Articolo Corriere Canadese
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PAG. 16 mercoledì 12 settembre 2012 CORRIERE CANADESE spettacoli ROSANNA BONURA TORONTO - Con le vie di Toronto piene di spettatori del Tiff e di fermento, è più che giusto che l’argomento di una recente conferenza fosse incentrato sui film e la loro produzione. Il 10 settembre, Anica, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive, e la Italian Trade Commission a Toronto hanno presentato Italy: Your Best Shot, Successful films in a successful tax incentive: The Italian Tax Credit. Il workshop e la colazione di networking si sono tenuti all’Hyatt Regency Hotel. Obiettivo della conferenza, una sessione informativa con un importante tavolo di discussione, parlare delle agevolazioni fiscali per filmare in Italia e degli incentivi a favore della produzione e distribuzione cinematografiche. Il workshop si è tenuto in precedenza anche a Londra e a Los Angeles. Dopo una colazione di benvenuto, la presentazione è iniziata con le riflessioni d’apertura di Pasquale Bova, l’Italian Trade Commissioner per il Canada. «L’Italia è un grande posto per le location, con alcuni tra i migliori tecnici e professionisti nel mondo, che hanno anche vinto Oscar per il proprio lavoro», ha detto Bova ai presenti. Ad introdurre il workshop e gli interventi è stato Niv Fichman, presidente di Rhombus Media. Gli ospiti della discussione provenivano da vari campi dell’industria cinematografica e dei settori collegati sia italiani che canadesi. Hanno partecipato Gian Marco Committeri, consulente di Anica, Tonucci & Partners (Roma); Mario La Torre, consulente di Anica e ordinario di Gestione Bancaria e Finanziaria all’Università “La Sapienza” di Roma; Marl Musselman, produttore esecutivo della Serendipity Point Films; Valeria Ligurgo, supervisore della produzione per la Fandango. Il dibattito è cominciato con un’analisi degli incentivi fiscali italiani. Sia Mario La Torre che Gian Marco Committeri hanno affrontato numerose questioni relative al funzionamento delle detrazioni fiscali, dall’inizio del processo fino alla certificazione finale. Tenere un evento simile in una città così interessata ai film come Toronto è stato particolarmente significativo. «È stato importante per noi, perché in Italia vogliamo rafforzare la relazione con il Canada. Tutti sappiamo che qui in Canada ci sono moltissimi italiani ed ex-italiani e quindi siamo molto concentrati sul Canada. Abbiamo siglato un accordo di co-produzione negli anni ’70, rinnovato alla fine degli anni ’90, ma finora ci sono state poche co-produzioni. Quindi, approfittando del nuovo regime fiscale in vigore dal 2009, crediamo che la co-produzione tra Italia e Canada potrebbe essere favorita da questi incentivi fiscali ed è per questo che siamo qui», dice Mario La Torre al Corriere Canadese. Oltre alle detrazioni e agli incentivi fiscali per i produttori stranieri, ha più senso girare in Italia per cogliere la vera Italia che filmare da qualche altra parte. «Non dobbiamo dimenticare che l’Italia ha moltissime location meravigliose per le riprese - Roma, Firenze, Venezia e così via. Siamo sicuri che l’impiego delle detrazioni fiscali per i produttori stranieri ridurrà il costo di girare in Italia, utilizzando le location originali invece di andare nell’Europa dell’Est per ridurre i costi e, per esempio, ricostruire in studio un Colosseo che non è quello vero», aggiunge Gian Marco Committeri. Il dibattito è continuato con uno sguardo ad aspetti specifici della legge italiana sugli incentivi fiscali per film italiani e co-produzioni e per film stranieri. Questo ha portato a un’ulteriore analisi dei tassi di detrazione fiscale e i requisiti necessari per i produttori cinematografici sia di film italiani che stranieri. La Torre e Committe- A destra: Mark Musselman, Executive Producer, Serendipity Point Films con Valeria Ligurgo, Production Supervisor per Fandango. Sotto, da sinistra: Niv Fichman, Chair of Rhombus Media; Pasquale Bova, Italian Trade Commissioner; Mario La Torre e Gian Marco Committeri, ANICA Consultant Dibattito sull’industria cinematografica «L’Italia ottima location dove filmare» Il workshop