libretto Bologna - Associazione Arte e Cultura Schivenoglia

Transcript

libretto Bologna - Associazione Arte e Cultura Schivenoglia
Associazione “Arte e Cultura Schivenoglia”
con visita alla mostra
“La Ragazza con l’orecchino di perla”
BREVE STORIA DI BOLOGNA
La città di Bologna conserva le tracce
delle civiltà del passato e l'impronta
dello splendore medievale. Visitata
assiduamente dagli scrittori romantici,
celebre per l'arte e la culinaria, è
animata da una cultura cosmopolita
alimentata
dalla
presenza
dell'Università. Sotto molte antiche
case bolognesi, di struttura medievale
si possono ancora trovare le fondazioni
della città romana che risale al II secolo
a.C. In certe case si trovano tracce di
abitazioni che datano all'età del ferro.
Nel VI secolo a.C. Bologna fu una delle
più importanti città etrusche della Padania e fu nota come Felsina. Nel IV secolo fu occupata dai galli
Boi e nei secoli seguenti arrivarono i romani che mutarono il nome in Bononia.
Sotto i Romani Bologna fu una città fiorente, con ventimila abitanti, imponenti costruzioni ed un
vasto teatro. Mantenne il suo prestigio nei secoli imperiali, ma dell'impero seguì il declino ed il suo
perimetro si ridusse a poco a poco. Nel V secolo della nostra era, al tempo di San Petronio vescovo, la
città iniziò la sua rinascita sino a conoscere, nell'XI secolo, una nuova fase di prosperità.
Bologna raggiunse il suo massimo splendore nel XIII secolo, non solo a causa dell'università ma anche
perché le sue milizie cittadine sconfissero nel 1249 l'esercito dell'Imperatore e catturarono Re Enzo,
figlio di Federico II di Svevia, trattenendolo prigioniero nella città sino alla morte.
Fu un secolo di riforme sociali: nel 1256 Bologna fu la prima città europea ad abolire la servitù della
gleba. In quell'epoca fu ricostruita la cerchia delle mura e Bologna divenne uno dei dieci centri
europei più popolosi, con uno sviluppo urbano pari a quello di Parigi.
Dal XIV secolo assistiamo a una serie di guerre sfortunate e di lotte civili, e alla progressiva soggezione
della città al potere temporale dei papi. Così Bologna si avvia a perdere la sua piena sovranità.
Durante più di due secoli essa fu volta a volta sotto il dominio dei Visconti, signori di Milano, sotto
l'influenza del governo della Chiesa Romana, ebbe governi repubblicani, fu governata dalle più
importanti famiglie cittadine in lotta tra loro per ottenere la supremazia.
Queste lotte familiari produssero uno sviluppo dell'architettura, della struttura urbanistica, della vita
culturale. Ma dal XVI al XVIII secolo Bologna rimase inserita nello Stato della Chiesa, governata da un
lato da un Cardinal Legato del Papa e dall'altro dal Senato della città. In questo periodo Bologna
ospitò alcuni eventi di importanza storica, come l'incoronazione di Carlo V, l'incontro tra il papa Leone
X e il re Francesco I di Francia, lo svolgimento di varie sessioni del Concilio di Trento.
Con l'arrivo di Napoleone, Bologna diventa prima capitale della Repubblica Cispadana e poi il secondo
centro, dopo Milano, della repubblica Cisalpina. La città partecipò attivamente alle lotte del
Risorgimento e nel 1859, con l'annessione al Regno del Piemonte, entrò a far parte del nuovo stato
italiano. L'importanza economica di Bologna risale al XI secolo, quando diventò uno dei più importanti
centri economici europei, non solo a causa dell'università ma anche per lo sviluppo dell'industria
tessile (arte della lana). Dotata di un sistema di approvvigionamento di energia idraulica che era tra i
più avanzati del mondo, Bologna a partire dal XV secolo si specializzò nel setificio: i mulini da seta
"alla bolognese" rappresentarono la più alta espressione della tecnologia europea sino al XVIII secolo.
