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Camera dei Deputati – 5-09427 – Interrogazione a risposta in
Commissione presentata dall’On. Realacci (PD) il 5 Settembre 2016
(Risposta dell’8 settembre 2016). Pagina | 1
Camera dei Deputati – 5-09427 – Interrogazione a risposta in
Commissione presentata dall’On. Realacci (PD) il 5 Settembre 2016
(Risposta dell’8 settembre 2016).
REALACCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione
internazionale. — Per sapere – premesso che:
l'Accordo sul clima negoziato alla 21esima Conferenza ONU delle Parti (COP21) di Parigi, nel dicembre del 2015, ha come obiettivo
proteggere gli equilibri ambientali del pianeta, contenendo le emissioni di gas climalteranti e l'innalzamento della temperatura media
atmosferica e dei mari al di sotto dei due gradi; con un impegno a «portare avanti sforzi per limitare l'aumento di temperatura a 1,5
gradi». Per farlo, chiede ai Paesi firmatari trasformazioni profonde che possono produrre una nuova economia;
secondo il nuovo Pacchetto europeo Clima Energia al 2030 l'Italia dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 40 per cento rispetto
ai valori del 1990. Per fare ciò è necessario mettere in campo, strutturalmente, misure per la riduzione delle emissioni nei comparti
della produzione di energia, dei trasporti, dell'edilizia e dell'efficientamento energetico, dell'agricoltura;
in base all'articolo 4 del sopraddetto Accordo, tutti i Paesi «dovranno preparare, comunicare e mantenere» degli impegni definiti a
livello nazionale, con revisioni regolari che «rappresentino un progresso» rispetto agli impegni precedenti e «riflettano ambizioni più
elevate possibile». I paragrafi 23 e 24 della decisione sollecitano i Paesi che hanno presentato impegni al 2025 «a comunicare entro il
2020 un nuovo impegno, e a farlo poi regolarmente ogni 5 anni», e chiedono a quelli che già hanno un impegno al 2030 di
«comunicarlo o aggiornarlo entro il 2020». La prima verifica dell'applicazione degli impegni è fissata al 2023, i cicli successivi saranno
quinquennali;
l'Accordo sul clima diventerà giuridicamente vincolante, se ratificato da almeno 55 paesi che insieme rappresentino almeno il 55 per
cento delle emissioni globali di gas serra e sarà aperto alla firma presso le Nazioni Unite fino al 21 aprile 2017;
in occasione del recente Summit G20 di Hangzhoi, con uno straordinario atto politico di portata globale, Cina e Stati Uniti, che
assieme producono il 38 per cento delle emissioni di CO2 nel mondo, hanno ratificato quanto deciso a Parigi. Facendo così salire a 23
il numero dei Paesi che, secondo il diritto internazionale, aderiscono all'intesa;
l'Europa e l'Italia mancano per ora all'appello, nonostante l'Unione europea in passato abbia assunto un ruolo di leadership per le
politiche di riduzione delle emissioni e sia stata determinante nel tenere in vita il processo avviato con il Protocollo di Kyoto del 2005;
anche il nostro Paese, già presente ai negoziati francesi dello scorso dicembre, ha solennemente sottoscritto gli Accordi sul clima
raggiunti a Parigi lo scorso 22 aprile al Palazzo di Vetro di New York ma non li ha ancora ratificati –:
quando il Governo intenda avviare la ratifica degli Accordi di Parigi e trasmettere il relativo disegno di legge alle Camere al fine di
poter completare l’iter parlamentare prima della 22esima Conferenza ONU delle Parti che si terrà a Marrakech, in Marocco, dal
prossimo 7 novembre, in modo da dare maggiore forza e credibilità all'Italia. (5-09427)
CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 settembre 2016
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
INTERROGAZIONI
Giovedì 8 settembre 2016. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la
tutela del territorio e del mare, Silvia VELO.
La seduta comincia alle 12.55.
5-09427 Realacci: sulla ratifica in Italia degli Accordi di Parigi.
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Commissione presentata dall’On. Realacci (PD) il 5 Settembre 2016
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La sottosegretaria Silvia VELO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).
Ermete REALACCI, presidente, nel ricordare che, in passato, l'Unione europea e l'Italia hanno assunto un ruolo di leadership nelle
politiche di riduzione delle emissioni e di lotta ai cambiamenti climatici, stigmatizza che il nostro Paese non abbia ancora ratificato
l'Accordo di Parigi sul clima. Sollecita, quindi, il Governo ad avviare nel più breve tempo possibile la ratifica degli Accordi di Parigi,
trasmettendo il relativo disegno di legge alle Camere, al fine di poterne completare l’iter parlamentare prima della ventiduesima
Conferenza ONU delle Parti che si terrà a Marrakech dal prossimo 7 novembre, al fine di non compromettere la forza e la credibilità
internazionale del nostro Paese. Dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. La seduta
termina alle 13.15.
ALLEGATO 6 - 5-09427 Realacci: sulla ratifica in Italia degli Accordi di Parigi.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento all'interrogazione relativa all'Accordo sul clima negoziato alla ventunesima Conferenza ONU delle Parti di Parigi
(COP21), si evidenzia, innanzitutto, che l'Europa e l'Italia continuano a mantenere un ruolo di Leadership nella lotta al Cambiamento
Climatico. Basti ricordare che l'impegno preso dalla UE nell'ambito dell'accordo di Parigi (- 40 per cento delle emissioni domestiche
rispetto al 1990) continua a rappresentare ancora oggi, in assoluto, l'impegno più alto preso dai Paesi firmatari. Inoltre, si rammenta
che l'Europa cumulativamente e l'Italia singolarmente, sono in linea con il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni al 2020, come
da emendamento di Doha.
Rispetto al processo di ratifica dell'Accordo di Parigi, l'Italia è a lavoro per definire la sua legge di ratifica. Il Ministero dell'ambiente, in
qualità di coproponente, ha curato, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, la
predisposizione di un apposito schema di disegno di legge volto a ratificare l'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
In data 22 luglio 2016 lo schema di disegno di legge è stato trasmesso, a cura del Ministero degli affari esteri, a tutte le
Amministrazioni interessate per i pareri di competenza. Pertanto, la fase di concertazione interministeriale appare prossima alla
conclusione, ed è quindi prevedibile che il testo possa essere sottoposto al Consiglio dei Ministri, e poi trasmesso alle Camere, entro il
mese di settembre, nella prospettiva di portare a termine l'iter parlamentare nel più breve tempo possibile.
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