Mirko Laurenti - introduzione convegno Bolzano

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Mirko Laurenti - introduzione convegno Bolzano
Mirko Laurenti - introduzione convegno Bolzano
Comincio intanto con il salutare e ringraziare l’amministrazione di Bolzano per l’ospitalità ed il lavoro svolto per poter organizzare
l’evento odierno. Quindi un grazie al Sindaco Spagnolli e a tutti i suoi collaboratori, in particolare a Renato Spazzini con il quale
abbiamo pianificato e preparato la giornata di oggi. Ringrazio inoltre tutti coloro che sono stati impegnati nella raccolta dei dati, nella
elaborazione e nella redazione finale del rapporto: dai tecnici comunali ad Ambiente Italia, fino al Sole 24 Ore che da ormai tre anni
pubblica integralmente la ricerca in uno speciale del quotidiano. Un grazie particolare inoltre va ai circoli locali di Legambiente per il
fondamentale lavoro di verifica.
Cosa è Ecosistema Urbano. In sintesi potremmo dire che è uno studio che mira a tracciare una fotografia della vivibilità ambientale dei
capoluoghi di provincia italiani, dunque del Paese, attraverso un esame ponderato di alcuni parametri fondamentali: dall’inquinamento
atmosferico alla mobilità, al traffico, dalla raccolta differenziata al verde urbano; dalla capacità di depurazione all’utilizzo e diffusione
delle energie rinnovabili.
Nasce da un’idea di Legambiente che è poi stata copiata in molte parti d’Europa e del Mondo (dal Portogallo al Brasile passando per
Olanda e Australia). Ha sostanzialmente individuato un percorso, un panel di obbiettivi considerati minimi per un adeguato livello di
sostenibilità ambientale, e un modo per poterli raggiungere o almeno poter far si che divengano visibili e un po’ più concreti. Possiamo
dire a distanza di qualche anno di aver dato un buon esempio, aver indicato una strada che sarebbe poi stata percorsa da molti.
Ecosistema Urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, realizzato con la collaborazione
editoriale de Il Sole 24 Ore, raccoglie sia con questionari e interviste dirette ai 103 comuni capoluogo di provincia, sia sulla base di altre
fonti statistiche, informazioni su 125 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 125mila dati. Questa raccolta viene sintetizzata in
27 diversi indicatori di qualità ambientale. I 26 indicatori principali sono riferibili a tre macro-classi. Indicatori di pressione: misurano il
carico generato sull’ambiente dalle attività umane (perdite di rete idrica, consumi di acqua potabile, di carburante, di elettricità,
produzione di rifiuti solidi urbani, tasso di motorizzazione). Indicatori di stato: misurano la qualità dell’ambiente fisico (smog,
inquinamento idrico, verde urbano). Indicatori di risposta: misurano la qualità delle politiche messe in campo dall’amministrazione
pubblica (depurazione, raccolta differenziata, trasporto pubblico, qualità ambientale parco auto, isole pedonali e zone a traffico limitato,
piste ciclabili, gestione ambientale nelle imprese e nella pubblica amministrazione, sviluppo di politiche energetiche, diffusione delle
rinnovabili, monitoraggi e rilevamenti della qualità ambientale).
Quest’anno la ricerca è cambiata, si è proceduto a un restyling di pesi e indici. Sono stati infatti introdotti nuovi indicatori: ozono, qualità
ambientale parco auto, energie rinnovabili e teleriscaldamento, partecipazione ambientale. Altri sono stati eliminati (come la capacità di
monitoraggio atmosferico o l’abusivismo edilizio per la scarsa disaggregazione territoriale dei dati). Mentre altri sono stati ampliati e
integrati con nuove informazioni (come il verde urbano fruibile, i consumi elettrici domestici, ora su base comunale non più provinciale,
le politiche energetiche e l’eco management). E’ stato inoltre aggiornato ulteriormente anche il sistema della distribuzione dei pesi. In
base a ciò gli indicatori più pesanti diventano quelli relativi all’aria e ai trasporti che incidono ciascuno per il 21% del peso totale, segue
l’ambiente urbano (Ztl, verde, isole pedonali, piste ciclabili, eco management, ambiente e partecipazione) al 16% del peso totale, poi
l’energia al 15%, quindi acqua (14% del peso totale) e rifiuti (13%).