A partire dal XVII secolo la città divenne famosa anche per l'industria alimentare e la culinaria. Nel XIX
secolo divenne centro di servizi per un'area essenzialmente agricola. Le celebrazioni del 1888 furono
anche un tentativo per rilanciare l'economia della città in stretto rapporto con l'università. Benché
gravemente colpita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, Bologna è oggi un importante
e ricco centro industriale e commerciale. I suoi cinquecentomila abitanti vivono intorno al più
importante nodo ferroviario e autostradale del paese, dove il centro storico che, dopo Venezia, è il
più integro tra quelli di tutte le città d'Italia, è circondato da costruzioni moderne, sedi per fiere e
congressi, nuovi quartieri.
Visitare Bologna
Accogliente, affascinante, ricca di arte e cultura, vivace e a misura d’uomo: sono solo alcune delle
caratteristiche di Bologna, capoluogo dai mille volti dell’Emilia Romagna.
Pur conservando l’aspetto di un antico borgo del passato, Bologna è anche una delle città italiane più
moderne ed avanzate, diventata simbolo dell’integrazione culturale e della qualità dei servizi. Per
questi motivi è una delle mete preferite da turisti, studenti fuori sede e da tutti coloro che cercano
nuove opportunità professionali.
Piazza Maggiore
Definita la “Rossa” per il colore dei tetti del
centro storico, la “Dotta” perché è sede di una
delle Università più antiche e prestigiose del
mondo (Alma Mater Studiorum) e la “Grassa” per
la succulenza della sua gastronomia, la città si
sviluppa intorno all’antica Piazza Maggiore, sulla
quale si affacciano gli edifici più importanti.
Qui, accanto alla splendida Fontana del Nettuno di Giambologna da Douay
del XVI secolo, si possono ammirare la Basilica di San Petronio, il Palazzo
d’Accursio o Palazzo del Comune, il Palazzo del Podestà, il Palazzo Re Enzo e
il Palazzo de’ Banchi.
Basilica di San Petronio
Maestosa e suggestiva, la Basilica di San Petronio fu edificata tra il XIV e il XVII secolo su progetto
dell’architetto Antonio Di Vincenzo per volontà del Comune. Oggi, al suo interno custodisce dipinti di
artisti eccellenti come Giovanni da Modena, Jacopo di Paolo, Lorenzo Costa e Amico Aspertini.
Il portale d’ingresso è adornato con splendidi
bassorilievi realizzati da Jacopo della Quercia e,
sempre all’entrata, si può ammirare una meridiana
del 1655, opera del Cassini.
Uscendo da San Petronio, sul lato est, percorrendo
l’elegante portico di via dell’Archiginnasio animato
da negozi e boutique, si arriva a Piazza Galvani sulla
quale si affacciano il Palazzo dell’Archiginnasio, sede
dell’Università di Bologna dal 500 all’800, e l’abside
incompiuto di San Petronio. Qui, per una piacevole
sosta o per un aperitivo, si consiglia lo storico “Caffè
Zanarini”, uno dei locali più “in” di Bologna. Di sera
offre un grande buffet da degustare con un buon
bicchiere di vino mentre d’estate consente di intrattenersi all’aperto con diversi tavoli a disposizione.
A pochi passi, svoltando a sinistra sulla importante via Farini è d’obbligo una passeggiata nella
lussuosa Galleria Cavour per ammirare i negozi degli stilisti più importanti al mondo.
Palazzo d’Accursio o Palazzo del Comune
Ma, tornando a Piazza Maggiore, si fa
ben notare il Palazzo del Comune, detto
anche Palazzo d’Accursio dal cognome
della ricca famiglia bolognese che vi ha
soggiornato in passato. Si tratta in
realtà di un complesso di edifici che, nel
corso dei secoli, si sono aggiunti ad un
nucleo originario acquistato dal
Comune alla fine del 200.
Inizialmente, una parte fu destinata a
conservare le riserve cittadine di grano
mentre altre ospitarono alcuni uffici
comunali. Nel 1336, divenne “Residenza
degli Anziani”, la massima magistratura
di Governo del Comune e, da allora, è
sede del governo della città.
Nella prima metà del 400 fu ristrutturato con l’intervento dell’architetto Fioravante Fioravanti;
successivamente, nella Torre d’Accursio, furono installati un orologio e un carosello con automi in
legno (Madonna con Bambino e Corteo dei Magi), rimossi nel 1796 e conservati al secondo piano,
presso le Collezioni Comunali d’Arte.
