abramo: «Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre,
e va' nel paese che io ti mostrerò , Primo patriarca e padre degli Ebrei, che erano particolarmente orgogliosi
dell’essere suoi discendenti Giovanni 8:33, 39-40,53-58 .. è la testimonianza di Gesù. Dio scelse Abramo e
lo chiamò ad uscire dal suo paese mentre ancora si trovava a Ur Atti 7:2-4. Possiamo leggere un riassunto
della sua vita di fede in Ebrei 11:8-19
Le promesse di Dio ad Abramo
Genesi 12:2 io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione.
Le promesse di Dio ad Abramo: Una discendenza Genesi 15:5-6 Un paese Genesi 15:7. Abramo a 99 anni divenne
Abraamo = “padre di moltitudini”. Abramo è il padre dei credenti perché fu il primo ad avere una così grande fede nel
Signore Genesi 15:6 La sua fede lo portò a credere fermamente che quello che Dio promette lo mantiene Romani 4:1622. La sua fede non vacillò neppure davanti alla richiesta di offrire Isacco in sacrificio Ebrei 11:19. La sua fede e la sua
pazienza sono un esempio per tutti noi Ebrei 6:12-13. Abramo fu chiamato a lasciare:
1 il suo paese
Giovanni 17:16 “Quello che Gesù chiama “il mondo” è la nostra Ur
2 i suoi parenti
gli amici e i parenti spesso che non ci aiutano ad ubbidire alla chiamata di Dio; erano idolatri
legati alle loro tradizioni (cosa penseranno i parenti ?) a volte non aiutano neppure i parenti credenti (Lot) Giosuè 24:2-3
3 la casa di suo padre la cosa più difficile – il legame più forte – la nostra famiglia non significa abbandonare i
genitori o la propria famiglia 1 Timoteo 5:8, ma significa mettere Dio prima di loro: Matteo 10:37
La fede di Abramo
Abramo è il padre dei credenti perché fu il primo ad avere una così grande fede nel Signore Genesi 15:6
La sua fede lo portò a credere fermamente che quello che Dio promette lo mantiene Romani 4:16-22
La sua fede non vacillò neppure davanti alla richiesta di offrire Isacco in sacrificio Ebrei 11:19
La sua fede e la sua pazienza sono un esempio per tutti noi Ebrei 6:12-13
Panorama biblico
GENESI
Studio n.5
Isacco l’erede della promessa
Isacco (sorriso) è il figlio della promessa, ebbe il suo nome direttamente da Dio (Genesi 17:19)
probabilmente per la “cosa” aveva fatto sorridere Sara oramai novantenne Genesi 18:11.
Quando Isacco fu divezzato Sara obbligò il marito a cacciare via Agar e Ismaele (Genesi 21:10)
Secondo il racconto della Genesi il luogo del sacrificio era un monte nel paese di Moria , dove in seguito fu
eretto il tempio di Salomone Qualcuno ha addirittura ipotizzato che il luogo indicato da Dio ad Abramo fosse
il Golgota stesso. Colui che ha risparmiato Isacco non “risparmiò il suo unigenito filgliuolo” Romani 8:32
l’Agnello che Dio ha provveduto.
Il “Terrore di Isacco” Considerando la prova della fede di Abramo (Genesi 22) spesso non ricordiamo che quella prova
fu grande anche per Isacco, che benché giovane aveva compreso di essere l’olocausto richiesto. Chissà quanta paura
ebbe quel giorno (Genesi 22:7-10) ; Giacobbe poteva ben chiamare il Dio di suo padre “Il terrore di Isacco” Genesi 31:42
e 53 Secondo il racconto della Genesi il luogo del sacrificio era un monte nel paese di Moria (ordinato da Dio).
Molti ipotizzano che il luogo sia a Gerusalemme (chiamato Monte del Tempio o Monte Moria), dove in seguito fu eretto il
tempio di Salomone e dove oggi sorge il duomo islamico della “roccia”. Qualcuno ha addirittura ipotizzato che il luogo
indicato da Dio ad Abramo fosse il Golgota stesso. Colui che ha risparmiato Isacco non “risparmiò il suo unigenito
filgliuolo” Romani 8:32 l’Agnello che Dio ha provveduto.
Isacco e Rebecca
Il capitolo 24 Una delle pagine più romantiche della Bibbia. Abramo ormai attempato, si preoccupa di trovare moglie a
suo figlio ed incarica un suo fedele servitore Eliezer (Genesi 15:2) di recarsi in Mesopotamia presso il suo parentado.
Eliezer si rimette a Dio e viene guidato in maniera miracolosa fino alla casa di Labano (Genesi 24:12-14) L’incontro tra
Isacco e Rebecca è descritto in Genesi 24:63-65 . Isacco aveva 40 anni quando sposò Rebecca ma dovette attendere
altri 20 anni per avere una discendenza in Giacobbe ed Esaù. Genesi 25:26 Come Sara anche Rebecca era sterile ma il
Signore rispose alla preghiera del marito. Genesi 25:21. Isacco prega “costantemente” per la moglie dimostrando in
questo una certa somiglianza con il padre.
Isacco in Canaan e nel paese dei Filistei
Isacco al contrario del padre non viaggiò molto; la sua vita fu una vita abbastanza sedentaria e ci volle una
carestia per farlo muovere. E’ curioso che Isacco si ritrovò nella stessa situazione del padre e commise lo
stesso errore. Genesi 20:2 e Genesi 26:7
Dio parla ad Isacco
Dopo Gherar Isacco si ritira a Beer Sceba dove si fermerà. Il luogo è significativo per i tre patriarchi:
Abramo
vi scavò un pozzo, vi invocò il Signore e vi dimorò Genesi 21:33 – 22:19
Isacco
vi scavò un pozzo, vi invocò il Signore e vi dimorò Genesi 26:23 – 25
Giacobbe
vi abitò , vi invocò il Signore Genesi 46:1-4
“Non temere” furono le parole che il Signore rivolse a Isacco … non doveva più avere paura di Dio
Problemi in famiglia
Isacco e Rebecca ebbero due figli molto diversi ed ognuno esprimeva apertamente la sua preferenza
Genesi 25:27-28 creando tra i due una rivalità che sfociò nel tempo in un pericoloso sentimento di odio
Genesi 27:41 . Dio non ha riguardi personali Deaut.10:17 e neppure Gesù li aveva Luca 20:21
Isacco preferiva Esaù a Giacobbe , ritenendolo il maggiore e quindi l’erede della promessa nonostante non manifestasse
i sentimenti di Abramo. Esaù fu un motivo di “profonda amarezza” per i suoi genitori, disubbidendo apertamente alla
volontà del Signore e dei suoi Genesi 26:34-35 27:46 … Genesi 28:6-9
Isacco benedice Giacobbe al posto di Esaù
Prima di uscire di scena Isacco impartisce la sua benedizione a Giacobbe invece che a Esaù Ebrei 11:20
Visse 180 anni e venne seppellito insieme a suo padre nel sepolcro da lui comprato a Mamre nel campo di Macpela
Genesi 35:28-29. La storia di Isacco non è avventurosa come quella degli altri patriarchi, eppure Dio si
presenta anche come il “Dio di Isacco” testimoniando così di avere approvato la sua vita.
Giacobbe il “soppiantatore”
La nascita di Giacobbe fu miracolosa quanto quella di suo padre Isacco e il Signore le diede un importante
rivelazione sul destino dei gemelli che non sapendo portava in seno - Genesi 25:21-23
Giacobbe, con un sotterfugio, (un piatto di lenticchie) si fece cedere dal fratello la ‘primogenitura’. Questo
situazione provocherà l’odio di Esaù e Giacobbe sarà costretto a fuggire per lungo tempo.
Al servizio dello zio Labano
Al suo arrivo in Mesopotamia (il paese degli “orientali”) Giacobbe incontra la famiglia del fratello di sua madre Labano e
viene accolto con ospitalità. Labano era padre di Lea e Rachele e Giacobbe s’innamorò della seconda. Genesi 29:27.
Secondo l’usanza del tempo, per chiedere la mano di una figlia occorreva una dote e il giovane Giacobbe non
possedeva altro che le sue mani e l’amore per Rachele. Genesi 29:18-20 .
Ma Labano lo ingannò (chi la fa l’aspetti) e Giacobbe dovette lavorare altri 7 anni.
Vicende familiari
La vita familiare di Giacobbe non fu tra le più tranquille; il conflitto tra le due sorelle/mogli crebbe fino a
divenire una specie di competizione; Lea non si sentiva amata ma era fertile Rachele invece era amata e
sterile. Con i primi tre figli Lea sperava di conquistare l’amore di Giacobbe ma il quarto – Giuda – lo dedicò al
Signore Genesi 29:31-35 ; la situazione degenerò fino ad abbassare il rapporto coniugale a una forma di
commercio. (v.14-16). Non a caso Dio aveva stabilito per ogni uomo una sola moglie (Genesi 2:24)
Ritorno in Canaan
Genesi 31:3 Il SIGNORE disse a Giacobbe: «Torna al paese dei tuoi padri, dai tuoi parenti, e io sarò con te».I
l rapporto con Labano fu problematico e i due si raggirarono più volte a vicenda; Giacobbe dopo venti anni di
duro lavoro (Genesi 31:41) riceve in sogno una rivelazione da Dio e, fugge con tutta la sua famiglia per
ritornare in Canaan. (Genesi 31:3) . Labano inseguì il nipote ma Dio lo fermò con un sogno e tra i due , a
fatica, viene ristabilita la pace e un patto di “non aggressione” Genesi 31
La famiglia di Giacobbe:
Lea
Rachele
Reuben (1)
Simeone (2) Levi (3) Giuda (4) Issacar (9)
Zabulon (10)
Giuseppe (11) Beniamino (12)
Bila (serva di Rachele)
Dan (5)
Neftali (6)
Zilpa (serva di Lea)
Gad (7)
Asher (8)
Giacobbe diventa Israele
Fino al quel giorno Giacobbe nonostante i sogni e le visioni non ha mai veramente conosciuto Dio. Anche quando prega
Dio rimane il “Dio di mio padre” (Genesi 32:9) espressione rivelatrice. Al guado dello Jabboc Giacobbe, temendo l’ira del
fratello Esaù (sebbene fossero passati 20 anni), implora il Signore, fa guadare il torrente a tutta la sua famiglia e rimane
di nuovo solo. E’ il momento più importante della sua vita di pellegrino, in cui il suo indomito carattere doveva essere
spezzato e vinto; “un uomo lottò con lui” è Dio che prende l’iniziativa (Atti 9:5) chi si arrende a Dio è veramente
“vincitore” e Dio cambia il suo nome da “soppiantatore” a “vincitore”. Giacobbe è la figura di quanti passano a Peniel
(“volto di Dio”) e ne risalgono trasformati. Dopo essersi riconciliato con il fratello Giacobbe sposta le sue tende prima a
Succot poi a Sichem Genesi 33:20 Eresse qui un altare e lo chiamò El-Eloè-Israel. (il potente Dio di Israele) – L’Eterno
non è più solamente l’Iddio di Abramo e di Isacco ma anche il “suo Dio”.
Idoli domestici
Altri problemi familiari attendevano il patriarca; se le mogli sembrano ormai tranquillizzate sono ora i figli a creare nuovi
gravi problemi alla famiglia; Simeone e Levi compiono un massacro per vendetta , (Ruben si macchierà di un altro grave
peccato Genesi 35:22 per non parlare di quello che tutti fecero a Giuseppe) Genesi 49:5. C’era un problema nascosto
nelle tende di Giacobbe: “dei stranieri” ; Rachele stessa li aveva rubati dalla casa di Labano suo padre e per poco non
causarono grossi problemi a tutta la famiglia Genesi 31:21. Dio parla nuovamente a Giacobbe riporta Giacobbe a Betel
(casa di Dio), dove per la prima volta gli era apparso Genesi 35:1. Un luogo speciale, il luogo del primo incontro, ma ora
è tempo di una nuova esperienza: Genesi 35:2-3. Rachele morirà a Betlemme partorendo Beniamino il dodicesimo
figlio del patriarca. Il capitolo 36 della Genesi riporta la genealogia di Esaù padre degli Edomiti che saranno in seguito
quasi sempre avversari e nemici del popolo di Israele
Giuseppe il salvatore
Gli ultimi 13 capitoli della Genesi si concentrano sulla straordinaria storia di Giuseppe (Il Signore ha aggiunto) “il figlio
della vecchiaia” di Giacobbe, ma soprattutto il primo e desideratissimo figlio dell’amata Rachele (Genesi 37:3)
Tre generazioni di patriarchi, Isacco, Giacobbe e Giuseppe hanno in comune la nascita miracolosa: Sara, Rebecca e
Rachele infatti erano donne sterili.
Giuseppe figura del Cristo erede odiato
Giuseppe
Riferimenti
Genesi 37:3
Erede amato
Genesi 37:4-5-8
Odiato dai fratelli
Genesi 37:13
Inviato del padre
Genesi 37:18
Tradito dai suoi fratelli
Genesi 37: 26-28
Venduto da Giuda
Cristo Gesù
Erede amato
Odiato dai fratelli
Inviato del padre
Tradito dai suoi fratelli
Venduto da Giuda
Riferimenti
Ebrei 1:2 Giovanni. 3:35
Giovanni 1:11 - 15:18-25
Giovanni 14:24 - Ebrei 10:7
Marco 3:19 – Giovanni 19:15
Matteo 26:15
I capitoli 39 e 40 della Genesi descrivono le grandi prove che il giovane Giuseppe dovette attraversare prima di vedere
quanto il Signore gli aveva promesso. Per circa 13 lunghi anni Giuseppe sarà considerato come uno schiavo, accusato
di crimini mai commessi e rinchiuso in una fossa. Ma in ogni situazione “il Signore era con Giuseppe” Genesi 39:2 e 2123 In tutto e per tutto Giuseppe “sostenne la prova” Quanto Giuseppe aveva sognato mentre era ancora un adolescente
si realizzò puntualmente; tutto quello che la bocca del Signore ha ordinato troverà il suo adempimento. Con un saggio
comportamento porterà i suoi fratelli. A un sincero ravvedimento (Giuda in particolare fece un accorata confessione
Genesi 44:18) e ristabilirà la comunione interrotta per tanti anni. Anche la carestia divenne una benedizione.
Sull’intera storia di Giuseppe potrebbero essere proclamate le consolanti parole di Romani 8:28.