«il mio istinto sempre più libero»

Transcript

«il mio istinto sempre più libero»
Kristina Ti,
© Riccardo La Valle
«il mio istinto
sempre più libero»
L
e cose stanno effettivamente un po'
così: c'è differenza tra farsele raccontare
al telefono e farsele raccontare sul
posto, di persona. Con Cristina, poi,
che le cose se le fa proprio, la differenza
diventa abissale. Allora, quando sei con
lei nella sua sede, capita di cominciare a chiacchierare
in una stanza gigantesca piena di mille cose – che
dopo, in realtà, capisci essere tutti potenziali spunti –
e scopri poi che è il suo ufficio; capita di continuare a
chiacchierare lì di fianco a lei, che sta ancora disegnando. Sì, disegnando! Vestiti, bozzetti e particolari,
come nei film, in pratica... «Tengo tutte le cose che mi
ETEREA, FORTE E DELICATA. SCOPRIAMO, ATTRAVERSO LE PAROLE DI CRISTINA TARDITO,
UN UNIVERSO TOTALMENTE MADE IN PIEDMONT, FRUTTO DI UNA LUNGA TRADIZIONE FAMILIARE
CHE, NEGLI ULTIMI ANNI, HA CAMBIATO LOOK MANTENENDO INTATTO IL SUO DNA.
NELLE PROSSIME PAGINE, UN'INTERVISTA A 360 GRADI NEL MONDO DELLA STILISTA TORINESE
di ANDREA CENNI e VALENTINA STIFFI
foto ARCHIVIO KRISTINA TI
piacciono, anche le più piccole, spesso sento che
possono essere un'occasione di ispirazione nuova».
Poi continui a chiacchierare, passeggiando verso la
macchinetta del caffè, e ti accorgi che i suoi disegni
di prima, o magari non erano proprio quelli, sono in
realtà già diventati dei cartamodelli; qualche metro
più in là ci sono delle signore vicine alle macchine da
cucire, alzano gli occhi, ti salutano cortesi e si rimettono
per davvero a cucire. «La sensazione di avere i
Franco Tardito
processi produttivi, in qualche maniera, a portata di
mano, mi dà la certezza di poter pensare, realizzare e
controllare con rapidità e precisione; mi sento un po'
direttore creativo e un po' amministratore unico...
come in effetti è».
Quindi, i vestiti non nascono sotto le riviste, ma
sulle riviste ci finiscono dopo: dopo che qualcuno li
ha sognati, disegnati magari di notte, cuciti e
confezionati.
Da Cristina questa cosa diventa evidente, forse perché,
in questa sede, suo padre ci ha lavorato una vita,
forse perché ha sempre respirato quest'aria, forse
perché il 'genius loci' lega indissolubilmente persone
e luoghi...
Le sue creazioni sono molto particolari, un mix
di femminilità e carattere, con dettagli rock ed
eterei: diciamo che ama i contrasti. Cosa le
rende così singolari?
«A mio parere, proprio il fatto che tutte le cose che
avete elencato coabitino nella stessa collezione e, a
volte, nello stesso capo».
Per l'autunno-inverno 2016-'17, la donna Kristina
Ti è decisamente femminile, con molti richiami
rétro. Per l'estate 2017, invece, sarà più eterea.
In che maniera la moda, soprattutto in questi
ultimi anni, si è adeguata alle esigenze di una
donna con ruoli sempre più multitasking?
«Indubbiamente, negli ultimi 50 anni la donna ha assunto
sempre più ruoli all'interno della società, e ciò ha determinato che a bellezza ed eleganza si dovesse associare
una maggiore funzionalità. Attenzione, ho detto associare,
mai abdicare alla bellezza».
Quanto pensa che la moda influenzi la società
odierna?
«Penso che moda e società si condizionino a vicenda,
come è giusto che sia».
«Credo che questo nuovo store riassuma chiaramente la mia evoluzione di questi ultimi anni.
Lo stile e la cura dei dettagli sono rimasti gli
stessi, sono sempre io, e il mio dna non cambierà
mai. Ma il forte stimolo a sperimentare che ho
avuto in questa fase della mia vita mi ha portata
“
Indubbiamente,
negli ultimi 50 anni
la donna ha assunto
sempre più ruoli
all'interno della
società, e ciò ha
determinato che a
bellezza ed eleganza
si dovesse associare
una maggiore
funzionalità
”
Con Serena Autieri, Eliana Miglio
e Levante all’inaugurazione
del negozio di Roma
27
L’occhiale ‘Luna’
della collezione Kristina Ti e Vanni
a osare di più nelle collezioni e, quindi, anche in
questa che è la loro casa». Con queste parole
ha commentato l'apertura della nuova boutique
di Roma. Come sta crescendo Kristina Ti?
«Anni fa mi capitava di chiedermi se un capo fosse o
meno Kristina Ti. Col tempo mi sono resa conto che,
come ho detto parlando del negozio di Roma, il mio
dna non cambia, quindi il rischio di snaturarmi non
esiste. Per questo seguo il mio istinto in maniera
sempre più libera, consapevole del fatto che ogni
nuova contaminazione testimonia la mia evoluzione
ed è sinonimo di crescita».
Ha collaborato con molti dei brand più famosi a
livello internazionale. Cosa le hanno lasciato
tutte queste collaborazioni sul piano lavorativo
e personale?
«Le collaborazioni fanno parte delle esperienze importanti della mia vita, dove io do tutta me stessa e,
immancabilmente, ricevo molto. Ciò è sempre accaduto in occasione di consulenze sia con maison di
grande prestigio che si rivolgono a un pubblico d’élite,
sia con aziende della grande distribuzione, come ad
esempio American Eagle e Oviesse».
Da direttore creativo ad amministratore unico.
Come si trova in questo ruolo?
«Penso sia un salto enorme e in parte anche nel
e sviluppata da me e dai miei più stretti collaboratori.
I prototipi vengono realizzati interamente in azienda,
mentre la produzione è affidata a una serie di medie
e piccole imprese, talvolta anche a piccolissimi laboratori, che da anni collaborano con noi per garantire
la massima qualità dei nostri prodotti».
Cura per i dettagli e ricerca degli stili e dei materiali. Com'è composto il suo team e come sceglie
i collaboratori con cui realizza gli abiti?
«Nessuno, nemmeno il manager più illuminato o il
creativo più geniale, fa azienda da solo. La scelta e la
gestione dei collaboratori è una delle attività più importanti e delicate all'interno di un'impresa. Per quanto
mi riguarda, scelgo un po' in base ai curricula e molto
in base al mio istinto, ma la decisione definitiva può
avvenire solo dopo aver visto all'opera i nuovi collaboratori, a cui amo delegare, fin da subito, scelte e
responsabilità».
Con #youinkti ha trasformato le sue clienti in
blogger. Da dove nasce quest'idea?
«Dal fatto che sono sempre più convinta che la moda
debba riconquistarsi il rapporto con la gente comune
e, quindi, con il mercato. Passerelle e mondanità
sono (per ora) strumenti indispensabili per far conoscere
le collezioni, ma è necessario mantenere e incrementare
urgentemente il legame con i consumatori».
buio. Ma penso anche che, se la vita ti offre occasioni
di questo genere, non devi e non puoi tirarti indietro,
è una sorta di richiamo che devi seguire. Il resto lo
fanno il tuo background, la passione e la determinazione. Oltretutto, si tratta di gestire a 360 gradi un
business di cui prima mi occupavo soltanto in parte,
mentre il resto lo vedevo fare da altri non condividendone sempre le scelte. Oggi passo continuamente
dalla creatività ai numeri e alle decisioni strategiche,
e credo che questo mi aiuti a scoprire in profondità il
mondo della moda e la mia azienda completandomi
professionalmente».
Suo padre è stata una figura molto importante
anche per il suo percorso lavorativo. Cosa le ha
insegnato?
«Mi ha insegnato molto, ovviamente. A partire dal fatto
che avevo dentro casa tutti gli ingredienti per la mia realizzazione professionale. Il nostro rapporto non è stato
certamente sempre rose e fiori, e quindi un altro insegnamento, indiretto, è stato quello di non mollare mai
quando si è profondamente convinti di qualcosa».
I capi Kristina Ti sono prodotti in Piemonte.
Come nascono?
«Con un certo orgoglio dico, ogni volta che mi viene
chiesto, che le mie collezioni sono completamente
made in Piemonte. La parte creativa viene disegnata
“
Oggi passo
continuamente dalla
creatività ai numeri e
alle decisioni
strategiche, e credo
che questo mi aiuti a
scoprire in profondità
il mondo della moda
e la mia azienda
completandomi
professionalmente
”
Collezione primavera-estate 2017
Collezione primavera-estate 2017
28
29
I flagship store Kristina Ti
Torino
Milano
Forte dei Marmi
Porto Cervo
Roma
www.kristinati.it
“
Nessuno, nemmeno
il manager
più illuminato o
il creativo più geniale,
fa azienda da solo.
La scelta e la gestione
dei collaboratori è una
delle attività più
importanti e delicate
all'interno
di un'impresa
”
Progetti futuri?
«Un negozio monomarca all'anno (in città diverse,
ovviamente), una maggiore penetrazione nel mercato
nazionale e un cambio di marcia nei confronti dei
mercati esteri. Ma, soprattutto, continuare a divertirmi
e a lavorare con questo entusiasmo».
Stilista preferito?
«Karl Lagerfeld per Chanel».
I cinque capi top che ogni donna deve avere
nell'armadio.
«Credo fermamente e amo affermare che la bellezza
della donna è nel suo cervello. Se ne è dotata e lo usa
Lo store di Roma
a dovere, avrà i suoi personali cinque capi immancabili.
E saprà abbinarli benissimo. Diversamente, non ne
basteranno mille per ottenere un look decente».
Torino e la moda, un rapporto non sempre
facile....
«In effetti, nel secolo scorso Torino è diventata la
capitale industriale del nostro paese, mentre Milano,
che era già la capitale finanziaria, si è accreditata
anche come città della moda. Non dimentichiamo,
però, che nei secoli scorsi la nostra città ha avuto
una lunga tradizione di sobria eleganza, che in fondo
non ha mai perso. Sono quindi molto orgogliosa di
portarla avanti».
Quanto ritroviamo di Torino nei suoi capi?
«I miei capi sono il risultato dei miei viaggi e delle mie
esperienze, filtrati dalla mia torinesità. Quindi, quanto
ritroviamo? Molto».
Dopo tanto girovagare ha deciso di tornare in
città, come mai? Cosa rappresenta per lei Torino?
«Torino per me è il porto sicuro dopo un viaggio
avventuroso. Ho bisogno di entrambi. Nel viaggio
c'è tutto il mio desiderio di conoscere, di sperimentare,
di confrontarmi. A Torino c'è la stabilità necessaria
per concentrarmi e mettere a frutto ciò che ho
imparato nel viaggio». wwI
La felpa realizzata per Oxfam