Sulla facciata di Palazzo d’Accursio osserva l’intera piazza la “Madonna con Bambino”, una splendida
scultura in terracotta dorata e policroma opera di Niccolò dell’Arca del 1478. Da ammirare anche il
bel Portale di Galeazzo Alessi costruito a metà del 500 e su cui si erge la statua bronzea di Papa
Gregorio XIII, pontefice della famiglia bolognese dei Boncompagni, dello scultore Alessandro
Menganti.
Al primo piano del Palazzo ha sede una galleria, oggi adibita a Sala del Consiglio Comunale
caratterizzata da una volta affrescata, fra il 1675 e il 1677, da Angelo Michele Colonna e Gioacchino
Pizzoli con quadrature architettoniche e allegorie che alludono alla ricchezza, alla fama, alle arti e alla
cultura della città.
Altre importanti istituzioni culturali ospitate oggi nel Palazzo d’Accursio sono la Collezione comunale
d’arte antica (con dipinti e arredi dal Medioevo all’800) e il Museo Morandi, in cui sono conservate le
opere del grande maestro donate alla città di Bologna.
Palazzo del Podestà e Palazzo Re Enzo
Il lato nord di Piazza Maggiore è occupato dal complesso formato dal Palazzo del Podestà e da
Palazzo Re Enzo e, tra di essi, dal Palazzo del Capitano del Popolo, un altro simbolo storico dell’età
comunale.
Il Palazzo del Podestà, iniziato nel 1200, era sede del potere esecutivo in città ed al suo interno si
svolgevano le assemblee politiche, le cui decisioni venivano poi comunicate nella piazza antistante.
Dal 1484 Giovanni II Bentivoglio, Signore di Bologna, ordinò dei lavori di abbellimento con
l’inserimento di forme rinascimentali ma i lavori non furono portati a termine in quanto una rivolta
popolare cacciò dalla città lo stesso committente.
Palazzo Re Enzo, edificato nel 1245, è
così chiamato perché fino al 1272 fu la
prigione del figlio di Federico II di Svezia
che vi rimase rinchiuso fino alla morte.
Nelle sue sale è conservato l’Archivio
cittadino e il “Carroccio”, un grande
carro che durante le guerre serviva a
trasportare le insegne della città.
Tramite uno scalone, dove un tempo
venivano impiccati i condannati a morte,
si accede al Palazzo del Capitano del
Popolo, separato dal Palazzo del Podestà
dal Voltone del Podestà, un ampio
porticato sotto cui si incrociano due
strade perpendicolari.
Nel Voltone del Podestà si svolgeva il mercato e venivano sistemati i banchi dei notai; sotto i suoi
archi venivano eseguite condanne pubbliche per i bestemmiatori e venivano giustiziati i delinquenti,
per impiccagione. Più tardi il Voltone diventò anche un luogo religioso ospitando le statue in
terracotta dei quattro protettori di Bologna: San Petronio, San Francesco, San Domenico e San
Procolo, tutte scolpite da Alfonso Lombardi.
Sopra il voltone si erge la Torre dell’Arengo, costruita nel 1259 come elemento unificante dei tre
palazzi, la cui campana richiamava il popolo in caso di eventi straordinari.
Si segnala una simpatica curiosità per i turisti. Sotto il Voltone del Podestà, uno straordinario effetto
acustico consente ai visitatori di potersi parlare anche a bassa voce dai quattro angoli opposti del
voltone stesso.
Sala Borsa
In Piazza Nettuno, si suggerisce una visita alla Sala Borsa, la biblioteca multimediale di Bologna,
inaugurata nel 2001. Al suo interno, in vari punti, è stato realizzato un pavimento in cristallo che
consente di ammirare gli antichi scavi e le vestigia di civiltà del passato. Inoltre è stato predisposto un
percorso sotterraneo attraverso il quale si può riscoprire la “Bononia romana”, la fondazione muraria
dell’antica basilica, le tracce del basolato di età augustea e i resti della ricostruzione medievale.
Le Torri di Bologna
A Bologna, tra il XII ed il XIII secolo, furono innalzate numerose torri come simbolo di potere delle
famiglie più ricche e mezzo di difesa ed offesa tra le stesse, contrapposte tra loro durante il periodo
della lotta per le investiture filoimperiali e filo-papali. Altre torri più
basse (definite “case-torri”) avevano,
invece, una funzione abitativa ed
infatti erano dotate di più aperture, di
mura meno spesse e di una pianta
rettangolare.
Oltre a queste furono anche edificati i
“Serragli” o “Torresotti”, una serie di
18 porte sormontate da una torre,
innalzate in corrispondenza della
seconda cerchia di mura del XII secolo.
Oggi ne rimangono solo quattro, in
pieno centro storico.
Nel corso del XIII secolo, molte torri di Bologna furono abbattute o abbassate per ragioni di sicurezza;
altre crollarono. Successivamente alcune furono destinate a carceri, torri civiche, abitazioni o negozi.
Tra quelle “sopravvissute” se ne contano circa una ventina tra cui la Torre Azzoguidi, detta Altabella
(alta 61 metri), la Torre Prendiparte detta Coronata (59,50 metri), la Torre Scappi (39 metri), la Torre
Uguzzoni (32 metri), la Torre Guidozagni e le due più importanti, la Torre degli Asinelli e Torre
Garisenda.
Da piazza Maggiore, percorrendo via Rizzoli, ci si trova di fronte lo spettacolo delle due torri medievali
simbolo di Bologna: la Torre Garisenda (alta 48,16 metri) e la Torre degli Asinelli (alta 97,20 metri),
costruite con funzione sia militare che gentilizia.
Torre degli Asinelli e Torre Garisenda
La Torre degli Asinelli, costruita tra il 1109 e il 1119 dall’omonima
famiglia nobile di Bologna, è aperta al pubblico. Attraverso i suoi 500
antichissimi gradini, si arriva alla sommità dei suoi 97,20 metri da cui
si può godere di una splendida vista sull’intera città e sulla collina di
Bologna. Durante la salita si rimane affascinati dalla sua architettura
rimasta immutata e ricca di suggestive botole e scalette di legno
come in un antico castello.
La Torre Garisenda, della stessa epoca, fu costruita dalla famiglia
Garisendi, con un’altezza di circa 48 metri. Nel 1300, vista la sua
pericolosa inclinazione, si è dovuto procedere ad un abbattimento
parziale.
Piazza della Mercanzia
Ponendosi di fronte alle Due Torri e
voltando a destra, si apre la splendida
Piazza della Mercanzia, occupata
parzialmente dall’omonimo Palazzo, un
edificio gotico in laterizi costruito su
progetto di Antonio Di Vincenzo, tra il
1384 e il 1391, sul luogo dove aveva
sede la vecchia Dogana. Dal 1811 nel
Palazzo della Mercanzia ha sede la
Camera di Commercio di Bologna.
Ancora oggi è visibile la loggia per lo
scarico delle merci, la cui costruzione
iniziò nel 1384 sotto la direzione di Antonio di Vincenzo, affiancato da Lorenzo da
Bagnomarino. Un importante restauro dell’edificio risale al periodo tra 1887 e il 1889. Nel
1943, una bomba inesplosa fatta brillare dai tedeschi, fece crollare la parte sinistra, ricostruita
nel 1949.
Nel Palazzo della Mercanzia i pilastri e il terrazzino con baldacchino cuspidale furono opera di
Giovanni e del figlio Pietro di Giacomo, detti Dalle Masagne. Da ammirare gli archi ogivali,
l’atrio e la bellissima Sala Consiliare.
Complesso di Santo Stefano
A pochi passi da Piazza della Mercanzia si
giunge in uno degli angoli più suggestivi e
piacevoli di Bologna, corrispondente al
Complesso di Santo Stefano, anche conosciuto
come le Sette Chiese di Bologna. Di origine
romanica, il complesso è nato dall’unione dei
cortili e dei porticati di sette chiese e cappelle.
Da piazza della Mercanzia, in circa 20 minuti a
piedi si arriva ai Giardini Margherita, uno dei
parchi più grandi e rigogliosi di Bologna, che
prendono il nome della moglie del re d’Italia
Umberto I. Lungo il percorso meritano una
visita la splendida basilica duecentesca di San Domenico al centro dell’omonima piazza e l’attiguo
complesso conventuale.
Musei di Bologna
Il Museo Civico Archeologico, in via dell’Archiginnasio, contiene numerose testimonianze della storia
bolognese dalla preistoria all’età romana. Tra le varie sezioni si segnalano la collezione etrusca, greca,
romana, numismatica e la sezione egiziana che è una delle più grandi d’Europa.
In via Manzoni, ha sede il Museo Civico Medievale, che custodisce sculture del medioevo, vetri,
bronzi, armi, avori, e codici miniati.
Per approfondire la conoscenza della pittura emiliana dal 200 all’800 è possibile visitare la Pinacoteca
nazionale di Bologna, in via delle Belle Arti, con dipinti di Giotto, Raffaello, Tiziano, Tintoretto,
Carracci e Guido Reni. Per gli appassionati dell’arte contemporanea, invece, la Galleria d’Arte
Moderna espone molte opere di questo genere ed organizza spesso esposizioni temporanee di artisti
contemporanei.
Le vie dello shopping di Bologna
Bologna è una città moderna e vivace, sempre pronta a recepire tutte le nuove tendenze della società
contemporanea, anche nel campo della moda.
L’intero centro storico offre strade ricche di negozi di ogni genere, in grado di soddisfare le esigenze
di qualsiasi cliente ma, tra le strade più “alla moda” in questo campo, si segnalano via Farini con la
lussuosa Galleria Cavour in , via Ugo Bassi, via Indipendenza o via San Felice.
Curiosità
Bologna è famosa per i suoi portici: Questa soluzione urbana ha nei secoli riscosso molto successo
presso il capoluogo emiliano che conta portici per ben 38 kilometri di lunghezza!
Bologna la dotta.
Lo Studium venne fondato nel 1088 ed è considerato la più antica università del mondo, frequentata
da Copernico, Thomas Becket, Paracelso, Albrecht Duerer, Erasmo da Rotterdam, Dante e Petrarca.
L'Alma Mater Studiorum, come è chiamata l'istituzione, si costituì attorno le importanti figure di
giuristi noti come glossatori della scuola di Bologna, che attraverso lo studio del Corpus Iuris Civilis di
Giustiniano diedero un forte impulso modernizzatore allo stato e a quella branca del sapere che oggi,
con termine moderno, chiameremmo filosofia politica.
La statua del Nettuno, visto da Sala Borsa, pare avere un fallo in erezione.
Esiste addirittura un segno sulla pavimentazione della piazza che indica la posizione giusta per
ammirare il “gioco”: un quadrato bianco vicino all’ingresso della Sala Borsa.
Si dice che Giambologna abbia creato questo “giochetto” perché il cardinale che aveva
commissionato la fontana aveva richiesto all’artista una “riduzione” per il gigante Nettuno. L’artista
effettuò la riduzione accondiscendente ma non rinunciò a questo piccolo “scherzetto”.
Le tre frecce infilzate sul soffitto di Strada Maggiore .
Sulle travi di legno del porticato di Strada Maggiore, all’ingresso di Corte Isolani, vi sono tre frecce
conficcate sul soffitto.
La leggenda vuole che tre briganti stavano per scagliare le loro frecce contro un signorotto bolognese,
ma a un certo punto furono distratti da una fanciulla che si affacciò nuda da una finestra del porticato.
Fu così che il signore si salvò perché le frecce finirono conficcate sul soffitto.
In realtà le tre frecce rappresentano i tre poteri cittadini: la Chiesa, il partito, il senato massonico.
La volta a crociera in Piazza Maggiore trasmette i suoni da un capo all’altro.
La leggenda vuole che la volta a crociera di Palazzo del Podestà, che si trova sotto la torre dell’Arengo,
trasmetta suoni da un angolo all’altro, per fare in modo che in epoca medievale anche i lebbrosi
potessero confessarsi.
La ragazza con l'orecchino di perla
Per la prima volta in Italia e in esclusiva europea il capolavoro indiscusso di
Johannes Vermeer.
Bologna, Palazzo Fava
8 febbraio - 25 maggio 2014
La ragazza con l’orecchino di perla, con la Gioconda di Leonardo e
L’urlo di Munch, è unanimemente riconosciuta come una delle tre
opere d’arte più note, amate e riprodotte al mondo.
Per un pugno di settimane, ed esattamente dall’8 febbraio al 25
maggio 2014, il capolavoro di Vermeer sarà in Italia, a Bologna,
accolta con tutti gli onori del caso a Palazzo Fava.