di ANICA e Ice sulle agevolazioni e gli incentivi a produzione e distribuzione ri hanno parlato delle opportunità e delle opzioni disponibili per i produttori stranieri, con, a seguire, uno sguardo sui numeri delle detrazioni per film stranieri. Il tavolo di lavoro è continuato con la discussione e la presentazione dei requisiti culturali e del test culturale per i film stranieri. In base a questa legge, tutte le tipologie di film devono superare un test culturale per rispettare i parametri europei per i sussidi statali. Il test è diviso in tre parti: contenuto, valore artistico e produzione. Il workshop si è occupato poi degli elementi finanziari e del calcolo della deduzioL’ANTEPRIMA ne. Gli argomenti hanno riguardato tutti i costi detraibili, il procedimento amministrativo per ottenere la detrazione e i risparmi effettivi sul bilancio per un film straniero. Sia La Torre che Committeri sono stati molti contenti di essere a Toronto per iniziare il dibattito sugli incentivi fiscali e le riprese in Italia. «Crediamo che il Festival Internazionale del Cinema di Toronto sia il miglior posto per iniziare questo processo. Questa città ci piace veramente moltissimo. C’è una grande presenza di Italiani qui e vediamo un interesse da parte dei produttori canadesi e una miglio- re comprensione di come funziona il mercato cinematografico in Italia», rivela La Torre a Tandem/ Corriere Canadese. Una delle parti più importanti del workshop è stata la discussione sulla co-produzione tra Italia e Canada, un punto che tutti nel tavolo di discussione supportano e promuovono. Il primo trattato di co-produzione tra i due Paesi è stato firmato nel 1970 e un nuovo accordo è stato siglato nel 1999. Dal 1970 al 2012 ci sono state sei co-produzioni tra Italia e Canada. Questo ha portato la discussione del workshop allo studio del caso de La versione di Barney, film che ha beneficiato della detrazione fiscale e co-produzione italo-canadese tra la canadese Serendipity Point Film e l’italiana Fandango. La versione di Barney, un film di grande successo basato sul noto romanzo di Mordecai Richler, parla della vita e dei ricordi di Barney Panosky, bevitore accanito, fumatore di sigari e sboccato fanatico di hockey. È stato diretto da Richard Lewis e ha visto la partecipazione di un cast stellare con Paul Giamatti, Rosamund Pike, Dustin Hoffman, Minnie Driver e Rachelle Lafevre. «La versione di Barney è stato un film cultu- Il regista di Scarface ha portato al TIFF Passion: «È un film sulle donne e per le donne» Thriller erotico-lesbo per Brian De Palma TORONTO - La storia è stata preannunciata da critiche contrastanti perché si parla di sesso, erotismo-lesbo e di donne cattive e manipolatrici protagoniste di un thriller remake del francese Crime d’amour. Stiamo parlando di Passion e la firma è quella del grande Brian De Palma (Carrie lo sguardo di Satana, Scarface, Vestito per uccidere) presentato al Toronto Film Festival dopo l’esordio a Venezia dove era stato addirittura tra i vncitori del Leone. «È un film sulle donne e per le donne, dove gli uomini sono l’oggetto del sesso», dice Brian De Palma. Protagoniste Rachel McAdams nel ruolo di Christine e Noomi Rapace (famosa per il suo ruolo dell’introversa e psicolabile Lisbeth Salander in The Girl with the Dragon Tattoo) in quello di Isabelle. «Non avevo dubbi su queste attrici», ha detto De Palma al TIFF dove sta anche cercando un distributore per il Nord America, «McAdams è una fantastica attrice che ho tenuto d’occhio per diversi anni e comunque questo di Christine sembra un ruolo fatto apposta per lei. La sua interpretazione di donna manipolatrice è veramente incredibile». Il film, da qualcuno paragonato anche a Basic Instict, racconta la lotta di potere in un’agenzia pubblicitaria tra Christine, spietata dirigente di una multinazionale pubblicitaria, e la sottoposta Isabelle. Tra di loro c’è amore Brian De Palma, sotto la canadese Rachel McAdams, a destra in una scena del film con Noomi Rapace lesbo e anche competizione etero quando quest’ultima si ritrova a letto con uno degli amanti, Dirk (Paul Anderson) della sua capa. A queste due donne si aggiunge l’assistente Dany (l’attrice tedesca Karoline Herfurt) segretamente innamorata di Isabelle. «Non è vero che le donne di questo film sono cattive. Certo, sono capaci di far paura, di essere manipolatrici, intriganti, attraenti. Insomma, come tutte le donne, coprono l’intera tavolozza dei sentimenti e ti possono pure far piangere», dice il regista. Remake americano del francese Crime d’amour di Alain Corneau (2010) con Kristin Scott Thomas e Ludivine Sagnier, il film è stato riproposto solo «perché - ha spiegato De Palma - era un’ottima idea e perché era sexy. Sull’uso di una prospettiva onirica in molte scene del film dice De Palma: «gran parte del film fa pensare che l’assassino sia Isabelle. Molte cose portano a credere che lei abbia la motivazione più forte, ma il fatto che poi lei spesso vive delle cose in sogno fa pensare, allo stesso tempo, che sia innocente». ralmente importante per entrambi i Paesi. È entrato in risonanza con gli Italiani in un modo in cui non ha fatto in altri Paesi perché Barney è un uomo che parla col cuore in mano, parla di pancia e si ficca in un sacco di guai. L’Europa del Sud ha di sicuro un carattere più vicino a questo tipo di personalità che i vostri vicini del Nord. È stato un romanzo di grande successo in Italia, penso, per l’identificazione degli Italiani con il personaggio principale», dice Musselman a riguardo del film e del suo successo. Lo studio di questo caso ha mostrato come è stata usata la detrazione fiscale per il film e il test culturale relativo al film. Il dibattito è stato condotto da Mark Musselman e Valeria Ligurgo, che hanno inoltre affrontato i pro e i contro per i produttori per l’accesso agli incentivi fiscali italiani, l’accesso alla liquidità e i risparmi reali sul bilancio. Il produttore canadese Mark Musselman è stato felice di partecipare alla conferenza, notando che era la prima volta che veniva coinvolto in una tavola rotonda in cui un Paese cerca seriamente di promuovere il proprio sistema fiscale nazionale. «Il progetto italiano è straordinario. L’Italia si è messa in competizione virtualmente con ogni altro Stato d’Europa e in particolare dell’Europa dell’Est, ognuno dei quali ha un proprio sistema di vantaggi fiscali per invitare un qualsiasi produttore del mondo a venire e cominciare a spendere soldi nel proprio Paese. Gli Italiani hanno fatto un ottimo lavoro nel mettere insieme un programma che dovrebbe attirare molte attività in Italia», ha detto Musselman. Musselman ha anche rivolto parole di apprezzamento per il lavoro fatto con gli Italiani in Italia su La versione di Barney. «Non capita spesso di sviluppare una relazione di fiducia tra quelli che sono essenzialmente dei partner commerciali. Queste particolari persone sono diventate amici in un modo che altri film, realizzati con un sistema simile, non hanno avuto e quindi è stato un piacere fin dal primo incontro». Musselman ha parlato anche delle varie deduzioni fiscali per girare in Italia, raccomandandolo ad ogni produttore canadese. «L’Italia è un grande posto da visitare e in cui produrre, è un posto divertente in cui stare, con un’energia differente dalla nostra e un approccio alla vita di sicuro diverso dal nostro. È semplicemente meraviglioso esserne parte e provarlo. Vorrei tornarci e produrre ancora», ha detto Musselman al Corriere Canadese. Il workshop è terminato con un momento di domande aperte e le note conclusive di Niv Fichman e del resto del tavolo di discussione. Uno messaggio finale, rivolto durante il workshop, è stato il successo della deduzione fiscale italiana e il suo sistema di incentivi. «Non vogliamo che la gente pensi che sia difficile girare in Italia e accedere agli incentivi fiscali. È una legge complessa, ma di chiaro successo. Dal 2009 abbiamo visto 22 film stranieri ripresi in Italia e tutti sono riusciti ad accedere alle detrazioni fiscali. La legge è un vero successo e funziona», ha detto Mario La Torre. Condividere questo messaggio durante il Tiff è stato il modo perfetto per cominciare a discutere e, si spera, a realizzare futuri progetti e co-produzioni italo-canadesi, qualcosa su cui l’Italian Trade Commissioner per il Canada Pasquale Bova non potrebbe che essere più d’accordo.