Ecosistema Urbano naturalmente offre sia un aggiornamento delle prestazioni ambientali delle città nei singoli settori, sia un quadro
d’insieme dei centri urbani italiani. A determinare però la testa e la coda o meglio, le migliori e le peggiori, sono le politiche messe in
campo dalle amministrazioni. E’ chiaro che tra le città in testa alla graduatoria della ricerca sarà facile trovare un quadro generale che
evidenzia, ad esempio, una buona percentuale di raccolta differenziata o un buon livello di trasporto pubblico o, ancora, una accettabile
percentuale di perdite di rete idrica. Così come in coda troveremo più facilmente una bassa raccolta differenziata, pochi metri quadrati
di verde urbano o una qualità dell’aria complessivamente scadente.
Insomma sono le città a determinare, attraverso i modelli di politiche territoriali che propongono, questo o quel piazzamento.
Perché a Bolzano. Perché è la vincitrice della scorsa edizione, si. Però nell’organizzazione dell’evento è divenuto centrale l’esempio
delle buone pratiche del capoluogo altoatesino, da anni leader su temi come il risparmio energetico, le energie rinnovabili, il clima. E
proprio i cambiamenti climatici sono ormai uno degli argomenti centrali della politica globale. E lo dimostrano anche recenti
avvenimenti di cronaca.
“I cambiamenti climatici possono alterare e minacciare le condizioni di vita dell’Umanità. Possono produrre migrazioni su larga scala e
grandi competizioni per le risorse. Questi cambiamenti saranno inoltre a carico soprattutto delle nazioni che sono già più vulnerabili,
aumentando il rischio di nuovi conflitti “. E’ la frase con cui il Comitato di Oslo ha motivato l’assegnazione del premio Nobel ad Al Gore
e all’IPCC (comitato Onu per l’Ambiente). E’ la dimostrazione di come il clima e l’ambiente e soprattutto l’interazione dell’uomo con
esso sia sempre più causa di nuove emergenze, di guerre e migrazioni.
Il senso della nostra presenza qui a Bolzano è racchiuso anche in questa motivazione. Clima, ambiente, uomo e inquinamento sono
sempre più strettamente connessi e sempre più incidono su i modelli di sviluppo. Modelli che devono ormai per forza di cose fare i
conti con gli effetti hanno sull’ecosistema planetario. Quella del riconoscimento a Gore e all’IPCC è dunque una risposta positiva anche
agli sforzi di chi invece ha da sempre messo l’ambiente ed i cambiamenti climatici al centro del proprio agire, di chi propone con
coraggio modelli di sostenibilità e vivibilità integrati con lo sviluppo. Sviluppo che deve divenire quindi, secondo questi modelli, sempre
più teso alla sostenibilità e alla tutela delle risorse. Legambiente è tra questi soggetti.
E anche il lavoro che da anni fa e propone di fare a chi amministra le scelte sul territorio, anche attraverso Ecosistema Urbano è stato
un contributo agli sforzi tesi a far si l’agenda politica tenesse conto anche delle emergenze e delle criticità ambientali. E lo si vede dalla
sempre crescente attenzione che in Italia, ma non solo in Italia, la politica ha prestato al nostro lavoro.
Insomma ci fa piacere constatare nei fatti che anche i nostri sforzi hanno contribuito a far fare all’umanità quel piccolo passo che può
fare la differenza per il futuro e che è rappresentato formalmente dal nobel attribuito recentemente a Gore e IPCC, ma che racchiude e
rappresenta tanti altri pregevoli esempi di sostenibilità.
Un caro saluto,
Mirko Laurenti
Responsabile rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente