Le malattie della prostata
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Le malattie della prostata
UROLOGIA A cura di Ulrico Jacobellis * Le malattie della prostata Il Policlinico di Bari centro di eccellenza per lo screening dell'apparato genitale maschile Che cosa è la prostata La prostata è un organo ghiandolare a forma di castagna che inizia il suo sviluppo alla pubertà e cresce fisiologicamente fino all’età di 20 anni. Ha un peso variabile da 15 a 20 grammi. Produce un secreto filante, a composizione complessa, detto liquido prostatico, che si mescola con il liquido seminale durante l’eiaculazione ed è indispensabile per garantire la vitalità degli spermatozoi. La prostata è localizzata al di sotto della vescica e circonda, a manicotto, il primo tratto dell’uretra, che è quel condotto che collega la vescica all’esterno. Trovandosi pertanto all’incrocio delle vie urinarie e delle vie seminali, ogni lesione che la colpisce si ripercuoterà in maniera variabile sia sull’apparato urinario che sull’apparato genitale maschile (v.figura). La prostata, come ogni altro organo, può andare incontro a patologie infiammatorie (prostatite), ad aumento del suo volume (ipertrofia prostatica benigna), oppure a degenerazione neoplastica (cancro della prostata). Le diagnosi delle malattie prostatiche I procedimenti diagnostici per le malattie prostatiche sono fondamentalmente, all'inizio, gli stessi, indipendentemente dal tipo di patologia. Naturalmente ogni patologia richiede in seguito percorsi differenziati. L'anamnesi e la storia clinica del paziente sono importanti per la conoscenza dei disturbi soggettivi riferiti all'apparato urinario basso. L'esplorazione digito-rettale permette di avere un riscontro dell'organo con informazioni sul suo volume, consistenza, limiti, etc. È un esame obbligatorio, anche perché la prostata è uno dei pochissimi organi del corpo umano esplorabile direttamente. Il PSA (Antigene Prostatico Specifico) è il Marker principale e di grandissima utilità nell'orientamento delle varie patologie. Le due frazioni, libero e totale variano a seconda delle pugliasalute lesioni prostatiche ed il rapporto, "Ratio", fra le due componenti è talvolta dirimente nei casi dubbi. I valori normali vanno da 0 a 4 mg/ml. Valori da 4 a 10 sono molto sospetti di patologia neoplastica. Valori superiori a 10 vanno valutati con Biopsia prostatica anche in assenza di lesione neoformativa documentata con l'ecografia. Va sottolineato che anche una Ipertrofia Prostatica Benigna o una Prostatite possono dare valori molto alti del PSA, per cui solo indagini mirate permettono di fare una diagnosi sicura. L'ecografia prostatica trans-rettale è di fondamentale importanza in quanto con la sonda introdotta nel retto, a contatto diretto con l'organo, si assumono informazioni esatte sui diametri e quindi sul volume dell'organo in toto o nelle due componenti, prostata ed adenoma; ci permette di valutare la parte centrale, quella transizionale e periferica con le caratteristiche riferibili alla omogeneità o meno dell'organo e delle sue parti; fa rilevare la ecogenicità dei vari tessuti, differenziando quelli neoformati; evidenzia la presenza di eventuali noduli con le loro dimensioni, eventuali calcificazioni o i segni dell'infiammazione. Prostatite La Prostatite è un’infezione acuta o cronica della ghiandola prostatica. Si riscontra soprattutto nei soggetti relativamente giovani ma può presentarsi a qualsiasi età. Si manifesta con sintomi di tipo urinario, con minzioni frequenti diurne e notturne, stimolo impellente a svuotare la vescica, bruciore durante la minzione, e con sintomi che interessano la sfera genitale come dolore al perineo o alla punta del glande, presenza di sangue nello sperma e, talvolta, dolore durante il rapporto sessuale o durante l’eiaculazione. Talvolta è presente una secrezione uretrale con caratteristiche diverse. Si cura prevalentemente con terapia medica e, pur essendo una malattia benigna, ha spesso un decorso subacuto o cronico che richiede periodici controlli urologici e cicli di terapia. Ipertrofia prostatica benigna E' una malattia benigna caratterizzata da una - trentadue - marzo 2004 L'ultima indagine strumentale: il Trim Probe Senza trionfalismi possiamo dire che questo strumento rappresenta veramente un grandissimo traguardo nella strumentazione diagnostica. È una sonda, o scanner, che viene riposta a livello del perineo, tratto compreso tra scroto ed ano, che corrisponde alla regione prostatica. Il paziente è normalmente vestito, in piedi, a gambe divaricate, a circa 2 metri dal ricevitore. La sonda emette onde elettromagnetiche a potenza molto bassa, pertanto assolutamente non dannose. Queste onde incontrano il tessuto prostatico, interagiscono con il materiale biologico di cui è costituito l'organo e sono in grado di leggere le differenti alterazioni cellulari in relazione alle varie patologie. Un ricevitore valuta ed analizza in tempo reale le onde che vengono assorbite o non assorbite dall'organo e li visualizza sul computer, a cui è connesso, mediante 3 onde Spettrali, che permettono all'esaminatore di fare diagnosi e di scoprire la malattia allo stadio iniziale. Una banda spettrale rileva condizioni compatibili con il tumore. Un'altra banda spettrale rivela strutture soffici o parenchimali come si ha nella Ipertrofia Prostatica Benigna. La terza banda rivela alterazioni del sistema linfatico e vascolare come nella infiammazione. In questo modo, con un esame che dura circa 10 minuti, senza alcun fastidio per il paziente e senza alcuna manovra invasiva, è possibile dividere pazienti a rischio da quelli non a rischio per tumore, così da inserirli in un percorso più specifico per una diagnosi più facile, più veloce e definitiva. proliferazione del tessuto prostatico, in particolare della zona periuretrale, che è la parte più centrale della ghiandola prostatica. La IPB è età dipendente: inizia a svilupparsi istologicamente dopo i 40 anni e si manifesta prevalentemente dopo i 50 anni. Intorno ai 60 anni incide in oltre il 50% degli uomini, mentre intorno ad 85 anni incide nel 90% della popolazione maschile. L'ingrandimento dell'organo determina l'ostruzione anatomica dell'uretra manifestandosi con sintomi che sono di tipo irritativo, di tipo ostruttivo o di tipo misto. Essi sono rappresentati da pollachiuria (minzioni diurne frequenti), nicturia (minzioni notturne frequenti), impellenza, mitto stentato all'inizio o intermittenza e riduzione della forza del mitto, sensazione di svuotamento incompleto della vescica fino al blocco totale ed alla ritenzione completa d'urina. Molto spesso si associa il bruciore minzionale e talvolta può presentarsi l'ematuria ( presenza di sangue nelle pugliasalute urine) da congestione dell'organo. Anche se questi sintomi sono legati all'ingrandimento della prostata, la correlazione tra intensità della sintomatologia e grado di aumento di volume non è sempre proporzionale. La storia naturale della IPB è variabile e lentamente progressiva. Alcuni pazienti sopportano i sintomi lievi o moderati per un lungo periodo senza nessun trattamento. Tuttavia i disturbi causati dai sintomi del tratto urinario basso influenzano la qualità della vita perché interferiscono sull'attività quotidiana del paziente. L'impatto economico della progressione della IPB con perdita della produttività può essere notevole. E' stato valutato che un uomo con frequenza urinaria oraria può perdere un'ora al giorno o il 15% del suo tempo lavorativo. I fastidi procurati dalla malattia possono influire sul benessere psicologico. La nicturia, sebbene sia un sintomo benigno, è associato ad aumento della morbilità nei soggetti ansiosi a causa di fratture causate da cadute accidentali notturne. Anche la partner può soffrire una notevole alterazione della propria qualità di vita e della normale vita familiare con preoccupazioni, stanchezza e inconvenienti sociali. La media mensile della frequenza dell'attività sessuale si riduce con gli anni: da circa 7 volte al mese negli uomini da 50 a 60 anni a circa 3 volte al mese negli uomini da 70 a 80 anni. In ogni categoria d'età, però, la frequenza dell'attività sessuale è in strettissimo rapporto con la severità dei sintomi da ostruzione. Così come la difficoltà di erezione è fortemente collegata al grado di sintomi del tratto urinario basso indipendentemente dalla presenza o assenza di malattie concomitanti come il Diabete, l'Ipertensione, Malattie cardiache, Iperlipidemia. Anche le disfunzioni dell'eiaculazione insieme al dolore ed al fastidio aumentano con l'età e l'intensità dei sintomi da ostruzione. In conclusione si può dire che il desiderio sessuale e la soddisfazione al coito si riducono significativamente non solo con l'aumento dell'età ma con l'incremento dei disturbi da ostruzione. I meccanismi potenzialmente responsabili non sono ben comprensibili. È probabile che l'incremento dell'attività della noradrenalina, associato con l'ostruzione a livello del collo vescicale e dell'uretra, possa interferire con i normali processi di erezione e di eiaculazione. Così come fattori anatomici, come l'ingrandimento della prostata, potrebbero avere effetto, in alcuni casi, sulla innervazione ed irrorazione locale. Vanno comunque considerati anche fattori psicologici, come lo stress e l'ansia, che possono accompagnare alcuni soggetti con sintomi urinari severi. La presenza o assenza di problemi sessuali devono essere valutati nella scelta del trattamento appropriato nelle malattia. Sui sintomi irritativi si può intervenire con terapia dietetica e farmacologica. Sui sintomi ostruttivi si può intervenire con terapia farmacologica o chirurgica a seconda del grado. Le gravi complicanze dell' IPB come l'infezione, la ritenzione urinaria e le sequele a carico delle vie urinarie superiori possono costituire delle vere emergenze. Soltanto un intervento precoce di tipo dietetico, medico o chirurgico può evitare quella progressiva alterazione della qualità della vita a cui il paziente spesso si adatta supinamente, anche per una certa ritrosia a consultare l'Urologo o per il timore di terapie chirurgiche o invasive. - trentatre - marzo 2004 La terapia dell'IPB dipende dallo stadio della malattia. Negli stadi iniziali è sufficiente la terapia medica che si basa essenzialmente su norme dietetiche e su due tipi di farmaci: gli alfa-bloccanti e gli inibitori della 5 reduttasi. I primi facilitano il passaggio dell'urina dalla vescica all'uretra, allargando il collo vescicale e migliorando il flusso urinario. Gli altri farmaci aiutano a migliorare i sintomi e riducono le dimensioni della prostata ipertrofica. La terapia chirurgica si basa sulla rimozione dell'adenoma prostatico, cioè di quella parte periuretrale e centrale della prostata che è aumentata di volume e che ostruisce il passaggio delle urine a livello del collo vescicale e dell'uretra prossimale così detta prostatica. L'intervento può essere eseguito per via endoscopica (TURP o Resezione trans-uretrale) mediante uno strumento riposto nell'uretra che taglia "a fette" l'adenoma fino alla sua completa rimozione. O per via chirurgica, "a cielo aperto" mediante una incisione cutanea, trans-vescicale o retropubica, in cui si asporta l'adenoma tutto intero. Entrambi gli interventi hanno le loro specifiche indicazioni, dipendenti dal volume dell'adenoma, dal suo sviluppo prevalente endovescicale o periuretrale, dalla presenza o assenza di patologie associate (diverticoli vescicali, etc.) da indicazioni o controindicazioni di carattere generale (anchilosi delle anche, etc.). Altri interventi proposti in sostituzione della TURP (Tuip, Tulip, Stent, Laserterapia, etc.,etc.) non hanno conseguito il successo previsto e sono stati accantonati. Il cancro della prostata Il carcinoma della prostata è il tumore maligno più frequente nell’uomo al di sopra dei 70 anni. L’incidenza della malattia, infatti, aumenta progressivamente con l’età, ed i dati rilevati dalle autopsie inducono a pensare che 1 uomo su 4, dopo i 50 anni, è portatore di un focolaio latente di cancro prostatico. In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 19.000 nuovi casi di cancro della prostata. La mortalità è di poco inferiore a 10 casi su 100.000 abitanti, con circa 4.000 decessi all’anno. Nel nostro Paese il carcinoma della prostata rappresenta la 4^ causa di morte nell’ambito della mortalità globale da neoplasie. Negli individui fra i 55 ed i 75 anni diventa la 3^ causa di morte e negli individui sopra i 75 anni passa al 1^ posto come causa di morte. Se si considera che la popolazione di soggetti di età superiore a 65 anni è raddoppiata dal 1931 al 1981 si comprende facilmente come sia fortemente aumentata l’incidenza di tale malattia. La causa di questa malattia è sconosciuta, anche se alcuni fattori esogeni alimentari, ambientali, etc., come altri fattori endogeni, ormonali, genetici etc., esercitano sicuramente un certo ruolo ed influenzano il suo sviluppo. Anche se il carcinoma prostatico ha una origine multicentrica, la zona periferica della prostata è quella in cui più facilmente si sviluppa la malattia. Questa zona della ghiandola si sviluppa nel periodo della pubertà per stimolazione del testosterone ed è sede di recettori androgenici. Questa premessa ci permette di comprendere come pugliasalute questa malattia sia sensibile alla terapia ormonale mediante deprivazione androgenica. La storia naturale del cancro della prostata è difficilmente prevedibile. Alcuni tumori restano silenti anche per molti anni, mentre altri hanno una progressione molto rapida. Fattori importanti sono l’età del paziente, il grado istologico, lo stadio della malattia. Per stadio si intende l’estensione del tumore, se confinato alla prostata; o localmente invasivo con interessamento della capsula prostatica; o delle vescichette seminali; o degli organi vicini; o con coinvolgimento dei linfonodi regionali; o con metastasi scheletriche o viscerali. Il quadro clinico è variabile. Talvolta asintomatico, viene scoperto incidentalmente. Altre volte con sintomatologia urologica di tipo ostruttivo sovrapponibile a quella della ipertrofia prostatica benigna con i suoi disturbi disurici o le sue complicanze. Alcune volte si presenta con metastasi ormai conclamate già al suo esordio. E’ proprio questo quadro insidioso che deve spingere i soggetti di età superiore ai 50 anni o ai 45 anni in caso di familiarità della malattia, a farsi controllare periodicamente la prostata. La diagnosi precoce è sinonimo spesso di terapia radicale e curativa. E per diagnosi precoce si intende la malattia ancora localizzata all’organo. La diagnosi si basa sull’esplorazione digito-rettale che è la manovra di screening più sensibile che ha una sensibilità dell’80% ed una specificità del 50%. Sull'ecografia prostatica trans-rettale che ha una sensibilità del 96% ed una specificità dell’80%. Sul PSA che ha una sensibilità dell’84% ed una specificità del 65%. Sul TRIM PROBE che ha una sensibilità del 93%, una specificità dell'82% ed una accuratezza dell'84%. Come si vede questi esami, insieme, permettono di arrivare ad una diagnosi corretta nel 90% e più dei casi. La Biopsia Prostatica, permette di ottenere la diagnosi istologica, mentre altri esami come la TAC, la RM e la Scintigrafia Ossea consentono una stadiazione preoperatoria. Sono queste le uniche terapie certificate e validate in tutto il mondo dalla Comunità Scientifica Urologica Internazionale, con indicazioni che ottemperano da un lato all’esigenza della cura migliore possibile e di una buona qualità di vita, dall’altro lato con la scelta personale del paziente che deve essere informato sui vantaggi e svantaggi delle 3 terapie da scegliere. Purtroppo non sono molti i casi che vengono alla nostra osservazione negli stadi iniziali. Molto spesso si presentano pazienti che hanno ormai una malattia in uno stadio avanzato, con diffusione del tumore agli organi circostanti o con metastasi regionali o a distanza. In questi casi la terapia chirurgica non è più possibile per cui bisogna ripiegare sulla terapia ormonale, che se permette di mantenere una sopravvivenza anche molto lunga, purtroppo non garantisce la guarigione della malattia. Ecco perché solo con una vasta azione di sensibilizzazione della popolazione maschile in età matura, simile a quella già da tempo avviata nei Paesi anglo-sassoni, si può conseguire il risultato di un’alta percentuale di diagnosi precoce del cancro della prostata, suscettibile di terapia chirurgica radicale e quindi di guarigione della malattia. - trentaquattro - marzo 2004 Il centro di riferimento regionale per le malattie della prostata e dell'apparato genitale maschile del "Consorziale Policlinico di Bari. Il Centro di Riferimento Regionale per le Malattie della Prostata e dell'Apparato Genitale Maschile, Centro di Eccellenza, è unico in Italia, ed in Europa ne esiste soltanto un altro in Austria, vero fiore all'occhiello della Sanità Pubblica Italiana che tutte le altre Regioni invidiano e stanno cercando di imitare. A meno di un anno dalla istituzione del Centro sono stati visitati oltre 3500 uomini con una media di 25-30 persone al giorno provenienti da tutta la Puglia e anche da altre Regioni. Sono stati riscontrati oltre 70 Tumori Prostatici in pazienti asintomatici. Il Centro è stato dotato, per donazione dalla Galileo Avionica, Gruppo Finmeccanica, di uno Scanner, TRIM PROBE, che è presente soltanto a Bari e a Milano unici Centri Pilota per questa ricerca in tutto il mondo. Sin dal primo momento è stato istituito un numero verde 800-12 50 40 mediante il quale chiunque comodamente seduto a casa propria, senza spendere nemmeno il costo della telefonata può prenotare una visita che è completamente gratuita presso il Centro. Questo Progetto colma una grossa lacuna per una Sanità veramente nuova ed efficiente in cui la prevenzione secondaria rappresenta uno dei pilastri principali del futuro nella cura dell'uomo. Il Progetto si propone di sperimentare una strategia integrata di prevenzione e di attacco alle Malattie della Prostata, del Testicolo e del Pene intervenendo su particolari fasce d'età in cui tali malattie sono più diffuse: adolescenza ed età anziana che sono poi le categorie più deboli ed indifese della nostra società. Questo presuppone una sistematica e scrupolosa informazione rivolta alla popolazione maschile che, specie nella nostra Regione, è molto carente. Lo scopo è quello di creare una nuova e diversa sensibilità nei confronti di queste malattie e di impostare protocolli diagnostici e terapeutici imperniati sulla sistematicità della prevenzione e sulla qualità certificata della cura, che consenta di offrire una risposta regionale organizzata ed efficiente nei confronti delle malattie benigne e maligne dell'apparato genitale maschile e della prostata. Ma prima di avviare un progetto, un'attività, un'iniziativa regola fondamentale è quella di conoscere a fondo l'aspetto opposto del problema, cioè le ragioni della controparte. Ebbene proprio sul problema dello Screening del Cr della Prostata esistono delle controversie che dipendono da diversi punti di vista: degli analisti di politica sanitaria, degli urologi, dei pazienti, dei costi, dei benefici. Quelli che si oppongono allo Screening sottolineano che il Cr della Prostata colpisce soprattutto soggetti anziani. L'81% di tutti i casi di Cr della Prostata viene diagnosticato in uomini di età superiore a 65 anni, e la mortalità riguarda per il 61% pazienti di 75 anni ed oltre. Quelli che sostengono la validità dello Screening enfatizzano che il Cr della Prostata rappresenta un reale problema di salute pubblica. Infatti il 30% - 40% di uomini oltre i 50 anni sviluppa un focolaio microscopico di questa malattia. L'invecchiamento della popolazione è ormai diventata la preoccupazione più assillante dei Paesi più evoluti. Nei prossimi 10 anni il numero degli anziani, oltre i 65 anni, crescerà del 36% e la quota degli ultra ottantenni supererà l'11% della popolazione. Dai dati ISTAT del dicembre 2000, in Puglia su circa 4.100.000 abitanti vi sono circa 2 milioni di persone di pugliasalute La terapia del cancro della prostata Chirurgica Quando cioè il tumore è ancora localizzato soltanto all’organo. L’intervento radicale consiste nell’asportazione completa di tutta la prostata e delle vescichette seminali. • Procedimento chirurgico è a basso rischio • Ottima preservazione della continenza urinaria • Conservazione della potenza sessuale in un’altissima percentuale • Ottima qualità di vita post-operatoria e con guarigione quasi completa. Terapia radiante esterna, o con infissione di aghi radioattivi nell’organo (Brachiterapia). Ormonale Blocco androgenico totale sesso maschile. Fra questi oltre mezzo milione di giovani tra 12 e 30 anni e circa 600.000 soggetti di oltre 50 anni. Negli Stati Uniti, nel 1996, sono stati identificati oltre 317.000 nuovi casi di tumori prostatici e vi è stata una mortalità di oltre 41.400 persone. In Italia ogni anno si diagnosticano circa 19.000 nuovi casi con una mortalità di circa 4.000 persone. In conclusione l' American Cancer Society consiglia l'esecuzione annuale di una visita urologica e del test del PSA a partire dall'età di 50 anni. Lo Screening dovrebbe durare fino a quando il soggetto ha un'aspettativa di vita di almeno 10 anni. E infatti negli Stati Uniti la mortalità per tumore prostatico si è ridotta moltissimo per le campagne di prevenzione. E lì non c'è una medicina sociale. Bisogna intervenire sulla malattia quando è ancora allo stadio iniziale e preclinico. Il Cancro della Prostata ha un decorso lento ed insidioso, resta localizzato a lungo all'organo di partenza e, se trattato in tempi precoci, va incontro ad un'altissima percentuale di guarigione. E', invece, causa di alta mortalità se osservato tardivamente quando già compaiono le manifestazioni cliniche della sua progressione naturale. Fare una diagnosi precoce nelle malattie della prostata significa offrire una guarigione sicura ed una qualità di vita uguale a quella di chi non è mai stato malato. Infatti la sopravvivenza malattia specifica nel Cr della Prostata è dell'87% - 100% se il tumore è localizzato, mentre è del 30% se la malattia è diffusa. Si tratta inoltre di un organo non vitale, la cui rimozione non compromette l'esistenza del paziente. E gli interventi, anche se complessi e difficili, sono ormai eseguiti routinariamente da qualsiasi Centro Urologico di medio alto livello. Esiste però una certa riluttanza da parte dell'uomo a voler parlare di questi problemi. Bisogna sfatare il concetto che la prostata è sinonimo di senescenza e l'apparato genitale maschile è sinonimo di sesso. La prostata comincia a svilupparsi dalla pubertà ed inizia a crescere pian piano sin dall'età di 30 anni, con il massimo sviluppo dopo i 50 anni. Il problema prostata come Ipertrofia Benigna è una cambiale che tutti gli uomini che avranno la fortuna di - trentacinque - marzo 2004 Punti di vista / Lo Psicologo L'universo "uomini" in Puglia In Puglia sono circa 2.000.000 (su 4.100.000 abitanti) e circa il 10% è portatore della malattia, ma meno del 3% muore realmente per Cr della Prostata. 600.000 sono gli uomini oltre i 50 anni. In Puglia vi sono circa 200.000 uomini a rischio di cancro della prostata e tra questi il 20% 25% (50-60 mila) svilupperanno un Cancro Prostatico clinicamente significativo. Dati ISTAT DIcembre 2000 vivere a lungo dovranno pagare. Ma oggi si cura in modo semplice ed efficace. I tumori del collo dell'utero sono quasi scomparsi grazie al Pap Test che le donne eseguono regolarmente ogni anno. E così la mammografia e l'autopalpazione del seno è entrato nella cultura che la donna ha acquisito del proprio corpo. D'altra parte una visita ginecologica non è meno "fastidiosa" di una visita prostatica. Bisogna finalmente creare la cultura dell'uomo, in senso completo. Ma al di là della protezione del bene supremo di ogni essere umano che è la salute e la vita, volendo valutare, freddamente, i costi di questo progetto, possiamo affermare che l'intervento terapeutico tardivo, comportando cure ormonali e chemioterapiche a costo elevato, prolungate per l'intera durata della vita residua, produce sensibili incrementi di spesa a fronte di benefici estremamente modesti. Mentre la cura di un paziente operabile ha un costo ridotto ed unico, riferito al solo atto chirurgico. Noi lavoreremo intensamente per questo Progetto perché, in quanto Medici, abbiamo molte ambizioni. La prima è quella di poterci confrontare alla pari con i nostri Colleghi di altre Nazioni più progredite con i quali abbiamo stretti rapporti di collaborazione e di ricerca, che però hanno la fortuna di non vedere quelle Patologie estreme e devastanti che vediamo noi. Un'altra ambizione è quella di poter raccogliere dati e statistiche per le nostre ricerche in corso che forse un giorno ci permetteranno di dire, tra l'altro, se nella nostra Regione hanno incidenza oltre ai fattori genetici anche fattori alimentari o ambientali su queste Patologie. Sapete che hanno fatto i nostri Colleghi nella zona di Boston? Hanno sottoposto a Screening per la Prostata 47 mila uomini ed hanno chiesto, tra l'altro, notizie sulle loro abitudini alimentari. Hanno scoperto casualmente che gli uomini che mangiavano la salsa di pomodoro, non il pomodoro di per sé, ma la salsa, per almeno 3 volte alla settimana, non avevano il Cancro della Prostata. Hanno studiato quale era la sostanza protettiva contenuta nella salsa di pomodoro ed hanno scoperto che è il Licopene. E da allora tutti gli uomini americani vanno nei Drugstores a farsi provviste di Licopene ed altre sostanze protettive, e mangiano salsa di pomodoro. Ma l'ambizione più grande è quella di offrire salute e serenità tanti giovani e anziani, con l'obiettivo finale che entro un certo numero di anni si sarà formata la coscienza sanitaria che tutte le malattie dell' apparato genitale maschile, se scoperte in tempo utile, possono essere curate adeguatamente e guarite completamente. * A. Profssor TUFTS University - School of Medicine Boston (U.S.A.) Direttore Urologia Ospedaliera Policlinico di Bari affiliata alla Lahey Clinic di Burlington - Boston (U.S.A.) Direttore del Centro di Riferimento Regionale per le Malattie della Prostata e dell'Apparato Genitale Maschile pugliasalute A cura di Gianni Ferrucci * L'impatto psicologico sull'uomo operato di prostata Una recente teoria sull'estinzione dei dinosauri indica che la loro specie è finita per l'incapacità di riprodursi diventando tutti di genere femminile. Se sovrapponiamo questa teoria biologica alle problematiche della salute sessuale maschile potremmo arrivare ad affermare che il rischio di estinzione del maschio è certamente sempre più reale anche per l'evolversi dei costumi sociali e dei rapporti psicologici tra le due specie umane. Il vero sesso 'forte',per longevità e determinazione è diventato sicuramente quello femminile. Questo anche a causa della carenza di diffusione, tra gli uomini,di modelli sanitari di prevenzione e di controllo medico che, al contrario, sono più diffusi tra le donne. In effetti, pochi risultano essere gli uomini che a 60 anni hanno realmente eseguito screening e visite di prevenzione andrologica mentre, più numerose sono le donne che hanno eseguito controlli ginecologici. Ciò spiega in modo evidente la gravità delle reazioni psicologiche personali quando il maschio si ritrova, suo malgrado e spesso in modo inaspettato, a ricevere diagnosi di patologie prostatiche e di obiettive problematiche andrologiche che mettono in discussione (anche in età giovanile...come sempre piu' spesso accade) la stessa sua 'identità sessuale' e la corretta funzionalità degli organi che sono alla base del 'mito' dell'uomo forte e capace di procreare anche a tarda età a differenza di quanto non accada nella donna. La convizione che 'dal medico è meglio andare il meno possibile..' è, difatti, una convinzione prettamente maschile e la metabolizzazione dell'idea che la funzionalità sessuale sia prerogativa perenne e intaccabile dà al genere maschile la certezza e la motivazione che la propria struttura di personalità sia estrenamente piu' accettata ed accettabile se le funzioni genitali e la vita sessuale sono attuate in modo quantitativamente soddisfacente, forse "rimuovendo" che le malattie della prostata sono una delle cause più diffuse di mortalità maschile. Gli uomini hanno sempre evidenziato un modello archetipo di psiche maschile che prevede nel loro DNA un certo coraggio ed una notevole disponibilità ad accettare che la vita finisca (le guerre le hanno sempre fatte gli uomini..). Ma proprio questo "modello" ostacola la disponibilità alle visite preventive di controllo, all'assunzione di cure adeguate ed agli approfondimenti diagnostici soprattutto se finalizzati a rilevare eventuali problematiche andrologiche. Poi, se la prostata duole è meglio farla controllare ... senza però pensarci troppo. Esattamente come si fa con solerzia ... il tagliando alla macchina. - trentasei - * Psicologo Psicoterapeuta Dirigente Sanitario AUSL BA/4 Resp.le Federazione Italiana Psicologi Regione Puglia marzo 2004