Sarà la star indiscussa di una raffinatissima mostra sulla Golden Age della pittura olandese,
curata da Marco Goldin e tra gli altri da Emilie Gordenker, direttrice del Mauritshuis Museum
de L’Aja dove il capolavoro di Vermeer è conservato. L’occasione storica di ammirare in Italia e
gli altri celeberrimi dipinti olandesi nasce dalla collaborazione tra Fondazione Carisbo, e per
essa il suo presidente professor Fabio Roversi-Monaco, e Marco Goldin, storico dell’arte e
amministratore unico di Linea d’ombra.
La ragazza con l’orecchino di perla evoca bellezza e mistero e il suo volto da cinque secoli
continua a stregare coloro che hanno l’emozione di poterlo ammirare dal vero o scoprirlo
attraverso i romanzi e il film di cui la bellissima ragazza dal copricapo color del cielo è
diventata, forse suo malgrado, protagonista.
Il suo arrivo in Italia è il frutto straordinario di una trattativa durata un paio di anni, a partire
dal momento in cui il Mauritshuis – scrigno di opere somme da Vermeer fino a Rembrandt – è
stato chiuso per importanti lavori di restauro e ampliamento, che ne vedranno la riapertura al
principio dell’estate 2014.
Nel frattempo, una parte delle collezioni del Museo è stato riallestita presso il
Gemeentemuseum, sempre a L’Aja, mentre un nucleo, forse il più strepitoso, è stato concesso
ad alcune sedi internazionali in Giappone (a Tokyo e Kobe) e negli Stati Uniti: il Fine Arts
Museum di San Francisco, l’High Museum of Art di Atlanta e la Frick Collection di New York,
ovvero a istituzioni di assoluto prestigio mondiale.
Come unica sede europea, e ultima prima del definitivo ritorno de La ragazza con l’orecchino
di perla al suo Museo rinnovato, la scelta è caduta su Bologna e su Palazzo Fava.
“Sarà l’unica occasione per ammirarla in Europa al di fuori della sua sede storica da dove,
conclusa la mostra bolognese, probabilmente non uscirà mai più, essendo l’opera simbolo del
museo riaperto”, afferma il Presidente di Genus Bononiae, Professor Fabio Roversi-Monaco.
“Annunciamo con tanto anticipo questo evento proprio per la sua eccezionalità, e perché tutti
coloro che giungeranno a Bologna per la visita possano prepararsi per tempo. Ciò che accadrà
tra poco meno di un anno resterà una cosa senza eguali e non più ripetibile – afferma Marco
Goldin. Non serve che dica con quanto orgoglio Linea d’ombra sta lavorando su questo
progetto, ringraziando sia il Mauritshuis per la fiducia nei nostri confronti sia la Fondazione
Carisbo per tutto l’appoggio e la collaborazione. E quanto sentiamo la responsabilità di portare
in Italia un tale capolavoro”.
Capolavoro che non sarà solo. A Bologna sarà infatti accompagnato da una quarantina di altre
opere dello stesso Museo, sempre di qualità eccelsa, scelte appositamente per la sede
bolognese e quindi in parte diverse da quelle già esposte in Giappone e ora negli States.
La ragazza con l’orecchino di perla non sarà l’unico capolavoro di Vermeer in mostra. Ad
affiancarla ci sarà Diana e le sue ninfe, grande olio del Maestro. E ancora, ben 4 Rembrandt e
poi Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael, Steen,
ovvero tutti i massimi protagonisti della Golden Age dell’arte olandese.
Accanto a questa mostra, la Fondazione Carisbo e Genus Bononiae proporranno anche
Attorno a Vermeer, omaggio tributato da una quindicina di grandi artisti italiani
contemporanei, da Guccione a Sarnari, da Olivieri a Verna, scelti da Marco Goldin per il senso
della loro adesione all’intima idea specialmente del medium luminoso vermeeriano, senza
distinzione tra figurativo e astratto.
Johannes Vermeer, Diana e le sue ninfe
Telefoni di riferimento
Silvio Gavioli: 3491350016 – Katia Stolfinati: 3496635704
Associazione “Arte e Cultura Schivenoglia” – Maggio 2014